#intagliatore
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enricopelos · 1 year ago
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Quando si cammina nel bosco e si ha la sensazione di essere osservati…
Per la serie anche gli “Alberi ci guardano” o se preferite “Anche gli alberi hanno un’anima” (e vogliono essere abbracciati… per tutto quello che può voler dire…)Intelligenza Artificiale oppure opera di un vero intagliatore/scultore del legno alla Mauro Corona…? Per la serie anche gli “Alberi ci guardano” o se preferite “Anche gli alberi hanno un’anima” (e vogliono essere abbracciati… per tutto…
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alonewolfr · 6 months ago
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Il più prezioso diamante del mondo era in origine deturpato da una screpulatura. Avevano deciso di farne una manciata di diamanti industriali, ma un abile intagliatore, con infinita pazienza e molto tempo, trasformò quella screpolatura in una splendida rosa. Quella che oggi tutti ammirano, intagliata nel diamante.La vita è piena di sorprese. Ci sono giorni buoni e giorni cattivi. Ci sono problemi e guai che ci fanno soffrire. Ma ci tengono svegli. E spesso ci costringono a tirar fuori la parte migliore di noi stessi.
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our-verystudentgarden · 1 year ago
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Un giovane cinese, divenne garzone di un anziano intagliatore di giada, poiché voleva imparare bene quel mestiere.
Il primo giorno il maestro gli mise una pietra grezza in mano, gliela richiuse e questo fu il lavoro per tutta la giornata.
Questa cosa si ripeté ogni giorno, per tutto un anno. Il giovane aveva troppo rispetto del maestro per protestare.
Trascorso l’anno, si presentò con la mano già aperta per iniziare una giornata come tante altre.
Appena il maestro gli mise in mano una pietra grezza, egli esclamò: - Maestro, credo che vi siate sbagliato perché questa non è giada!
Il maestro sorrise e rispose: - Adesso hai imparato a distinguere la giada da un sasso!
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michelangelob · 1 year ago
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La Scultura del giorno: L'Amore in agguato di Giovanni Dupré, del 1858
La scultura del giorno che vi propongo oggi è L’Amore in agguato scolpita nel marmo da Giovanni Dupré nel 1858. Dupré nacque a Siena il 1 marzo del 1817 da mamma Vittoria Lombardi e da babbo Francesco, modesto intagliatore in legno. Come Dupré stesso scriverà nei propri Ricordi autobiografici pubblicati nel 1879, le precarie condizioni economiche in cui versava indussero la famiglia a…
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personal-reporter · 2 years ago
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Ottone Rosai, raccontare la Firenze del Novecento
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Il pittore che visse una vita segnata dall’amore per l’arte… Ottone Rosai nacque il 28 aprile 1895 in via Cimabue, nel cuore di uno dei vecchi quartieri di case popolari di Firenze, il  padre, Giuseppe, era fiorentino, la madre, Daria Deboletti, della provincia di Siena, ed ebbero altri tre figli: Ada, Oreste e Perseo. Il nonno paterno, valente intagliatore, aveva lasciato in eredità ai suoi  discendenti una bottega d’antiquariato con laboratorio artigiano annesso, ma la speranza di Giuseppe di indurre il primogenito a continuare la tradizione di famiglia fu  ben presto delusa, dato che si iscrisse all’Istituto d’Arti Decorative in piazza Santa Croce, dove non rimase che per poco tempo. Successivamente Ottone frequentò il Regio Istituto di Belle Arti ma, se  i risultati dei corsi di studio erano  buoni, dopo un diverbio con il maestro Calosci fu immediatamente cacciato. Inadatto alle costrizioni, Rosai passò la sua adolescenza tra la passione per le sale da gioco, i caffè, il biliardo, ma soprattutto la vita notturna nella Firenze popolare. Del novembre 1913, a Firenze, in un locale di via Cavour, allestì la sua prima mostra insieme a Betto Lotti e nella stessa  strada, dal libraio Gonnelli, era vistabile quella dei futuristi di Lacerba, condotti da Papini. I futuristi una sera visitarono la vicina esposizione, dove conobbero Rosai, che divenne amico di  Marinetti, Boccioni, Palazzeschi, Carrà, Severini e Soffici, suo amico, maestro e punto di riferimento per tutti gli anni Venti, facendogli scoprire l’innovativa lezione di Cézanne e il