#lacrime di commozione
Explore tagged Tumblr posts
Text
Il cielo stasera era di un rosso fuoco... adatto al film che sono andata a vedere al cinema: Elemental della Disney Pixar
Parola d'ordine: l'importanza di seguire i propri sogni anche a costo di ferire la propria famiglia, perché il sogno dei genitori non deve per forza essere anche quello dei figli.
PS. chicca super emozionante il corto di UP a mo'di sequel prima dell'inizio del film (piango🥺)
#pensieri per la testa#persa tra i miei pensieri#elemental#Disney#pixar#disneyana#cartone animato#film d'animazione#fuoco#acqua#amore#commuovente#up#sogni#desideri#famiglia#genitori e figli#emozionante#emozioni#lacrime di commozione#cinema#cielo#gif#gif film#lavoro#sfumature cielo#sfumature
2 notes
·
View notes
Text
"Incredibile come il dolore dell’anima non venga capito. Se ti becchi una pallottola o una scheggia si mettono subito a strillare presto-barellieri-il-plasma, se ti rompi una gamba te la ingessano, se hai la gola infiammata ti danno le medicine. Se hai il cuore a pezzi e sei così disperato che non ti riesce aprir bocca, invece, non se ne accorgono neanche. Eppure il dolore dell’anima è una malattia molto più grave della gamba rotta e della gola infiammata, le sue ferite sono assai più profonde e pericolose di quelle procurate da una pallottola o da una scheggia. Sono ferite che non guariscono, quelle, ferite che ad ogni pretesto ricominciano a sanguinare".
(Insciallah), Oriana Fallaci
È la dea della mitologia nordica quella raffigurata nel dipinto, la dea Freya, signora degli elfi, patrona della natura e moglie di Odur, il Dio che percorre instancabile la volta celeste alla guida del carro del Sole. Ogni giorno i due devono separarsi, dedicandosi ai propri doveri divini, e quando Odur si mette in viaggio, Freya non riesce a trattenersi dal piangere lacrime d’oro, che tingono l’alba di questo colore. Lo stesso avviene anche al tramonto, quando Odur finalmente torna tra le braccia della sua amata che versa lacrime di commozione, colorando l’orizzonte di sfumature dorate.
26 notes
·
View notes
Text
Ma insomma, dobbiamo piangere sempre? Se non sono lacrime è commozione e ogni volta ci dobbiamo indignare.
Un bastardo merdoso riduce un povero cane in fin di vita e tu ti senti male, un po' in colpa e stringi a te il tuo cagnolino come per farti perdonare di essere un uomo.
Bambini a Gaza uccisi e mutilati, e ancora una volta rabbia e commozione, triplicata per centomila cagnolini, ma allora siamo fatti male noi che piangiamo e ci arrabbiamo?
Una giovane donna viene uccisa barbaramente da un uomo, un'altra vittima tra le tante che abbiamo contato e vai di lacrime, funerali e rabbia.
Si resta impotenti e increduli davanti agli orrori che l'uomo è capace di commettere e la cosa tremenda è che sai che accadrà di nuovo, forse sta accadendo nel momento che scrivo. Ci saranno altri bambini, donne, gattini, cagnolini, orsi, leoni, e non so cos'altro immaginare da piangere, da farci indignare, arrabbiare e ancora ragionamenti, trattati di psicologia da sciorinare su giornali e televisioni.
Allora uno si chiede se forse è meglio non vedere, non sapere, ma non puoi. Sei coinvolto come essere umano. Fai parte di tutto questo orrore ma senti che non ti appartiene e soffri; poi vedi tanti uomini e tante donne che si prodigano per salvare quel cane, quel gatto, quel bambino, ospedali che fanno interventi esagerati per salvare delle vite, e poi... e poi.. Ma si, evviva le persone belle, quelle coerenti, quelle etiche, quelle che hanno un cuore. Saranno pure una minoranza, conteranno poco ma fa niente, sono queste le persone che io apprezzo e stimo. Queste sono le persone che mi piacerebbe avere intorno..
@ilpianistasultetto
28 notes
·
View notes
Text
L'Anima ascolta e annuisce. Ad un tratto, un paio di lacrime rotolano giù dalle guance. E dice: Non è sofferenza, non è tristezza. È commozione. È soltanto Bellezza. E anche la Bellezza commuove. E così sopraggiunge la sensazione di aver vestito di stelle anche questa giornata, e che non ne esista una uguale alle altre.
