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Non Stiamo Tutti al Mondo Nello Stesso Modo: Un Romanzo di Jean-Paul Dubois sul Destino e le Sfide della Vita. Recensione di Alessandria today
Un racconto intenso e commovente sull’esistenza, l’amore e la resilienza, attraverso gli occhi di un uomo che riflette sulle scelte e le conseguenze della vita.
Un racconto intenso e commovente sull’esistenza, l’amore e la resilienza, attraverso gli occhi di un uomo che riflette sulle scelte e le conseguenze della vita. Non Stiamo Tutti al Mondo Nello Stesso Modo di Jean-Paul Dubois è un romanzo toccante e profondamente umano che esplora le sfide dell’esistenza e la diversità dei percorsi di vita. Il protagonista, Paul Hansen, si trova a riflettere…
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Allora, riuniamo qualche pensiero su "Rinascita" ("Il nemico del ragno" non è ancora nelle mie mani).
Iniziamo dai testi. Miglior Faraci pikappico dai tempi di "Fuoco Incrociato" (di cui condivide un po' di mood, IMHO; assieme all'altra storia verso la quale i riferimenti sono evidenti, tanto che nominarla sarebbe un po' spoiler). Con grande abilità giostra fra ironia, azione ed introspezione. A dispetto della sua consuetudine di impegnarsi in episodi "continuity-light" (a parte, forse, per "Zero Assoluto", che all'epoca nascondeva snodi di trame xerbiane rilevanti), qui ci oropone uno stand-alone che, però, non teme di confrontarsi con le trame recenti e si cala con scioltezza nelle situazioni che Pkne aveva generato. Certo, io sono della chiesa che ritiene le comparsate di un certo personaggio, dopo la sua introduzione, siano state sempre ridondanti, ma qui il revival si difende meglio che altrove. Un appunto che mi trovo a fare è il finale, un po' anticlimatico.
Per quanto riguarda Pastrovicchio, la sua evoluzione, nel corso degli anni, lo ha reso il disegnatore per eccellenza per quanto riguarda l'azione Disney. Ad ogni prova supera le aspettative.
Terzo nome che devo fare è quello di Stracchi, che abbiamo imparato a conoscere in questi anni. La sua opera sugella un comparto grafico spaziale. In questa storia si lascia un po' alle spalle i virtuosismi di alcune occasioni precedenti, per produrre quella che definirei come la sua prova più matura. I disegni di Pastrovicchio risplendono grazie ad una colorazione che coadiuva la narrazione, contribuendo a distribuire l'attenzione del lettore.
Insomma, la storia ha superato le mie aspettative. Ora aspetto di sapere come troveranno una conclusione le trame di sisti sul fuoriserie (forse per rivederlo sul Topo, se questa storia va bene, a dare una closure alla sua figlia fumettistica?).
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RECENSIONE: Slowthai - Nothing Great About Britain (Method Records, 2019)
di Viviana Bonura
Slowthai, da Northampton, è uno dei volti più nuovi eppure più conosciuti della scena hip-hop e grime inglese. Il suo debutto, Nothing Great About Britain, viene accolto già con tantissime aspettative da parte di pubblico e critica che dopo aver ascoltato i suoi primi singoli e le sue brillanti recenti collaborazioni con Flume e Tyler, The Creator lo hanno giustamente definito uno degli artisti più promettenti del suo paese. Non è un caso che Thai sia riuscito ad avere un certo impatto anche nella scena statunitense, infatti all’interno del primo disco vengono raccolti benissimo tutti i migliori attributi dell’artista, dal suo stile audace che non ammette compromessi, stridente ed espressivo, tinto da un’attitudine per il post-punk industriale che accoppia ad un flow crudo ed assolutamente non scontato fino al gusto per strumentali da rave sporche ed agitate, tutte caratteristiche che lo distinguono e lo rendono una fresca novità entusiasmante per tutti.
Questa visione stilistica quadra perfettamente con la profonda connessione che Thai pone tra sè e la sua città, le sue radici inglesi, innanzitutto perché ha assimilato con naturalezza il caratterino forte dei Londinesi nei confronti della musica e poi perché si immerge a pieno tra le questioni economiche e sociali dell’isola, dando una carica politica al disco che sin dal titolo si palesa con squillante sarcasmo - per non parlare della copertina. Thai si dimostra attivo e consapevole nel parlare, sempre con amara ironia, del suo tanto odiato ma anche tanto amato paese e per questo l’immagine che ne esce è estremamente attuale e vivida, personale ma anche collettiva, una visione vicina a chiunque subisca le conseguenze delle scellerate e discutibili decisioni da parte del governo che non fanno altro che accentuare i fortissimi dislivelli del paese. Piace molto il fatto che la next-big-thing inglese si collochi nelle periferie insofferenti piuttosto che nei compiaciuti sobborghi borghesi in cui gravitano Skepta e Stormzy, piace il fatto che non sia il figlio di papà travestito da gangsta e neppure il delinquente proletario. Thai non è convenzionale, non è il prototipo del giovane rapper che si comporta in modo strano e sembra sempre un po' alticcio, ma è uno che a forza di cinismo e strofe nichiliste dal pulpito di una feroce macchietta vuole farsi spazio in un posto dove c’è ambiguità ed ambivalenza: è un ibrido sotto molto aspetti.
Nothing Great About Britan però, non è solo crisi della Gran Bretagna, Brexit, emarginazione del ceto operaio ed irriverenti provocazioni alla Royal Family, è anche introspezione nel privato di una personalità che, a primo impatto, potrebbe sembrare non voler mostrare alcun punto debole e giocare solo d’attacco, è anche messa a fuoco di un artista sfaccettato e dal grande potenziale. Per questo parla anche dell’insicurezza di non essere abbastanza, di una vulnerabilità che sfida le norme di genere, della paura che fa un mondo in cui non ti riconosci e che diventa sempre più esclusivo e cosa più interessante è che lo fa con una sfumatura inquietante di fondo che non si riesce bene a descrivere.
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Nothing Great About Britain è un po' una pazzia, un debutto di cinquanta minuti diviso in due dischi che nella maggior parte dei casi si sarebbe tradotto in una pessima audace decisione. Nel caso di Thai, invece ha sufficientemente senso perché il suo è un album meditato dietro il quale ci sono anni di lavoro e tanta fame di rime che grattino l’asfalto, di crudi ritratti di provincia, di gesti - anche ingenui - che ribaltino ipocrisie ed illusioni. Il sipario si apre con l’omonima title-track che con la poca immediatezza di quei tempi sincopati scanditi da una batteria sorda ed hi-hats singhiozzati, crea subito un ritmo insolito sul quale organizzare la metrica; synth sinistri usciti da un film sci-fi sviolinano su altri accordi di tastiera che mettono l’accento sulla tensione della traccia, mentre Thai confeziona rime assurde stipandole di riferimenti ad un inglesissima sotto-cultura impossibile da comprendere per i neofiti, ma che in poche parole ritrae un paese veramente depresso ed illuso. Poi si scatena nell’accelerata Doorman con la produzione di Mura Masa, una potente deviazione per entrambi che mette in risalto la loro versatilità e la creatività che si può raggiungere pur rimanendo nel rap; l’energia punk di chitarra e batteria mangiate dalle manipolazioni si unisce a synth giocosi e voce distorta, creando una mescolanza ribelle dall’attitudine lo-fi, dove Thai da il meglio di sé mandando a quel paese un po' tutta la facciata dell’alta società inglese. Dead Leaves parla dell’ambiente stagnante in cui nulla cambia e tutto dà ai nervi, non si fa schiacciare dalle tracce più imponenti del disco pur non sforando i due minuti e servendo più che altro da ponte alla perla Gorgeous, in cui c’è da leccarsi ancora una volta i baffi per la produzione sempre molto personale, qui più curata nella melodia ma comunque sbilenca ed obliqua nei ritmi, e soprattutto bella sotto il punto di vista del testo in cui ripercorre la sua infanzia fino ad episodi dell’adolescenza legati allo spaccio di droga che lo hanno condotto al primo arresto. Thai non si compiace nel ricordare questi momenti della sua vita, ma non è neanche una persona che si piange addosso, più che altro propone un nudo spaccato fatto di povertà, razzismo e fratture, narrato dal punto di vista di un ragazzino spelacchiato nato e cresciuto nell’infame ma divina commedia della fascinosa e malata Inghilterra.