cubismo di Picasso. Nel 1915 Rosai si arruolò come volontario all’entrata dell’Italia nella prima guerra mondiale e fu decorato più volte per atti eroici e a cui dedicò le memorie di Libro di un teppista (1919) Dentro la guerra (1934). Fra il 1919 e il 1920 Ottone orientò la sua ricerca espressiva, tra tele e disegni di piccole dimensioni che restano  fra gli esiti più significativi dell’arte italiana del Novecento. Nel novembre 1920 espose alcuni fra i migliori lavori del periodo in una mostra personale ordinata nelle sale di Palazzo Capponi, a Firenze, ma nel febbraio 1922 il  padre, oppresso dai debiti, si suicidò gettandosi nelle acque dell’Arno. Il 17 aprile 1924 il pittore sposò Francesca Fei, un’impiegata del giornale La Nazione conosciuta nel 1921, ma per saldare i debiti dovette vendere, a poche lire, gli oggetti di casa e i quadri più belli per saldare i conti in sospeso del padre e solo nel 1927 riprese a dipingere con una certa continuità. Nel 1930 pubblicò Via Toscanella per Vallecchi e un anno dopo affittò nella frazione di Villamagna un casotto da adibire a studio. In quegli anni Rosai divenne amico di Montale e dei giovani poeti ermetici, oltre che con lo scrittore Romano  Bilenchi. Nel 1942 gli fu assegnata la cattedra di pittura dell’Accademia di Firenze, mentre dipingeva una serie di autoritratti e alcune emblematiche crocefissioni. Dopo la seconda guerra mondiale Rosai prese parte a una serie di mostre internazionali che lo videro  protagonista, dal 1950 in poi, anche a Parigi, Zurigo, Londra e Monaco di Baviera. Nel 1952, alla Biennale di Venezia, gli fu dedicata un’intera sala, ma i membri della giuria per l’assegnazione dei premi gli negarono il riconoscimento ufficiale. Quando nella primavera del 1957 Pier Carlo Santini organizzò ad Ivrea, presso il Centro Culturale Olivetti, un’importante rassegna antologica incentrata sulla figura umana, Rosai si recò in Piemonte per curare personalmente l’allestimento, ma, nella notte del 13 maggio, mori per un malore in una camera dell’Albergo Dora. Read the full article
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tradizioni-barcellona · 2 years ago
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MERCOLEDÌ 14 DICEMBRE 2022 - ♦️ SAN GIOVANNI DELLA CROCE ♦️ Giovanni della Croce, al secolo Juan de Yepes Álvarez (in spagnolo: Juan de la Cruz; Fontiveros, 24 giugno 1542 – Úbeda, 14 dicembre 1591), è stato un presbitero e santo spagnolo, cofondatore dell'Ordine dei Carmelitani Scalzi. I suoi scritti furono pubblicati per la prima volta nel 1618. Fu beatificato nel 1675 da Clemente X, proclamato santo da Benedetto XIII nel 1726 e dichiarato dottore della Chiesa da Pio XI nel 1926. La sua memoria liturgica è celebrata il 14 dicembre o il 24 novembre. La Chiesa cattolica lo ha definito doctor mysticus ("dottore mistico, maestro della mistica"), mentre la Chiesa anglicana lo venera come un "maestro della fede". Nacque a Fontiveros vicino ad Avila, un borgo della Vecchia Castiglia spagnola, nel 1542. Il padre Gonzalo de Yepes, di famiglia ebraica toledana convertita al cristianesimo, fu cacciato di casa e diseredato per aver sposato una povera tessitrice di seta, Catalina Álvarez. Orfano di padre già in tenera età, si trov�� a doversi spostare di città in città con la laboriosa e attiva madre per il loro sostentamento economico, dovendo quindi studiare e lavorare in luoghi sempre diversi. Egli manifestò fin da piccolo inclinazione alla carità verso i poveri e ancora di più verso la preghiera contemplativa. Nel periodo tra il 1551 e il 1559 ebbe una formazione culturale ed artigiana nel "Colegio de los doctrinos" di Medina del Campo (oggi nella provincia di Valladolid), dove si era trasferito con la madre. Successivamente fu falegname, sarto, pittore e intagliatore; quindi accolito della Chiesa della Maddalena, commesso e aiutante infermiere nell'Ospedale della Concezione. Nel 1563 entrò nell'Ordine Carmelitano chiedendo di vivere senza attenuazioni la rigida e antica regola carmelitana non più attuata. Tra il 1564 e il 1568 completò gli studi teologici e filosofici all'Università di Salamanca. Nel 1567 fu ordinato sacerdote e tra settembre e ottobre dello stesso anno incontrò Teresa d'Avila che, anch'essa carmelitana, stava attuando una riforma del Carmelo con l'autorizzazione del Priore Generale dell'Ordine, padre Rossi. Conquistato dalle sue idee riformatrici... (presso Tradizioni Barcellona Pozzo di Gotto - Sicilia) https://www.instagram.com/p/CmJ8Wldovju/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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matteobaudone · 5 years ago
