#indolenze
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silviadeangelis · 1 year ago
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ARITMIA DEL RESPIRO
E’ invisibile la patina sulla mediocrità dei giorni ma su strati di stagioni coniuga irriverenti sofferenze che scolpiscono stretti nodi. Indolenze e pressanti oscurità con forte vocio ammiccano sull’aritmia del respiro minando la gestualità del pensiero restio sanare pezzi di vita senza far rumore. Ma nel rumore di schiume di mare trovare il nesso che schiuda labbra in un non detto fugace quasi…
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molecoledigiorni · 1 year ago
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indolenze estive
Scivolo dolcemente in quella solitudine scelta, quella che ha una sua grazia, quella che esclude ogni presenza, anche la mia, non per indifferenza, per onestà. Quella che ti fa bene, che non ti manca nulla, che non vuoi pensare alle cose sbagliate che ti porti dentro, tanto lo sai che stanno al sicuro. Non sei capace di essere migliore, anche se ci provi da sempre, non hai mai saputo fingere qualcosa che non è. Che poi adesso hai bisogno di leggerezza e sei stanca di provare, di spiegare, di impegnarti solo tu. A volte fa bene lasciare che le cose accadano anche senza di te.
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lunamarish · 5 months ago
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C'è un'arte di ricevere in faccia le sferzate del dolore, che bisogna imparare. Lasciare che ogni singolo assalto si esaurisca; un dolore fa sempre singoli assalti – lo fa per mordere piú risoluto e concentrato.
E tu, mentre ha i denti piantati in un punto e inietta qui il suo acido, ricordati di mostrargli un altro punto e fartici mordere – solleverai il primo.
Un vero dolore è fatto di molti pensieri; ora, di pensieri se ne pensa uno solo alla volta; sappiti barcamenare tra i molti, e riposerai successivamente i settori indolenziti.
Cesare Pavese
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tiaspettoaltrove · 9 months ago
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L’unica libertà che vi concede l’amore, è quella di sottomettervi a chi ve lo dona senza limiti.
Sento dire ultimamente, sempre più di frequente, che l’amore non è possessione. In certi casi faccio d’istinto una riflessione, sul baratro verso cui via via di più stiamo scendendo. E poi rido, rido allegramente. Perché tutto ciò è una sciocchezza, e lo sappiamo tutti. L’amore tra uomo e donna è forse il culmine, l’apice del possesso. Due amanti si amano, ardono, si possiedono. Non sono due entità scindibili, ma una sola. Sono due corpi e due anime che si uniscono. E già solo per questo, quindi, è inevitabile che si possiedano. Perché devono stare insieme, come una cosa sola. Se non si possedessero, tutto si sgretolerebbe in men che non si dica. L’amore non è libertà, debbo darvi questa brutta notizia. Il vero amore infuocato, che brucia la carne, è ossessione, dipendenza, sudditanza. Forse non l’avete mai provato, forse l’avete sognato e basta o nemmeno quello. V’è questa tendenza, da troppo tempo, a voler rappresentare l’amore riferendosi in un certo modo sempre a quei due adolescenti di quattordici anni che passeggiano mano nella mano nel parco. Quello non è amore, o meglio, ne è solo una sua apparente sfaccettatura. Quello è affetto, amicizia, è un passare il tempo fuggendo dalla solitudine. Ma l’amore, no, l’amore è completamente diverso. L’amore è dolore, sofferenza, è dominio imposto o subito, nell’ambito dell’ovvio consenso che dà origine alla coppia, e che sempre deve rinnovarsi per mantenerla in piedi, quella coppia. L’amore è dentro o fuori. Senza via di mezzo, senza tentennamenti, senza ripensamenti. Per questo è così raro, per questo poi dopo un po’ finite annoiate a guardare l’ennesima serie su Netflix col vostro ragazzo. Perché non è vero amore, ma una parvenza di quel (finto, molto spesso) romanticismo che vedete nelle gif di Tumblr. E non pensiate che non vi sia spazio per la dolcezza e la tenerezza, tutt’altro. Ma ci si dedica con decisione, all’oscuro, cibandosi senza mai esserne sazi di quella che chiunque dall’esterno vedrebbe come perversione. Ma che invece, no, voi sapete bene non esserlo affatto. L’amore è un legame unico, non duplicabile, non sostituibile. È ordine, comando, esecuzione, passione. Sono i graffi sulla schiena, i lividi sul seno, i sorrisi indolenziti dal godimento del piacere più raro e più sublime. L’amore è stare al proprio posto, nell’ambito della dinamica specifica di una determinata coppia. È intercettare i bisogni inconfessabili dell’altro, ed esaudirli uno per uno. È straordinarietà, segretezza, fantasia. O meglio: è dare forma reale, alla fantasia che non si vuole rivelare a nessuno. La violenza reale non è quella del possesso, ma quella di chi si nega ciò che vuole davvero. Di chi si nasconde dietro a ciò che è socialmente accettato. Chi non è d’accordo, ma se lo tiene dentro e non lo dice. O si entra, o si sta fuori. Per quello cerco di sbarrare la porta: per impedirvi di vedere cosa c’è qui dentro. Per evitarvi di rischiare di voler restare intrappolate qui per sempre. Non siete pronte, ragazze.
