#mafia e giustizia
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pier-carlo-universe · 9 days ago
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Il Processo – Un thriller con Le Donne del Club Omicidi. Recensione di Alessandria today
"Non sono solo io sotto processo. Tutta la città dovrà comparire in tribunale."
Autori: James Patterson, Maxine PaetroTraduttore: Elena CantoniFormato: Kindle, BookShotsValutazione: ⭐⭐⭐⭐ (3,8 su 5 – 545 voti) Un thriller adrenalinico da leggere tutto d’un fiato. “Non sono solo io sotto processo. Tutta la città dovrà comparire in tribunale.” James Patterson, con il supporto di Maxine Paetro, ci regala un’altra avvincente avventura del Club Omicidi, questa volta nel…
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alessandrocorbelli · 6 days ago
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CATANIA/SIRACUSA: CATTURATI 19 MEMBRI DI COSA NOSTRA... @alessandro.corb...
OPERAZIONE ANTIMAFIA TRA CATANIA E SIRACUSA: CATTURATI 19 MEMBRI DI COSA NOSTRA, ARRESTATO ANCHE IL DEPUTATO REGIONALE GIUSEPPE CASTIGLIONE Catania, 25 febbraio 2025 Deputato regionale          Giuseppe Castiglione
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campadailyblog · 8 months ago
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Mafia Capitale: Il Caso che Sconvolse Roma
Il caso Mafia Capitale ha scosso Roma, rivelando una rete di corruzione e appalti truccati. Ha mostrato i legami tra la politica e la malavita. Funzionari e amministratori locali erano coinvolti in un sistema di potere illecito. L’inchiesta ha portato a numerose conseguenze giudiziarie, mediatiche e sociali. Ha sollevato dubbi su come prevenire la corruzione e garantire trasparenza nelle…
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noneun · 1 month ago
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Se ho capito bene...
Njeem Osama Almasri Habish è un comandante libico accusato di Crimini di Guerra e di Crimini contro l'Umanità. Parliamo, tra l'altro, di omicidi, torture e stupri (*).
Su di lui pendeva dal 18 Gennaio un mandato di cattura emesso dalla Corte Penale Internazionale (*).
Si trovava tranquillamente in Italia, dove il 19 Gennaio è stato arrestato e trattenuto per due giorni.
La Libia ha protestato e minacciato di far partire barconi di migranti e ha fatto allusioni a qualche dossier scomodo (*).
Poi.
Il Ministro della Giustizia Nordio non ha risposto per 24 ore alle sollecitazioni che arrivavano dalla corte di Appello di Roma (*). Il Ministro avrebbe dovuto dare comunicazioni sull'arresto, in quanto titolare dei rapporti con la Corte Penale Internazionale.
Il Ministro dell'Interno Piantedosi ha espulso Almasri per "urgenti ragioni di sicurezza, vista la pericolosità del soggetto" e lo ha rimpatriato con un volo di Stato (*).
Il Ministro degli Esteri Tajani ha dichiarato che "Esiste la procedura penale. Se c'è stato un errore, quell'errore poi ha delle conseguenze" (*). L'errore è di Nordio.
Quindi.
Siamo governati da persone che nella migliore delle ipotesi sono dei totali incompetenti.
Nella peggiore sono complici della mafia libica.
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avalonishere · 10 days ago
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NESSUNO HA CAPITO PERCHÉ ANDREA DELMASTRO SIA STATO CONDANNATO. VE LO DICO IO… LEGGETEMI
Facciamo ordine: il Sottosegretario Andrea Delmastro è stato condannato a otto mesi di reclusione per aver condiviso con un collega parlamentare dei documenti, il cui contenuto era già stato pubblicato dalla stampa, comunque non segreti.
Le informazioni riguardavano il terrorista anarchico inurrezionalista Alfredo Cospito, costretto a scontare con sentenza definitiva 23 anni in carcere (la Procura aveva chiesto l’ergastolo).
Cosa rivelava questo ‘non segreto’? Una conversazione tra il terrorista recluso (con il 41 bis, trattamento riservato a pregiudicati gravi) e alcuni boss della ‘ndrangheta.
Volete sapere il contenuto di tali ‘amabili’ conversazioni? I mafiosi chiedevano che le manifestazioni di solidarietà organizzate dagli anarchici a sostegno del lungo digiuno del terrorista Cospito, chiedessero l’abolizione del 41bis (il carcere duro) in modo che ne potessero beneficiare.
Pensate sia tutto qui? Vi sbagliate perché, colpo di scena, un’autorevole delegazione di quattro parlamentari PD, tra cui il Capogruppo alla Camera Debora Serracchiani e il responsabile giustizia ex ministro guardasigilli Andrea Orlando, si recano nel carcere di Sassari il 12 gennaio 2023 proprio a trovare Alfredo Cospito che ‘incidentalmente’ li fa incontrare con tre mafiosi suoi vicini di cella, l’artificiere della mafia Pietro Rampulla, il killer della ‘ndrangheta Francesco Presta e il camorrista Francesco Di Maio.
