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UNISTEM DAY 2025 AL BO In Aula Magna dell’Università di Padova. “L’infinito viaggio della ricerca scientifica” dedicato a Giulio Regeni
Il 14 marzo si svolge anche a Padova nell’Aula Magna di Palazzo Bo l’UniStem Day dal titolo “L’infinito viaggio della ricerca scientifica”, l’evento sulle cellule staminali e materie Stem (scienze, tecnologia, ingegneria e matematica) rivolto agli studenti e studentesse delle scuole superiori. La giornata, che vede il patrocinio dell’Università di Padova e dell’Istituto di Ricerca Pediatrica…
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Alberto Negri
Armi e tecnologie, a chi conviene il genocidio
PROFITTI Boeing, Lockheed Martin e RTX sono tra i principali fornitori di tecnologie militari all’esercito israeliano. Dietro di loro si celano fondi d’investimento internazionali
Perché Israele non può fermare le guerre e noi non possiamo fermare il genocidio di Gaza? Perché è parte integrante del complesso militare industriale israelo-americano e anche del nostro, che mascheriamo. Dagli anni ’50 Tel Aviv ha ricevuto dagli Usa oltre 260 miliardi di dollari di aiuti militari.
Soltanto nell’ultimo anno e mezzo, dall’attacco di Hamas del 7 ottobre, hanno superato i 20 miliardi di dollari. Israele, allo stesso tempo, è all’avanguardia nella ricerca scientifico-tecnologica militare, è uno dei maggiori esportatori di armi e contemporaneamente uno dei maggiori clienti delle americane Boeing, General Dynamics, Lockheed Martin e RTX (Raytheon Technologies).
Queste società sono tra i principali fornitori di tecnologie militari, come caccia F-35, missili avanzati e sistemi di difesa aerea, utilizzati dall’esercito israeliano.
Dietro queste aziende si cela una struttura finanziaria globale: i fondi d’investimento internazionali noti come le «Big Three»: Vanguard, BlackRock e State Street. I tre fondi d’investimento sono tra i maggiori azionisti di rilievo delle principali compagnie di armamenti e di molti settori. Vanguard, BlackRock e State Street detengono quote significative in Boeing, Lockheed Martin e RTX, influenzando la gestione e le strategie di queste società. L’aumento delle spese militari e l’acquisto di armamenti da parte di Israele sono strettamente collegati ai profitti di queste aziende.
Lockheed Martin ha fornito i caccia F-35 a Israele, considerati un pilastro delle sue capacità militari. Gli F-35 il 26 ottobre hanno eliminato in un giorno l’80% delle difese anti-aeree iraniane.
Boeing è responsabile della vendita di velivoli da combattimento e missili, mentre RTX ha fornito avanzati sistemi missilistici e difese aeree. Ogni vendita non solo rafforza l’apparato bellico israeliano ma genera anche grandi profitti. Le Big Three svolgono un ruolo di primo piano nell’alimentare una rete economica che beneficia direttamente dalle tensioni geopolitiche e militari.
Mentre la popolazione civile di Gaza e Cisgiordania continua a soffrire per le operazioni militari e l’occupazione, le aziende belliche e i loro principali azionisti vedono aumentare i propri profitti grazie alle vendite crescenti di armamenti.
Ecco perché si parla di complesso militar-industriale israelo-americano. Ha un preciso significato bellico, finanziario e di potere globale. Israele ha un’influenza sproporzionata per quanto riguarda le vendite di armi. Al mondo è il 97° paese per popolazione ma il nono maggiore esportatore di armi. In settori come l’intelligenza artificiale e la cybersecurity è in testa alla leadership mondiale. Gaza e la Palestina sono il laboratorio dello stato ebraico. Come scrive nel suo libro (Laboratorio Palestina, Fazi) il giornalista premio Pulitzer Antony Loewenstein, ebreo australiano.
«Molti paesi vendono armi – dice Loewenstein – ma ciò che rende unica l’industria israeliana è il mix di armi, tecnologie di sorveglianza e tecniche che si combinano per creare un sistema completo per il controllo di popolazioni “difficili” e si basano su anni di esperienza in Palestina».
Il complesso militar-industriale di Israele – e di conseguenza anche degli Usa – utilizza i Territori occupati palestinesi come banco di prova per le armi e le tecnologie di sorveglianza che esporta in tutto il mondo, a partire dall’intelligenza artificiale. L’adozione di tecnologie di Ia è stata accelerata dalla Unità 8200, il reparto d’élite dell’intelligence israeliana, oggi composta per il 60% da ingegneri ed esperti tech, il doppio degli informatici arruolati dieci anni fa.
Eppure tra i palestinesi si muore sempre di più. Secondo le testimonianze di ex soldati e analisti raccolte dal Washington Post, la fiducia nell’Ia ha portato le forze armate israeliane a ridurre alcuni passaggi di controllo, con il risultato di aumentare il numero di obiettivi ritenuti legittimi. Anche se questi comportano un maggior rischio di vittime tra i civili. Dalla proporzione di 1:1 del 2014 (un civile “sacrificabile” per colpire un membro di Hamas di alto livello) si è passati a 15:1 o persino 20:1 nel conflitto attuale, stando alle fonti del Washington Post.