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harrowscore · 3 months ago
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è da ieri sera che ho un certo dolorino tra le scapole, e stanotte è arrivato al petto. in generale mi sento i muscoli indolenziti, poi bisogna dire che ho una tosse debole ma cronica che compare soprattutto mentre dormo. non vorrei che si trattasse di qualcosa di più grave...
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solobrividiecoraggio · 5 months ago
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Ultimo allenamento della stagione fatto oggi pomeriggio al parchetto. Ho fatto qualche scatto in più, dei salti che non facevo da tempo, infatti sento già i polpacci indolenziti. Sono andato un po' più tardi del solito per evitare il sole e ho beccato un sacco di ragazzi agli attrezzi.
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danilacobain · 2 years ago
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Selvatica - 29. Al lavoro
Corinna aprì gli occhi al suono della sveglia. Avvertì la sua presenza un secondo prima di ricordare che era nel letto di Ante. La mano di lui era poggiata sul proprio ventre, una gamba accavallata sulle sue. Rimase alcuni secondi immobile, a crogiolarsi nella bellezza di quell'intimo abbraccio, poi cercò di muoversi piano per non svegliarlo.
Ante mugugnò e la strinse a sé. Farfugliò parole che Corinna non riuscì a capire, nella sua lingua. Si girò a guardarlo.
«Come dici?»
Lui aprì piano le palpebre, scoprendo le iridi azzurre che sempre la lasciavano senza fiato. «Che ore sono?»
«Le sette.»
Ante incastrò la testa nell'incavo del collo di lei. «Oggi ho la giornata libera, possiamo dormire ancora.»
«Devo andare a lavorare» rispose, accarezzandogli i capelli.
«Digli che sei malata, così possiamo stare insieme. Facciamo quello che vuoi, sono disposto anche a trascorrere tutto il giorno in qualche museo.»
Corinna sorrise e gli prese il volto tra le mani, per poterlo guardare negli occhi. «Così poi scapperesti come l'altra volta.»
Ante poggiò le labbra sulle sue. «Non sono scappato, avevo da fare. Ma se non ti va possiamo restare a letto.» Fece scivolare una mano lungo la schiena fino alle natiche, provocandole un'ondata di brividi caldi.
«Mi piacerebbe ma non posso.»
Cercò di divincolarsi ma si ritrovò schiacciata sotto il peso di Ante. «Dove vai...»
Sentì tutto il suo corpo reagire al calore di quel corpo forte e tonico, quel corpo che le aveva dato piacere durante la notte. Istintivamente allargò le gambe per fargli spazio, sentendo la sua erezione premerle addosso. Lei non era ancora sazia, Ante non era sazio.
«Devo andare, Ante.» Con tutta la forza di volontà necessaria per abbandonare le sue braccia, lo scostò e scese dal letto.
Ante sbuffò. «Corinna torna a letto, non puoi lasciarmi così...»
Con l'aria imbronciata e assonnata sembrava un cucciolo. Un cucciolo che si sarebbe trasformato presto in un maschio virile e focoso. Gli mandò un bacio con la mano e andò in bagno. Si diede uno sguardo allo specchio, i capelli erano un ammasso confuso ma il viso irradiava felicità. Ante la faceva stare bene e con lui dimenticava tutto.
Cercò di districare i nodi e poi si rilassò sotto il getto d'acqua caldo.
Ante aprì la porta del bagno e si diresse verso di lei, entrando nella doccia.
«Ante, che...»
«Faccio la doccia con te.»
La spinse contro le piastrelle, fresche sotto la pelle accaldata, piacevoli ai sensi anch'essi infuocati alla vista del corpo nudo di Ante sotto il getto dell'acqua. Gli occhi chiusi, la testa piegata all' indietro, Corinna non resistette e gli accarezzò il collo e il petto.
Ante aprì gli occhi e incurvò le labbra in un sorriso sghembo. Le spinse la mano più giù, mentre la lingua si infilava nella sua bocca, avida e voluttuosa.
«Mi farai fare tardi.»
Lui non le prestò ascolto, infilò le dita tra le gambe di lei, che chiuse gli occhi e sospirò. Ante si spinse dentro, poi fuori, e poi ancora dentro e fuori. Poi si fermò e chiuse il rubinetto dell'acqua. Corinna aprì gli occhi.
«Perché ti sei fermato?»
Ante le passò un asciugamano. «Perché sennò fai tardi. Vai a prepararti.» Le baciò la punta del naso e si avvolse un asciugamano intorno alla vita, facendole l'occhiolino prima di uscire.
***
Faceva fatica a restare concentrata, con gli occhi che si chiudevano e i continui sbadigli. Sentiva i muscoli indolenziti e ancora una leggera eccitazione addosso. Corinna stava sistemando dei pigiami di seta quando l'oggetto del suo desiderio si materializzò nel negozio. Guardò la sua figura avanzare a passo deciso verso di lei. Quanto era bello. Quasi non riusciva a credere come nel giro di qualche settimana si fosse innamorata di lui, di come la guardava e come la faceva sentire.
Ante le diede un bacio sulla guancia e le porse un sacchetto di carta bianco.