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😱 che fatica però con questa narrazione. 👉🏻 #ilgolem Un giorno un uomo indossa il cappello di un altro, del signor Pernath un intagliatore di pietre e rivive tutta la sua vita. Torna indietro nel tempo, nel ghetto di Praga, nella Hahnpassgasse dove affollano gruppi diversi di ebrei. 👍🏻 La parte più affascinante del libro sono i racconti su persone o posti di Praga. Si parla ad esempio di una casa che può essere vista solo quando c'è la nebbia o del golem che chi narra giura di aver visto. 👎🏻 La narrazione però è davvero criptica, si fa fatica a capire la trama, tanto che sono andata su internet a cercare un riassunto. È tutto un po' vago, trova tutto un senso alla fine. 👍🏻 Nonostante questo però il libro si legge velocemente, le varie storie e leggende sono molto curiose e infatti le leggevo con avidità. 👍🏻 La storia di Pernath è piena di mistero, di persone povere, di inganni e ... morti. Una storia che a tratti mette i brividi. ❓ Fate letture a tema Halloween? 🎃 #praga #octoberbookstagram #libri2021 #libriperhalloween #halloweenbooks #ottobreneilibri #antrodilibri #libridaleggereaottobre #stayconape #lombradibarbara #amicidellibroinstagram #trovandolibri #amicandito #ilclubdeilettorifelici #storiebookite https://www.instagram.com/p/CU4lj9_MuKe/?utm_medium=tumblr
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marioaprea · 6 years ago
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Sushi cutter da Mario Aprea Tramite Flickr: Engaged in his usual gestures, the seller prepares tuna in its lean to fat variants to always provide excellent service to restaurateurs and private customers who will choose the most suitable piece for their sushi or sashimi. Intagliatore di Sushi Impegnato nei suoi gesti abituali il venditore, prepara il tonno nelle sue varianti dal magro al grassi per fornire sempre un servizio eccellente ai ristoratori ed i clienti privati che sceglieranno il pezzo più adatto per il proprio sushi o sashimi.
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jacopocioni · 2 years ago
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Benvenuto Cellini: La vita
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“Animoso, fiero, vivace, prontissimo e terribilissimo” scrive di lui il Vasari. Benvenuto Cellini è un precursore del Caravaggio in quanto a temperamento rissoso, collerico, passionale, ma di fondo è un personaggio geniale. Più volte condannato per sodomia, ricercato per risse ed omicidi. Nacque a Firenze presso il Mercato nuovo il 3 novembre del 1500 da Giovanni di Andrea di Cristofano Cellini ed Elisabetta Granacci. Il padre, intagliatore d’avorio, è anche un bravissimo musicista, cerca di introdurre il figlio a quest'arte già dalla tenera età mettendolo nelle mani del compositore Fiorentino Francesco dell’Ajolle. Cellini risultò talentuoso nel flauto e nel cornetto, però tollerava poco lo studio della musica, molto più attratto dall’arte dell’oreficeria. Già all'età di sedici anni a causa di una rissa fu confinato per sei mesi insieme al fratello Cecchino a Siena, dove ne approfittò per frequentare la bottega dell’orafo Francesco Castoro. In seguito il padre lo mandò a Bologna per perfezionarsi nello studio del flauto, ma qui Benvenuto preferì frequentare altre botteghe di oreficeria. Ritornato nel 1517 a Firenze fuggì dalle pressioni del padre che lo voleva come musicista a Pisa, dove invece continuò a formarsi nella bottega dell’orafo Ulivieri della Chiostra. Tornato a Firenze tra una rissa e l’altra, entrò in contatto con bravi artisti come Pietro Torrigiano e Francesco Salimbene, continuando a lavorare nella bottega di Antonio di Sandro. Intorno al 1520 prima è a Siena, poi a Roma e nuovamente a Firenze. Nel 1523 è coinvolto in una rissa con i Guasconti, famiglia di orafi fiorentini a lui ostili e ferisce gravemente Gerardo Guasconti, venendo condannato a morte in contumacia. Fugge dunque a Roma dove frequenta altre importanti botteghe fino ad entrare nelle grazie di Clemente VII. Qui lavora nelle bottega di Lucagnolo Da Jesi e Francesco della Tacca. Nel 1524 aprirà una sua bottega e diverrà primo cornetto di papa Clemente. Questo non gli impedisce di trovarsi ancora nei guai, partecipando ad altri duelli e risse e ammalandosi infine addirittura di peste.