Tutto questo naturalmente non ferma Israele e la crescita del suo apparato militar-industriale sempre più integrato in quello americano. La startup israeliana Wiz, leader nella cybersicurezza, è nel mirino di Google. Il conglomerato di Bezos aveva già provato ad acquistarla la scorsa estate per 23 miliardi di dollari ma aveva ricevuto un secco no. Ha quindi deciso di alzare l’offerta, secondo il Wall Street Journal, a circa 33 miliardi di dollari.
Ci si chiede spesso come mai gli americani e gli europei non facciano pressioni concrete su Netanyahu per limitare le stragi a Gaza che ormai superano i 50mila uccisi (70mila secondo fonti come Lancet). La realtà è cheStati uniti e Gran Bretagna sono direttamente impegnati nelle operazioni militari: il 70% dei voli di ricognizione sui bersagli da colpire a Gaza e in Libano nel 2024 sono stati compiuti da aerei americani e britannici. Ma soprattutto non c’è azienda europea importante che non abbia accordi con l’Israel Innovation Authority, agenzia governativa incaricata di finanziare progetti innovativi. Per esempio Stellantis si è unita ad altre aziende italiane come Enel, Leonardo STMicroelectronics, che hanno aperto laboratori di ricerca e sviluppo in Israele, o Sparkle, Snam e Adler che hanno concluso accordi con l’Israel Innovation Authority e con startup israeliane nel settore high-tech.
Ecco perché Israele non può mai perdere una guerra e noi europei non faremo nulla per fermare Netanyahu. Anche il riarmo europeo, che beneficerà le industrie belliche del continente e americane, renderà Israele più forte e influente. Come e perché muoiono a Gaza e in Medio Oriente lo sappiamo bene.
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Sprechen Sie Deutsch?
La mia battaglia con la lingua tedesca cominciò a metà ottobre e durò quasi tutto l'anno accademico. In quanto figura di maggior rilievo degli studi hitleriani in nord America, era da molto tempo che cercavo di nascondere il fatto che non conoscevo il tedesco. Non lo parlavo e non lo leggevo, non lo capivo e non sapevo neanche da che parte cominciare per mettere su carta la frase più elementare. I più scarsi fra i miei colleghi in Hitler lo sapevano un po', altri o lo parlavano bene o sapevano usarlo in maniera ragionevole a fini di conversazione. Nessuno poteva specializzarsi in studi hitleriani, al College-on-the-Hill, senza un minimo di un anno di tedesco. In breve: vivevo ai margini di un territorio di ampia vergogna. Il tedesco. Carnoso, distorto, sputacchione, porporino e crudele. Ma bisognava finalmente affrontarlo.
D. DeLillo, [White noise, 1985], Rumore Bianco, Torino, Einaudi, 2006 [Trad. M. Biondi]
Se il personaggio di DeLillo è quello di un professore universitario che tiene un corso di Studi Hitleriani senza conoscere minimamente il Tedesco, alcune storie di cui sono a conoscenza abbassano, tragicamente, il senso di ironia e sarcasmo del libro perché ci sono, ahimè, vicende simili realmente accadute.
La prima è una cronaca di un amico di famiglia che, appena laureato in Legge, accettò a occhi chiusi l'incarico di insegnante di Tedesco in una scuola di un paesetto quasi sperduto, ringraziando Dio per la fortuna che lo avessero prescelto. Di Tedesco non sapeva assolutamente nulla, mentre se la cavava piuttosto bene con il Francese, lingua che gli risultò poi molto utile durante la lunga carriera diplomatica; raccontava di aver studiato, in quel primo anno, come non mai e di non aver fatto una figura particolarmente brutta.
La seconda storia, più recente, ce l'ha raccontata, durante una ristretta riunione di amici, uno scrittore che vanta ottimi editori nazionali; lui, laureato in Lettere ma con provenienza da un Liceo Scientifico (dove, se va bene, si impara un po' di latino), piuttosto che fare la fame, accettò il suo primo incarico di insegnante a centinaia di chilometri da casa, in un Liceo Classico dove gli fu assegnato il corso di Greco, per lui fino a quel momento una lingua assolutamente ignota.
Infine, io stesso mi sono trovato a insegnare Laboratorio di Misure Elettroniche, senza aver mai avuto all'università la possibilità di metter mano a un banco per i test e agli strumenti di misura.
E sì, è vero che all'inizio si studia come pazzi (io mi ero anche attrezzato in casa un piccolo laboratorio) e ci si creano competenze impensabili ma come poteva permettere un Ministero della Pubblica Istruzione che accadessero fatti simili? Si spiegano molte cose sulla Scuola, anche se di qualche decennio fa, no?
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(traduzione automatica)
Le recenti ricerche sui virus dovrebbero far scattare l’allarme
By W. Ian Lipkin e Ralph Baric
Il dott. Lipkin e il dott. Baric sono esperti di virus, compresi i coronavirus.