Successivamente a questo sodalizio l’ex ministro Orlando chiede in sostanza che venga tolto il carcere duro al terrorista.
Facciamo per un attimo il gioco degli specchi: una delegazione ai massimi livelli di FDI si reca in carcere per scopi umanitari a visitare un terrorista neofascista condannato a 25 anni di carcere e detenuto con il 41bis perché giudicato pericoloso mentre le piazze italiane sono messe a ferro e fuoco da gruppi extraparlamentari violenti che ne chiedono la liberazione. E con l’occasione incontra 3 boss mafiosi. Secondo voi la magistratura avrebbe aperto un’inchiesta e poi condannato un esponente di governo del PD per aver rivelato notizie sulla natura dei colloqui tra il terrorista nero e i mafiosi? O forse non sarebbero stati sbattuti in prima pagina per mesi i componenti della delegazione per un linciaggio mediatico perché collusi con il bombarolo stragista?
Ecco la questione, i terroristi per i Democratici non sono tutti uguali, se sono di sinistra, da sempre, devono avere il salvacondotto per la loro violenza, le aggressioni premeditate, le bombe, perfino quando condividono una strategia con la criminalità. Sono "compagni che sbagliano” come dicevano dei brigatisti rossi, fino all’omicidio Moro.
Questa novella assurda termina invece con il paradosso di una pubblica accusa che chiede in udienza la totale ASSOLUZIONE del sottosegretario Andrea Delmastro, ma il giudice - colpo di scena - decide d’imperio la sua CONDANNA.
Come si fa in questo scenario, con la sinistra divisa e inadeguata a svolgere il suo ruolo di alternativa di governo e bisognosa dell’aiutino delle toghe amiche (che non lo stanno certo lesinando), a non pensare a una sentenza politica? Su, dai!
Il governo è impegnato nella riforma quadro della giustizia ostacolata dalle correnti dei magistrati (anomalia tutta italiana), il Parlamento non è più in equilibrio rispetto al potere giudiziario dall’abolizione dell’immunità cui non è corrisposta nemmeno la responsabilità civile dei giudici… Praticamente la magistratura può colpire la politica ogni volta che vuole, se sbaglia intanto ha destabilizzato il sistema, qualche ministro si deve dimettere perché messo in croce dai media, governatori, sindaci e assessori finiscono direttamente in galera e saranno riabilitati dopo anni, con carriere ormai bruciate. I giudici che hanno cagionato con inchieste sbagliate e sentenze sospette terremoti politici non pagano mai, anzi, a giudicarli è un organo, il Consiglio Superiore della Magistratura, che viene eletto con i voti delle correnti di cui sopra, tutte concordi sulla conservazione del potere della loro casta. La Costituzione vorrebbe fosse un ordine dello Stato, ma è ormai diventata un potere autoreferenziale abilitato a conservare se stesso e soccorrere chi asseconda questa anomalia italiana. Le sinistre, appunto.
Questo è quanto.
Andare fino in fondo, riequilibrare i poteri, garantire il diritto dovere del Parlamento a riformare la giustizia e, soprattutto, prosciugare in fretta quella pozza maleodorante generata dalla sinistra dove si giustificano illegalità, violenza, arbitrio.
Un abbraccio ad Andrea Delmastro.
Fabio Rampelli
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rideretremando · 2 years ago
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"Scrivo a tutta la comunità per assumermi la responsabilità di una scelta, evidentemente controcorrente, in occasione della scomparsa di Silvio Berlusconi.
Di fronte a questa notizia naturalmente non si può provare alcuna gioia, anzi la tristezza che si prova di fronte ad ogni morte. Ma il giudizio, quello sì, è necessario: perché è vero che Berlusconi ha segnato la storia, ma lo ha fatto lasciando il mondo e l’Italia assai peggiori di come li aveva trovati. Dalla P2 ai rapporti con la mafia via Dell’Utri, dal disprezzo della giustizia alla mercificazione di tutto (a partire dal corpo delle donne, nelle sue tv), dal fiero sdoganamento dei fascisti al governo alla menzogna come metodo sistematico, dall’interesse personale come unico metro alla speculazione edilizia come distruzione della natura. In questo, e in moltissimo altro, Berlusconi è stato il contrario esatto di uno statista, anzi il rovesciamento grottesco del progetto della Costituzione. Nessun odio, ma nessuna santificazione ipocrita. Ricordare chi è stato, è oggi un dovere civile.
