#letteratura femminista
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pier-carlo-universe · 9 days ago
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Le solitarie di Ada Negri – Un capolavoro del femminismo letterario. Recensione di Alessandria today
Trama: Pubblicata per la prima volta nel 1917, Le solitarie è la prima raccolta di racconti scritta da Ada Negri, una delle voci più influenti della letteratura italiana del Novecento.
Autore: Ada NegriAnno di pubblicazione: 1917Casa editrice: Musicaos EditoreGenere: Raccolta di racconti, narrativa socialeValutazione: ⭐⭐⭐⭐ (4,1 su 5 – 356 voti) Trama: Pubblicata per la prima volta nel 1917, Le solitarie è la prima raccolta di racconti scritta da Ada Negri, una delle voci più influenti della letteratura italiana del Novecento. Quest’opera, a distanza di oltre un secolo,…
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klimt7 · 1 year ago
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Femminismo e poesia in Croazia: “Non leggi le donne” di Olja Savičević Ivančević
Il corso di lingua croata all’università di Udine avvicina gli studenti di mediazione culturale al mondo della traduzione, grazie alla guida della docente e traduttrice Elisa Copetti. Durante una lezione, poche settimane fa, è stata proposta questa poesia. Leonora Raijć ed io, che frequentiamo il corso, ci siamo occupate della traduzione di “Ne čitaš žene”, da cui siamo rimaste profondamente colpite per la sua immediatezza e per la sua forza nel mettere a nudo dei passaggi cruciali nella relazione uomo/donna. L’autrice ha inoltre accettato di rispondere ad alcune nostre domande in una intervista, che riportiamo integralmente.
“Normalmente non leggo le donne, ma mi piace il tuo libro”
È da qui, da questa affermazione, che è nata la poesia “Ne čitaš žene” (Non leggi le donne), come risposta. Ed è presto diventata un manifesto femminista nel mondo letterario croato.
La poesia di Olja Savičević Ivančević, nota autrice croata contemporanea, scatta un’istantanea, con rabbia e rassegnazione allo stesso tempo, della situazione delle donne nel panorama letterario croato, e non solo. Versi che esprimono, in uno spazio e un tempo dilatati, tutto quanto le donne hanno subito nel mondo della letteratura, da sempre appannaggio prevalentemente maschile. “Non leggi le donne” parla agli uomini, ma possiamo sentirci coinvolti tutti e tutte dalle parole dell’autrice.
Quante volte, come lettori o lettrici, ci siamo fermati a riflettere davvero sul numero di autrici donne presenti sugli scaffali del nostro salotto, nelle antologie scolastiche o nei programmi accademici, in vetrina nelle librerie o semplicemente nella nostra memoria? In un’intervista a Nova.rs, l’autrice spiega come la scrittura femminile rimanga ancora sinonimo di qualcosa di quasi banale, meno serio e impegnato rispetto alla produzione letteraria maschile. Mostra inoltre come sia necessario mettere in discussione il canone che ha condannato all’invisibilità molte donne colte e di talento, anche ai giorni nostri.
Dati e contraddizioni sulla situazione in Italia
Ma qual è la situazione femminile nel mondo letterario italiano? Emerge un quadro molto simile a quello che Savičević Ivančević mette in evidenza per la Croazia. Nel nostro paese, i programmi scolastici e accademici menzionano pochissime scrittrici: solo il 5% dei titoli proposti nei corsi universitari è scritto da donne. Un canone molto presente e rigido è quello per cui le opere considerate universali siano state scritte tutte da uomini. E questo è in controtendenza rispetto a chi legge e consuma la produzione letteraria. È infatti un dato noto che le donne leggano mediamente più degli uomini: come si coniuga questo con le statistiche? Quanto chiedono, le donne, di leggere altre donne?