«Ti ho portato una colazione supplementare, hai bisogno di recuperare energie.»
Corinna prese il sacchetto e vi guardò dentro. C'erano due cornetti. Ante diede uno sguardo in giro, finendo poi per posare gli occhi su di lei. Nel negozio c'erano due ragazze alla cassa e Flora che le stava servendo.
«Ho appena sentito Rade e mi ha chiesto se stasera ci uniamo a loro.» Ante iniziò a guardare una serie di mutandine di pizzo esposte su un asse di metallo all'altezza delle sue spalle. «Se hai voglia possiamo andare. Altrimenti restiamo a casa mia.»
«Certo che mi va.» Ante ne prese una, un tanga. Corinna accennò un sorriso. «Che stai facendo?»
«Questo penso che ti starebbe bene...» se lo rigirò tra le dita.
Corinna divenne improvvisamente rossa. «Posalo, che stai facendo?»
Ante fece scorrere lo sguardo sulla sua figura. «Mi fai vedere il completo?»
«No» sussurrò Corinna nel pieno dell'imbarazzo. Per una parte di lei era inconcepibile sentirsi in imbarazzo dopo tutto quello che avevano fatto, ma lo era e aveva voglia di scomparire piuttosto che stare sotto lo sguardo ardente di Ante, che di sicuro la stava immaginando con quel tanga addosso.
«Sei una commessa davvero maleducata. Vado a chiedere a qualcun'altra.»
Ante si avviò con il tanga in mano. Corinna lo trattenne per un braccio. «Aspetta, dove vai?»
«Mi piacerebbe vedere tutto il completo. A te non piace?»
«Per favore, fai il serio. Sto lavorando.»
«Non mi sembra, visto che ti rifiuti di farmi vedere il reggiseno.»
Corinna si guardò intorno, quello che Ante aveva iniziato sotto la doccia l'aveva lasciata insoddisfatta e accaldata. Lui lo sapeva ed era venuto per stuzzicarla.
«Va bene, vado a prendertelo.»
Sentiva il suo sguardo addosso mentre cercava tra i reggiseni quello giusto. Nel frattempo Flora si era liberata e si stava avvicinando a loro.
«Posso aiutarla?»
Corinna si voltò un secondo per vedere Ante che sorrideva a Flora.
«Stavo cercando un completino per la mia ragazza, ma la signorina si rifiuta di mostrarmelo.»
Ma che stronzo! Questa gliel'avrebbe pagata. Corinna si avvicinò proprio mentre Flora si voltava verso di lei per riservarle un'occhiataccia.
«Sta scherzando» si affrettò a dire. «Ecco a te.»
Ante sollevò il reggiseno. «Lo puoi provare? Voglio vedere come ti sta.»
Corinna stava per strapparglielo dalle mani.
«Che taglia porta la sua ragazza?» intervenne Flora.
«La stessa della signorina.»
«Allora credo che vada bene. Nel caso, può sempre venire a cambiarlo.»
Ante trattenne un sorriso. «Va bene, allora lo prendo.»
Corinna lo guardò esterrefatta. «Sei serio, Ante?»
Lui assunse un'aria innocente «Preferisci qualcos'altro?»
«Scusate, ma vi conoscete?» si intromise Flora, in evidente stato di confusione.
Ante annuì. «È lei la mia ragazza.»
«Oh!» Flora sorrise, con le gote che assumevano un colorito rosa scuro. «Allora vi lascio da soli, scusatemi.»
Corinna cercò di riprendere il completino dalle mani di Ante ma lui fece un passo indietro.
«Guarda che non sto scherzando, questo te lo compro. Potresti indossarlo stasera.» Si sporse verso di lei per darle un bacio e cercare di cancellare l'espressione risentita che aveva Corinna. In un primo momento rimase ferma, poi poggiò le labbra su quelle di lui. «Ci vediamo dopo.»
Corinna annuì e ammirò il suo perfetto fondoschiena mentre si dirigeva alla cassa. Lo salutò con la mano quando uscì.
«Diamine, Corinna, perché non mi hai detto che era il tuo ragazzo?» Flora le porse il pacchettino con il completo intimo che le aveva appena regalato Ante.
«Non pensavo che volesse prendere seriamente qualcosa.»
«Ha buon gusto, quel completino è favoloso e ti starà benissimo.»
Corinna si rigirò il pacchettino tra le mani e sorrise tra sé. L'aveva appena definita la sua ragazza.
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voracita · 5 days ago
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Mi hai sentito uscire da te ancora ansimante, palpitante, e soprattutto ancora duro.
Dammelo, hai pregato, mentre mi accarezzavi i coglioni indolenziti.
Hai leccato e succhiato piano, come una porca a cui la lezione ancora non era bastata.
Non hai più detto nulla, avevi la bocca e la gola piena, io traducevo i tuoi sguardi in parole volgari, oscene.
Come prendessi a schiaffi il tuo culo, le tue grosse poppe, la tua passera sfatta e sgocciolante. Restavo selvatico e duro, ti dicevo porcherie, tu succhiavi forte con tutta la gola.