Per queste ragioni, nonostante che la Presidenza del Consiglio abbia disposto (https://www.governo.it/it/articolo/bandiere-mezzasta-sugli-edifici-pubblici-e-lutto-nazionale-la-scomparsa-del-presidente) le bandiere a mezz’asta su tutti gli edifici pubblici da oggi a mercoledì (giorno dei funerali di Stato e lutto nazionale), mi assumo personalmente la responsabilità di disporre che le bandiere di Unistrasi non scendano.
Ognuno obbedisce infine alla propria coscienza, e una università che si inchini a una storia come quella non è una università.
Col più cordiale saluto,
il Rettore
_____
Tomaso Montanari
Professore ordinario di Storia dell'arte moderna
Rettore dell'Università per Stranieri di Siena
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francesca-70 · 9 months ago
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Tutto ciò che leggerete mi è stato ispirato dalla classica foto che vede Paolo e Giovanni in fraterna cospirazione...
Oggi come ieri e per sempre ritratti come simbolo di unione alla lotta contro la mafia e alla criminalità.
Enza Romeo
Ciao Paolo,
oggi 23 maggio 2023 non è l'anniversario della mia morte, oggi è il giorno che morirò di nuovo, come ormai da 31 anni.
Ogni 23 maggio alla stessa ora io, Francesca, Rocco, Antonio e Vito andremo incontro sempre allo stesso destino.
Oggi come allora e come sempre.
Fin quando, per catturare un latitante impiegheremo anni, nonostante il suo nome, nonostante la cattiva fama, nonostante il suo volto esca in tutti gli archivi di giustizia come ' ricercato pericoloso', nonostante viva per anni nello stesso 'suo' paese e curato in una clinica come, se non meglio, di un bravo cittadino italiano.
Fin quando un giudice avrà le mani legate, la bocca tappata, la famiglia minacciata.
Fin quando sentiremo che un agente di polizia, un carabiniere o un uomo della guardia di finanza si toglierà la vita senza un apparente vero motivo.
Fin quando si abbasserà la testa per ogni sopruso illegale.
Caro Paolo, amico fraterno, compagno di ideali e di lotte per la giustizia, fin quando non si metterà la parola fine all'omertà, noi non avremo un giorno di commemorazione vera, ma avremo l'ennesimo boato, l'ennesima sensazione di perdita d'aria saltando nel vuoto e ritrovandoci inerti, smembrati e privati di ogni nostro Essere.
Però caro Paolo fin quando ci saranno uomini come noi e uomini che credono in noi a tal punto di sapere cosa gli aspetta nel seguirci passo dopo passo privandosi della loro stessa vita, spero sempre in un cambiamento e che il 19 luglio per te, per Agostino, Vincenzo, Emanuela, Walter e Claudio, non ci sia l'ennesima morte, ma la commemorazione di un'anniversario di nuova vita, di nuova giustizia e di legalità infinita.
Sempre insieme
Tuo fraterno amico Giovanni.
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#23maggio1992
#23maggio2023
#GiovanniFalcone
#paoloborsellino
#legalita #giustizia
#lottacontrolamafia
#Francesca #Rocco
#Antonio #Vito
#Agostino #Vincenzo #Emanuela #Walter #Claudio
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sottileincanto · 9 months ago
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Oggi è l'anniversario della strage di Capaci. Non che non lo senta, mi ci sono svegliata stamattina. Come ogni anno mi sveglio con l'anniversario della morte di Borsellino. Perché queste morti continuano a pesare come macigni. Li hanno ammazzati perché sapevano che in nessun altro modo avrebbero potuto ridurli al silenzio. Come con Peppino Impastato. I buoni contro i cattivi, dove i buoni vengono fatti saltare in aria, con la benedizione se non direttamente la complicità dello Stato che avrebbe dovuto proteggerli. Come Dalla Chiesa. Servi dello stato e santi martiri laici della guerra contro la Mafia. Gente che è andata al macello perfettamente consapevole della fine che stava andando a fare, ma che ha comunque deciso di mettere davanti a tutto - famiglia, felicità, VITA - lo Stato e la sua difesa. La fede assoluta nella Giustizia, quella suprema, non quella dei tribunali.
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abr · 5 months ago
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"La Mafia ha sciolto un bambino nell'acido, ed io ho condannato il gesto, ma c'è un contesto... quante giornate di merda hanno avuto i mafiosi per un collaboratore di giustizia?" Effettivamente... :-p \sarcasm
Il miglior commento. by https://x.com/FrankCatania, alla dichiarazione di quella poveretta benaltrista, tal Albanese, alta non so madeché rappresentante (della cricca criminogena) Onu: ""Io ho condannato i crimini di Hamas del 7 ottobre, ma quanti 7 ottobre hanno avuto i palestinesi negli ultimi 75 anni?". E parte l'applauso del pubblico collaborazionista o anestetizzato.
Nelle birrerie di Monaco degli anni '30 c'erano dei dilettanti in confronto a queste sciagurate.