Un punto cruciale che può favorire una nuova modalità di percezione delle donne nel mondo letterario è sicuramente l’educazione, ovvero ciò che avviene nell’ambito delle relazioni familiari e scolastiche, e come queste tendono o meno a trasmettere messaggi di equivalenza. Ed è attraverso la capacità di filtrare le comunicazioni dall’esterno in cui siamo tutti immersi, tutto il tempo (social media, internet e società stessa) che si delinea una nuova possibilità per smascherare ed indebolire la disuguaglianza. Rispetto ad alcuni decenni fa la narrazione di genere è profondamente cambiata, tuttavia il discorso patriarcale non è scomparso, né dissolto, e molto spesso si ripresenta in modi difficilmente identificabili.
La raccolta di poesie “Divlje i tvoje”
Ci si immerge completamente in questa visione durante la lettura della settima raccolta di Olja Savičević Ivančević, “Divlje i tvoje” (Selvagge e tue) pubblicata da Fraktura nel 2020, una lettura seducente sia per gli appassionati di poesia sia per i lettori che si avvicinano più raramente alla produzione in versi. Una posizione scomoda quella dell’autrice, come è da sempre quella di chi scrive, che presuppone uno sguardo vigile e un’attenta critica della realtà: preserva con forza emozioni come l’amore e l’amicizia, affronta le relazioni di genere, nel tentativo di decostruire gli ordini sociali canonizzati. Lo fa con una particolare cura al legame tra il passato e il presente, tra l’io e l’altro, accogliendo e considerando che si tratta di polarità solo immaginate dalla mente: noi e gli altri, gli altri e noi si confondono e, ad un livello di esperienza profonda e interiore, si rivelano essere uno.
Il tutto pervaso da una intrinseca prospettiva femminile e femminista: la necessità dell’uguaglianza di genere nel presente, ma anche la correzione delle ingiustizie del passato e la consapevolezza di quanto l’educazione giochi un ruolo determinante nella graduale dissoluzione degli schemi patriarcali che ancora pervadono il nostro mondo.
Non leggi le donne
Dici che non leggi le donne
Cosa potrebbero dirti 
Ti hanno insegnato a parlare
Ti hanno insegnato a camminare
Ti hanno insegnato a mangiare
Ti hanno insegnato a pisciare
Ti hanno insegnato a fare l’amore
In realtà cosa potrebbero 
Dire di te
E della tua esperienza
Tutti questi secoli
non ne hanno messa al mondo
Una che fosse grande
Come il grande scrittore
A cui lavava le calze 
Dici che non leggi le donne
Le donne ti hanno insegnato a leggere
Insegnato a scrivere
Insegnato a vivere
In realtà, ragazzo
Tutto questo è stato
Nel migliore dei casi
Un lavoro inutile
[ Olja Savičević Ivančević ]
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riflussi · 1 year ago
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"Fumetti liberi dal male" - L. Califano
Ieri sono andata a un piccolo festival della letteratura e niente, ho comprato due cose perché, be', non potevo di certo lasciare tutto il mio stipendio in questo posto (anche se avrei voluto tantissimo). Ho deciso quindi di supportare un autore che ha autopubblicato il suo libro e un'artista che ha creato delle bellissime tote bag (io ancora non ho capito come si scrive tote/tot, bo).
Comunque, Fumetti liberi dal male è un po' una storia, un po' un'autobiografia, un po' una denuncia, un po' un manifesto queer femminista. Si legge velocemente, forse troppo, e nonostante ciò lascia il lettore con molti pensieri e porta a una riflessione profonda. Io, di certo, vorrò approfondire alcuni aspetti che sono stati toccati dalle "strisce" (dai riquadri direi). Inutile dire poi che i disegni sono adorabili, è uno stile che si addice perfettamente al tipo di racconto e non stancano (cosa che per me è fondamentale).
E niente, molto carino, sono contenta di averlo acquistato. Sono felice di andare ai festival e sono felice di aver incontrato persone bellissime.
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carmenvicinanza · 2 years ago
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Sonia Sanchez
https://www.unadonnalgiorno.it/sonia-sanchez/
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Sonia Sanchez poeta, scrittrice e accademica femminista pluripremiata, è un’importante protagonista del Black Arts Movement, nato per il rinnovamento della volontà, dell’intuizione, dell’energia e della consapevolezza delle persone nere.
Ha scritto molti libri di poesie, testi teatrali e libri per l’infanzia e pubblicato saggi in storiche riviste come The Liberator, Negro Digest e Black Dialogue.