Hai sporcato tutto il pavimento sgocciolando dalla fica e dalla bocca. Non ti sei vergognata delle mie parole sconce e dei miei peli finiti nel tuo stomaco.
Sorridevi come una bimba felice mentre ti sei lasciata sputare in faccia dal mio cazzo la gratitudine del mio secondo orgasmo.
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ilquadernodelgiallo · 11 months ago
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...anche Miša le apprezzava, ma preferiva di gran lunga evocare tutte le forze oscure che ogni posizione celava dentro di sé, come un brulicante mondo sottomarino; o accumulare nubi e nubi di complessità  sulla scacchiera in modo che all'improvviso la folgore si abbattesse. _______________
L'aveva detto diverse volte, in passato: occorre agguantare l'avversario e trascinarlo nel fitto di una foresta dove le regole saltano - dove due più due fa cinque e per uscirne vivi esiste appena un impervio sentiero, una viuzza nascosta tra felci rovi e tronchi caduti, percorribile da un giocatore solo. Certo gli stili arditi esistevano già  da tempo, ma ad essi Miša aggiungeva una nuova sfumatura: il puro rapimento del paradosso, e la scelta deliberata della continuazione più interessante, in luogo della più efficace. Perché l'efficacia era banale, un ideale di poco conto. _______________
...rammentava il corpo della madre steso su di lui per proteggerlo, il cuore di lei battente nel fragore degli aerei, il suo respiro strozzato, il volto nell'erba del campo dov'erano fuggiti. (Quella sensazione di assoluta sicurezza in mezzo al massimo pericolo: proprio ciò che avrebbe provato anni dopo scatenando i suoi attacchi nei tornei). [...] E, in forma oscura, si manifestava in Miša una certezza che l'avrebbe accompagnato per sempre: quel gioco non era soltanto una tregua per esuli e lavoratori; era la paziente tessitura di un altrove. Un mondo nuovo, dove fucili e bastoni non costringevano gli alfieri a muoversi e la vittima era in grado di rifarsi sul carnefice. Un'altra occasione: girare il tavolo, pretendere rivincita, esattamente quanto la realtà negava. [...] Niente botte, carceri, confische di beni o minacce, e nemmeno il futuro cui altri si dedicano con tanta abnegazione, edificato cadavere su cadavere. _______________
...anche la gioia terrena ammette forme di martirio. Bevo e fumo perché rifiuto l'ascetismo dei fanatici: per la vita sono onnivoro e voglio conciliarla con la mia ossessione, ma non ho le forze di affrontarla in tutta la sua massa incalcolabile di variazioni e contromosse. Dà  alla testa persino a me, esattamente come può accadere a un fabbro o a un postino; essere un genio, in fondo, non cambia nulla. Dunque bere perdonava le colpe e smussava i difetti, rendeva più pure le risate. A torto o a ragione, un ubriaco si vendica dell'intero cosmo: potete schiacciarmi, mutilarmi, fare ciò che volete di me - ma io sono sbronzo, conosco la vanità  di ogni programma a lungo termine, e questo non me lo toglierete mai. Tanto vale giocare. Infine, l'alcool leniva il dolore incessante. Quanta sofferenza può produrre un corpo? Quanta ne può sopportare? _______________ Miša era un patito delle ore in cui le persone si svegliano di colpo da un incubo e ricapitolano senza volerlo i propri fallimenti, seppellendosi nelle lenzuola fino al mento e mormorando a fior di labbra tutti gli insulti che l'indomani non diranno al capo o al marito o al collega, gonfiandosi il cuore di amarezza e temendo oscure rappresaglie: le ore d'ambra, come le aveva chiamate una volta, pensando al colore gettato da certi lampadari, uniche pozze di luce rimaste nei ristoranti e sotto le quali, mentre fuori il buio paralizzava nei letti gli onesti cittadini, lui cercava ancora di rubare tempo al tempo: ordinando un altro giro o lanciando un applauso alla banda che sudava sui violini, fra i camerieri che spazzavano mestamente a terra e si portavano le mani ai fianchi indolenziti. Poi le sedie sui tavoli, il silenzio improvviso, tre colpi di interruttore spegnevano le lampade, e lui trascinava un collega altrove per giocare lampo. [...] Per lui il tempo assomigliava a un lago che non doveva essere attraversato lentamente, bensì prosciugato alla svelta. Se andavi abbastanza veloce, se avevi il coraggio di bruciarti nel processo, l'infelicità  non poteva raggiungerti davvero: la graduale trasformazione in un essere umano disilluso e incapace di stupore, un destino che riguardava la stragrande maggioranza del pianeta, non sarebbe avvenuta. _______________