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Il disco procede bene senza troppi intoppi tra strofe e rime che suonano bene solo perché pronunciati con un sublime ed impastatissimo accento inglese, sputando in faccia immagini di una deriva assolutamente sconfortante. Ad un certo punto compare anche Skepta in Inglorious, forse l'unica traccia esportabile a livello commerciale ma solo per la presenza del “re del grime” e di certo non per ammicchi al pop - dai quali si tiene lontanissimo. Subito dopo il sesto centro con Toaster, un piccolo inciampo con il brano Missing che non sembra necessario e poi si vola al disco numero due che ci regala la superlativa Ladies che già esordendo con “Lions don't lose sleep over the opinion of sheep” ha detto tutto, ma in più ci regala tantissime strofe - anche libere da riferimenti incomprensibili - che inquadrano perfettamente l’artista e tutto il suo lavoro, insieme ad una strumentale succosissima. Chiusura in grande stile con T N Biscuits, traccia durissima e pura da grimer che manco per nulla si risparmia una musicalità affatto scontata. Ed è proprio la musica ad adattarsi a pennello a Slowthai, un mostriciattolo impertinente che ti guarda dal basso facendoti la linguaccia, ma al contrario delle apparenze si dimostra per nulla innocuo. Occhi spalancati, quindi, per una delle promesse più belle dell’anno. Bravo Slowthai.
TRACCE MIGLIORI: Nothing Great About Britain; Doorman; Ladies; T N Biscuits
TRACCE PEGGIORI: Missing
VOTO: 85/100
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Un sogno fatto in Sicilia
Prendiamo lo spunto da un anniversario, per consigliarvi libri di scrittori siciliani: nel 1959, 60 anni fa, il Premio Strega fu assegnato postumo a Il gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Un caso davvero clamoroso per uno dei vertici della nostra letteratura, tradotto in tutte le lingue, celebrato con un film dal cast stellare, letto ancora oggi nelle scuole; eppure non solo fu premiato postumo (battendo Una vita violenta di Pasolini, anch’esso in lizza per il premio), ma fu anche pubblicato postumo, grazie all’impegno di Giorgio Bassani che convinse l’editore Feltrinelli, dopo la bocciatura di Einaudi e Mondadori, determinata dal parere negativo di Elio Vittorini, l’allora direttore della collana «I gettoni» (aliquando dormitat Homerus…): magra consolazione per noi miseri mortali che mietiamo insuccessi pur senza aver composto un tale capolavoro.
Destino simile anche per un altro siciliano illustre: Andrea Camilleri, candidato con Il birraio di Preston (che a mio avviso resta fra i suoi libri più belli), non entrò nemmeno nella cinquina dei finalisti allo Strega!
Uno dei modi più efficaci per comprendere un popolo è sicuramente quello di conoscerne la letteratura, e per un paese complesso come la Sicilia questo passaggio è quasi indispensabile. A parte gli intramontabili classici come Verga, Pirandello (consiglio sempre le novelle, pillole di acuta introspezione), De Roberto, Capuana (non mi stanco mai di raccomandare Il marchese di Roccaverdina), Brancati, Sciascia (chi non ricorda il ‘quaquaraqua’ de Il giorno della civetta?), vogliamo citare anche Gesulado Bufalino che, nel racconto Sicilia plurale, tratto dalla raccolta Cere perse, parla appunto della pluralità delle Sicilie, dovuta a diversi fattori: geografici (la varietà del territorio), storici (le numerose dominazioni che hanno lasciato il segno), umani: “Vi è una Sicilia ‘babba’, cioè mite, fino a sembrare stupida; una Sicilia ‘sperta’, cioè furba, dedita alle più utilitarie pratiche della violenza e della frode. Vi è una Sicilia pigra, una frenetica; una che si estenua nell’angoscia della roba, una che recita la vita come un copione di carnevale”.
Per non parlare del meraviglioso Rubè di Giuseppe Antonio Borgese: si affretti chi non l’ha ancora letto ad affrontare questa bellissima storia ambientata durante la prima guerra mondiale, scritta con sapiente retorica, insospettate metafore, sottile ironia, lessico lussureggiante. Non solo una trama accattivante, ma un autentico diletto per gli amanti della buona lingua. Intriso di retorica futurista, il protagonista è un acceso interventista, fanatico militarista: “‘Anche s’io sono un uomo della misura comune, la guerra mi solleva. Con un atto volontario ho rinunziato alla mia volontà in favore dello Stato, ed esso in compenso mi moltiplica incarnando anche in me una decisione augusta della storia e facendomi partecipe della maestà dei tempi’. Musiche militari, misurate dal rullío del treno, gli passarono nell’immaginazione comentando quello slancio oratorio e frustandogli il sangue con la voluttà della marcia per quattro. L’amor di patria, ch’era stato passione nella sua adolescenza popolata di memorie romane e napoleoniche … gli diveniva sensuale … La guerra … gli appariva sempre più mirabile nella sua divina necessità e nel suo purificante splendore”.
E ancora: lo scrittore-poliziotto Antonio Pizzuto, stimato nientemeno che da Gianfranco Contini, Vincenzo Consolo (Il sorriso dell’ignoto marinaio), Giosuè Calaciura, Matteo Collura.
Sulla nuova “scuderia” di purosangue, allevati soprattutto da Sellerio, abbiamo scritto spesso nei nostri blog, ma vi suggerisco anche questo articolo di Repubblica: “Prolifica come poche, visionaria, bacino rassicurante di follia, un panorama vivacissimo che sta facendo i conti con la sua tradizione importante, spostando avanti gli obiettivi linguistici e stilistici, capace di anacronismi attuali e flash forward aristocratici: così gli editor della narrativa italiana descrivono le produzioni dei nuovi talenti siciliani”. L’articolo cita numerosi nomi, noi vogliamo ricordare: Davide Enia (il romanzo autobiografico, Appunti per un naufragio, ambientato a Lampedusa, è il suo libro più venduto), Gaetano Savatteri (milanese per nascita, ma siciliano per stirpe, il suo ultimo giallo Il delitto di Kolymbetra mette nuovamente alla prova il ‘detective per caso’ Saverio Lamanna), Giuseppe Bonaviri, Gian Mauro Costa, Roberto Alajmo, Giorgio Frasca Polara.
Vogliamo chiudere questa breve (certo insufficiente) carrellata con una frase del pittore Renato Guttuso (il quadro raffigurato è la Vucciria, cioè il mercato di Palermo):
Anche se dipingo una mela, c'è la Sicilia.
#Camilleri#Calaciura#Sciascia#giuseppe tomasi di lampedusa#gesualdo bufalino#borgese#consolo#Savatteri#Gian Mauro Costa#Roberto Alajmo#Giorgio Frasca Polara#Davide Enia#percorsidilettura
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The1975
(Dedico questa pagina di diario a questa band che mi aiuta nell’introspezione, per rileggerla in futuro e ricordare questi anni di qualità)
Ascoltare i the1975 è un percorso ben scandito da fasi definite e illuminanti: hai 14 anni, hai appena cominciato il liceo e senti i tuoi nuovi compagni misteriosi parlare di questa band sconosciuta e dall’accento divertente. Provi, e parte Somebody else, poi Paris, forse un po’ dopo anche A change of heart; diventano facilmente un tormentone: sono rumorosi, vari, non ripetono mai lo stesso giro di note e la batteria di George ti sveglia per forza. Qualche parola la capisci, in superficie, ma quell’accento super British ti confonde e leggi il primo testo, quello di Somebody Else, e ti senti così adolescente e compresa da quattro quasi-adulti mai sentiti in vita tua. E parlano di amore, di corse e persone che se ne vanno, e si tingono di rosa; ascolti tutto I Like It When You Sleep For You Are So Beautiful Yet So Unaware Of It che è così rosa (il rosa dello zucchero filato) ed è l’album con il titolo più lungo che tu abbia mai sentito e pensi Wow Sono Speciali! Scopri Love Me, The Sound, UGH! che per un po’ non ti piace perché boh te la dimentichi e soprattutto Loving Someone e diventi subito un’ally della comunità LGBTQ+, ti tingi di arcobaleno e non capisci mezza parola di quella canzone ma sai che Matty rappa da Dio, velocissimo e senza fiato e che all’inizio parla di pubblicità. Ci passi mesi e mesi, ascolti sempre lo stesso giro di canzoni e inizi ad affacciarti alla loro storia e a quell’album tutto nero e grigio di qualche anno prima, non ti piace perché non è rosa ed è lunghissimo e le canzoni sono difficili e non hai voglia di leggere i testi che sono la parte fondamentale della musica no? che canzone sarebbe senza testo? ed è primavera e li ascolti ancora più rosa, sempre le stesse canzoni + quell’intro omonima della band che diventa il tuo stato whatsapp perché hai 15 anni e ti senti grande, ma in realtà non hai ancora sentito niente.
