#letteratura noir
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pier-carlo-universe · 29 days ago
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Sotto le ninfee, l’orrore: Presentazione del romanzo noir di Ferruccio Bianchi
Venerdì 24 gennaio 2025, alle ore 17.00, presso la Biblioteca comunale "Roberto Allegri" di Serravalle Scrivia, si terrà la presentazione del romanzo noir "Sotto le ninfee, l’orrore" di Ferruccio Bianchi.
Venerdì 24 gennaio 2025, alle ore 17.00, presso la Biblioteca comunale “Roberto Allegri” di Serravalle Scrivia, si terrà la presentazione del romanzo noir “Sotto le ninfee, l’orrore” di Ferruccio Bianchi. L’evento, organizzato dall’Assessorato alla Cultura, rappresenta un’opportunità per gli amanti del genere noir di incontrare l’autore e scoprire una nuova avvincente avventura del protagonista…
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illettoredifantasia · 2 years ago
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rivista di narrativa gratuita
il Lettore di Fantasia si basa su pochi semplici concetti, uno fondamentale è che la narrativa deve correre libera!
ecco perché la nostra rivista ha una versione gratuita, che tutti possono ricevere direttamente nella propria mail una volta al mese!
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giulianafacchini · 2 years ago
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Bar Einstein, come nascono le mie storie
Come nascono le mie storie? Ero in una cittadina tedesca, nel nord della Germania; ero stanca e coloro che erano in vacanza con me non si staccavano dalle vetrine di un grosso negozio di apparecchi fotografici. Vidi un bar al di là della strada, la scritta gialla recitava Bar Einstein e io mi avviai verso la porta, anche quella gialla. Gli altri mi avrebbero raggiunto più tardi. Entrai e mi…
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scritti-di-aliantis · 9 hours ago
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(Foto: theminimalisto)
T'ho fatto scoprire il piacere della lettura. Ti si sono aperte praterie piene di storie. Ambientate nelle epoche più disparate: racconti di fantasia nel passato, nel futuro o magari narrativa contemporanea. Hai preso gusto, a immergerti nelle trame più belle. Classici, noir, fantascienza, saggistica... Da un po' hai pure scoperto la letteratura erotica e i racconti porno!
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(Gif: eesetentaynueve)
Ti ci sei buttata a capofitto e ogni volta che siamo finalmente in casa da soli, non vedi l'ora di stuzzicarmi. Mi racconti delle gesta della tua eroina preferita, di come riesce a farsi amare dal malcapitato di turno. Delle sue sottili tattiche di conquista. Quindi mi descrivi in dettaglio, guardandomi negli occhi, ciò che piacerebbe fare anche a te! Non vado oltre tre minuti di ascolto educato: ti spoglio e ti scopo.
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(Gif: epicallyepicepilogue)
Finito, vado a farmi una doccia. Tu riprendi da dove avevi lasciato. Però il problema è che dopo l'amore, leggi stando a letto nuda. Torno in camera. E a vederti così, a sentire il tuo odore, io divento letteralmente pazzo: non ragiono più e ti devo avere. Mi ti avvicino nuovamente, con discrezione e poi finisce sempre... come deve finire! Dio, se sono cotto di te! Non finiamo mai di far l'amore, io e te...
Aliantis
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(Gif: theeroticlover)
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bibliotecasanvalentino · 3 months ago
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Ed eccoci di nuovo qui con la rubrica a cadenza mensile e precisamente l'ultimo giorno di ogni mese, curata dalla nostra utente e amica @valentina_lettrice_compulsiva
Questa rubrica nasce anche e soprattutto da una riflessione che ci accompagna da un po' di tempo: per una "piccola" biblioteca di un piccolo paese non è sempre facile stare al passo con le richieste, i suggerimenti, le necessità degli utenti e non. Per questo motivo, con l'aiuto di Valentina scopriremo nuovi autori e nuove letture, consigli e spunti di riflessione, insieme a curiosità e notizie sui nostri cari libri. E allora, diamo il benvenuto a questo nuovo spazio culturale dove si viaggerà alla scoperta delle case editrici indipendenti: ʟᴇᴛᴛᴜʀᴇɪɴᴅɪᴇ.