Del resto scegliere di ardere il proprio genio è a sua volta opera geniale: soltanto i mediocri credono sia possibile incrementarlo giorno dopo giorno, o proteggerlo dagli urti. Il talento sepolto non porta frutti, e forse nemmeno il talento investito con oculatezza. Solo quanto dissipato è realmente vivo. _______________ Il passato lo sovrastava come una condanna e nessuno sapeva cosa significasse assistere da vivo, e già  da molto tempo, alla sua trasformazione in leggenda: gli anni d'oro, il declino e le rinascite, e tutte le storielle che giravano continuamente di bocca in bocca, alimentandosi a vicenda e componendo un'aneddotica non priva, temeva, di apocrifi - Il cittadino Michail Nechem'evi? Tal' ha fatto così e cosà. Non ci badava molto, ma ogni tanto aveva un sussulto di tristezza, la vecchia paura in nuove forme. Era diventato campione troppo giovane, troppo giovane era caduto; l'immagine dell'astro che brucia nel cielo notturno gli era venuta a noia, e temeva che la sua intera biografia fosse ridotta a poche istantanee: sguardi, sbronze, frasi fulminanti. Del resto, pensava, abbiamo tutti il goffo bisogno di chiuderci in una formula - il Patriarca, il Mago di Riga - perché il mistero ci atterrisce quanto il nostro destino di ignoranza: nulla sappiamo realmente degli altri, nulla sapremo mai di loro. Così Miša celava momenti da custodire ben lontano dalla fama: non le sbronze o la bottigliata in testa all'Avana ma la quiete del suo secondo matrimonio: la figlia Žanna fatta ballare sulle ginocchia una sera d'estate, mentre Gelja gli carezza dolcemente i capelli; non le scappatelle cui è incapace di resistere - le donne lo adorano, lui adora le donne, le seduce con la sua parlantina e le porta a letto e poi non sa più come comportarsi - bensì un assolato mattino di giugno a Riga, nell'appartamento di Gor'kij iela, lui e Salli nudi fra le lenzuola, il cielo ardesia ritagliato dalla finestra. Una fetta di cha?apuri con un bell'uovo giallissimo e tutto colante sopra, in un ristorante di Tbilisi dall'insegna in metallo brunito. _______________
...quando la vita si riempiva di screzi e ferite, l'allegra generosità  non era più sufficiente, e i suoi sentimenti intensi ma volatili parevano avere effetti peggiori dell'odio o dell'indifferenza _______________ Il capriccio, pensò ora con l'onestà dei febbricitanti: l'incapacità di resistere al capriccio, ecco cosa mi ha perseguitato. Ho fatto quel che volevo perché ero sicuro del perdono altrui. Amare sembrava semplice, e lui certo amava, ma prendersi devotamente cura degli altri era assai più arduo. [...] Doveva, sì: perché in alcuni di noi pulsa qualcosa che non ci appartiene fino in fondo, un bisogno terribile e che pure occorre sfamare, la cui violenza ci rende più sfuggenti e insieme - ecco il paradosso, il suo piccolo ricatto quotidiano - più desiderabili. _______________ ...forse, aveva buttato lì, la certezza di vedere qualcuno che arde davvero. Tutti pensavano di ardere, ogni singolo imbecille in quel paese di imbecilli poteva battersi il petto e dirti che ardeva per te o il Partito o il lavoro o la poesia, ma erano per lo più sciocchezze da disperati. Pochissimi ardevano come lui, con candore e noncuranza: era un uomo davanti al quale tutto il resto perde rilievo, una creatura che esercita il diritto cui ognuno segretamente aspira - vivere al di là  delle incombenze e del potere. «È molto pericoloso», aveva concluso. «Hai qualcosa di pericoloso» _______________ Se vivi come si deve, crepi come si deve: bell'affare. Perché non provare qualcosa di diverso? _______________ Perché con i pezzi Miša offriva sull'altare le stolide certezze che ognuno possiede fin da quando impara il gioco: una torre vale più di un cavallo e un cavallo più di due pedoni: questa ragioneria da mercante non significava nulla per lui, che immolava materia in cambio di tempo, velocità, mobilità; oro in cambio di fiamme. [...] «Una mossa sbagliata e crolla tutto», dicevano di certe combinazioni perfettamente calcolate: ma nel suo stile le mosse sbagliate trovavano in qualche modo cittadinanza: perché riteneva che errore e correttezza non fossero concetti opposti bensì fusi e lavorati insieme nella fragile lega del rischio. Anche vincere era in fondo meno importante di esporsi per cercare bellezza; era una conferma del suo scopo primario: forzare i limiti della probabilità, battere a colpi di maglio un cateto fino a renderlo più lungo dell'ipotenusa. Voleva che la gente ripercorresse le sue partite borbottando: Ma come diavolo...? Voleva che le sue creazioni fossero narrabili solo con il lessico dell'incanto o del sortilegio; voleva la magia. ________________ Questo miraggio delle partite o delle vite senza sbagli: no, Miša si teneva volentieri il fallimento. Si teneva la vulnerabilità e lo scompiglio. Tanto valeva ubriacarsi o combinare pasticci, ma rispettare sempre la dignità del singolo essere umano: gentilezza e generosità erano migliori di una rettitudine che, nel nome di se stessa, non esitava a calpestare gli altri. _______________ Il fato. In Occidente affibbiavano a quella parola significati astratti e poetici, citando Eschilo o Shakespeare, ma senza mai capirla davvero, come un bimbo che si pavoneggia con un'espressione troppo complessa. In Unione Sovietica il fato era cosa di tutti i giorni. Una porta che si apre di colpo e da cui entrano persone incaricate di distruggerti o, con l'avvento di un potere meno atroce, ridurti al completo silenzio. Non occorrevano opere d'arte per capire quanto ogni essere umano dipendesse da forze più vaste e incontrollabili. Allora il vero modo di sfuggire al sistema, pensava Miša, non è combattere né fuggire. È tentare di fregarsene. [...] Devi solo garantire a te stesso un luogo al riparo dall'arbitrio, dalle idee che gli altri hanno di te, dalla trama che vincola e strozza la società  intera: un millimetro dove nessuno può scrutare.