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Nel 1527 durante il Sacco di Roma, contribuisce attivamente alla difesa di Castel sant’Angelo contro gli Imperiali. Fu proprio lui che racconta di aver colpito a morte il Borbone mentre questi cercava di scavalcare le mura cittadine. Poi dopo qualche giorno, riesce a ferire anche il Principe d'Orange. Nel 1529 dopo un breve soggiorno a Firenze torna a Roma presso l'orafo Raffaello Del Moro, Clemente lo promuove Maestro delle stampe della zecca Romana e qui realizza i due celebri carlini d’argento e il doppione d’oro. Nel suo soggiorno a Roma vendica la morte del fratello Cecchino, morto durante una rissa uccidendo l’assassino, per questo crimine viene solo rimproverato verbalmente  dal papa. Benvenuto apre la sua bottega a via dei Banchi nuovi. Sempre iroso ed incline ai litigi, ferisce gravemente un notaio, ser Benedetto, questa aggressione gli procura una condanna che lo costringe a rifugiarsi a Napoli perché ormai Clemente è stanco dei suoi comportamenti e comincia ad ignorarlo.
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Alla morte di Clemente VII, è Paolo III Farnese che gli succede. Il papa mal tollera il carattere dell’artista pur apprezzandolo. Benvenuto non si smentisce e assassina un suo rivale, l'orafo Pompeo dei Capitaneis. Il papa però stranamente lo assolve e poi gli commissiona una moneta con la propria effigie. In seguito l’orafo entra in ostilità con Pierluigi Farnese, il figlio del papa, ed è dunque costretto ad andarsene da Roma. Si reca a Venezia dove però entra subito in conflitto con Ottaviano de' Medici e dunque è costretto di nuovo a cambiare aria e ritornare di nuovo a Roma. Qui realizza su commissione del papa un uffiziolo di Madonna, che nel 1536 viene addirittura apprezzato dall'imperatore Carlo V. Nel 1537 lo troviamo a Parigi dove realizza una medaglia per il sovrano Francesco I, poi ritorna nuovamente a Roma dove apre un’altra bottega. Ma Pier Luigi Farnese non si è dimenticato dei suoi crimini e nel 1538 lo fa arrestare ed incarcerare a Castel Sant’Angelo, da dove però il nostro artista riesce a fuggire rompendosi però una gamba durante la fuga. Si rifugia allora presso il cardinal Cornaro, che però lo tradisce consegnando alle guardie svizzere. Nuovamente incarcerato a Tor di Nona prima e a Castel Sant’ Angelo poi, viene scarcerato nel 1539 per intercessione di Ippolito II d’Este, per il quale eseguirà poi un sigillo e due ritratti. Siamo ormai intorno al 1540 quando Benvenuto a Parigi riceve da Francesco I un vitalizio annuo di 700 scudi e una residenza presso il castello Petit Nesle. Qui realizza la famosa saliera, il Giove e i modelli per la Porta di Fontainebleau, tra cui la Ninfa e due Vittorie. Nel 1542 viene naturalizzato come francese. È in questo periodo che produce delle stupende opere d'arte. Nel 1544 gli nasce una figlia (Costanza), avuta da una sua modella (Caterina). Anche qui il burbero carattere di Benvenuto lo mette di nuovo in difficoltà.  Entra dunque in attrito con alcuni  cortigiani ed è costretto a ritornare a Firenze, dov’è accolto presso la corte di Cosimo I Medici. Qui diventa scultore di corte ricevendo una paga di 200 scudi all’anno è una dimora in via del Rosario.
