#innominabili
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Non lo dici a nessuno perché ci sono cose di cui proprio non si può parlare ad alta voce persone che, se solo le nomini, le labbra un po' tremano e la voce si spezza e hai solo voglia di piangere per un secolo fino a che non finisci le lacrime fino a che non ti prosciughi non puoi dirlo ad alta voce, altrimenti tutto il tuo mondo crollerebbe di te non rimarrebbe niente, più niente cosa c'entra il coraggio, in questo? Ci sono dolori così grandi da essere innominabili così li nascondi negli occhi e nessuno può vederli nessuno può sentirli eppure esistono, e pesano tantissimo eppure te li porti dentro per sempre e non dimentichi quanto ti hanno cambiato nemmeno per un giorno, nemmeno per un attimo.
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DOLCI VARI E PIGNOLATA MESSINESE
Non è l’ eccesso d’amore che porta Romeo a uccidersi sul corpo della dormiente Giulietta ? Non è l’eccesso d’amore che spinge il Moro di Venezia a uccidere Desdemona rea di aver tradito il suo stesso amore. Gli eccessi non sono mai visti come situazioni o eventi positivi. Essere golosi è un male perché l’eccesso di cibo o dolci porta a disfunzioni nel nostro organismo. Lo stesso vale anche per il sesso perchè l’eccesso di sesso può porta a decadimento fisico o morale esponendoci ai rischi di malattie innominabili . Non a caso, l’eccesso è visto come il sintomo evidente di un malessere interno, che non si riesce a comunicare e che per questo ci fa scivolare nella solitudine. L’eccesso quindi è sempre riprovevole anche se, a ben notare, la golosità o il sesso, o l’amore danno piaceri equivalenti in quanto portano tutti e tre al piacere fisico, prima ancora che emotivo o esistenziale. Pensavo questo quando mia moglie si è mangiata tutto il vassoio di Pignolata Messinese appena comprata perché, come dicevo, la golosità è un eccesso molto simile al sesso e se ci si butta su uno dei due eccessi, è perché forse manca l’altro o non è abbastanza soddisfacente. Che mia moglie volesse dirmi qualcosa? Non lo so. Nel dubbio ho comprato un altro chilo di pignolata e l’ho messa sul mio comodino del letto, se la vorrà dovrà passare sul mio corpo e allora vedremo se vorrà soddisfare l’eccesso carnale lasciando la pignolata al suo posto o viceversa. Non si sa mai di quale eccesso siamo spinti a saziare, ma l’importante è essere pronti a soddisfarlo perché senza quell’eccesso d’amore che Romeo e Giulietta hanno mortalmente soddisfatto, sarebbero solo una delle solite coppiette di illusi e banali adolescenti.
Isn't it the excess of love that leads Romeo to kill himself on the body of the sleeping Juliet? It is not the excess of love that pushes the Moor of Venice to kill Desdemona, guilty of having betrayed his own love for her. Excesses are never seen as positive situations or events. Being greedy is bad because excess food or sweets leads to dysfunctions in our body. The same also applies to sex because excess sex can lead to physical or moral decay, exposing us to the risks of unmentionable diseases. It is no coincidence that excess is seen as the obvious symptom of an internal malaise, which cannot be communicated and which therefore makes us slip into loneliness. Excess is therefore always reprehensible even if, if you carefully note, gluttony or sex or love give equivalent pleasures as all three lead to physical pleasure, even before emotional or existential pleasure. I was thinking this when my wife ate the entire tray of Pignolata Messinese she had just bought because, as I was saying, gluttony is an excess very similar to sex and if you indulge in one of the two excesses, it is because perhaps the other is missing or not It's quite satisfying. Did my wife want to tell me something? I do not know. When in doubt, I bought another kilo of pignolata and put it on my bedside table. If she wants it, she will have to pass it over my body and then we'll see if she wants to satisfy her carnal excess by leaving the pignolata in her place or vice versa. We never know what excess we are driven to satiate, but the important thing is to be ready to satisfy it because without that excess of love that Romeo and Juliet mortally satisfied, they would be just one of the usual couples of deluded and banal teenagers
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Nella mia stupidissima generazione, giusto ribadirlo sempre, c’è ancora chi cataloga come sfigati, colui o colei che non pubblicano foto sui propri social.