17 notes
·
View notes
Text
Mia Amata Dea,
Il Tuo ingresso ufficiale da Piena di ghiaccio, come sei stata ribattezza per l’ultimo mese dell’anno, è avvenuto appena ieri. Purtroppo però causa nebbia non mi era stato possibile ammirarti e come sempre mi succede quando manchiamo al Nostro appuntamento, la delusione si era fatta sentire parecchio, soprattutto pensando che mi trovavo in compagnia di una tra le Persone più importanti della Mia Vita e quando Ti guardo insieme a Lei, l’emozione si fa ancora più forte. Così quando glielo ho fatto notare ha provato a scherzarci un po’ su, ribadendo con estrema simpatia e dolcezza che non Ti avremmo vista. Quando ci ha tenuto a sottolineare quel ‘Noi’ sottinteso è stato come se ad un tratto Ti avessi vista per davvero.
Poi stamani mentre mi ritrovavo alla fermata dell’autobus, con le macchine parcheggiate ricoperte di bianco brina brillante, per caso ho alzato gli occhi al Cielo e improvvisamente sei apparsa grande e luminosa mentre mi stavi salutando con gioia. E’ stato come se mi stessi chiamando già da un po’ e finalmente Ti avessi sentita. Nell’esatto momento in cui Ti ho incrociata sul Mio volto era apparso un mega sorriso, di quelli capaci di sprizzare stupore da ogni angolo del Mio volto. Tale reazione ha attirato la curiosità di qualche passante ma come sempre non m’importava poiché oramai lo sai bene che quando di mezzo ci sei Tu è uno di quei rari attimi nei quali riesco a mettere in standby il Mio famoso autocontrollo. Le nuvole stavano danzando intorno a Te ma quando è stato il momento di salutarmi, incredibilmente si sono spostate per consentirmi di arrivare a Me. Magia! Subito dopo hanno ripreso la Loro incantevole danza, mentre Tu le illuminavi fortemente attraverso il Tuo potente candore. Uno spettacolo nello spettacolo insomma. Pure stavolta mi hai accompagnata sino all’ingresso a lavoro, ovunque mi girassi Tu eri lì per Me pronta ad incoraggiarmi e a ricaricarmi pazzamente, consentendomi di poter cominciare questa Giornata che prende il Tuo nome, dando vita ad una nuova settimana insieme, la quale non poteva cominciare meglio di così. Fortuna che prima di entrare ho avuto qualche minuto a disposizione per poterti immortalare tra gli alberi. Non sarai venuta benissimo ma la trovo comunque una foto piuttosto suggestiva, giacché sembra quasi che Tu Ti stia arrampicando tra i rami spogli per potermi augurare il Tuo “Buon lavoro”. Wow!
Ma non finisce qui poiché con Mio stupore, qualche ora più tardi insieme all’Universo mi hai donato un’altra sublime Sorpresa, facendo apparire sotto i Miei occhi un’aurora rosa che mi ha commossa, mentre sbucava dalle finestre poste in alto di dove lavoro, che mi ha dato quasi la sensazione di toccarla con mano per quanto fosse gigante e reale. Ecco che non ci ho capito più nulla! Tutto quello che volevo fare era piangere di contentezza, questo perché per l’ennesima volta Tu e L’Universo siete arrivati in Mio soccorso per ripulire la Mia Anima dai problemi e dalle difficoltà, calmandola di colpo dallo stress e dall’inquietudine che queste irrimediabilmente provocano. D’un tratto mi sono sentita ricca e felice, come non mai! Del resto, quando si ha la fortuna di poter avere a portata d’occhio un simile Panorama non si necessita di nient’altro per tornare a sentirsi unicamente Padroni di Se Stessi e del Mondo tutto. Si dice che quando un Cuore riesce ad emozionarsi ancora, significa che la sofferenza non vince e non vincerà mai ed Io voglio continuare a crederci. Pure stavolta trattenere le lacrime di commozione è stata durissima. Avevo degli occhi lucidi infatti da far paura. Fortuna che nessuno se n’è accorto!
Grazie, Grazie, Grazie Mia Amata Luna per questo ennesimo Regalo che mi hai fatto insieme al Nostro Amato Universo.