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È estate e hai Troye e Melanie e Halsey e tanta gente e alcuni anche italiani! E non sei più commerciale, perché i the1975 li ascolti ancora, ma super raramente solo quando passano Somebodyelse- e-compagnia-bella. Poi te li ricordi misteriosamente perché non hai niente da fare e la riproduzione casuale si sveglia tardi e ci riprovi. Le stesse canzoni di prima, lo stesso giro, le stesse sensazioni: hai ricominciato da capo, hai 15 anni e mezzo e ti dici Ora Sì Che Li Ho Capiti perché effettivamente un po’ di più sì, li hai capiti. Ma non è ancora finita: scopri le canzoni strumentali, Lostmyhead, Please be naked, If I believe you che non è nemmeno strumentale e ti segni “Please be naked sarà la mia prima volta” e ti senti stupida dopo un anno e mezza a sentirtelo dire (anche se quei 7 minuti che in realtà sono 5 ancora vuoi che siano la tua adolescenziale prima volta). La title (più lunga del mondo) track ti piace tanto, 6 minuti e mezzo, li ascolti tutti una volta sola perché puoi fare la figa quanto vuoi ma sai che palle? Esplori anche i brani più vecchi, la intro sempre uguale anche per il loro primo album, che si chiama come loro e come la intro, che non è poi così grigio, ma il rosa è un’altra cosa. Scopri Sex (EP version yup), Chocolate, The city, Robbers, addirittura Antichrist che oramai sei una fan per forza, quella non la conosce nessuno. Fidati che non la conosci nemmeno tu ancora. E So far (It’s Alright)? Bella bella, nemmeno te la ricordi, però è bella bella. E i remix chissene frega, non valgono la pena. Sei un tantino più esperta no? Conosci i nomi dei membri della band, hai Matty sullo sfondo, conosci il 65-70% delle loro canzoni, la restante parte è meno importante, le capisci benissimo no? cogli subito i concetti e gli stati d’animo di Matty quando le scriveva e ti ci connetti vero? Non ancora, piccola. L’estate è passata comunque, da un pezzo, vai per i 16 anni wow ma sei grande grande, adolescente con la A maiuscola. Hai una band preferita adesso e la ascolti una volta ogni morte di papa ma li senti ogni giorno (non banale eh?) e wow ti piace l’indie allora e l’alternative! “Ascolto di tutto” non vale più, e intanto ti avvicini ad altre note di altre persone di altri posti di altri giorni e sei felice.
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Non ho idea di quando fosse, ma sei ancora un po’ più grande, i 16 sono passati e forse è estate di nuovo. Non è cambiato moltissimo negli ultimi tempi, ti stai vivendo qualche canzone nuova ultimamente che inconsapevolmente ti sta cambiando molto più di quanto abbia fatto quel 65-70% del loro lavoro che a quanto pare è poco e niente. A Natale papà ti ha preso un po’ di dischi, Halsey, Troye, Melanie, albumrosadaltitololungo e albumgrigioomonimoallaband e sei tanto felicina perché anche la musica di accompagna. Gli ultimi due anni sono stati tosti, papà ha da poco trovato un lavoro e ora sorride, inizi a sentire delle cose perché prima eri un sasso freddo e incosciente, la nonna è andata via il primo maggio 2018 e anche Nana ti aiuta a star meglio. È proprio la canzone per te adesso, ti tiene la mano e non ti fa piangere perché non piangi da un po’ (escluso il funerale) (in realtà lo sai che la notte prima di addormentarti è il momento peggiore della giornata) però ti aiuta e ti conforta ricordarti di non essere nè la prima nè l’ultima. I video li hai visti (non tutti) e ti piacciono tantissimo pur non sapendo di non averli capiti. E i mesi passano e passano e passano e questa band c’è ancora, ti coccola e ti regala un sentore di specialità. Sei in terza liceo, ne hai vissute parecchie in questi mesi e cominci il percorso che intesta il tuo blog su tumblr, hai tante sensazioni che succederanno un sacco di cose (good job girl, l’albicocca del futuro è sorpresa) e speri di avere ragione. Hai tanti problemi, vai da una persona speciale che è l’unica che non ti giudica e di cui speravi nessuno conoscesse l’esistenza, migliori il tuo amore per gli amici mentre tu cadi un po’ più giù. La musica è un po’ lontana da te, ma poi inizia il 2019 e vai al tuo primo concerto, un altro in vista, A Brief Inquiry Into Online Relatioships è fuori da qualche mese e lo stai vivendo meglio rispetto ad albumrosa e albumgrigio perché stai al passo con le news e incroci le dita che dopo Troye ed Ed toccherà a loro. La intro robotica non è poi così male, la copertina è un sacco bella e pulita, Give yourself a try era strana quest’estate, quando Matty aveva i capelli arancioni e hey si parla di quasi un anno fa, festa in piscina di fine scuola, non l’hai voluta ballare alla fine eh? Era poi uscita Love it if we made it che per tanto tempo è stata scura e poi si è colorata nel contesto dell’album, TOOTIMETOOTIMETOOTIME non ti fa impazzire ma poi il video coloratissimo la salva, le altre canzoni le ascolti di fretta e ti piace la voce di Siri maschile inglese in The man who married a robot/ Love Theme e tutti quei brani strani ed elettronici che hanno portato il loro canale YouTube a 2 Mln di iscritti, tu compresa da tempo, e una consapevolezza di quanto tu stia crescendo con loro. Non piacciono quasi a nessuno, a tuo padre tanto meno, i tuoi coetanei sono fuori dal mondo (no, sei tu che sei fuori tempo) e arrivi ad oggi.
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17 marzo 2019, 17 anni anche se ti piace pensare di averne già 18 perché boh ti senti già vecchina, il troca di ieri è stato penoso ma ti ha portato a questo. Stai scrivendo un papiro di fasi dell’unica musica con la quale ti connetti, e ora si diventa seri: i The1975 sono un po’ come fare l’amore (non scopare eh) o come mangiare una crostata da soli, usano metafore, sarcasmo, ironia, dialogo, retorica, introspezione, mistero, divertimento per raccontare un sacco di cose diversissime ma quasi uguali tra loro, parlano di politica, amore, droga, depressione, latte, cioccolato, ladri, sesso, scarpe, teatri, 29 anni, suicidio, ateismo, gay, vino, chitarre, prostitute, nudi, macchine, soldi, tu, io, lui, lei, noi, voi, loro e nessuno. Ora li senti sotto pelle, ora ascolti Matty che parla di come hanno realizzato i video e del loro significato e rimani a bocca aperta per come parla di ciò di cui parla, di come si sente un artista e di quanto cavolo ti siano entrati dentro il sangue in due anni e mezzo. E quindi la intro, The1975, un tantino diversa per ogni album, parla di cose che si fanno con la bocca che non mi piace nominare, Chocolate parla di erba e le sue note tingono questa droga di un sapore diverso, che vorrai sentire quando fumerai la prima, Sex parla puramente di sesso, anche se ci cerchi un significato intrinseco, Antichrist ti spiega l’ateismo di Matty, anche se ancora non ti convince la sua spiegazione e non ti ci colleghi al 101%, in Woman Eileen è una prostitua un po’ più grande e no non è come sembra, Intro/Set3 non fa impazzire ma funziona, Undo l’avevi capita già di più ma capirla ancora è decisamente meglio, You racconta una relazione malata di Matty e il lungo silenzio che la segue ti porta a Milk che racconta la cocaina e anche lei ora ha un suono e un sapore diversi, Anobrain è amore e a-no-brainer, Me è la tua preferita da un sacco ed è Matty al microscopio, anche The Ballad of me and my brain è la tua preferita ed era facilmente comprensibile, ma è bello sentirsela dentro, She lays down ha dei begli accordi, in Give yourself a try Matty aveva i capelli arancioni per un motivo e parlava di presente, TOOTIMETOOTIMETOOTIME ha un sacco di punti di vista, Love if we made it è stata difficile e non dice solo “poison me daddy”, Be my mistake non te la ricordi ma era bella, Sincerity is scary è un capolavoro visivo e uditivo, The man who married a robot/ Love theme è simpatica, Inside your mind è amore, It’s not living (if it’s not with you) è un altro capolavoro in cui Danny è eroina con un altro sapore e suono ancora, anche Mine non scherza, I always wanna die (sometimes) è magica.
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Dopo una mattinata dietro a parole su parole, qualcosa l’avrai dimenticato, ma sentivi il bisogno di ricordarti certe cose. Genius è un’app-salvezza e YouTube è una piattaforma superiore con quei video, Matty does art e Adam, George e Ross sono fondamentali. Il testo, tanto per la cronaca, non è importante, le parole le trovi tu e devi formulare una teoria anche su questo, ma i the1975 sono il testo, e fanno eccezione solo loro sulla terra. Questo post lo rebloggherai, prima o poi, aggiungerai fasi e ricordi e sorriderai di fronte a quanto sei bimba, e li ringrazierai per conservare la tua mente vecchia e il tuo cuore bambino.
