#la voglio a ballando con le stelle
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Possiamo far fare tutto a Valentina Romani per favore
#qualsiasi cosa#la voglio ovunque#tanto sarebbe capace di fare tutto#pure la conduttrice televisiva#la voglio a ballando con le stelle#tutto#al tg#a linea verde#a fare ogni fiction#ti amo#mare fuotag
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Oggi ho sistemato e pulito tutta la casa ballando con la musica reggae in sottofondo, ho pranzato e mi sono fatta la doccia, poi ho preso il treno e sono andata a casa dei miei genitori. Loro sono ancora in vacanza, ci sono le mie sorelle con i vari fidanzati/e, è tranquillo... Ho cenato, sono uscita a fare un giro nei campi mangiando un gelato, ho rivisto i miei gatti e gli ho fatto tante coccole. Adesso sono un po' sul divano, voglio fare meditazione e poi andare nel prato a guardare le stelle. Ho sensazioni brutte dentro, ricordi pieni di dolore, mi dico di lasciare che sia... e poi lasciare andare. C'è una grande potenza nella sofferenza. La soluzione è smettere di volere che le cose siano diverse da ciò che sono... viviamo senza rendercene conto, spesso siamo davvero solo proiettati indietro dai ricordi, dai rimpianti e dai rimorsi o in avanti dall'ansia, dalla preoccupazione, dalle mille cose da fare. Quand'è che davvero riusciamo a stare qua? Nell'adesso? Consumiamo anche il tempo... Persone che passano la settimana aspettando il weekend per uscire, che trascorrono i mesi in attesa di quella vacanza, che lavorano ore sperando di finire il prima possibile. Abbiamo una cosa e ne vogliamo un'altra, viviamo in un posto e vogliamo andare in un altro, perennemente insoddisfatti. E comunque continuiamo a volere di più e cose diverse. Forse allora bisogna desiderare ardentemente sì, ma quello che già abbiamo. Questo ti dà una pace interiore immensa.
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Dunque, sabato sera a Ballando con le stelle, programma che (ahimè) ha Alessandra Mussolini come ospite fissa, ci saranno:
- Il solito Fabio Sassy™ Canino in giuria
- La solita Selvaggia "mean lesbian energy anche se sono etero" Lucarelli
- Il solito Alberto Matano come commentatore a bordo campo, il quale ha fatto coming out in diretta ieri
- Federico fashion style come concorrente
- Malgioglio come ballerino per una notte.
Ora, non dico che voglio dare loro idee, dico solo che se fossi Alessandra starei molto molto attenta alle scale sabato. Scivolare è un attimo.
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Raga, per l'eurovision 2022 in Italia, voglio assolutamente la voce di Ballando con le stelle per dire i voti
Vi immaginate? Quanto sarebbe figo?
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Giornalisti che odiano altri giornalisti. E io che volevo solo dare dignità a un mestiere necessario Di Selvaggia Lucarelli Da qualche giorno mi capitava di leggere tweet di colleghi giornalisti della serie “i vaccini ai giornalisti sono una sciocchezza”, “la priorità alle categorie più utili”, “la priorità a categorie più esposte” e così via. Alcune pronunciate da commentatori qualunque (spesso corredate dai soliti insulti all’amatissima categoria), altre proprio da giornalisti, perfino direttori. Mi è dispiaciuto leggere speciali classifiche dei presunti lavori più utili o dei lavori in cui si è presumibilmente più esposti, in cui va per la maggiore il solito tormentone populista “e allora gli operai?”, “allora i rider?”, “allora le commesse?”. Il discorso, tra l’altro, è scivoloso. Esistono commesse di boutique in cui entra un cliente al giorno e giornalisti che lavorano in smartworking o in redazioni con 4 gatti. Esistono cassiere di supermercati con migliaia di clienti al giorno e giornalisti che lavorano sul campo, che devono viaggiare, che vanno in ospedali, partecipano a conferenze stampa, che lavorano a stretto contatto con altre persone e così via. Non era certo mia intenzione fare classifiche di utilità ed esposizione al virus, anche perché, appunto, è una faccenda complessa, piena di variabili. Soprattutto, non era mia intenzione sostenere in alcun modo che i giornalisti debbano avere corsie preferenziali o che debbano scavalcare malati o persone fragili. I miei genitori devono ancora essere vaccinati, figuriamoci se me ne frega qualcosa di sgomitare per un vaccino. Semplicemente, vista la scarsa reputazione di cui godono la categoria e in generale tutti i mestieri che hanno a che fare con la parola, volevo ricordare che il giornalista potrà essere pure l’ultimo della fila a vaccinarsi, ma fa un lavoro necessario. Sì, necessario. Anche e soprattutto in pandemia, quando è complesso documentare, spostarsi, trovare interlocutori, quando è necessario vigilare e raccontare perché i cittadini sappiano cosa sta succedendo. I giornalisti hanno raccontato i focolai, le inefficienze, hanno denunciato reati, violazioni e trascuratezze, sono andati negli ospedali e nelle zone rosse, hanno raccontato cosa succedeva nel resto del mondo, hanno fatto domande a scienziati e politici, hanno riportato le storie di chi moriva. Hanno protetto e difeso anche quelle categorie che oggi si vaccinano giustamente per prime, gli anziani, i medici, gli infermieri, chi lavora nel pubblico. Hanno raccontato l’assenza di protezioni per questi lavoratori, i focolai in cui si sono trovati, le ingiustizie subite. Molte indagini sono nate dal lavoro dei giornalisti. Ci sono giornalisti che si sono ammalati, che hanno fatto ammalare le loro famiglie, che hanno lavorato giorno e notte. Eppure, quando si citano le categorie che hanno dato l’anima in quest’ultimo anno, quella dei giornalisti non è mai citata. I giornalisti sono degli stronzi, dei propagatori di fake news, dei servi, dei venduti, giornalai, pennivendoli. In più, si odiano tra di loro. Mi andava di ricordare l’utilità e l’importanza di questo lavoro, tutto qui (se fatto bene, certo, perché mica mi sfugge in quanti lo facciano male). Ho sbagliato. Dovevo ricordarmi cosa si rischia a parlar bene dei giornalisti. Si rischiano due cose: l’odio ormai insanabile degli odiatori dei giornalisti. E l’odio – facciamo il fastidio, quando va bene – dei giornalisti nei confronti dei giornalisti. Dunque scrivo che non voglio il vaccino ma che i giornalisti sono necessari e apriti cielo. Tra i commenti di dissenso, molti dei quali di colleghi, arriva quello di una giornalista che “prima le badanti ecc.. il vaccino non è una medaglia”. La giornalista