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Ener2Crowd.com: Tassi d’Interesse in Crescita per Investimenti ESG, Rendimenti Medi al 9,6% nei Primi Nove Mesi del 2024. Recensione Alessandria today
Gli investimenti in ambito ESG su Ener2Crowd.com registrano un aumento significativo dei tassi d’interesse, con un rendimento medio del 9,6% nel 2024. Opportunità di crescita sostenibile per chi investe.
Gli investimenti in ambito ESG su Ener2Crowd.com registrano un aumento significativo dei tassi d’interesse, con un rendimento medio del 9,6% nel 2024. Opportunità di crescita sostenibile per chi investe. La piattaforma di crowdinvesting Ener2Crowd.com, leader in Italia per investimenti sostenibili e digitali, ha registrato un aumento significativo dei tassi d’interesse offerti nei primi nove…
#Alessandria today#capitale privato#crescita sostenibile#crowdinvesting#economia green#economia sostenibile.#economia verde#Ener2Crowd#Energia rinnovabile#ESG#finanza alternativa#Finanza partecipativa#finanziamento progetti#Giorgio Mottironi#Google News#GreenVestingForum#guadagni elevati#Inflazione#investimenti 2024#investimenti digitali#investimenti ecologici#Investimenti Sostenibili#investitori privati#Italia green#italianewsmedia.com#macroeconomia#mercato finanziario#Niccolò Sovico#Nuove Opportunità#piattaforma investimenti
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Ethereum - La Rivale del Bitcoin che Sta Cambiando il Gioco
Lanciata nel 2015 da Vitalik Buterin, Ethereum è una criptovaluta che ha rapidamente guadagnato una posizione di rilievo nel mondo finanziario, con una capitalizzazione di mercato superiore ai 16 miliardi di dollari. In questo articolo, esploreremo le fondamentali differenze tra Ethereum e Bitcoin, rivelando come Ethereum stia emergendo come una formidabile concorrente alla famosa…
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Digitalizzazione e trasformazione digitale, con Gabriele Gobbo e Giovanni Cadamuro - 173
In questa puntata di FvgTech, Gabriele Gobbo affronta il tema della trasformazione digitale, un processo cruciale che molte piccole e medie imprese faticano ancora a comprendere appieno. Gabriele spiega, in modo semplice e chiaro, l’importanza della digitalizzazione come un asset fondamentale per le aziende. Insieme a Giovanni Cadamuro, approfondiremo come la digitalizzazione non possa essere più…
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#Competitività#Digitalizzazione#Flusso lavorativo#Gabriele Gobbo#Giovanni Cadamuro#Innovazione#Investimenti#Ottimizzazione#Piccole e medie imprese#Processi aziendali#produttività#puntata video#Soluzioni digitali#tecnologia#Trasformazione Digitale
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Il primo “pilastro” riguarda la trasformazione fisica degli ambienti di apprendimento (100.000 aule) grazie a una forzata iniezione di tecnologia di ultima generazione: device informatici personalizzati, schermi multifunzione, intelligenza artificiale, realtà aumentata, stampanti 3D, ecc. È il cespite più consistente dell’iniziativa: circa i ¾ degli investimenti previsti. Entro Natale 2022 tutte le scuole sono state “caldamente invitate” dal Ministero a fare incetta di strumentazioni high tech per il massimo degli stanziamenti virtuali disponibili (cioè a contribuire sconsideratamente al Debito pubblico), indipendentemente dalle dotazioni pregresse, dalla reale capacità di fruizione delle nuove, dalla loro utilità per il tipo di scuola, ecc. Il resto dei finanziamenti servirà per “smontare” le aule tradizionali e riqualificarne l’apertura al mondo attraverso banchi a rotelle, aule-laboratorio, ambienti virtuali, ecc. L’approccio generale sarà work based learning e gli spazi scolastici dovranno essere disegnati “come un continuum fra la scuola e il mondo del lavoro”.
la Scuola sarà svilita a componente della riforma del lavoro, sollevando le aziende dall’onere di selezionare e formare il proprio personale. La riforma introduce infatti nella Scuola superiore di primo e secondo grado due nuove figure di insegnanti (la seconda grande novità): il docente Orientatore e il docente Tutor. Con compiti, l’uno, di aiutare lo studente nella scelta precoce della futura professione e, l’altro, di consigliarlo nei percorsi di apprendimento liberi ad essa più adeguati. Nella nuova Scuola, infatti, non tutti studieranno ancora le stesse materie o nello stesso modo, ma ciascuno studente seguirà un iter di apprendimento personalizzato volto a fargli conseguire le conoscenze e le abilità specifiche per la sua futura professione.
La difesa del merito – di studenti e insegnanti – è in effetti il terzo pilastro della riforma, come del resto propagandisticamente annunciato dal Governo Meloni fin dal nuovo nome del Ministero dell’Istruzione, divenuto pure “del Merito”. Si tratta della pretesa non nuova di misurare la capacità didattica dei docenti, fingendo di non sapere che ad insegnare si arriva vincendo concorsi per titoli ed esami. In realtà, è fin troppo chiaro quale siano le vere finalità di questo sbandierato progetto di valorizzazione del merito. In primo luogo, acquisire un’arma di ricatto contro quella libertà professionale dei docenti (art. 33 Cost.), che nel quadro attuale costituisce un ostacolo insormontabile alla rimodulazione indotta del loro insegnamento. Alla condizione di assoggettamento etico e professionale degli insegnanti cui mira la riforma si arriverà probabilmente correlando al merito lo stipendio, il punteggio interno alla scuola e quello esterno per i trasferimenti. In secondo luogo, spingere gli insegnanti a divenire organici alla riforma stessa: con quelli “contrastivi” relegati in fondo alla graduatoria, essere docenti “meritevoli” significherà né più né meno che assecondare in modo acritico la visione sociopedagogica che essa sottende.
Le finalità umanistiche e “liberali” dei tradizionali curricoli scolastici lasceranno il posto a quelle utilitaristiche della formazione tecnologica, funzionale alla creazione di un vasto proletariato di nuova concezione. Anche gli insegnanti dovranno adeguarsi ai tempi, adattando la loro didattica agli strumenti e alle finalità delle nuove onnipresenti tecnologie informatiche, secondo i voleri insindacabili dell’UE (vedi Quadro di riferimento europeo per le competenze digitali dei docenti, il “DigCompEdu”). Inseriti in un sistema europeo di riconoscimento delle competenze digitali, saranno valutati (e domani stipendiati) secondo una precisa scala di bravura, con tanto di titolo distintivo: A1) Novizio; A2) Esploratore; B1) Sperimentatore; B2) Esperto; C1) Leader; C2) Pioniere. In altre parole, non saranno più riconosciuti come professionisti tutti ugualmente “sapienti” nelle loro rispettive materie, ma incardinati in una gerarchia di valore (e di diritti) di natura prettamente tecnica, che confonde i fini del loro lavoro con gli strumenti utilizzati per conseguirli. Ci chiediamo: valeva la pena percorrere tutto il cerchio dell’ideale democratico per tornare al “MinCulPop”, ai Balilla e ai Lupetti da cui proveniamo? – E allora vogliamo pure i Colonnelli!
-Marco Bonsanto, insegnante di Storia e Filosofia
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p.s: testata che si dichiara "ostinatamente laica, dissidente e di sinistra". Lo sconquasso basilare, eppure silenzio.
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"L’ACR Messina comunica che, in data 21 novembre 2024, alla presenza del presidente Pietro Sciotto e dei vertici della società lussemburghese “AAD Invest Group”, Doudo Cisse e Alexandre Chateaux, presso lo studio del notaio Silverio Magno di Messina, è stato siglato il preliminare di vendita del pacchetto di maggioranza del club. La società “AAD Invest Group”, fiduciaria del Fondo lussemburghese-americano rileverà l’80% delle quote. Le complesse fasi, propedeutiche all’acquisizione del club, sono seguite dal dott. Francesco La Fauci, dello studio commerciale “La Fauci&Partners”, con sede a Milano e Messina, cui si è affidato il Fondo". E' lo scarno comunicato con il aquale la società del presidente Sciotto annuncia il suo disimpegno lasciando l'80% delle quote alla nuova società. Sotto la guida del presidente Doudou Cissé, AAD Invest Group si distingue come un gruppo diversificato con una visione globale e strategica. L'organizzazione si compone di quattro unità operative, ciascuna con un ruolo specifico e complementare. METAAD7 è un'agenzia di scouting internazionale già attiva in diversi Paesi, specializzata nell'identificazione di opportunità e talenti. Talium rappresenta invece una piattaforma innovativa dedicata alla creazione di token digitali, sfruttando le potenzialità della blockchain e delle criptovalute per rinnovare i meccanismi di investimento. AAD Production si concentra sulla comunicazione, sul marketing e sulla produzione multimediale, generando contenuti e strategie di comunicazione integrate. AAD Media è invece focalizzata sul rebranding e miglioramento dell'immagine di società e federazioni sportive, offrendo servizi di consulenza di immagine. Il gruppo può contare su alcune partnership internazionali, tra cui Unicorn Gulf Ltd nei servizi finanziari e Global Emerging Markets (GEM), un'azienda con un fatturato superiore a 3 miliardi di dollari. Nella sua più recente mossa strategica, AAD Invest Group ha acquisito il KMSK Deinze, squadra di calcio belga attualmente settima in Challenge League, dimostrando interesse per investimenti nel settore sportivo nonostante le precarie condizioni finanziarie del club. Read the full article
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Aumenta la tassazione sugli asset digitali
Bitcoin e criptovalute, la stangata del governo. Sorpresa amara in manovra: la tassazione sulle plusvalenze passa dal 26% al 42%. Il governo si muove perché, come certifica Oam, da alcuni mesi gli italiani hanno iniziato a vendere le monete digitali. Brutte sorprese in arrivo per chi possiede bitcoin e criptovalute. Nel progetto di manovra finanziaria 2025, il governo ha annunciato di voler alzare al 42% la ritenuta da pagare sulla plusvalenza generata dalla vendita di bitcoin e token vari. Una vera stangata: l’aliquota attuale da versare in caso di plusvalenze superiori ai 2mila euro è del 26%, l’aumento che scatta dal primo gennaio 2025 per l’imposta sostitutiva è quindi del 61%. Probabilmente un record per il regime fiscale italiano. A scagliare il fulmine a cielo relativamente sereno è stato il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo: “Un tema importante riguarda le plusvalenze da bitcoin” per cui "prevediamo un aumento della ritenuta dal 26% al 42%”, ha detto il numero due di via XX Settembre presentando la manovra in conferenza stampa. Cosa cambia Quello delle criptovalute non era affatto un regime fiscale di vantaggio. Da quando con la legge di bilancio del 2023 si è deciso di mettere le cripto nel mirino del fisco, le plusvalenze sono state tassate al 26% come le altre rendite finanziarie (a partire dai sempre più ricchi dividendi delle società quotate o dalle obbligazioni emesse dai privati). Unica eccezione nel panorama fiscale italiano sono i titoli di Stato che beneficiano - e continueranno a beneficiare - di una fiscalità di assoluto vantaggio: si paga solo il 12,5% per i rendimenti incassati dai bond pubblici, per la sola ragione che investendo in titoli di Stato si sostiene la spesa governativa. La disparità di trattamento è evidente, con le criptovalute che diventano l'asset più caro sul panorama finanziario italiano. “L’imposta sostitutiva al 42% prevista per il 2025 sarebbe fiscalmente discriminatoria e quindi iniqua, probabilmente anche incostituzionale”, ha tuonato Ferdinando Ametrano, amministratore delegato di CheckSig e tra i più grandi esperti italiani di valute digitali.