Ma pensa te, forse a differenza vostra si stanno vivendo questa misera che a volte da delle innominabili gioie, e non perdono tempo a farsi notare, vivono il momento.
#le migliori frasi#frasi#citazioni#frasi tumblr#frasi italiane#frasi musica#pensieri#riflessioni#domande
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Vorrei conoscere da vicino una di queste ragazze che vedo correre sul lungarno, i capelli raccolti in una coda, il viso accaldato dallo sforzo, leggere come i loro piedi che toccano terra. Mi sembrano tutte così nuove, una ventata d'aria profumata, come quella che si lasciano dietro, quella dei vestiti appena lavati, che aspettavano solo una mattinata di sole per essere indossati e portati a correre.
Non che nutra desideri innominabili nei loro confronti - anche se sono tutte così belle, e sarei scusato - ma le ammiro per quello che penso guardandole, o per quello che mi ricordano, o per quello che immagino. Ammiro la bellezza della loro giovinezza, quel periodo delle vita in cui sembra di essere sulla soglia di un mondo nuovo, e tutto sembra un giardino pieno di frutti maturi e succosi, dove basta allungare la mano e prendere quello che si vuole. Ammiro tutto questo perché lo rimpiango. Perché, quando è venuto il mio turno, non ho fatto le cose giuste, detto quello che andava detto. Se potessi tornare indietro farei le cose in modo diverso. O, almeno, questo è quello che si dice quasi sempre. In quanto a me, di cose che vorrei cambiare di quegli anni ce n'è davvero solo una. Un paio, magari, se proprio devo allungare la lista, ma per il resto non penso che avrei potuto fare molto di più, dato quanto ero stupido, e quanto poco sapevo, allora. Magari preferisco la calma della maturità - e a farmi fare questa scelta basterebbe anche solo che adesso sto scrivendo più di allora, quando in teoria avrei avuto più di cui scrivere - ma non posso non rimpiangere i vent'anni, l'età più poetica, più crudele, quella in cui siamo stati più belli, più folli, più artisti, più amanti, più di tutto quello che vale la pena essere.
E quindi immagino che quelle ninfe che corrono vivano ancora pienamente la loro giovinezza. Me le immagino a districarsi ancora fra i corsi dell'università, a studiare in camere piene di sole, da libri profumati, sottolineati con righe nette. Le penso a bere liquidi ambrati da calici il venerdì sabato sera, a entrare e uscire da letti, a leggere libri impegnati. A spalancare finestre e riempirsi i polmoni di aria fresca, come fresca è la loro vita, in pieno rigoglio, con tutta l'incoscienza dei pieni rigogli.
Avrei voluto anch'io una ragazza così, a quei tempi che, mi accorgo con una certa vertigine, sconforto - e una punta di sollievo? - sono lontani una quantità di anni che quasi non mi bastano le dita per contare. Avrei voluto anch'io correre con loro, anch'io sorpassare veloce lenti pedoni, godermi il lungofiume in una giornata di ottobre inspiegabilmente calda. Bearmi del profumo che si portano dietro. Della loro bellezza.
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Io e le bestie al cimitero del laterino a siena profanando la tomba di [redacted] per toccare e fare cose innominabili all'orlo dei suoi vestiti
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Farò una cosa particolarmente furba: dire due cose sulle primarie del PD una manciata di ore prima che escano i risultati.
Si può ancora sperare nel PD? Per me sì. Io ad esempio speravo che queste primarie sancissero l’ennesimo scivolamento verso il centro-destra e verso l’estinzione mettendo le basi per lo sviluppo di un’alternativa a sinistra che non sia di sinistra solo per geografie parlamentari.
La candidatura di Elly Schlein ha scompigliato le carte incassando endorsement di persone che fino all’altro giorno ho sentito dire cose innominabili sul PD e che improvvisamente sembrano realmente convinte che un partito che negli ultimi dieci anni (sarò buono) ha demolito di propria mano quel poco che restava di decente dello stato sociale, asservito in maniera abbastanza spinta a logiche strettamente economiche quando non direttamente liberiste improvvisamente si sveglierà dal coma e comincerà a lavorare in direzione sostanzialmente opposta a quanto ha fatto finora su occupazione istruzione, sanità, diritto alla casa.
Oh, per le utopie ho un debole, ma anche io ho dei limiti.
