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pier-carlo-universe · 2 months ago
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Unione Industriale di Torino. Orizzonte Legno 2024: il futuro sostenibile del settore legno-arredo in Piemonte. Ottimismo dagli Stati Generali: innovazione, sostenibilità e crescita per il 2025
Torino, 3 dicembre 2024 – Il settore legno-arredo piemontese si conferma un pilastro dell’economia regionale, come emerso durante la quarta edizione di Orizzonte Legno, organizzata dall’Unione Industriale di Torino.
Un comparto solido e resiliente Torino, 3 dicembre 2024 – Il settore legno-arredo piemontese si conferma un pilastro dell’economia regionale, come emerso durante la quarta edizione di Orizzonte Legno, organizzata dall’Unione Industriale di Torino. Con oltre 3.500 imprese attive e un fatturato annuo superiore ai 4 miliardi di euro, il Piemonte si posiziona come leader nazionale nel comparto,…
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finestradifronte · 5 months ago
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SULL' ALLUVIONE...POST LUNGO. Ma doveroso, quindi... buona lettura.
L'ennesima alluvione in Emilia Romagna, con quantitativi di acqua caduta con picchi perfino superiori al disastro del 2023, riportano alla luce le solite questioni sulla pulizia dei fiumi. Al netto dell'evento eccezionale ecco quindi molte risposte.
MANUTENZIONE. La manutenzione, che è sacrosanta, va bene per far fronte ad eventi moderati. Quello in atto è tutto tranne che moderato. Se non si analizza il problema partendo da questo fatto, sarà difficile trarre qualche ragionamento serio. Evidentemente il sistema di scolo delle acque, con fiumi ristretti nel tempo, i cui tratti arginati sono stati costruiti molto tempo fa, non sono più sufficienti a far defluire questi carichi idraulici. C’è poco da fare, con questo assetto territoriale, la questione è diventata ingestibile, soprattutto nei confronti dell’attuale e futuro regime di precipitazioni piovose.
PULIZIA FIUMI. E sulla pulizia dei fiumi quindi?
Questo concetto precotto, che ogni volta viene ripetuto fino allo sfinimento, trae la sua origine in una distorsione storica, ovvero che “una volta” si facesse manutenzione. In realtà non è così, ma molto semplicemente “una volta” i fiumi godevano di maggior rispetto da parte dell’uomo, come il territorio ad essi circostante.
Dal secondo dopoguerra in poi, i fiumi sono stati visti come cave a cielo aperto per inerti, sabbie e ghiaie, e aree di scolo in cui far transitare il più velocemente possibile le acque dai rilievi al mare.
Questo ha fatto si che, soprattutto relativo alle gigantesche estrazioni di sedimenti in alveo, i fiumi iniziassero un processo di incisione dell’alveo stesso, attraverso il fenomeno di erosione che si manifesta sia in maniera regressiva, ovvero a monte di dove io ho estratto i sedimenti, che progressiva, a valle del punto di estrazione.
I fiumi sono andati incontro quindi ad un processo di canalizzazione innaturale che ha portato numerosissimi problemi con sé, tra cui: aumento della velocità della corrente, aumento dell’incisione, minor espansione e, soprattutto, minor ricarica delle falde acquifere. Perché le falde acquifere più ricche nel sottosuolo sono rappresentate dalle conoidi alluvionali dei fiumi le quali si alimentano attraverso il contatto idraulico diretto con il fiume sovrastante. Se noi trasformiamo il fiume in un canale che cerca la massima velocità, la ricarica del sottosuolo per infiltrazione è ridotta al minimo. Avrete capito che questa problematica è strettamente correlata con le problematiche di siccità degli ultimi anni.
FIUMI DI PIANURA.
I nostri fiumi sono notoriamente detti pensili, in quanto l’alveo del fiume è in quota più alto delle campagne circostanti. L’uomo per difendersi ha iniziato a costruire argini, iniziando una lotta infinita, ovvero si alza il fiume ed io alzo l’argine.
Gli argini sono manufatti vecchi che soffrono per tanti fattori: qualità ed epoca costruttiva, lunghi periodi siccitosi, manutenzione, tane di animali… Quasi mai però leggo, o sento, qualcuno che si soffermi sul parametro più importante: la sezione idraulica. I fiumi/torrenti sono ridotti a canali sopraelevati in pianura estremamente stretti, e questa è un’eredità pesantissima che ci portiamo dal passato. Su questi argini è necessaria la manutenzione, in quanto questi abbiamo e al momento come difesa passiva abbiamo loro.
Abbiamo però soprattutto sezioni idrauliche ridotte all’osso, argini enormi costruiti in più riprese, e al piede dell’argine manufatti come case ed aree industriali. Se avviene una piena devo quindi pensare in primis alla pulizia? Eh, direi di no in quanto come ha mostrato il Lamone (anche nell’evento maggio 2023), le sezioni di questi “fiumi” non sono in grado di fare defluire forti colmi di piena.
La pulizia risolve tutto? Bisogna definire cosa si intende per pulizia: l’unica pulizia fluviale che ha senso è la rimozione del legname secco in quanto quello viene subito preso in carico dalle piene e potrebbe creare sbarramenti in sezioni critiche come, ad esempio, ostruire la luce di un ponte. Il resto, sono leggende metropolitane.