è una collaboratrice di Focus (pochi articoli pubblicati in anni di collaborazione), dichiara di aver collaborato col Corriere e non c’è ragione di dubitare ma sul web non c’è traccia del suo lavoro per il Corriere. Dunque, più o meno nessuno ha letto i suoi articoli, né conosce la bravura. Dunque, non è esattamente una giornalista sul campo. Però lei decide che “noi giornalisti abbiamo questa tendenza stucchevole a sopravvalutare il nostro lavoro”. Che, detto da una scrivania, magari in smart working, in qualità di saltuaria collaboratrice, è, sì, un po’ stucchevole. Ma naturalmente,nonostante nessuno o quasi di chi commenta abbia mai letto quello che scrive, l’occasione per trasformare la vicenda in Focus/scienziata vs Ballando/sgallettata è troppo ghiotta. Improvvisamente si scopre che I GIORNALISTI VERI sono i collaboratori di Focus e sulla fiducia, senza manco aver mai letto nulla di quello che hanno scritto (lo saranno pure, eh, per carità, ma non si capisce perché loro più di chi scrive su La Stampa, per dire). Addirittura vengono promossi a “scienziati”. Gli altri, quelli che scrivono come me su due testate giornalistiche, che lavorano per una radio nazionale e così via, sono giornalisti finti. O comunque, un po’ meno giornalisti. Adesso sappiamo che è così. E quindi io divento quella sprezzante, non lei, quella che dalla sua sedia ci insegna che noi altri ci sopravvalutiamo, sottolineando inoltre che non dobbiamo avere la priorità per il vaccino, come se tra l’altro io l’avessi chiesta. Ma a quel punto, addio. La sgallettata esige il vaccino e tratta male “la scienziata” umile che invece cede il suo posto e ricorda che il giornalismo non deve prendersi troppo sul serio! Ma tu guarda. Io invece il mio lavoro lo prendo molto sul serio. Forse ho questa colpa. E lo ritengo molto serio anche perché c’è chi ci muore, per fare questo lavoro. É stucchevole, immagino, tenerlo bene a mente. É sopravvalutarne l’importanza, chiaro. E quindi i detrattori dei giornalisti si buttano a pesce, perché che goduria poter insultare, deridere, beffeggiare la giornalista seguita da un milione e mezzo di follower che si prende così sul serio mentre c’è la scienziata che boh, “non ho mai letto nulla di suo ma lei sì che è una giornalista, lo so e basta”. A quel punto arrivano altri giornalisti, i colleghi, che ci mettono il carico. Come perdere l’occasione di dare ragione a chi “ci sopravvalutiamo” (quelli che poi solidarizzano con chi prende 7 euro a pezzo, che voglio, dire, quello vale a ‘sto punto, che non si sopravvaluti). E quindi – da parte di colleghi – insulti, beffeggio, “spocchia”, “mitomane”, superiorità morale esibita (“Date il mio vaccino a chi ha più bisogno!” e anche le brioche, immagino). Bastava leggere la timeline su Twitter, era un corto circuito stupendo: odiatori di giornalisti e giornalisti finalmente compatti nel dire che i giornalisti non servono a una cazzo. Anzi no, che si sopravvalutano. In tutto questo, mi è capitato di vedere il like nel tweet “noi giornalisti, com’è stucchevole sopravvalutarsi” di un pezzo grosso di Repubblica, quella Repubblica che oggi titolava “Astazeneca, paura in Europa”. Ecco, se magari si prendesse un po’ più sul serio il proprio lavoro (e le conseguenze di un titolo del genere), non capiterebbe di fare titoli così. Ho visto Il Foglio, a firma del vicedirettore Salvatore Merlo, confezionare un “articoletto” immondo, sessista e denigratorio, con una mia foto scollata, riferimenti a Ballando con le stelle e il mio pensiero completamente manipolato (“la paragiornalista chiede per sé il vaccino”), roba da Libero. E infatti gli è andato prontamente dietro Libero, che “La Lucarelli vuole essere inoculata”. La finezza. Se solo l’1% di questo livore gratuito e rozzo, con tentativi di delegittimazione di colleghi, fosse caduto sulla testa di una, non so, Sardoni o Botteri o chiunque vi pare, oggi ci sarebbero state le barricate. Immaginate la Aprile definita da un vicedirettore “la gossippara di Oggi” con sue foto scollacciate o cazzate simili. Interverrebbe l’Ordine mondiale dei giornalisti. Ho visto così tanta merda buttata sui giornalisti (ben oltre me, proprio sulla categoria) e dai giornalisti sui giornalisti, ieri, che in effetti, a ben pensarci, avete ragione voi. Ha ragione la scienziata di cui avete libri e ritagli di articolo sul comodino: vi sopravvalutate. PS – Per chi non comprendesse il perché un giorno a Il Foglio si sveglino e facciano quell’attacco contro una donna, svilendone la professione, è perché ultimamente sul Fatto ho commentato divertita alcuni loro titoli su “Renzi e il suo capolavoro”. Non potendo rispondere sul merito, perché poi mi avrebbero dato il ruolo di “interlocutore”, hanno aspettato l’occasione propizia per Ballando con le stelle contro la scienza. Ovviamente a loro della tizia non fregava un bel niente così come dell’argomento, ma entrambi servivano solo a delegittimare il nemico (Il Fatto). Una tecnica ben nota nel panorama maschilista delle redazioni. Mai entrare nel merito, mai considerarla collega e alla pari: una bella foto con le tette in vista e identificarla nel suo ruolo “più frivolo”, ignorando il resto. Insomma, Libero. O il Foglio, fate voi.
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'Volevo recuperare il bambino che è in me'
Gabriel Garko nel suo coming out
'Voglio far vivere la bambina che non ha mai vissuto'
Vittoria Schisano a 'Ballando con le stelle'
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Recuperare 'il bambino/bambina interiore' is the italian way of being queer and proud
#gabriel garko#vittoria schisano#gfvip2020#grande fratello vip#ballando con le stelle#coming out#queer and proud#gay icon#trans icon
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So chi sei e perché l’hai fatto
Finalmente un fine settimana ricchissimo, quello appena trascorso sui migliori canali della tivvù: alla tanto attesa seconda puntata del coming out dell’ormai eroe nazionale dei diritti LGBT ospite a Verissimo segue a sorpresa su La7 un approfondimento da inchiesta graffiante sull’AresGate con Giletti che intervista addirittura Tarallo in persona, altrimenti noto come Lucifero, praticamente estraneo a ogni apparizione tv. Un polittico che contrappone da una parte un nuovo Garko, loquace, prolisso e spesso tendente alle lacrime e dall’altro l’affermato produttore, pacato, dai toni misurati, che però sul finale ricordano quelli della malavita organizzata.
Ma andiamo con ordine.