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pier-carlo-universe · 13 days ago
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Altrimenti muori – James Patterson e Howard Roughan: Un thriller adrenalinico tra giornalismo e mafia. Recensione di Alessandria today
"Altrimenti muori", scritto da James Patterson in collaborazione con Howard Roughan, è un thriller ad alta tensione che trascina il lettore in un vortice di misteri, pericoli e suspense.
“Altrimenti muori”, scritto da James Patterson in collaborazione con Howard Roughan, è un thriller ad alta tensione che trascina il lettore in un vortice di misteri, pericoli e suspense. Pubblicato da Longanesi, il romanzo segue le vicende di Nick Daniels, un giornalista ambizioso che si trova improvvisamente coinvolto in un intrigo mortale mentre sta per realizzare l’intervista più importante…
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alessandrocorbelli · 1 year ago
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CORBELLI VS MATTARELLA
Video/Audibile con articolo giornalistico sul notiziario Digital News 24 https://www.alessandrocorbelli.com/digital-news Leggi, ascolta e guarda l’articolo/video/audibile ↘️ https://www.alessandrocorbelli.com/digital-news
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lesbian-steppenwolf · 8 months ago
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Coccodrillo di Caimano
di Marco Travaglio
Non entrerò mai in politica. Scendo in campo. Il Paese che amo. Un nuovo miracolo italiano. L'Italia come il Milan. Basta ladri di Stato. L'amico Craxi. L'amico Gelli. L'amico Dell'Utri. L'amico Mangano. L'amico Previti. L'amico Squillante. L'amico Metta. Il lodo Mondadori. La rivoluzione liberale. L'uomo del fare. La villa fregata all'orfana. Da giovane ero anch'io donnino di casa. Mamma Rosa. Il mausoleo di Arcore. Il Polo delle Libertà. Voglio Di Pietro ministro degli Interni. Il decreto Biondi. Giuro sulla testa dei miei figli. Mai pagato tangenti. Milano negli anni 70 era un calvario, dovevi far passare la pratica da un ufficio all'altro con l'assegno in bocca. Vendo le mie tv. Lasciatemi lavorare. Sono l'unto del Signore. Mai detto che sono l'Unto del Signore. Cribbio. Mi consenta. Il ribaltone. Dini e Scalfaro comunisti. Prodi utile idiota dei comunisti. D'Alema comunista. L'amico Massimo. La Bicamerale. La Costituzione comunista. Le toghe rosse. La Casa delle Libertà. Chi vota a sinistra è coglione. Le mie tv hanno una linea editoriale autonoma all'85%. I miei giornalisti sono tutti di sinistra. Fede è un eroe. Putin è un amico fraterno, un dono del Signore, ha sentimenti delicati, un vero democratico. L'amico George W.. Ai consìder sdesdov Iunade Steiz nos onli a fleg ov e cantri…
Gheddafi è un leader di libertà. Le tangenti alla Guardia di Finanza, nel sentire della gente, non sono considerate reato. Dell'Utri è persona di così profonda moralità e religiosità da non poter essere connivente, non ha attaccamento al denaro, molte volte gli dico: non fare come Giorgio Washington che curava gli interessi dello Stato e mandava in malora la famiglia. Non farò condoni. Concordato e scudo fiscale. Condono fiscale ed edilizio. All Iberian mai sentita. Mills mai conosciuto. Signor Schulz, la suggerirò per il ruolo di kapò. Siete turisti della democrazia. Romolo e Remolo. L'Islam civiltà inferiore. Tutta colpa dell'euro. Le corna. Il cucù alla Merkel. La mafia, poche centinaia di persone. Gli ellepì con Apicella. L'elisir di Scapagnini. Rasmussen è meglio di Cacciari, gli presenterò mia moglie. Mangano è un eroe, non ha parlato: si comportava bene, faceva la comunione nella cappella di Arcore. Il Contratto con gli italiani. Un milione di posti di lavoro. Meno tasse per tutti. Le grandi opere. Il Ponte sullo Stretto. Sono stato frainteso. Biagi, Santoro e come si chiama l'altro… Luttazzi hanno fatto un uso criminoso della televisione pagata coi soldi di tutti. Montanelli e Biagi erano invidiosi di me. La Piovra rovina l'Italia all'estero. Il falso in bilancio. La Cirami. Il lodo Maccanico. Il lodo Schifani. La Cirielli. Tutti sono uguali di fronte alla legge, ma io sono un po' più uguale degli altri.