C'è una domanda centrale che molti scienziati si pongono: come possono le scoperte scientifiche guidare il progresso dell'umanità senza rappresentare un rischio terribile per essa? Come esperti di virus, siamo impegnati nella ricerca che scopre le minacce pandemiche e aiuta a proteggere le persone da esse. Ma siamo preoccupati per il modo in cui alcuni scienziati stanno sperimentando i virus in modi che potrebbero mettere tutti noi in pericolo.
In uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Cell , un gruppo di ricercatori ha segnalato la scoperta di un coronavirus nei pipistrelli che potrebbe trasmettersi all'uomo.
In una serie di esperimenti, gli scienziati dimostrano che questo virus, HKU5-CoV-2, può infettare efficacemente le cellule degli esseri umani e un'ampia gamma di altre cellule animali. I risultati sollevano la possibilità che gli esseri umani e altri animali possano essere infettati da questo virus. Questo coronavirus appartiene a un sottogruppo di virus che sono classificati insieme a quello che causa la MERS e che possono avere tassi di mortalità molto più alti di quelli del virus che ha causato la pandemia di Covid.
Il Wuhan Institute of Virology, dove molti ricercatori lavorano o hanno lavorato, è al centro della controversia sull'origine della pandemia di Covid. Non intendiamo dire che l'istituto sia responsabile della pandemia di Covid, né abbiamo la certezza che questo virus appena scoperto abbia il potenziale per causare la prossima. Ciò che ci preoccupa sono le insufficienti precauzioni di sicurezza adottate dai ricercatori durante lo studio di questo coronavirus.
I laboratori di ricerca hanno diversi livelli di sicurezza, in base alla loro categorizzazione su una scala di livello di biosicurezza, da BSL-1, il più basso, a BSL-4. I laboratori a bassa sicurezza sono utilizzati per studiare agenti infettivi che non causano malattie nelle persone o presentano solo un rischio moderato. I laboratori a sicurezza più elevata sono utilizzati per studiare patogeni che possono diffondersi nell'aria e hanno il potenziale di causare infezioni letali.
I laboratori BSL-4 sono quelli che compaiono nei film, dove gli scienziati camminano in quelle che sembrano tute spaziali con tubi dell'aria e fanno la doccia in camere di decontaminazione quando il loro lavoro è terminato. I laboratori BSL-3 limitano l'accesso a membri dello staff specificamente formati, hanno doppie porte con serratura per una maggiore sicurezza e sistemi specifici di trattamento e sterilizzazione dell'aria. I lavoratori indossano dispositivi di protezione individuale dalla testa ai piedi e sono sotto sorveglianza medica per segni di infezioni contratte in laboratorio che potrebbero rappresentare un rischio per gli altri.
Le decisioni sul livello di precauzione appropriato per la ricerca vengono solitamente prese dal responsabile scientifico dello studio e da un comitato istituzionale per la biosicurezza che comprende scienziati, medici, amministratori e membri della comunità locale.
I ricercatori dietro il documento Cell hanno iniziato studiando il nuovo virus in modi che non richiedono la crescita di virus vivi(1), come tramite analisi al computer. Ma dopo aver stabilito che il virus può probabilmente infettare le cellule umane, i ricercatori hanno eseguito esperimenti con il virus completamente infettivo. Non hanno condotto questi esperimenti in un laboratorio BSL-3 o BSL-4, ma in un laboratorio descritto come BSL-2 plus, una designazione che non è standardizzata e non è formalmente riconosciuta dai Centers for Disease Control and Prevention e che riteniamo insufficiente per lavorare con virus respiratori potenzialmente pericolosi.
Questo lavoro è stato apparentemente approvato dal comitato di biosicurezza istituzionale locale e ha aderito agli standard di biosicurezza nazionali. Ma non è sufficiente per lavorare con un nuovo virus che potrebbe presentare rischi significativi per le persone in tutto il mondo.
Qui si cela un problema cruciale che il mondo deve affrontare. Scienziati e decisori politici negli Stati Uniti hanno trascorso anni a discutere e dibattere su come regolamentare la rischiosa ricerca sui virus, a volte in modo controverso. Ma questo lavoro avviene anche in altri paesi, e non tutti i paesi affrontano le questioni sulla sicurezza di questo lavoro allo stesso modo. Quindi le decisioni di un paese su come affrontare lo studio dei patogeni rischiosi possono arrivare solo fino a un certo punto.
Ovunque nel mondo accada, il lavoro con virus che hanno il potenziale per diventare minacce per la salute pubblica dovrebbe essere limitato a strutture e scienziati impegnati nel più alto livello di sicurezza. In quanto principale agenzia internazionale per la salute pubblica, l'Organizzazione Mondiale della Sanità dovrebbe assumere la guida nel chiarire rigorosamente questi standard(2). Ma abbiamo bisogno di altri meccanismi per garantire che i ricercatori in tutto il mondo seguano le regole. Le agenzie all'interno e all'esterno del governo che finanziano questo tipo di lavoro dovrebbero richiedere la prova che i ricercatori soddisfino gli standard globali. Le riviste scientifiche dovrebbero avere standard simili per gli studi che accettano.