“Come tutte le idee mal concepite, avrebbe l'effetto dannoso di far fuggire i capitali cripto dall'Italia, creando distorsioni di mercato e inducendo gli investitori a realizzare il capital gain entro la fine del 2024”, con un “danno per l'industria italiana che fornisce servizi in ambito cripto enorme”, ha aggiunto. “Forte preoccupazione” anche da Gianluca Sommariva, amministratore delegato e co-fondatore di Hodlie, piattaforma italiana di gestione attiva di criptovalute tramite intelligenza artificiale. “Un aumento della tassazione al 42% sulle plusvalenze rappresenterebbe un duro colpo, specialmente per i piccoli investitori, che si troverebbero a dover affrontare una delle tassazioni più alte a livello globale”, ha detto il manager. Sommariva ha poi evidenziato che chi compra criptovalute attraverso gli Etf che replicano l'andamento di bitcoin e ethereum, sempre più popolari anche in Italia, potrebbe “eludere il problema” visto che “continuerebbero ad essere tassati al 26%”. Perché il governo alza ora l'aliquota La scelta del governo di colpire i possessori di criptovalute non arriva in un momento casuale: dopo il rally delle cripto degli ultimi mesi, con il bitcoin che ha aggiornato i suoi massimi oltre i 73mila dollari, anche gli investitori italiani hanno cominciato a monetizzare i loro investimenti e a vendere gli asset digitali. Lo conferma l’Oam, l’organismo agenti e mediatori che tiene conto dei broker attivi nel Paese: alla fine del secondo trimestre del 2024, ha spiegato l'organismo solo pochi giorni fa, sono 1,3 milioni gli italiani che possiedono token nei loro portafogli digitali, per un controvalore complessivo degli asset di 2,2 miliardi di euro, in calo del 22% rispetto al trimestre precedente (quando si era a 2,7 miliardi). L’organismo dettaglia anche le operazioni effettuate nel corso dell'anno: sommando i dati trimestrali emerge che fino a giugno sono state comprate valute digitali per 1,76 miliardi di euro, mentre sono state vendute criptovalute per più di 3,5 miliardi di euro. Da qualche mese, insomma, in Italia si vendono più cripto di quante ne vengono acquistate e, anche se non per ogni operazione scatta la plusvalenza, il governo ha pensato bene di piazzare la sua scommessa. Del resto, Consob ha rivelato che il 38% degli investitori in criptovalute mantiene i propri asset per 3-5 anni: se chi ha comprato bitcoin nel 2022, nel pieno del crypto winter, dovesse decidere di vendere il prossimo anno (tre anni dopo, in effetti) la plusvalenza non sarebbe affatto male. Un cittadino italiano che ha comprato un intero bitcoin a gennaio 2022 a 33mila euro lo potrebbe vendere ora a più di 61mila euro: se lo facesse entro dicembre pagherebbe 7.280 euro, mentre già il primo gennaio il conto salirebbe vertiginosamente a 11.760 euro. Se si vuole uscire dal mercato forse meglio accelerare i tempi e chiudere ogni operazione entro il 31 dicembre per beneficiare del vecchio regime fiscale. Read the full article
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Realtà virtuale e realtà aumentata
Vortici.it questa volta, vuole saperne di più riguardo a argomenti davvero poco noti, come realtà virtuale e realtà aumentata. Il presente articolo di Francesco Pagano Esperto ICT e Direttore generale Fondazione AIDR ci apre anche le porte di in mondo tutto da scoprire, visto anche il progresso tecnologico in atto in tutti i settori.
Realtà virtuale e aumentata: una rivoluzione nell'industria navale
di Francesco PaganoPer lungo tempo, il settore industriale e quello delle tecnologie informatiche hanno seguito percorsi paralleli. Negli ultimi anni, tuttavia, si è assistito a una convergenza sempre più marcata, con un'integrazione crescente tra gli ambienti IT e le tecnologie operative (OT), ovvero i macchinari industriali. Questa tendenza coinvolge imprese di ogni dimensione. Tra le tecnologie IT più utilizzate nel settore industriale spiccano il machine learning, fondamento dell'intelligenza artificiale, che ha permesso di sviluppare funzionalità avanzate come la manutenzione predittiva dei macchinari, e le tecnologie di realtà virtuale e realtà aumentata. Queste ultime, nate nel mondo dei videogiochi con risultati inizialmente modesti a causa dei limiti tecnologici dell'epoca, hanno conosciuto una rinascita grazie all'introduzione di visori più moderni e potenti. Meta - l'azienda che controlla Facebook, Instagram e WhatsApp - ha investito e continua a investire miliardi in questo settore, puntando alla realizzazione del metaverso. Sebbene la visione di Zuckerberg si sia concretizzata solo in parte, con un discreto successo commerciale dei visori più economici come i vari modelli di Meta Quest, nel mondo industriale la realtà virtuale e aumentata hanno assunto un ruolo sempre più rilevante. Se negli anni '90 queste tecnologie erano utilizzate principalmente dall'esercito per l'addestramento dei militari, oggi un numero crescente di imprese le impiega in ambito civile per ispezioni e manutenzione da remoto, oltre che per la formazione dei tecnici. Si tratta di soluzioni che permettono di ridurre sensibilmente i costi operativi e gli errori, facilitando la presa di decisioni in tempo reale senza la necessità di spostare fisicamente team di tecnici specializzati. Un esempio concreto di questa applicazione proviene da CETENA, società controllata da Fincantieri, che ha sviluppato un simulatore di veicoli subacquei filoguidati basato su tecnologie VR e AR. Situato a La Spezia, questo strumento serve a due scopi principali: addestrare il personale all'utilizzo e alla manutenzione di questi mezzi telecomandati. Il simulatore integra modelli 3D, manuali tecnici digitali e procedure operative per supportare le attività della Marina in scenari e missioni reali, garantendo un livello di realismo senza precedenti nelle sessioni di familiarizzazione e addestramento.
Questa innovazione segna un punto di svolta, essendo la prima volta che tale approccio viene adottato per la simulazione di veicoli subacquei. CETENA ha già un'esperienza consolidata in questo campo, avendo realizzato MANTA FMNS, lo strumento utilizzato dalla Marina Militare Italiana per simulazioni belliche ultra-realistiche. L'azienda ha inoltre sviluppato l'Helicopter Tactical Simulator, un simulatore di elicotteri integrato nel sistema MANTA, compatibile con i più recenti visori VR disponibili sul mercato. Benché queste tecnologie nascano in ambito militare, le loro applicazioni si estendono al settore civile. Ne è un esempio WHALE, una suite completa di prodotti di simulazione per l'addestramento degli equipaggi in ambito civile. Questo sistema permette di testare in sicurezza le procedure per operazioni anti-incendio, anti-allagamento, ancoraggio delle navi nei porti e rifornimento. È importante sottolineare che il successo di queste simulazioni avanzate in ambito civile è largamente dovuto alla disponibilità di visori VR e AR a costi contenuti. Grazie agli investimenti di Meta e di altri attori del settore, è ora possibile acquistare un visore di alta qualità con poche centinaia di euro, o al massimo qualche migliaio per i dispositivi più sofisticati. Questo vale principalmente per i dispositivi destinati all'addestramento. Diverso è il discorso per i dispositivi di realtà aumentata utilizzati durante le missioni operative, come quelli indossati dai piloti degli F-35, il cui costo può raggiungere i 400.000 dollari. Scoprite la nostra rubrica Tecnologia Immagine di copertina e altre immagini: AIDR Read the full article
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Genova: in arrivo tre nuovi bandi per le imprese che investono in competenze, economia circolare e innovazione del processo logistico
Genova: in arrivo tre nuovi bandi per le imprese che investono in competenze, economia circolare e innovazione del processo logistico. Sono 5,5 i milioni di euro, a valere sulla programmazione Fesr 2021-2027, messi a disposizione da Regione Liguria per le imprese che investono in competenze, economia circolare e innovazione del processo logistico. Ad annunciare i tre nuovi bandi è l'assessore regionale allo Sviluppo economico. "Si tratta di tre nuove misure, che nelle precedenti edizioni hanno riscontrato complessivamente l'interesse di 153 imprese, che abbiamo deciso di riaprire per continuare a sostenere la competitività delle nostre attività - spiega l'assessore regionale allo Sviluppo economico - Tra giugno e luglio, in particolare, attiveremo un bando da 3 milioni per co-finanziare gli investimenti delle aziende che intendono passare da un approccio lineare ad uno circolare, uno da 1,5 milioni per rafforzare le competenze specialistiche e uno da 1 milione per quelle realtà della logistica ligure che vogliono migliorare, attraverso percorsi innovativi e digitali, il proprio processo intermodale". "In attesa del nuovo bando dedicato all'economia circolare - aggiunge l'assessore - abbiamo, inoltre, prorogato fino al 20 giugno la precedente misura, che consente alle attività di richiedere fino all'80% a fondo perduto per studi e consulenze. E, contestualmente in giunta, abbiamo rifinanziato in ambito energetico lo strumento regionale dedicato alle comunità energetiche che aveva raccolto l'interesse di 16 comuni capofila. Grazie ad altri 148 mila euro, in aggiunta ai 100 mila di dotazione economica iniziale, sosterremo con servizi professionali, per il tramite dell'agenzia regionale IRE, tutte le 34 amministrazioni comunali coinvolte". BANDO ECONOMIA CIRCOLARE Sarà attivo sullo sportello 'Bandi On Line' di Filse dal 27 giugno al 26 luglio (offline da 21 giugno) il quarto bando regionale in favore delle imprese che intendono convertire l'attività da un approccio lineare a uno circolare. Lo strumento, rientrante nell'azione 2.6.1 del PR FESR 2021-2027, ha la disponibilità economica di 3 milioni di euro e prevede agevolazioni a copertura del 100% dell'investimento (50% a finanziamento agevolato, 50% a fondo perduto comprensivo dell'abbattimento del costo di garanzia al 4% del prestito concesso) per interventi utili a re-immettere nella catena del valore materie prime inutilizzate e far sì che non diventino rifiuti. Rientrano tra le spese ammissibili: interventi sul ciclo produttivo, consulenze, software, brevetti, licenze e know-how (investimento minimo: 25 mila euro). Nelle precedenti tre edizioni sono arrivate 46 domande per una richiesta di agevolazione complessiva superiore ai 3,9 milioni di euro. BANDO COMPETENZE Sarà attivo sullo