È conosciuta per la sua innovativa fusione di generi musicali, come il blues e il jazz, con forme poetiche tradizionali come haiku e tanka che utilizzano lo slang della comunità nera e una punteggiatura e ortografia sperimentale.
Attivista militante sin dagli anni sessanta, ha scritto di identità, razza, femminismo, amore, degrado, AIDS, dolore, emancipazione, orgoglio, cambiamento e senso comunitario.
Nata a Birmingham, Alabama, il 9 settembre 1934 col nome di Wilsonia Benita Driver, perse sua quando aveva solo un anno. Era stata, per questo, mandata a vivere con la nonna paterna, morta, anch’ella, quando aveva sei anni. Il trauma le fece sviluppare una balbuzie che la rendeva molto introversa, portandola a leggere molto e prestare molta attenzione al linguaggio e ai suoi suoni.
Nel 1943 si è trasferita ad Harlem per vivere con il padre, la sorella e la terza moglie del padre.
Col tempo ha imparato a gestire la balbuzie e trovare la sua voce poetica, nei corsi di scrittura creativa mentre frequentava l’Hunter College, dove si è laureata, nel 1955, in Scienze Politiche.  
Ha completato il percorso post-laurea alla New York University e studiato poesia con Louise Bogan. In quel periodo ha formato un laboratorio di scrittori e scrittrici nel Greenwich Village chiamato Broadside Quartet.
Quando faceva parte del CORE (Congress of Racial Equality), ha incontrato Malcolm X.
Tra le pioniere del femminismo nero, ha iniziato a scrivere drammaturgie teatrali negli anni ’60. Le forti protagoniste delle sue opere sfidavano lo spirito patriarcale del movimento.
Per un periodo, all’inizio degli anni settanta, ha fatto parte della Nation of Islam, che ha poi lasciato per la conflittuale visione sui diritti delle donne.
Ha tenuto il cognome Sanchez dal suo primo matrimonio, anche se poi ha sposato il poeta Etheridge Knight. L’esperienza della maternità, ha una figlia e due figli, ha influenzato la sua poesia negli anni settanta.
Ha scritto molte opere teatrali e libri che raccontano le lotte e le vite dell’America nera e curato le due antologie We Be Word Sorcerers: 25 Stories by Black Americans e 360° of Blackness Coming at You.
Sonia Sanchez ha insegnato in otto università e tenuto lezioni in oltre 500 campus in tutti gli Stati Uniti, tra cui la Howard University. Ha sostenuto l’introduzione di un corso di studi sulla comunità e sull’arte nera in California.
È stata la prima, in tutti gli Stati Uniti, a tenere un corso universitario di letteratura femminile afroamericana e a ricoprire la carica di Presidential Fellow alla Temple University, dove ha iniziato a lavorare nel 1977 e terminato nel 1999, quando è andata in pensione. Attualmente è poeta residente dell’ateneo.
Ha utilizzato i Black Studies come una nuova piattaforma per lo studio della razza e una sfida ai pregiudizi istituzionali delle università americane, prevalentemente frequentate da persone bianche.
Ha fatto parte di importanti organizzazioni femministe per i diritti umani.
Nel 2012 è stata la prima poeta laureata di Filadelfia.
Nel 2015 è uscito, BaddDDD Sonia Sanchez, documentario sul suo lavoro e sull’influenza che ha avuto nella storia della cultura, che è stato proiettato in molti festival internazionali.
È tra le venti donne afroamericane che fanno parte di Freedom’s Sisters, mostra itinerante voluta dal Cincinnati Museum Center e dalla Smithsonian Institution.
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empreinte0 · 4 days ago
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“E allora impara a vivere. Tagliati una bella porzione di torta con le posate d’argento. Impara come fanno le foglie a crescere sugli alberi. Apri gli occhi. Impara come fa la luna a tramontare nel gelo della notte prima di Natale. Apri le narici. Annusa la neve. Lascia che la vita accada.” - Sylvia Plath, scomparsa questa settimana nel 1963.
