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"I Re Magi" di Gabriele D'Annunzio: una rilettura simbolica del dono natalizio. Recensione di Alessandria today
Un racconto che esplora il significato profondo dei doni dei Magi al Bambino Gesù.
Un racconto che esplora il significato profondo dei doni dei Magi al Bambino Gesù. “I Re Magi” è un breve racconto scritto da Gabriele D’Annunzio, in cui l’autore offre una personale interpretazione dell’episodio evangelico dei Magi, enfatizzando il valore simbolico dei doni offerti al Bambino Gesù. Trama del racconto Nel racconto, i tre Re Magi giungono alla capanna di Betlemme per rendere…
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Ogni volta che c'e' un' alluvione, si fa la conta dei danni, 10-100-1000 milioni.. Case, cose, vestiti, scarpe, mobili, elettrodomestici, automobili, moto e biciclette... Quasi nessuno pensa ad altri danni. Quelli che non puoi vedere, non puoi toccare, quelli immateriali, quelli che fanno piegare le gambe mettendo tantissime persone veramente in ginocchio, come successo al sig. Enzo Pierini, di Bologna. Gia'.. per tanti sono solo oggetti ma per alcuni e' come sbattere la testa e perdere la memoria di botto. L'acqua che s'infiltra, il fango infame che seppellisce. Tu guardi e perdi le forze, in un attimo, invecchi. La sensazione di essere nato poco prima, nato gia' vecchio perche' hai perso tutti i tuoi ricordi, perche' ti ritrovi solo senza le "tue note", quelle note conservate anno dopo anno, perla dopo perla.. che tragedia perdere le note. Come stare dentro un corpo senza piu' il cuore..
@ilpianistasultetto
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Per Natale ho un elenco infinito di cose che vorrei ricevere
Materiali: un letto nuovo, un cuscino per la cervicale, libri e libri ed ancora libri, dei pantaloni e delle maglie per l'inverno, weekend a Roma per musei e siti archeologici.
Immateriali: vivere lo stereotipo natalizio ovvero doni sotto l'albero, abiti a tema, casa tutta addobbata e piena di persone con cui ho un vero legame, buon cibo. Poter rivedere il mio ex e riprovarci perché mi manca.
Invece per me il 25 dicembre è solo mercoledì. Non ho nessuna persona con cui condividere le festività, non ho né fatto l'albero né il presepe (non li ho nemmeno)
❤️
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Greatest Hits
L'altro giorno ho scritto un post dove chiedevo chi conoscesse il film di Chantal Akerman Jeanne Dielman, 23 quai du Commerce, 1080 Bruxelles. L'ho chiesto perchè ho scoperto che il periodicamente decennale numero speciale di Sight And Sound, prestigiosissima rivista cinematografica inglese, sui film più belli di sempre nel 2022 lo ha definito il più miglior film di tutti i tempi. Qui c'è la classifica e qui la scheda del primo posto che ne spiega i motivi.
Ho scoperto anche che, introvabile, verrà messo in onda per i festeggiamenti del 35.mo anniversario di Fuori Orario. Cose (Mai) Viste, leggendaria trasmissione di RaiTre, che per decenni (dal 1988) ha regalato ai suoi notturni spettatori perle clamorose di cinema, documentari, musica e altro (date un occhio a RaiPlay per recuperare qualcosa).
Ringrazio @jacobyouarelost che nel suo intervento al primo mio post ha spiegato che, pur nella grandezza artistica del lavoro, il film di Akerman è lì per lo stesso motivo, questo lo aggiungo io, che nella classifica dei 500 Migliori brani del Secolo di Rolling Stone (aggiornata più volte negli ultimi anni, e questo già è un segnale) ha posizionato Respect di Aretha Franklin al Primo Posto, scalzando Like A Rolling Stone di Bob Dylan che ha capeggiato la classifica di tutte le passate liste.