Se dovessi fare un pronostico (e se lo cannerò clamorosamente non cancellerò quanto scritto, a testimonianza della mia scaltrezza politica) Bonaccini vincerà serenamente e la parentesi di Schlein sarà funzionale ad un mero accanimento terapeutico: rimandare la lentissima estinzione del PD e riportare anche solo per un attimo in orbita PD una serie di persone che avrebbero fatto tanto di meglio a investire altrove.
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In questi giorni, due distacchi, a breve spazio temporale l'uno dall'altro.
Un estate fa, per motivi professionali, ho avuto a che fare con dei militari che stavano uscendo dall'inferno del disturbo da stress posta traumatico.
uno di essi, riabilitato e rimandato al fronte, non è piu tra noi.
Mi ha scritto la moglie.
Questa estate, invece, ho passato un periodo di tempo assieme a 'reporter' di nazionalità varie.
Uno di essi, è morto a Gaza.
Sono certo che, se potessi tornare indietro, e cercassi di dissuaderli dal tornare in prima linea non mi avrebbero ascoltato.
Erano e sono uomini posseduti, divorati, completamente significati dal loro desiderio.
Nessun compromesso, nessuna resa.
Loro, davvero, come scrive Mc cormach, 'portavano il fuoco'.
E' solo col tempo che pago il prezzo di quello che, tempo fa, forse giovane, non capivo: la posizione etica dell'analista comporta dei prezzi , che sono sempre piu duri da pagare.
Dei due di cui sopra non ero certo l'analista, ma un confidente-amico.
Ma per altri il prezzo a volte è duro da ingoiare.
Sapete perchè?
Perché un analista deve sapere andare contro l'ordine sociale, per certi versi sovvertirlo , questo lo fa quando c'è da sostenere un desiderio che appare incomprensibile ai piu.
Esempi.
Il sacerdote che si innamora, e vuole lasciare la chiesa e coronare il suo amore, prima di andare da un analista, passa una pletora di luoghi comuni, istanze , amici che lo consigliano caldamente di stare al suo posto.
Un analista no. Lo sostiene nel suo desiderio, sino in fondo, sapendo che per lui si apre spesso la via dell'inferno sociale.
Ancora: l'uomo di affari che, avendo visto cose innominabili nella su azienda, sviluppa dei sensi di colpa che diventano insonnia e sintomi perché a tutti i costi vuole denunciare le malefatte viste, prima di sedersi sul lettino e spiegare quale peso abbia sul cuore, attraversa una infinta selva di persone che lo vogliono dissuadere, placare, irretire.
E quando lo fa, te lo trovi licenziato per strada, sapendo che tu hai sostenuto ed accompagnato quello che lui voleva fare.
E via dicendo
Sono enormi i prezzi che le persone pagano per dare forma ai loro desideri, e le ricadute sull'analista, che pure è un uomo che sa a quali baratri vanno incontro, non sono poi cosi' piccoli.
p.S
Sto ancora cercando di recuperare gli amici persi su fb, dopo il ko. Ogni volta che vedo qualcuno, lo ricontatto
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Vedevo il tuo sgretolarti. I passi, i visi, gli sguardi, nulla riusciva piu’ a fermare il terreno, a contenere la frana che da dietro ti mangiava le spalle, ti faceva sentire il fiato corto. Il terreno franato è quella parte di vita sulla quale hai poggiato male le gambe. Le pietre che pensavi sconnesse si sono disposte in un altro ordine. Una via capace di mostrati orizzonti che non credevi esistessero, volti amici, il cui sorriso hai preferito non vedere. Un odore di terra finalmente gradevole, una piccola frana nella parte piu’ tarda della tua vita. Una fatica arrivare sin qua, uno spreco la prima parte della vita. Ma tu non mi ascoltavi. Dovevi diventare vecchio, saggio, sedere sulla frana. Ricordo che scegliesti di scrivere. Nell’istante in cui prendesti quella decisione, avvertì la morte come costretta a prendere tempo. Tempo, quell’elemento che ti aveva fregato. Non c’era tempo sufficiente, forse non ce ne era mai stato. Il tempo, quella variabile che tutti tendiamo a trascurare. Quel domani che crediamo infinito. Se credi all’immortalità, perché mai dovresti scrivere? Scrivere era un