sportello 'Bandi On Line' di Filse dal 25 giugno al 26 luglio, invece, il bando da 1,5 milioni di euro, rientrante nell'azione 1.4.1 del PR FESR 2021-2027, per accrescere le competenze aziendali interne tramite l'introduzione di nuove professionalità, la formazione altamente tecnologica e percorsi di aggiornamento. La misura è rivolta a tutte le micro, piccole e medie imprese liguri in forma singola o associata (comprese le reti d'impresa) e alle imprese di recente costituzione, alle start up innovative e agli spin off dalla ricerca, purché i progetti rientrino negli ambiti della "Smart Specialisation Strategy". L'agevolazione regionale consiste in un contributo a fondo perduto che può raggiungere, a seconda delle attività, il 90% degli investimenti in percorsi formativi o servizi specialistici, processi di innovazione, trasformazione tecnologica e digitale, processi di trasformazione "green" (investimento minimo: 10 mila euro). Nelle precedenti due edizioni sono arrivate 72 domande per una richiesta di agevolazione complessiva superiore ai 1,6 milioni di euro. BANDO INNOVAZIONE LOGISTICA Rimarrà aperto sullo sportello 'Bandi On Line' di Filse dal 20 giugno al 12 luglio, infine, il bando regionale da un milione di euro, a valere sull'azione 1.3.7 del PR FESR 2021-2027, in favore dell'innovazione e della digitalizzazione della logistica. Un'opportunità che consente alle micro, piccole e medie imprese del settore di accedere a contributi a fondo perduto al 50% degli investimenti compiuti per innovare e automatizzare il processo logistico. Rientrano tra le spese ammissibili: attrezzature, impianti, componenti, sistemi, programmi informatici, software dedicati alla gestione, controllo e programmazione del processo logistico, interventi di edilizia (ammodernamento stabilimenti) e acquisto di macchinari, acquisto di mezzi di trasporto esclusi dal traffico su strada di nuova immatricolazione (es. muletti), acquisto di veicoli per autotrasporto alimentati in via esclusiva o ibrida da carburanti alternativi alla benzina/gasolio (es. GNL, metanolo, idrogeno...), prodotti di marketing finalizzati all'ampliamento del mercato in italiano/inglese (investimento minimo: 5 mila euro). Con la precedente edizione sono arrivate 35 domande per una richiesta di agevolazione complessiva superiore ai 2,2 milioni di euro.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Criptovalute e Tasse - Cosa Devi Sapere
Le criptovalute sono delle monete digitali che si basano su una tecnologia chiamata blockchain, che garantisce la sicurezza, la trasparenza e la decentralizzazione delle transazioni. Le criptovalute sono sempre più diffuse e utilizzate come forma di pagamento, investimento o risparmio. Ma come si devono dichiarare le criptovalute ai fini fiscali? Quali sono le tasse da pagare sulle operazioni con…
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#Blockchain#Criptovalute#dichiarazione redditi#finanza digitale#Investimenti digitali#IRES#IRPEF#ivafe#normativa fiscale#reddito diverso#tassazione#Tecnologia Finanziaria
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Criptovalute: il nuovo hobby che ti fa guadagnare un piccolo extra mensile
Chi non vuole un piccolo reddito extra tutti i mesi? Specialmente in un momento difficile, qualche soldo in più a fine mese fa sempre comodo. Oggi, la tecnologia ci permette di fare molte cose dal divano di casa tra cui il trading online di criptovalute per guadagnare un piccolo reddito extra mensile. Cominciamo per gradi. Che cosa sono le criptovalute? Prima di tuffarci nel trading, facciamo un passo indietro. Le criptovalute, come Bitcoin ed Ethereum, sono monete digitali che utilizzano la crittografia per garantire la sicurezza e la trasparenza delle transazioni. Sono decentralizzate, quindi non controllate da governi o banche centrali. Questo le rende potenzialmente più stabili e meno soggette a manipolazioni rispetto alle valute tradizionali. Prima di andare oltre, vorrei specificare che la cosa fondamentale rimane sempre la conoscenza e l’istruzione. La fortuna è che non sono necessari investimenti per iniziare, basta seguire dei portali specializzati dove trovare informazioni preziosissime o recensioni come questa su Coinbase. Non devi studiare, basta leggere con regolarità e inizierai a conoscere bene la materia. Perché fare trading di criptovalute? I motivi per cui dovresti considerare questo tipo di trading sono diversi: - Potenziale di alti rendimenti: Le criptomonete sono un mercato relativamente nuovo e volatile, il che significa che i prezzi possono fluttuare molto rapidamente mettendo un po’ a rischio il capitale, ma allo stesso tempo permettendo anche rapidi guadagni. - Accessibilità: Iniziare è facile e relativamente economico. Non è necessario un grande capitale per iniziare, come per la tua formazione. In più, puoi farlo da qualsiasi parte del mondo con una connessione internet. - Decentralizzazione: Come già accennato, queste valute non sono controllate da enti centrali. Questo le rende un investimento potenzialmente più sicuro, resistente alle crisi economiche e all’inflazione. Come fare trading di criptovalute? Ecco i passaggi essenziali per iniziare: - Scegli un exchange affidabile: Un exchange è una piattaforma online dove puoi comprare e vendere gli asset digitali. Assicurati di sceglierne uno in base al tuo livello di preparazione e che sia affidabile. Coinbase è ottimo per cominciare. - Crea un account e deposita fondi: Una volta scelto l'exchange, dovrai creare un account e depositare un minimo di fondi. In molti casi si parte anche da 10 Euro. Puoi farlo utilizzando bonifici bancari, carte di credito o altre cripto. - Scegli le valute su cui fare trading: Esistono migliaia di valute diverse, quindi è importante scegliere quelle che ritieni abbiano il maggior potenziale di crescita. Come? Leggi blog specializzati o segui esperti su YouTube. Trovi tutto gratis! - Analizza il mercato: Prima di effettuare qualsiasi azione, è fondamentale analizzare il mercato e cercare di capire come si muovono i prezzi. Ancora una volta, basta affidarsi a risorse online che possono aiutarti a capire come si fa. - Effettua i tuoi trade: Una volta che hai analizzato il mercato e sei pronto a fare un trade, semplicemente scegliendo la moneta che vuoi acquistare e l’importo desiderato. Inizia con cifre basse, tanto per divertimento. Cripto wallet: la tua cassaforte digitale Proprio come hai bisogno di un conto in banca per conservare i tuoi euro, hai bisogno di un cripto wallet per conservare i tuoi asset. Esistono diversi tipi di wallet, ognuno con i suoi pro e contro: - Wallet online: I wallet online sono i più semplici da usare, ma sono anche i meno sicuri. Ma per cominciare sono ottimi poiché gratuiti e semplici da usare. - Wallet mobile: La scelta migliore per chi comincia. I wallet mobile sono più sicuri dei wallet online e ti permettono di accedere ai tuoi asset da qualsiasi parte del mondo tramite il tuo smartphone. - Wallet hardware: I wallet hardware sono i più sicuri in assoluto. Sono dispositivi fisici che conservano le tue monete cripto offline, ma il loro costo e utilizzo potrebbe scoraggiare i principianti. Scegliere il wallet giusto per te La scelta del wallet giusto dipende dalle tue esigenze e dal livello di sicurezza che desideri. Se sei un principiante, un wallet mobile come Coinbase Wallet o Exodus è la scelta migliore. Se invece hai intenzione di conservare grandi quantità di monete digitali, dovresti prendere in considerazione un wallet hardware come Ledger Nano S o Trezor Model T. Anche su questo argomento trovi molto su portali specializzati. Tre app per fare trading di criptovalute online Quindi, quali sono le app per fare trading online? Elencarle tutte sarebbe troppo lungo e forse anche non necessario. Partiamo dalle più popolari e sicure. - eToro: eToro è una piattaforma di trading facile da usare che offre una vasta gamma di cripto e altri asset. È perfetta per i principianti grazie alla sua interfaccia intuitiva e alle sue funzionalità di social e copy trading. - Coinbase: Coinbase è un altro exchange molto popolare, noto per la sua affidabilità, sicurezza e facilità d’uso. Offre una gamma media di criptovalute e strumenti di trading semplici da usare. È una buona scelta per trader di livello intermedio. - Binance: Binance è uno degli exchange più grandi al mondo. Offre una larga varietà di cripto e strumenti di trading avanzati, che la rende adatta a trader più esperti. Ricorda, il trading di criptovalute è un'attività ad alto rischio. Quindi ricordati di investire solo quello che sei disposto a perdere. Un po’ come quando giochi a poker con gli amici. Ma con l’esperienza e la formazione vedrai che sarà un modo divertente di investire i tuoi soldi. Potrai trovare app e portali adatti al tuo livello di conoscenza e abilità, quindi ricordati di consultare i portali online che ti forniscono quintali d’informazione precisa e gratuita. Questo ti permetterà di avere sempre gli strumenti giusti per la tua esperienza. Inoltre non dimenticare che con un po' di studio, pazienza e disciplina, il trading può essere un modo interessante per guadagnare un piccolo reddito extra. Ma ricorda che qui non si parla di una di quelle storie in cui si diventa ricchi da oggi a domani. Però con pazienza e un minimo d’impegno, il trading potrebbe tranquillamente trasformarsi in un lavoro a tempo pieno. Un consiglio finale: è importante rimanere sempre informati sugli ultimi sviluppi nel mondo delle criptovalute. Leggi articoli, segui gli influencer e partecipa a forum online per rimanere aggiornato sulle ultime tendenze e opportunità. Con un po' di impegno e dedizione, potresti diventare un investitore di successo! Read the full article
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"Rilancio del piano Mattei: Prospettive per lo sviluppo dell'Africa sotto il governo Meloni del 2024"
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"Rilancio del piano Mattei: Prospettive per lo sviluppo dell'Africa sotto il governo Meloni del 2024"
Piano Mattei per lo sviluppo dell’Africa sotto il governo Meloni del 2024
Il piano Mattei è stato un’iniziativa storica che ha segnato profondamente la politica estera dell’Italia nei confronti dell’Africa. Sotto il governo Meloni del 2024, si prospetta un nuovo capitolo nelle relazioni tra l’Italia e il continente africano, con un’attenzione particolare alla promozione dello sviluppo sostenibile e alla cooperazione economica.