L’intervista a Garko è una discreta palla che un po’ ho pure dormito un quasi monologo ricco di sfumature. A differenza delle precedenti ospitate che ci offrivano un divo misterioso e sfuggente dai mille segreti, qui sviscera con riflessioni e digressioni ogni punto, facendo riferimento anche al suo percorso psicanalitico, di fronte a una Toffanin (distante sei metri come da normativa) che per gran parte dell’intervista se ne resta in silenzio, con una espressione permanente sul volto da “esticazzi” ma che sembra direi anche “fossero tutti questi i problemi Gabriè”. Mentre lui, pur ricordando a ogni piè sospinto che non intende fare la vittima, narra delle sue sofferenze e dei suoi dolori di un percorso che alla fine regala pochi scoop. La storia di mamma e papà che hanno sempre saputo, la negazione per poter lavorare nel settore, i paparazzi ovunque, il rapporto con Eva Grimaldi, Adua con la quale a malapena si incontravano, la sua riservatezza intrinseca e, severo ma giusto, una battuta di profondo sdegno e di buonsenso contro chi nei giorni scorsi lo ha accusato di aver ricevuto cachet stellari per il suo coming out, che alla fine a ogni ospitata televisiva sossoldi e non si capisce perchè queste ultime due debbano fare eccezione (Selvaggia Lucarelli, per caso vai a fare ballando con le stelle a gratis? Eh??).
A un certo punto la Toffanin (che per lo più pare davvero disinteressarsi dell’andamento dell’intervista) interviene con toni sobri: “Sì va bene ma tu hai mai avuto degli amori tuoi? O hai del tutto ucciso te stesso?”. Segue emozione di Garko, un sorso d’acqua dal bicchiere, silenzio, turbamento, lacrime, Garko invoca la pubblicità, lo sa che ora può parlare ma non ce la fa, è più forte di lui. Mentre lei hai ripreso la sua posizione da sfinge e se ne sbatte. Qualcosa di più esce, un fidanzato di 11 anni che finge di essere solo un amico e di abitare in un altro luogo anche agli occhi della governante di casa Garko (giuro, dice veramente governante), la storia con Gabriele Rossi che ora è finita e una storia che sta muovendo i suoi primi passi ma insomma anche qui sbadiglioni interrotti solo dal momento comico in cui lei poi citando il libro di Garko uscito qualche tempo fa ricorda tra le altre cose “alcuni pregiudizi in merito alle tue capacità di recitazione da parte della critica”. Alcuni.
Certo, con un’ingenuità che va ben oltre l’ingenuità standard Mediaset e che la Toffanin tenta di arginare, ma con un modo anche tutto sommato decente che ci dice “nessuno mi ha costretto”, Garko accenna i contorni di una tassonomia dei mestieri dello shobiz sui quali sia stata sdoganata l’omosessualità e quali no: il cantante sì, il calciatore no, e via discorrendo. Del resto, aggiungo io, così a bruciapelo vi viene in mente il nome di un altro attore italiano dal successo nazional popolare che sia omosessuale dichiarato? Perfino la Toffanin cede e si trova a citare il triste destino di Rupert Everett.
Si conclude chiedendo a Garko, che è poi la questione che ci sta più a cuore di tutte, se questo suo coming out inciderà sui ruoli che interpreterà in futuro (su questo vorrei anche rimandare i lettori ad approfondire la posizione del manzissimo Darren Chriss in merito), e se si orienteranno più su personaggi etero o gay: non so se mi ri offriranno parti come quella di Tonio Fortebracci dice lui (e questo ci getta nella disperazione, ndr) ma del resto ho già interpretato ruoli di omosessuali come ad esempio - interpretazione fantastica ci tiene a sottolineare la Toffanin - nelle Fate Ignoranti. E qui chiuderei, rimembrando l’unica interpretazione del nostro beniamino veramente degna di questo nome, che però, ricordiamolo, credo sia racchiusa tutta in 3 battute da malato terminale che per gran parte del film giace su un letto o atterrito sotto la pioggia.
Ma per svegliarci un poco spostiamoci nello scoppiettante studio di Giletti dove lui ci attende con l’espressione delle inchieste più serie e delicate! I più attenti ricorderanno che dopo le dichiarazioni di Adua del Vesco - alias Rosalinda - e quell’altro del grande fratello vip, gravissime come ricorda Giletti stesso, che lanciavano come petali dalla finestra accuse di sequestro di persona, plagio e istigazione al suicidio, si erano susseguiti in settimana pareri autorevoli divisi a squadre: Manuelona nostra e nientepopodimeno che Ursula Andress si erano levate sdegnatissime in favore della generosità e integrità di Tarallo, Giuliana de Sio e Nancy Brilli avevano solo lievemente preso le distanze dal modus operandi della Ares sottolineando come non avessero poi granchè piacere a lavorarci e il buon Francesco Testi, meglio noto come Renè Rolla dei nostri cuori, ha fatto una sintesi brillante tipo l’amico un po’ regaz dichiarando che finché la regola della casa di produzione era di scopare in giro senza fidanzarsi a lui era andata poi bene, ma che lui poi è una persona quadrata e quindi non teme condizionamenti.
E a questo punto arriva in tivvù Tarallo, insignito da Giletti del titolo di Re delle Fiction. Tarallo che viene da una famiglia devota a Padre Pio, Tarallo che ha fatto il coming out a 14 anni, Tarallo che è in studio solo per onorare la memoria del suo compagno Teodosio Losito. Losito che, ricordiamolo, prima di questo momento era stato seppellito con una certa furia nei campi dell’oblio, e solo noi e pochi altri ne sentivamo una struggente mancanza.
Tarallo che accompagnato passo passo da Giletti costruisce una narrazione di sé di vero e proprio, generosissimo, benefattore di tutti gli attori, nel ridente contesto di Zagarolo che, tra ville di attori famosissimi, dependance di Vip e Vippissimi, santo cielo vi prego qualcuno mi ci porti. Lui ha sempre fatto il bene di tutti, aiutando, formando, lanciando, offrendo lavoro, seguendo e consigliando, facendo anche da supporto psicologico, senza mai obbligare nessuno. Lui insieme a Teo, si capisce, che era l’animo più sensibile. Quasi mai contrasti con nessuno, solo una volta “Quando diedi ad Adua e Morra da leggere Il Giovane Holden e Il piccolo principe” (faceva parte della formazione a quanto pare, che bellissimo) e mi prendevano in giro fingendo di averli letti” (capre!!). Una immagine questa poi confermata da 3 attori che interverranno dopo in studio per raccontare la loro esperienza con la Ares e osannare Tarallo. Si difende con sdegno dalle accuse ricevute e infila su Adua una serie di affermazioni che la fanno uscire, così cos,ì come una psicolabile diciamo.
E poi. Poi si prepara per il gran finale. Cioè dopo aver tenuto per tutta l’intervista un tono mediamente sobrio, un modo affabile e pacato da professionista della TV, mette la freccia e supera a destra Garko e il picco trash della lettura della lettera ad Aduarosalinda.