La casa editrice di questo mese è: @pelledocaeditore
Buona lettura a tutti!
GHOST STORIES – M. R. JAMES
È la notte di Halloween, quale modo migliore di trascorrerla se non leggendo le storie di fantasmi dello scrittore e medievalista britannico Montague Rhodes James?
La casa editrice Pelledoca, specializzata in narrativa per ragazzi, ha pubblicato un graphic novel che raccoglie i cinque racconti più famosi dell’autore, nell’adattamento di Leah Moore e John Reppion, in cui vengono trattati: il tema della vendetta, del ritorno dal regno dei morti, della curiosità che spinge l’uomo a superare limiti invalicabili.
I protagonisti di queste storie sono studiosi impegnati in misteriose e insidiose ricerche in archivi polverosi o in dimore infestate, che si trovano ad affrontare esperienze al di là dell’umana comprensione.
"LA MEZZATINTA", in assoluto il mio racconto preferito di James, racconta di un dipinto che, notte dopo notte, prende vita per ricordare in eterno la terribile vendetta di un nobile decaduto.
"IL FRASSINO", invece, narra la storia di un albero che nasconde un terribile segreto, legato alla morte di una donna giustiziata per stregoneria
"LA NUMERO 13" racconta di una stanza d’albergo che appare e scompare.
"IL CONTE MAGNUS" è ambientato in un mausoleo misterioso nel quale sarebbe meglio non entrare.
“FISCHIA E IO VERRÒ DA TE” narra di un fischietto capace di evocare mostri e demoni.
Le splendide illustrazioni di Fouad Mezher, Alisdair Wood, George Kambadais, Abigail Larson e Al Davison costituiscono il valore aggiunto del volume.
COSA MI È PIACIUTO
Adoro la letteratura gotica e, in particolare, le storie di fantasmi. Quelle di M. R. James mi hanno sempre affascinata per le ambientazioni cupe e le vicende oscure che le caratterizzano.
COSA NON MI È PIACIUTO
Purtroppo l’età avanza e ho avuto un po’ di difficoltà a leggere le vignette di alcune tavole.
   
L’AUTORE
M. R. James (1862-1936) è stato uno scrittore e studioso medievale, ricordato soprattutto per le sue storie di fantasmi che sono considerate tra le migliori del genere. I racconti di M. R. James continuano ad influenzare molti dei grandi scrittori di oggi, tra cui Stephen King  (che discute di James nel libro di saggistica del Danse Macabre, 1981) e Ramsey Campbell.
LA CASA EDITRICE
I libri di Pelledoca editore vogliono raccontare storie belle, forti e particolari. Storie da brivido, capaci di tenere il lettore con il fiato sospeso e gli occhi incollati alla pagina. La casa editrice ha fatto una scelta precisa, decidendo di occuparsi solo di thriller, noir e mistero. Chi scrive per Pelledoca accompagna i lettori, soprattutto i più giovani, in un mondo narrativo di intrighi in cui si muovono personaggi equivoci, vittime e carnefici, ma anche astuti eroi.
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La sovraccoperta, infatti, sta al libro come l’indumento all’uomo, e non è un caso che in inglese la si chiami jacket. È una giacca tagliata su misura per il libro, che può essere sobria o sgargiante, elegante o pacchiana.
Esiste, anche in questo settore della moda, un codice non scritto che il giornalista americano Paul Collins ha provato a esplicitare: «Se una copertina ha il titolo in rilievo, metallizzato, o entrambe le cose, allora è come se dicesse al lettore: Salve, sono un romanzo rosa, o un noir, o l’autobiografia di un’attrice. Ai lettori che non amano questi generi, il titolo dice: Salve. Sono robaccia». Poi bisogna considerare la palette cromatica: «I colori vivaci e brillanti sono obbligatori per i suddetti libri con i titoli in rilievo»; d’altro canto, «un’opera di Letteratura Seria avrà colori smorzati, simili a macchie di tè».