mestiere per poveri di futuro. Non avevi messo in conto il furto del furto, la possibilità, remota, di incontrare qualcuno o qualcosa capace di ipotecarlo a tal punto da accorciarti la vita. La depressione, la camera a gas dell’aria, il cortocircuito del tempo. Tempo, tempo, tempo passato a pregare, a sussurrare. A corteggiare, a correre. Di colpo, tutto finito. In quella dimensione di sofferenza e ritiro, si chiudeva e riassumeva una vita. La tua. Riconsiderasti tutti quei momenti nei quali, seduto davanti alla testiera, avevi considerato lo scrivere come tempo perso. Lo era, si, perché il tempo ti avanzava. Ora, che il quotidiano si era rappreso in pochi istanti che si davano il cambio come a fine turno, le cose erano cambiate. Valeva la pena scrivere. I tuoi pensieri , incompleti, avrebbero potuto diventare il pezzo mancante di discorsi altrui, piu’ importanti ed articolati. La tua fine, poteva essere l’incipit di qualche racconto di chi aveva più tempo. Ma avevi smesso di ascoltarmi. La gioventu’ progressivamente inquieta e spaventa. Quel tempo che ti avanzava, diventava prezioso. Ci si ritrovò goffi, farfuglianti davanti ad una donna, rigidi ed impacciati verso il figlio che ti salta in braccio. Campare da consumati è assai peggio che ammalarsi.Amico carote lo dicevo da tempo che fuori è buio,che scendono i lupi, che saresti stata in pericolo.Se fossi stato li con te, la notte non ti avrebbe sorpreso.Te lo avevo detto di abbracciarmi. Non avresti visto quello che resta della notte.Ora è tardi, il respiro che sento poggiando le mie mani sulle tue, è un sibilo gelido, un vento di chi se e sta per andare.
Non potrò piu' scriverti nulla.
Ora che manchi, patirò freddo.
Maurizio Montanari
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Mio caro Tumblr,
Mamma mia. Tutte queste reazioni che fluttuano nell'aria della dash mi fanno sentire un po' agitato. Sono dannatamente inebrianti!
Mentre ve lo dico, sono sopraffatto dal dolce profumo del successo… Sapete, di solito non sono un ragazzo emotivo. Vengo da una lunga stirpe di Bricks e siamo orgogliosi di essere, beh, Bricks. Ma accidenti, sto quasi per piangere per la bellezza dell'arcobaleno di reazioni che vedo davanti a me. Probabilmente avrei dovuto includere un 🌈 come reazione!
Potrebbe davvero accadere? Che lancio un nuovo prodotto e che non si chiuda entro un giorno, rimandandomi subito in esilio a Clawland dove atterro sulle mie innominabili con un forte THUMP?! È qualcosa di cui posso davvero, veramente essere orgoglioso?!??
Signore e signori, non so cosa dire…
Ma so cosa VENDERE!
Prendete i vostri MERCHANDISE delle Reazioni astratte proprio qui, all'Emporium! Il mio fedele vice Roberd ha preparato una serie di [toppe/adesivi/spille] assolutamente strepitosi basati sulla serie di reazioni, dichiaratamente incompleta, di cui vi siete deliziati per tutto il giorno.
Solo per un periodo di tempo limitato, potete reagire alle cose NELLA VITA REALE! Allora, cosa state aspettando? C'è un nuovo pulsante da cliccare e dice ACQUISTA ORA!
Il vostro reattivamente,
Brick Wartley Chief Reactions Officer Chief Officer of Merchandising and Physical Engineering (in congedo)
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Praticamente mettono la loro intera vita sui social, ma se si tratta di nominare un farmaco o menzionare un costo... Eh no, quelle sono faccende private.
Ci fai caso a quanti problemi ha la gente coi soldi e la salute?
Quanto certe cose siano assolutamente innominabili?
Dall'adorabile mondo ottuso è tutto.
#denaro#schemi#soldi#convinzioni#cultura#zombie#società malata#società#svegliatevi#sistema#social#rincoglioniti#aprite gli occhi#manipolazioni#schiavi#tabù#vincoli#bugiardi#maschere#catene#discernimento#salute mentale#responsabilità#se o sé#lavoro su di sé#consapevolezza
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Innominabili processioni di fallimenti camminano esangui sul dorso della mia vita, intonano litanie tragiche e sprezzanti, odi al disimparare, nenie che invocano i demoni del Nulla.