Sempre spalleggiato da Giletti, si alza e tra le lacrime, con alle spalle una foto di Teo, legge la lettera che Losito gli ha scritto poco prima di suicidarsi. Così, senza motivo, se non per difendersi dall’accusa gravissima lanciata da Auda. Ma no, non è Adua, Adua è solo uno strumento: è stata plagiata poverina che è mezza instabile, dietro a lei e a Morra c’è una macchinazione di una persona che si muove contro di lui.
E quindi infine, con uno sguardo degno del migliore fetuso, sibila "A questa persona voglio dire: “So chi sei e so perchè l’hai fatto. Chi ha distrutto Teo non distruggerà me, perchè io sono più forte”.
Cala il sipario. E forse questo climax è il miglior omaggio a Losito in cui potessimo sperare.
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Che storia. Finale
"Allora vado col terzo e ultimo, ma in realtà sarebbe più corretto dire primo desiderio...". "Ragazzo, non fare troppo il sarcastico che ti trasformo in un rospo e poi ti devi trovare una principessa!". "Sei un genio spiritoso. Va bene, veniamo a noi: io desidero, io voglio che.... Vittoria Schisano vinca la prossima edizione di Ballando sotto le stelle!". Il genio rimane in silenzio, l'espressione è sbigottita. "Non ho capito. Credo di non aver capito. "Spero" di non aver capito. Cosa vuoi?". "Ripeto: desidero che Vittoria Schisano vinca Ballando sotto le stelle!". "Chi cazzo è Vittoria Schisano?!!!". "Probabilmente la conosci col suo nome di nascita: Giuseppe. Poi ha cambiato sesso ed ora è diventata Vittoria. Io desidero la vittoria di Vittoria! Scusa il gioco di parole". Il genio guarda la lampada: dall'espressione appare evidente che vorrebbe rientrarci subito. "Scusa, amico mio, ma a te cosa te ne viene dalla vittoria di questa tipa, o tipo? Perché non ti prendi invece una bella Ferrari, o una Lamborghini o magari una potente Harley Davidson?" "Non ho la patente. Coltivo questo desiderio perché sono molto sensibile alle tematiche Lgbt e ritengo che Vittoria Schisano stia portando avanti con umiltà ma anche con coraggio ed abnegazione tutte quelle istanze che..." "Va bene, va bene, basta: desiderio esaudito. Vittoria vincerà Ballando sotto le stelle". "Grazie genio" "Prego stronzo".
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La fine di un altro anno rappresenta, per gli inquieti come me, quel momento che vorresti non arrivasse mai per non ricordare quanti buoni propositi ti sei proposta e non hai saputo, potuto o voluto mantenere.
Quest’anno non voglio finisca in preda all’ansia da bilancio.
Voglio perdermi nella vita che mi son guadagnata quest’anno, a fatica e con lacrime e sudore.
Voglio guardarmi allo specchio e brindare a me che non sono più quella di prima, ma resto comunque la stessa di sempre.
Voglio che ciò che sono ora resti impresso appieno in questo duemiladiciannove e sia memoria a me cara. Una fotografia che non scolorirà nel tempo, ma che profumerà di eterno.
Perché non sarò mai più uguale a questo momento.
Ci saranno nuovi dolori, nuovi incanti, nuove scoperte, nuovi ricordi.
Non voglio stilare liste fatte di decine di punti che sicuramente non manterrò.
Non ho mai avuto un buon rapporto con le imposizioni, tantomeno se provengono da me stessa.
Ho sempre prefissato obiettivi a lunga scadenza, per poi lasciarmi trasportare dall’emozione del momento.
E puntualmente il luogo di arrivo non era mai quello che mi ero immaginata in partenza.
Dio, quante poche volte mi son pentita di non esser stata fedele al mio intento ed in che meravigliosi luoghi la mia mente mi ha portato.
Ecco perché quest’anno il mio unico obiettivo è di non pensare a come sarò a dicembre prossimo.
Ci saranno persone che non porterò con me. Sarà la vita, o loro stesse, a decidere di non esserci. Andranno.
Andranno via molti dubbi, ne accoglierò di nuovi.
Andranno via alcune insicurezze. Finalmente.
Come andranno via pezzi di me regalati a chiunque mi abbia sfiorato.
Nuova carne e nuova forza in me.
La sveglia suonerà alla stessa ora di sempre; mi auguro di viverla ogni volta con il fremito di chi spera che da lì a poco la vita stia per cambiare.
Camminare tra le stelle ogni giorno, per il solo piacere di perdercisi vagando e ballando tra sogni e paure, senza far caso al buio attorno.
Ecco cosa ho fatto quest’anno:
Non ho perso la speranza.
Ed ecco cosa mi propongo per il prossimo anno:
di continuare a non perderla.
Che ogni giorno dell’anno sia luce di un nuovo Capodanno.
- Rosemary Eco
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L’INFINITO DAL BALCONE DI CASA
La parola ha un corpo minuscolo e una forza impressionante.Cercherò in tutto questo di parlare dell'eterno divenire e del mondo, della grande fenice che nasce all'alba e muore ad ogni tramonto. Farà freddo quando la cenere immobile smetterà di gemere, ma non temere perché questa, quando meno te l'aspetti, s'aprirà e la vita sarà tornata a volare.