@elenascrive
📸 mie
#io#me stessa#oggi#diario#lettera#luna#aurora#emozioni#commozione#universo#magia#sensazioni#sentimenti#speranza#carica#pensieri#foto mie#parole mie#stati d'animo#io scrivo#scrivo#scrivere#scrivendo#scrittura#mie parole#vita#vivere
3 notes
·
View notes
Text
Breve monito.
Emotività ed emozione non sono la stessa cosa. Molto pianto o molta commozione non indicano in automatico una persona sensibile o empatica.
Chi scambia la sensibilità con l'emotività è chiaro che non ne vede la differenza e non vede la diversa origine nemmeno dentro se stesso.
Impara a discernere, perché le lacrime di coccodrillo vendono nel marketing, nelle relazioni tossiche e in entrambi i casi quando credi alla superficie ...perché sei superficiale.
#zombie#società#società malata#svegliatevi#aprite gli occhi#sistema#manipolazioni#schiavi#uomini#donne#relazioni#piangere#lacrime#discernimento#lavoro su di sé#conosci te stesso#emozioni#emotività#little differences#sensibilità#maschere#verità#crescita interiore#crescita personale#spiritualità#illusioni#consapevolezza
33 notes
·
View notes
Text
La Stella.
"Il cambio di Direzione del Vento"
Che meraviglioso movimento di chiusura ci sta accompagnando in questi giorni!
Nell'aria si respira pura Magia.
Ogni cellula del nostro Corpo è impegnata a trovare "la sua strada", a farsi spazio tra le Antica Vestigia del nostro Passato.
Ci sono percorsi carichi di dolore che stanno trovando risoluzione dopo millenni di oppressione e disequilibrio, ed altri che si stanno "pericolosamente" affacciando al "nodo della questione".
Ovunque ci stiamo "trovando" o "cercando" oggi, ciò che vedremo nei prossimi giorni disvelarsi davanti ai nostri increduli occhi è l'autentico Dono. Quello originale. Quello puro.
Proprio lì, di fronte a noi. Chiaro, limpido, magico.
Ci lascerà abbagliati.
Ci regalerà attimi di estasi. E commozione.
Ci prenderà per mano e ci disvelerà con Amore che c'è una ed un'unica Destinazione per noi: quella dettata dal Cuore.
Ricca di opportunità, di vicoli, di binari, di scelte, di avventure. Ma soprattutto ricca di Amore.
A quel punto non avremo dubbi su dove dirigerci.
Quale strada mai scegliere se non quella dettata dalle profondità del nostro Sè più autentico? Quale movimento compiere se non quello ispirato dalla Bellezza e dalla Magia del Cristallino?
E quando la scelta "che è stata finalmente scelta" incontra la via dell'Anima, allora il connubio è pura Rivelazione.
Umano e Divino. Materia e Spirito.
Dicembre chiude la porta ad un Passato che abbiamo tanto sofferto e lambito di lacrime. Per spalancare finestre nuove. Aria buona da respirare. Vento di cambiamento. Tormenta di candida neve che si posa sulle iniquità del Mondo Antico.
E dentro questo incantevole "movimento di perdita", mentre il controllo sulle nostre presunte decisioni, sui nostri schemi e sulle nostre sicurezze si frantuma dentro, all'improvviso tutto ci appare chiaro: "Noi non siamo lo schema traumatico. E nemmeno l'Altro lo è".
Se scegliamo di "stare male", se la Morte ci fa ancora paura, se le relazioni che intessiamo puzzano di stantio, di muffa, di naftalina, non è colpa dell'Altro.
E non è compito nostro ripulire e alleggerire il peso dell'Altro, convincerlo a spostare un grammo della sua Anima verso il suo Sentito profondo.
Non è compito nostro "restare" nel dolore antico dell'Altro.
Se una persona sceglie di morire emotivamente o fisicamente, non è nostro affanno foraggiarla di motivazione o di energia vitale.
Non è questo il nostro modo di "amarlo".
Amare è lasciare "libero" l'Altro anche di "trascurare se stesso", di non prendersi cura della sua salute fisica e psichica, di non chiedere aiuto in autonomia quando sta male, di scegliere di morire e di lasciarsi andare.
C'è un sottile confine tra offrire dignità e cure basilari ed ingabbiare con il controllo, con la proiezione di bisogno personale ed attaccamento.
La dipendenza, l'immaturità emotiva, la presunzione e l'arroganza sono un male diffuso su questo Pianeta.