Gli alberi “vivi” rappresentano una difesa idraulica passiva, in quanto sono in grado di far rallentare la corrente idraulica. Pensate che dove non ci sono, vengono impiantate delle opere di ingegneria con la stessa funzione degli alberi, detti pennelli.
Il cavare sedimento “a mo’ di pulizia” è quanto di più sciocco si possa fare, come dimostrato sopra: aumento velocità, erosione e il sano trasporto solido dei fiumi. Si sano, perché i fiumi portano a mare quel sedimento fondamentale per il mantenimento dei nostri litorali: i fiumi portano sedimento, le correnti marine lo distribuiscono lungo costa e così si sono sempre mantenute le nostre coste. Almeno fino a 70 anni fa, perché poi le pesanti estrazioni di sedimento in alveo hanno rotto questo equilibrio dei fiumi, ed infatti noi emiliano-romagnoli paghiamo una ditta tedesca che, ogni anno, draga la sabbia a 40-60 m dalle coste dell’Adriatico per fare il ripascimento delle nostre spiagge. Geniale no? Ma l’abbiamo cercata noi.
Le sezioni dei fiumi, quindi, appaiono sempre più insufficienti, in primis perché noi le abbiamo ristrette all’osso, ed in seconda battuta perché il territorio, fortemente cementato e antropizzato è andato incontro all’impermeabilizzazione. Questa strana parola racchiude in realtà uno degli aspetti più critici. Se io ho, ad esempio, un’area di 1 km quadrato a terreno naturale, questa assorbirà le precipitazioni in funzione ovviamente delle litologie di cui è composta, ovvero terreni più permeabili e terreni meno permeabili.
Se di quel km quadrato metà lo perdo perché ho cementato, asfaltato, rendendo di fatto impermeabile metà della mia area pilota, dove andrà l’acqua che piove? Non verrà mai assorbita e finirà velocemente nelle reti scolanti, quindi nei canali ed infine nei fiumi.
Si, quei fiumi che già li abbiamo ristretti e poi caliamo giù l’asso come surplus idrico da gestire. E le precipitazioni intense, concentrate, degli eventi estremi mettono la ciliegina sulla torta.
Quindi quando sentite dire da qualcuno “bisognerebbe dare spazio, o meglio, ridare lo spazio che abbiamo tolto ai fiumi e qualcosina di più ..” non è un pazzo, non è un “verde”, non è un “ambientalista”.
E’ uno che ha capito come funzionano i fiumi.
La pulizia radicale non risolve uno stupro al territorio che si è perpetrato per 60 anni.
Soluzioni possibili? Quando si dice “dare spazio ai fiumi” in molti criticano, storcono il naso, perché non hanno idea delle soluzioni proposte. Nessuno dice di lasciare, soprattutto in pianura, i fiumi al naturale come migliaia di anni fa. Bisgogna concentrarsi su aree di intervento dove qualcosa è effettivamente possibile applicare: devono essere interventi organici e mai interventi spot o puntuali, quelli non servono a nulla.
Il sistema va "allargato" in maniera da far riprendere di norma certe aree golenali ai fiumi. Inoltre, ci sono le fasce tampone dei fiumi, perse grazie all'incisione, che sono importantissime in in ottica di ricarica idrogeologica e per la biodiversità. Si deve fare in modo di ripristinare i canali abbandonati dalle nostre opere siano ripresi dai corsi d'acqua che tornano a situazione multicanale e non a canale singolo modello "canale scolante" come li vediamo ora.
In alcuni casi sono stati progettati anche gli arretramenti di argine e/o eliminazione degli stessi. Se riusciamo a fare questo in maniera organica la sezione si allarga e tutto ne trae beneficio. In alcune aree si dovrà giocoforza andare in contro ad espropri, non lo nego, ma i nostri errori di pianificazione li stiamo pagando a caro prezzo.
In aree critiche dobbiamo prevedere e realizzare aree di laminazione, come casse di espansione e/o aree appositamente allagabili.
Se non capiamo questo concetto sarà sempre peggio: la cementificazione e il cambiamento climatico comportano un notevole surplus idrico che i fiumi, ristretti fino all'osso, non riusciranno mai a smaltire.
Testo di Giulio Torri, geologo
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mezzopieno-news · 2 days ago
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36 PAESI HANNO AUMENTATO IL NUMERO DI ALBERI NEGLI ULTIMI 20 ANNI
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36 Paesi del mondo hanno guadagnato più alberi di quanti ne abbiano persi tra il 2000 e il 2020.
Circa il 59% dell’incremento della copertura arborea globale si è verificato nelle foreste temperate e boreali, mentre il restante 41% nelle foreste tropicali e subtropicali. L’aumento della copertura arborea in Russia e Canada ha costituito la stragrande maggioranza dell’aumento totale nei domini climatici boreale e temperato, rispettivamente al 49% e al 22%, prevalentemente dalla rigenerazione delle foreste di produzione e dalla ricrescita di alberi su terreni agricoli abbandonati. Circa la metà dell’aumento totale nei domini climatici tropicali e subtropicali si è verificato in Brasile, Stati Uniti, Indonesia, Cina, Thailandia e India.