Sylvia Plath, nata a Boston nel 1932, è stata una figura di spicco della letteratura americana, nota soprattutto per la sua poesia intensa e confidenziale. La sua vita, segnata da una profonda depressione e da una tragica fine, si riflette in modo inconfondibile nella sua opera, rendendola una voce potente e toccante per generazioni di lettori.
La Plath, fin dalla giovane età, dimostrò un talento straordinario per la scrittura. Ottenne numerosi riconoscimenti e frequentava i circoli letterari più importanti. Tuttavia, dietro il suo successo si celava un profondo malessere interiore. Soffriva di disturbi mentali e tentò più volte il suicidio.
Il suo matrimonio con il poeta Ted Hughes, inizialmente idilliaco, si deteriorò nel tempo, contribuendo ad aggravare le sue condizioni psicologiche. Alcune sue lettere inedite narrano di aggressioni, abusi e minacce di morte da parte del marito. Nel 1963, all'età di 31 anni, si tolse la vita, lasciando un'eredità letteraria di straordinaria bellezza e profondità.
La poesia di Sylvia Plath è caratterizzata da un'intensità emotiva e da una cruda sincerità.
Tra le sue opere più celebri ricordiamo:
* "La campana di vetro": il suo unico romanzo, un'autobiografia romanzata che racconta la storia di una giovane donna che affronta una profonda crisi esistenziale.
* "Ariel": una raccolta di poesie pubblicata postuma, considerata il suo capolavoro, dove la poetessa raggiunge vette di lirismo e intensità emotiva.
Sylvia Plath è spesso considerata un'icona femminista, poiché ha dato voce alle esperienze interiori delle donne e ha sfidato i ruoli di genere tradizionali.
Nonostante la sua tragica scomparsa prematura, Sylvia Plath ha lasciato un'impronta indelebile nella letteratura mondiale. La sua poesia, intensa e dolorosa, ma anche piena di vitalità, ha ispirato generazioni di poeti e scrittori, e continua a essere oggetto di studio e di dibattito. Ancora oggi continua a risuonare nel cuore dei lettori, offrendo una testimonianza unica dell'esperienza umana.
⚜️ Carmen Margherita Di Giglio #SylviaPlath #aforismi #citazioni #poesia #quotes
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londranotizie24 · 3 months ago
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stilouniverse · 9 months ago
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Charlotte Perkins Gilman "La carta da parati gialla e altri racconti",Lorenzo de’ Medici Press
Conosciuta per il suo ruolo fondamentale nella letteratura femminista, Charlotte Perkins Gilman continua a ispirare con le sue opere che sfidano le convenzioni sociali e promuovono l’uguaglianza di genere. I temi trattati sono quanto mai attuali e risuonano con le continue battaglie per l’emancipazione femminile nel mondo moderno.La carta da parati gialla raccoglie una serie di racconti ( tra cui…
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queerographies · 1 year ago
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[Liricologismo][Marzia D'Amico]
La prima fogliasi presentòfemminama non lo rimasea lungonel tronco spezzatodell’alberomaestrotrovò unadeclinazionepiù appropriataper la suaesistenza Marzia D’Amico (Roma, 1989) è ricercatrice precaria e lavora sulla poesia femminista verbivocovisuale. Oltre agli articoli scientifici, poesie, prose, traduzioni, e contributi su letteratura, queerness e femminismi sono apparsi su carta, online, e…
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personal-reporter · 1 year ago
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Festival della Letteratura 2023 a Mantova
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Dal 6 al 10 settembre sarà il momento del Festival della letteratura di Mantova che  nella sua 27esima edizione, si appresta ad accogliere oltre 350 autori provenienti da tutto il mondo, protagonisti di un programma denso di iniziative e sempre in linea con i temi più urgenti della contemporaneità. Quest’anno l'appuntamento tocca la storia recente e i cambiamenti sociali in atto, aprendo anche alle arti e coinvolgendo musei e centri di formazione e trovare le parole, più che un orizzonte tematico, quello scelto  come asse portante dal festival sembra assumere quasi i connotati di una sfida. Dopo la scomparsa