Giorgio Fontana, Il mago di Riga
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anitaquellastrana · 11 months ago
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(S)carpe diem.
ho imparato a buttare le scarpe
quando non mi stanno più
quando sono troppo usurate per sostenere il mio passo
ho imparato a cambiare modello,
quando costringe i miei piedi e limita il mio viaggio.
non indosso più quelle scarpe da pallavolo,
quelle punte da danza
o le scarpe da atletica
non le conservo più
quelle all star che ho provato a incollare fin troppe volte
non indosso più quei tacchi
che una volta tolti mi lasciano i piedi indolenziti.
cammino scalza, anche immersa nel buio
e lascio che il freddo pavimento
accolga i miei passi verso la cucina
dove puntualmente scordo qualcosa
e allora ballo
a discapito di tutti gli spigoli della stanza
come se mi osservasse Degas
e fossi l’ultimo spazio bianco sulla tela
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elaisword · 1 year ago
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Ho un immenso sacco di farina:
Potrei dar da mangiare a tutto il mondo,
Ma pesa troppo sulle mie spalle
Ed è una responsabilità troppo grande.
Vorrei che lo vedessi perché qualcuno sia testimone della mia sofferenza.
Così che quando fra un mese,
Poggiato il sacco a terra in un momento di tregua,
dirò "che grande attrice!
Ho convinto tutti di un dolore
Che non ho mai provato"
Tu possa raccontarmi con dolcezza
di quei miei muscoli indolenziti.
Se poi mi chiedessi di prenderne metà,
non saprei dove versare il contenuto per dartelo
Ti sfuggirebbe fra le dita ed andrebbe persa - che spreco, noi non vogliamo che accada:
Quanta fatica per nulla.
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kitkatkatastroph · 1 year ago
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Ich kenne dich kaum, ich kann mich nicht in dich verlieben - so glaube ich, mein kleines Herz zu schützen. Es ist abzuwarten, ob ich das schaffe. Oder ob ich daran zerbrechen werde, wieder und wieder einer Liebelei hinterherzulaufen, die nie mehr war als ein auf einmal gekeimter und seitdem langsam immer größer gewachsener Gedanke. Du bist nicht mehr als eine Fantasie, das weiß ich doch, aber wahrhaben will ich es nicht. Melancholie schmeckt schlichtweg spannender als Indolenz.
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wordsmusicandstories · 1 year ago
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Le  donne  del  mio  Vate  –  ☾LV☽ 🖋️
Cap. 8 –LUISA e MARIO (14) Quanto a Mario, l’altro figlio che era accorso in seguito alla caduta dalla finestra, il padre gli aveva sempre perdonato errori, fragilità e indolenze, anche se ne era stato profondamente deluso.Mario è il suo primogenito, concepito nel boschetto durante l’incontro poi celebrato nel poema “Peccato di Maggio”, dettagliata descrizione di quell’amplesso consumato tra gli…
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aisecircle · 2 years ago
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Una guida all'uso del CBD per dolori muscolari e recupero
Il CBD è diventato sempre più popolare per fornire sollievo muscolare naturale e aiutare il recupero dell'esercizio. Legandosi ai recettori CB2 nei tessuti muscolari, il CBD riduce l'infiammazione che causa dolore e disagio. Può anche interagire con il sistema endocannabinoide del corpo per aiutare a regolare il dolore e favorire il rilassamento. Ciò consente al CBD di fornire ai muscoli indolenziti una varietà di benefici come la riduzione dell'infiammazione e del dolore, il miglioramento degli spasmi muscolari e dei crampi e, potenzialmente, l'accelerazione del recupero da strappi e strappi. L'utilizzo di prodotti CBD di alta qualità nella giusta forma, dosaggio e rapporto tra CBD e THC può massimizzare questi benefici evitando rischi. Questa guida discuterà di come funziona il CBD per il sollievo muscolare, i principali benefici per i muscoli doloranti e danneggiati, i diversi tipi di CBD per supportare il recupero, il corretto dosaggio e importanti considerazioni sulla sicurezza. Sfruttare il potere curativo del CBD attraverso la conoscenza e la corretta selezione dei prodotti può trasformare il modo in cui tratti e gestisci i dolori muscolari e le tensioni dovute all'esercizio fisico e all'usura quotidiana.
Cos'è esattamente il CBD?