Cit. "Il lettore sul lettino. Tic, manie e stravaganze di chi ama i libri"
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carmenvicinanza · 14 days ago
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Barbara Valmorin
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Barbara Valmorin è stata una talentuosa attrice italiana.
Leonessa della scena e donna di grande cultura, ha ispirato diversi testi teatrali e lavorato con grandi artiste e artisti, è stata diretta dai più importanti registi del Novecento, soprattutto a teatro, ma anche al cinema e alla televisione.
Nata a Bari col nome di Agata Bibolotti, il 30 gennaio 1939, da padre toscano e madre ligure, dopo il liceo ha frequentato il Cours d’art dramatique René Simon a Parigi, città in cui ha debuttato con Luchino Visconti, che le aveva dato il suo nome d’arte, in Dommage qu’elle soit une putain.
Rientrata in Italia, a teatro ha lavorato con Eduardo De Filippo e Antonio Calenda. Il suo esordio sul grande schermo è stato nel 1964, nel film Senza sole né luna di Luciano Ricci.
Importante per la sua carriera è stato l’incontro con Luca Ronconi che l’ha diretta in diversi fortunati spettacoli tra cui Orlando furioso, La tragedia del Vendicatore, Orestea, Peccato fosse puttana che le è valso il Premio Ubu, il più grande riconoscimento teatrale italiano.
Tra le socie fondatrici della Cooperativa Tuscolano, nel 1981, per lei Annibale Ruccello ha scritto Weekend, un’opera noir che ripercorre il malessere quotidiano di una professoressa di liceo napoletana trapiantata a Roma. Lo spettacolo, andato in scena per la prima volta nel 1983 al Teatro dell’Orologio di Roma, ha avuto diverse riprese nel corso degli anni.
Ha lavorato con registi come Giancarlo Cobelli, Giorgio Marini, Masssimo Castri, Cesare Lievi, Mario Martone, Franco Branciaroli, Ugo Gregoretti, Gabriele Lavia, Renato Carpentieri, Nekrošius e molti altri.
Per Barbara Valmorin, entrare nelle viscere del testo, ‘scarificarlo’ per riuscire a trasmettere emozioni, era del tutto naturale. Il suo spirito critico, il suo rigore, il suo amore per la cultura ‘salvifica’, la conducevano non solo a spaziare dalla letteratura, in particolare tedesca e mitteleuropea, all’arte e alla musica, amava scandagliare nuovi territori e linguaggi della drammaturgia. Amava le nuove generazioni e non disdegnava di mettersi in gioco con artisti agli albori.
Un altro momento importante nella sua carriera è stato Vecchie, scritto e diretto da Daniele Segre e presentato alla Mostra del Cinema di Venezia del 2002 e all’Annecy Cinéma Italien, che le è valso il premio per la migliore interpretazione femminile.
Diretta dal regista Werner Waas, nel 2007 è stata Renata nell’omonima pièce scritta da Paolo Musio che si è a lei ispirato per la drammaturgia. La pièce evidenzia lo scontro tra la sua generazione e i giovani, troppo rassegnati e passivi dinanzi alla deriva della politica e al dilagare dell’ignoranza.
Donna dura, caustica, esigente ma anche tanto generosa, si è consacrata all’arte e alla politica, della quale tutto il suo quotidiano era intriso. Da vera militante, ha partecipato all’autogestione del Teatro Valle, credendo nell’urgenza di risolvere i problemi del teatro italiano.
È stata sincera, coraggiosa, non ha mai fatto sconti e ha pagato spesso con la solitudine il suo atteggiamento intransigente.
Quasi tutti gli spettacoli che ha scelto di fare negli ultimi dieci anni della sua carriera, s’interrogano su temi cruciali del contemporaneo quali il ruolo della donna, del successo, l’eutanasia, l’incomunicabilità, il significato dell’esistenza.