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Carissimo Even, amico fraterno e collaboratore.... Grazie di ❤️ per avermi inviato il tuo nuovo libro: "ANCHE SE MAURO NON C'ERA" Racconti per rabbia e altre emozioni NON VEDO L'ORA DI LEGGERLO🤗🌞❣️ "Anche se Mauro non c'era" è una raccolta di 11 racconti brevi dove scorrono frammenti di vita fatti di stupore, di legami, di ingiustizie che fanno male, di paure che condizionano una vita, di gente insopportabile, di parole che escono da una radio spinte dall'urgenza di essere dette. E poi, ancora, storie di dolore e parole troppo rimandate, di telefonate inaspettate a tratti sconvolgenti, di colpi di sonno e cinghiali su una strada verso il mare, di insegnanti che sprecano occasioni, di ospedali e cimiteri come mete per il fine settimana, di incubi notturni con risvegli decisamente migliori e di storie che non sarebbero mai dovute ricominciare. Undici racconti dove alle "cose" che succedono nelle vite delle persone si aggiungono quelle che accadono dentro le persone, tra i pensieri, i silenzi e i ricordi di un passato ancora presente. Undici storie per rabbia e altre emozioni, raccontate in equilibrio (precario) tra leggerezza e profondità, ironia e introspezione. Per chi desidera avere maggiori informazioni sul testo: https://www.google.com/amp/s/m.libreriauniversitaria.it/amp/product/BIT/9788864668178 · · · · · · · · · · · · · · · #libri #libridaleggere #bookstagram #librichepassione #leggere #libribelli #book #librisulibri #booklover #instalibri #books #instabook #leggeresempre #lettura #libro #libriovunque #librimania #libriconsigliati #libridaleggereprimadimorire #reading #bookphotography #consiglidilettura #leggerefabene #anchesemaurononcera #ioleggo #libriperbambini #bookaddict #librianas #bookworm #librinimarzolini (presso Rimini, Italy) https://www.instagram.com/p/CSMUTQxIQPH/?utm_medium=tumblr
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Indie, rock e dintorni
La pandemia e i lockdown Covid-19 hanno sacrificato il talento e la grazia di migliaia di musicisti, cantanti, rapper, dj, interpreti, autori. Hanno sabotato la loro creatività, annientando le scintille visionarie, la capacità di raccontare storie|emozioni che spesso rappresentano storie|sentimenti dei propri simili. A prescindere dal fattore coetaneo e dalla geografia di origine. Tanti si illudono, celebrando questa o quella ripartenza culturale e turistica, ma è evidente che le conseguenze del dolore porteranno effetti a lunghissimo termine, in particolare nei più giovani. In questo terremoto emotivo ogni tanto subentra una crepa di luce felice. Una possibilità di stare assieme, condividere un’esperienza, una dose di allegria. Eccolo il plot narrativo di INDIE, ROCK e DINTORNI. Un progetto coordinato da Ravello Creative L.A.B. srl e finanziato con fondi POC 2014/2020 ad hoc per la metropoli del golfo partenopeo. Perché nel sulfureo andirivieni di artisti e idee, canzoni e concerti vietati, è proprio quello il vortice magmatico e sorprendente che non va assolutamente perduto o violentato. Alla ex NATO non ci sarà un festival di quelli stratosferici in stile luna park. Non sarà un megaraduno rivoluzionario, disobbediente e disinibito. Innegabilmente è – invece – una maniera sana e coraggiosa per reagire e per cominciare un processo di coesione fra artisti, sensibilità e produzioni autonome. Il titolo non poteva essere che uno, va ribadito: INDIE, ROCK e DINTORNI. Perché l’essere naïf, emancipati e originali fa sì che la reazione collettiva sia generosa e esplosiva. Devono tornare a essere un ricordo cruciale i live via social network, le dirette musicali da casa, i dj set in streaming video. La musica è un corpo fisico. I concerti sono spettacoli dal vivo per i vivi e un incontro privilegiato fra sconosciuti che si scoprono all’unisono e nel medesimo spazio. Stop all’alienazione domestica, ora. Tutti gli artisti coinvolti per questo progetto, dagli Almamegretta ai Fitness Forever, da Speaker Cenzou a O’ Iank, durante la forzata clausura non hanno smesso di elaborare strofe, suoni, versi, beat, collaborazioni. I loro studi e le loro abitazioni si sono adattati in oasi di intelligenza e intuizione, nell’attesa che si tornasse alla luna per portare in girotondo brani inediti, album classici, ritornelli e scratch, invettive, ballad, serenate e freestyle. Setacciando la città da San Giovanni a Teduccio a Posillipo, da Secondigliano a Bagnoli, dai Decumani al Vomero a Chiaia, fino a raggiungere l’hinterland per completare un dinamico mosaico ritmico, è emersa una squadra di artisti che in tre differenti serate – ciascuna delle quali inizierà con uno speciale dj set in consolle al tramonto – farà pulsare il quartiere a Ovest di gioia e benessere. Una volontà audace e underground accomuna il cast di artisti che si esibirà sul palcoscenico dell’ex base NATO, posizionato in modo che la platea di spettatori possa ammirare in prospettiva il promontorio di Posillipo e la silhouette dell’isola di Capri. La musica e la natura paesaggistica del territorio ancora una volta in una simbiosi cult. Per questa genetica intesa, l’Heart Immunity Tour degli Almamegretta trova accoglienza laddove una volta si architettavano conflitti e violenze. Dopo aver brindato al 25esimo anniversario di “Sanacore”, la band che vede Raiz al canto ritorna nella sua città con la tenacia dub, il groove elettronico nei muscoli e il Mediterraneo dentro agli occhi. Accanto a loro, i divertissement disco-surf rétro dei Fitness Forever di Carlos Valderrama e Gigi Scialdone e le correnti nordafricane del canto di M’Barka Ben Taleb. Speaker Cenzou porta in grembo le dinamiche rap-black, The Rivati le blues-song acustiche e K-Conjog le intuizioni ambient-electro. O’Iank è la parola di strada in canzoni irregolari, Vojago la dimensione partenopea ethno-world e Tartaglia Aneuro un folk-caraibico sospeso tra ironia e introspezione. Aldolà Chivalà è la satira nonsense in nuvole di poesia funk, PeppOh il soul che si intrufola pure dove le storie sono aspre, e Gabriella Di Capua l’altalena acid-jazz/rock. Abbondano le signore in palcoscenico, sì: Flo, per i sentimenti metropolitani e i canti d’autrice no border. Donix per la rinnovata coscienza urban-r’n’b. Roberta Nasti, per una lingua jazz che sa flirtare con i suoni pop. AAA: i Valderrama 5 e le loro caotiche e caustiche propensioni garage-lounge sono lì pericolosi e spiritosi. E poi la carovana hip hop dei Keep It Real. Apre la parata un trio di sfavillanti selecter, attesi sera dopo sera per una sorta di warm up dei tanti concerti: DJ Uncino (già nella audace crew Sangue Mostro e dj ufficiale del rapper Luchè) con i suoi irrefrenabili scratch di matrice hip hop, DJ Loonia nelle sue tentazioni dub e DJ Sapiens emerso dall’oasi house. A condurre le tre serate sul palco sarà Miss Lady V. Read the full article
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TOP TEN DEI MIEI ROMANCE CONTEMPORANEI PREFERITI
Nuova top ten, stavolta riguardante i miei romance contemporanei preferiti. Da notare che si tratta di romance puri, perciò ho eliminato dalla lista tutto ciò che poteva essere considerato un ibrido, e che in realtà io preferisco. Infatti di solito amo leggere romanzi rosa contemporanei un po’ gialli, un po’ thriller, un po’ paranormal, un po’ chick lit ecc... ma per questa lista li ho esclusi poiché in fondo ve ne parlo già spesso nel mio blog e anche per restringere notevolmente il campo, altrimenti rischiava di diventare infinita. Perciò se noterete che mancano autrici famose come Nora Roberts o Jayne Ann Krents, questo è il motivo, di loro io leggo romanzi rosa suspance più che altro.
Naturalmente tenete come sempre conto che questa lista è frutto del mio gusto personale e che è del tutto soggettiva, ma magari potrà tornarvi utile per scoprire nuovi libri, di cui si parla troppo poco.
1. Il gioco della seduzione (It had to be you) di Susan Elizabeth Philips
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Trama: Quando gli opposti non solo si attraggono, ma diventano inseparabili… Chicago non è pronta per l’affascinante e capricciosa Phoebe Somerville, ma quando il padre le consegna le redini della squadra di football della famiglia, tutti, lei compresa, dovranno ricredersi. Nessuno pensa che Phoebe riuscirà a risollevare le sorti della squadra, né tantomeno a far capitolare Dan Calebow, il fascinoso allenatore… Ma si sa che spesso la prima impressione è quella che inganna. Lavorando fianco a fianco, i due comprenderanno che gli opposti si attraggono irresistibilmente. E che forse vale la pena cogliere le sorprese che l’amore ci riserva, anche se non si è pronti a riceverle
La mia opinione: Bellissimo! Tutta la serie Chicago Stars è stupenda, ma questo che è il primo volume e il secondo, Heaven Texas, sono i miei preferiti. Questo vince anche su quest’ultimo perché adoro veramente Phoebe la protagonista, che non è affatto ciò che sembra. La sua immagine di mangiauomini, i suoi abiti succinti, tutto è una montatura per nascondere le sue insicurezze. Ma tutti i personaggi sono veramente interessanti e simpatici, senza svelarvi troppo vi accenno solo alla presenza di una sorellastra da accudire, un cagnolino adorabile, una rude squadra al cuore d’oro, un cugino cattivo, un pazzoide padre di un ex giocatore, scene esilaranti, scene tenere...non manca veramente nulla a questo libro. Il suo pregio più grande oltre ad una grande ironia e leggerezza credo sia la complessità di ogni personaggio.