Ciampi comunista. La legge Gasparri. Il salva-Rete4. L'Economist comunista. Signora, che ne direbbe di una ciulatina? Bertolaso uomo della Provvidenza. Mussolini non ha mai ucciso nessuno, anzi mandava la gente in vacanza al confino. Sarò felicissimo di conoscere il papà dei fratelli Cervi, a cui va tutta la mia ammirazione. Caro Blair, sono laburista anch'io. La giustizia a orologeria. I giudici sono matti, antropologicamente diversi dal resto della razza umana. Telekom Serbia è tutta una tangente. La Mitrokhin. I brogli di Prodi. I comunisti cinesi bollivano i bambini per farne concime. Farò sparire la spazzatura da Napoli in tre giorni. Ho 109 processi con mille giudici. Sono sempre stato assolto. Chi scrive di mafia lo strangolerei con le mie mani. Il Popolo della Libertà. La bandana e il trapianto pilifero. Obama è bello e abbronzato. Il miracolo dell'Aquila. Evadere è un diritto naturale nel cuore degli uomini. Le mani nelle tasche degli italiani. La magistratura è un cancro da estirpare, peggio delle Br, come la banda della Uno bianca. Ai giudici noi insidiamo le mogli, siamo tombeur de femmes.
Agostino, la Antonella: sta diventando pericolosa, s'è messa a dire cose pazzesche in giro. Il lodo Alfano. La prescrizione breve. Il proceso breve. I legittimo impedimento. La Consulta comunista. Il Partito dell'Amore e la sinistra dell'odio. Mai frequentato minorenni. Il padre di Noemi Letizia era l'autista di Craxi. La signora Lario mente. Patrizia, tu devi toccarti. La statuetta ad altezza Duomo. Dottor Fede, cioè volevo dire Vespa. Gli amici Gianpi, Lavitola, De Gregorio e Lele. Nicole Minetti è un'igienista dentale. Ruby è la nipote di Mubarak. Il Bunga bunga. Ho una fidanzatina. Solo cene eleganti. Siamo tutti intercettati. Pagavo Ruby perché non si prostituisse. Pagavo le ragazze perché i pm le hanno rovinate. Santità, siamo i difensori della civiltà cristiana e della famiglia tradizionale. Ho otto zie suore di Maria Consolatrice. Il Family Day. Ragazze, mi toccate il culo? La culona inchiavabile. La mia condanna è un golpe. L'uveite. La pompetta. Mister Obamaaaaa! La sapete quella della mela? E quella degli ebrei e i campi di sterminio? Sono il miglior premier degli ultimi 150 anni. Non mi dimetterò mai. Mi dimetto. I grillini li mandiamo a pulire i cessi di Mediaset. Le finte nozze. Il mio Covid aveva la carica virale più alta del mondo. La signora Meloni è supponente, prepotente, arrogante, offensiva, ridicola. Putin voleva solo sostituire il signor Zelensky con persone perbene. Bisogna convincere Zagrebelsky a trattare. Vi mando un pullman di troie. Ho fatto finire la guerra fredda e ottenuto in Europa i miliardi del Pnrr. Ricordo le mie riforme del 208. Tik Tok Taaaaak. Vi tulipano tutti. Me ne vado da questo Paese di merda.
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marcoleopa · 2 years ago
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19 07 23
Corte d’Appello di Caltanissetta, sentenza sul depistaggio del 12 luglio 2022: «il più grande depistaggio della storia d’Italia», «partecipazione morale e materiale di altri soggetti (diversi da Cosa nostra)». E c’erano anche «gruppi di potere interessati all’eliminazione» del magistrato». «Tra amnesia generalizzate di molti soggetti appartenenti alle istituzioni (...) e dichiarazioni testimoniali palesemente smentite da risultanze oggettive e da inspiegabili incongruenze logiche, l’accertamento istruttorio sconta gli inevitabili limiti derivanti dal velo di reticenza cucito da diverse fonti dichiarative»
Salvatore Borsellino: «Non vogliamo che ci siano avvoltoi in via D’Amelio, ipocriti che portino corone e onori fasulli, ho promesso che non avrei più permesso simboli di morte laddove c’è l’Albero della pace voluto da mia madre e dove intendo realizzare un Giardino della pace». «Le sue esternazioni (Min.Nordio), al di là del loro esito, hanno mostrato la volontà di demolire la legislazione pensata da Giovanni Falcone e Paolo Borsellino per dare gli strumenti necessari a combattere la criminalità organizzata. E se avrò modo di incontrare il premier Meloni - aggiunge - le vorrei chiedere come si concilia il suo entrare in politica dopo la strage di via D’Amelio e la morte di Paolo Borsellino e le esternazioni di un suo ministro che promette di smantellare la legislazione antimafia attaccando proprio l’articolo del concorso esterno in associazione mafiosa eliminando il quale la quasi totalità dei processi per mafia verrebbero ad essere annullati. Io da Giorgia Meloni non mi aspetto parole ma fatti. Lo censuri o lo faccia uscire dal governo come si merita». «Questa volta non ci saranno problemi: sarò io ad accogliere i giovani del corteo delle associazioni e insieme entreremo in via D’Amelio. Forse all’albero Falcone è mancato questo».«L’antimafia non si è spaccata oggi, le varie organizzazioni non hanno lavorato all’unisono anche perché si occupano di cose diverse. Libera di beni confiscati, le Agende rosse di giustizia e verità. Purtroppo quello che mi ha addolorato in questo ultimo anniversario è chi ha trovato la maniera di attaccare i movimento delle Agende rosse, predicando che non ci siano divisioni»
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ninocom5786 · 8 months ago
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Se viviamo in un periodo dove perseverano e regnano l'odio, la maleducazione, l'ignoranza e la violenza, dove si fanno apologia della mafia e del fascismo, dove si ostenta la ricchezza, la vita sfrenata e la superiorità, è proprio grazie alla classe politica (perlopiù di destra, ma anche di sinistra), alla classe dei padroni e alla classe dirigente che hanno portato le nuove e vecchie generazioni a tutto ciò.