La settimana scorsa è stato il 50° anniversario del Summit di Asilomar del 1975, in cui gli scienziati si sono riuniti per stabilire linee guida per la ricerca sui microbi geneticamente modificati. Oggi sono all'orizzonte molte altre scoperte e minacce. La ricerca potenzialmente pericolosa non dovrebbe essere condotta senza le dovute precauzioni per prevenire la diffusione deliberata o accidentale.(3)
W. Ian Lipkin è professore di epidemiologia e direttore del Center for Infection and Immunity e della Global Alliance for Preventing Pandemics presso la Columbia University. Ralph Baric è professore di epidemiologia, microbiologia e immunologia presso la University of North Carolina, Chapel Hill.
Note mie:
Virus vivo (live virus, nell'originale) è una espressione è comunemente usata in ambito scientifico per indicare un virus attivo, capace di infettare e replicarsi, ma dal punto di vista biologico è tecnicamente impropria perché i virus non sono considerati organismi viventi ma entità biologiche incapaci di autonomia metabolica.
Gli USA hanno avviato la procedura per lasciare ufficialmente l'OMS il 22 gennaio 2026. Questa decisione, unita alle tensioni geopolitiche globali, potrebbe ridurre significativamente il ruolo dell’OMS nei prossimi anni, rendendo ancor più difficile l’applicazione di standard globali uniformi.
Nonostante le origini incerte della pandemia di Covid-19, il dibattito sulle condizioni di sicurezza nei laboratori di virologia non ha portato a una maggiore consapevolezza o a riforme di rilievo. Nel frattempo, la corsa ai finanziamenti per la ricerca continua a creare pressione ad abbassare gli standard di sicurezza per non perdere vantaggio competitivo. Se non si interviene, sarà sempre peggio.
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L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE SCOPRE UN NUOVO ANTIBIOTICO
Un algoritmo di intelligenza artificiale ha trovato un nuovo antibiotico capace di contrastare uno dei batteri più pericolosi e mortali al mondo, finora resistente a diverse tipologie di antibiotici.
L’Acinetobacter baumannii è soprattutto diffuso degli ambienti ospedalieri e nelle case di cura ed è responsabile ogni anno della morte di 1,3 milioni di persone a causa del suo continuo adattamento e della antibiotico-resistenza sviluppata nel tempo. Questo super batterio è sempre più forte e letale e gli strumenti per combatterlo diventano sempre meno efficaci. I ricercatori si sono rivolti a un algoritmo in grado di elaborare centinaia di milioni di molecole con proprietà antibatteriche, addestrandolo per la simulazione su circa 7.500 composti chimici diversi insieme alle informazioni associate alla loro efficacia. L’intelligenza artificiale ha elaborato le informazioni relative ad una libreria di 6.680 molecole mai valutate prima, fornendo ai ricercatori dei composti che sono stati testati in laboratorio e che hanno permesso di individuare il nuovo antibiotico.
Il relativo studio, pubblicato sulla rivista scientifica Nature Chemical Biology da un gruppo guidato dalla McMaster University canadese, illustra il processo che apre la strada alla possibilità di velocizzare la scoperta di nuovi antibiotici per molti altri microrganismi nocivi per l’uomo e non solo, stabilendo nuovi metodi che si basano sull’AI (intelligenza artificiale). Il protocollo medico scientifico prevede ora che l’antibiotico candidato sia testato, tuttavia le nuove opportunità offerte dall’intelligenza artificiale potrebbero velocizzare notevolmente il processo, accorciando i tempi necessari e abbattendo fortemente i costi.
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Fonte: Mc Master University; foto di Edward Jenner
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Torture
Che bisogno c'è del musical?! A quest'ora poi. Secondo me è un esperimento scientifico su larga scala e noi spettatori siamo i topi da laboratorio.
Non vedo altre spiegazioni.
