#zootecnica
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scienza-magia · 8 months ago
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Maiali geneticamente modificati virus resistenti
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Questi maiali potrebbero essere i primi animali geneticamente modificati sulle nostre tavole. Sono resistenti a una malattia che provoca danni miliardari all’industria suinicola e secondo Science potrebbero invadere il mercato alimentare. In agricoltura il dibattito sugli organismi geneticamente modificati è ormai vecchio, per quanto sempre attuale. Se parliamo di animali, invece, inizia ad entrare nel vivo solo in questi anni. Fino a poco tempo fa, infatti, non esistevano animali geneticamente modificati (gm) approvati per il consumo umano. Le cose però stanno cambiando velocemente (almeno in America), e grazie alle nuove possibilità messe in campo da Crispr-Cas9, i tempi sembrano ormai maturi per l’arrivo della prima specie gm di rilevanza zootecnica destinata ad una diffusione mondiale: una razza di maiali modificata per resistere al virus della sindrome respiratoria e riproduttiva dei suini, sviluppata dall’azienda inglese Genus con l’ambizione di eliminare nel giro di qualche decennio questa malattia, che provoca ogni anno danni miliardari all’industria del maiale. Vediamo meglio di cosa si tratta. La malattia La sindrome respiratoria e riproduttiva dei suini (o Prrsv) è una malattia virale che colpisce i maiali ed affini, e provoca due sintomatologie principali: infertilità e problemi riproduttivi, e disturbi respiratori che possono colpire animali di tutte le età, ma che risultano particolarmente gravi (e spesso letali) nei cuccioli. È stata identificata negli anni ‘80, e nei decenni seguenti ha raggiunto praticamente ogni angolo del globo, fino a rappresentare il principale pericolo infettivo per gli allevatori di maiali, con danni per il comparto stimati intorno ai 2,7 miliardi di dollari l’anno. A causarla sono due virus, Prrsv-1 e Prrsv-2 appartenenti al gruppo degli Arteriviridae. Le strategie di prevenzione farmacologica attualmente consistono principalmente nell’utilizzo della vaccinazione, che però non risultano particolarmente efficaci, perché i due virus hanno un’elevata capacità di mutare, riducendo velocemente l’utilità dei vaccini. Ad oggi, quindi, un’epidemia di Prrsv in un allevamento procura quasi certamente grosse perdite, che richiedono tempi lunghi e il sacrificio di molti capi di bestiame per essere controllate. È per questo, che il mercato per una razza di maiali immuni alla malattia è considerato dagli esperti particolarmente promettente. Prevenzione genetica I due artesivirus che causano la Prrsv utilizzano un recettore chiamato CD 163 come porta d’ingresso per infettare le cellule dei maiali. E un esperimento dell’università del Missouri di qualche anno fa ha dimostrato che è possibile rendere immuni i maiali eliminando artificialmente il recettore in questione: fortunatamente, per farlo è sufficiente colpire un singolo gene, e questo rende quindi possibile effettuare facilmente la modifica (o più correttamente il knockout del gene, visto che basta silenziarlo) utilizzando Crispr-Cas9. Partendo da queste ricerche, Genus, un’azienda inglese specializzata nella selezione genetica di animali da allevamento, ha testato la fattibilità della tecnica sperimentata dai ricercatori dell’università del Missouri, su scala commerciale.