@nanavitsaviee invece, dopo che le avevo chiesto del film in quanto brillante studentessa del settore cinematografico, mi ha fatto un'osservazione interessante, che è centrale: quanto conta, nel fare o non fare queste classifiche, il fatto che il cinema, forse più di musica e editoria, è un'industria potente? Mi ha fatto un esempio illuminante: al Festival ormai ci vanno i TikToker e non i critici, perchè serve altro che la critica, serve parlare e fare tendenza.
A tal proposito, cito un articolo che Mattia Carzaniga scrisse proprio dopo la notizia in questione sul film di Akerman: "la questione sollevata dalla classifica di Sight and Sound mi pare un’altra: il cinema, oggi, ha smesso di essere un’arte popolare. O meglio: si tende a premiare sempre e solo il merito artistico di un mezzo che certamente come arte non era nato" e cita un documentario, Sr. , che racconta la storia di Robert Downey Senior, padre del Junior attore tra i più famosi del mondo. È il ritratto di un autore, il padre, che non si è mai piegato al volere degli Studios e l’attore\figlio ex ribelle diventato il divo più pagato al mondo grazie ai colossi Marvel. Scrive Carzaniga: È un film umanamente magnifico, ma anche la definitiva ammissione di sconfitta del cinema come arte (scusate ancora) davvero popolare. Forse non lo è stata mai. Forse il cinema è sempre stato una vasta prateria con dentro tutto, troppo, fatta per feticisti che non saranno mai d’accordo gli uni con gli altri.
L'esigenza di classificare è il tentativo di dare ordine alla vastità delle cose. E soprattutto per trovare un modo di nominarle. L'uomo ha tentato, per i più vari motivi, di classificare e definire ogni cosa, per gestirla ed organizzarla. Esiste probabilmente una classificazione per ogni cosa materiale dell'umanità, e spesso anche per cose immateriali. Penso alla qualità della vita, alla povertà, alla soddisfazione. Ma come per la qualità del cinema o delle canzoni, o dei libri (ultimo caso, tutte le discussioni sulla scelta del New York Times di nominare L'amica geniale di Elena Ferrante il più bel romanzo degli ultimi 20 anni), più l'argomento è immateriale, e soggetto al gusto, più diviene discutibile.
E vogliamo parlare del rapporto emozionale privato che abbiamo con queste cose, che siano film, dischi o libri? Di tutte i sentimenti, i luoghi, le esperienze private che un titolo, famoso o meno, ci regala perchè visto con, o in un posto speciale, o in un giorno indimenticabile?
Questo discorso porta in posti davvero profondi, e fondamentali in un certo senso. Chiunque ha voglia di esprimersi a riguardo è il benvenuto!
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Tra senso di riconoscimento e senso di superiorità: gli intellettuali di sinistra, frustrati dal dissenso, alimentano l'ostilità verso le idee divergenti, per distaccarsi moralmente ed elevarsi sopra gli altri. Un po’ come ovunque, anche in Italia una parte considerevole dei cosiddetti intellettuali di sinistra (giornalisti, professori, ingegneri tristi, sedicenti artisti ecc…) appare pervasa dal desiderio incontenibile di riconoscimento, tipico di molti che vivano di prodotti immateriali e di tutti gli insicuri profondi, e condito da un vezzo che un tempo era diffuso soltanto nella aristocrazia provincial arcadica più chiusa e decrepita: il fastidio estetico nei confronti della realtà che li circonda e il conseguente senso di superiorità estetica e morale.
elaborazione da bell'incipt di un art. di S.Belardinelli su https://www.ilfoglio.it/societa/2024/05/04/news/il-fastidio-estetico-dell-intello-di-sinistra-verso-il-mondo-che-lo-circonda-6507502/
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Una bella notizia, cari, sputo il rospo tutto insieme. Non avevo ancora scritto niente su questa novità ma a questo punto il viaggio è cominciato e bisogna pur attirare le energie positive: SONO STATO NOMINATO CONSULENTE PER LO SVILUPPO DELLA NUOVA BIBLIOTECA DI BRINDISI, IL MEDIAPORTO. E il prossimo 22 marzo con un convegno si inaugurano i lavori per la creazione di un OSSERVATORIO DI INNOVAZIONE CULTURALE ED EDUCATIVA ATTRAVERSO LA "NARRAZIONE" E L'ARTE.