della scrittrice Michela Murgia, che sarebbe dovuta essere presente a Mantova sabato 9 settembre, nella cornice di Piazza Castello, quell'appuntamento cambia forma e diventa l'occasione celebrare il suo profondo contributo alla letteratura italiana, con Marcello Fois, Alessandro Giammei e Bianca Pitzorno. Dal fitto calendario di  Mantova emergono le proposte legate alla narrativa estera, dalla partecipazione dello scrittore srilankese Shehan Karunatilaka, vincitore del Man Booker Prize 2022, a quella della scrittrice polacca Olga Tokarczuk, autrice di I Vagabondi e vincitrice del Premio Nobel per la letteratura nel 2018. Sono attesi anche Guadalupe Nettel, con il suo nuovo libro in anteprima mondiale, Jonathan Coe, Mircea Cărtărescu e molti altri autori, con particolare riguardo per quelli attivi nel subcontinente indiano, olre al pressante dibattito sull’intelligenza artificiale con l’incontro con il neuroscienziato Gerd Gigerenzer, l’esperto di IA Nello Cristianini e lo scrittore e artista James Bridle. Invece l'autrice italiana Chiara Valerio affronta invece il tema della necessità di coltivare un atteggiamento consapevole nei confronti della tecnologia. Da non perdere il tributo a Italo Calvino, nel centenario della nascita, infatti per ricordarlo i game designer di We Are Muësli, hanno progettato Ludmilla, l'escape room ispirata a Se una notte d’inverno un viaggiatore. Un’attenzione particolare è dedicata all’opera della storica dell’arte e militante femminista Carla Lonzi, ma le arti visive arrivano al festival anche come pratica con Michelangelo Pistoletto, che cucirà un grande stendardo per la pace nel Tempio di San Sebastiano, sancendo il suo ritorno in città dopo due decenni. Alla Casa del Mantegna ci sarà lo spazio dedicato ai bambini fino ai 12 anni con la grande giostra di Girotondo, il percorso-museo realizzato dai dipartimenti didattici di Collezione Peggy Guggenheim, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Palazzo delle Esposizioni e Triennale Milano. Read the full article
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pier-carlo-universe · 2 days ago
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"Nome non ha" di Sibilla Aleramo. Recensione e biografia di Alessandria today
​"Nome non ha" è una poesia scritta da Sibilla Aleramo, pseudonimo di Marta Felicina Faccio, celebre scrittrice e poetessa italiana del XX secolo. ​
​“Nome non ha” è una poesia scritta da Sibilla Aleramo, pseudonimo di Marta Felicina Faccio, celebre scrittrice e poetessa italiana del XX secolo. ​ Recensione della poesia “Nome non ha” Nella poesia “Nome non ha”, Sibilla Aleramo esplora la complessità dei sentimenti che vanno oltre la semplice definizione di “amore”. La poetessa esprime un’emozione intensa e profonda per una persona, ma evita…
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angiolinobenedetti · 2 years ago
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#7aprile Oggi nel 1889 nasceva la poetessa, educatrice e femminista #GabrielaMistral , prima donna latinoamericana a vincere il premio #Nobel per la letteratura nel 1945. "Dire amicizia è dire profonda comprensione, pronta confidenza e lunga memoria; cioè fedeltà". Da #PuntoLettura # https://www.instagram.com/p/CquRtNZNZ-i/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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vlltlttrr · 4 years ago
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Circe
Certe volte il passato è il miglior modo di analizzare il presente, e questo libro per me ne è un esempio lampante.
Circe è il secondo libro di Madeline Miller, professoressa di lettere classiche nei licei americani, già autrice del popolare La canzone di Achille, e come il volume che lo precede è una riscrittura di eventi e personaggi appartenenti alla mitologia classica. 
Raccontando la biografia di un personaggio che è noto, ma quasi esclusivamente per un unico episodio della sua vita, Miller ha la possibilità di creare una situazione di familiarità nel lettore e allo stesso tempo di spaziare in qualcosa di completamente inedito. E sceglie di farlo con quella che possiamo definire prima una storia di emancipazione, e poi di vera e propria realizzazione personale. 
