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Incipit 100/100
Incipit 100/100
Secondo la leggenda di famiglia, il nonno di Ferguson partì a piedi da Minsk, sua città natale, con cento rubli cuciti nella fodera della giacca, viaggiò a ovest fino ad Amburgo passando per Varsavia e Berlino, comprò il biglietto per una nave chiamata Empress of China che attraversò l’Atlantico in mezzo a violente tempeste invernali ed entrò nel porto di New York il primo giorno del ventesimo secolo. Mentre aspettava di essere interrogato da un funzionario dell’immigrazione a Ellis Island, il nonno di Ferguson attaccò discorso con un altro ebreo russo. Quello gli disse: Scordati il nome Reznikoff. Qui non te ne fai niente. Per la tua nuova vita in America ti serve un nome americano, uno che suona bene in americano. Poiché nel 1900 l’inglese era ancora una lingua straniera per lui, Isaac Reznikoff chiese suggerimento al più esperto e maturo compatriota. Di’ che ti chiami Rockefeller, fece quello. Cosí vai sul sicuro. Passò un’ora, poi un’altra ora, e quando si accomodò per rispondere alle domande del funzionario, il diciannovenne Reznikoff aveva già dimenticato il nome che gli era stato suggerito da quell’uomo. Nome?, chiese il funzionario. Battendosi la fronte indispettito, lo stanco immigrato se ne uscí in yiddish, Ikh hob fargessen (Non me lo ricordo piú)! E fu cosí che Isaac Reznikoff cominciò la sua nuova vita in America come Ichabod Ferguson.
(4 3 2 1, di Paul Auster - Trad. Cristiana Mennella)
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Molto è stato scritto sull'amore che diventa odio, sul cuore che si raffredda quando muore l'amore. E' un processo impressionante. Molto più terribile di qualsiasi cosa abbia mai letto sull'argomento, più terribile di qualsiasi cosa sarò mai in grado di dire.
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- Stefano Tofani, Fiori a rovescio (Nutrimenti) - Incipit
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Il mistero dei sei tiramisù … Incipit
I Caterina stava scendendo dal treno imprecando sottovoce per i predellini alti che le vetture continuavano ad avere e per la difficoltà di trascinarsi dietro una valigia e una borsa ingombranti. Un paio di settimane prima aveva deciso di partire e di andare al mare con la scusa che doveva incontrare un’amica che non vedeva da un po’. Le ultime regole, emesse dal governo, permettevano di…
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La Maleuforia di Deborah D'Addetta, sentimento dell'incompleto e dell'inappagato
da redazione La maleuforia è un sentimento che sublima l’incompleto, l’inappagato, il non consumato. Trova il suo compimento scoprendo la felicità nell’inquietudine. È disposizione innata dell’animo, desiderata e dolente, uno di quegli attimi che. Per Raffaele De Palma, adolescente cresciuto a Napoli tra gli anni Ottanta e Novanta, è ciò che permette di riconoscere i dissidi interiori, i momenti…
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La bella estate
A quei tempi era sempre festa. Bastava uscire di casa e traversare la strada, per diventare come matte, e tutto era così bello, specialmente di notte, che tornando stanche morte speravano ancora che qualcosa succedesse, che scoppiasse un incendio, che in casa nascesse un bambino, e magari venisse giorno all’improvviso e tutta la gente uscisse in strada e si potesse continuare a camminare…
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Comunque non voglio sembrare una merda invidiosa o cose del genere ma secondo me una buona metà dei fumetti che vengono pubblicati sono letteralmente tutti uguali, hanno tutti lo stesso stile, bao e tunué sono un perfetto esempio; ogni due libri interessanti ce ne sono 5 con un disegno cartoon, puccioso, colorato in digitale super accesso sgargiante con personaggetti adorabiletti con storie di ragazzini che affrontano le insicurezze delle vita ☺️☺️☺️ porcodio che maroni o sono io che magari non so le potenzialità e sono storie con i controcazzi, oppure è solo perché il pubblico non ha i denti per masticare niente di diverso dal simil new Disney style, vedo delle illustrazioni e degli incipit che sono banali a dir poco, tutti con lo stesso characterdesign e anche porcodio, un sacco di errori di anatomia e di eccessiva sintesi per un disegno che rimane figurativo, io penso che il mercato solo li stia andando, non avrebbe senso l’immenso numero di albi di questo tipo altrimenti, fa un po’ tristezza
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DEMIAN
(incipit)
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Per raccontare la mia storia devo incominciare dal lontano inizio. Se mi fosse possibile, dovrei risalire molto più addietro, fino ai primissimi anni della mia infanzia, e più oltre ancora nelle lontananze della mia origine.