Le radici del piano Mattei e il suo impatto sull’Africa
Il piano Mattei, ideato dall’industriale Enrico Mattei negli anni ’50, aveva l’obiettivo di garantire all’Italia un approvvigionamento stabile di petrolio proveniente dall’Africa, ma allo stesso tempo si proponeva di promuovere lo sviluppo economico e sociale dei paesi africani. Questa visione lungimirante ha contribuito a stabilire legami duraturi tra l’Italia e l’Africa, aprendo la strada a partnership e iniziative di cooperazione che hanno avuto un impatto significativo sulla crescita e lo sviluppo del continente.
Il ruolo del governo Meloni nel rilancio del piano Mattei per l’Africa
Sotto il governo Meloni del 2024, il piano Mattei per l’Africa si propone di rilanciare e rinnovare l’impegno dell’Italia nei confronti del continente africano. In linea con la visione della Meloni, il piano punta a promuovere una cooperazione basata su valori di reciprocità, sostenibilità e sviluppo condiviso. Ciò significa non solo rafforzare le relazioni economiche, ma anche sostenere progetti volti a migliorare l’istruzione, la sanità, l’infrastruttura e l’innovazione tecnologica in Africa.Il governo Meloni intende inoltre incentivare gli investimenti italiani in settori chiave dell’economia africana, come l’energia, l’agricoltura sostenibile, l’industria manifatturiera e le infrastrutture. Questo approccio mira a favorire la crescita economica e a creare opportunità occupazionali sia in Italia che in Africa, contribuendo così a una maggiore prosperità condivisa.
Obiettivi e iniziative chiave del piano Mattei sotto il governo Meloni
Il piano Mattei per l’Africa sotto il governo Meloni si articola attorno a diversi obiettivi e iniziative chiave:1. **Promozione della sostenibilità**: Il governo Meloni si impegna a sostenere progetti e iniziative finalizzati a promuovere la sostenibilità ambientale e sociale in Africa. Ciò include la promozione delle energie rinnovabili, la tutela dell’ambiente, la gestione sostenibile delle risorse naturali e l’adozione di pratiche agricole eco-compatibili.2. **Cooperazione nel settore energetico**: L’Italia, sotto il governo Meloni, intende rafforzare la cooperazione nel settore energetico con i paesi africani, promuovendo la diversificazione delle fonti energetiche e sostenendo lo sviluppo di infrastrutture per la produzione e la distribuzione di energia pulita.3. **Sviluppo dell’agricoltura e della sicurezza alimentare**: Il piano Mattei prevede iniziative volte a potenziare l’agricoltura africana, migliorare le tecniche di coltivazione, promuovere la sicurezza alimentare e favorire l’accesso ai mercati per i produttori locali.4. **Innovazione e sviluppo tecnologico**: Il governo Meloni punta a sostenere progetti di innovazione e sviluppo tecnologico in Africa, promuovendo l’accesso alle tecnologie digitali, la formazione professionale e l’impiego delle nuove tecnologie per migliorare i servizi e le infrastrutture.5. **Collaborazione nel settore sanitario**: L’Italia si impegna a rafforzare la collaborazione nel settore sanitario, supportando programmi di prevenzione delle malattie, migliorando l’accesso alle cure mediche e promuovendo lo scambio di conoscenze e competenze nel campo della salute pubblica.Inoltre, il piano Mattei prevede la promozione di iniziative culturali, lo scambio accademico e la valorizzazione del patrimonio storico e artistico africano, al fine di favorire una maggiore comprensione reciproca e rafforzare i legami tra le comunità italiane e africane.
Conclusioni
Il rilancio del piano Mattei per l’Africa sotto il governo Meloni del 2024 rappresenta un’opportunità unica per rafforzare le relazioni tra l’Italia e il continente africano, promuovendo uno sviluppo sostenibile, la cooperazione economica e la prosperità condivisa. Attraverso un’impegno concreto e una visione lungimirante, l’Italia si pone come partner affidabile e costruttivo per contribuire al progresso e al benessere dell’Africa, consolidando al contempo il proprio ruolo nel contesto internazionale.
Investimenti e partenariati strategici per lo sviluppo dell’Africa
Sotto il governo Meloni, il piano Mattei per l’Africa mira a creare un quadro di investimenti e partenariati strategici che possano stimolare la crescita economica e lo sviluppo sostenibile del continente. Questo approccio si basa sulla convinzione che una collaborazione mutuamente vantaggiosa tra l’Italia e i paesi africani possa portare benefici a entrambe le parti.Uno degli elementi chiave di questa strategia è l’attrazione di investimenti italiani in Africa. Il governo Meloni si impegna a offrire incentivi e garanzie per incoraggiare le imprese italiane a espandere le loro attività nel continente africano. Ciò include agevolazioni fiscali, programmi di supporto alle esportazioni e assistenza per l’accesso ai mercati locali. Attraverso questi investimenti, l’Italia mira a creare nuove opportunità occupazionali, trasferire know-how e tecnologie e promuovere lo sviluppo di filiere produttive sostenibili.Allo stesso tempo, il piano Mattei promuove partenariati strategici tra aziende italiane e africane, favorendo la creazione di joint venture, accordi di collaborazione e reti di fornitura. Questi partenariati non solo faciliteranno l’accesso ai mercati, ma consentiranno anche di condividere best practice, conoscenze e competenze tra i diversi attori, contribuendo al rafforzamento delle capacità produttive e manageriali delle imprese africane.
Modernizzazione delle infrastrutture e connettività
Un altro pilastro fondamentale del piano Mattei per l’Africa sotto il governo Meloni è la modernizzazione delle infrastrutture e il miglioramento della connettività all’interno del continente. Consapevole del ruolo cruciale delle infrastrutture per lo sviluppo economico, il governo italiano si impegna a sostenere progetti di ammodernamento e potenziamento delle reti di trasporto, comunicazione e approvvigionamento energetico.In particolare, l’Italia intende collaborare con i paesi africani per la realizzazione di progetti infrastrutturali strategici, come la costruzione di strade, ferrovie, porti e aeroporti. Questi investimenti mireranno a migliorare la mobilità delle persone e delle merci, facilitando l’integrazione dei mercati e l’accesso ai servizi essenziali. Inoltre, il piano Mattei prevede il sostegno allo sviluppo di reti di telecomunicazione ad alta velocità, per promuovere l’accesso alle tecnologie digitali e favorire la connettività in tutto il continente.Parallelamente, il governo Meloni si impegna a sostenere iniziative volte a garantire la sostenibilità e la resilienza di queste infrastrutture, ad esempio attraverso l’adozione di soluzioni a basso impatto ambientale, come le energie rinnovabili, e l’implementazione di misure di adattamento ai cambiamenti climatici.
Istruzione, formazione e sviluppo del capitale umano
Nell’ambito del piano Mattei per l’Africa, il governo Meloni riconosce l’importanza cruciale dello sviluppo del capitale umano come motore della crescita e dello sviluppo a lungo termine. Pertanto, il piano prevede investimenti significativi nell’istruzione e nella formazione professionale, al fine di potenziare le competenze e le capacità della popolazione africana.Uno degli obiettivi chiave è quello di migliorare l’accesso all’istruzione, soprattutto per le fasce più vulnerabili della società, come le donne e le comunità rurali. Ciò comporterà il sostegno alla costruzione e all’ammodernamento di istituti scolastici, l’aumento del numero di borse di studio e l’implementazione di programmi di alfabetizzazione e di educazione di base.Inoltre, il piano Mattei si concentrerà sulla formazione professionale, promuovendo l’acquisizione di competenze tecniche e manageriali attraverso partnership tra istituti di formazione italiani e africani. Questo approccio mira a creare una forza lavoro qualificata in grado di sostenere lo sviluppo di nuovi settori economici e di favorire l’innovazione.Il governo Meloni intende anche incoraggiare gli scambi accademici e la collaborazione tra università e centri di ricerca italiani e africani. Ciò consentirà di facilitare il trasferimento di conoscenze e buone pratiche, nonché di promuovere la ricerca e l’innovazione in ambiti di interesse comune, come l’agricoltura sostenibile, le energie rinnovabili e la gestione delle risorse naturali.
Promozione della parità di genere e dell’empowerment femminile
Un aspetto fondamentale del piano Mattei per l’Africa sotto il governo Meloni è l’impegno a promuovere la parità di genere e l’empowerment femminile. Riconoscendo il ruolo essenziale delle donne nello sviluppo sociale ed economico del continente, il piano prevede iniziative mirate a sostenere l’uguaglianza di opportunità e a rafforzare il ruolo delle donne in tutti i settori.Tra le principali azioni previste, vi sono:1. **Accesso all’istruzione e alla formazione**: Il piano Mattei si impegna a garantire pari opportunità di accesso all’istruzione e alla formazione professionale per le ragazze e le donne, al fine di colmare il divario di genere nel campo dell’istruzione.2. **Empowerment economico**: Saranno avviati programmi di supporto all’imprenditorialità femminile, facilitando l’accesso al credito, alla formazione manageriale e alle reti di business per le donne africane.3. **Partecipazione alla leadership e ai processi decisionali**: Il governo Meloni incoraggia la partecipazione attiva delle donne ai processi decisionali e di governance, promuovendo la loro rappresentanza in ruoli di leadership a livello politico, sociale ed economico.4. **Tutela dei diritti e contrasto alla violenza di genere**: Il piano Mattei prevede il sostegno a iniziative di sensibilizzazione, di rafforzamento delle istituzioni e di assistenza alle vittime per combattere la violenza di genere e promuovere il rispetto dei diritti delle donne.5. **Conciliazione tra vita lavorativa e familiare**: Saranno adottate misure volte a facilitare l’equilibrio tra lavoro e vita privata per le donne africane, attraverso il miglioramento dei servizi di cura e il sostegno alle politiche di parità di genere.Attraverso queste azioni, il piano Mattei mira a creare un ambiente più equo e inclusivo, in cui le donne possano avere pari opportunità di partecipazione e di contributo allo sviluppo socio-economico dell’Africa.