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Le modifiche genetiche sono state effettuate su quattro animali, e dopo le verifiche del caso, necessarie per accertarsi che la procedura fosse andata a buon fine e non avesse causato la comparsa di tratti indesiderati, questi sono stati fatti incrociare per ottenere un popolazione di partenza con cui produrre una nuova razza di suini adatti all’allevamento, e immuni alla sindrome respiratoria e riproduttiva dei suini. Le loro fatiche sono descritte in un articolo pubblicato sul Crispr Journal, e stando agli esami effettuati dagli scienziati dell’azienda avrebbero prodotto esemplari perfettamente sani e indistinguibili da animali non geneticamente modificati, che presentano tutti il knockout (cioè l’inattivazione) di entrambe le copie di CD 163. A detta dei suoi creatori, i nuovi maiali gm hanno ottime chance di trasformarsi nei primi animali modificati geneticamente con ampia diffusione nel mercato zootecnico. Tutti gli allevatori – ragionano alla Genus – vorranno probabilmente mettersi al riparo dai rischi economici legati alla malattia, e le modifiche apportate potrebbero essere più “digeribili” per i consumatori rispetto ad altre viste in passato, perché in qualche modo mimano processi che possono avvenire naturalmente (il silenziamento di un gene) e non prevedono la creazione di organismi transgenici (cioè l’aggiunta di geni prelevati da altre specie). Resta da vedere quale opinione esprimerà al riguardo l’Fda, principale interlocutore dell’azienda in questa fase, che dovrebbe presentare la richiesta di approvazione per i suoi maiali nell’arco dei prossimi mesi. Altri esempi In Europa, per ora, non esistono ancora animali geneticamente modificati approvati per il mercato alimentare. Diversa invece la situazione negli Stati Uniti, dove i precedenti sono già due. Il primo è stato un salmone transgenico approvato nel 2015 per il consumo umano (primo animale al mondo) e sviluppato per incrementarne taglia e velocità di crescita, in modo da ridurre i costi di produzione e l’impatto ambientale degli impianti di acquacoltura. Il pesce è un salmone atlantico, modificato inserendo nel suo Dna un gene che regola la produzione dell’ormone della crescita prelevato da un’altra specie imparentata, il salmone reale, e un gene promotore proveniente da un pesce della famiglia delle Zoarcidae. Il risultato, è un salmone atlantico che raggiunge in metà del tempo la taglia utile per la vendita, e che però dal 2021, quando è iniziata effettivamente la produzione, non ha ancora ottenuto risultati apprezzabili sul mercato americano e canadese (i due paesi in cui è attualmente disponibile). Il secondo animale è un maiale conosciuto con il nome commerciale di Galsafe, approvato nel 2020 per il consumo umano e l’utilizzo nel campo degli xenotrapianti. I maiali Galsafe sono ingegnerizzati per bloccare la produzione di uno zucchero conosciuto come galattosio-alfa-1,3-galattosio (o alfa-gal) sulla membrana delle loro cellule, che può provocare reazioni allergiche anche gravi in persone che soffrono della cosiddetta allergia alla carne, o sindrome alfa-gal, associata alla puntura di alcuni tipi di zecche. Per ora, i maiali in questione sono stati utilizzati unicamente per il prelievo di organi indirizzati agli xenotrapianti (che spesso nel caso di organi di maiale provocano rigetto proprio per la reazione dell’organismo allo zucchero alfa-gal). Ma nel corso del 2024 dovrebbe iniziare anche la commercializzazione alimentare, indirizzata al mercato degli allergici alla carne. A fianco si due già approvati, la lista di quelli in attesa o in procinto di arrivare alla meta è relativamente affollata. Ci sono maiali modificati per essere sterili, in modo da potervi impiantare cellule staminali prelevate da un altro esemplare maschio con cui fargli produrre sperma (e quindi cuccioli) dalle caratteristiche genetiche desiderate (questa tecnologia sviluppata dalla Washington State University ha incassato per ora un’autorizzazione “investigazionale”). Una specie di vacche modificate per avere un pelo corto e un’elevata resistenza al caldo, in modo da prosperare anche con le temperature sempre più elevate dei prossimi decenni. Maiali che non hanno bisogno di essere castrati. Vacche che producono solo cuccioli di sesso maschile. E molti altri. La ricerca, al pari dell’industria, sembra pronta a sfruttare le nuove opportunità offerte da Crispr per rivoluzionare l’allevamento del bestiame, con la speranza di renderlo più economico, meno inquinante, e più resistente ai cambiamenti climatici e alle malattie. Non sempre, soprattutto in occidente, l’opinione pubblica condivide tanto ottimismo. Uno scetticismo che per ora si riflette nelle normative con cui sono regolati. In Europa, lo dicevamo, le leggi Ue, piuttosto stringenti, non hanno ancora permesso la commercializzazione di alcun animale modificato geneticamente. In America sono lievemente meno restrittive, ma prevedono comunque gli stessi step di approvazione richiesti ai farmaci. E questo allunga, e rende molto costosa, la strada da percorrere per giungere ad un’approvazione. Altri grandi mercati, come quello cinese o quelli di molte nazioni sudamericane, non si fanno gli stessi scrupoli, e potrebbero dare una spinta decisiva nei prossimi allo sviluppo di queste nuove tecnologie. Read the full article
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pier-carlo-universe · 1 month ago
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Grande Successo per la Storica Fiera Bovina di Sant’Eusebio 2024 a Ottiglio
Un'edizione memorabile tra espositori, tradizioni locali e scambi culturali internazionali.