I paesi europei, tra cui Irlanda, Polonia, Danimarca e Paesi Bassi, hanno registrato alcuni dei maggiori aumenti con un aumento netto a livello continentale di 6 milioni di ettari. L’Asia ha anche un’ampia percentuale di paesi con un guadagno netto, come il Tagikistan e il Kirghizistan in Asia centrale, e il Bangladesh, l’India e il Pakistan nell’Asia meridionale. L’aumento di copertura arborea è costituito per il 14% da alberi piantati che vengono gestiti specificatamente per fornire prodotti commerciali derivati dagli alberi, come polpa, legname, palma da olio, gomma e frutta il restante 86% del guadagno è rappresentato da un guadagno forestale naturale che è composto dal guadagno derivante dalla rigenerazione naturale o dal ripristino assistito dall’uomo. Due Paesi, Indonesia e Brasile, sono stati responsabili di quasi un terzo dell’incremento della copertura arborea mondiale.
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Fonte: Ufficio studi Mezzopieno – Guarda altri grafici
World Resource Institute; Peter Popatov
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arcobalengo · 2 years ago
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Abbattere e seppellire alberi per fermare il cambiamento climatico: l’idea di una startup sostenuta da Bill Gates
Un anno fa Merritt Jenkins si è trasferito da Boston a Twain Harte, in California, ai piedi della Sierra Nevada. Un mattiino si dirige verso un bosco di dieci acri nella Stanislaus National Forest. Qui la sua startup, Kodama Systems, sta perfezionando la sua macchina per la raccolta del legname, che pesa 17 tonnellate ed è lunga 7metri e mezzo. I taglialegna usano macchine del genere, per prendere tonnellate di alberi tagliati e detriti e trascinarle fuori dal bosco. La versione di Kodama è progettata per svolgere questo compito anche di notte, con meno persone, grazie a connessioni satellitari e camere avanzate a lidar (light detection and raging), le stesse utilizzate sulle auto a guida autonoma, per monitorare il lavoro da remoto. Non è facile. “Gli alberi hanno molte texture diverse”, dice Jenkins, 35 anni. “Ogni 3 metri il cammino è leggermente diverso”. Ma tagliare legna nell’oscurità non è la parte più intrigante dei programmi di Kodama, che ha raccolto 6,6 milioni di $ di finanziamenti dalla Breakthrough Energy di Bill Gates e da altri. Dopo avere tagliato gli alberi, Jenkins vuole seppellirli per contribuire a rallentare il cambiamento climatico e raccogliere compensazioni di carbonio che potrà poi vendere (e forse, un giorno, anche crediti d’imposta). L'idea è quella di piantare alberi per assorbire la CO2 dall’aria e poi vendere i crediti alle aziende, ai proprietari di jet privati o a chiunque altro abbia bisogno o voglia compensare le sue emissioni. Gli scienziati, però, sostengono che anche seppellirli possa ridurre il riscaldamento globale. Soprattutto nel caso di alberi che finirebbero altrimenti per bruciare o decomporsi, disperdendo nell’aria il carbonio che hanno immagazzinato. I giganteschi incendi divampati in California nel 2020 hanno evidenziato i rischi per l’aria, le proprietà e la vita posti dalle foreste troppo estese. “I cieli arancioni di San Francisco hanno rappresentato un punto di svolta”, afferma Jimmy Voorhis, head of biomass utilization and policy di Kodama. “Ora queste storie hanno un’eco diversa. L’allarme suona ancora più forte quest’anno, dopo che gli incendi in Canada hanno messo a rischio l’aria di New York, Washington e Chicago. Per affrontare il problema, lo Us Forest Service intende tagliare 70 milioni di acri delle foreste occidentali, soprattutto in California, nei prossimi 10 anni. In questo modo estrarrà più di un miliardo di tonnellate di biomassa secca. È consuetudine, dopo un disboscamento del genere, che i tronchi di dimensioni tali da essere di interesse commerciale finiscano alle segherie, mentre il resto viene in gran parte accatastato e bruciato in condizioni controllate. Kodama, invece, vuole seppellire gli avanzi in vasche di terra progettate per mantenere condizioni asciutte e senza ossigeno e proteggere il legno dalla putrefazione o dalla combustione. Oltre ai fondi raccolti da venture capital, Kodama ha già ricevuto sovvenzioni per 1,1 milioni di dollari dall’agenzia californiana che si occupa degli incendi boschivi. Altri si sono già impegnati ad acquistare i crediti di carbonio legati alle prime 400 tonnellate di alberi seppellite. Sul mercato, quei crediti dovrebbero fruttare 200 $ a tonnellata. Kodama conta di arrivare ad abbattere e seppellire più di 5000 tonnellate di alberi all’anno. L’idea di seppellire gli alberi sembra semplice e poco tecnologica, soprattutto se paragonata alle complesse tecnologie per la cattura del carbonio che vengono sviluppate per estrarre la CO2 dall’aria. Grazie all’Inflation Reduction Act approvato dai DEM nel 2022, società come Occidental Petroleum ed ExxonMobil potrebbero beneficiare di 85 $ di crediti d’imposta per ogni tonnellata di CO2 se riusciranno a perfezionare i sistemi per aspirare il gas direttamente dall’aria e trasferirlo tramite condutture, per poi iniettarlo nel sottosuolo. La legge incentiva alcuni di questi progetti con crediti d’imposta pari al 30% o più del capitale iniziale investito.