Rafforzamento della governance e dello stato di diritto
Il piano Mattei per l’Africa sotto il governo Meloni riconosce l’importanza di promuovere una governance efficace e lo stato di diritto come prerequisiti fondamentali per uno sviluppo sostenibile e inclusivo del continente. Pertanto, il piano prevede iniziative volte a rafforzare le istituzioni, combattere la corruzione e sostenere il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali.In particolare, il governo italiano si impegna a offrire assistenza tecnica e formazione per migliorare le capacità amministrative e gestionali delle istituzioni pubbliche africane. Ciò comprenderà il supporto allo sviluppo di sistemi di gestione delle finanze pubbliche, di procedure di appalto trasparenti e di meccanismi di controllo e responsabilità.Inoltre, il piano Mattei prevede il sostegno a iniziative di rafforzamento dello stato di diritto, attraverso il miglioramento dell’accesso alla giustizia, il potenziamento dei sistemi giudiziari e il contrasto alla criminalità organizzata e alla corruzione. Queste azioni mireranno a creare un ambiente più stabile e favorevole agli investimenti, stimolando la fiducia degli operatori economici e della società civile.Il governo Meloni intende inoltre promuovere il coinvolgimento e la partecipazione della società civile nei processi decisionali, al fine di favorire la responsabilità e la trasparenza delle istituzioni. Saranno sostenute iniziative di capacity building per le organizzazioni non governative e i movimenti sociali, per rafforzarne il ruolo di monitoraggio e di advocacy.Attraverso questo approccio globale, il piano Mattei mira a contribuire alla creazione di istituzioni più solide e democratiche in Africa, garantendo così le condizioni necessarie per uno sviluppo equo e inclusivo a lungo termine.
Cooperazione multilaterale e partenariati internazionali
Il piano Mattei per l’Africa sotto il governo Meloni riconosce l’importanza della cooperazione multilaterale e dell’instaurazione di partenariati internazionali per affrontare le sfide comuni e promuovere lo sviluppo sostenibile del continente.In questa prospettiva, l’Italia si impegna a rafforzare il suo ruolo all’interno di organismi e istituzioni internazionali, come le Nazioni Unite, l’Unione Africana e le banche di sviluppo multilaterali. Attraverso questa partecipazione attiva, il governo Meloni intende contribuire alla definizione di politiche e di programmi di cooperazione allo sviluppo allineati con le esigenze e le priorità dei paesi africani.Inoltre, il piano Mattei prevede l’intensificazione della collaborazione con altri partner internazionali, come l’Unione Europea, gli Stati Uniti e i principali paesi emergenti. Questi partenariati strategici consentiranno di mobilizzare ulteriori risorse finanziarie, tecnologiche e di know-how, favorendo un approccio coordinato e sinergico agli interventi di sviluppo in Africa.Il governo Meloni si impegna inoltre a promuovere la cooperazione Sud-Sud, facilitando lo scambio di buone pratiche e di esperienze tra i paesi africani e altri paesi in via di sviluppo. Ciò permetterà di rafforzare le capacità locali e di stimolare soluzioni su misura per le sfide specifiche del continente.Infine, il piano Mattei prevede il coinvolgimento di attori non statali, come il settore privato, le organizzazioni della società civile e le comunità locali, nella definizione e nell’attuazione delle iniziative di cooperazione. Questo approccio multiattoriale contribuirà a garantire l’allineamento delle attività di sviluppo con i bisogni e le aspirazioni delle popolazioni africane.Attraverso questa strategia di cooperazione multilaterale e di partenariati internazionali, il piano Mattei mira a moltiplicare l’impatto degli sforzi italiani, ottimizzando l’utilizzo delle risorse e promuovendo sinergie a livello globale per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile in Africa.
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"Rilancio del piano Mattei: Prospettive per lo sviluppo dell'Africa sotto il governo Meloni del 2024"
https://aedic.eu/politica-estera/rilancio-del-piano-mattei-prospettive-per-lo-sviluppo-dellafrica-sotto-il-governo-meloni-del-2024/
"Rilancio del piano Mattei: Prospettive per lo sviluppo dell'Africa sotto il governo Meloni del 2024"
Piano Mattei per lo sviluppo dell’Africa sotto il governo Meloni del 2024
Il piano Mattei è stato un’iniziativa storica che ha segnato profondamente la politica estera dell’Italia nei confronti dell’Africa. Sotto il governo Meloni del 2024, si prospetta un nuovo capitolo nelle relazioni tra l’Italia e il continente africano, con un’attenzione particolare alla promozione dello sviluppo sostenibile e alla cooperazione economica.
Le radici del piano Mattei e il suo impatto sull’Africa
Il piano Mattei, ideato dall’industriale Enrico Mattei negli anni ’50, aveva l’obiettivo di garantire all’Italia un approvvigionamento stabile di petrolio proveniente dall’Africa, ma allo stesso tempo si proponeva di promuovere lo sviluppo economico e sociale dei paesi africani. Questa visione lungimirante ha contribuito a stabilire legami duraturi tra l’Italia e l’Africa, aprendo la strada a partnership e iniziative di cooperazione che hanno avuto un impatto significativo sulla crescita e lo sviluppo del continente.
Il ruolo del governo Meloni nel rilancio del piano Mattei per l’Africa
Sotto il governo Meloni del 2024, il piano Mattei per l’Africa si propone di rilanciare e rinnovare l’impegno dell’Italia nei confronti del continente africano. In linea con la visione della Meloni, il piano punta a promuovere una cooperazione basata su valori di reciprocità, sostenibilità e sviluppo condiviso. Ciò significa non solo rafforzare le relazioni economiche, ma anche sostenere progetti volti a migliorare l’istruzione, la sanità, l’infrastruttura e l’innovazione tecnologica in Africa.Il governo Meloni intende inoltre incentivare gli investimenti italiani in settori chiave dell’economia africana, come l’energia, l’agricoltura sostenibile, l’industria manifatturiera e le infrastrutture. Questo approccio mira a favorire la crescita economica e a creare opportunità occupazionali sia in Italia che in Africa, contribuendo così a una maggiore prosperità condivisa.
Obiettivi e iniziative chiave del piano Mattei sotto il governo Meloni
Il piano Mattei per l’Africa sotto il governo Meloni si articola attorno a diversi obiettivi e iniziative chiave:1. **Promozione della sostenibilità**: Il governo Meloni si impegna a sostenere progetti e iniziative finalizzati a promuovere la sostenibilità ambientale e sociale in Africa. Ciò include la promozione delle energie rinnovabili, la tutela dell’ambiente, la gestione sostenibile delle risorse naturali e l’adozione di pratiche agricole eco-compatibili.2. **Cooperazione nel settore energetico**: L’Italia, sotto il governo Meloni, intende rafforzare la cooperazione nel settore energetico con i paesi africani, promuovendo la diversificazione delle fonti energetiche e sostenendo lo sviluppo di infrastrutture per la produzione e la distribuzione di energia pulita.3. **Sviluppo dell’agricoltura e della sicurezza alimentare**: Il piano Mattei prevede iniziative volte a potenziare l’agricoltura africana, migliorare le tecniche di coltivazione, promuovere la sicurezza alimentare e favorire l’accesso ai mercati per i produttori locali.4. **Innovazione e sviluppo tecnologico**: Il governo Meloni punta a sostenere progetti di innovazione e sviluppo tecnologico in Africa, promuovendo l’accesso alle tecnologie digitali, la formazione professionale e l’impiego delle nuove tecnologie per migliorare i servizi e le infrastrutture.5. **Collaborazione nel settore sanitario**: L’Italia si impegna a rafforzare la collaborazione nel settore sanitario, supportando programmi di prevenzione delle malattie, migliorando l’accesso alle cure mediche e promuovendo lo scambio di conoscenze e competenze nel campo della salute pubblica.Inoltre, il piano Mattei prevede la promozione di iniziative culturali, lo scambio accademico e la valorizzazione del patrimonio storico e artistico africano, al fine di favorire una maggiore comprensione reciproca e rafforzare i legami tra le comunità italiane e africane.
Conclusioni
Il rilancio del piano Mattei per l’Africa sotto il governo Meloni del 2024 rappresenta un’opportunità unica per rafforzare le relazioni tra l’Italia e il continente africano, promuovendo uno sviluppo sostenibile, la cooperazione economica e la prosperità condivisa. Attraverso un’impegno concreto e una visione lungimirante, l’Italia si pone come partner affidabile e costruttivo per contribuire al progresso e al benessere dell’Africa, consolidando al contempo il proprio ruolo nel contesto internazionale.
Investimenti e partenariati strategici per lo sviluppo dell’Africa
Sotto il governo Meloni, il piano Mattei per l’Africa mira a creare un quadro di investimenti e partenariati strategici che possano stimolare la crescita economica e lo sviluppo sostenibile del continente. Questo approccio si basa sulla convinzione che una collaborazione mutuamente vantaggiosa tra l’Italia e i paesi africani possa portare benefici a entrambe le parti.Uno degli elementi chiave di questa strategia è l’attrazione di investimenti italiani in Africa. Il governo Meloni si impegna a offrire incentivi e garanzie per incoraggiare le imprese italiane a espandere le loro attività nel continente africano. Ciò include agevolazioni fiscali, programmi di supporto alle esportazioni e assistenza per l’accesso ai mercati locali. Attraverso questi investimenti, l’Italia mira a creare nuove opportunità occupazionali, trasferire know-how e tecnologie e promuovere lo sviluppo di filiere produttive sostenibili.Allo stesso tempo, il piano Mattei promuove partenariati strategici tra aziende italiane e africane, favorendo la creazione di joint venture, accordi di collaborazione e reti di fornitura. Questi partenariati non solo faciliteranno l’accesso ai mercati, ma consentiranno anche di condividere best practice, conoscenze e competenze tra i diversi attori, contribuendo al rafforzamento delle capacità produttive e manageriali delle imprese africane.