Gente come Berlusconi, Salvini, Meloni, Briatore, Porro e combriccola varia, coi loro discorsi di odio e la loro volgarità alla pari di Mussolini e Hitler, hanno portato alla gente di prendersela con chi viene sfruttato, chi lavora dignitosamente, con chi non è conforme col loro pensiero politico, chi lotta per i propri diritti sociali e civili minacciati dal governo e sue associazioni affiliate, chi fa veramente giornalismo, chi lotta per la giustizia sociale e chi vuole educare i ragazzi al rispetto, alla cultura e all'educazione.
Tutto si basa su denaro, successo, avidità, ignoranza, sfruttamento, discriminazione, sottomissione e volgarità. Le tv di Berlusconi hanno insegnato tutto questo e i social network lo seguono e quest'ultimi hanno creato dei veri e propri escrementi digitali che hanno portato a rinviare, con la loro violenza inaudita, eventi sportivi e culturali per rispetto di una persona a noi vicina andata via troppo presto.
Purtroppo certi mezzi non funzionano più e hanno fallito miseramente producendo effetti contrari e a boomerang. Servono creare un nuovo sistema e una nuova società perché riprende i vecchi mezzi per rieducare i nostri ragazzi servono a poco o nulla.
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colonna-durruti · 2 years ago
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https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=pfbid0NrsvH2wjzhjD4h87G47ytQb5ix1yD1L5FN2k75EVAfinDWouJ5BTpW8iD7SHzQYPl&id=100068807366162
NON C'È CORDOGLIO PER UN NEMICO DELLA NOSTRA GENTE
Sono diversi gli articoli che ci attaccano a causa della nostra scelta di non dimostrare cordoglio per la morte di Silvio Berlusconi.
Un cordoglio che, da destra a centro-sinistra, ha pervaso la comunicazione politica: "A Dio, Silvio" (Meloni); "Rispetto per quello che è stato un protagonista della storia del Nostro paese" (Schlein); "Un imprenditore e un politico che in ogni campo ha contribuito a scrivere pagine significative della nostra storia" (Conte).
Noi invece vogliamo ricordare #Berlusconi per quello che è stato: un nemico della nostra gente.
Non sorprende che la destra, i fascisti, i mafiosi, i padroncini, i palazzinari e gli speculatori, gli evasori, i razzisti, gli ipocriti bigotti lo santifichino, tanto che il Governo Meloni, contro la prassi che prevede per gli ex premier i soli #funeralidistato, ne ha approfittato per chiamare arbitrariamente una giornata di #luttonazionale.
Berlusconi è stato il loro migliore rappresentante e insieme uno di loro. La sua storia imprenditoriale, ben prima di quella politica, è stata la storia di una commistione malsana tra potere politico, imprenditoriale e borghesia mafiosa.
Una storia che ha visto il Berlusconi rampante costruttore degli anni Settanta giocare sempre su due piani, ma con lo stesso scopo: sul piano pubblico, favorire l'ascesa di Bettino Craxi al potere e la trasformazione del PSI in un partito neoliberista e anticomunista; sul piano occulto, finanziare e sostenere quegli apparati dello stato ed ex fascisti, che erano dapprima stati sovvenzionati in funzione antisovietica dagli USA, e che si erano ri-organizzati nella cosiddetta "Loggia P2" per favorire un golpe soft in funzione anticomunista.
Entrambi quei piani rispondevano a uno scopo preciso: farla finita con il "lungo Sessantotto" italiano, ossia con quella stagione di lotte che aveva limitato il potere di speculatori e sfruttatori e consentito la modernizzazione del paese e lo sviluppo di diritti e potere per le classi popolari. E farla finita con l'immaginario, con la cultura politica e organizzativa e con la crescita elettorale comunista, che di quella stagione era stata protagonista e che veniva giustamente individuata dal Berlusconi della fine degli anni Settanta come un pericolo mortale per i suoi progetti speculativi.