Voilà. Una piccola rivoluzione, sì. Una bellissima notizia: una biblioteca e un centro di ricerca sulla povertà culturale attraverso la narrazione. Tutto insieme. All’adrenalina del palco ora si affianca un’energia ancora diversa. E credo che mi toccherà cercare un nuovo centro di gravità "errante".
Il MediaPorto - Biblioteca di Brindisi è uno spazio multifunzionale ristrutturato con il progetto della Regione Puglia Community Library. Qualche anno fa il progetto vincitore lo scrisse Simonetta Dellomonaco e ora una cordata di istituzioni e persone speciali sono davanti a me a tirare la slitta, per dirla alla Zanna Bianca: Luigi De Luca per i #polibibliomuseali della Regione Puglia, Emilia Mannozzi, per il Polo di Brindisi, Toni Matarrelli per la Provincia di Brindisi, Giovanni Luca Aresta per #santateresaspa che di quella slitta ora tiene con energia nuova le redini in mano, il Teatro Pubblico Pugliese e un'infinità di persone laboriose che poco alla volta sto scoprendo dietro le quinte di questo luogo prezioso come l’ossigeno.
Il MediaPorto - Biblioteca di Brindisi comprende sale studio (già affollate dalla riapertura!), un auditorium, una biblioteca ragazzi, una caffetteria di prossima apertura, sale convegni, spazi di co-working e mille altri spazi fisici e immateriali che saranno dedicati ai nuovi media, al cinema, ai libri, alle mie tanto amate storie. Ma soprattutto, e qui batte il cuore, a creare uno spazio dove il potenziale creativo delle ragazze e dei ragazzi del territorio possa trovare nutrimento. Il più alto possibile. E nel massimo rispetto della sovranità e dei mondi intoccabili dei ragazzi. Chi mi conosce può capire a cosa mi riferisco.
Cominciamo il 22 marzo alle ore 17 in rete con le scuole di ogni ordine e grado della provincia, l’ufficio scolastico provinciale, le reti scolastiche più prossime, la ASL, il Comune di Brindisi (il cui sindaco Giuseppe Marchionna ha dato avvio a tutto questo prima di diventare primo cittadino), la consulta provinciale degli studenti, il consiglio comunale dei ragazzi, le reti più virtuose della città (guarda caso la nomina è arrivata da un bando dove come concorrenti eravamo tutti amici cari di mille progetti svolti in città e dintorni) e lo facciamo con un convegno che apre il percorso per la creazione di un OSSERVATORIO DI CONTRASTO ALLA POVERTA’ CULTURALE ED EDUCATIVA ATTRAVERSO LA NARRAZIONE LE ARTI. Il Convegno è aperto a tutti. Muove un primo passo significativo del progetto culturale che vorrei nascesse in questo luogo.
Ho piantato letteralmente migliaia di alberi (erano i tempi che dai miei spettacoli nascevano i progetti di forestazione partecipata) e ho ben chiaro che il bosco nasce solo quando arriva un’esplosione ormai irrefrenabile dalla Terra, dalla Pancia. Quando l’ego, colui che vuole piantare, “io”, ha fatto, forse, quello che doveva fare e poi si è tolto di mezzo. Qui voglio fare questo: ariamo un poco il terreno insieme e quando sarà il momento, se lo sarà, togliersi di mezzo e qualcosa nascerà da sola. E non sappiamo nemmeno che forma avrà.