https://forbes.it/2023/08/04/kodama-systems-startup-abbatte-alberi-salvare-clima/
Non ho parole per commentare, se non che basta piantare nuovi alberi. Ma evidente non rende così tanto
https://www.science.org/doi/10.1126/science.aax0848
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toscanoirriverente · 1 year ago
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La norma sull'utilizzo delle fonti rinnovabili stabilisce standard non raggiungibili, creando solo frustrazione, mancanza di credibilità e costi elevati. Ecco perché sarebbe meglio un approccio più pragmatico e meno ideologico
Azzeccare previsioni è relativamente semplice, purché non riguardino il futuro. Questa volta però una previsione la facciamo: non vi è alcuna possibilità che gli obiettivi fissati nell’aggiornamento della Direttiva europea (RED III) per quanto riguarda le fonti rinnovabili possano essere raggiunti. Almeno in Italia, ma gli altri stati europei non stanno meglio. L’obiettivo fissato è che al 2030 siano rinnovabili il 42,5% dei consumi finali di energia più un obiettivo non vincolante (ma che significa?) del 45%. Attenzione, questo obiettivo non riguarda la sola energia elettrica, se fosse così già quasi ci saremmo, ma il 42,5 di tutta l’energia. Quindi dobbiamo nello stesso tempo aumentare la quota di energia elettrica prodotta con le rinnovabili e aumentare la quota di elettricità sul totale di energia consumata. E la differenza è enorme. L’elettricità infatti è oggi solo il 21,5 per cento del totale dell’energia consumata.
Per capire di che cosa stiamo parlando è meglio cominciare dai consuntivi, che al contrario delle previsioni presentano numeri certi. Nel 2022, secondo i dati del MASE, solo il 19% dei nostri consumi finali erano da rinnovabili. Sole, vento, idro, geo, ma anche rinnovabili termiche, compresa la legna da ardere, e un po’ di biometano. Nel 2014 era al 17,1. In 8 anni siamo quindi cresciuti di 2 punti. Nei prossimi 7 dovremmo crescere di 23, 5 punti, 12 volte in più del tasso di crescita registrato fin qui. Anche se facessimo oggi tutta l’elettricità con le rinnovabili, cosa impossibile, ci fermeremmo al 31,8, più di 10 punti sotto l’obiettivo. In Europa le cose vanno appena meglio. Siamo al 21% medio, appena due punti sopra l’Italia, grazie soprattutto ad alcuni paesi del Nord Europa, come Svezia e Finlandia, ricchi di idroelettrico e legname.
Da noi la discussione è tutta centrata sulle rinnovabili elettriche, ma occorre capire che in realtà si tratta di perseguire, come detto, un doppio obiettivo. Non solo aumentare la produzione da rinnovabili, ma contemporaneamente aumentare di molto la quota di consumi energetici soddisfatti dall’elettricità. Dal 21,5 % di oggi al 29% nel 2030.  Sembrano pochi  8 punti. Ma il combinato disposto fra le due cose, più rinnovabili e più elettricità nei consumi finali in un tempo così breve, comporta obiettivi irrealizzabili. Stessa cosa per le altre rinnovabili termiche.
Diversi studi, TERNA, Confindustria, Università di Padova, hanno fatto i conti e indicato cosa occorrerebbe fare.  Bisognerebbe da oggi al 2030  installare 700.000 pompe di calore all’anno. Immatricolare 1 milione di auto elettriche all’anno. Nel 2022 sono state 50.000. Installare 120 GW di nuove rinnovabili al ritmo di quasi 20 all’anno contro i 3 dell’anno scorso e almeno 120 GWh di sistemi d accumulo. Aumentare di 15 volte la produzione di biometano. Naturalmente il mix può cambiare, ma siccome nessuno di questi obiettivi singolarmente ha serie possibilità di essere raggiunto le cose non cambiano. Non credo ci sia un solo esperto di problemi energetici che possa ritenere questi obbiettivi realizzabili. Rimane da capire perché l’Europa si ostini ad alzare l’asticella di obiettivi chiaramente non raggiungibili, creando solo frustrazione, mancanza di credibilità e costi elevati. E perché l’Italia che pure ha fatto molti compiti a casa non faccia presente che forse un po’ di  realismo servirebbe. Negli stessi giorni dell’approvazione della Direttiva la Presidenza spagnola ha predisposto un documento dai toni più che allarmistici sulla carenza di una serie di materiali necessari per soddisfare tutte le esigenze. Con il rischio che i costi vadano alle stelle e la dipendenza dalla Cina, dice il documento,  raggiunga lo stesso livello di quella precedente dalla Russia. Suona quindi surreale il commento del relatore tedesco Markus Pieper del Ppe secondo il quale “questa direttiva dimostra che Bruxelles può essere poco burocratica e molto pragmatica”. Il punto è che la Ue si è incastrata da sola ponendosi un obiettivo, quello delle zero emissioni al 2050, che la costringe a stabilire  tappe intermedie altrettanto velleitarie. L’unico risultato per il momento è la perdita di competitività dell’industria europea, la creazione di mercati, auto elettriche e rinnovabili, per i produttori cinesi, l’aumento dei costi per imprese e famiglie. Nel frattempo il contributo delle emissioni europee al totale mondiale continua a scendere. Soprattutto perché crescono quelle degli altri.