Fu solo con l'inizio degli anni Novanta, però, che Berlusconi riuscì a catalizzare un ampio consenso intorno alla sua figura. Nel 1992 l'inchiesta di "Mani Pulite" dissolveva il sistema dei partiti al potere, PSI e DC in particolare, mentre la contemporanea auto-dissoluzione dell'Unione sovietica portava alla fine del PCI.
Lo spazio politico che si apriva era immenso.
La sua discesa in campo nel 1994 – preparata con largo anticipo con il tacito assenso della borghesia mafiosa e l'appoggio di settori consistenti degli apparati – ha così permesso a fascisti, leghisti, evasori e mafiosi di essere sdoganati, di diventare culturalmente e socialmente vincenti. Berlusconi al potere li ha fatti arricchire, a spese del pubblico e delle classi lavoratrici, ha fatto leggi su misura per loro, che gli permettevano di imbrogliare e di sfruttare i giovani, i migranti - ma gli ha anche offerto una rivalsa ideologica nel bullizzare quella parte d'Italia che per decenni aveva rappresentato, con tutti i limiti, i valori della solidarietà, della giustizia, dello studio e del sacrificio, della questione morale.
Erano gli anni dei condoni edilizi e dell'esplosione dell'evasione fiscale, delle leggi ad personam, dei tagli indiscriminati a scuola e sanità, della deregolamentazione del diritto del lavoro, dello sdoganamento dell’estrema destra, dei legami sempre più evidenti il suo partito e la mafia, della politica del malaffare. Gli anni del "mors tua vita mea" e del massacro del G8 di Genova.
Certo non a tutta la borghesia italiana quel modo di gestire le cose andava bene: quando nel 2011, in piena crisi del debito, il berlusconismo rischiava di mettere in pericolo la tenuta finanziaria del paese, sottomettendola agli interessi degli evasori e alle mancette elettorali del Cavaliere, la parte della borghesia italiana più internazionalizzata lo fece fuori, mettendo un tecnico come Monti alla presidenza del Consiglio e facendo di Berlusconi un improbabile martire anti-austerity. Si trattava però di un regolamento di conti interno alla borghesia italiana. Basti pensare che lo stesso Governo Berlusconi all'esplodere della crisi nel 2008 aveva tagliato ben 8 miliardi di euro a scuola e Università, scaricando su giovani e classi popolari i costi dell'austerity e la salvaguardia dei privilegi del suo blocco sociale.
Che oggi tutti i partiti dell'opposizione in Parlamento - dal PD che sull'antiberlusconismo ha campato, passando per i 5 Stelle che sono cresciuti sullo "psiconano" e i comizi di Grillo, per arrivare a Sinistra Italiana e Soumahoro che scrivono parole "umane" per ricordarlo - si subordinino alla celebrazione della destra, la dice lunga su quanto il progetto egemonico berlusconiano abbia avuto successo.
Guardate le dichiarazioni di Schlein, Conte, Fratoianni, guardate il PD che rimanda la sua riunione di Direzione: sono tutti dalla stessa parte, tutti d'accordo, tutti senza memoria. Una melassa buonista e ributtante, che parla di rispetto verso chi ha letteralmente determinato la morte di migliaia di persone nelle fabbriche, in mare, negli ospedali smantellati e regalati ai privati, l'emigrazione dal nostro paese di migliaia di giovani.
Noi non dimentichiamo la Bossi-Fini o la riforma Gelmini, non dimentichiamo i parlamentari comprati, gli accordi con la mafia, le parole verso Eluana Englaro "che poteva restare incinta", lo spregio del genere femminile, i legami con i cattolici più oscurantisti, l'uso della cosa pubblica come affare privato, la guerra in Iraq del 2003...
L'unico vero problema per noi è che Berlusconi e i suoi Governi hanno lasciato danni indelebili nel paese. Quello che Berlusconi ha avviato è ancora davanti a noi, è ancora al governo.
Ma certo non proviamo tristezza. Perché nulla ci unisce, nemmeno il cordoglio, come loro non lo hanno avuto per Carlo Giuliani, Stefano Cucchi, e tutti i "nostri" morti.
Siamo due mondi diversi. Teniamolo bene in testa.
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gregor-samsung · 2 years ago
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“ Il metodo Falcone
«Nemico numero uno della mafia», l'etichetta gli resterà attaccata per sempre. Circondato da un alone leggendario di combattente senza macchia e senza paura, il giudice Giovanni Falcone, cinquantadue anni, ne ha trascorsi undici nell'ufficio bunker del Palazzo di Giustizia di Palermo a far la guerra a Cosa Nostra. Queste pagine ne costituiscono la testimonianza. Non si tratta né di un testamento né di un tentativo di tenere la lezione e ancor meno di atteggiarsi a eroe. «Non sono Robin Hood,» commenta in tono scherzoso «né un kamikaze e tantomeno un trappista. Sono semplicemente un servitore dello Stato in terra infidelium». Si tratta dunque piuttosto di un momento di riflessione, del tentativo di fare un bilancio nell'intervallo tra vecchi e nuovi incarichi: il 13 marzo 1991 il giudice Giovanni Falcone è stato nominato direttore degli Affari penali del ministero di Grazia e Giustizia a Roma.