E tra un inciampare e un cadere passo la mano sui graffi dello Sbaglio a cui ho sempre posto l'altra guancia.
Tracima ogni buon intento nel mare dello sgomento.
Azeruel
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The Watchers
Regia – Ishana Shyamalan (2024) Sembra che l’ultima settimana di questo blog (parentesi Aliens esclusa) sia dedicata a difendere film che vengono trattati maluccio. E va bene che ormai il discorso critico, soprattutto online, è polarizzato tra capolavori immortali e oscenità innominabili, mentre tutto ciò che sta nel mezzo cade nel dimenticatoio, però il cosiddetto prodotto medio esiste ancora,…
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[bozze accumulate nei mesi che come sassi porto nelle tasche]
#1 seduta su un treno con a fianco uno sconosciuto ascolto delle canzoni inedite. l’escursione termica freddo-caldo attiva prepotentemente la mia amigdala e mi riporta là: una gelida mattina di dicembre, in un angolo della stazione Centrale, singhiozzo come una bambina nascondendomi il volto nella sciarpa per camuffare un dolore che mi taglia in due. chissà come sono riuscita ad arrivare a casa con le mie gambe. quando sono arrivata nel mio appartamento, mi sono strappata i vestiti per togliermi l’odore di casa tua. quell’odore mi ha perseguitato per settimane: il sacchettino delle lettere di scarabeo, il pennello da trucco. non capisco come abbia fatto a ritrovarlo in così tante cose.
#2 so che esisti in una realtà a cui non mi affaccio. sei altro. schivo qualsiasi cosa ti riguardi, così quando inaspettatamente qualcosa mi ricorda della tua esistenza in qualche spazio di qualche tempo mi sento folgorata.
#3 voglio ricordare anche questo e smettere di fingere che non esista. oggi dopo tanto tempo ne ho parlato di nuovo a me stessa e ho pianto. parole e lacrime – nulla di più mio a questo mondo. per un momento ho temuto di essere dissociata perché mancava quel mio abituale senso di sopraffazione emotiva quando qualcosa mi tocca, ma poi l'ho visto di fronte a me, il dolore, e ho capito che potevo parlarne e sentirlo senza buttarmelo addosso.
e ho avuto compassione per me stessa, per quei due mesi ancora innominabili che forse un giorno riuscirò a nominare.
«your courage was a small coal that you kept swallowing»
#4 [quanto mi costa]
esiste un'area della mia memoria che non è a me più accessibile. quando ripenso a certi momenti, mi vedo dall'esterno, come se qualcuno me li avesse prestati e non fossero realmente miei. so per esempio di essere stata a Superga, ma non lo sento più. M., che ha studiato psicologia, dice essere probabilmente una forma di dissociazione messa in atto dal mio cervello per proteggermi. è il prezzo da pagare per sopravviverti: strapparsi la pelle che hai toccato.
«but I still call home that house in Nebraska»
quella casa che ora non è neanche più tua, che non è neanche più mia. quella casa disordinata piena di aghi per l'insulina, di padelle impilate malamente nel forno, di carta mischiata alla plastica. e ora tu in quest'altra nuova casa di cui non so nulla e in cui non ci sarà mai qualcosa di mio.
a lungo andare tutte queste immagini, tutti questi dettagli – il modo in cui sventolavi le mani dietro la schiena per fare cenno di seguirti; la tua voce che parlava alla mia voce; quelle foto di noi due in bianco e nero appese al tuo vecchio frigorifero – si confonderanno e io non saprò più dire il colore del maglione che portavi quell'ultima notte di dicembre. si accumulerà tutto, come si è sempre accumulato da undici anni a questa parte.
eppure se mi concentro, ti posso ancora vedere in quel lontano pomeriggio di agosto scendere ballando per quella discesa di montagna inconsapevole nei tuoi sedici anni di quello che io sarei stata per te e tu saresti stato per me.
«I'm still praying for that house in Nebraska»
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Modena: alla Tenda un cineforum per riflettere sulla salute mentale dal 9 novembre.