Il cielo sopra è una fumigazione rabbiosa, fatto di scarichi d' auto e fabbriche, la statale che tutto governa e uccide, le piante appena spuntate al ciglio della strada muoiono tra liquami che scivolano lungo le canalette di scolo. Questo terrario è sudore, è puzzo di piedi, è polverone sollevato dal taccheggiare delle segretarie, delle puttane, dei rappresentanti, è fiato di denti guasti, di stomachi ulcerati, di budella intasate, di sfinteri stitici, è fetore di ascelle deodorate, di sorche sfitte, di bischeri disoccupati che berciano intorno a costruzioni di cemento armato, che non sono più nostre. Mi raccontava una mia amica che nel 2010 in Portogallo, all'inizio della crisi per loro, una catena di supermercati aveva deciso di mettere in vendita tutta la propria merce al 50%. Il giorno in cui si aprirono le porte dei supermercati migliaia di persone che ci si riversarono dentro, calpestando uomini, donne e bambini, solo per mangiare a meno. Al supermercato vedo le vecchie mezzo piegate dentro i banchi freezer a prendere la merce che scade oggi, perché costa meno, così si va a fare la spesa ad agosto: in pelliccia. La Venere in pelliccia, è una sensazione sinuosa, che scivola come unto, scivola fino a terra senza scomparire mai. La fissavo quella presenza inquietante che s’ostinavano a chiamare cielo, e pensavo che nella nostra generazione c’era stata come la speranza che ci fosse qualcosa di vero negli angoli di casa, nei vicoli, sui muri sporchi di piscio. La pioggia caduta in abbondanza sull'asfalto non aveva generato altro se non umidità e muschio invernale. Da piccolo speravo d’ essere in un film, d'essere quello che d’improvviso gli capita un avventura sola e con quella s'è sistemato la vita, oppure speravo che venisse qualcuno a salvarmi, ma non c’era mai niente di veramente nuovo fuori dalla porta di casa. In fondo tutti noi abbiamo atteso che arrivasse un Messia, una forma risolutiva che ponesse fine, che facesse piazza pulita dei soliti problemi, gli unici dei trascendentali che invece restano. Ti prende per i pantaloni il piano, e te ne accorgi sempre e solo troppo tardi che ti è entrato nell'anima. “Petit et voulgarir plaisir”, è il dolce ritmo delle note che scende morbido giù giù nelle scanalature del palazzo, lo stile liberty, a basse altezze, con quella musica, che fa venir voglia di ballare. A protezione della porta d'ingresso due statue grandi e maestose che rappresentano due mezzibusti di donna, un po' barocche però, staccano rispetto le scanalature che dividono i quadrati e i rombi che intarsiano la facciata del palazzo. Nel salone principale, al livello della strada, la luce che permea dalla finestra, un pianista si sta esercitando al suo strumento, la luce concessa per vedere le note è interrotta a tratti dalle macchine che passano veloci. La malinconia, e le riprese, le note sono come la vita. Gli piace sentire la melodia, godere della propria bravura, che va avanti, non si ferma mai, non si sofferma una volta ad ascoltare lo stesso bellissimo giro di note, questo lo inebria, e suona invasato dalla sua stessa musica, tira avanti su quelle note, prima fortissimo, poi andante, moderato, aspetta che la sua rivelazione artistica gli si ripeta e va avanti, fino ad esaurire l’arte che ha in corpo per quel giorno, senza aver memorizzato nulla. Copre a tratti le urla che provengono dal piano di sopra: trova artisticamente valido il fatto che si senta un suono di note tanto malinconico che sostengono una vocina tanto acuta e stridula, è un suono statico e denso, questo gesto gli ricorda tanti bei film pieni di significato. Urla lei, urla, urla tesoro, gli occhi vitrei, le mani rigide, fredde attaccate avidamente a quello scialle rosso che ti regalò per Natale, quella sera, quegli sguardi, tra la malizia ed il candore i tuoi occhi erano stelle, lumi nella notte piccoli ed intensi senza pari, e la città magnifica brillava solo per voi, e suonava per voi il blues nei privé di ristoranti lussuosi, suonavano i quartetti d'archi solo per voi. Solo per te al vostro anniversario aveva portato un Guarnieri del Gesù e champagne al parco, solo per te viveva e lavorava notte e giorno, solo per te, belle dame sans merci, solo per te. Un'altra donna è arrivata, un'altra donna che non aveva il tuo bel vestito color blu cobalto, portava una veste in seta nera, l'ha fatto volare una notte, via da te per sempre. Sopra ci sono altre due stanze, niente d'importante, vuoi sapere per caso dove vanno bighellonando un gruppo d'amici in vacanza ed una coppia sulla quarantina? I postriboli sono posti che non mancano a questo mondo e poi alla gente bisognerà pur lasciargli un minimo di privacy. Io un quarto d'ora fa ero là sotto. C'ho preso l'autobus delle 18.10: devo tornare a vedere un posto che avevo visto da piccolo, tanto tempo fa. Dai sali, il biglietto è gratis. Si va in periferia, a raccontare le storie di chi lotta tutti i giorni a lavoro per un settanta metri quadri, di chi ha come vicini spacciatori e delinquenti, o gente povera come lui, del proletariato, come la media ipocrisia pensa ma non cataloga. Io in realtà non devo andare in un posto devo raccontarti un posto, ma per farlo ho bisogno di narrarti un bordello di storie. Al primo piano la casa è abitata solo di notte, di giorno c'è solo il cinema privato degli occhi di una ragazza che riproducono in continuazione le immagini della notte, fatta dei bisogni degli altri. Una volta sono andato da lei, erano le due o tre del mattino, non ricordo, stavo ballando come un pazzo “Lust for life” in mezzo la strada, a torso nudo facendo piroette. Lei esce dal portone e mi fa segno d'avvicinarmi con la mano, m'avvicino e mi tolgo gli auricolari per sentire che vuole “ Se te la smetti ti do un bacio”, gli ho fatto di si con la testa e lei mi ha dato un bacio, poi è tornata dentro. Che triste serata. Al piano di sopra c'è una coppia che sta urlando: litigano perché non trovano il loro bambino che doveva tornare a casa già da due ore, si stanno massacrando come bestie seminude, stanche, con le occhiaie sotto agli occhi, i muscoli appena accennati che fremono dall'esasperazione, i corpi sfatti. Lei protesta verso l’altro in un’espressione atroce di vita quotidiana troppo amara da riuscire a buttare giù: picchiarsi è anche un’ottima valvola di sfogo. Il bambino sta sognando di poter inventare il testo del compito in classe d’italiano di domani, mentre che si riposa al tramonto dopo la partita di calcetto. Non ha il coraggio di tornare a casa: troppe botte, troppa violenza, è troppo reale. Anche il tramonto è reale, è bello ma gli adulti si sono scordati completamente che al mondo possono ancora esistere cose belle e vere. Da sotto si sentono le voci che provengono da casa sua, sono voci ovattate. Un po’ per i timpani rotti, un po’ perché sa che i genitori non sono felici ed hanno bisogno di sfogarsi con le urla, quello che poi dicono è inconsistente. E entrambi si sentono una merda quando si ritrovano a pensare sul serio a ciò che fanno, sperano che il figlio ce la faccia a non fare i loro stessi errori. Eppure fra vent’anni anche lui picchierà, la violenza gratuita è così piacevole, specie quando è ereditaria. Voglio dirti una cosa, a te, caro amico, sul tuo futuro: io sarò solo per sempre, la solitudine è il mio inferno! Tu non ammetti di condividere la tua sorte con altri, vuoi essere il capro espiatorio, l’unico e solo capro