2. Sunshine and Shadow (inedito in italiano) di Laura London (alias Sharon e Tom Curtis)
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Trama: Alan Wilde, ex bambino prodigio di Hollywood ed ex piccolo genio, è oggi un affermato regista horror dotato di una grande capacità di visione, un magnifico musicista e un uomo dotato di grande carisma e fascino. Eppure anche se dovrebbe sentirsi realizzato si sente in realtà vuoto. Diverso dalle persone che lo circondano, svuotato di ogni gioia di vivere e troppo disincantato col mondo che lo circonda. Il denaro, le donne che lo inseguono, tutto gli è ormai insopportabile e gli sembra inutile. Crede di non aver più nulla per cui vivere, di essere una pessima persona troppo cinica e pessimista per stare bene al mondo, finché, per caso, sul set del suo nuovo film che sta girando vicino a una riserva Amish non incontra una giovane vedova Amish, Susan Peachey che riesce a stupirlo. Susan è bella ma non sa di esserlo, ha un grande carisma ma lo ignora, in casa non possiede neppure uno specchio, è, innocente, eppure saggia in modi che Alan non riesce pienamente a comprendere, ma soprattutto ha una visione del mondo e della vita che è magica e sorprendente. Vede il bello e il buono in ogni cosa, ogni cosa è un dono di Dio, qualcosa di magico, e ha un carattere solare e spiritoso che riesce a far diventare un gioco qualsiasi cosa. Inutile dire che Alan è pazzamente attratto da lei, ma al tempo stesso combatte quest’attrazione, poiché sa che non può avere un futuro, che Susan ne soffrirà quando lui finirà di girare e dovrà andarsene, poiché lei non è certo una donna di mondo che può prendersi liberamente un amante, anzi se venisse scoperta dalla sua comunità rischia l’espulsione che significherebbe non vedere più la sua famiglia che lei ama. Eppure non riesce ad impedirsi di stare con lei e quando riesce a convincerla a prendere parte al film inizia per lui il periodo più felice della sua vita
La mia opinione: Stupendo. Il personaggio di Alan all’inizio non è di facile comprensione, il lettore vede tutto attraverso il suo cinismo e perciò lo ritiene veramente un personaggio negativo. E’ solo con la comparsa di Susan, il cui punto di vista si alterna a quello di Alan che il lettore acquista una visione più oggettiva della realtà e intuisce il vero carattere di Alan. Quando poi si aggiungono i punti di vista dell’assistente di Alan e del fratello di Susan il libro assume nuova luce e diventa ancora più bello facendoci approfondire ancora di più le complesse personalità dei personaggi. Inoltre questo libro non è solo una bella e toccante storia d’amore, che grazie al cielo nonostante le premesse finisce bene, è anche un affascinante viaggio dietro la macchina da presa di un registra, su un tipico set di Hollywood, sulla vita degli attori, sulla vita di una comunità Hamish e su cosa significhi realmente il termine famiglia. Non è un libro semplicemente romantico, è al tempo stesso lirico, poiché sia Susan che soprattutto Alan sono anime molto artistiche. E’ un libro che consiglio, ma con l’avvertimento che è uno di quei libri che fanno riflettere, non semplicemente un riempitivo piacevole per passare qualche ora.
3. All’improvviso a New York di Melissa Hill
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Trama: Darcy Archer lavora in una piccola libreria indipendente di Manhattan. È una sognatrice: non è disposta ad accontentarsi e a trentatré anni aspetta l'arrivo del Vero Amore, quello che abita nei suoi adorati romanzi. Un giorno di dicembre, sfrecciando in bicicletta per le strade innevate della città, travolge un uomo che le sbuca davanti all'improvviso. Quando Aidan Harris viene portato via dai paramedici, sul marciapiede rimangono il suo cane e un pacco misterioso. In preda ai sensi di colpa, Darcy fa di tutto per ricongiungere il cane, un adorabile husky di nome Bailey, al suo padrone e quando scopre che nell'incidente Aidan ha perso la memoria, le cose si complicano. Inizia così l'indagine di Darcy che, decisa ad aiutarlo a ritrovare la sua identità, si lascia trascinare da Bailey attraverso una New York natalizia, vibrante di luci e colori, fino a un lussuoso appartamento nell'Upper West Side. Qui raccoglie indizi preziosi sulla vita dello sconosciuto, che sembra fatta di viaggi esotici, sport estremi e bellissime donne, e trova la stanza dei suoi sogni: una biblioteca privata colma di preziosissime prime edizioni. Mettendo insieme le tessere del puzzle, la sua vivida immaginazione costruisce un ritratto di Aidan incredibilmente somigliante al suo uomo ideale. Ma le sue fantasie corrispondono alla realtà? E cosa succede quando la realtà è ben diversa da quanto sembra?
La mia opinione: La cosa che mi piace di più di questo libro è senza dubbio l’amore per i libri che lo permea più che la storia d’amore che contiene. Ma anche la trama è carina, e non così prevedibile come potrebbe sembrare. Molto dolce e adatto al Natale.
4. Love overdue di Pamela Morsi (inedito in italiano)
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Trama: Doroty è una giovane bibliotecaria che crede nell’apparire come si vuole essere, perciò si veste e cerca di comportarsi come una bibliotecaria, con completi grigi, occhiali calcati sul naso…ma c’è molto di più in lei. Un’infanzia con dei genitori poco affettuosi morti troppo presto l’ha lasciata isolata dal mondo, ma dietro il muro che si costruita intorno nasconde una fiamma vivissima che chiede solo di essere vista e riconosciuta per tornare a brillare come ha già fatto una volta otto anni prima, quando per il suo ventunesimo compleanno si è regalata una serata di pazzia e con abiti sexy e un atteggiamento provocante ha rimorchiato un completo sconosciuto a cui non ha mai chiesto neppure il nome. Poi un giorno arriva la chiamata da parte del comitato bibliotecario di una piccola cittadina del Kansas: la vogliono assumere! Piena di gioia Dorothy si dirige nel paesino pronta ad iniziare la sua nuova vita e incontra dopo otto anni quello sconosciuto, ma lui non la riconosce. Scott è segnato da un doloroso divorzio e nonostante sia attraente è insicuro con le donne, in certi casi. Inoltre non capisce perché sua madre stia cercando di farlo uscire con la nuova bibliotecaria del paese dal momento che questa sembra trovarlo antipatico, anche se somiglia in alcuni tratti alla ragazza con cui anni prima passò una notte di passione mai dimenticata.
La mia opinione: Nonostante la trama sia semplice i personaggi sono così, così…reali e vivi e ben approfonditi e i comprimari rendono il tutto ancora più perfetto, inoltre non c’è solo amore c’è anche molta introspezione e amore per i libri e ironia e malinconia e bè, per me è un piccolo capolavoro! Purtroppo è inedito in italiano, in alternativa nella nostra lingua potrei consigliarvi di provare la serie Bride quartet di Nora Roberts composta dai libri: La sposa in bianco, Letto di rose, Il sapore della felicità e Un amore per sempre.
5. My Sunshine di Catherine Anderson (Inedito in italiano)
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Trama: Cinque anni fa, la vita di Laura Townsend è stata quasi distrutta quando un trauma cranico ha compromesso la sua capacità di parlare e l'ha costretta ad abbandonare una brillante carriera. Nonostante le sue difficoltà, non ha mai perso il suo spirito vivace o il suo carattere solare. Ora ha un nuovo fantastico lavoro in una clinica per animali e un nuovo capo affascinante che le riempie il cuore di desiderio. Ma il veterinario Isaiah Coulter merita una donna integra, non ciò che ne resta, o almeno questo è ciò che pensa Laura. Lui ha delle idee molto diverse.
La mia opinione: avrei potuto scegliere qualsiasi libro della Anderson, perché in realtà i suoi romanzi sono tutti belli e in molti lei utilizza il genere rosa anche per raccontare la disabilità con un tocco veramente leggero e delicato.
6. Ti prego dimmi di sì (Law man) di Kristen Ashley
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Trama: Mara viene da una famiglia problematica, ma a fatica e a costo di grandi sacrifici è riuscita a crearsi una vita più che decente: ha un buon lavoro, dei buoni amici, un appartamento tutto suo, e un vicino bellissimo, nonché poliziotto. L’unica cosa che le manca è l’autostima e il coraggio di abbordarlo. Sì perché Mara nella sua testa attribuisce un punteggio a ogni persona, da uno a dieci. Dove i nove e numeri maggiori di nove sono superfighi, belli, hanno tutto ecc, i sette e gli otto sono nella media e lei si considera un due o un tre a causa delle sue origini e della sua famiglia. E il povero poliziotto Mitch dovrà faticare sette camicie per farle capire il suo valore e che a lui interessa e non poco. Per fortuna due bambini gli daranno una mano nell’impresa.