Un’edizione memorabile tra espositori, tradizioni locali e scambi culturali internazionali. La Storica Fiera Bovina di Sant’Eusebio ha concluso l’edizione 2024 con grande successo, attirando più di 2000 visitatori, 44 espositori e 35 bovini alla rassegna zootecnica. La manifestazione, celebrata a Ottiglio il 7 ottobre 2024, ha saputo mantenere vive le tradizioni locali del territorio monferrino,…
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lory78blog · 1 year ago
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Fiera zootecnica a San Germano Chisone TO
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reginadeinisseni · 11 days ago
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Myxomatose chez le lapin : DANGER ! 🐰
MixomatosiDa Wikipedia, l'enciclopedia libera.
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La mixomatosi è una patologia che contagia i conigli selvatici e i conigli domestici, e, più raramente, le lepri. È causata da un virus denominato "Virus del mixoma del coniglio", appartenente alla famiglia Poxviridae, del genere Leporipoxvirus.
Indice
1Storia ed epidemiologia
2Manifestazione
3Vettori
4Terapia e prevenzione
5Altri progetti
6Collegamenti esterni
Storia ed epidemiologia
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Questa malattia arrivò in Europa dai conigli d'importazione dell'Uruguay all'inizio del XX secolo. Venne importata in Australia nel 1950 dal Brasile (dove apparve negli anni '30) come sistema di controllo delle popolazioni di conigli. L'epidemia scatenatasi, con tassi di mortalità intorno al 99%, è tuttora utilizzata come "controllo biologico delle popolazioni di conigli" dal Governo australiano. I conigli australiani sembrano avere sviluppato negli anni una certa resistenza genetica al virus, riducendo il tasso di mortalità attorno all'80%. In Italia la mixomatosi è una malattia considerata "a carattere infettivo e diffusivo", quindi soggetta a denuncia, come da disposizioni del Regolamento di polizia veterinaria (D.P.R. 8 febbraio 1954, n. 320).
Manifestazione
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Si manifesta normalmente con una lesione cutanea, 4-5 giorni dopo il contatto con il patogeno. Sopraggiungono edemi, blefarocongiuntivite (occhi gonfi con lacrimazione abbondante), gonfiore alla base delle orecchie, alle narici e agli organi genitali con spurgo di materiale purulento; noduli specialmente nelle zone senza pelo. A causa dei gonfiori intorno agli occhi l'animale non può vedere e nutrirsi: la morte sopraggiunge dopo 4-12 giorni per inanizione e infezioni batteriche secondarie.
Si può avere una forma respiratoria con scolo nasale mucopurulento, edema dei genitali, congiuntivite, polmonite; tale forma può essere di difficile diagnosi, perché spesso confusa con altre patologie respiratorie. Esiste anche una forma "nodulare" (Nodular myxomatosis), piuttosto rara, che colpisce principalmente la pelle e può avere una prognosi benigna.