Modernizzazione delle infrastrutture e connettività
Un altro pilastro fondamentale del piano Mattei per l’Africa sotto il governo Meloni è la modernizzazione delle infrastrutture e il miglioramento della connettività all’interno del continente. Consapevole del ruolo cruciale delle infrastrutture per lo sviluppo economico, il governo italiano si impegna a sostenere progetti di ammodernamento e potenziamento delle reti di trasporto, comunicazione e approvvigionamento energetico.In particolare, l’Italia intende collaborare con i paesi africani per la realizzazione di progetti infrastrutturali strategici, come la costruzione di strade, ferrovie, porti e aeroporti. Questi investimenti mireranno a migliorare la mobilità delle persone e delle merci, facilitando l’integrazione dei mercati e l’accesso ai servizi essenziali. Inoltre, il piano Mattei prevede il sostegno allo sviluppo di reti di telecomunicazione ad alta velocità, per promuovere l’accesso alle tecnologie digitali e favorire la connettività in tutto il continente.Parallelamente, il governo Meloni si impegna a sostenere iniziative volte a garantire la sostenibilità e la resilienza di queste infrastrutture, ad esempio attraverso l’adozione di soluzioni a basso impatto ambientale, come le energie rinnovabili, e l’implementazione di misure di adattamento ai cambiamenti climatici.
Istruzione, formazione e sviluppo del capitale umano
Nell’ambito del piano Mattei per l’Africa, il governo Meloni riconosce l’importanza cruciale dello sviluppo del capitale umano come motore della crescita e dello sviluppo a lungo termine. Pertanto, il piano prevede investimenti significativi nell’istruzione e nella formazione professionale, al fine di potenziare le competenze e le capacità della popolazione africana.Uno degli obiettivi chiave è quello di migliorare l’accesso all’istruzione, soprattutto per le fasce più vulnerabili della società, come le donne e le comunità rurali. Ciò comporterà il sostegno alla costruzione e all’ammodernamento di istituti scolastici, l’aumento del numero di borse di studio e l’implementazione di programmi di alfabetizzazione e di educazione di base.Inoltre, il piano Mattei si concentrerà sulla formazione professionale, promuovendo l’acquisizione di competenze tecniche e manageriali attraverso partnership tra istituti di formazione italiani e africani. Questo approccio mira a creare una forza lavoro qualificata in grado di sostenere lo sviluppo di nuovi settori economici e di favorire l’innovazione.Il governo Meloni intende anche incoraggiare gli scambi accademici e la collaborazione tra università e centri di ricerca italiani e africani. Ciò consentirà di facilitare il trasferimento di conoscenze e buone pratiche, nonché di promuovere la ricerca e l’innovazione in ambiti di interesse comune, come l’agricoltura sostenibile, le energie rinnovabili e la gestione delle risorse naturali.
Promozione della parità di genere e dell’empowerment femminile
Un aspetto fondamentale del piano Mattei per l’Africa sotto il governo Meloni è l’impegno a promuovere la parità di genere e l’empowerment femminile. Riconoscendo il ruolo essenziale delle donne nello sviluppo sociale ed economico del continente, il piano prevede iniziative mirate a sostenere l’uguaglianza di opportunità e a rafforzare il ruolo delle donne in tutti i settori.Tra le principali azioni previste, vi sono:1. **Accesso all’istruzione e alla formazione**: Il piano Mattei si impegna a garantire pari opportunità di accesso all’istruzione e alla formazione professionale per le ragazze e le donne, al fine di colmare il divario di genere nel campo dell’istruzione.2. **Empowerment economico**: Saranno avviati programmi di supporto all’imprenditorialità femminile, facilitando l’accesso al credito, alla formazione manageriale e alle reti di business per le donne africane.3. **Partecipazione alla leadership e ai processi decisionali**: Il governo Meloni incoraggia la partecipazione attiva delle donne ai processi decisionali e di governance, promuovendo la loro rappresentanza in ruoli di leadership a livello politico, sociale ed economico.4. **Tutela dei diritti e contrasto alla violenza di genere**: Il piano Mattei prevede il sostegno a iniziative di sensibilizzazione, di rafforzamento delle istituzioni e di assistenza alle vittime per combattere la violenza di genere e promuovere il rispetto dei diritti delle donne.5. **Conciliazione tra vita lavorativa e familiare**: Saranno adottate misure volte a facilitare l’equilibrio tra lavoro e vita privata per le donne africane, attraverso il miglioramento dei servizi di cura e il sostegno alle politiche di parità di genere.Attraverso queste azioni, il piano Mattei mira a creare un ambiente più equo e inclusivo, in cui le donne possano avere pari opportunità di partecipazione e di contributo allo sviluppo socio-economico dell’Africa.
Rafforzamento della governance e dello stato di diritto
Il piano Mattei per l’Africa sotto il governo Meloni riconosce l’importanza di promuovere una governance efficace e lo stato di diritto come prerequisiti fondamentali per uno sviluppo sostenibile e inclusivo del continente. Pertanto, il piano prevede iniziative volte a rafforzare le istituzioni, combattere la corruzione e sostenere il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali.In particolare, il governo italiano si impegna a offrire assistenza tecnica e formazione per migliorare le capacità amministrative e gestionali delle istituzioni pubbliche africane. Ciò comprenderà il supporto allo sviluppo di sistemi di gestione delle finanze pubbliche, di procedure di appalto trasparenti e di meccanismi di controllo e responsabilità.Inoltre, il piano Mattei prevede il sostegno a iniziative di rafforzamento dello stato di diritto, attraverso il miglioramento dell’accesso alla giustizia, il potenziamento dei sistemi giudiziari e il contrasto alla criminalità organizzata e alla corruzione. Queste azioni mireranno a creare un ambiente più stabile e favorevole agli investimenti, stimolando la fiducia degli operatori economici e della società civile.Il governo Meloni intende inoltre promuovere il coinvolgimento e la partecipazione della società civile nei processi decisionali, al fine di favorire la responsabilità e la trasparenza delle istituzioni. Saranno sostenute iniziative di capacity building per le organizzazioni non governative e i movimenti sociali, per rafforzarne il ruolo di monitoraggio e di advocacy.Attraverso questo approccio globale, il piano Mattei mira a contribuire alla creazione di istituzioni più solide e democratiche in Africa, garantendo così le condizioni necessarie per uno sviluppo equo e inclusivo a lungo termine.
Cooperazione multilaterale e partenariati internazionali
Il piano Mattei per l’Africa sotto il governo Meloni riconosce l’importanza della cooperazione multilaterale e dell’instaurazione di partenariati internazionali per affrontare le sfide comuni e promuovere lo sviluppo sostenibile del continente.In questa prospettiva, l’Italia si impegna a rafforzare il suo ruolo all’interno di organismi e istituzioni internazionali, come le Nazioni Unite, l’Unione Africana e le banche di sviluppo multilaterali. Attraverso questa partecipazione attiva, il governo Meloni intende contribuire alla definizione di politiche e di programmi di cooperazione allo sviluppo allineati con le esigenze e le priorità dei paesi africani.Inoltre, il piano Mattei prevede l’intensificazione della collaborazione con altri partner internazionali, come l’Unione Europea, gli Stati Uniti e i principali paesi emergenti. Questi partenariati strategici consentiranno di mobilizzare ulteriori risorse finanziarie, tecnologiche e di know-how, favorendo un approccio coordinato e sinergico agli interventi di sviluppo in Africa.Il governo Meloni si impegna inoltre a promuovere la cooperazione Sud-Sud, facilitando lo scambio di buone pratiche e di esperienze tra i paesi africani e altri paesi in via di sviluppo. Ciò permetterà di rafforzare le capacità locali e di stimolare soluzioni su misura per le sfide specifiche del continente.Infine, il piano Mattei prevede il coinvolgimento di attori non statali, come il settore privato, le organizzazioni della società civile e le comunità locali, nella definizione e nell’attuazione delle iniziative di cooperazione. Questo approccio multiattoriale contribuirà a garantire l’allineamento delle attività di sviluppo con i bisogni e le aspirazioni delle popolazioni africane.Attraverso questa strategia di cooperazione multilaterale e di partenariati internazionali, il piano Mattei mira a moltiplicare l’impatto degli sforzi italiani, ottimizzando l’utilizzo delle risorse e promuovendo sinergie a livello globale per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile in Africa.