Arrogarsi il diritto di "salvare" l'Altro solo perché c'è un legame familiare o affettivo, di controllare la vita degli Altri, di supporre quale sia il loro massimo bene, di agganciarli a noi con la pietà, con l'inganno, con la manipolazione, è veleno per l'Anima. E anche per il Cuore.
Le vittime a volte si dimostrano più "malate" dei carnefici.
Il "controllo" non ha mai una "funzione amorevole".
Il sostituirsi non è Amore. E' manipolazione. E' prigione per se stessi e per l'Altro.
Questo Piano di Coscienza, nel suo movimento originale, rinnova il suo patto con l'Amore solo attraverso la Libertà.
Non continuiamo ad attaccarci alla "speranza di cambiamento". L'Altro non cambia per noi. E non è tenuto a farlo.
Non cambia comportamento, idea, atteggiamento perché noi attuiamo tutte le infantili tattiche di circuizione, di raggiro, di ricatto emotivo velato, di sottomissione o di controllo.
L'Altro è adulto. Opera le sue scelte. Che sia un familiare che non vorremmo perdere o una relazione d'amicizia o d'amore che vorremmo restasse, ciascuno compie il suo Destino.
Ciascuno detiene dentro di Sé la sua Verità. Conscia o inconscia che sia.
Ciascuno, in fondo a se stesso, sa quando chiudere i cicli.
Non dobbiamo tentare di impedire ciò che deve accadere.
Dobbiamo serenamente assecondarlo.
Perché ad ogni chiusura, con questa Energia Cristallina in circolazione, si aprono eventi magici. Si propagano nell'etere polvere di stelle e incantesimi. Si sbloccano generazioni di "potenti alleanze traumatiche", familiari ed animiche.
Non possiamo trattenere ciò che non è più in equilibrio con il nostro viaggio interiore. E nemmeno possiamo identificarci ulteriormente con il nostro Antico Sè, a cui siamo così affezionati e devoti.
Non possiamo più renderci schiavi del nostro Dolore.
Il Dolore è una dipendenza. La Violenza spesso genera Piacere.
Per molte persone l'Autolesionismo è vitale per la "sopravvivenza psichica".
Hanno "necessità" che le cose si rompano con sofferenza, alimentando la commiserazione e attirando l'attenzione su di loro.
Non si concederanno mai il "successo" con una struttura così compromessa.
Lo schema interiore prevederà sempre, con cadenza regolare, che qualcosa frantumi il loro corpus emotivo e li getti nella disperazione e nella perdita.
Non è ipersensibilità questa. E' autolesionismo, è movimento sadico. E' un disturbo psichico.
E va curato.
Non è sufficiente che lo Spirito ispiri la Verità. Occorre che l'Umano incarni la Verità stessa.
Questo è il regalo di Dicembre per tutti noi: la totale consapevolezza che la via della Guarigione passa in prima battuta per l'Amore dell'Umano verso se stesso.
Nessuno Spirito guarisce un Umano rotto.
E quando qualcuno è frantumato dentro, la sola possibilità che ha per ricomporsi è riconoscere il suo disturbo e iniziare un lungo e sincero percorso di riabilitazione. Non da solo. Con coloro che accompagnano con competenza e serietà questi percorsi di Rinascita psichica ed emotiva.
Non ci sono altre vie o scorciatoie.
L'Energia di Trasformazione interiore si intensificherà ulteriormente nei prossimi giorni. Di parecchio. Divenendo quasi "inaccettabile" per determinati schemi di automatismo ancora molto irrigiditi e incollati.
Il Vento cambierà Direzione. Non smetterà di soffiare per giorni e giorni.
E' ora di "mollare". Di "lasciare che sia".
Se serve, anche di salutare chi sta per andarsene.
Di accomiatare ciò che non può più restare con noi. Pezzi di noi. Pezzi di Passato. Pezzi di inenarrabile dolore.
Non trattenete oltre.
Andate. Il Varco vi aspetta.
Mirtilla Esmeralda
3 notes
·
View notes
Text
Cristo Velato - Cappella Principe Sansevero- Napoli
Vi siete mai chiesti il significato del Cristo Velato?