Che dire? D’ora in poi vi racconterò anche di questo luogo che si chiama Mediaporto di Brindisi. Ovunque siate fra poco potrà valere la pena venire a trovarci. Ah, dimenticavo: l’Osservatorio che sta nascendo si chiama MINISTERO DEI SOGNI. Vi piace? <3 (In una foto io e Carolina in uno dei boschi, vero Antonio…)
Ecco il programma del convegno del 22 marzo, h 17, vi aspettiamo. Contattatemi. Cerchiamoci. ---
Mediaporto di Brindisi 22 marzo 2024, ore 17.00
MINISTERO DEI SOGNI Osservatorio d’innovazione culturale ed educativa Convegno d’apertura
Saluti istituzionali
Introduce Giovanni Luca Aresta, Amministratore Unico di Santa Teresa S.p.A. Loredana Capone, Presidente del Consiglio della Regione Puglia Toni Matarrelli, Presidente della Provincia di Brindisi Giuseppe Marchionna, Sindaco di Brindisi Emilia Mannozzi, Direttrice Polo-Biblio Museale Brindisi Angela Tiziana Di Noia, Dirigente Ufficio Scolastico Provinciale
Interventi e contributi
Luigi D’Elia, Consulente per lo Sviluppo del Mediaporto e coordinatore dell’Osservatorio Gaia D’Argenio, Presidente della consulta provinciale studentesca di Brindisi e Coordinatrice Regionale Luigi De Luca, Coordinatore Poli Biblio Museali della Regione Puglia Rosetta Carlino, Dirigente ICS “Cappuccini” Brindisi - Coordinatrice Rete delle Scuole che promuovono la Salute per la Provincia di Brindisi Mina Fabrizio, Dirigente ITT “Giorgi” Brindisi - Scuola Polo per la formazione Ambito PUGLIA BR 11 Diego Caianiello, Sindaco del CCR Brindisi Consiglio Comunale dei Ragazzi di Brindisi Maria Rita Greco, Dirigente ASL Settore psicologia clinica e pedagogia dell'età evolutiva Lucia Portolano, Dirigente scolastica Coordinatrice de Tavolo docenti per l’educazione ambientale e i “diversi” linguaggi Modera gli interventi Luigi D’Elia
Info: 0831 544301 - [email protected] Si raccomanda l’Iscrizione al link: https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSeCQzKzUy5S_gjj5wzWxZCstD2nGm25fIiuBUgnHvvrN8k8yA/viewform?usp=sf
#luigidelia#narrazione#MediaportoBrindisi#PoloBiblioMusealeBrindisi#regionepuglia#brindisi#teatropubblicopugliese#provinciadibrindisi#santateresaspa#ministerodeisogni
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ITALIA PRIMA IN UE E SECONDA AL MONDO PER CONGRESSI
L’Italia negli ultimi cinque anni è passata dal sesto al primo posto in Europa per numero di congressi ospitati.
Nella classifica pubblicata dall’International Congress and Convention Association l’Italia si classifica inoltre seconda nel mondo, dietro solamente agli Stati Uniti. Il nostro Paese precede la Spagna, davanti a Francia, Germania e Regno Unito. L’Italia registra il maggior numero di città (7) nella top 100 mondiale: Roma al 7° posto, 29° posto per Milano, 47° Bologna, 60° Firenze, 66° Napoli, 78° Torino, 84° Venezia. Queste città sono conosciute in tutto il mondo non solo per le loro bellezze artistiche e storiche ma anche per il forte tessuto universitario e scientifico che permette loro di essere scelte come destinazioni di interesse da tutte le parti del mondo.