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Salvaguardia delle telline: due mesi di fermo pesca per rafforzare la riproduzione
Aumentare lo stop della pesca delle Telline per salvaguardare la specie e consentire una migliore riproduzione. Questa la proposta suggerita dal professore Vincenzo Peretti del Dipartimento di Medicina Veterinaria e Produzioni Animali dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, responsabile scientifico del Laboratorio di Genetica Veterinaria Genenvet. Un’esigenza che nasce anche…
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Stampa 3d di tessuto per robot umanoidi

I robot diventano sempre più umani: ora possono essere fatti di "carne". Un team di scienziati del MIT ha creato il primo robot attivato da muscolatura scheletrica capace di muoversi in più direzioni. Un team di scienziati del MIT ha creato il primo robot attivato da muscolatura scheletrica capace di muoversi in più direzioni. Attingendo alle potenzialità della biologia, i ricercatori stanno sviluppando una nuova tipologia di robotica, dando vita a robot "di carne". La robotica biologica non è un concetto nuovo ed è un campo di ricerca che sta ricevendo crescente attenzione sia nel mondo scientifico che artistico. Il vantaggio dei robot biologici risiede nella loro flessibilità e capacità di adattamento, che li rendono in grado di manovrare con agilità in spazi ridotti e muoversi efficacemente in liquidi. Nonostante le enormi potenzialità, l'ostacolo principale da superare per lo sviluppo di questi "terminator di tessuto" è stato finora legato alle difficoltà nella creazione di muscoli che possano contrarsi in più di una direzione. Un team di ricercatori del MIT sembra però aver trovato una soluzione a questo problema tramite l'utilizzo di un timbro. Il gruppo di studiosi ha sviluppato un metodo innovativo che ha permesso di creare muscoli in grado di contrarsi in varie direzioni. Il metodo, basato sull'utilizzo di un timbro, è stato utilizzato con successo per creare un robot a forma di iride dall'abilità di dilatarsi e contrarsi. "Abbiamo dimostrato per la prima volta la realizzazione di un robot alimentato da muscoli scheletrici che genera forza in più direzioni. Questa possibilità è stata resa unica dal nostro approccio con il timbro", spiega Ritu Raman, docente di ingegneria dei tessuti al MIT. Da come nascono i muscoli La forma in cui un muscolo si sviluppa è determinata dal modo in cui è formato. Creare tessuti in laboratorio seguendo una forma specifica non è un compito semplice. Il metodo del timbro sviluppato dal MIT, però, ha permesso agli scienziati di creare percorsi microscopici sulla cultura dei tessuti, guidando lo sviluppo delle cellule in forme complesse capaci di contrarsi in più direzioni. Il timbro, realizzato con una stampante 3D, presenta minuscole scanalature delle dimensioni di una cellula. Premendolo su un idrogel delicato rivestito di proteine, gli scienziati hanno creato delle impronte che le cellule possono seguire durante la loro crescita. Queste cellule sono state inoltre manipolate geneticamente per reagire a impulsi di luce, offrendo agli ingegneri un controllo preciso sulla dilatazione e contrazione dell'iride robotica. In sostanza, il prodotto dell'esperimento è un piccolo robot di carne sensibile alla luce cresciuto in laboratorio. Questa tecnologia sembra promettere applicazioni future estremamente variegate, dall'esplorazione subacquea ai trasporti su tubi, fino a nuovi tipi di interazione tra esseri umani e macchine. Semmai, ciò che è certo è che il futuro della robotica sarà probabilmente più strano e sorprendente di quanto abbiamo mai immaginato. Read the full article
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Di Londra Notizie 24 Quattro appuntamenti per capire meglio la Comunità Italiana che vive all’estero, e in particolar modo nel Regno Unito: l’iniziativa della Cooperativa Sociale Transiti Psicologia d’Espatrio e sostenuta da Consolato Generale d'Itlaia a Londra e Comites Londra si terrà a Londra dall'11 al 17 marzo. A Londra un viaggio in quattro tappe nella psicologia dell’espatrio Cosa significa lasciare il proprio Paese e costruire una nuova vita all’estero? Come influisce questa scelta sull’identità, sulla psicologia e sul senso di appartenenza? A queste domande cercheranno di rispondere i quattro incontri promossi dalla Cooperativa Sociale Transiti Psicologia d’Espatrio, un progetto nato nel 2017 con l’obiettivo di sostenere il benessere psicologico degli italiani che vivono all’estero. L’iniziativa vuole approfondire l’impatto che il trasferimento in un altro Paese ha sulla personalità e sulla salute mentale, con un focus particolare sulla comunità italiana nel Regno Unito. Gli incontri saranno un’opportunità per condividere esperienze, comprendere le sfide psicologiche dell’espatrio e trovare strumenti per affrontarle con maggiore consapevolezza. Un progetto supportato dalle istituzioni italiane Gli eventi si svolgono con il patrocinio del Consolato Italiano di Londra e del Comites Londra, e sono realizzati con il contributo della Direzione Generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Il sostegno istituzionale sottolinea l’importanza di creare spazi di riflessione e supporto per una comunità italiana sempre più numerosa e radicata nel Regno Unito. Ecco il dettaglio dei quattro appuntamenti. Traiettorie Guida psicologica all'espatrio: appuntamento l'11 marzo Primo appuntamento martedì 11 marzo presso il Consolato Generale d’Italia a Londra, dalle ore 18. Scopo dell'incontro, riflettere sui temi della psicologia d’espatrio: nuovi spunti di riflessione per la comunità italiana di Londra. Con l'occasione si terrà la presentazione istituzionale del libro “Traiettorie. Guida psicologica all’espatrio”. Evento ad ingresso gratuito ma a posti limitati. Per prenotare il proprio posto si chiede di farne richiesta via email a [email protected]. Secondo