Vettori
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La malattia è trasmessa da insetti vettori (pulci, acari, zanzare e zecche), per contatto ematico o per contatto delle mucose genitali. La trasmissione per contatto può verificarsi solo in presenza di animali con sintomi conclamati (attraverso l'essudato e il pus). In Italia i principali vettori sono le zanzare Anopheles spp. e Aedes spp. e nelle zone più fredde o meno umide le pulci del coniglio europeo (Spilopsyllus cuniculi), che possono albergare il virus anche per diversi mesi.
Terapia e prevenzione
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Non esistono reali cure; l'unica soluzione efficace è la vaccinazione preventiva. In commercio si trovano alcuni medicinali, prescrivibili dal veterinario con ricetta zootecnica, per il sostegno del coniglio, che possono aumentare le probabilità di sopravvivenza dell'animale.
Altri progetti
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Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla Mixomatosi
Collegamenti esterni
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(EN) myxomatosis, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
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experience-made-chella · 2 months ago
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delectablywaywardbeard-blog · 8 months ago
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Pasquetta in piazza: una celebrazione unica a Bra
Bra, il 1° aprile 2024, ospiterà la manifestazione di Pasquetta in Piazza Giolitti. Un evento che si caratterizza per un programma variegato, che avrà come protagonisti i bovini di razza Piemontese. Questi saranno esposti sotto l’ala in cemento in occasione della 147ª edizione della rassegna zootecnica.  Nel centro della piazza avrà luogo il mercato dei prodotti tipici, con le eccellenze di…
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lamilanomagazine · 8 months ago
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Ailano (CE): I Carabinieri Forestale e A.S.L. accertano un'illecita gestione degli effluenti zootecnici bufalini e l'irregolare presenza di suini
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Ailano (CE): I Carabinieri Forestale e A.S.L. accertano un'illecita gestione degli effluenti zootecnici bufalini e l'irregolare presenza di suini. I militari del Nucleo Carabinieri Forestale di Alife (CE), unitamente ai medici veterinari dell'ASL Caserta – "U.O.V. Matesino di Piedimonte Matese (CE), hanno svolto una verifica presso un'azienda zootecnica sita in comune di Ailano (CE), riscontrando un'illecita utilizzazione agronomica degli effluenti zootecnici prodotti dall'allevamento bufalino per mancata Comunicazione al competente ufficio provinciale della Regione Campania e per carenze anche di natura strutturali e sanitarie. Il legale rappresentante è stato ammesso alla procedura delle prescrizioni ambientali che consentono, ove assolte nei termini prescritti, alla estinzione del reato previo pagamento di una sanzione amministrativa. Inoltre, è stata accertata anche la presenza di un allevamento di suini non registrato presso la competente ASL/CE - Unità Operativa Veterinaria di Piedimonte Matese, della consistenza di nr. 12 capi, di cui due scrofe, un verro e nove maialetti lattanti di circa due mesi di età, che sembrerebbero appartenere ad una razza molto pregiata nota come il "Suino Nero dei Nebrodi". Detti animali sono stati sottoposti a sequestro amministrativo ai fini della tutela della salute pubblica e del patrimonio zootecnico, tempestivamente trasmesso alle autorità sanitarie regionali competenti in materia, in considerazione degli obblighi derivanti dall'emergenza sanitaria vigente per la peste suina, giusta Ordinanza Ministeriale nr. 5 del 24 agosto 2023, e successive proroghe della stessa.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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ocombatente · 1 year ago
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Agrovitine incentiva jovens a ingressarem no ensino técnico do agronegócio