Guardate il velo che lo ricopre. Dà i brividi vero? È così morbido e realistico che non sembra possibile che sia fatto di marmo. Sembra addirittura che il lenzuolo si muova, come sospinto da un lieve soffio di vento. O da un respiro. Per secoli si credette che la sua incredibile trasparenza fosse opera dei poteri di Raimondo De Sangro, il quale avrebbe adagiato sulla statua un vero e proprio velo che si sarebbe marmorizzato attraverso un processo alchemico.
Adesso osservate il corpo di Cristo. È disteso su un materasso marmoreo, le ginocchia contratte, scavate dalla fatica e dal dolore, la testa sollevata sui cuscini, gli occhi socchiusi. Se guardate con attenzione, vedrete delle lacrime che tremolano sulle sue palpebre. Io ogni volta che la osservo provo un senso di commozione. E ho visto persone piangere e inginocchiarsi davanti a questa statua. Perché in questa scultura c’è tutta la sofferenza dell’uomo umiliato, percosso e trafitto.
Se però lo osservate con più attenzione, noterete un dettaglio che a molti sfugge. Sulla tempia di Cristo vedrete una vena che sembra ancora pulsare. E guardate i suoi arti. Sembrano ancora contratti, come se potessero muoversi da un momento all’altro. Perché? Perché quest’incredibile scultura non raffigura, come molti credono, un uomo morente, che ha appena esalato il suo ultimo respiro, ma un uomo che è sul punto di risvegliarsi e di emetterne uno nuovo: quello della rinascita dopo la morte!
Il Cristo Velato racchiude un messaggio di speranza e di riscatto, è il simbolo della rinascita alla quale l’anima, dopo aver attraversato la sofferenza (simboleggiata dalla Croce), può aspirare. Ed ecco anche perché il Cristo è velato. Il velo nasconde i misteri dell’esistenza agli occhi dei viventi. Cos'è la morte, sembra dirvi lo scultore, se non un leggerissimo velo, quasi impalpabile, che non attende altro che essere svelato?
7 notes
·
View notes
Text
Alla mia bimba, a mia sorella
Amore mio, con i tuoi capelli castani lisci e morbidi, non crescere mai. Resta pura, non lasciarti mai ingoiare dal male del mondo, permetti al sole nel tuo cuore di non spegnersi mai. Quando ti ho vista la prima volta eri tutto ciò che potessi desiderare, il mondo intero è diventato più luminoso da quando hai vissuto il tuo primo giorno su questa terra. Avevi gli occhietti e i pugni chiusi, ma già sapevi vedere dentro di me. Mi hai resa forte, mi hai insegnato l'amore vero, mi hai salvato la vita, mi hai completata. Non ho mai modo di dirtelo e non voglio caricarti di tutto questo egoismo, ma desidero ardentemente che tu non venga mai scalfita dal dolore. Se potessi proteggerti da tutti i mali del mondo lo farei, li ho visti e li ho vissuti, ma l'unica cosa che posso fare è tenerti per mano, quella mano da giovane donna che prima era un piccolo chicco di riso nella mia. Tu che sei il mio Sole, la mia Speranza, la mia Vita.
Bimba mia, non lasciare che scorrano sulle tue guance solo lacrime di sconforto e rabbia. Lascia che si bagnino anche di gioia, risate, commozione. Permettimi di asciugare dai tuoi occhi il dolore, e di soffiarci delicatamente dentro un po' d'amore. Non pensare che il sorriso sia solo uno scudo, non credere alla solitudine pesante dell'anima, non pensare di non essere speciale. Ogni volta che sarà necessario io sarò lì a ricordarti il contrario, a rammentarti quando grata e benedetta è la Terra di averti come ospite, di quanto sono onorata di aver vissuto accanto alla tua anima, di averla osservata e adorata in ogni sua sfaccettatura.
Piccola mia, stai crescendo e crescerai. Non sarai più una bambina, anche se ai miei occhi non cambierai mai. Vivrai da sola, farai le tue prime esperienze, raggiungerai i tuoi primi traguardi, prenderai le tue prime scelte. Ricorda che ad ogni problema c'è sempre una soluzione, e che qualcosa di migliore e meraviglioso sta tentando di arrivare a te. Chiudi gli occhi, fai un respiro profondo, immergiti nel mare delle possibilità. Nessun dolore è fatto per durare, e ogni volta che non saprai cosa fare o ti sentirai persa, ricorda che puoi sempre navigare tra mille scelte. Ricordati di riposare, prenditi cura di te, metti dei cerotti sulle ferite, perchè non sanguineranno per sempre e io sarò sempre lì a medicarle, quando penserai di non riuscire da sola.