appuntamento, il 14 marzo con il laboratorio espressivo Io sono, noi siamo... Il secondo appuntamento si terrà venerdì 14 marzo presso la SIAL.school, dalle 18 alle 20. Titolo dell'evento, “Io sono, noi siamo”, un laboratorio espressivo e di condivisione delle traiettorie d’espatrio rivolto a famiglie italiane a Londra. Il Workshop è riservato a genitori e famiglie di SIAL.school. International Mobility of Researchers and Psycological well-being: appuntamento il 15 marzo al King's College Sabato 15 marzo presso Bush House North East Wing | King’s College London, dalle 10 alle 12 si terrà il terzo appuntamento della serie: "INTERNATIONAL MOBILITY OF RESEARCHERS & PSYCHOLOGICAL WELL-BEING: verso il benessere psicologico in espatrio scientifico" è un Workshop destinato agli Early career Italian researchers in the UK. Ingresso gratuito previa prenotazione che può essere effettuata a questo link Uno sguardo psicologico sulle traiettorie di mobilità della comunità italiana: appuntamento alla Estorick il 17 marzo Si terrà invece Lunedì 17 marzo presso Estorick Collection e online, dalle ore 18, "Uno sguardo psicologico sulle Traiettorie di mobilità della comunità italiana". Si tratta del quarto ed ultimo appuntamento dedicato alla Psicologia d'espatrio che prevede una Tavola rotonda e di un dialogo con il pubblico. Ingresso gratuito previa prenotazione che può essere effettuata a questo link. ... Continua a leggere su
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Il progetto JANGANY, E' UN SEME LA FORMAZIONE
Anche quest’anno l’Ufficio Missionario Diocesano propone l’iniziativa della Quaresima di Fraternità. Come Unità Pastorale proponiamo di sostenere il progetto “la formazione è un Seme” messo in atto dall’associazione “ Shalom OdV “ e dalla rete degli “Amici di Jangany”. Il luogo di intervento è una missione del Sud Madagascar, nella diocesi di Ihosy, villaggio di Jangany. Da anni si lavora per sostenere lo sviluppo di questo villaggio situato in una zona molto remota dell’altopiano dell’Horombè. Dal 1999 si sono succedute diverse missioni di volontari che hanno permesso al villaggio di avere acqua ed energia .
Il motore dello sviluppo del villaggio è la scuola che, dalla scuola dell’infanzia alla scuola superiore, coinvolge circa 3.000 alunni. In questi anni , con l’aiuto dei missionari presenti, si è dato sviluppo all’agricoltura e all’allevamento permettendo una certa autosufficienza alimentare, messa però sempre in discussione dai cambiamenti climatici, dalla siccità e da fenomeni metereologici estremi . Resta ancora estremamente grave la situazione sanitaria e si sta lavorando per dare un minimo di supporto al dispensario locale fornendo medicinali specifici per le patologie più comuni: malaria, tubercolosi infezioni gastrointestinali, bilarziosi…
Per permettere ulteriore sviluppo si è evidenziata la necessità di formare personale locale per dare continuità a quanto realizzato in questi anni e quindi il progetto, in questa prospettiva, si propone tre obiettivi:
Borse di studio per 20 giovani studenti da avviare a scuole professionali qualificate in Madagascar, offrendo loro l’aiuto economico per iscrizioni, rate, strumenti e spese scolastiche, vitto e alloggio. Questi giovani sono impegnati a lavorare per almeno tre anni al loro villaggio di origine, Jangany, offrendo la loro competenza come agronomi, elettricisti, meccanici, fabbri, edili, e, per consentire la pari opportunità con le donne, pedagogisti, informatici, personale paramedico.
Contributo alla “Ecole Sainte Marie” per sostenere i costi del pagamento degli insegnanti e della alimentazione quotidiana della mensa scolastica a circa 1000 bambini e ragazzi. Il contributo è necessario in presenza della difficoltà delle famiglie a pagare la quota annuale di circa 30€.
Fornitura dei materiali per l’avvio del laboratorio di chimica e fisica del Liceo Scientifico Sainte Marie. Sono pronte le strutture ma non ci sono soldi per l’avvio del corso.





I nomi dei 20 ragazzi che ricevono le borse di studio
Il grande progetto formativo per i giovani di Jangany è ormai concretezza: 12 ragazzi e 8 ragazze sono stati selezionati per diversi percorsi di formazione professionale.
3 al Lycée technique di Tulear per il percorso tecnico: Gilberto sarà elettromeccanico, mentre Alicianah e Raissa Marie Elysa saranno professioniste edili
3 al Centro don Bosco di Formazione di Majanga per il percorso professionale: Francel sarà elettricista, Manohisoa meccanico per auto e Elyse Modeste fabbro
3 all’Université MAGIS Antady di Fianarantsoa per il percorso in agronomia: Elinah, Emilinah e Sarobidy Gilbert
1 alla scuola di formazione per elettromeccanici ESSVA di Antsirabè: Rijarivony
9 all’Università per la formazione informatica, pedagogica e paramedica di Antananarivo gestita da padre Pedro, famoso in tutto il Madagascar: saranno informatici Victoire, Miarinah, Anna e Romeo Arsene, mentre saranno pedagogisti Denise, Andrianina Erick e Jean Michel Romain; saranno paramedici infine Tomson e Jean Bosco
1 sempre alla capitale Antananarivo in una scuola privata per diventare infermiera professionale: Sana

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Come pesci sugli scogli di Simona Moraci
Messina, 1998. Save frequenta il quinto anno del liceo scientifico. Figlio di un pescatore, un uomo violento che tormenta lui e sua madre, è preso in giro e vessato da un gruppetto di compagni, tra cui spicca Luca. Chiara, al terzo anno, ha invece una famiglia che la ama e sogna di fare la scrittrice. Chiara e Save dopo uno scontro casuale e un incontro fortuito nel laboratorio di fisica iniziano…
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Scienza e arte insieme per indagare la mente umana. Il progetto punta a misurare il benessere delle persone esposte alle pratiche culturali e artistiche, promuovendo il concetto di museo (e di altri spazi educativi e culturali) come luogo di cura.