Quella che a una prima occhiata potrebbe passare per una lettura d’intrattenimento però, racchiude fra le sue pagine diversi livelli di critica sociale, che si snodano a partire dall’alba dei tempi per giungere fino ai giorni nostri. A tener incollati i lettori alle pagine è di certo la forte immedesimazione in Circe che l’autrice riesce a suscitare, o se non altro una grande empatia nei suoi confronti, a seconda del vissuto personale. Già dalle prime pagine ci si sente soffocati, imprigionati in una gabbia dorata, che è letteralmente la reggia di Elios, ma metaforicamente niente meno che il patriarcato.  Mai si proverà timore reverenziale per quella che è, a tutti gli effetti, una figura divina, poiché essa è inserita in una gerarchia che la priva di qualsiasi valore sin dalla nascita. L’autrice è estremamente preparata sulla mitologia greca, come già ho accennato, e di certo sa che il pantheon classico è sempre assomigliato al popolo che lo adorava, con i suoi pregi e difetti, esagerati fino a diventare mitici. Per questo sono certa che mostrarci un dio illustre come Elios, ossessionato dal matrimonio delle figlie, come un qualsiasi signorotto che volesse creare alleanze o migliorare il prestigio sociale della propria famiglia, non sia una coincidenza, ma un originale metodo per rendere Circe un emblema della giovane donna senza voce in un contesto che neanche prevede che una fanciulla possa o debba parlare.
La trama è avvincente e decisamente empowering, dato che partirà da questa ninfa senza apparenti qualità per portarci alla temibile maga che s’incontra nell’Odissea, ed anche oltre. Ma, sebbene abbia un grande desiderio di sperticarmi nelle lodi di un romanzo che riesce ad aggiungere qualcosa di valido e interessante sulla letteratura classica, non è di questo che voglio parlare.
Trovo infatti che sia più importante porre l’accento sulla caratteristica dell’opera che davvero la rende attuale, oggi, nel 2021: ossia la visione critica dell’eroe. Con visione “critica” chiaramente non intendo “negativa”, semmai una rappresentazione che aiuti a vedere oltre quella patina di gloria, che porta a mettere tutto il resto in secondo piano. Gli eroi che si incontrano in questa lettura si aprono e confessano le loro paure, come il ritorno a casa, alla normalità, sembri innaturale, infattibile, ma anche come le gesta per cui verranno ricordati siano una sorta di scudo, per nascondersi dai propri comportamenti animaleschi. Ma non parlano solo gli eroi, parlano anche quelli che nella storia originale non sono altro che comparse, i cui sentimenti sono dati, a dir poco, per scontati. Ed è grazie a voci come quella di Telemaco, Telegono, ma anche Penelope, che si ha la possibilità di vedere qualcosa di nuovo. Si dà spazio a emozioni complesse, sfumature sottili, che tracciano ombre sui profili sfavillanti di chi è stato protagonista fino ad oggi.
Credo che sia giunto il momento in cui siamo finalmente pronti, anche nella letteratura mainstream, a cogliere queste sfumature, a non vedere solo il bianco e il nero, a imparare ad accettare che anche l’eroe possa commettere errori, e che ne accetti le conseguenze, o venga disprezzato da altri per non averlo fatto. Senza per questo smettere di essere un eroe.
Consiglio questa lettura a chiunque sia affascinato dalla letteratura classica, ma in particolare a tutti coloro che hanno letto Il silenzio delle ragazze, di Pat Barker, di cui ho parlato in uno dei miei primi post.  Anche se non è possibile fare un parallelismo perfetto tra le due opere, visto che una parla degli eventi legati all’Iliade, mentre l’altra di quelli legati alla mitologia più generale o all’Odissea, è innegabile che in entrambi vi sia l’intento di dare una chiave moderna agli eventi di cui parlano. Ma se Circe va a scavare nella complessità del mondo omerico per portare il lettore a conoscere lati nuovi di personaggi ben più sfaccettati di quanto immaginasse, il romanzo di Barker sembra quasi consolidare le immagini classiche che già abbiamo, semplicemente con gli occhi di un diverso personaggio. A voi che avete voglia di leggere qualcosa di nuovo, ma allo stesso tempo di antico, indirizzo i miei più caldi incoraggiamenti a intraprendere la lettura di questo meraviglioso romanzo!