Lontano da Palermo.
La partenza dal capoluogo siciliano, il distacco da una vita che si alternava tra auto blindate, dall'atmosfera soffocante del Palazzo di Giustizia, dalle lunghe notti a leggere e rileggere le deposizioni dei pentiti dietro le pesanti tende di una stanza superprotetta, dai tragitti tortuosi con la scorta delle auto della polizia a sirene spiegate sono forse stati una specie di sollievo. Ma Falcone non si fa illusioni, non dimentica il mancato attentato del 21 giugno 1989. cinquanta candelotti di tritolo nascosti tra gli scogli a venti metri dalla casa dove trascorre le vacanze: «È vero, non mi hanno ancora fatto fuori… ma il mio conto con Cosa Nostra resta aperto. Lo salderò solo con la mia morte, naturale o meno». Tommaso Buscetta, il superpentito della mafia, lo aveva messo in guardia fin dall'inizio delle sue confessioni: «Prima cercheranno di uccidere me, ma poi verrà il suo turno. Fino a quando ci riusciranno!».
Roma è soltanto in apparenza una sede più tranquilla di Palermo; ormai da tempo i grandi boss mafiosi l'hanno eletta a loro domicilio. La feroce «famiglia» palermitana di Santa Maria di Gesù vi ha installato antenne potenti. Senza contare la rete creata dal cosiddetto «cassiere» Pippo Calò, con il suo contorno di mafiosi, gangster e uomini politici. Le ragioni per le quali Falcone ha scelto Roma come nuova sede di lavoro sono diverse: nella capitale di Cosa Nostra non poteva più disporre dei mezzi necessari alle sue inchieste e il frazionamento delle istruttorie aveva paralizzato i giudici del pool anti-mafia. Era diventato il simbolo o l'alibi di una battaglia disorganizzata. Conscio di non essere più in grado di inventare nuove strategie, l'uomo del maxiprocesso, che aveva trascinato in tribunale i grandi capimafia, non poteva rassegnarsi a rimanere inerte. Ha scelto di andarsene. Le informazioni da lui raccolte possono essere utilizzate con profitto anche lontano da Palermo. Certo, non dovrà più svolgere personalmente le indagini, dovrà invece creare condizioni tali per cui le indagini future possano essere portate a termine più rapidamente e in modo più incisivo, dando vita a stabili strutture di coordinamento tra i diversi magistrati. Il clima nel capoluogo siciliano è cambiato: è spenta l'euforia degli anni 1984-87, finita la fioritura dei pentiti, lontano il tempo del pool antimafia, dei processi contro la Cupola istruiti magistralmente. In questa città impenetrabile e misteriosa, dove il bene e il male si esprimono in modo ugualmente eccessivo, si respira un senso di stanchezza, il desiderio di ritornare alla normalità. Mafiosi regolarmente condannati sono tornati in libertà per questioni procedurali, alcune facce fin troppo note ricompaiono nei ristoranti più alla moda. Le forze dell'ordine non hanno più lo smalto di un tempo. I pool di magistrati sono ormai svuotati di potere, il fronte ha smobilitato. Cosa Nostra dal canto suo ha rinunciato all'apparente immobilità. La pax mafiosa seguita alle pesanti condanne del maxiprocesso, da un lato, e al dominio dittatoriale dei «Corleonesi» sull'organizzazione, dall'altro, non è più salda come prima. Si moltiplicano i segnali di un progetto di rivincita delle «famiglie» palermitane per riconquistare l'egemonia perduta nel 1982 a favore della «famiglia» di Corleone, i cui capi, latitanti, si chiamano Salvatore Riina, Bernardo Provenzano e Luciano Leggio, quest'ultimo in carcere. La mafia sta attraversando una fase critica: deve riacquistare credibilità interna e rifarsi una immagine di facciata, in quanto entrambe gravemente compromesse. «Abbiamo poco tempo per sfruttare le conoscenze acquisite,» ripete instancabilmente Falcone «poco tempo per riprendere il lavoro di gruppo e riaffermare la nostra professionalità. Dopodiché, tutto sarà dimenticato, di nuovo scenderà la nebbia. Perché le informazioni invecchiano e i metodi di lotta devono essere continuamente aggiornati.». “
Giovanni Falcone in collaborazione con Marcelle Padovani, Cose Di Cosa Nostra, Collana Saggi italiani, Milano, Rizzoli. Prima edizione: 13 novembre 1991.
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