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Qui realizzerà il famoso Perseo e il famoso busto di Cosimo de’ Medici che però vedrà la luce solo nel 1546. A causa di una condanna per sodomia, sarà di nuovo in fuga e si recherà a Venezia dove conoscerà Tiziano. In seguito tornato a Firenze cadrà in disgrazia presso i Medici, che gli rifiuteranno ulteriori commissioni stanchi dei suoi comportamenti eccessivi. Nel 1556 viene nuovamente recluso a causa di un'aggressione all'orafo Giovanni Di Lorenzo. Verrà dunque condannato a 4 anni di carcere, commutati in arresti domiciliari. Tra i 1558 e 1567 Cellini si dedicherà alla scrittura e realizzerà un trattato sull’oreficeria e un trattato sulla scultura, sulla sua vita e altre opere, donandole poi a Francesco I de’ Medici. Benvenuto morirà il 13 febbraio del 1571 a Firenze e sarà sepolto alla Santissima Annunziata.
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Riccardo Massaro Read the full article
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vulgariumfragmenta · 6 years ago
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“La vera perla dell’art nouveau a Tbilisi è la Writer’s House of Georgia, un palazzo costruito tra il 1903 e il 1905 per volere di David Sarajishvili, un ricco imprenditore e produttore di brandy, laureato in chimica e filosofia, in occasione del suo 25° anniversario di matrimonio. Progettata e costruita dall’architetto tedesco Carl Zaar, in collaborazione con gli architetti di Tbilisi Aleksander Ozerov e Korneli Tatishev è una fusione tra l’art nouveau continentale e elementi tipici georgiani. La sala più bella è il grande salone al primo piano: autore della squisita boiserie fu Ilia Mamatsashvili, intagliatore georgiano, ma tutta la sala risente molto dell’influenza secessionista”. (Oggi sul blog, link diretto in bio 👆🏻) . . . #writershouse #writershousetbilisi #writershouseofgeorgia #tbilisi #georgia #tbilisiartnouveau #tbilisigeorgia #tbilisigram #sololaki #artnouveaulovers #artnouveaufurniture #boiserie #rocailleblog (presso მწერალთა სახლი/Writers' House of Georgia) https://www.instagram.com/p/Bn8xJwAiU46/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=143ow1vpfh94z
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morelin · 6 years ago
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Belluno
Se volete visitare la città di Belluno e siete amanti dell’arte, il Palazzo Fulcis è la prima tappa che dovrete inserire nel vostro itinerario. Recentemente i Musei Civici sono stati ricollocati in questa antica dimora con un percorso espositivo ricco e vario nel quale spiccano i nomi di Andrea Brustolon, grande scultore ed intagliatore bellunese, e Sebastiano Ricci al quale è stato dedicato un intero piano.
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Belluno è anche città ricca di piazze, palazzi e chiese. Su piazza Duomo si affacciano gli edifici simbolo del potere temporale e religioso: la cattedrale di San Martino, il Palazzo Rosso dove ha sede il Municipio, il Palazzo dei Rettori e la Torre Civica. In Piazza delle Erbe, tradizionalmente nota per il mercato di frutta e verdura, si trova invece il palazzo che ospitò il Monte di Pietà, altri palazzi antichi e la chiesetta della Madonna della Salute. La chiesa di Santo Stefano, situata sull’omonima piazza, conserva alcuni importanti esempi scultorei e pittorici dell’arte bellunese del Settecento, tra i quali opere del già citato Andrea Brustolon. 
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Ovviamente non può mancare anche una passeggiata in Piazza dei Martiri, il salotto dei bellunesi.