La mia opinione: In realtà di Kristen Ashley adoro anche The Will, e Raid, ma visto che Law man è stato pubblicato anche in italiano e lo adoro altrettanto, ho deciso di mettere lui in lista. Mitch è meraviglioso. E anche la trama mi piace molto con la lotta per la custodia dei bambini e il mistero legato ai materassi. Certo è una storia molto dolce che magari manca dell’adrenalina presente in altri romanzi della Ashley, ma a me tutti questi buoni sentimenti e tutta questa bontà piacciono.
7. Insieme coi lupi di Nicholas Evans
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Trama: A Hope, selvaggia cittadina del Montana, sono tornati i lupi: fanno strage di animali, si avvicinano ai bambini. La gente ha paura ed è pronta a ucciderli. In questo clima di tensione, arriva da New York una biologa specialista di lupi: Helen, una ragazza insicura e assillata dalla vita, che ha l’incarico di proteggere gli animali da coloro che vorrebbero distruggerli. Con lei, sulle tracce del branco, c’è un diciottenne timido e sensibile, Luke, che ha imparato a “”parlare”” con i lupi.
La mia opinione: Questo libro mi è piaciuto più di L’uomo che sussurrava ai cavalli, perchè l’ho trovato più attuale. I due protagonisti Helen e Luke sono pieni di paure timori e insicurezze ma insieme riescono a superarli. Si tocca inoltre il tema della differenza d’età fra una donna e un uomo, quando è la donna ad essere più grande. E i lupi sono uno dei protagonisti in quanto lo scrittore racconta brevi brani anche dal loro punto di vista. Un libro interessante ricco di tematiche e piacevole da leggere oltre che profondo. Abbiamo conflitti tra padre e figlio, uomini e animali, e la forza della Natura che vince contro tutti, così come l'amore. La vita è cambiamento e lottare contro di esso non porta mai a nulla di buono.
8. The Australian di Lesley Young (inedito in italiano)
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Trama: Charlie non ha avuto una vita facile nonostante abbia un'intelligenza fuori dal comune, infatti ha dovuto prendersi cura della madre drogata fino alla sua improvvisa morte per overdose. Alla deriva dopo questa perdita, e incapace di affrontare i propri sentimenti, poiché totalmente incapace di relazionarsi con gli altri emotivamente, quasi come una persona autistica, prende la prima decisione impulsiva della sua vita: trasferirsi in Australia, dove è ambientato il film preferito da sua madre. Qui tenta di farsi una nuova vita e cercando lavoro si ritrova a colloquio con Jace Knight proprietario di diversi alberghi e in cerca di un'assistente personale. Cosa fareste se un'aspirante impiegata vi dicesse con perfetto candore e serietà del tutto all'improvviso durante un colloquio di lavoro che non ha certo sfiorato l'argomento che non crede che il coito tra datore di lavoro e impiegato sia opportuno o appropriato? Vi arrabbiereste? Bè Jace decide invece di assumere Charlie e da lì il caos ha inizio…
La mia opinione: il libro ha qualche difetto a livello di trama, ma dal momento che si regge sulla protagonista femminile e lei funziona, anche il libro funziona. Lei ha un cervello fuori dal comune, è super intelligente, ma totalmente incapace di rapporti sociali normali. Tipo Sheldon di Big Bang theory, non sa mentire, non sa decifrare i sentimenti delle altre persone, non sopporta i discorsi inutili, insomma la sua mente funziona in modo strano e perciò rende interessante la storia semplicemente facendola vedere al lettore attraverso i suoi occhi. Alcune scene sono da scompisciarsi dal ridere, sul serio! Questo libro unisce temi seri e pesanti, ad una giusta ironia, divertimento e anche azione. Purtroppo è inedito in italiano ma se volete nella nostra lingua è disponibile un romanzo con una protagonista con problemi simili, si tratta di La matematica dell’amore di Helen Hoang.
9. Just one of the guys di Kristan Higgins (inedito in italiano)
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Trama: Chastity ha quattro fratelli e le spalle ampie come loro, ama gli sport, il football e pratica il canotaggio. Per tutta la vita è stata trattata con un ragazzo anche se da sempre è innamorata di Trevor, un amico di famiglia. Ormai però gli anni passano e vuole farsi una famiglia, perciò deve trovare un ragazzo, anche se nessuno raggiungerà mai le altezze di Trevor nel suo cuore….
La mia opinione: Il libro è carinissimo. Specie le scene dove è presente il cane di Chastity, Buttercup. Da morir dal ridere la parte dove Buttercup, in calore, fugge di casa con addosso un paio di boxer e..ma non aggiungo altro. La trama è più articolata di ciò che vi ho detto, compare un chirurgo molto attraente, una madre in fase di divorzio, nuore in crisi con i mariti e tanto altro. Ma il nocciolo di tutto è la connessione tra Chastity e Trevor, che per molti versi mi ha ricordato il rapporto tra Anna e Marco, i protagonisti del mio romanzo Imprinting love. Insomma, questo libro non poteva non piacermi. Purtroppo è inedito in italiano ma molti altri della Higgins sono stati pubblicati anche nel nostro paese e in alternativa vi consiglio anche i libri di Susan Donovan, che io trovo molto simili come tematiche e stile.
10. Un sentimento pericoloso (Flirting with danger) di Suzanne Enoch
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Trama: Samantha Jellicoe è una ladra e ne è orgogliosa. Amante delle cose belle, non esita a procurarsele rubando ai ricchi le loro opere d’arte. Tutto cambia, però, la notte in cui tenta un furto in una villa a Palm Beach: l’esplosione di una bomba uccide una guardia e lei finisce per salvare la vita del padrone di casa, il playboy miliardario Richard Addison. Samantha è una ladra, è vero, ma se qualcuno pensa di farla passare per un’assassina si sbaglia di grosso. E se Richard è abituato a essere assediato dalle donne, quella che ha trovato in casa sua non sembra affatto interessata a lui. Però è vivo solo grazie a lei, l’unica a potergli dare le risposte che cerca. Così, fra gli intrighi del mondo dorato di Palm Beach, la seducente Samantha e l’affascinante Richard seguiranno gli indizi per scoprire anche il mistero di ciò che li unisce.
La mia opinione: Libro molto frizzante, con situazioni divertenti, ma anche sentimento. Un alettura leggera e piacevole. La ladra e il milionario, già sulla carta sono un'accoppiata vincente, non trovate anche voi?
MENZIONE:
Fuori lista perchè si tratta di un romanzo breve voglio anche segnalarvi un libro in via di estinzione, praticamente sconosciuto:
Prepotente è il desiderio (Lightning that lingers) di Laura London (alias di Sharon e Tom Curtis)
Trama: Philip Brooks di giorno è un serio biologo che alleva gufi in casa e si adopera per mantenere e trasformare in riserva i terreni di famiglia; di notte, per sbarcare il lunario, è diventato la principale attrazione del Cougar Club dove, nel riflesso fumoso di un riflettore, ipnotizza centinaia di donne eseguendo un eccitante strep-tease al ritmo cadenzato di una musica sensuale. Quando conoscerà una timida libraria però la sua vita subirà una svolta…
La mia opinione: Stupendo. Un libro bellissimo e dolcissimo, non lasciatevi ingannare dalla trama, la storia è veramente dolce come la protagonista. Peccato solo sia molto breve.
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FIGHT: AL SICURO CON TE - Viviana Leo, RECENSIONE
Titolo: FIGHT: AL SICURO CON TE Autore: Viviana Leo Recensione FIGHT: AL SICURO CON TE – Viviana Leo Salve readers, a volte mi capita di scegliere i libri senza un particolare motivo, in questo caso oltre la trama carina a scegliere questa storia: Fight, al sicuro con te, è stata l’autrice Viviana Leo, che non conosco. Ne avevo sentito parlare e volevo leggere qualcosa di suo per farmi una mia opinione.In effetti ha scritto davvero una bella storia, un tema attuale, una buona introspezione dei protagonisti, il pov alternato che aiuta a immedesimarsi in loro, un buon equilibrio tra dolcezza, ironia e sesso. Ma una pecca c’è, ho trovato parecchi errori, niente che una rilettura non avesse potuto risolvere, ma che alla lunga stancano…“Non ero mai entrata in palestra in ventotto anni di vita. Al massimo una corsa, durante il weekend, ma un allenamento serio no, mai fatto. E probabilmente, considerando il mio corpo, si vedeva. Non che fossi obesa, ma non avevo certo un fisico scolpito come quelle modelle che spesso si vedevano in tv. Ma quel particolare aveva poca rilevanza in quel momento. La verità era che non lo facevo affatto per restare in forma. Non era una palestra qualunque, era una palestra dove insegnavano Full contact, una disciplina del Kick Boxing. La mia psicoterapeuta mi aveva spiegato che praticare una qualsiasi arte da combattimento avrebbe rafforzato le mie sicurezze. Speravo Read the full article
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Il talento degli scomparsi - Claudio Bisio. Un viaggio ironico e visionario tra successi decadenti e assurdità del mondo dello spettacolo. Recensione di italianewsmedia.com
Il talento degli scomparsi è il nuovo romanzo di Claudio Bisio, un’opera che unisce il comico al dissacrante, l’introspettivo al visionario, raccontando con sarcasmo e lucidità la storia di due personaggi agli antipod
Il talento degli scomparsi è il nuovo romanzo di Claudio Bisio, un’opera che unisce il comico al dissacrante, l’introspettivo al visionario, raccontando con sarcasmo e lucidità la storia di due personaggi agli antipodi: Marco, un attore milanese di successo ormai in declino, e Mirko, un giovane proveniente dal Sud che si ritrova improvvisamente famoso senza capirne il motivo. Le loro vite si…
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Il racconto nella letteratura
“La vita è come un racconto: ciò che conta non è la sua lunghezza, ma la sua importanza.” (Lucio Anneo Seneca) Un genere letterario molto apprezzato da una nicchia specifica di lettori è il racconto o il racconto breve. Non diffusissimo attualmente, vanta però una lunga storia letteraria e inaspettati estimatori. Definizione del racconto Non ci prodigheremo in una dotta spiegazione tecnica di tale genere letterario, ma cercheremo di riassumere le principali caratteristiche che diversificano il racconto da altri generi letterari.