CBD sta per cannabidiolo, un composto che si trova naturalmente nella pianta di cannabis. Il CBD è un cannabinoide non inebriante che offre una vasta gamma di potenziali benefici per la salute con effetti psicoattivi minimi o nulli. A differenza del THC (tetraidrocannabinolo), un altro composto della cannabis responsabile della sensazione di "sballo", il CBD non attiva i recettori cannabinoidi del cervello allo stesso modo e non è psicoattivo. Il CBD funziona interagendo con il sistema endocannabinoide del corpo per produrre i suoi effetti. Si lega ai recettori dei cannabinoidi in tutto il corpo, in particolare ai recettori CB1 e CB2 che regolano funzioni come dolore, infiammazione, rilassamento, umore e sonno. Se consumato in prodotti come l'olio di CBD, il CBD attiva questi recettori per alleviare potenzialmente infiammazione, dolore, ansia e spasmi muscolari. Per il sollievo muscolare, l'olio di CBD venduto a Negozio di CBD in Italia tipicamente contiene alte concentrazioni di CBD per massimizzare i suoi effetti sui recettori CB2 muscolari e sul sistema endocannabinoide. Tuttavia, la qualità del prodotto, l'approvvigionamento e il rapporto tra CBD e THC influiscono tutti sull'efficacia del CBD per il dolore e l'indolenzimento muscolare. Gli oli di CBD a spettro completo che contengono tracce di THC possono essere leggermente più efficaci a causa di un "effetto entourage" tra i composti.
Come funziona il CBD per il sollievo muscolare
Ecco una ripartizione di come funziona il CBD per il sollievo muscolare:
Il CBD riduce l'infiammazione muscolare - Il CBD ha potenti proprietà antinfiammatorie che agiscono sull'infiammazione muscolare:
• Inibizione delle citochine e degli enzimi infiammatori • Diminuzione dell'attività delle cellule immunitarie • Riduzione dell'espressione dei geni infiammatori
Il CBD interagisce con i recettori CB2 muscolari - Quando viene consumato, il CBD si lega ai recettori CB2 situati nei tessuti muscolari. Questo aiuta:
• Allevia l'infiammazione e il dolore muscolare • Allevia i crampi e gli spasmi muscolari • Velocizza il recupero dai danni muscolari
Il CBD regola il sistema endocannabinoide - Attivando il sistema endocannabinoide del corpo, il CBD aiuta:
• Migliora l'attività dell'anandamide (un neurotrasmettitore che riduce il dolore e aumenta il rilassamento) • Regolare i segnali di dolore inviati al cervello • Promuovere il rilascio di acido gamma aminobutirrico (GABA) per rilassare i muscoli iperattivi
Benefici per i muscoli doloranti e il recupero degli esercizi
Ecco i principali benefici del CBD per i dolori muscolari e il recupero dall'esercizio:
Riduce l'infiammazione e il dolore
Il CBD riduce l'infiammazione e il dolore muscolare grazie alle sue potenti proprietà antinfiammatorie e all'azione diretta sui recettori CB2 nei tessuti muscolari. Quando viene consumato, il CBD si lega ai recettori CB2 che richiedono una diminuzione dell'infiammazione all'interno dei muscoli. Inibisce gli enzimi infiammatori e le citochine che causano dolore muscolare e indolenzimento dopo allenamenti o infortuni. Gli studi hanno scoperto che il CBD ha ridotto i livelli di biomarcatori per l'infiammazione come TNF-alfa e IL-1 beta nei muscoli di soggetti animali. Rapporti aneddotici suggeriscono anche che il CBD può aiutare ad alleviare il dolore muscolare negli esseri umani dopo un intenso esercizio fisico. Tuttavia, sono necessari rigorosi studi clinici sugli esseri umani per determinare l'efficacia, il dosaggio ottimale e la sicurezza del CBD per l'infiammazione e il dolore muscolare.
Migliora spasmi muscolari e crampi
Il CBD riduce l'infiammazione e il dolore muscolare grazie alle sue potenti proprietà antinfiammatorie e all'interazione con i recettori CB2 nei tessuti muscolari. Quando viene consumato, il CBD si lega ai recettori CB2 che riducono l'infiammazione muscolare. Inibisce gli enzimi e le citochine che causano infiammazione, dolore e indolenzimento dopo allenamenti o infortuni. I primi studi sugli animali mostrano che il CBD riduce i marcatori infiammatori nei muscoli. Segnalazione degli utenti CBD per problemi di salute come la tensione muscolare aiuta ad alleviare il dolore dopo l'esercizio, ma i rigorosi test sull'uomo sono ancora limitati. Il dosaggio, l'efficacia e la sicurezza del CBD specifico per il dolore muscolare e l'infiammazione richiedono ulteriori ricerche. Sono necessari studi con campioni di dimensioni maggiori per determinare le concentrazioni ottimali di CBD e i rapporti tra CBD e THC più efficaci per il recupero muscolare.
Accelera il recupero da tensioni e lacrime
Il CBD mostra il potenziale per promuovere la guarigione e accelerare il recupero dai muscoli danneggiati. Le sue proprietà antinfiammatorie possono aiutare a ridurre il gonfiore che limita la mobilità e la fisioterapia a seguito di sforzi. La capacità del CBD di stimolare la produzione di collagene potrebbe aiutare a riparare piccole lacerazioni nei tessuti connettivi che legano i muscoli. Il CBD potrebbe anche alleviare il dolore e l'infiammazione legati al recupero più lento dopo gli sforzi. Tuttavia, la ricerca sul CBD specifico per il recupero muscolare è ancora molto limitata. Sono necessari studi di alta qualità per determinare in che modo il CBD influenza la guarigione di diverse lesioni muscolari, i dosaggi ottimali per favorire il recupero e i potenziali rischi dell'uso a lungo termine del CBD per gli stiramenti muscolari.