“È un risultato storico per il settore e per il Paese. Con un progetto che abbina i poli accademici, scientifici e professionali alla presenza diffusa di convention bureau e infrastrutture idonee come il Italian Knowledge Leaders … Dieci anni fa si è scelto di valorizzare uno degli asset più significativi del nostro Paese” spiega Carlotta Ferrari, presidente di Convention Bureau Italia. Divenuta leader nell’industria congressuale globale, l’Italia è riuscita a sviluppare la capacità di adattarsi e innovare, mantenendo al contempo un legame saldo con il patrimonio culturale e storico. “Quello congressuale è un turismo di alta qualità che porta grandi benefici all’Italia, sia materiali che immateriali, dall’occupazione alla promozione del territorio, dalla destagionalizzazione all’incremento del prestigio” racconta Tobia Salvadori, direttore di Convention Bureau Italia.
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Fonte: International Congress and Convention Association; Ministero del turismo; foto di Caleb Oquendo
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Il Carro.
"La velocità che spiazza".
Conclusa la breve, ma immensamente intensa, fase di Rilascio delle frequenze di apertura di Dicembre, non ci sarà molto tempo per "gingillarsi" nei prossimi giorni.
Dopo una apparente staticità, gli eventi "precipiteranno" o "decolleranno", a seconda della loro fase identificativa con il ciclo di attivazione.
I passaggi evolutivi e trasformativi che avranno completato il loro viaggio, si congederanno con estrema rapidità e con un movimento di coda piuttosto inatteso.
D'altronde erano relazioni e situazioni, materiali e immateriali, già da diversi mesi percepite come pericolosamente "sospese ad un filo". Esse rappresentavano brandelli di personalità in procinto di scrollarsi di dosso le Arcaiche Simbologie di schema, i Vetusti Codici di disfunzione.
Non sarà facile.
Eravamo convinti che alcune "antiche parti di noi" avrebbero retto ai successivi urti e spintoni del Nuovo. Che si sarebbero "conciliate e ri-conciliate" con il prossimo passaggio vibrazionale.
Ed in effetti non tutte le nostre innumerevoli "definizioni interiori" abbandoneranno il nostro campo emozionale e materiale.
Alcuni "Pezzi vintage interiori" rimarranno integri, a simboleggiare e impreziosire la modernità del nostro nuovo assetto.
Ma non potranno più "generare". Non gli sarà più consentito manifestare o attivare "schemi antichi". Essi diverranno solo cimeli, a imperitura memoria dell'immenso e straordinario percorso di rivoluzione che abbiamo attivato nella nostra struttura fisica ed emozionale.
E, quando il processo di spoliazione antica e di "ripristino della versione originale" si sarà definitivamente completato, poco resterà indenne dalla visione ed espressione materica precedente.
Non ambiremo più con tanto ardore ai Desideri del Passato. Nemmeno a quelli di recente "istituzione".
Cadranno i veli sui "finti bisogni", sulle "aspettative indotte", sul "riconoscimento", sulle relazioni legate alla mancanza, all'opportunità, alla "teniamo in piedi lo schema lo stesso".
Cadranno le Antiche Illusioni.
E vincerà la Vita.
Quella vera. Quella autentica.
Sarà la Fine. E sarà l'Inizio.
Sarà la tanto attesa "Apocalisse di sistema".
Ne abbiamo avuto qualche anteprima nella Terra di Mezzo, nel Deserto, quando ci immergevamo disperati, confusi e smarriti nella dissoluzione dell'Ego, quando ci inchinavamo sfiniti e dispersi di fronte alla nostra millenaria identificazione con il "principio di personalità interiore", quando incantati e immersi nella visione dell'immenso e brillante cielo stellato ci riconoscevamo per la prima volta parte di un Mondo sensitivo più espanso, più puro, più essenziale.
Nelle prossime ore accadranno nuovi e inattesi Movimenti.
Ciò che sta incarnando in maniera assolutamente inequivocabile il mese di Dicembre, è la "Velocità".
Il Tempo ha compiuto nei precedenti "istanti" un ulteriore "restringimento percettivo". Dentro di noi. Ma anche fuori.
Viaggia più veloce. Con picchi repentini e cadenzati di frequenza trasformativa.