espiatorio? Io merito solo la solitudine e posso conquistarla solo ferendo tutti, e primi tra tutti quelli che amo, la mia prova incomincia solo ora. Che tu sia benedetto figlio dell'uomo, agnello di Dio diviso tra due coscienze, e sia benedetto l'uomo in quanto tale, finché puoi essere assolto da obblighi sociali. Correre felici, a piedi scalzi in mezzo ad uno spazio infinito, dove la vastità dell’ erba secca si congiunge con un cielo azzurro e senza nuvole. Correre,correre,correre fino a star male, sino a perdere le forze sdraiandosi a terra per riprendere fiato, una volta riposati, prendere la strada di casa, con il tramonto rosso sangue che si estingue alle spalle e illumina di colori sgargianti un' immenso spazio infinito, che ti aspetta il giorno dopo per una nuova corsa. Un giorno quel bambino non potrà più tornare ai suoi campi, sarà portato ad un lavoro che lo sfinirà fino al midollo osseo e quando sarà in grado d’amare pagherà il frutto del suo amore con l’emigrazione, perché qualche multinazionale gli toglierà la terra o qualche re povero venderà la terra dei suoi sudditi. Partirà su un battello senza sapere di tornare,affronterà un mare che si paga con la vita, ed una barca che non ce la fa più a portare così tanti passeggeri e non vede l’ora di buttarlo in mare, insieme a tanti altri. Vedrà il capitano della nave puntargli un mitra contro e poi un mitra che gli indica di buttarsi in acqua, si tufferà tra le onde lasciando sulla nave i pochi averi che aveva e annasperà sino a toccare esausto la riva opposta del mare. Approderà in un paese e vorrà chiamarlo casa, anche se di notte dorme inseme ad altri venti sventurati come lui in un piccolo appartamento con quattro stanze, avrà fame, ma sopravviverà mangiando solo di tanto in tanto, patirà l'arsura ed il freddo, ma non pregherà per morire: in fondo qui si è liberi. Questi sono uomini costretti a vivere come bestie feroci e fanno di tutto per sopravvivere, non hanno più dignità né onore, conoscono solo la fame e a quella rispondono. Dopo tanti anni e tante fatiche sono le undici e mezzo di sera, un marito guarda la moglie negli occhi, e il suo sguardo scende verso una gonna elasticizzata che cinge un pancione di otto mesi, sono al piano di sotto ma li sento di rado rientrare. Un revolver carico con la sicura sta sul comodino della camera da letto, un rumore di sirene si sente in lontananza, lui spegne la cicca di sigaretta, prende il cappotto ed apre la porta, la accosta piano per non far rumore. Voglio ricordarlo così: le spalle larghe, il cappotto di pelle che cinghie le scapole sporgenti, i jeans stirati a dovere, il passo svelto: un cane ricercato dalla notte, che lascia le tentazioni per la sua famiglia. Una volta mi ha raccontato una storia: un suo amico era qui in Italia da mesi, moglie e figli in Marocco e riusciva a lavorare solo saltuariamente, per due settimane , poi per tre mesi niente, poi l'estate tutta e di nuovo niente. Erano tre giorni che non mangiava e gli bussano alla porta. Apre il chiavistello e quello gli dice “ So' che sono tre giorni che non mangi, prendi queste e non avrai più fame”, dice offrendogli tre pastiglie di benzedrina. L'uomo che stava narrando la storia si copre il volto, non conclude, troppo commosso. I figli a casa, e la speranza sono un dramma per questi uomini, prima di giudicare con moralismi ed altro credo che almeno una volta sia doveroso, per rispetto, trovarsi in una situazione del genere per poter capire davvero cosa si prova. Io sto sul quel balcone di un condominio in un' anonima periferia, ai margini della città. La porta del terrazzo da su un pianerottolo, a destra c'è la porta per il balcone a sinistra c'è un monolocale, ora sfitto, prima c'abitava Enzo, ed ora non c'è più. Prima c’era, adesso non c’è più. È rimasto solo il suo corpo, senza anima, il tempo perso sta volando via col pulviscolo e lo sporco, la coca no, la coca resta lì, ferma, lapide commemorativa del corpo che ha conquistato. Enzo aveva 23 anni, e come tanti altri giovani, all’inizio ha iniziato a farsi per reggere i ritmi richiesti dall'ospedale, perché i medici anziani del reparto possono gestire come vogliono quei 50 studenti che devono imparare tutto da loro, e così li trattavano come bestie da macellare, li fanno andare in giro come pazzi isterici dietro tutto, perché solo così ci si prepara a quell’inferno in terra che è il pronto soccorso: tagli da ricucire, gambe rotte, ferite da tamponamento, vecchi che hanno mangiato troppo e fanno un'indigestione letale e giovani che si fanno di chetamina per andare contromano con l’amico dietro senza casco e finiscono a schiantarsi contro un palo, tutto ciò non fa salire più l'adrenalina,dopo un certo punto. La soluzione di vite portate al macello in nuove forme d'amore. No, niente forme d'amore, niente amore per me e per te Enzo. Parlo delle mie disavventure, caro Enzo, ma di fronte alla tua porta è come stare di fronte alla mia lapide. Caffè, notti insonni e studi disperatissimi, forse arriverò un giorno a parlare di te in un salotto con distinti signori, e tu avresti fatto lo stesso se fossi morto io e sopravvissuto tu. Ci rivedremo un giorno, fratello mio.
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Sono a casa, ho appena messo il pigiama e ora mi metto a letto a guardare un po’ ballando con le stelle non so se è già uscita Arisa o meno.
Uff ti voglio sotto le coperte con me al caldo.. voglio annusare il tuo collo e baciarti per tutta la sera.. ti voglio troooppo
23:53
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Venerdì 31 maggio. Stasera in Tv
Venerdì 31 maggio. Stasera in Tv
Ecco i programmi per la serata di venerdì 31 maggio delle principali emittenti televisive.
Questa programmazione è valida fatto salvo il caso di cambio di palinsesto deciso all’ultimo momento dalle varie reti e non portato a nostra conoscenza.
Rai Uno: Ballando con le stelle
Rai Due: Iron Man 3
Rai Tre: Smetto quando voglio
Rete 4: Quarto Grado
Canale 5: Darwin di Donatello
Italia 1: Knock Knock
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Ballando con le stelle 2019, Suor Cristina concorrente: "Voglio portare la fede in prima serata" - GLI INFORMATI
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“Vi voglio ripresentare i finalisti, tutti insieme...soprattutto insieme al mio fratellino di sempre, al mio complice di tante edizioni di Ballando con le stelle, la persona di cui mi fido di più su questa pista: Paolo Belli.”
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Maria De Filippi è un fiume in piena su Amici, Isola, Adrian e Temptation Island. In più, sfata un mito…
Nuovo post su italianaradio http://www.italianaradio.it/index.php/maria-de-filippi-e-un-fiume-in-piena-su-amici-isola-adrian-e-temptation-island-in-piu-sfata-un-mito/
Maria De Filippi è un fiume in piena su Amici, Isola, Adrian e Temptation Island. In più, sfata un mito…
Maria De Filippi è un fiume in piena su Amici, Isola, Adrian e Temptation Island. In più, sfata un mito…
Domani tornerà sul piccolo schermo una delle sue creature più preziose; così, Maria De Filippi ha scelto di rompere il silenzio su molte questioni d’attualità televisiva.
In un’intervista rilasciata a La Repubblica, l’ideatrice e conduttrice di Amici, al via domani sera su Canale 5, ha parlato anche del suo tanto chiacchierato potere in Mediaset, di Ballando con Le Stelle, dell’Isola dei Famosi e di Adrian.