L’ultimo testo che ha interpretato, nel 2015, I taccuini di Mosella Fitch, è il racconto di una donna fuori dagli schemi e istintivamente avversa all’ipocrisia che ha consegnato l’essenziale del suo stare al mondo ai suoi taccuini.
Ha recitato con furore, disperazione e al tempo stesso una lucidità intellettuale che scaturiva da ogni piega del suo esprimersi in scena, dalle parole, dagli sguardi, dai gesti.
Chi ha avuto la fortuna di vedere in scena questa grande attrice si è data quindi l’esperienza di sentir vibrare due corde in una, e quindi di far tesoro, attraverso di lei, di tutta la dialettica che ha attraversato il grande Novecento teatrale. La dialettica era una parola chiave per capirla, se non eri munito di spirito dialettico era impossibile averci a che fare – ha scritto di lei Mario Martone e ancora: Burbera, severa, capricciosa anche, da diva qual era, ma anche fanciullescamente disposta al gioco e all’incanto, era innanzitutto una donna capace di assumere e portare su di sé le riflessioni più estreme.
Con le sue immancabili sigarette e il suo bicchiere di vino rosso ha animato serate fino a tarda notte e intessuto relazioni intergenerazionali, amata dalla critica, ha riempito la scena con verità e un gran gusto dello spettacolo.
Non si è mai risparmiata nel lavoro e nel professare le sue idee, si è sempre messa in gioco, esponendosi nuda e cruda, fino all’ultimo istante.
Si è spenta a Roma il 15 luglio 2019.
Non le sono stati dedicati premi o spazi teatrali e non viene abbastanza ricordata perché il teatro si perde nella memoria di chi lo ha vissuto e forse perché, come molte attrici della sua generazione ha trascurato le relazioni per consacrarsi totalmente all’arte, di cui si è nutrita per tutta la sua vita.
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mariotolvo62 · 10 months ago
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Le Conseguenze Dell'Amore il film di Paolo Sorrentino (2004) ancora vivi...
Si chiama Titta Di Girolamo e da lungo tempo abita in un albergo svizzero. senza un perchÉ apparente consuma la propria esistenza tra una camera e il bar, tra il ristorante e il salotto dove si gioca a carte. Regolarmente riceve una valigia, e intorno a quella valigia si condensano tutti i misteri, mostruosi e inquietanti, che lo riguardano. Un giorno Titta Di Girolamo rivolge la parola a una fanciulla, Sofia, e da quel momento il precario equilibrio del suo mondo oscuro va in frantumi. «L’abitudine alla vita non è un buon motivo per vivere», diceva Jean-Claude Izzo. Al di là dei risvolti noir del film, dell’esigenza di un colpo di scena esplicativo che forse non è poi così importante, Le conseguenze dell’amore lavora su questo. Sull’abitudine, il vuoto, la mancanza di senso dei gesti e dei pensieri di un individuo alla deriva. Calato in una dimensione squisitamente metafisica, allora, quello di Sorrentino diventa un grande film. Non importa, cioè, che “dietro” ci sia una storia di mafia, e che la fine di Titta rimandi simbolicamente alla sua ormai appurata “imbalsamazione” (pietrificato di fronte a tutto, alla vita come alla morte). In fondo il senso del film è già nel suo essere così sospeso, “svuotato”, liquido. Non a caso, Sorrentino attraverso i vetri e il direttore della fotografia Luca Bigazzi attraverso i filtri, ci fanno assistere alla tragedia del protagonista come fosse in un acquario. E con curiosa simmetria, rispetto al suo precedente film L’uomo in più, nel quale un destino si raddoppiava, il regista (anche sceneggiatore) questa volta dimezza, sminuzza, finché Titta non diventa l’uomo in meno, l’elemento mancante. Lo scandalo filosofico, quindi, è il momento in cui si sospetta che potrebbe mancare a qualcuno (a Sofia?). Allora sì che l’universo crolla, e quell’uomo che prima non c’era, finalmente c’è. Toni Servillo, un Titta straordinario, riempie la scena ma non la ingombra mai, proprio perché sopra, sotto, dentro e intorno a lui pulsa il vuoto liquido dell’acquario. Ma sono da brivido anche i due personaggi secondari, Angela Goodwin e Raffele Pisu, che si trascinano dietro un senso di decadenza e di “orgogliosa” solitudine che appartiene da sempre agli uomini e alle donne della letteratura lacustre, da Piero Chiara in giù. 