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curiositasmundi · 1 year ago
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A Cortina hanno fretta di abbattere i 500 larici secolari a Ronco dove, secondo le intenzioni del governo, dovrebbe sorgere la nuova pista da bob “Eugenio Monti”. Infrastrutture Milano Cortina 2026 (Simico), la società che ha come commissario straordinario Luigivalerio Sant’Andrea, ha assegnato a tempo di record l’appalto per tagliare gli alberi, in vista dell’apertura dei cantieri. I lavori saranno effettuati dalla società di Luca Ghedina (è il fratello del campione di discesa libera Kristian), un imprenditore diventato famoso per aver ripreso e inseguito in auto quattro lupi nella notte. Il filmato fece il giro dei social, ma per aver disturbato gli animali, venne condannato con decreto penale del Tribunale.
Simico non ha perso tempo, dopo aver assegnato i lavori alla Pizzarotti di Parma, che il 19 febbraio dovrebbe recintare e prendere possesso dei quattro ettari di bosco. Utilizzando la procedura dell’affidamento diretto, ha chiesto un preventivo a un solo operatore economico “di comprovata esperienza nel settore” per il “servizio di taglio alberi, ivi compreso il trasporto e l’accatastamento del legname”. Si è rivolta a LGB forestal service srl di Cortina, l’acronimo sta per Luca Ghedina “Brocco”, il nomignolo con cui è conosciuta la famiglia. Il fratello del campione di sci ha presentato un preventivo per il taglio del bosco, compresi il trasporto e l’accatastamento del legname, nonché lo sgombero della neve necessario per accedere ai luoghi di lavoro, l’allestimento dei tronchi da sega e la sramatura.
[...]
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mucillo · 7 months ago
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"Il pittore e il pesce"
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"Tutto il giorno aveva lavorato come un treno.
Dipingeva per dipingere, sul serio, le pennellate
una dietro l’altra come una macchina. Poi fece uno squillo
a casa. E questo fu quanto. Fine della storia,
aveva detto lei. Lui tremava come una foglia. E ricominciò
a fumare. Si sdraiò un po’ ma poi si rialzò,
subito. Come faceva a dormire se la sua compagna lo sbeffeggiava
dicendo che il tempo stava per finire? Andò in macchina
fino in città. Ma non per bere.
No, fece due passi. Passò accanto a una segheria
chiamata «La segheria». Odore di legname
appena tagliato, luci dappertutto, uomini che guidavano
furgoncini ed elevatori, che si davano un gran da fare.
Legname ammucchiato fino al soffitto del magazzino,
lo stridere e lo sferragliare del macchinario. Abbastanza
facile da ricordare, pensò lui. Continuò
a camminare, ora pioveva, una pioggia leggera che vuole
fare il possibile per non dare troppo fastidio
a nessuno e chiede in cambio solo
che non la si dimentichi. Il pittore
si tirò su il bavero e disse tra sé e sé
che non se ne sarebbe dimenticato. Arrivò davanti a un edificio illuminato
dove, in una stanza, c’erano degli uomini che giocavano
a carte attorno a un grande tavolo. Un tizio
con il berretto stava alla finestra e guardava
fuori tra la pioggia mentre fumava
la pipa. Anche quella era un’immagine che non
voleva dimenticare, ma poi
al pensiero seguente si strinse
nelle spalle. A che serviva?
Continuò a camminare finché arrivò al pontile
con i suoi piloni mezzi marci. La pioggia cadeva
più forte ora. Sibilava quando colpiva
l’acqua. I lampi andavano e venivano.
I lampi scoccavano nel cielo
come ricordi, come rivelazioni. Proprio
quando era sul punto di disperare,
un pesce saltò fuori dall’acqua
scura sotto il pontile e ricadde in acqua
e poi venne su di nuovo come una saetta
per ergersi sulla coda e scrollarsi tutto!
Il pittore poteva a stento credere
ai suoi occhi, alle sue orecchie! Aveva appena
avuto un segno – anche se la fede non c’entrava
niente. La bocca gli si spalancò
di colpo. Quando raggiunse casa
aveva smesso di fumare e raccolse
Ii pennello. Era pronto a ricominciare,
ma non sapeva se una sola
tela sarebbe bastata per contenere tutto. Non
importa. Avrebbe continuato
su un’altra tela, se necessario.
O tutto o niente. Lampi, acqua,
pesce, sigarette, carte, macchinari,
il cuore umano, quel vecchio porto.
Anche le labbra della donna contro
il ricevitore, anche quelle.