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Italia in crisi economica a causa del debito pubblico
Debito Italia alto, ritirare misure anti-crisi inefficienti. Le raccomandazioni del Fondo monetario internazionale, nel rapporto stilato al termine della missione in Italia, come previsto dall’Articolo IV dello statuto dell’organizzazione. L’economia italiana si è ripresa bene dalla pandemia e dagli shock energetici, grazie al turismo e alle politiche di sostegno. Pur contribuendo alla ripresa, la politica fiscale espansiva ha tenuto il deficit e il debito pubblico a livelli molto alti, facendo aumentare i rischi per l’Italia e agendo come freno per gli investimenti privati. È quanto sostiene il Fondo monetario internazionale, nel rapporto stilato al termine della missione in Italia, come previsto dall’Articolo IV dello statuto dell’organizzazione. Pil previsto in rialzo dello 0,7% nel 2024 e 2025 La crescita del Pil italiano è prevista in rallentamento nei prossimi anni, mentre prosegue il processo di calo dell’inflazione. Dopo il +0,9% del 2023, il Pil è previsto in rialzo dello 0,7% nel 2024 e nel 2025, con le spese per il Pnrr che bilanceranno in gran parte la fine degli investimenti residenziali sostenuti dal Superbonus. Un conseguente rallentamento temporaneo della crescita potrebbe così essere atteso nel 2026 e nel 2027, con il completamento del Pnrr. Poi, la crescita dovrebbe tornare al suo potenziale. L’inflazione è attesa in calo a una media dell’1,7% nel 2024, per poi tornare al target del 2% nel 2025. Ritirare misure inefficienti «Anche se ha contribuito alla ripresa, la politica di bilancio espansiva ha mantenuto il deficit e il debito molto alti, elevando il premio di rischio dell’Italia», pesando sugli investimenti del settore privato, afferma il Fondo Monetario Internazionale. «E’ possibile ottenere un aggiustamento di bilancio più rapido del previsto per ridurre il debito con un elevato livello di fiducia e con costi limitati per la crescita ritirando misure di crisi inefficienti e temporanee», mette in evidenza il Fondo. Sostituire taglio cuneo con misure per produttività L’Italia dovrebbe sostituire il taglio del cuneo fiscale con misure per aumentare in modo stabile la produttività del lavoro e rialzare l’età pensionabile. «Sono possibili e auspicabili consistenti risparmi per finanziare misure che favoriscano la crescita e l’efficienza, tra cui: sostituendo i tagli al cuneo fiscale e i sussidi alle assunzioni con misure che incrementino in modo permanente la produttività del lavoro; razionalizzando ulteriormente la spesa pensionistica, innalzando l’età effettiva di pensionamento ed evitando costosi schemi di pensionamento anticipato», afferma il Fmi. Le altre raccomandazioni L’Italia punti alla semplificazione fiscale e alla progressività del sistema; inoltre migliori la supervisione sui crediti d’imposta richiedendo “esplicita” autorizzazione ex ante. E’ quanto sottolinea ancora il Fondo monetario internazionale. In Italia sono possibili e auspicabili consistenti risparmi per finanziare misure che favoriscano la crescita e l’efficienza attraverso misure come la razionalizzazione delle «tax expenditures per ampliare la base, aumentare la progressività e ridurre la complessità» e il miglioramento del «controllo e la supervisione dei crediti d’imposta - anche nel contesto dei crediti del Pnrr per gli investimenti verdi e digitali - richiedendo un’esplicita autorizzazione preventiva, monitorando l’utilizzo in tempo reale e annullando il credito d’imposta in assenza di un pieno rispetto ex-post degli obiettivi del programma». Sistema bancario solido ma aumentano i rischi Il sistema bancario italiano resta solido - prosegue il Fondo - ma i rischi per la stabilità potrebbero aumentare, visto che gli effetti delle misure di sostegno eccezionali svaniranno. L’attuale aumento dei profitti bancari dovrebbe essere usato per rafforzare la resilienza in caso di potenziali shock nel futuro. Read the full article
#cuneofiscale#debitopubblico#Fmi#FondoMonetarioInternazionale#PilItaliano#Superbonus#taxexpenditures
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Finanziamenti imprese: quali sono, come funzionano, scadenze e normative
È un periodo molto ricco di iniziative interessanti per gli imprenditori. La legge di Bilancio n. 234 del 30/12/21 ha previsto una serie di finanziamenti alle imprese, soprattutto piccole e medie, e chiunque abbia un business dovrebbe esserne informato per sfruttare i potenziali vantaggi che ne derivano.
Lo scopo principale è il sostegno nel percorso di uscita dall’emergenza pandemica e, più in generale, negli investimenti e nella digitalizzazione delle aziende. Tutto questo in un ambito più vasto che è quello del PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che sostiene la crescita e la ripresa economica in Italia.
In questo articolo cercheremo di comprendere meglio come funziona questo mondo, quali sono i requisiti richiesti e le procedure per partecipare ai bandi, e quali sono quelli più importanti da non perdere per ottenere finanziamenti per le nuove imprese o per quelle già in essere.
Finanziamenti imprese: cosa sono?
Si tratta di finanziamenti offerti alle imprese con condizioni particolarmente vantaggiose.
L’acquisto o il noleggio di immobili e impianti, la digitalizzazione di un’azienda, l’assunzione di nuovo personale per la crescita e l’espansione, ad esempio per vendere all’estero, tutto questo può essere davvero troppo per un’impresa da affrontare con le proprie forze.
Conoscere quali finanziamenti sono disponibili può essere molto utile per aprire un’attività senza soldi o comunque senza incorrere in rischi eccessivi, ed è per questo motivo che il Governo, con l’Unione Europea, ha previsto una serie di finanziamenti per le nuove imprese nel 2022, attraverso il bilancio pluriennale 2022-2024.
Sono in molti ad aderire a queste iniziative, infatti, come vedremo più avanti, in alcuni casi i fondi messi a disposizione dallo Stato si sono esauriti in pochi giorni, per l’enorme quantità di domande inviate. La strada del bootstrapping, ovvero auto-finanziare totalmente la propria idea d’impresa, spesso è più facile a dirsi che a farsi.
I finanziamenti sono rivolti non solo alle nuove imprese, ma anche a quelle già in essere e inoltre, come vedremo nei prossimi paragrafi, sono disponibili per svariate categorie di aziende: la legge prevede finanziamenti a fondo perduto per le imprese femminili, finanziamenti per le imprese giovanili, agevolazioni per le aziende del centro e del sud Italia, per la digitalizzazione ecc.
Possiamo davvero dire, quindi, che il Governo insieme all’Unione Europea ha previsto diverse agevolazioni e finanziamenti per i vari tipi di società esistenti.
Finanziamenti imprese: quali sono nel 2022?
Ecco qui di seguito alcuni dei nuovi finanziamenti per le piccole e medie imprese (PMI). Ne abbiamo selezionati 7 da non perdere:
Beni Strumentali - Nuova Sabatini;
Sostegno alle Start up innovative - Smart & Start Italia;
Fondo di garanzia per le PMI;
Resto al Sud;
Fondo Impresa Femminile;
Nuove Imprese a Tasso Zero;
1. Beni Strumentali - Nuova Sabatini
È l’agevolazione fiscale messa a disposizione dal MISE, il Ministero dello Sviluppo Economico, che facilita l’accesso al credito delle imprese con l’obiettivo di aumentare la competitività e migliorare il sistema produttivo Italiano.
La Nuova Sabatini sostiene le aziende nell’acquisto, anche in leasing, di beni strumentali: impianti, attrezzature, macchinari, ma anche hardware, software e tecnologie digitali.
I finanziamenti, con la Legge di Bilancio, sono stati prorogati fino al 2027 con le seguenti ripartizioni:
240 mln di Euro sia per il 2022, sia per il 2023;
120 mln di Euro per tutti gli anni del triennio 2024, 2025, 2026;
60 mln di Euro per tutto il 2027.
Gli importi ammessi vanno da 20.000 Euro fino ad un massimo di 4 milioni e possono essere riconosciuti in un’unica soluzione o, per gli importi più alti, in rate annuali.
Le agevolazioni consistono nell’accesso, da parte delle aziende, a:
finanziamenti forniti da banche e intermediari finanziari che aderiscono alla convenzione tra il MISE e l’Associazione Bancaria Italiana e Cassa depositi e prestiti S.p.A.
un supporto economico da parte Ministero dello Sviluppo per sostenere gli interessi dei suddetti finanziamenti.
Requisiti Nuova Sabatini
Hanno diritto ad accedere all’agevolazione in generale tutti i settori produttivi e in particolare le micro, piccole e medie imprese con i seguenti requisiti:
iscrizione al Registro delle Imprese;
attività nel pieno esercizio dei propri diritti (non in liquidazione);
non deve trattarsi di imprese in difficoltà;
anche se residenti in un Paese estero provvedono all’apertura di una sede operativa in Italia;
non rientrano tra le aziende che hanno ricevuto e non rimborsato aiuti considerati incompatibili o illegali dalla Commissione Europea.
Tutti i requisiti devono essere rispettati entro la data di presentazione della domanda.
Finanziamenti imprese Nuova Sabatini: come accedervi
Ma come accedere a questi finanziamenti? L’azienda, attestando il possesso dei requisiti, presenta la richiesta di finanziamento all’intermediario finanziario, unitamente alla domanda per ottenere il contributo ministeriale.
L’intermediario finanziario, dopo la verifica dei requisiti, trasmette la richiesta al Ministero ed eroga il finanziamento previa conferma da parte del MISE della disponibilità delle risorse.
2. Sostegno alle Start up innovative - Smart & Start Italia
Questo finanziamento ha lo scopo di sostenere il trasferimento tecnologico e la diffusione di nuova imprenditorialità al fine di valorizzare i risultati della ricerca pubblica e privata.
Gli incentivi, rivolti alle start up ad alto contenuto tecnologico, vanno a finanziare piani d’impresa con importi compresi tra 100mila e 1,5 mln di Euro.
I business plan devono prevedere la produzione di beni o l’erogazione di servizi di contenuto tecnologico, lo sviluppo di soluzioni nel campo dell’economia digitale, dell’intelligenza artificiale, dell’internet delle cose (Internet of Things, IoT) e possono essere realizzati anche in collaborazione con incubatori sociali o acceleratori d’impresa.
Il finanziamento prevede le seguenti voci di spesa:
servizi funzionali alla realizzazione del business plan;
assunzioni di personale dipendente o collaboratori;
immobilizzazioni materiali (macchinari, impianti e attrezzature) e immateriali (brevetti, certificazioni, licenze e conoscenze tecniche).
Requisiti Smart & Start Italia
Possono partecipare tutte le start up con i seguenti requisiti:
anche se costituite all’estero, devono prevedere almeno una sede operativa sul territorio nazionale;
l’anzianità della start up deve essere inferiore a 60 mesi alla data di presentazione della domanda;
devono essere classificabili come imprese di piccole dimensioni;
possono presentare domanda anche le persone fisiche che intendono costituire una start-up entro 30 giorni dalla comunicazione di ammissione alle agevolazioni;
le imprese devono avviare i processi previsti nel business plan successivamente alla presentazione della domanda e devono concludersi entro i 24 mesi dal contratto di finanziamento.
Finanziamenti imprese Smart & Start: come accedervi
L’accesso agli incentivi passa per la presentazione della domanda presso Invitalia S.p.A. che si occupa dell’istruttoria, dei controlli e dell’erogazione dei finanziamenti.
Per ulteriori dettagli sulle procedure, requisiti e accessibilità alla domanda consulta il sito del MISE Smart & Start Italia o Invitalia.it.
3. Fondo di garanzia per le PMI
Il fondo di garanzia consiste in finanziamenti per le piccole e medie imprese a cui le banche forniscono capitali sulla base di garanzie pubbliche offerte dallo stato.
In poche parole, le aziende che richiedono finanziamenti generalmente devono fornire garanzie reali (come ad esempio l’ipoteca). Con il fondo di garanzia questo non avviene e di fatto è lo Stato che si fa garante per l’azienda, pur non offrendo contributi in denaro.
La garanzia pubblica quindi sostituisce quella reale solitamente portata dall’azienda. In questo modo lo Stato e l’Unione Europea affiancano le imprese italiane che non hanno accesso a finanziamenti perché non in grado di offrire sufficienti garanzie reali.