 Recensione tratta da FilmTv.it
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letteratitudine · 1 year ago
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33° NOIR IN FESTIVAL - il manifesto di MANUELE FIOR e l'invito alla CONFERENZA STAMPA - martedì 21 novembre, ore 10 - Palazzo Marino, MILANO
Fuggevole Milano
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Manuele Fior tinge di notte il manifesto del 33° Noir in Festival
Il Noir in Festival torna a Milano dal 1 al 7 dicembre 2023 con un programma poliedrico che attraversa secoli e generi, autori e visioni, finendo per specchiarsi nel cinema e nella letteratura contemporanei. Un’inquietudine di fondo risuona tra le pieghe della 33a edizione del festival, che trova il suo ideale baricentro a metà strada tra l’agitazione di un autore milanese doc come Andrea G. Pinketts, storico frequentatore del Noir scomparso esattamente cinque anni fa, e il manifesto malinconico e allo stesso tempo proiettato verso il futuro firmato da un maestro del fumetto nostrano, Manuele Fior.
Tra i più apprezzati artisti di graphic novel e illustratori, recentemente uscito in libreria con le graphic novel Celestia (Oblomov edizioni, 2019-2020) e Hypericon (Coconino Press, 2022), Fior ha all’attivo collaborazioni con i più importanti nomi dell’editoria italiana e internazionale: Coconino Press, Oblomov, La Repubblica, La Stampa, Internazionale, Einaudi, Feltrinelli, Mondadori, La nave di Teseo, Dargaud, Futuropolis, L’école des loisirs, Gallimard, Le Monde, The New Yorker, Dark Horse, etc. Negli anni la sua opera è stata premiata con alcuni tra i massimi riconoscimenti del settore: il Fauve d’or al festival di Angoulême, il Micheluzzi Award del Napoli Comicon, il Gran Guinigi e il Yellow Kid di Lucca Comics & Games e l’Inkpot award al San Diego Comic-Con. Il Noir in Festival l’ha scelto per firmare l’immagine della 33° edizione, unendosi alla galleria di artisti eccellenti che ha visto sfilare, dal 1991 ad oggi, nomi come Paolo Bacilieri, Gigi Cavenago, Lorenzo De Felici, Mario Alberti, Hugo Pratt, Lorenzo Mattotti, Bill Plympton, Charles Schultz, Mojmir Jezek e molti altri.
Una collaborazione, quella tra Manuele Fior e il Noir in Festival, che ha il sapore della predestinazione. Sue, infatti, sono le recenti copertine dei romanzi editi da La Nave di Teseo di Giorgio Scerbanenco, autore al quale il festival intesta dal 1997 il premio per la miglior opera di narrativa italiana dell’anno di genere noir. Il segno magico e onirico di Fior, sospeso tra il blu notte di Eyes Wide Shut e le fascinazioni cyberpunk di Ghost in the Shell, ci trasporta nello scenario misterioso di una Piazza Duomo insolita e immersa nel silenzio, dove si aggira una figura enigmatica: un detective ? Un assassino? O il riflesso delle angosce di cui è portatore sano l’uomo contemporaneo?