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2000 music vibes: “Onde nell’aria”

Il singolo d’esordio della poliedrica artista pugliese che utilizza l’AI come partner artistico. Un brano che cattura in un viaggio emozionale l'essenza di un mondo in trasformazione
«"Onde nell'aria" è un invito a vivere e sentire il flusso delle emozioni, una riflessione su come il mondo continui a offrire occasioni di connessione e trasformazione nonostante le sue complessità. Il brano si snoda come un racconto intimo e universale, esplorando la complessità delle relazioni umane sullo sfondo di città in continuo cambiamento.�� 2000 vibes music
"Onde nell'aria" è il singolo d’esordio del progetto 2000 music vibes, nome d'arte scelto dalla poliedrica artista Giusi Antonia Toto.
Le atmosfere del brano evocano una nostalgia contemporanea, equilibrando malinconia e speranza. Il titolo stesso richiama l'idea di vibrazioni emotive e sonore che attraversano spazi invisibili, legando le persone in modi imprevedibili e potenti.
Dal punto di vista musicale, il singolo unisce influenze elettroniche e organiche, con arrangiamenti avvolgenti. Un basso pulsante richiama il ritmo del cuore, mentre sintetizzatori eterei evocano l'immensità del cielo urbano. La linea vocale, calda e vibrante, guida l'ascoltatore in un'esperienza immersiva.
Questo singolo rappresenta il primo tassello di un progetto più ampio che esplora nuovi orizzonti nella creazione musicale, integrando l'uso dell'intelligenza artificiale. Il progetto di 2000 Music Vibes combina tradizione e innovazione, trasformando la musica in un laboratorio di sperimentazione e crescita personale e professionale.
Utilizzando l'AI come partner artistico, Giusi Antonia Toto esplora nuovi modi di intendere le melodie, le armonie e i testi, creando un dialogo tra passato e futuro. Gli arrangiamenti del progetto bilanciano strumenti tradizionali come pianoforte e archi con sintetizzatori, campionamenti e strutture ritmiche generate dall'AI. L'obiettivo è creare un'esperienza musicale che risuoni con profondità e significato.
Nata a Castelluccio dei Sauri (FG), nei suggestivi Monti Dauni, Giusi Antonia Toto è una figura poliedrica e talentuosa nel panorama culturale e scientifico italiano. Con un dottorato in Psicologia della Musica, Giusi ha costruito una carriera solida che abbraccia temi pedagogici, la narrazione delle dinamiche sociali contemporanee e il mondo della comunicazione. È particolarmente attiva nella divulgazione scientifica attraverso i media digitali e nella creazione di testi musicali con l'ausilio dell'Intelligenza Artificiale. Docente e coordinatrice del Learning Sciences Institute (LSi), centro di ricerca multidisciplinare che promuove l'innovazione nei processi di insegnamento e apprendimento con un'attenzione particolare all'inclusione scolastica e sociale. È anche responsabile scientifica di una web radio universitaria, ruolo che le ha permesso di unire il suo amore per l'informazione e il dialogo con il pubblico. La musica di Giusi, caratterizzata da ritmi jazz e R&B che ricordano la celebre Amy Winehouse, riesce a leggere il territorio circostante e i desideri dei giovani, parlando a più generazioni. Oltre alla musica, Giusi continua a guidare progetti innovativi come responsabile scientifica della web radio. Il suo lavoro si distingue per la capacità di produrre ricerche e contenuti accessibili e per la passione nel coinvolgere le comunità attraverso i media digitali. Questa duplice carriera la rende un esempio unico di come arte e scienza possano coesistere e arricchirsi reciprocamente, creando uno spazio innovativo per la divulgazione culturale e scientifica. Il nuovo singolo del suo progetto 2000 music vibes è “Onde nell’aria”, in radio dal 21 gennaio 2025.
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Nel Nervaverse


Lo scorso 10 maggio 2024 — già in anteprima il 9 maggio al Salone Internazionale del Libro di Torino presso lo stand della Fanucci Editore — la Trilogia del Nerva.
Voci di corridoio spifferano il fatto che la Trilogia del Nerva verrà tradotto in inglese, ma nell'attesa si può contare su una cosa certa: il prossimo 25 aprile 2025 potremmo rituffarci nel fantasyscientifico mondo del Nervaverse (così battezzato dalla stessa Charlotte Julie Bright, @charlottejuliebright).

Il Nerva. Le Origini. è il titolo di questa nuova avventura scritta da Giulia Carla Bassani (@astro_giulia), che è in hype quanto i suoi lettori all'uscita del suo nuovo libro.