Le sue labbra arricciate".
Raymond Carver
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petalididonna · 1 year ago
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Dicono che il simbolo della madre sia il pino
un'albero maestoso che si erge verso la luce
dà ricovero ....fornisce frutti e legname....
ma con il tempo si piega e si spezza
Si capisce che sarà un vuoto nella pineta
ma accanto si eleverà una nuova pianta
del resto la vita continua ❤️
Donatella Pardini ©
Buongiorno ❤️
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corrierino · 1 year ago
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Del legname or consegnato deve fare una catasta Leone Cimpellin Tratto dal Corriere dei Piccoli nº 4 del 24 gennaio 1960. Oggi sul blog.
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miniatdetective · 2 years ago
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Fermata a Snohomish ツ
La città di Snohomish si trova alla confluenza del fiume Pilchuck con il fiume Snohomish. 
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I primi coloni dell'area furono gli Sdohobsh, pescatori, cacciatori e raccoglitori nativi americani che erano una suddivisione della tribù dei nativi americani di lingua Snohomish Lushootseed. 
Nel 1855, i membri della tribù Snohomish erano presenti a Mukilteo per firmare il Trattato di Point Elliott. 
Lo scopo del trattato era risolvere le controversie sulla terra in cui nativi e coloni erano immediatamente adiacenti l'uno all'altro e risolvere altre questioni con i nativi americani. Il trattato prevedeva l'istituzione di quattro riserve. Quando i coloni bianchi iniziarono ad arrivare alla confluenza dei fiumi Snohomish e Pilchuck alla fine del 1850, la maggior parte dei nativi americani si era trasferita nella riserva di Tulalip vicino a Marysville.
I primi coloni bianchi in quella che oggi è la città di Snohomish includevano Heil Barnes e Edson Cady: il loro obiettivo era stabilire un insediamento alla foce del fiume Pilchuck, dove sfocia nel fiume Snohomish. 
Cady rivendicò la sua terra e chiese un permesso postale per Cadyville. Nel frattempo, Barnes rivendicava Emory C. Ferguson proprio accanto a quella di Cady; nel 1859, fece spedire un cottage in barca da Steilacoom alla terra rivendicata e lo rimontò per l'uso di Ferguson. Quel cottage è ancora in piedi. Ferguson arrivò un anno dopo, nel marzo/aprile 1860, e stabilì un mercantile a Cadyville.
Con l'arrivo di più coloni nella regione, la contea di Snohomish fu fondata il 14 gennaio 1861. Il primo capoluogo della contea fu Mukilteo, ma nel luglio 1861 fu trasferito a Cadyville dopo un voto popolare.
Woodbury Sinclair acquistò la quota di Cady nel 1864 con l'intenzione di aprire un negozio a sostegno della fiorente industria del legname della zona. Quando sua moglie, Mary Low Sinclair, arrivò a Cadyville il 1 maggio 1865, divenne la prima donna bianca residente permanente di Cadyville. 
Nel 1871, Ferguson avanzò la sua affermazione dando un numero alle strade che correvano da est a ovest e una lettera ai viali nord-sud; un anno dopo, Mary e Woodbury Sinclair firmarono il reclamo che avevano acquistato da Cady, e diedero un nome ai viali dopo gli alberi.
Cadyville divenne nota come Snohomish nel 1871, quando il plat di Snohomish City Western Part si unì alla rivendicazione orientale di Ferguson con la rivendicazione occidentale di Sinclair a Union Avenue. Ferguson è spesso chiamato il padre di Snohomish mentre Mary Low Sinclair è ricordata come la madre delle scuole di Snohomish.
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Originariamente, Snohomish fu fondata per sostenere la comunità agricola circostante, ma presto divenne anche una città di disboscamento a causa delle fitte foreste di Douglas Firs della zona. 
I fratelli Alanson, Elhanan e Hyrcanus Blackman migrarono a Snohomish dal Maine e stabilirono il loro primo campo di disboscamento nel 1875 su quello che allora era chiamato Stillaguamish Lake, ora è noto come Blackmans Lake. 
Hyrcanus divenne il primo sindaco della città dopo un'elezione speciale nel giugno 1890 per incorporare la nuova città (tuttavia, cinque mesi dopo, durante le elezioni generali di novembre, Ferguson fu eletto primo sindaco a tempo pieno di Snohomish). La prima segheria di Snohomish iniziò le sue operazioni sul fiume Pilchuck nel 1876. Nel 1878, i Blackman aprirono la loro segheria che si trovava sul fiume Snohomish. 
Nel 1884, 700 persone chiamarono Snohomish casa: c'erano un tribunale, un edificio scolastico, sei saloon e una chiesa in città. 
La stazione ferroviaria di Snohomish fu costruita nel 1888. Il primo treno ad arrivare in città fu un treno Seattle, Lake Shore & Eastern Railway. L'illuminazione elettrica seguì l'arrivo del primo treno nel 1889. Nel 1893, fu completata la Great Northern Railway da St. Paul a Seattle, inclusa una fermata a Snohomish.
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Nel 1897, il capoluogo della contea si trasferì a Everett dopo un'elezione contestata.