La conduttrice dice di aver lanciato un invito all’azienda:
(Ho chiesto, ndTI) di accorciare i programmi. Ho fatto una proposta: perché non li chiudiamo tutti a mezzanotte meno un quarto? Questo consentirebbe la messa in onda di più trasmissioni. Manca un programma sui libri in seconda serata, Pickwick di Baricco su Rai3 era bellissimo. C’è un pubblico: quando Roberto Saviano parlò de Le notti bianche di Dostoevskij ad Amici, schizzò in classifica.
Poi demolisce un mito:
Sfatiamola una volta per tutte questa storia che ‘Maria ha potere’, è una cavolata. Nonostante i risultati che porto, quando Pier Silvio mi ha chiesto qualcosa ho sempre detto sì.
Sostiene, infatti, di non essere riuscita nell’intento di collocare stabilmente il suo talent in una serata diversa da quella del sabato:
Nel momento in cui la rete colloca gli altri show, Amici resta al sabato. E Publitalia sceglie: è il programma con più pubblicità (…) Non l’ho chiesto per Ballando con le stelle. A me non interessa la guerra degli ascolti, mi preme di non fare brutta figura. Curo tutto nei minimi dettagli, dietro i programmi ci sono ore di lavoro. Amici è un talent speciale, c’è dietro una scuola, oggi è un lusso.
Quindi, spiega che ha recentemente incontrato Marina Berlusconi, presidente di Fininvest (che controlla Mediaset) e di Mondadori, perché “voleva conoscermi” e la direttrice di Rai 1, Teresa De Santis, poiché “pensava a un evento per le donne”.
Tornando alla questione di Ballando con Le Stelle e di una sua possibile partecipazione al programma della concorrenza, Maria ribadisce e precisa:
No (non mi ha chiamato Milly Carlucci, ndTI). Prima l’ha detto in tv, e pensavo che fosse una strategia di comunicazione. Invece è vero. Se mi telefona vediamo come superare il piccolo problema della contemporaneità della diretta.
Sul caso Fogli dichiara:
La gente non vuole gli insulti. Quando parlo di quello che vuole la gente mi riferisco all’identificazione tra chi sta a casa e chi sta in televisione. E a casa nessuno si identifica se dai del vecchio a Riccardo Fogli. Un attacco così non paga, né a livello di immagine né di ascolto. Lo stesso principio per cui quando entra Pippo Baudo sono tutti in piedi, perchè c’è il rispetto
A questo punto diventa difficile spiegarsi il successo di Tina e Gemma a Uomini e Donne… Le due signore, è evidente, si alimentano di insulti e dispetti reciproci, ma a molti telespettatori pare vada bene così, e dunque anche a Maria.
Confrontando L’Isola dei Famosi e il suo Temptation Island rivela:
Il linguaggio di Temptation non ha tolto niente all’Isola dei Famosi. Ma se in un programma sulla sopravvivenza infili altre cose, tutto cambia. Se seguo L’isola voglio vedere Robinson Crusoe o il conte di Montecristo, non mi interessano gli amorazzi. Ad Amici voglio sentire i ragazzi che ballano e cantano.
E confessa:
Quando montavamo Temptation Island ho fatto togliere i rumori dietro la porta chiusa in un bagno. Il linciaggio è sbagliato.
Poi commenta Adrian attribuendo, di fatto, al protagonista l’imprevedibile (scarso) risultato:
Quando è partito Celentano c’erano grosse aspettative, deluse dal dato d’ascolto. Se fosse andato come doveva andare, non avrebbe spiccato solo C’è Posta Per Te. Imprevedibile il personaggio, imprevedibile il risultato.
Infine, la chicca sulla tv e i conduttori di oggi:
La televisione non la fai per te, per sembrare bella e acculturata, la fai per tutti… Il conduttore egocentrico è andato in disuso con i cento canali. Il telespettatore, che riconosce l’autorevolezza di chi gli dà fiducia, ha capito: ‘questo è un elettrodomestico a cui posso accedere‘.
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Domani tornerà sul piccolo schermo una delle sue creature più preziose; così, Maria De Filippi ha scelto di rompere il silenzio su molte questioni d’attualità televisiva. In un’intervista rilasciata a La Repubblica, l’ideatrice e conduttrice di Amici, al via domani sera su Canale 5, ha parlato anche del suo tanto chiacchierato potere in Mediaset, di…
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Simone Pavesi
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Come ogni anno nuovo che si rispetti qualche mese prima viene scelto il palinsesto televisivo. Confermati nel 2018 molti reality che già da anni popolano le reti televisive italiane. Il primo a partire il 22 gennaio è L’isola dei Famosi, il programma condotto da Alessia Marcuzzi. Il format è ormai conosciutissimo: personaggi del mondo dello spettacolo che naufragano in Honduras per mettere se stessi alla prova, sopportare fame e intemperie e relazionarsi con gli altri. Ogni settimana i naufraghi vengono sottoposti a delle prove in diretta stabilite dalla redazione del programma che, se superate, possono portare un gruppo o una persona a ricevere un premio come una cena, un panino, una maggiore quantità di riso, delle coperte ecc…
Ph. from: Blitzquotidiano.it
Tra le curiosità di ogni anno, a parte il cast dei concorrenti, vi è anche la figura dell’inviato che per mesi monitorerà e seguirà i ragazzi nelle prove e nella loro avventura. Quest’anno a sostituire Stefano Bettarini (Isola, 2017) proprio come inviato in Honduras vi è il bel ballerino di Amici, nonché ex di Belen Rodriguez, Stefano De Martino che pare si sia conteso il posto insieme al vincitore del GF Vip 2017, Daniele Bossari. Sconfitta poco amara per quest’ultimo che sarà opinionista in studio insieme all’irriverente e giocosa Mara Venier. La nostra curiosità cresce ma staremo a vedere nei prossimi giorni se trapelerà qualcosa in più.
Passiamo ora, però, al “cast dei concorrenti”.
1. I concorrenti confermati
Un attimo d’attenzione, please. Voglio essere sincera, anche se la cosa sembrerà banale: quando si parla di naufraghi, concorrenti, ecc le notizie che potete trovare sul web o sui settimanali sono approssimative e derivanti da chiacchiere o al massimo toto-scommesse sui partecipanti. Difficilmente si ottengono notizie reali e sicure prima del giorno della messa in onda, se non pubblicate direttamente dal sito ufficiale, ragion per cui anche io farò una mia lista dei nomi che nel mondo del gossip sono trapelati di più o quelli più scommessi ma senza dar nulla per certo. Dopo questa breve premessa, pronti? Il meglio deve ancora venire!
Ph. from: http://gds.it/2018/01/09/isola-dei-famosi-2018-ecco-i-primi-concorrenti_783078/5/
Ph. from: http://gds.it/2018/01/09/isola-dei-famosi-2018-ecco-i-primi-concorrenti_783078/5/
Ph. from: http://gds.it/2018/01/09/isola-dei-famosi-2018-ecco-i-primi-concorrenti_783078/5/
I primi tre concorrenti ufficiali, apparsi sul sito ufficiale dell’Isola dei Famosi 2018, sono: Bianca Atzei, Nadia Rinaldi, Alessia Mancini.