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unpenny · 4 years ago
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In genere, si pensa che le donne siano molto tranquille; ma le donne provano gli stessi sentimenti degli uomini, hanno bisogno di sentirsi realizzate, di mettersi in gioco, proprio come i loro fratelli. Soffrono quando si sentono strette da limiti troppo rigidi e soffocate da una prolungata inazione, nello stesso identico modo in cui soffrono gli uomini; e questi loro compagni più fortunati danno prova di ristrettezza mentale quando affermano che le donne dovrebbero limitarsi a cucinare sfornati e a fare la calza, a suonare il piano e a ricamare borsette. È stupido condannarle o prenderle in giro quando cercano di fare e di imparare più di quanto competa, secondo il buon costume, al loro sesso.
Charlotte Brontë, Jane Eyre
[Capitolo XII, anno di pubblicazione 1847]
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carmenvicinanza · 4 days ago
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Corinne Bailey Rae
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Corinne Bailey Rae cantautrice britannica, vincitrice di due Grammy Awards, con milioni di dischi venduti e diversi dischi di platino guadagnati, è un’artista che ama sperimentare in indipendenza e centellinare le sue uscite.
Nata a Leeds, 26 febbraio 1979, da padre di origini caraibiche e madre inglese, ha studiato musica classica a scuola e iniziato a cantare nel coro della chiesa.
Era ancora un’adolescente quando ha fondato Helen, una band di sole ragazze ispirata dal femminismo delle Veruca Salt e delle L7. Attitudine da punkette, suonava musica rock con la chitarra elettrica, la minigonna e il mascara sbavato sulle guance prima di diventare la raffinata interprete soul-jazz che è oggi.
Si è laureata in lingua e letteratura inglese all’Università di Leeds nel 2000, ateneo che le ha conferito la laurea honoris causa nel 2011.
Nel novembre 2005 ha pubblicato il suo primo singolo Like a Star e, in febbraio 2006, il suo album d’esordio, Corinne Bailey Rae, che ha venduto oltre quattro milioni di copie facendola diventare la quarta musicista britannica della storia al numero uno in classifica col primo disco prodotto.
Nel 2007 ha partecipato a Goin’ Home: A Tribute to Fats Domino e registrato  I’m Losing You di John Lennon per Make Some Noise, l’iniziativa musicale di Amnesty International che ha prodotto l’album tributo Instant Karma: The Amnesty International Campaign to Save Darfur. Nel luglio di quell’anno si è esibita nella tappa britannica del Live Earth allo stadio di Wembley.
Nominata per tre Grammy e tre Brit Awards, ha vinto due MOBO Awards e, nel 2008, si è guadagnata due Grammy per l’Album dell’Anno e Miglior album jazz contemporaneo per la sua collaborazione su River: The Joni Letters. Nello stesso anno ha registrato una sessione live di River agli Abbey Road Studios per Live from Abbey Road per Channel 4, trasmessa nella seconda serie.
Il suo secondo disco, The Sea, uscito nel 2010, dopo una pausa di quasi tre anni, le ha portato una nomination per il Mercury Prize.
Nel 2012 ha vinto ancora un Grammy per la migliore interpretazione R&B per Is This Love, cover dell’omonima canzone di Bob Marley and the Wailers. 
Prendendo tante pause, tra alti e bassi, anni di silenzio e depressione dovuta alla perdita del marito, il sassofonista Jason Rae, morto di overdose, nel 2016 è uscito il suo terzo album, The Heart Speaks in Whispers che ha debuttato al secondo posto nella classifica R&B.
Selezionata dalla NASA per la campagna Destination: Jupiter quando la sonda spaziale Juno è entrata nell’orbita di Giove il 5 luglio 2016, ha rappresentato l’Europa per la campagna PSA del Comitato Olimpico Internazionale, si è esibita in vari festival nel Regno Unito e in Europa ed è stata ospite speciale a supporto di Stevie Wonder al suo concerto a Hyde Park.