“L’essenza del genere noir”, dichiarano i direttori Giorgio Gosetti e Marina Fabbri, “è quella di rimescolare le carte in tavola, rifuggire lo status quo, evadere dalle consuetudini. E quale modo migliore di rappresentare la sua anima più moderna se non giocare sul contrasto che Manuele Fior, potentemente, rappresenta nell’immagine di quest’anno: la Milano del Duomo, quella da cartolina che tutti conosciamo, si scontra con la Milano del futuro, un groviglio di grattacieli luminescenti che rappresenta la finanza, il virtuale, le intelligenze artificiali. Da questo attrito tra vecchio e nuovo nascono non rovine ma dubbio, curiosità, dibattito e conoscenza. Questo è esattamente lo spirito che anima l’edizione 2023 e ringraziamo Manuele per averlo affrescato in modo così preciso e appassionato.”
Manuele Fior è uno dei più noti e apprezzati fumettisti e illustratori contemporanei. Con le sue graphic novel, tradotte in più di 10 lingue, si è aggiudicato i più importanti premi internazionali e prestigiose mostre. Quotidiani, riviste e case editrici gli commissionano regolarmente illustrazioni di articoli e copertine, in Italia e all'estero. Le sue indimenticabili gouache e la crescente notorietà gli hanno portato lavori come manifesti per il cinema e importanti manifestazioni culturali, uniform edition per le opere di Pavese, Scerbanenco, Ballard e Louise Penny.
Il Noir in Festival è diretto da: Giorgio Gosetti, Marina Fabbri e Gianni Canova (Delegato IULM). Una realizzazione: Studio Coop. Con il patrocinio di: Comune di Milano. Promosso da: DGCA - MiC. In collaborazione e con il sostegno di: IULM.
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personal-reporter · 1 year ago
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Barbara Perna vince Il Premio Nebbia Gialla 2023 a Suzzara
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Ieri pomeriggio presso il Cinema Politeama di Suzzara, una giuria di cinquanta lettori ha assegnato, con la presenza del Direttore del festival NebbiaGialla Paolo Roversi, il Premio NebbiaGialla 2023 per la letteratura noir e poliziesca a Barbara Perna con Annabella Abbondante. L’essenziale è invisibile agli occhi (Giunti). Al vincitore è stata assegnata l’opera realizzata dall’artista Giulia Bozzetti e Annabella Abbondante. L’essenziale è invisibile agli occhi si è aggiudicato il premio con un totale di 20 voti. La classifica completa ha visto Carlo Lucarelli – Bell’Abissina (Mondadori) 7 voti, Chiara Montani – La ritrattista (Garzanti) 18 voti, Danilo Pennone – Il delitto di Ferragosto (Newton Compton) 5 voti e  Barbara Perna – Annabella Abbondante. L’essenziale è invisibile agli occhi (Giunti) 20 voti Nato da un’idea dello scrittore e giornalista Paolo Roversi, con il contributo del Comune di Suzzara e di Piazzalunga Cultura, il Premio è giunto quest’anno alla sua quattordicesima edizione: nell’albo d’oro dei vincitori figurano, tra gli altri, autori come Maurizio De Giovanni, Claudio Paglieri, Giovanni Negri, Massimo Polidoro, Giuliano Pasini, Gianni Farinetti, Barbara Baraldi, Fausto Vitaliano e Fabrizio Roncone, vincitore della scorsa edizione. Durante la cerimonia di premiazione è stato inoltre assegnato il Premio NebbiaGialla per racconti inediti, realizzato in collaborazione con il Giallo Mondadori, a Michele Renzullocon L’uomo che puliva la panchina. Si aggiudica invece il Premio NebbiaGialla per romanzi inediti, realizzato in collaborazione con la casa editrice Laurana – Calibro 9, Alessandro di Domizio con Il giorno dei limoni neri. I vincitori saranno pubblicati da Giallo Mondadori e Laurana – Calibro 9 entro febbraio 2024. Read the full article
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pier-carlo-universe · 1 month ago
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Sconosciuti in treno: il romanzo che ha ispirato Hitchcock.