Intorno alla fine del secolo, l'economia di Snohomish si è diversificata per includere l'industria conserviera, poiché il suolo e il clima dell'area sono ideali per la coltivazione di frutta.
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Una Carnegie Library fu costruita nel 1910 sul sito di una scuola con una sola stanza in Cedar Avenue. Il Carnegie Building esiste ancora, anche se non ospita più la biblioteca; è l'edificio pubblico più antico della città.
Nel 1911, molti degli edifici di First Street furono distrutti da un incendio che si estese lungo le Avenue B e C; furono in gran parte sostituiti da edifici in mattoni e muratura.
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Uno dei maggiori datori di lavoro, all'inizio di Snohomish, era la Bickford Ford in First Street, fondata da Lawrence Bickford nel 1934. La concessionaria è ancora aperta e a conduzione familiare, sebbene si sia trasferita dal distretto storico di Snohomish a Bickford Avenue all'estremità settentrionale della città. 
Snohomish apprezza e celebra la sua storia attraverso vari gruppi dedicati alla conservazione del suo patrimonio e del suo carattere unico. Negli anni '60 c'è stata una spinta per preservare il carattere storico di Snohomish e per incoraggiare la vitalità commerciale dell'Historic Business District. La Snohomish Historical Society è stata fondata nel 1969 e ha sede presso il Blackman House Museum, la vecchia casa di Hyrcanus Blackman. Il legname locale, il primo lavorato dai Blackman, fu utilizzato per costruire la casa nel 1878.  
Nel 1973, Snohomish è stata la prima città della contea ad approvare un'ordinanza che istituisce un distretto storico, che è elencato nel registro nazionale dei luoghi storici. Il quartiere storico è un'area di 26 isolati lungo il fiume Snohomish, contenente un mix di usi commerciali e residenziali. Il Design Review Board della città di Snohomish, un organo consultivo, è stato creato nel 1979 per garantire che lo sviluppo nel distretto storico sia coerente con gli standard storici stabiliti. 
Historic Downtown Snohomish, fondata nel 2004, è un'organizzazione senza scopo di lucro di volontari e aziende che lavorano per promuovere, preservare e migliorare il quartiere degli affari del centro storico della città.
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antro-dei-fumetti · 19 days ago
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Viking Raiders
Viking Raiders è un gioco di carte per 2-5 giocatori in cui i giocatori sono capi vichinghi, che si scontrano per costruire la flotta più grande, creare il clan più grande e ottenere il maggior bottino. Nel tuo turno, peschi 2 carte per vedere cosa ha fatto il tuo clan mentre eri via a "capo". Si sono concentrati sulle risorse e hanno estratto pietra o oro, raccolto legname, creato nuovi vichinghi o accumulato scorte di cibo? A volte hanno trascorso il loro tempo preparando azioni per te catturando un Berserker errante o preparandosi per un raid (una delle loro imprese preferite). O forse hanno ottenuto un favore da uno degli dei o delle dee norvegesi?
Viking Raiders è un gioco di carte per 2-5 giocatori in cui i giocatori sono capi vichinghi, che si scontrano per costruire la flotta più grande, creare il clan più grande e ottenere il maggior bottino. Nel tuo turno, peschi 2 carte per vedere cosa ha fatto il tuo clan mentre eri via a “capo”. Si sono concentrati sulle risorse e hanno estratto pietra o oro, raccolto legname, creato nuovi…
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allgoodok1 · 2 months ago
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Il World Woodcutter Championship è un concorso internazionale per la tecnologia e la forza del legname, con la serie STIHL TIMBERSPORTS® e il Campionato Mondiale del Lumberjack
Il World Woodcutter Championship è un concorso internazionale per la tecnologia e la forza del legname, con la serie STIHL TIMBERSPORTS® e il Campionato Mondiale del Lumberjack.## STIHL TIMBERSPORTS® Campionato del mondo 2024Il 2024 STIHL TIMBER SPORTS® World Championship si terrà a Tolosa, Francia [1] [2]. La competizione è divisa in competizioni individuali e di squadra.### mostra individuale–…
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mezzopieno-news · 8 months ago
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IL CANADA RESTITUISCE 200 ISOLE ALLE POPOLAZIONI ABORIGENE
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Il governo della Columbia Britannica ha approvato il primo accordo in Canada per riconoscere la giurisdizione di una nazione indigena sul suo territorio tradizionale.
Dopo decenni di trattative, più di 200 isole al largo della costa occidentale del Canada saranno restituite alle popolazioni indigene Haida che le hanno occupate per millenni, un territorio di circa mezzo milione di ettari (quanto due volte la superficie del Lussemburgo). Queste terre sottratte alle popolazioni indigene in seguito alle colonizzazioni del passato, hanno subito per secoli conseguenze profonde come la perdita culturale, l’alienazione, l’impoverimento, conflitti e degrado ambientale. “Il legame dei popoli indigeni con le loro terre e acque è l’elemento determinante della loro identità e cultura e del loro rapporto con i loro antenati e le generazioni future” dichiara il rapporto delle Nazioni Unite sui diritti delle popolazioni indigene. Per questo gli organismi internazionali per i diritti umani stanno spingendo tutti gli Stati a lavorare per rispettare, proteggere e ripristinare i diritti di queste antiche popolazioni e a restituire il controllo dei loro territori tradizionali.