Tesoro mio, non spegnerti mai.
6 notes
·
View notes
Text
“ La Belaglia è una bambina bellissima di diciassette anni, la pelle bianca, lo sguardo che esce dai begli occhi dolcissimo e innocente. È snella, delicata e già con le tiepidezze della donna benché un qualche cosa avverta di una incapacità a completarsi, una maledizione che è dietro alla sua bellezza e sarà quella che vincerà (o forse perché so la sua tara e che la madre morí qui al manicomio e il fratello è nei “corrigendi” a Firenze). Quando questa ragazza è arrivata ha commosso tutte le infermiere per la sua dolce bellezza; essa non ha mai conosciuto la madre però sa che è morta qui e i primi giorni domandava alle infermiere se l'avevano conosciuta, come era fatta, come aveva gli occhi, cosa disse prima di morire ecc. Nella cartella che l'accompagna (essa proviene dall'ospedale psichiatrico di S. Salvi) c'è scritto che prima di essere ricoverata a S. Salvi era dalle suore dove si comportava benissimo, si dimostrava buona, intelligente e solerte negli studi; un giorno apparve confusa, come parlasse in sogno e sempre piú si alterò finché fu ricoverata; e da S. Salvi fu trasferita a Lucca, nel nostro manicomio, perché è domiciliata in provincia di Lucca, in un paese qui vicino, dove suo padre lavora la terra. I primi giorni che fu con noi non si distinse dunque che per la commozione che suscitava la sua dolce bellezza e i suoi davvero innocenti diciassette anni. Le domande che essa faceva su sua madre accrebbero la pietà e già si pensava di mandarla presto a casa, presso suo padre, che era venuto a trovarla e si era dimostrato affettuoso e delicato con la figlia, come uno che benché la pazzia gli abbia recato tanti malanni non rinuncia affatto né si duole di neppure uno dei suoi sentimenti.
Ma ieri la Belaglia ha cominciato a dire appassionatamente, ed ha continuato tutta la notte, con la sua tremante vocina che “è marcia, è in agonia” e mostra le due mani dicendole di un cadavere, che la sua orina è verde, e di nuovo aggiunge, con gli occhi piú belli per l'implorazione: «Sono in agonia». Anche stamani ripeteva queste idee deliranti stringendosi all'infermiera come avesse paura di qualche cosa di orrendo che ineluttabilmente si avvicinava. (Ho notato che le infermiere, molte delle quali non hanno figli, la curano con ogni garbo e, per esempio, la pettinano ogni mattina con tale cura che le trecce cadono morbide e perfette ai lati del collo, incorniciandola. E la fanciulla si presta a queste attenzioni come la pazzia non le impedisse di giudicare che alla bellezza si rende sempre omaggio.) Ho dovuto trasferire la Belaglia dal piccolo, quasi sempre composto, reparto osservazione, alla “vigilanza”. Timorosa, diffidente, verginea Maddalena che bagna di lacrime le trecce, mi ha ubbidito. Una ammalata, già molto anziana, del reparto osservazione l'ha seguita fino alla porta come le portassero via un tesoro. Immensa potenza della verginea bellezza! questa anziana malata stava sempre zitta, chiusa nella tetraggine e oggi, poiché le strappavano la fanciulla, lei sempre pallida, si è irrorata nel volto, e mi ha detto concitatamente: «Siamo sempre state insieme, non me la tolga!». “
Mario Tobino, Le libere donne di Magliano, introduzione di Geno Pampaloni, A. Mondadori (collana Oscar n° 90), 1969²; pp. 58-61.
[1ª Edizione originale: Vallecchi, Firenze, 1953]
#Mario Tobino#letture#leggere#follia#pazzia#pietà#libri#Le libere donne di Magliano#psichiatria#malattia#psicologia#malattie della mente#autobiografismo#Maggiano#Toscana#letteratura del '900#Lucca#narrativa italiana#autobiografie#letteratura del XX secolo#poeti#citazioni letterarie#romanzo#ospedale psichiatrico#scrittori toscani#Legge Basaglia#matti#anni '50#lirismo#Geno Pampaloni
23 notes
·
View notes
Text
Caro Prof. Vecchioni,
C’è una cosa che ci tenevo dirle.