Sulle librerie online, questo è ciò che sappiamo su questo nuovo volume nella saga:
Nerva Drake viene dal nulla. Se può frequentare l’Accademia, è solo grazie a una mente brillante e a una determinazione di ferro. Sono anni che dedica la sua vita e i suoi studi a un progetto scientifico straordinario. Sta creando un modo per manipolare l’energia attraverso il corpo umano: un superpotere che potrebbe cambiare la storia dell’universo. Proprio sul punto di farsi finalmente un nome, però, tutto va a rotoli. Da una parte l’Accademia, che per via di una promessa fatta deve condividere con l’allievo più popolare e intelligente, Bairden Bryar. Dall’altra il laboratorio, dove il Dipartimento della Difesa la tiene in ostaggio per continuare i suoi studi per un loro scopo che non condivide: rendere un prescelto il primo soldato iperpotenziato nella storia. Come non bastasse, si tratta del capitano Vinicius Castilla, nonché il sensualissimo primogenito del capo della Difesa. Per assicurarsi un posto all’interno del Circolo Galattico Definito bisogna avere radici di prestigio oppure detenere il potere. Nerva Drake è una semplice scienziata che detesta l’esercito, e l’ultima cosa che vuole è vedere il suo progetto trasformato in arma. Catapultata in un mondo cui non appartiene, l’unica via è rispettare gli accordi, almeno in principio. Tutto ciò che ha per cercare di sfruttare le opportunità è usare l’astuzia e la sua amata scienza, ma sarà sufficiente o dovrà sacrificare qualcosa che sente più grande di lei?
Queste sono, invece, alcune moodboard su alcuni personaggi che incontreremo durante la nuova lettura:




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Mi pregio di comunicare di esser giunto con le mie ricerche e con le mie sperimentazioni scientifiche all'ideazione ed alla realizzazione della produzione di un cuore umano in laboratorio medico-scientifico. È possibile con le mie tecniche medico-scientifico e chirurgiche la produzione di un cuore in laboratorio medico-scientifico a partire dalle cellule staminali del paziente stesso ed il successivo trapianto nel suddetto paziente del cuore prodotto in laboratorio seguendo le indicazioni cliniche sullo stato del paziente. Ho già realizzato la produzione di un cuore in laboratorio medico-scientifico a partire dalle cellule staminali del paziente stesso ed il susseguente trapianto di tale cuore nel suddetto paziente che era affetto da cardiopatia, essendoci le indicazioni cliniche che ci garantivano il successo clinico del trapianto cardiaco così congegnato.
Dottor Pietro Ferrandes @pietroferrandes-blog
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Super diamante ricreato in laboratorio

Super diamante cinese, il materiale più duro mai creato supera i diamanti naturali. Un importante passo avanti nel campo della scienza dei materiali arriva dalla Cina, dove un gruppo di ricercatori ha realizzato con successo un "super diamante" dalle caratteristiche eccezionali, superando la durezza dei diamanti naturali del 40%. Il team di scienziati, guidato da Liu Bingbing e Yao Mingguang della Jilin University, in collaborazione con Zhu Shengcai della Sun Yat-sen University di Shenzhen, ha sviluppato un metodo assolutamente inedito per sintetizzare diamanti esagonali di elevata purezza partendo dalla grafite. La peculiarità di questi diamanti, conosciuti come lonsdaleite, risiede nella loro struttura cristallina esagonale, che li differenzia dalla struttura cubica tipica dei diamanti tradizionali.

La storia di questi particolari diamanti ha origini che risalgono al 1967, quando furono scoperti per la prima volta nel meteorite Canyon Diablo in Arizona. Da allora, la comunità scientifica ha cercato di replicare artificialmente questi materiali, incontrando notevoli difficoltà. Il breakthrough del team cinese consiste nell'aver individuato una fase intermedia della grafite, denominata "post-graphite phase", che sotto condizioni di estrema pressione e temperatura si trasforma in diamante esagonale. Le caratteristiche di questo super diamante sono straordinarie: oltre alla maggiore durezza rispetto ai diamanti naturali, presenta una stabilità termica superiore ai nanodiamanti (particelle di dimensioni inferiori a 100 nanometri). Queste proprietà lo rendono particolarmente interessante per diverse applicazioni industriali, specialmente nei settori che richiedono strumenti di taglio e lucidatura di alta precisione. La ricerca non rappresenta un caso isolato nel panorama scientifico. Nel 2021, un gruppo di ricercatori statunitensi aveva già ottenuto risultati promettenti nella creazione di diamanti esagonali in laboratorio. Travis Volz, ricercatore post-dottorato presso il Lawrence Livermore National Laboratory e co-autore dello studio americano, aveva evidenziato il potenziale di questi materiali in vari settori industriali. La Cina si conferma all'avanguardia nella ricerca sui materiali diamantati. L'anno scorso, un consorzio di istituzioni cinesi, tra cui la Zhengzhou University, la Henan Academy of Sciences, la Ningbo University e la Jilin University, ha raggiunto un altro importante traguardo sviluppando diamanti in grado di condurre elettricità, superando così uno dei principali limiti dei diamanti naturali che, pur essendo eccellenti conduttori di calore, non possono trasportare cariche elettriche. Read the full article
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