Lunghezza. Il racconto è riconoscibile come genere letterario narrativo di prosa, con una sua specifica lunghezza, più breve del romanzo. Spesso sottogeneri come racconto breve, novella o romanzo breve possono essere catalogati genericamente come racconti, in quanto non possiedono la lunghezza e la complessità del romanzo. Struttura narrativa. Il racconto si distingue anche per la struttura narrativa più semplificata rispetto al romanzo: ci sono meno personaggi, la trama è più semplice, le sottotrame sono per lo più assenti, la storia narrata è auto conclusiva. Capacità riassuntiva e immaginativa. Se dopo questo elenco pensate che il racconto può sembrare un romanzo semplificato, quindi più semplice da scrivere, siete in grave errore. La difficoltà maggiore nel realizzare un buon racconto sta nel riuscire a trasmettere al lettore la visione dell’autore, senza però utilizzare i classici strumenti del caso: niente descrizioni dettagliate, nessuna introspezione del personaggio per pagine su pagine, nessun abbellimento narrativo. All’autore dunque non resta che usare il suo talento nell’eliminare il superfluo, concentrando sul poco rimasto la massima profondità di scrittura affinché il suo lettore sia in grado di immaginare con nitidezza ambientazioni appena accennate o capire lo stato d’animo del personaggio da un suo semplice gesto di capo. Non facile. “Il sale dei racconti è la proprietà di linguaggio.” (Miguel de Cervantes) Il racconto nella letteratura Originariamente nato in forma orale, il racconto ha origini antiche conosciute come l’exemplum, il lai e il fabliau (d’altronde, le favole stesse possono essere considerate un ottimo esempio di racconto). In seguito arrivano le novelle di Boccaccio, Geoffrey Chaucer, Marguerite de Navarre o Miguel de Cervantes, per rafforzarsi poi in un vero genere letterario che vanta illustri fautori come Anton Čechov, Edgar Allan Poe, Pirandello, Kafka o Hemingway – per elencarne soltanto alcuni. Nel panorama letterario più o meno contemporaneo non si possono non citare Borges, Raymond Carver, Salinger o Alice Munro, ma la lista è davvero lunga e vale la pena esplorare oltre, considerando che la maggior parte dei “grandi” della letteratura abbiano prima o poi sperimentato questo genere letterario.
“In una poesia o un racconto breve, si possono descrivere degli oggetti perfettamente banali in una lingua che non può essere più banale, ma di grande precisione, e dotare i suddetti oggetti d'una forza notevole, e insieme confondente.” (Raymond Carver) Alcuni racconti e perché leggerli I titoli che troverete qui sotto non vogliono essere né i più belli, né i più importanti racconti mai scritti (alcuni però lo sono), ma dei suggerimenti di lettura in base alle riflessioni che essi scaturiscono. Se invece volete una lista più autorevole, The Guardian ne ha stilato una per voi con 50 racconti scelti da altri scrittori famosi. In inglese, of course. “Un bel racconto ci dice la verità sul suo vero eroe, ma un brutto racconto ci dice la verità sul suo autore.” (Gilbert Keith Chesterton) La sonata a Kreutzer di Lev Tolstoj. Vero capolavoro di introspezione in cui il lettore ha da subito un ruolo da protagonista, diventando l’interlocutore in questo drammatico racconto. Durante un viaggio in treno, un uomo racconta la sua storia, una storia di efferatezza gratuita, quindi ancor più terribile – così come lo sono quelle di cui ancor oggi sentiamo parlare fin troppo spesso. Quest’uomo ha ucciso sua moglie. Roso dalla gelosia e dalle sue insicurezze, travolto da un vortice di ipocrisia che lui stesso ha contribuito a creare, compie un gesto senza ritorno, diventando un’uxoricida. Tolstoj è magistrale nel dipingere le dinamiche familiari, i paradossali meccanismi mentali del marito e la definitività della morte che diventa quasi tangibile e che asfissia il lettore con la sua potenza.. La linea d’ombra di Joseph Conrad. Racconto di mare e marinai (e Conrad ne sa qualcosa), questa storia viene generalmente interpretata come il passaggio dalla giovinezza all’età adulta, ma a noi sembra anche una metafora sul cambiamento e sul coraggio di affrontare l’ignoto che da esso deriva. Il racconto è su un giovane ufficiale che abbandona improvvisamente la nave sulla quale presta servizio e resta in attesa di qualcos’altro, senza sapere bene cosa. La fortuna gli si presenta sotto la forma di una nave che ha bisogno di un capitano, eccolo quindi a prendere l’occasione al volo. Una volta salpati, lui e la sua nave restano imprigionati al largo della baia, in un’assenza soffocante di un qualsiasi alito di vento.. Il giocatore di Fëdor Dostoevsky. Già dal titolo s’intuisce la trama di questo racconto: uno sguardo (da conoscitore, essendo Dostoevsky stesso accanito giocatore d’azzardo) che si posa su un giovane uomo e sulle sue scelte di vita. Tutto in questo racconto sveglia un senso di frustrazione e di impotenza nel lettore, che non può far altro che assistere al susseguirsi di personaggi ed eventi fatalistici. Tutti fanno le scelte sbagliate consapevoli di sbagliare, tutti scelgono di perdersi invece di ritrovarsi e, anche in quel momento in cui sei certo che qualcosa andrà bene, ebbene: quel qualcosa non lo farà. Con un che di quasi nipponico dei personaggi dinanzi alla propria sorte, è un racconto . Un cuore semplice di Gustave Flaubert. Dedicato alla sua amicizia con George Sand (che morì prima di poterla leggere), è la storia di una vecchia domestica, Felicitè, e dei suoi amori. Il tempo passa, gli amori anche, fino ad arrivare all’ultimo, un pappagallo. È un racconto intriso di tenerezza, ma anche comico, grottesco persino, mescola ironia e compassione fra le righe. Il cappotto di Nikolaj Gogol. Struggente storia di un uomo, Akaky Akakievich, e del suo cappotto, questo racconto di Gogol è semplicemente perfetto. Senza clamore e senza accorgersene, il lettore sarà risucchiato nella vita di questo uomo qualunque che non pretende altro che restare un uomo qualunque. Esiste qualcosa di più semplice di questo? Non sembra neanche una storia, o una trama. Eppure Gogol lo rende un racconto sublime che tocca una moltitudine di temi profondi come la paura della società verso il diverso, il non integrato (vi suona forse familiare?) o l’utilizzo arbitrario della giustizia (altro elemento fin troppo attuale). Pensavo peggio di Orazio C. Appena pubblicato dalla Entheos Edizioni con il titolo Lo scrittore in erba e altri racconti, l’esordiente promessa della letteratura Orazio C. traccia attualissime storie di personaggi osservati dalla stessa angolazione di un chirurgo che opera: dall’interno. Questo breve racconto è la confessione di un insignificante vigile urbano finito in carcere per un furto del quale lui stesso si è dichiarato colpevole. Ma questa è una confessione diversa, non è quella fatta alla sbarra di un tribunale: è la sua intima, personale storia che, oltre a farci capire i meccanismi che lo hanno portato a certe azioni, ci svelano il suo desiderio di redenzione.. O che di rado lo fanno.