Conclusione
Il CBD mostra incredibili potenziali benefici per il trattamento del dolore muscolare, il miglioramento di spasmi e crampi e il recupero da strappi e strappi grazie alle sue proprietà antinfiammatorie e rilassanti per i muscoli. Interagendo con i recettori CB2 nei tessuti muscolari e regolando il sistema endocannabinoide, il CBD può ridurre l'infiammazione, alleviare il dolore muscolare e promuovere la guarigione dopo un intenso esercizio fisico o lesioni. Tuttavia, sono ancora necessarie ricerche di qualità superiore per confermare il dosaggio ottimale di CBD per diversi problemi muscolari, i rapporti ideali tra CBD e THC e i potenziali effetti collaterali dell'uso a lungo termine. Lavorare con prodotti CBD di qualità e monitorare attentamente l'efficacia può massimizzare i premi mitigando i rischi. Sebbene siano giustificati ulteriori studi, le prove iniziali indicano che il CBD potrebbe rivoluzionare il recupero degli esercizi e la cura dei muscoli riducendo naturalmente l'infiammazione, rilassando i muscoli oberati di lavoro e promuovendo la guarigione attraverso il sistema endocannabinoide. Ma con qualsiasi trattamento alternativo, procedere metodicamente con conoscenza, prodotti efficaci e supervisione medica determinerà quanto il CBD rilascerà completamente la sua promessa per i muscoli doloranti e le prestazioni sportive.
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molecoledigiorni · 2 years ago
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indolenze estive
Scivolo dolcemente in quella solitudine scelta, quella che ha una sua grazia, quella che esclude ogni presenza, anche la mia, non per indifferenza, per onestà. Quella che ti fa bene, che non ti manca nulla, che non vuoi pensare alle cose sbagliate che ti porti dentro, tanto lo sai che stanno al sicuro, non sei capace di essere migliore, anche se ci provi da sempre, non hai mai saputo fingere qualcosa che non è. Che poi adesso hai bisogno di leggerezza e sei stanca di provare, di spiegare, di impegnarti solo tu. A volte fa bene lasciare che le cose accadano anche senza di te. Almeno quando fa troppo caldo.
©b.b.s
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danilacobain · 2 years ago
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Selvatica - 20. Desiderio
Ante gettò le chiavi nel cestino all'ingresso e accese la luce. La cucina era ancora in disordine, sul tavolo i piatti sporchi con i rimasugli di cibo e le sedie scostate proprio come nel momento in cui aveva preso Corina in braccio e l'aveva fatta sedere sul tavolo. E l'avrebbe scopata lì se lei non lo avesse fermato.
Sulle labbra aveva ancora il suo sapore, nelle narici ancora il suo odore e tra le gambe un'erezione da paura. Lo aveva portato completamente al limite. Non era sicuro che si sarebbe fermato ancora se non avesse chiamato sua sorella. Era stato costretto a rispondere perché altrimenti avrebbe continuato a chiamarlo, lo sapeva. Non l'aveva avvisata che quella sera aveva ospiti, non le aveva ancora raccontato Corinna.
Anche lei non sembrava volersi fermare, anche in lei il desiderio aveva preso il sopravvento. Gli piaceva quella chimica e gli piaceva lei. Che discorso gli aveva fatto sull'essere una ragazza indipendente? Ante sorrise. Ma come le era saltato in mente di pensare che provava compassione per lei? Era dispiaciuto che suo padre fosse morto in quel modo ma non pensava che fosse una ragazza fragile. Era proprio quel lato del suo carattere che lo intrigava. Si era tenuto a distanza per evitare di saltarle addosso come un animale e lei aveva pensato che non provasse attrazione.
Gettò i piatti nel lavandino e sparecchiò il tavolo. Non sapeva quanto a lungo avrebbe resistito con lei. Se non avesse risposto a quel cazzo di telefono in quel momento non sarebbe stato sul punto di impazzire per il desiderio.
Si sfilò le scarpe, i pantaloni, la maglia. Il letto era fresco e lui sentiva tutti i muscoli indolenziti per la partita. Infilò la mano nelle mutande, stringendo il pene turgido. Emise un flebile gemito. Non doveva nemmeno chiudere gli occhi per immaginarla lì, a cavalcioni su di lui, la sua manina delicata a fare quello che stava facendo lui in quel momento. La mano si muoveva rapida mentre Ante pensava a lei che lo accoglieva dentro, a lei che lo guardava con gli occhi pieni di desiderio come aveva fatto prima sul divano. Se fosse stata lì con lui in quel momento l'avrebbe penetrata fino in fondo, si sarebbe beato dei suoi gemiti e del suo sesso caldo stretto attorno al proprio. Il culmine del piacere arrivò troppo rapido e gli annebbiò la mente per diversi secondi.
Rimase disteso fino a quando non sentì il cuore rallentare, poi andò in bagno e si infilò sotto la doccia.
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