Nel 2017 ha registrato The Scientist per la colonna sonora di Cinquanta sfumature di nero. 
Con il brano Jersey Girl ha contribuito all’album tributo a Tom Waits, Come On Up to the House: Women Sing Waits, del 2019.
Si è esibita all’inaugurazione di LEEDS 2023, un anno di cultura. 
Il 15 settembre 2023 è uscito Black Rainbows, il suo primo album in sette anni, ispirato dalle sue esperienze con la Stony Island Arts Bank,  archivio di arte e cultura nera con sede a Chicago. 
Il suo brano Like a Star fa parte delle colonne sonore di numerosi film e serie tv.
Sei canzoni dell’album di debutto sono state incluse nella colonna sonora del film Venus.
Ambasciatrice per diversi enti benefici in tutela di ambiente e diritti umani, è stata protagonista della campagna 30 Songs/30 Days per supportare Half the Sky: Turning Oppression into Opportunity for Women Worldwide, progetto mediatico femminista multipiattaforma.
Colta, raffinata, impegnata, indomita, continua a esprimersi con la sua musica veicolando messaggi di equità e rispetto.
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stralciletterari · 5 years ago
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Saffo [Σαπφώ]
Ereso, 630 a.C. circa - Leucade, 570 a.C. circa
Nata a Ereso, nell'isola di Lesbo, da famiglia nobile, è considerata la più grande poetessa di tutti i tempi.
La sua vita si è però svolta a Mitilene, dalla quale viene esiliata dopo la caduta dei Cleanattidi. Segue la propria famiglia in Sicilia, probabilmente a Siracusa, dove si stabilisce per una decina d'anni. Ritornata a Eraso, diventa direttrice di un tasio, una sorta di collegio femminile, dove venivano educate esclusivamente fanciulle aristocratiche. L'educazione si incentrava sui valori della nobiltà: grazia, eleganza, arte della seduzione, canto... Doti che ci si aspettava da una giovane ragazza alla ricerca di un marito. Queste fanciulle sue allieve sono spesso al centro dei suoi componimenti delle quali cantava la grazia, la bellezza e l'atteggiamento teneramente ingenuo. Non è segreto l'amore che provava nei loro confronti.
Non si sa molto della sua vita. Nella Suda, una sorta di enciclopedia del X secolo d.C., si parla del suo matrimonio con Cercila, da cui ha avuto una figlia, Cleide. Tuttavia, di questo non vi è altra fonte, quindi provabilmente falso. È certa, in ogni caso, la nascita di Cleide.
È incerta anche la notizia che abbia raggiunto l'età avanzata, nonostante alcuni suoi frammenti lo proverebbero. Secondo la leggenda, Saffo è morta gettandosi da un faro sull'isola di Lefkada per amore non corrisposto nei confronti di Faone, personaggio mitologico.
Per la prima volta nella storia della letteratura abbiamo testimonianza ed esaltazione dell'eros femminile. Nel corso dei secoli, questo lato della poetessa è stato spesso occultato, per essere riscoperto negli ultimi anni.
I termini "lesbico" e "saffico", coniati per descrivere amori e rapporti tra donne, sono ispirati proprio a Saffo (saffico) e al luogo in cui insegnava e consumava i suoi amori, Lesbo (lesbico). Sono spesso usati in modo denigratori.
Se volete leggere le sue opere, vi consiglio l'edizione Feltrinello Tascabili "Saffo - Liriche e Frammenti" del 2015. Alcuni dei frammenti sono stati tradotti da Quasimodo e l'edizione è curata da Ezio Savino.
Ancora, vi consiglio il libro "Olivia" di Dorothy Strachet e il ben più famoso "Carol" di Patricia Highsmith. Due libri a mio parere eccezionali che riprendono a perfezione le note delicate delle opere di Saffo
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wishesbythesea · 5 years ago
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Bisognava ripensare criticamente il presente per comprendere fino a che punto la rottura con il passato era stata radicale e fino a che punto il passato, attraverso la persistenza di modelli culturali, di dispositivi economico-legislativi o semplicemente costumi di vita, era sopravvissuto alla sua stessa fine.
Antonio Costa
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