La prima, giovane cantante 30enne e reduce dalla rottura con Max Biaggi, cui aveva dedicato al ciclista il singolo Ora esisti solo tu in gara allo scorso Festival di Sanremo, ha annunciato qualche giorno fa, tramite un video pubblicato su Instagram, di partire per l’Honduras. La decisione è stata presa dalla cantante di origini sarde per potersi mettere alla prova, superare i propri limiti, superare le paure e dimostrare di aver un animo selvaggio. Noi crediamo in te, cara Bianca!
Altra conferma è Nadia Rinaldi, la 50enne attrice che ha debuttato al fianco di Gigi Proietti, che si dice pronta all’avventura. Per prepararsi al meglio, ha dichiarato, di essere già in digiuno ma…di aver già fame! La bionda Rinaldi si preannuncia come una delle concorrenti più chiacchierate di questa edizione!
Ultima ma non meno importante la Mancini, 39enne, showgirl, ex Non è la Rai, ex velina, ex letterina di Passaparola…insomma ex, decide di partecipare all’avventura isolana per dimostrare la sua forza e, soprattutto, la sua valenza. La donna sarà messa a dura prova dalla distanza che la separerà per qualche mese (si spera!) dai suoi due figli e da Flavio Montrucchio, vincitore del Grande Fratello 2, a cui è legata dal 2003. Anche noi cara Alessia speriamo tu possa riuscire nel tuo intento e speriamo inoltre di rifarci gli occhi vedendo tuo marito in studio!
Ad oggi a questi tre nomi ufficiali ne sono seguiti altri cinque: Chiara Nasti, Francesca Cipriani, Rosa Perrotta, Giucas Casella e Amaurys Perez.
Ph. from: https://www.si24.it/2018/01/11/isola-dei-famosi-2018-tra-i-naufraghi-amaurys-perez-e-francesca-cipriani/429347/
Ph. from: http://www.bitchyf.it/isola-dei-famosi-ecco-il-cast-ufficiale-composto-da-18-concorrenti/
Ph. from: http://www.bitchyf.it/isola-dei-famosi-ecco-il-cast-ufficiale-composto-da-18-concorrenti/
La prima è la giovanissima fashion blogger/influencer che ha già preso parte del cast di Dance Dance Dance. Riuscirà stavolta a dimostrare di aver qualcosa in più di un bel visino o di saper fare qualcosa in più di un balletto? Segue la giunonica Francesca Cipriani, conosciuta sul piccolo schermo, per aver un seno enorme ma non un altrettanto quoziente intellettivo (ahimè, dovevo dirlo) come dimostrato ne La Pupa e il Secchione e in varie ospitate successive, come le recenti nella trasmissione di Barbara D’Urso Pomeriggio 5. Una delle troniste più amate di Uomini e Donne è proprio Rosa Perrotta che ha annunciato la sua partenza sui social. Rosa è uscita dal programma della De Filippi con Pietro Tartaglione, avvocato conosciuto proprio nello studio della presentatrice, il quale le fa un grosso in bocca al lupo…e uno glielo facciamo anche noi! Vai Rosa!
Ph. from: http://www.bitchyf.it/isola-dei-famosi-ecco-il-cast-ufficiale-composto-da-18-concorrenti/
Giucas Casella, conosciuto come illusionista, sarà un personaggio abbastanza atteso sull’Isola. Le sue doti potrebbero servire a far apparire un piatto di lasagne (chissà che non succeda davvero). In ogni caso ci attendiamo grandi cose da un personaggio come lui! Amaurys Perez è un noto campione pallanuotista cubano ormai stanziato in Italia come allenatore del Cosenza. Ha partecipato a diverse trasmissioni televisive come Ballando con le stelle, Pechino Express e Ciao Darwin nella categoria “belli”. Perez sarà sicuramente un uomo con spirito d’iniziativa che avrà come amica l’acqua, felici naufraghi?
2. Gli altri concorrenti “quasi confermati”
Per quanto riguarda gli altri concorrenti da qualche mese e/o settimane riecheggiano negli ambienti del gossip alcuni nomi alcuni più famosi e altri meno, come quello di Francesco Monte.
Ph. from: http://www.isaechia.it/2017/09/24/uomini-e-donne-hackerato-il-profilo-instagram-di-francesco-monte-lex-tronista-furioso-scrive/
Chiacchierato protagonista televisivo degli ultimi mesi per esser stato lasciato indiretta da Cecilia Rodriguez, durante la sua permanenza nella casa. Il bel tronista dopo aver sofferto per amore (*uno di noi* x2) sembrerebbe aver accantonato la rottura e pronto per nuove avventure, tra cui l’Isola 2018.
La partecipazione sembra sicura anche per Cecilia Capriotti, 41enne showgirl, modella e attrice, doveva già partire per l’Honduras l’anno scorso ma con la nascita della sua prima figlia dovette abbandonare l’avventura per dedicarsi alla piccola. Oggi finalmente potendo finalmente riscattarsi, anche dagli intoppi giudiziari che la vedevano protagonista qualche anno fa, pare proprio che la modella faccia sul serio. Sarà la volta buona?
Un altro scoop, in esclusiva, di Spy stavolta è dato dagli altri nomi dei concorrenti che faranno parte del cast ufficiale dell’Isola dei Famosi 2018, e sarebbero: il modello Marco Ferri, il sensitivo Craig Warwick, il comico Nino Formicola, l’ex pornodiva Eva Henger, la “madre natura” di Ciao DarwinPaola Di Benedetto e dal mondo del GF si aggiungono Jonathan Kashianian e il divertente Filippo Nardi, vediamo se ve lo faccio tornare alla mente così: “dove sono le sigarette?!?!”
Ph. from: http://www.bollicinevip.com/filippo-nardi-e-una-ex-sex-symbol-nel-cast-ufficiale-dellisola-dei-famosi-2018/
Insomma il trash non mancherà. Credo che anche quest’anno, come è già stato per il GF, ne vedremo delle belle e attenderemo anche quest’anno di veder nascere degli amori (io lo do ormai per scontato!). Al gruppo si unirà il vincitore di Saranno Isolani, il pre-Isola, già iniziato a cui prendono parte concorrenti non famosi. E voi sarete tra quelli che guarderanno l’Isola o pensate sia solo un ,programma per “riesumare” personaggi che nel tempo si sono persi?
Se l’articolo vi è piaciuto lasciate un like o condividete, se pensate che ne valga la pena, l’articolo sui social tramite gli appositi bottoncini in basso. Vi aspetto alla prossima GIRLZZZ!
Al via la tredicesima edizione dell’Isola dei Famosi Come ogni anno nuovo che si rispetti qualche mese prima viene scelto il palinsesto televisivo. Confermati nel 2018 molti reality che già da anni popolano le reti televisive italiane.
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