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Alunos dos cursos técnicos em Agroecologia, Agropecuária, Agronegócio e Zootecnica apresentaram os resultados da experiência dos estudos Uma das metas prioritárias do Planejamento Estratégico do Governo de Rondônia é o fortalecimento e a expansão da educação profissional no Estado, por meio de ações que visam tornar acessível o ensino profissionalizante. Com esse objetivo, o Instituto Estadual de Desenvolvimento da Educação Profissional (Idep) realizou na quarta-feira (8), a Agrovitrine – Centec Abaitará, que se consolidou como uma estratégia de incentivo para jovens interessados em atuarem no agronegócio. Durante o evento realizado no Centro Técnico Estadual de Educação Rural – Centec Abaitará, alunos dos cursos técnicos em Agroecologia, Agropecuária, Agronegócio e Zootecnica apresentaram os resultados da experiência dos estudos, principalmente dos projetos de estágio. AGRONEGÓCIO O evento reuniu familiares de alunos, autoridades e representantes de comunidades rurais contempladas com cursos do Idep, cuja presidente Adir Josefa de Oliveira reafirmou durante a solenidade de abertura da Agrovitrine, o fomento do Governo de Rondônia em garantir a qualificação da mão de obra nos 52 municípios. A aluna, Nayure Gabriela Mangueira de 17 anos, moradora de Nova Estrela, distrito de Rolim de Moura, está cursando o 2° ano do ensino médio na Escola da Rede Estadual José Rosales dos Santos. Ela sonha com a faculdade de medicina veterinária, mas planeja fazer antes um curso técnico no Centec Abaitará. “Quero buscar sempre novos conhecimentos”, frisou a estudante que visitou a Agrovitrine e saiu motivada diante dos trabalhos apresentados. Fonte: Governo RO Read the full article
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ocombatenterondonia · 1 year ago
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Agrovitine incentiva jovens a ingressarem no ensino técnico do agronegócio
Alunos dos cursos técnicos em Agroecologia, Agropecuária, Agronegócio e Zootecnica apresentaram os resultados da experiência dos estudos Uma das metas prioritárias do Planejamento Estratégico do Governo de Rondônia é o fortalecimento e a expansão da educação profissional no Estado, por meio de ações que visam tornar acessível o ensino profissionalizante. Com esse objetivo, o Instituto Estadual…
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personal-reporter · 1 year ago
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nardonews24 · 1 year ago
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INCENDIO IN UN AZIENDA A NARDÒ: MUOIONO DECINE DI CAVALLI
Distrutta dalle fiamme una azienda zootecnica a Nardò. Le fiamme sono divampate intorno alle 13 di oggi in un capannone in contrada Mangani. Una grossa azienda che alleva cavalli gran parte dei quali, secondo le prime informazioni, sarebbero purtroppo deceduti a causa delle fiamme e del fumo.
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scienza-magia · 1 year ago
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Trasferimento genico naturale fra piante e OGM
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La natura agisce come gli ingegneri genetici: pezzi di Dna viaggiano fra specie diverse di continuo. In natura non esiste un genoma prefissato e unico, tipico di una varietà vegetale definita: il vero mostro non è l’Ogm, ma l’idea di un Dna mummificato e immobile nel tempo Decenni di cospirazionismo e capitalizzazione della paura hanno messo all’angolo, anche legislativamente, ogni forma di intervento mirato sul genoma delle piante coltivate, toccando in Italia notevoli picchi di ipocrisia, visto il notevole tasso di importazione cui siamo costretti a ricorrere per esempio per mantenere in piedi la nostra filiera zootecnica. Tuttavia, le piante non sono affette dal nostro “fear mongering”, e gli scienziati hanno appena compiuto un notevole passo in avanti nel comprendere come, per esempio, in alcune piante erbacee il concetto di “genoma specifico” sia molto meno rigido di quanto i sostenitori di una natura immaginaria abbiano in mente. Facciamo un passo indietro. Almeno dai tempi in cui Darwin per la prima volta tracciò uno schema ramificato sul suo taccuino, si utilizza la metafora dell’ “albero della vita” per