Un intreccio di destino e follia: Patricia Highsmith al suo debutto letterario
Un intreccio di destino e follia: Patricia Highsmith al suo debutto letterario Il capolavoro di debutto di Patricia Highsmith, Sconosciuti in treno, rappresenta una pietra miliare nel genere del thriller psicologico. Pubblicato per la prima volta nel 1950 e recentemente riedito da La nave di Teseo, questo romanzo si contraddistingue per la capacità dell’autrice di intrecciare magistralmente una…
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seanvondrake · 2 years ago
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ragazzi se vi piace leggere questa è una bomba, una volta al mese vi arriva la newsletter con un racconto completo e una marea di suggerimenti di lettura :D
è GRATIS!
rivista di narrativa gratuita
il Lettore di Fantasia si basa su pochi semplici concetti, uno fondamentale è che la narrativa deve correre libera!
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marcogiovenale · 2 years ago
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"il cappello del prete", di emilio de marchi: presentazione a roma il 22 aprile
Sabato 22 aprile ore 18:00 Mercato Trieste via Chiana, 109-115 – Roma Presentazione della nuova edizione del libro di Emilio De Marchi Il cappello del prete «il primo ‘giallo’ (o forse ‘noir’) della letteratura italiana» Illustrato da Sandra Antonelli con 26 tavole in b/n fuori testo. Prefazione di Francesco Crisafulli. Progetto editoriale di Fabrizio M.…
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contedivaldoca · 2 years ago
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La gente crede a quel che vuole credere; ma questo non significa che sia la verità
“Scrublands noir”, C.Hammer
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incipit-adribrando · 3 years ago
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Incipit 34/100
Incipit 34/100
“Mi buttarono fuori dal camion verso mezzogiorno. C'ero saltato sopra la notte, giù al confine, e appena steso sotto il telone, nel fieno, mi ero addormentato. Sonno ne avevo un bel po', dopo tre settimane a Tijuana, e dormivo ancora ancora quando si fermarono a uno slargo per far freddare il motore. Videro spuntare un piede e mi tirarono giù. Provai a cavarmela con qualche frottola, ma come parlare al muro; sicché fine della corsa. Però mi diedero una sigaretta, e mi incamminai sulla strada in cerca di qualcosa da mangiare.”(Il postino suona sempre due volte, di James M. Cain – trad. Franco Salvatorelli)
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liviaserpieri · 6 years ago
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Può spiegare il significato del “punto di sella”, che lei usa spesso come momento magico della creatività?
Non amo la parola creatività: non si crea niente, tutto al più si rielabora l’esistente. Penso che sia una truffa dei mass media, per farci credere che possiamo tutti quanti essere poeti, scrittori, artisti senza studiare, da perfetti ignoranti. Quanto al “punto di sella”, ecco: amo moltissimo una quartina di Omar Khayyâm, l’ho imparata anche in originale, in farsi, e l’ho tradotta con l’aiuto di due donne iraniane, una regista e un’artista. Dice: “Se sono sobrio ogni gioia è proibita, / ubriacato, la coscienza è svanita; / ma c’è un punto tra ebbrezza e sobrietà: / lui mi possiede, lui solo è la vita”. Quando l’ho recitata a un professore di fisica, ha detto: “Ma è il punto di sella!”. E mi ha spiegato che il “punto di sella” è quel punto in cui due sistemi contrapposti stanno in equilibrio. È così: si sta bene, ci si sente vivi quando c’è equilibrio tra razionalità e sentimento o, per dirla con il più grande teorico della psicoanalisi dopo Freud, Ignacio Matte Blanco, tra logica asimmetrica e logica simmetrica, cioè tra le due logiche che governano la mente. E che cos’è l’arte, la poesia, se non questo punto di equilibrio? Si può dire allora che la poesia è “pensiero emozionato” o “emozione pensante”. Molti l’avevano intuito. Una della definizioni più belle è quella di Tommaso Ceva, del ‘700: “la poesia è un sogno che si fa in presenza della ragione”. E poi c’è quell’altra bellissima di Francis Bacon – Francesco Bacone – tra fine ‘500 e inizio ‘600: “la poesia è la facoltà di fare matrimoni e divorzi illegali fra le cose”. Ma anche Leopardi parlava di ‘animo in entusiasmo'…
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