Quando scrivono romanzi, gli scrittori fanno come fossero Dio e potessero abbracciare con lo sguardo e comprendere la storia di un uomo e riprodurla quasi Dio la narrasse a se stesso, sempre essenziale e senza veli. Io non ne sono capace, come non ne sono capaci gli scrittori. La mia storia però ha per me più importanza di quanto non ne abbia per altri scrittori la loro; è infatti la mia vita, è la storia di un uomo non inventato e possibile, non ideale o in qualche modo non esistente, ma di un uomo vero, unico, vivente.
Certo, che cosa sia un uomo realmente vivo si sa oggi meno che mai, e perciò si ammazzano gli uomini in grandi quantità, mentre ognuno di essi è un tentativo prezioso e unico della natura.
Se non fossimo qualcosa in più di uomini unici, se si potesse veramente togliere di mezzo ognuno di noi con una pallottola, non ci sarebbe ragione di raccontare storie.
Ogni uomo però non è soltanto lui stesso; è anche il punto unico, particolarissimo, in ogni caso importante, curioso, dove i fenomeni del mondo s’incrociano una volta sola, senza ripetizione.
Perciò la storia di ogni uomo è importante, eterna, divina, perciò ogni uomo fintanto che vive in qualche modo e adempie il volere della natura è meraviglioso e degno di attenzione. In ognuno lo spirito ha preso forma, in ognuno soffre il creato, in ognuno si crocifigge un Redentore.
Oggi pochi sanno che cosa sia l’uomo. Molti lo sentono e perciò muoiono con maggior facilità, come io morirò più facilmente quando avrò finito di scrivere questa storia. Non posso dire di essere un sapiente. Fui un cercatore e ancora lo sono, ma non cerco più negli astri e nei libri: incomincio a udire gli insegnamenti che fervono nel mio sangue.
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La mia storia non è amena, non è dolce e armoniosa come le storie inventate, sa di stoltezza e confusione, di follia e sogno, come la vita di tutti gli uomini che non intendono più mentire a se stessi.
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La vita di ogni uomo è una via verso se stesso, il tentativo di una via, l’accenno di un sentiero. Nessun uomo è mai stato interamente lui stesso, eppure ognuno cerca di diventarlo, chi sordamente, chi luminosamente, secondo le possibilità. Ognuno reca con sè, sino alla fine, residui della propria nascita, umori e gusci d’uovo d’un mondo primordiale. Certuni non diventano mai uomini, rimangono rane, lucertole, formiche. Taluno è uomo sopra e pesce sotto, ma ognuno è una rincorsa della natura verso l’uomo.
Tutti noi abbiamo in comune le origini, le madri, tutti veniamo dallo stesso abisso; ma ognuno, tentativo e rincorsa dalle profondità, tende alla propria meta.