Una cosa semplice semplice.
Grazie.
Grazie per mille motivi.
L’ultimo dei quali è aver visto il video mentre lei piange per gli studenti di Pisa.
Sono bastate tre frasi:
Certe cose non possono succedere;
Certe cose non devono succedere;
Noi non siamo così.
Sono bastati i suoi occhi gonfi di lacrime per i suoi studenti perchè quei ragazzi in un modo o nell’altro sono anche suoi ragazzi, quanto meno uguali a tutti quelli che s’è visto passare sotto gli occhi.
“Tante volte tanti dentro questa storia non li conto più”.
Ho trovato la sua commozione un momento di profonda dignità e di grande tenerezza.
Con tre frasi e con due occhi così sinceri m’ha riportato alla mente tutti i prof ai quali devo qualcosa.
Perchè sulla mia strada di studente ho avuto la fortuna sfacciata di incontrarne molti.
Molti ai quali ancora oggi voglio un mare di bene.
E l’augurio più sincero che faccio alle mie figlie è di incontrarne altrettanti.
Dio solo sa quanto abbiamo bisogno di professori capaci di emozionarsi per i propri ragazzi.
Quanto abbiamo bisogno di professori che sappiano dire
“Noi non siamo così”
quando arriva il momento giusto.
Grazie Prof.
Grazie a lei e grazie a tutti i prof che nonostante tutto vanno avanti.
Che nonostante tutto ancora piangono per i loro ragazzi.
Grazie per essersi emozionato per
“Tutti i ragazzi e le ragazze
Che difendono un libro, un libro vero
Così belli a gridare nelle piazze
Perché stanno uccidendo il pensiero”
Grazie per averli difesi
“Dal bastardo che sta sempre al sole
Per il vigliacco che nasconde il cuore
Per la nostra memoria gettata al vento
Da questi signori del dolore”.
Con immensa stima
Uno studente.
5 notes
·
View notes
Text
“Quanto ti amo”. Grande Fratello, le parole di Helena: poi lacrime e mani sul volto
[[{“value”:” Grandissima commozione al Grande Fratello per Helena. Appena arrivata in giardino, le lacrime sono arrivate puntualissime nel momento min cui ha scoperto ciò che stava succedendo. Gli altri si sono pure resi conto dell’accaduto e sono andate incontro alla ragazza, che mai si sarebbe aspettata di dover vivere simili emozioni nel reality show. Nella giornata del 12 dicembre Helena è…
View On WordPress
0 notes
Text
Angelo Pucci Grossi centra Coppa ACI Sport Under 25 e vittoria di categoria nell’ MRF Rally Trophy Italia nel CIRT 2024
🔴🔴 Angelo Pucci Grossi centra Coppa ACI Sport Under 25 e vittoria di categoria nell’ MRF Rally Trophy Italia nel CIRT 2024
Un lungo, intenso abbraccio con mamma Sara e il grande bacio della sorella Michela. Il suggello finale ad una giornata di gara senza respiro, terminata in una gioia totale, all’arrivo del Rally della Marche, prova conclusiva, decisiva e avvincente del Campionato Italiano Rally Terra. Nelle lacrime liberatorie di Angelo Pucci Grossi, nella commozione del navigatore Francesco Cardinali, nella…
0 notes
Text
\E questo brano di Vangelo sembra quasi uno scherzo di Dio\si passa dalla paura alla speranza, dallo spavento alle lacrime di commozione. Un’altalena di emozioni, una montagna russa di brividi\L’estate è vicina\quando senti solo un piccolo gonfiore della gemma, quando intorno è ancora tutto e solo buio e freddo, quando il cielo sembra crollarti addosso\L’estate è vicina come è vicino il tuo Dio, basta aprirgli la porta e sarai investito dal suo tepore, dall’abbraccio della sua festa\don Luigi Verdi\
0 notes
Text
🎬 La Magia del Dolceamaro nelle Serie TV: Un Viaggio tra Risate ed Emozioni Profonde 🍿
C'è qualcosa di incredibilmente speciale nel guardare una serie TV che riesce a mescolare risate e lacrime in un unico, irresistibile pacchetto. Prendiamo ad esempio "Modern Family" e "Fleabag". Queste serie non solo ci fanno ridere a crepapelle con il loro umorismo brillante e situazioni esilaranti, ma ci regalano anche momenti di profonda riflessione e commozione.