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harzhak · 3 years ago
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lorenzomatteoliberitutti.blogspot...Michael Pacher Pittore e Intagliatore (Falzes, intorno al 1435 – Salisburgo, agosto 1498)
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ilcovodelbikersgrunf · 3 years ago
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Nacque a Palermo il 5 ottobre 1922 nel quartiere Il Capo. Sin dall’infanzia manifestò uno scarso interesse per la scuola e una propensione all’umorismo. Durante l’adolescenza, ha svolto diversi lavori: barbiere, falegname, calzolaio, salumiere e intagliatore di calzature. Iniziò ad esibirsi in occasione di cerimonie private dove imitò con successo alcune gag di Totò, suo grande idolo. Il suo vero esordio su un palcoscenico avvenne in pieno conflitto mondiale. Nel 1944, infatti, dopo una lunga frequentazione del “Bar degli artisti“, si riunì a Enzo Andronico e a tale Ciampolo a formare il Trio Sgambetta.
Ha fatto parte di un duo comico passato alla storia
Se si parla di Ciccio Ingrassia, non si può non parlare di Franco Franchi. Insieme hanno formato uno duo comico – Franco e Ciccio – entrato nella storia della cinematografia italiana.
Litigava spesso col suo collega
Nonostante abbiano lavorato insieme per tantissimi anni, il rapporto tra Ciccio Ingrassia e Franco Franchi non fu sempre semplice. I due litigavano spesso, e uno di questi scontri avvenne in diretta durante una trasmissione condotta da Raffaella Carrà. Ingrassia accusava il suo collega di megalomania, mentre quest’ultima gli rimproverava una certa arroganza. Il momento di maggior crisi fra i due si ebbe tra la fine degli anni sessanta e l’inizio degli anni settanta.
È stato un potente stregone
Nel 1975, Ciccio Ingrassia ha interpretato l’Esorciccio nell’omonimo film che lui stesso ha diretto. Come si evince dal titolo, il film è la parodia del celebre horror L’esorcista.
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tradizioni-barcellona · 3 years ago
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MARTEDI 14 DICEMBRE 2021 - ♦️ SAN GIOVANNI DELLA CROCE ♦️ Giovanni della Croce, al secolo Juan de Yepes Álvarez (in spagnolo: Juan de la Cruz; Fontiveros, 24 giugno 1542 – Úbeda, 14 dicembre 1591), è stato un presbitero e santo spagnolo, confondatore dell'Ordine dei Carmelitani Scalzi. I suoi scritti furono pubblicati per la prima volta nel 1618. Fu beatificato nel 1675 da Clemente X, proclamato santo da Benedetto XIII nel 1726 e dichiarato dottore della Chiesa da Pio XI nel 1926. La sua memoria liturgica è celebrata il 14 dicembre o il 24 novembre. La Chiesa cattolica lo ha definito doctor mysticus ("dottore mistico, maestro della mistica"), mentre la Chiesa anglicana lo venera come un "maestro della fede" Nacque a Fontiveros vicino ad Avila, un borgo della Vecchia Castiglia spagnola, nel 1542. Il padre Gonzalo de Yepes, nobile toledano, fu cacciato di casa e diseredato per aver sposato una povera tessitrice di seta, Catalina Álvarez. Orfano di padre già in tenera età, si trovò a doversi spostare di città in città con la laboriosa e attiva madre per il loro sostentamento economico, dovendo quindi studiare e lavorare in luoghi sempre diversi. Egli manifestò fin da piccolo inclinazione alla carità verso i poveri e ancora di più verso la preghiera contemplativa. Nel periodo tra il 1551 e il 1559 ebbe una formazione culturale ed artigiana nel "Colegio de los doctrinos" di Medina del Campo (oggi nella provincia di Valladolid), dove si era trasferito con la madre. Successivamente fu falegname, sarto, pittore e intagliatore; quindi accolito della Chiesa della Maddalena, commesso e aiutante infermiere nell'Ospedale della Concezione. Nel 1563 entrò nell'Ordine Carmelitano chiedendo di vivere senza attenuazioni la rigida e antica regola carmelitana non più attuata. Tra il 1564 e il 1568 completò gli studi teologici e filosofici all'Università di Salamanca. Nel 1567 fu ordinato sacerdote e tra settembre e ottobre dello stesso anno incontrò Teresa d'Avila che, anch'essa carmelitana, stava attuando una riforma del Carmelo con l'autorizzazione del Priore Generale dell'Ordine, padre Rossi. Conquistato dalle sue idee riformatrici ne appoggiò in pieno il progetto... (presso Tradizioni Barcellona Pozzo di Gotto - Sicilia) https://www.instagram.com/p/CXdaS8pMM-K/?utm_medium=tumblr
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dindonduke · 4 years ago
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