“Le cose che un racconto non dice sono necessariamente più numerose di quelle che dice e solo una speciale aureola intorno a ciò che è scritto può dare l'illusione che stai leggendo qualcosa che non è scritto.” (Italo Calvino) In conclusione Se scrivere racconti non è assolutamente facile, lo è invece leggerli. Moderni o no, classici o meno, i racconti hanno tutti una caratteristica che forse non sanno neanche di avere, poiché non è richiesta per la loro stesura:. Perché i racconti sono storie di persone e, anche se i tempi cambiano, le persone hanno sempre le stesse paure, speranze, debolezze, valori. “È spiacevole dover parlare di avvenimenti spiacevoli: ma la chiarezza è la prima qualità di un racconto.” (Carlo Emilio Gadda) Redazione Entheos Read the full article
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Jovan Vulic
"(...) Attento a tutto quanto lo circonda e alle novità che l'evoluzione dell'arte propone, Jovan Vulic coltiva sapientemente una personale visione del mondo e scruta con intelligenza l'anima di quella società che ritrae col gusto di chi, sentendone i problemi, li prospetta con quella sottile ironia che tanto convince. Con garbo e con quell'umiltà che sono sue doti peculiari attizza i fuochi rutilanti della fantasia e dei trasalimenti con opere di indiscussa valenza e contemporanea attualità." - Gianni Franceschetti
Jovan Vulic nasce a Beji in Jugoslavia nel 1951. Fin da giovanissimo si impone al pubblico vincendo importanti premi di pittura. Si diploma all’Accademia di Belle Arti di Belgrado e in seguito si trasferisce in Italia, a Venezia e a Roma, dove studia con Montanarini, Gentilizi e Fazzini.
In Italia ha tenuto numerose mostre personali con particolari consensi di pubblico e di critica. Umiltà e un’attenta introspezione psicologica sono espresse nelle sue opere, di indiscussa valenza e contemporanea attualità. Vulic è artista di estremo rigore segnico-cromatico: le sue prime opere rivelano l’influsso slavo nei tratti e nei colori, mentre il primo periodo romano si caratterizza per una nuova luce nei paesaggi dove il particolare quasi rasenta una naturale vena naif. Con assoluta proprietà di linguaggio e finezza di stile, Vulic propone etica ed estetica, pensiero e sentimento attraverso attraverso un’inconsueta sensibilità spirituale che costituisce la forza di ogni sua immagine.
Lavora a Roma, ove risiede, ma le sue opere sono note in Europa ed oltreoceano. Instancabile lavoratore, attento a tutto quanto lo circonda e alle novità che l’evoluzione dell’arte propone, coltiva sapientemente una personale visione del mondo e scruta con intelligenza l’anima di quella società che ritrae col gusto di chi, sentendone i problemi, li prospetta con quella sottile ironia che tanto convince. Con garbo e con quell’umiltà che sono sue doti peculiari attizza i fuochi rutilanti della fantasia e del trasalimento con opere di indiscussa valenza e contemporanea attualità.
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Scheda
Unfair we're not somewhere m i s b e h a v i n g for days / Lo si addocchia a distanza per cresta di riccioli neri tenuti su da un paio di scrostati lab goggles, la fronte increspata in macchinosi calcoli (salto, atterraggio, pisolino, randomness). Tedio e introspezione sui tratti spigolosi di genetica afro-latina, spire di fumo a intossicargli di tanto in tanto i polmoni. / Mind palace more like free falling / Guanti fingerless, cravattino slacciato entro fine giornata, un libro sempre a portata di mano. Ha le spalle larghe, muscolatura allenata dei continui spericolati salti e rampicante con cui esplora la scuola. Voce roca di chi non la usa spesso, letteralmente, ma un accento scozzese marcato (trad: inglese cantilenato) / Lost track of time and space /
E' un randagio che stiracchia sorrisi sghembi con la rilassatezza di molte molte foglie di coca tra i denti. Vagabonda taciturno in una società che ridicolizza la sregolatezza della cultura latina - usi e costumi che ancora gli appartengono. Ha imparato a divertirsi delle ombre di un razzismo che bisbiglia ingenuo tra le mura del castello, lasciando sia solo il sangue a corrodersi per l'ignoranza ottusa. La crescente attenzione che l'universo femminile gli dedica incupisce lo sguardo d'analisi e ironia - e troppe colpe di cui si sta già stufando.
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Max De Stefanis, in libreria il nuovo romanzo
Max De Stefanis descrive la sua ultima fatica letteraria: «Segui il tuo respiro” non è solo un romanzo, ma in primo luogo un’esperienza assolutamente sconvolgente, paragonabile a quella di chi si trova sopra un treno lanciato a tutta velocità a causa della rottura dei freni e deve decidere se buttarsi fuori, sperando di salvarsi, oppure accettare il proprio destino, raggomitolandosi in posizione fetale per prepararsi allo schianto». A pochi anni di distanza dal libro di esordio “Show Surprise” (2013), il nuovo romanzo consacra l’autore al filone del genere distopico.
Suspense e mistero, introspezione ed erotismo, ma anche ironia, provocazione e critica sociale sono gli elementi che fanno di “Segui il tuo respiro” un’opera innovativa e destabilizzante, dove trovano spazio lungimiranti riflessioni sulla società contemporanea e sulle insidie dell’avanzamento tecnologico, con le inevitabili ripercussioni sulle relazioni umane e sui valori annessi.
Al centro della storia, ambientata tra il 2022 e il 2023, ci sono le vicende di Ivan Manzato, professione FPA, ovvero funeral planning agent, che stanco della routine quotidiana cercherà di dare una svolta alla propria esistenza. Determinante, in questo senso, sarà l’incontro con la misteriosa Coline, con la quale Ivan scoprirà l’amore e si troverà ad affrontare accadimenti imprevedibili che sveleranno di volta in volta inaspettati e inquietanti retroscena.
«”Segui il tuo respiro” nasce dall’idea di raccontare il mondo che ci circonda attraverso le vicende dei due protagonisti, mettendo l’accento sulle relazioni tra le persone, sui sentimenti e sull’eros, in un contesto sociale caratterizzato dalla rapidità e dalla superficialità dei rapporti» spiega l’autore, «Non è facile, però, raccontare il presente in cui si è immersi. Per questo motivo la storia è ambientata in un futuro prossimo, in quanto la”sfasatura” temporale permette di accentuare alcune tendenze sociali attuali, in alcuni casi drammatizzandole, allo scopo di indurre il lettore a riflettere. Allo stesso modo, amo servirmi della distopia per estremizzare alcuni degli aspetti più inquietanti della nostra era, in primis il controllo e la manipolazione mediatica e culturale a cui siamo soggetti quotidianamente e che rischia di trasformare le nostre vite in un grottesco reality horror».
Il nodo gordiano, attorno al quale si sviluppa il plot del romanzo è l’ambivalenza dell’evoluzione tecnologica, che se da un lato ci porta a prefigurare lo sviluppo in un prossimo futuro, di un’intelligenza artificiale incredibilmente evoluta, dall’altro potrebbe mettere in discussione il nostro primato sociale in quanto esseri umani e la nostra capacità di discernimento sulle conseguenze e sui limiti etici del “progresso”.
Da questa tematica chiave prendono forma, nella narrazione, diversi spunti di riflessione legati al transumanesimo, ai nuovi orizzonti aperti dalle biotecnologie, nonché all’attualissimo dibattito sull’alimentazione alternativa. Al tempo stesso emergono gli aspetti degenerativi della distrazione di massa, dell’amore digitale e delle derive del capitalismo.
Nell’era dei consumi, della produttività e dell’efficienza, l’autore ci sprona a meditare sulla necessità di compiere una vera e propria “rivoluzione copernicana” nei confronti di uno stile di vita che rischia di annientarci. Celato tra le pagine, e rimarcato dal drammatico epilogo del romanzo, c’è un invito a fermarsi, laddove il mondo corre senza sosta, per recuperare la dimensione che più ci appartiene, dove riappropriarci del “nostro respiro” significa tornare all’essenziale consapevolezza di ciò che ci rende vivi e liberi, semplicemente umani.
QUARTA DI COPERTINA
Una storia d’amore sconvolgente, in cui le identità sessuali sono rimesse in discussione. Una vicenda ricca di imprevisti, tra esperimenti alimentari e biotecnologici estremi che sfociano in un reality horror dai sapori kinghiani, dove non vige più la legge del più forte, ma la forza della mente meditativa, capace di lasciare andare.
NOTE BIOGRAFICHE
Max De Stefanis è uno scrittore e cantautore svizzero. I principali temi affrontati nelle sue opere sono le trasformazioni e le derive adolescenziali, l’homo technologicus e gli scenari distopici connessi, la critica nei confronti dell’industria culturale e, in chiave più propositiva, la prefigurazione di una società più consapevole, compassionevole e illuminata. Max è anche docente di scuola media. In questo ambito, da diversi anni propone progetti mediatici, tecnologici e teatrali a partire da laboratori di scrittura creativa. Infine, da oltre venticinque anni pratica la meditazione buddhista e da diverso tempo si occupa di terapie olistiche (riflessologia, cromopuntura, massaoterapia).
Per approfondimenti si veda: http://www.maxdestefanis.ch
http://www.mjmeditore.it/autori/de-stefanis-massimiliano
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