descrivere le relazioni filogenetiche fra gli organismi. In particolare, generalmente si tende oggi a utilizzare quella stessa metafora per rappresentare il graduale mutamento dei genomi degli organismi viventi, distinguendo fra loro due o più rami quando due o più gruppi di organismi raggiungono un certo livello di differenziazione del proprio “genoma medio”. La realtà, tuttavia, è più complicata di così. Le specie non sempre si separano lungo il proprio percorso evolutivo isolandosi gradualmente da altri rami, in corrispondenza della diversificazione del proprio genoma. In effetti, se usiamo una soglia di differenza genomica per caratterizzarli, per moltissimi gruppi di organismi – principalmente fra i batteri e i microorganismi più semplici - i rami possono “riavvicinarsi” e riconfluire l’uno nell’altro, in un processo chiamato anastomosi, a formare una rete intricata di relazioni evolutive, più che un albero. Ciò accade perché, come molte volte abbiamo scritto su queste pagine, il trasferimento genetico di interi pezzi di DNA da un organismo ad un altro totalmente diverso è un fatto comunissimo, tanto che anche molta parte del nostro genoma non si è formata nei nostri antenati, ma è stata acquisita come “pacchetto” attraverso virus e probabilmente anche batteri che hanno infettato quegli antenati e fuso parte del proprio genoma con il nostro, magari dopo aver acquisito da qualche fonte disparata proprio quello stesso pezzo. Questo processo, in generale, è chiamato trasferimento genico orizzontale e attraverso vari e diffusi meccanismi permette la condivisione delle informazioni genetiche tra rami distanti dell’albero della vita, “rimescolando le carte” genomiche di continuo e fra tutti i gruppi di organismi viventi, compresi piante, animali e funghi. Fra i vegetali, in particolare, nuovi dati hanno considerato certe varietà specifiche di piante erbacee, il cui interesse sta nel fatto che a questo gruppo appartengono alcune fra le più importanti colture, come ad esempio riso, grano e mais. Nel loro insieme, le erbe coprono oggi quasi il 40% della superficie terrestre e costituiscono la maggior parte dell'apporto calorico per l’alimentazione umana.
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Il trasferimento genico orizzontale tra specie erbacee è stato riscontrato sia nelle specie selvatiche che in quelle coltivate. In un recente studio, pubblicato su New Phytologist, si è finalmente provato a quantificare l’estensione di questo fenomeno. Sono stati in particolare sequenziati diversi genomi dell'erba tropicale Alloteropsis semialata per stimare la frequenza dei trasferimenti genici in questa specie. I risultati hanno mostrato che in questa erbacea modello un gran numero di geni è stato acquisito in maniera continua nel corso della storia evolutiva della specie, con un gene estraneo incorporato in media circa ogni 35.000 anni. Si noti che questo è il tasso netto di incorporazione di materiale genetico estraneo, che non tiene conto di quanto è stato nel frattempo perso, oltre che acquisito; dunque, si tratta certamente di una notevole sottostima di quelle modifiche genetiche che naturalmente occorrono nelle piante di questo tipo. È infatti probabile che la maggior parte dei geni trasferiti non dia alcun beneficio al ricevente e possa persino avere conseguenze negative per la pianta; questi geni, ovviamente, sono persi molto rapidamente dopo il trasferimento – sono cioè un “esperimento” di trasformazione genetica fallito. In particolare, dai dati a disposizione (ottenuti confrontando 40 specie diverse dello stesso genere, in modo da evidenziare anche il tasso di perdita di geni precedentemente acquisiti), i ricercatori hanno identificato 168 geni acquisiti lateralmente in cinque specie dello stesso genere di erba tropicale (32-100 per genoma). I modelli di decadimento esponenziale indicano che il tasso di acquisizione è fra 6 e 28 geni per milione di anni, e le successive perdite (11–24% per milione di anni) variavano in modo significativo tra specie diverse. Come atteso per il fatto che essi non sono in generale vantaggiosi, salvo rare eccezioni, i geni acquisiti lateralmente venivano persi a un tasso più