Sarà naturale assistere a "giornate lampo", con eventi a dir poco inattesi, se non completamente sconvolgenti.
Sarà decisamente bandita la "tranquillità". Non verrà contemplata nel "pacchetto Invernale".
Si continuerà a lavorare alacremente per affrontare l'ingresso al secondo Varco.
Ci attenderanno giorni importanti, impegnativi, straordinari.
Preparatevi.
E restate aperti e fiduciosi.
Alle "Chiusure" siamo fin troppo abituati ormai. Ma alle "aperture"... non tanto... siamo ancora emotivamente "neofiti" rispetto a questo inedito "piano esistenziale".
Non resterà nella Materia nulla di ciò che non è "destinato energeticamente a restare". Ciò che non "si regge più in piedi", ci lascerà. Con fragore. Con sollievo. Con amore.
Restate desti e concentrati.
E pronti, immensamente pronti...
Mirtilla Esmeralda
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La giovane schizofrenica avverte i suoi «primi sentimenti d’irrealtà» davanti a due immagini: quella di una compagna che si avvicina e il cui volto si ingrandisce esageratamente (si direbbe un leone); quella di un campo di grano che diventa illimitato, «immensità dorata, luminosa”. Ecco, rifacendosi alla terminologia di Peirce, come risulteranno i due segni dell’immagine-affezione: Icona per l’espressione di una qualità-potenza operata da un volto, Qualisegno (oppure Potisegno) per la sua presentazione in uno spazio qualsiasi. Certi film di Joris Ivens ci danno un’idea di cosa sia un qualisegno: in Regen, «la pioggia che si vede nel film non è quella data pioggia, concreta e determinata, caduta un certo giorno e in un certo luogo. Queste impressioni visive non sono raccolte in unità da alcuna figurazione spaziale o temporale. Con estrema sensibilità, Ivens ha scoperto non come la pioggia è in realtà, ma che cosa accade (e in qual modo) quando la pioggerella primaverile batte sulle foglie degli alberi, quando lo specchio dello stagno rabbrividisce, quando una goccia solitaria cerca esitando la sua via su una lastra di vetro, quando la vita di una metropoli si riflette sull’umido asfalto. […] Anche quando Ivens ci mostra un ponte, da lui stesso indicato come il grande viadotto ferroviario di Rotterdam (Il ponte), la costruzione di ferro si dissolve in immagini immateriali inquadrate in cento modi diversi. Basta il fatto che questo ponte possa essere visto in tanti modi per renderlo in un certo senso irreale. Esso non ci appare come l’opera concreta degli ingegneri che lo costruirono, ma come una serie di curiosi effetti ottici. Si tratta insomma di variazioni visive sulle quali ben difficilmente potrebbe transitare un treno merci». Non è un concetto di ponte, ma non è nemmeno l’individuato stato di cose definito dalla sua forma, dalla sua materia metallica, dai suoi usi e funzioni. È una potenzialità. Il rapido montaggio dei settecento piani-inquadrature fa sí che le diverse vedute possano raccordarsi in un’infinità di modi e, non essendo orientate le une in rapporto alle altre, costituiscono l’insieme delle singolarità che si coniugano nello spazio qualsiasi in cui questo ponte appare come pura qualità, questo metallo come pura potenza, la stessa Rotterdam come affetto. E neanche la pioggia è il concetto di pioggia, o lo stato di un tempo e di un luogo piovosi. È piuttosto un insieme di singolarità che presenta la pioggia cosí com’è in sé, pura potenza o qualità che coniuga senza astrazione tutte le piogge possibili, e compone il corrispondente spazio qualsiasi. È la pioggia come affetto, e niente si oppone maggiormente a un’idea astratta o generale, pur non essendo attualizzata in uno stato di cose individuale.