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[ Hermann Hesse ]
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...meraviglioso...poliedrico e postmoderno...forse il più affascinante dei libri di Calvino...Un libro infinito composto di una serie di incipit di romanzi messi insieme come perle in un filo da una storia che fa da cornice. Opera magistrale di Calvino che dimostra di trovarsi a suo agio in tutti i generi narrativi e di essere in grado di rapire il lettore con i più disparati modi di usare le parole. Continua fonte di ispirazione e di immaginazione. Il modo di conversare con il lettore, consigliandogli le posizioni da assumere prima di accingersi alla lettura rende l'autore vivo, vicino a te che leggi, come un fuoco che ti scalda, come un nonno che accarezza il nipote...Come in un gioco di specchi, la storia inizia, si incrocia con altre storie, fino a far perdere il lettore, che si trova invischiato esattamente come il protagonista del libro..e il lettore si confonde...è la sua storia? E' la storia del protagonista? Ma il protagonista chi è?...Da leggere per stupirsi... #ravenna #booklovers #instabook #igersravenna #instaravenna #ig_books #consiglidilettura #librerieaperte #poesia #alekospanagulis #italocalvino (presso Libreria ScattiSparsi Ravenna) https://www.instagram.com/p/CqKTAsgodVb/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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Incipit 99/100
Incipit 99/100
“Era l'anno in cui i tedeschi, per vendicarsi con gli italiani di Trapattoni, rifilarono a Roma un papa 'made in Germany'. Un pastore tedesco in cambio dell'Allenatore. Nonostante fosse nervoso, Proteo Laurenti scoppiò a ridere quando sentì alla radio Sua santità con le scarpe di Prada dichiarare che ' la chiesa cattolica non è una minestra riscaldata'. Se non altro, la grammatica era corretta.”
(Danza macabra, di Veit Heinichen – trad. Maria Paola Romeo ed Elena Tonazzo/Grandi & Associati)
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Iniziò a piangere. Lo presi tra le braccia. E, mentre sentivo la sua angoscia entrare dentro di me, come acido del suo sudore, e sentivo che mi sarebbe scoppiato il cuore per lui, mi chiesi anche, con involontario, incredulo disprezzo, perché l'avessi mai creduto forte.
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Nuova Aggiunta alla mia libreria
Ho acquistato su Amazon due mobili colonna per ampliare la mia libreria e sfruttare fino all'ultimo centimetro disponibile nella camera.
Avevo solo 18 cm in larghezza e non avevo mai trovato nulla di così piccolo, poi finalmente è apparso lui:
Iris Ohyama, mobile contenitore, libreria, 3 ripiani modulari
Link: https://amzn.to/3sl8qsF
che è disponibile anche largo solo 14 cm, che è la misura che ho acquistato, ma anche in altre misure: 19cm , 24cm, 29cm o 34 cm
e in due varianti di colore (marrone scuro o chiaro) e di ripiani (2 o 3 ripiani).
Quindi è veramente super personalizzabile per ogni necessità.
Arriva da montare perciò armatevi di un poco di pazienza, ma è molto semplice, ci sono riuscita io, quindi ci possono riuscire tutti. Grazie al cielo esistono gli avvitatori e svitatori elettrici al giorno d'oggi.
Siccome io avevo molto spazio in altezza per sfruttarlo al meglio ho preso due mobiletti e li ho impilati uno sopra l'altro, cosa già prevista volendo quindi c'erano già i fori per unirli. Inoltre sono presenti anche fori già pronti per unirlo lateralmente nel caso a voi serve questo. Insomma sono super soddisfatta dell'acquisto e volevo proprio segnalarvelo, perchè ogni lettore compulsivo è sempre in cerca di nuove librerie. E' un dato di fatto.
Inoltre fa sempre bene sposare i libri e dargli aria perchè magari riscopriremo titoli che finiti in terza o quarta fila non vediamo da anni, a me è successo con un libro da esempio che non ricordavo proprio di avere su quello scaffale:
Kathleen e Michael Gear, dal libro La donna della pioggia.