elevato rispetto a quelli ereditati dai genitori, nel modo tradizionale cui siamo abituati a pensare. Fra quelli che sono stati conservati, esattamente come accade per gli OGM creati dall’uomo, molti geni trasferiti orizzontalmente conferiscono alle erbe studiate resistenza alle malattie, tolleranza allo stress e un metabolismo più efficiente. Il trasferimento genico orizzontale consente all’erba ricevente di saltare il lungo processo di evoluzione necessario per ottenere da zero tratti utili, per cui le piante erbacee agiscono oggi come una sorta di “spugna genetica” in grado di catturare dalle piante vicine tratti di ogni genere, i quali sono poi sottoposti al vaglio severo della selezione naturale. In definitiva, il trasferimento genetico orizzontale e le colture GM hanno lo stesso risultato: un gene di origine estranea viene inserito nel genoma del ricevente, producendo un notevole cambiamento nel fenotipo della pianta che può persistere o meno a seconda della successiva selezione. Questo processo, quando accade in natura, ha come detto un’efficienza limitata, come si vede dalla continua perdita dei geni di nuova acquisizione: molto del materiale in ingresso, ottenuto a caso, non è utile o è addirittura svantaggioso. L’uomo, al contrario, è in grado di guidare in maniera precisa ciò che accade, selezionando il gene giusto senza affidarsi al caso, limitando in questo modo non solo il rischio “naturale” di ottenere piante geneticamente inferiori, ma anche piante molto migliori dei propri progenitori, e per questo, per esempio, più invasive, più tossiche ed in definitiva ecologicamente più impattanti. Non vi è nulla di più naturale di una trasformazione genetica, e proprio fra le piante di cui ci alimentiamo – non solo l’era modello qui discussa – i meccanismi e la frequenza con cui tale processo avviene sono moltissimi e indipendenti dal nostro controllo. Ciò che è invece innaturale, deviante rispetto a quanto accade ogni giorno nei prati e ovunque vi siano piante diverse, è il congelamento del genoma ad una precisa ed immutabile sequenza; sono questi genomi mummificati i veri “mostri” innaturali, e mai, né nei nostri campi, né nei nostri piatti è passato altro che un continuo rinovellarsi di cambiamento attraverso quella che Shapiro ha definito “ingegneria genetica naturale”. Read the full article
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lory78blog · 1 year ago
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Fiera zootecnica di Balboutet, piccola frazione di Usseux TO
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umbriajournal · 1 year ago
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Emergenza predatori: CIA Umbria sostiene allevatori di Chianina il crescente numero di lupi minaccia l’attività zootecnica
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manifestocarnivoro · 1 year ago
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HAMBURGER DI SCOTTONA
Hamburger di Scottona di prima qualità firmato Scaligera. Un prodotto del peso netto di 360 grammi, prodotto e confezionato dalla società agricola cooperativa Le Capanne Sca a Mozzecane (VR). La foto l’abbiamo scattata lo scorso marzo presso lo spazio della Cooperativa Zootecnica Scaligera a Modena durante iMEAT 2023, fiera dedicata esclusivamente alle attività operative nel settore della carne (macellerie al dettaglio, gastronomie, ristorazione specializzata).
Fonte: Meat Pack, Eurocarni 5/23
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pietroalviti · 2 years ago
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Ceccano, contaminazione nei pozzi di via Marano, il comune ordina il divieto di utilizzo anche per innaffiare l'orto, tricolorometano 100 volte oltre il massimo
Quell’acqua non potrà essere utilizzata a scopo potabile, nella produzione alimentare irrigua e zootecnica. Sono i pozzi situati in via Marano, in un raggio di 500 metri, grosso modo dal Ponte dell’Autostrada. Lo stabilisce un’ordinanza del sindaco che si basa su un rilievo del 14 aprile 2023 da parte dell’Arpa Lazio Dipartimento Stato dell’Ambiente Servizio Monitoraggio delle Risorse Idriche…
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