Gilles Deleuze
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Insegnate ai vostri figli ad essere buoni e generosi, ad aiutare, a schierarsi con i più deboli, ma insegnate loro anche l'importanza di proteggersi, rinforzate quelle mura - quelle immateriali - perché non crollino rovinosamente davanti agli attacchi della vita e possano resistere alle tempeste , anche a quelle più dure.
Ditegli che sono importanti.
Ditegli che non sono superiori agli altri, ma neppure inferiori , ditegli che quando hanno fatto tutto quello che potevano, con coscienza e buona volontà, il resto lo lascino nelle mani del tempo, di Dio o dello scorrere degli eventi.
Dite loro che le battaglie contro i mulini a vento si perdono tutte.
Dite loro di non smettere di sognare , pur tenendo i piedi per terra.
E, più di ogni altra cosa , ditegli che li amate , in ogni circostanza e che sono umanamente preziosi e che è loro dovere aver cura di se stessi e non permettere a nessuno di calpestare le loro anime.
Fortificateli nello spirito e lo saranno anche nella carne.
E quando raccomandate loro " non ti sporcare " fate che sia riferito all'anima e non al vestito.
[Carolina Turroni]
#coraggio#tumblr#resilienza#amarsi#amore tumblr#frasi tumblr#frasi forza#amoreeee#amore puro#amore eterno#sii unico#sii positivo#sii felice#sii forte#non arrendersi#ikigai#non arrenderti#non accontentarti#non avere paura#corri forrest#crediti#sei più di quel che credi#credici#tu puoi tutto#tu puoi#va tutto bene#tu sei speciale#sei forte#guardare avanti#avanza
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UN BELLISSIMO E SEMPRE VALIDO AUGURIO..
I doni più preziosi sono immateriali.
ΥΓΕΙΑ (Salute) - ΖΩΗ (Vita) - ΧΑΡΑ (Letizia) - ΕΙΡΗΝΗ (Pace) - ΕΥΘΥΜΙΑ (Gioia) - ΕΛΠΙΣ (Speranza)
Mosaico del IV sec. d.C. da Bodrum (Alicarnasso)
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Assuefazione
Che poi non è nemmeno il problema del consumismo in sé, che può sempre dar occasione a moralismi perbenisti e quaccheri, il punto è che si avverte una certa fatica da parte dell'economia di mercato di creare quei nuovi bisogni che vanno periodicamente ad alimentare una domanda che, dal canto suo, si trascina stancamente da tempo come può. Ultima in ordine di apparizione, l'economia green, che già di per sé allude a una decrescita, a una contrazione dei bisogni con margini di guadagno sempre più risicati, e dall'altra parte la creazione di bisogni immateriali che comportano grandi campagne di persuasione volte a magnificare la bellezza del gioco del calcio o delle serie tv. L'impressione è che ci si avvicini sempre più a un punto critico in cui all'offerta di beni e servizi non corrisponderà più la capacità, o anche solo la volontà, di acquistarli. I grandi cervelli che dirigono l'economia mondiale hanno davanti a sé un bel problema, creare economia e necessità di consumo in un mondo ormai assuefatto a tutto, chi vivrà vedrà, sempre che abbia conservato gli occhi per piangere.