Modena: alla Tenda un cineforum per riflettere sulla salute mentale dal 9 novembre. Prende il via giovedì 9 novembre alla Tenda di Modena, con la proiezione del film "Gioventù, amore e rabbia. La solitudine del maratoneta" (Tony Richardson, 1962), la rassegna cinematografica "Follia e dintorni" a cura dell'associazione La Rosa Bianca in collaborazione con Unimore, che si concentra su tematiche legate alla salute mentale. In questo primo appuntamento presenta la pellicola e introduce il dibattito Giuseppe Caroli; l'appuntamento è alle ore 20.15, con ingresso gratuito. Il tema del cineforum, una presenza ormai consolidata nella struttura comunale di viale Monte Kosica grazie all'azione dell'associazione nata nel 2007 con l'obiettivo di far conoscere e introdurre a Modena l'Inserimento eterofamiliare supportato di adulti con disagio psichico (Iesa), è "il rispetto". I quattro film che vengono proiettati, coprendo un arco temporale di oltre mezzo secolo, analizzano infatti l'ottusità di un'istituzione verso i sentimenti di rabbia e solitudine di un adolescente marginale, l'intolleranza di una comunità chiusa verso chi non ha potere e non sa esprimersi come gli altri, la sterile e sconvolgente ricorsività dell'odio nelle drammatiche vicende di una donna all'interno di una guerra fratricida, il pregiudizio strisciante e contagioso del non oblio delle malattie innominabili (come cancro e lebbra) che colpisce i portatori di queste patologie. Dopo l'opera di debutto, la rassegna prosegue con tre proiezioni negli altri giovedì di novembre: il 16 "Il buio oltre la siepe" (Robert Mulligan, 1962), il 23 "Le ricette della signora Toku" (Naomi Kawase, 2015); il 30 "La donna che canta" (Denis Villeneuve, 2010). Approfondimenti online sul sito www.rosabiancamodena.it ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Link dei libri maledetti QUI
Cannibal Holocaust Fantaghirò
Illuminati pop Anachy Baal
La verità, per quanto dolorosa, per quanto carica di conseguenze che sconvolgono l'esistenza, è condizione indispensabile per la vita. Non si tratta della semplice verità di un nome, un origine o una filiazione. La verità afferma, è la condizione per essere se stessi". Victoria Donda
venerdì, giugno 23, 2023
Simonetti Walter, nato a Milano il 07/01/1971, è un demone implacabile della negazione, un portatore di luce, la reincarnazione dello stregone folle Il Padre della fratellanza MOCHI, appartenente suo malgrado cioè entusiasta dell’Ordine Galattico della Stella “La Cultura Fondazione”, chiamato anche “Gli Illuminati”. Ultimo dirigente del Partito dell’Anarchia, Agente della Morte Replicante rinato per Clonazione dis-umana mascotte del movimento del 77, cresciuto dai “cattivi innominabili maestri”. Nella sua infazia e adolescienza è stato IL Messia Autonomo, un khmer rosso in fuga dal mondo, un bisessuale, un monaco guerriero, un adepto di The Process Church ripreso salvato dalla gnosi contro culturale di Philip K. Dick che credeva fossi Gesù Cristo ritornato Il Santo del Assassini! Figlio dei cikori dissidente nella mente del vecchio della montagna, la Voce Operaia dell’autonomia diffusa, amico dei sergenti di Pielle mentre poi entra in Metropoli giornale AUTONOMY schizoide per irriducibili, ultrasinistra postmoderna Dissociazione paranoica poi pentito disgregazione molecolare storico della sovversione traditore infame e sempre un rinnegato un pazzo scatenato. Un agente provocatore?!
Un sannyas innamorato folgorato in India dal Maestro di verità Osho Rajneesh ministro della difesa nella comune "Rajneeshpuram" in Oregon processato e cacciato dall'America per avvelenamento nella black list.
Discendente di un popolo maledetto che arriva dall’antica Sumeria, di origini extraterrestri, gli Anunnaki. Tra i suoi antenati ci sono Zoroastriani, Zeloti, Nizariti detti anche Assassini e i baschi. Per semplificazione viene considerato un ebreo rinnegato.
Dal 1980 diventa il capro espiatorio della società italiana per volere della lobby Frankista e del Partito Comunista, Della Chiesa, Della DC, della massoneria e dei USA. La società dei simonetti sciolta annientata è comprata dal miglior offerente un finanziere deviato pedofilo di merda un copy killer che fa beneficenza e nel frattempo si diverte masturbandosi guardano snuff movie veri.