Link: https://amzn.to/45jnJAT
Trama: Una terribile siccità sconvolge la terra. Solo una bambina dotata di straordinari poteri potrà salvare il suo popolo. Ombra della Notte, temuta sacerdotessa, sa che un crimine orrendo ha incrinato l'equilibrio del mondo ed esiste una sola persona capace di percorrere il sentiero degli spiriti e riportare la pace. È Piccolo Fiore, una bambina che tutti credono figlia di un valoroso guerriero, dotata di straordinari poteri. Ma una terribile minaccia incombe su di lei e sul suo popolo…
INCIPIT: “America del nord, anno 1300
Presenze invisibili si aggiravano per il villaggio di Talon. Ballavano al suono del tamburo sfiorando i danzatori che davano vita alle forze delle stelle, delle nuvole, del lampo. Anche Lungo corno e le Teste di fanfo erano arrivati. E dietro, i fratelli della guerra danzavano accarezzando il cielo con mani invisibili. Erano scesi dalle Montagne scintillanti per unirsi alla Danza del Grano di Primavera e assistere agli avvenimenti di quel giorno decisivo per la storia degli uomini. Ballavano alla melodia dolce del flauto, battendo con piedi spettrali al ritmo che aveva creato il mondo.
Invisibili a tutti, tranne che a una bambina che danzava con la testa rovesciata all'indietro e la voce che si alzava come un battito d'ali nella luce intensa del tramonto.”
Kathleen e Michael Gear, storici e antropologi, si occupano in particolare delle antiche civiltà dei nativi americani. Sono autori di numerosi romanzi di notevole successo in cui rivive il grande fascino della perduta cultura del continente nord americano, in epoche che variano dalla preistoria ai primi secoli di questo millennio.
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The Tales of Beedle the Bard
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Schegge di parole … Incipit
Si muove in bilico recuperando stilemi ed atmosfere della poesia futurista, della poesia visiva, delle avanguardie e delle sperimentazioni letterarie che hanno caratterizzato i primi decenni del ‘900, la silloge poetica di Maria Cristina Buoso: “Schegge di parole”. I versi si insinuano, si disgregano, prendono spesso possesso dell’intera superficie della pagina del libro, chiedono spazi e pause…
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Esercizio: setta un timer di 10 minuti e scrivi un racconto su questo incipit
"Dopo cinque anni gli capitò di incontrarla per strada." Nota: lo scopo della scrittura a tempo non è scrivere un testo perfetto nel minor tempo possibile ma sbloccare la creatività. Scrivi lasciando il tuo editor interiore da parte, editeremo il testo in un secondo momento.
L'incidente
Dopo cinque anni gli capitò di incontrarla per strada. Non avevano più parlato dell'incidente e non si erano mai più visti, nemmeno per caso: in una città piccola come Bologna non incontrarsi era un'impresa titanica. Aveva con sé la sua solita borsa, era facile immaginarne il contenuto: oltre al telefono, chiavi e portafogli, l'immancabile rossetto rosso, un taccuino per gli appunti, un libro. Si chiese cosa avesse potuto leggere in tutti questi anni e ricordò i pomeriggi piovosi trascorsi sul letto invaso da libri, riviste e fogli per gli appunti che venivano puntualmente dispersi. S'immaginò i film che non avevano potuto vedere insieme, i concerti mancati, le vacanze: sarà tornata in Croazia con il resto del gruppo? Gli mancava Lei e tutto ciò che si portava appresso: la sua comitiva invadente, le gite in gruppo, le interminabili cene con menu studiati al dettaglio per una settimana intera e gli ingredienti mancanti che puntualmente imponevano cambi di programma e piatti deliziosamente imperfetti. Analizzò con meticolosità il ricettario della loro relazione che almeno in teoria pareva contenere tutto il necessario per un menù non solo completo e stupefacente ma a tratti straordinario. Imputò il disastro a un incidente di cottura, conclusosi con inevitabile carbonizzazione.
Ricordò della sua prima dichiarazione d'amore, avvenuta in forma di racconto: era un selvaggio su un'isola intento a pescare aragoste a mani nude per la sua sposa e per la futura prole. Almeno tre bambini, tutti uguali a lei. Racconto al quale si prodigò di aggiungere tale precisazione: lui, prima di quel momento, figli non ne aveva mai voluti.
Eppure lei si conservava intatta: nessun cambiamento, nessuna stranezza, niente di lei gli pareva suggerire che il tempo fosse passato.