Per gran parte del XX secolo il Canada ha estratto rame da queste terre e pescato in questi mari con grandi pescherecci, molti antichi villaggi Haida sono stati cancellati e le foreste abbattute per trarne legname e altre risorse. L’accodo rappresenta un precedente importante che secondo Gaagwiis Jason Alsop, Presidente della nazione Haida “eleva l’onore della Corona risolvendo la questione attraverso la negoziazione piuttosto che un contenzioso”.
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Fonte: Governo del British Columbia; United Nations; Haida Nation; foto di Radoslaw Sikorski
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32j · 2 months ago
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All these [disegni], or profiles or whatever we want to call them, are as useful to architecture and sculpture as to painting. They are however chiefly useful to architecture, because its disegni are only composed of lines, which as far as the architect is concerned are the beginning and the end of his art, because all the rest, which is made by means of wooden models derived from those lines, is nothing other than the work of carvers and masons.[1]
‘E tutti questi [disegni], o profili o altrimenti che vogliam chiamarli, servono così all’ar­ chitettura e scultura come alla pittura; ma all’architettura massimamente, perciò che i disegni di quella non sono composti se non di linee, il che non è altro, quanto a l’architettore, ch’il principio e la fine di quell’arte, perché il restante, mediante i modelli di legname tratti dalle dette linee, non è altro che opera di scarpellini e mura­ tori.’ Vasari, Vite, 1:112.
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cinquecolonnemagazine · 6 months ago
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Earth Overshoot Day 2024, umanità in 'debito' col Pianeta
(Adnkronos) - Giovedì 1° agosto è l’Earth Overshoot Day, cioè il giorno in cui la domanda di risorse naturali da parte dell’umanità supera la capacità della Terra di rigenerarle nell'arco di un anno. A calcolare ogni anno l'Overshoot Day globale e dei singoli Paesi è il Global Footprint Network. L’Earth Overshoot Day che cade il 1° agosto indica che attualmente l’umanità sta utilizzando la natura 1,7 volte più velocemente di quanto gli ecosistemi del nostro pianeta possano rigenerarsi.  Earth Overshoot Day 2024, l'utilizzo eccessivo delle risorse naturali "Tale utilizzo eccessivo compromette la sicurezza delle risorse - avverte il Global Footprint Network - Le conseguenze di una 'spesa' ecologica eccessiva sono evidenti nella deforestazione, nell’erosione del suolo, nella perdita di biodiversità e nell’accumulo di anidride carbonica nell’atmosfera, che porta a eventi meteorologici estremi più frequenti e a una riduzione della produzione alimentare. Sebbene l’Earth Overshoot Day sia rimasto stabile per un decennio, si verifica subito dopo che sono trascorsi 7 mesi. Nel resto dell’anno l’umanità vive di un uso eccessivo, impoverendo ulteriormente la biosfera. Pertanto, anche se la data rimane stabile, la pressione sul pianeta continua ad aumentare, poiché i danni derivanti dal superamento si accumulano nel tempo".  Come si determina la data? Per determinare la data dell’Earth Overshoot Day, il Global Footprint Network mette a confronto, sulla base dei dati più recenti, la biocapacità annuale della Terra (aree terrestri e marittime biologicamente produttive) con l’impronta ecologica dell'umanità che misura la domanda di risorse per l'intero anno (prodotti alimentari e fibre di origine vegetale, bestiame e prodotti ittici, legname e altri prodotti forestali, spazio per le infrastrutture urbane e foreste per assorbire le emissioni di anidride carbonica provenienti dai combustibili fossili). Le singole nazioni Guardando alle singole nazioni, l’Overshoot Day di un paese è la data in cui cadrebbe l’Earth Overshoot Day se tutta l’umanità consumasse come la popolazione di quel paese. Quest'anno per l'Italia è stato il 19 maggio, con il risultato che sarebbero necessari quasi 3 pianeti, se tutti vivessero come gli italiani.  In 'testa' nel ranking delle singole nazioni Qatar e Lussemburgo, che già a febbraio facevano toccare il fondo alle risorse del Pianeta, ed Emirati Arabi, Stati Uniti e Canada (seguiti anche da paesi europei come Danimarca e Belgio) che hanno esaurito l''offerta' della natura già a marzo. Quanto all'Ue nel suo complesso, il limite è raggiunto quest'anno il 3 maggio.  [email protected] (Web Info) Foto di PIRO da Pixabay Read the full article
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michelangelob · 7 months ago
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Biblioteca Medicea Laurenziana: "che la scala si facesse di legname"
Io avrei voluto una bella scalinata in legno di noce per raccordare il Vestibolo della Biblioteca Medicea Laurenziana al salone di lettura. È così che l’avevo pensata ed è così che l’avevo progettata ma non come fu realizzata. Il legno è un materiale caldo, accogliente e che invoglia al raccoglimento intimo. Così come i quadroni del soffitto e i banchi li avevo disegnati per essere intagliati…
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