La sua vita diventa un manicomio e cielo aperto. Tutto per interesse i soldi della lobby trasformano i suoi parenti, amici,
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Sofferenze parigine- luglio
Lo sguardo mi scorre sul volto. Ne noto il pallore, ne noto le ciglia così scure e mi fisso dritta dritta negli occhi. Apro la bocca per vedermi da dentro. Noto con dispiacere una fila di incisivi leggermente ondeggianti e ingialliti. Ci passo la lingua sopra e la mia saliva sa di tabacco bruciato. Mi corre un brivido lungo la schiena.
Non riesco ancora a vedere la mia bocca come prima, a viverci insieme senza sentirmi lì. Faccio cliccare l’unghia dell’indice sull’incisivo sinistro e mi trovo dinuovo in quel letto, lo stesso cotone nella corteccia cerebrale, lo stesso tamburo nel mio petto. Sento anche il suo, così forte in quell’incavo eburneo, liscio, tiepido. Sento le sue mani che mi cingono le spalle, tracciando segmenti brevi e percorrendoli a ritroso con le dita. Quelle dita così affusolate, delicate, che per mesi ho ammirato come si ammira una statua.
Sono catapultata in quel materasso a molle affittato da un estraneo, i capelli umidi e freschi, la frangia appiccicata alla fronte e qualche ciocca cadente sulla sua spalla. E ricordo quanto mi sembrasse un’illusione, un sogno. Sento lo schiocco dolce di un bacio sulla fronte, sento le mie labbra in risposta sul suo collo. Un dito sulla spalla sinistra scorre in un piccolo cerchio continuo. Sento i suoi riccioli così definiti e soffici e familiari, e che amo così tanto, nel palmo della mano e tra le punte delle dita.
Respiro profondamente con l’orecchio sul suo petto, e sorrido esalando
“Perché ridi?”
“Scusa, stavo ascoltando il tuo cuore completamente tachicardico”
Il torace si solleva erratico, e sento il suo fiato caldo sulla cima precisa della testa mentre ride in risposta
“Senti come spingono le uniche tre valvole funzionanti?”
“Si impegnano.”
Ripete il mio nome per intero. Mi stringe dolcemente mentre io ripeto il suo e lo accarezzo a mia volta, come facevamo da ore. Sento sangue vivo e argenteo pulsarmi nelle orecchie.
Mi bacia la guancia, gli bacio il primo punto del volto che raggiungo e così ancora.
Alzo il volto e il mio sguardo, scuro, immagino quasi nero, incrocia il suo candido, luminoso, coperto quasi completamente dalle palpebre e da quella riga di ciglia bionde fitte e morbide.
E mentre ci avviciniamo non esitiamo un secondo, e d’un tratto sento le sue labbra morbide sulle mie e non ho neanche il tempo per abituarmici, che la sua lingua mi passa sui denti e scontra le gengive.
Non mi allontano, è una scena che non sono mai riuscita a immaginare, nemmeno nei miei sogni più intimi e innominabili. Soffochiamo minuti in quella situazione tanto sorprendente quanto agognata, da me, e probabilmente inconsciamente attesa, da lui. E come posso pensare alla dolcezza senza ricordare il dolore irrazionale che ne seguì? Il suo respiro affannato zuppo di quelle rarissime lacrime, a me sconosciute, la mia testa dolorane, la nausea, i singhiozzi. Ricordo il modo in cui l’ho costretto a respirare, mentre faticava a trovare pace nel suo panico, e la sua schiena mentre sussurrava un umido “scusa”, sparendo dietro la porta e entrando in soggiorno, mai interrompendo quel pianto estenuante. E io mi distruggevo, ansimavo, tremavo, sola. Mi ripetevo le frasi che aveva pronunciato e cercavo di studiare il tono della voce tremula che le aveva dettate insicura e addolorata, bilanciando il familiare dolore autosufficiente del rifiuto con il terrore da esso causato. È sconvolgente quando si riesca a ignorare il proprio bene quando si ama così ciecamente un’altra persona- soprattutto quando questo amore non è corrisposto.
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siamo alle #comichefinali con #bimbiminkia #impresentabili, #innominabili #scappatidicasa e #saltinbanchi che difendono le #poltrone
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