Il senso di dolceamaro, o "bittersweet", è quella sensazione unica che nasce quando una scena ti fa ridere ma ti tocca anche il cuore. È quel misto di gioia e malinconia che ti fa sentire vivo, connesso ai personaggi e alle loro storie in un modo profondo e personale. In "Modern Family", vediamo come le dinamiche familiari, pur tra mille gag comiche, riflettano le sfide e le gioie della vita reale. In "Fleabag", la protagonista ci trascina nel suo mondo caotico e vulnerabile, facendoci ridere e piangere insieme a lei.
Questa capacità di bilanciare il comico e il drammatico è ciò che rende queste serie così indimenticabili. Ci ricordano che la vita è un mix di momenti felici e tristi, e che è proprio questa complessità a renderla così affascinante. Quando una serie riesce a catturare questo dualismo, ci offre un'esperienza che va oltre il semplice intrattenimento: ci fa sentire capiti, ci consola e, a volte, ci aiuta a vedere le nostre stesse vite sotto una nuova luce.
💬 Qual è la vostra serie TV preferita che riesce a toccare queste corde emotive? Raccontatemelo nei commenti! 🍿🎬
0 notes
Link
La dedica del figlio Francesco al padre Pino D'Angiò durante i suoi funerali. Questa mattina sono stati celebrati i funerali dell’amatissimo Pino D’Angiò, celebre cantante italiano. Moltissime persone hanno preso parte alla cerimonia per rendere omaggio al grande artista. Tra le tante parole spese in suo ricordo anche quelle del figlio Francesco. Pino D’Angiò Ecco cosa ha detto questo giovane uomo in ricordo del padre. Il funerale di Pino D’Angiò: questa mattina l’ultimo saluto Questa mattina, 9 Luglio 2024, si sono tenuti i funerali di Pino D’Angiò, celebre cantautore napoletano. La cerimonia funebre si è svolta presso la Chiesa del Salvatore a Pompei, città alla quale l’uomo era molto legato. Pino D’Angiò Il cantautore, divenuto famoso per la sua canzone “Ma che idea”, si è spento a 71 anni a seguito di una malattia contro la quale combatteva da tempo. Le sue condizioni mediche non erano delle migliori e negli ultimi mesi si era sottoposto a diversi interventi chirurgici ai polmoni. La sua canzone è diventata un must per diverse generazioni, soprattutto grazie alle molteplici versioni che sono state arrangiate nel corso degli anni. Un chiaro esempio di tutto questo è rappresentato dalla collaborazione che Pino D’Angiò ha avviato a Sanremo con il gruppo dei BKNR44. Questi giovani ragazzi sono stati tra i primi a diffondere la notizia della sua scomparsa, rivolgendo all’artista un grandissimo omaggio. Le parole del figlio Francesco Moltissime persone appartenenti al mondo della musica e dello spettacolo si sono presentate ai funerali del celebre artista, ma non solo. Anche persone che non appartengono a questo mondo ma hanno stimato il suo lavoro in tutti questi anni hanno deciso di salutarlo per l’ultima volta. Moglie figlio ai funerali dell’artista Al suo funerale erano presenti alcuni amici storici e persino tutti i suoi compagni di classe del liceo.. Il rito è stato sentito da tutti, soprattutto quando il figlio dell’artista, Francesco, ha deciso di rivolgere un ultimo messaggio a quello che per lui è stato il padre migliore del mondo. Ho immaginato così tante volte questo momento, cosa sarebbe accaduto, le sensazioni, i volti. L’ho immaginato così tante volte che ogni tanto sembrava vero, ma poi è arrivato tutto insieme. Certe cose erano solo nostre. Da te sono partito e da te sono sempre tornato. In te ho visto la curiosità, la forza di cento uomini, le lacrime salate come il mare, quel mare che ci piaceva tanto anche quando era agitato. Io sono sempre io e tu sei sempre tu. Quello che eravamo prima l’uno per l’altro, lo siamo ancora. Il ragazzo ha poi parlato di un aneddoto che ha vissuto con il padre quando era molto piccolo e quando lo stesso ha cominciato a spiegargli il concetto della morte. Il cantautore ha sempre cercato di rendere il figlio forte di fronte a queste tragedie della vita ed è per questo che oggi Francesco è davvero fiero di averlo avuto come padre. Fonte
0 notes