Forse è vero che il tempo si dilata a seconda degli avvenimenti: più ne viviamo più la vita pare dilatarsi, gli eventi si frappongono tra le cose distanziandole, separandole in maniera evidente.
Dall'incidente però Sergio si era fermato. Nulla era accaduto e nulla aveva voluto far accadere. Si era prodigato a ripetere i giorni identici, in modo che da una certa distanza, potessero sembrargli uno solo, ridotti a un tempo minimo, svuotato da ogni significato: era questo l'unico modo che aveva trovato per mantenersi integro.
Le aveva scritto lettere di scuse prima, di rabbia in seguito, tutte non spedite.
La seguì per un breve tratto, intuì presto dove si stava recando: la guardò svoltare per via Guerrazzi, probabilmente aveva un appuntamento con i suoi da Maurizio.
Le lasciò un po' di vantaggio: si sarebbe seduta, e lui sarebbe passato in seguito, con fare distratto, come uno che rientra da una lunga giornata di lavoro e ha ancora il cervello occupato dalle faccende quotidiane. Poi avrebbe scambiato uno sguardo amichevole con uno dei suoi amici, allargando il sorriso in segno di sincero affetto e poi si sarebbe voltato verso di lei, si sarebbe chinato per darle due baci e le avrebbe scompigliato i capelli. "Ti trovo splendida" le avrebbe detto, sarebbe arrossita.
Poi i suoi lo avrebbero invitato a sedersi e lui avrebbe finto di avere fretta, "ma dai solo un aperitivo al volo", avrebbero incalzato loro, domandandogli del più e del meno. Avrebbe acconsentito e lei gli avrebbe fatto spazio accanto a sé. Carrellata di convenevoli e poi un secondo giro. Poi a un certo punto la conversazione sarebbe diventata caotica e lui avrebbe avuto modo di parlare con Lei soltanto. Lo avrebbe guardato in quel modo in cui si guarda il solo amante, il destinato. Poi avrebbero proseguito da soli e ci sarebbero state le scuse forse, una notte insieme magari e il primo dei prossimi risvegli di tutta la vita.
Fece un respiro profondo, l'ansia si materializzava fisicamente: tachicardia, sudorazione fredda e la puntuale morsa allo stomaco. Non si sentiva più così splendido. Si avvicinò e lei non era con i suoi ma con la causa dell'incidente: la sua (inspiegabilmente ancora) amica Beatrice.
Rivisse l'attimo in cui Beatrice gli era saltata addosso. Ricordava ogni dettaglio della dispensa che aveva fissato mentre lei cercava di spiegargli come avrebbe reso la sua vita migliore e l'avrebbe valorizzato. Enumerò le loro infinite affinità che lui pareva non aver mai notato, gli dichiarò di averlo sempre desiderato e, al suo ennesimo rifiuto, scoppiò a piangere, lui cercò di consolarla con un abbraccio fraterno, Beatrice ricambiò con un bacio.
Lei aprì la porta in quell'istante. Tutto finì.
Beatrice fece una smorfia vedendolo, uno sguardo da iena. Lei un sorriso amaro. Si salutarono con un cenno cortese e nient'altro.
Sergio le scrisse un'altra lettera, si ripromise di spedirla, prese dallo scaffale la cosa più preziosa che aveva: una copia di Rayuela da Lei donatogli. Rilesse la dedica: ci incontreremo sempre, pur senza cercarci mai.
Nota: Io utilizzo Squibler.io, un'app che ti permette di ottenere degli incipit o degli stimoli creativi e di settare un timer ma puoi svolgere l'esercizio anche utilizzando un comune timer.
ph. credits Ana Petrenko
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Il coraggio di ogni giorno
“Non c’è altra via che conduca al compimento e alla realizzazione di sé, se non la rappresentazione quanto più compiuta del proprio essere. “Sii te stesso” è la legge ideale, per un giovane almeno; non c’è altra via che conduca alla verità e allo sviluppo. Che questo cammino sia reso impervio da innumerevoli ostacoli morali e da altri impedimenti, che il mondo preferisca vederci rassegnati e…
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