Finanziamenti alle imprese con fondo di garanzia: requisiti
Possono accedere al fondo di garanzia:
le micro, piccole e medie imprese di qualsiasi settore,
i professionisti iscritti agli ordini professionali e quelli appartenenti alle associazioni professionali;
le persone fisiche esercenti attività d’impresa, arti o professioni. In questo caso però è previsto un limite di 30mila Euro secondo le disposizioni del DL Liquidità;
i consorzi e le società consortili costituiti da PMI.
Il DL Liquidità, inoltre, ha escluso la verifica del merito del credito del beneficiario da parte del Gestore del Fondo. Questo significa che per avere accesso alla garanzia, l’azienda non deve attendere alcuna verifica e che fino a 30mila Euro è prevista l’approvazione automatica.
Finanziamenti piccole imprese con fondo di garanzia: come accedervi
La domanda per accedere al Fondo di Garanzia va inoltrata direttamente a un ente finanziario, una banca o una società di leasing richiedendo la garanzia diretta.
Sarà poi l’ente in questione ad occuparsi dell’istruttoria della domanda per il Fondo.
In alternativa, è possibile inoltrare la domanda attraverso un Confidi (consorzio di garanzia collettiva dei fidi). Tutte le banche sono abilitate a presentare la domanda, mentre in questa modalità è necessario rivolgersi ad un Confidi accreditato.
Per ulteriori informazioni visita il sito del Fondo di Garanzia e del MISE.
4. Resto al Sud
Resto al Sud comprende agevolazioni offerte alle aziende per favorire lo sviluppo delle imprese nel Centro e nel Sud Italia. Le regioni interessate sono Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.
Si tratta di finanziamenti a fondo perduto per nuove imprese, o meglio per una parte di essi. Infatti, la misura prevede una parte dei contributi a fondo perduto e gli interessi completamente a carico di Invitalia, l’Agenzia Nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa.
Questa misura prevede finanziamenti per le piccole e medie imprese che abbracciano tutti i settori: commercio, artigianato, industria, turismo, attività professionali ecc. E le agevolazioni arrivano fino ad un massimo di 200mila Euro.
Requisiti Finanziamento Resto al Sud
Hanno accesso ai finanziamenti Resto al Sud i soggetti in possesso dei seguenti requisiti:
età compresa tra i 18 e i 55 anni;
residenza nei territori elencati, o disponibilità al trasferimento, entro 60 giorni per i residenti sul territorio italiano, e entro 120 giorni per i residenti all’estero;
soggetti che negli ultimi 3 anni non hanno goduto di altre agevolazioni nazionali sull’imprenditoria;
coloro che sono senza contratto di lavoro;
coloro che non avevano alcuna impresa in esercizio alla data del 21 giugno 2017;
i liberi professionisti che non erano titolari di Partita IVA per un’attività similare nei 12 mesi precedenti alla domanda;
i richiedenti in procinto di costituire società che abbiano sede operativa e legale nelle aree indicate o in possesso di attività già avviate ma dopo la data del 21 giugno 2017.
Finanziamenti imprese Resto al Sud: come accedervi
Per accedere ai finanziamenti è necessario seguire le indicazioni presenti sul sito Invitalia, dove è possibile visualizzare l’elenco delle banche finanziatrici, gli enti accreditati, tutorial per la presentazione delle domande e scaricare anche l’app per restare sempre aggiornati sulle ultime novità.
5. Fondo Impresa Femminile
È l’incentivo che il MISE ha previsto per sostenere l’imprenditoria femminile, ovvero per agevolare l’accesso al mondo del lavoro per le donne e in particolare per aumentare la loro presenza a livello imprenditoriale.
Cosa finanzia imprenditoria femminile 2022? Il Fondo Impresa Femminile garantisce finanziamenti a fondo perduto e finanziamenti agevolati sia per le imprese femminili già attive sia per quelle di nuova creazione.
La dotazione finanziaria ammonta a 200 milioni di Euro di cui 40 sono stanziati dalla legge di bilancio 2021, mentre 160 sono risorse previste dal PNRR.
Le agevolazioni sono previste per tutti i settori (industria, artigianato, commercio, turismo e trasformazione di prodotti agricoli) e vanno a sostegno delle imprese femminili di qualsiasi dimensione.
I finanziamenti alle imprese variano in base alla loro tipologia:
per le imprese appena costituite o costituite da meno di 12 mesi, è possibile presentare progetti fino a 250mila Euro e le agevolazioni possono coprire dal 50% all’80% delle spese.
per le imprese già attive da più di 12 mesi, il tetto degli investimenti si alza fino a 400 mila Euro. In questo caso le agevolazioni consistono in una copertura fino all’80% delle spese da rimborsare in 8 anni e vengono distribuite in parte con contributi a fondo perduto e in parte con finanziamenti a tasso zero.
Requisiti Fondo Impresa Femminile
Hanno accesso agli incentivi 4 tipologie di imprese:
lavoratrici autonome con Partita IVA;
imprese individuali dove la titolare è una donna;
cooperative o società che prevedono il 60% di socie;
società di capitali dove i due terzi sono donne.
Finanziamenti alle imprese costituite da donne: come accedervi
La data per la presentazione delle domande per le nuove imprese era prevista a partire dal 19 maggio 2022, mentre per le imprese già esistenti da più di 12 mesi era possibile presentare domanda dal 7 giugno 2022.
Con avviso del 19 maggio 2022 e del 7 giugno 2022 il MISE ha comunicato la chiusura degli sportelli a seguito dell’esaurimento dei fondi. Pertanto non è più possibile, al momento in cui si scrive, partecipare al bando.
Accade spesso, però, che il Ministero delle Sviluppo preveda integrazioni dei fondi e proroghe, per questo motivo, abbiamo scelto di trattare comunque questa misura, per dare la possibilità alle interessate di conoscere già in anticipo procedure e requisiti nel momento in cui i fondi dovessero essere nuovamente disponibili.
La presentazione delle domande va effettuata sul sito Invitalia ed è necessario essere in possesso di una identità (SPID, CNS, CIE) e di una firma digitale (PEC).
Sarà la piattaforma a verificare la correttezza delle informazioni fornite e a comunicare eventualmente integrazioni o correzioni da effettuare.
Per tutte le informazioni riguardo ai finanziamenti per imprese femminili è possibile consultare il sito del MISE alla sezione Fondo Impresa Femminile.
6. Nuove Imprese a Tasso Zero
Questa misura ha l’obiettivo di offrire finanziamenti alle piccole imprese costituite in prevalenza o a totale partecipazione giovanile o femminile.
Un’altra misura quindi orientata a sostenere le attività delle donne e dei giovani.
L’agevolazione prevede la sovvenzione di spese fino a un massimo di 1 milione e 500mila Euro, per le aziende costituite da non più di 36 mesi e di 3 milioni per le aziende attive dai 36 ai 60 mesi. I progetti devono essere realizzati entro 24 mesi.
Gli incentivi vengono erogati sotto forma di finanziamenti agevolati a tasso zero e di contributi a fondo perduto per un valore non superiore al 90% della spesa ammissibile.
Requisiti del finanziamento Nuove Imprese
Possono richiedere le agevolazioni le imprese:
costituite da non più di 60 mesi;
costituite per più della metà da soci con un’età compresa tra i 18 e i 35 anni o da donne di qualsiasi età.
I finanziamenti alle imprese sono previsti per realizzare nuove iniziative o trasformare le aziende già esistenti e i settori interessati sono:
industria, artigianato e trasformazione dei prodotti agricoli;
commercio di beni e servizi;
turismo e in generale tutte le attività turistico-culturali;
fornitura di servizi alle imprese compresi quelli relativi all’innovazione sociale.
Come ottenere finanziamenti per nuove imprese a tasso zero?
La misura Nuove imprese a tasso zero prevede la presentazione delle domande presso lo sportello digitale del sito Invitalia.
Per inviare la domanda è necessario essere in possesso di:
identità digitale;
firma digitale;
accesso alla propria area personale di Invitalia per inviare tutta la documentazione, compreso il business plan.
Per dettagli e novità sui finanziamenti per nuove imprese a tasso zero, basta consultare il sito del MISE.
Articolo originale a cura di Ilaria Cazziol modificato e adattato da Martino Masu CEO easilyecommerce.
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Si terrà domani una giornata dedicata all’innovazione tecnologica nella logistica
Il settore della logistica sta vivendo una trasformazione epocale grazie all’adozione di tecnologie innovative. Questo sarà il tema centrale della giornata di studi promossa dall’ITS Academy Mobilità, che si terrà il 2 luglio presso la sala conferenze dell’Aeroporto di Bari. L’evento, organizzato in collaborazione con Confindustria Bari e Bat, vedrà la partecipazione di esperti del settore, rappresentanti istituzionali e accademici. Durante la giornata, saranno presentate le principali tecnologie che stanno rivoluzionando il settore logistico: Intelligenza Artificiale (AI): Utilizzata per automatizzare processi decisionali e di previsione, migliorando l’efficienza operativa. Internet of Things (IoT): Permette il monitoraggio in tempo reale delle merci e delle infrastrutture, ottimizzando la gestione della supply chain. Big Data: Analisi avanzate dei dati per prevedere la domanda e ottimizzare i percorsi di consegna. Robotica: Automazione delle attività ripetitive e pericolose, aumentando la sicurezza e l’efficienza. Blockchain: Garantisce la tracciabilità e la sicurezza delle transazioni logistiche. Investimenti e collaborazioni La Puglia sta investendo significativamente nella digitalizzazione delle infrastrutture logistiche, sia materiali che immateriali. Questo impegno è supportato da collaborazioni tra imprese, ITS, università e centri di ricerca, con l’obiettivo di sviluppare soluzioni innovative per la supply chain. Un aspetto cruciale che emergerà durante l’evento è la necessità di sviluppare competenze digitali adeguate. La formazione continua è essenziale per preparare gli operatori del settore a utilizzare al meglio le nuove tecnologie. L’ITS Academy Mobilità, in particolare, sta promuovendo percorsi formativi per specializzare i giovani nelle nuove competenze richieste dal mercato. La giornata di studi metterà in luce come l’innovazione tecnologica rappresenti una grande opportunità per il settore logistico, ma richieda anche un cambiamento significativo nelle competenze e nelle modalità di lavoro. La digital transformation è destinata a rivoluzionare il modo in cui le merci vengono spostate e gestite, creando nuove sfide e opportunità per le aziende e i lavoratori del settore. L’evento sottolineerà l’importanza di un approccio integrato, che coinvolga tutti gli attori della filiera logistica, per sfruttare appieno il potenziale delle nuove tecnologie e garantire un futuro sostenibile e competitivo per il settore. Read the full article
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