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Hi Tumblr long time no see but guess what it's always about the boring old stuff
Trovo incredibilmente interessante il fatto che i miei genitori siano davvero convinti di poter dimostrare qualcosa ti poter imporre il loro modo di vivere in quanto loro nella loro vita hanno fatto molto. Fatto molto: comprato, lavorato, per quanto è riguardo mia madre speso una vita su un divano a piangersi addosso perché la sua vita le fa schifo perché ha deciso di vivere in un paese che non le è mai piaciuto perché ha deciso di lasciare un lavoro che amava per cui aveva studiato per fare un lavoro che odia. Ma ehi, loro hanno comprato una casa, un giardino, comprato macchine, insomma hanno comprato. E non puoi non essere un esempio da seguire se nella tua vita non hai fatto altro che recluderti tutto per fare quello che la società si aspetta che tu faccia:lavorare, e se sei donna, essere madre e moglie. Ogni volta che torno a casa mi trovo catapultata in un era distante anni luce dalla mia quotidianità dove non si perde occasione per farmi capire di quanto sia vincente questo stile di vita, che devo decidermi ad adeguarmi, a seguire il buon esempio, a fare quello che ci si aspetta da me. D'altronde a venticinque anni sarebbe ancora ora passata di chiudersi in ufficio di merda per minimo cinquanta ore alla settimana di trovarmi un uomo e di imparare finalmente a cucinare e di non lasciare il bucato sulla scrivania ad asciugare perché una vera donna deve per lo meno saper stendere il bucato. Lo sapevate che c'è un modo per stendere il bucato? Un modo preciso fatto di regole ben chiare le quali a quanto pare sono conosciute a tutte, tranne a me. Bè io trovo tutto questo mondo estremamente interessante dal punto di vista sociale. Lo trovo interessante perché non capisco come una persona estremamente insoddisfatta della propria vita, una persona che nella vita si sia negata tutto e abbia vissuto solo per gli altri nella speranza che boh? Forse un giorno qualcuno le desse un premio e le dessero finalmente quella tanta sperata attenzione che non ha mai ricevuto da nessuno? Non capisco come questa persona non possa vedere tutto questo e anzi ti porti il suo tragitto di vita come esempio assoluto da seguire nella vita. Almeno per quanto riguarda mio padre lui ha il suo lavoro. Che è poi l'unica cosa che ha sempre avuto nella sua vita, ma una persona che vive da 60anni come una macchina senza porsi domande semplicemente ignora il fatto che questo non sia normale ed è felice. E va bene così. Sono felice per te. Anzi a dirla tutta ti invidio perché so che veramente ami quello che fai e io non mi capacito di come si possa amare qualcosa chiamato "lavoro". Io posso amare uno sport, una amica, un cane,un gatto,un momento, un ricordo ma un lavoro? Dio se solo potessi essere invidiose delle cose materiali. Non ricordo ci sia mai stata una volta in cui sia stata invidiosa di qualcosa. Una maglia, un concerto. Forse perche venendo da una famiglia benestante ho sempre potuto avere tutto. Ma le cose immateriali, ahia, la fa male. A scuola era la popolarità. Grazie a Dio anni dopo ho capito che se solo avessi avuto un quarto della popolarità che tanto volevo ci sarei morta da quando mi sarei trovata a disagio ad essere al centro dell'attenzione. Invidia per la tua spensieratezza. La tua felicità. L'amore per il tuo lavoro. L'amore tra voi due. Invidia per i 105kg di panca piana. Dio se solo fossi una persona stupida e banale e mediocre come i tre quarti di questa popolazione del cazzo invece no dovevo nascere intelligente così intelligente da passare la vita a pormi domande su cose che la maggior parte della gente neanche nota. Su cose che la gente interpreta come automatismi sociali e decide semplicemente di dire: si. Io non so dire si. Ma so mandarvi molto bene a fanculo, uno dopo l'altro, voi e i vostri preconcetti del cazzo che non avete mai messo in discussione in 50 passati solo perché vi sono stati insegnati come "giusti". Per me siete tutti scemi e pazzi a vivere così
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La mia idea di felicità è soprattutto anticonsumistica.
Hanno voluto convincerci che le cose non durano e ci spingono a cambiare ogni cosa il prima possibile.
Sembra che siamo nati solo per consumare e, se non possiamo più farlo, soffriamo la povertà.
Abbiamo un senso di frustrazione, ci auto-marginalizziamo.
Abbiamo sacrificato i vecchi Dei immateriali, e ora stiamo occupando il tempio del Dio-Mercato.
Lui organizza la nostra economia, la nostra politica, le nostre abitudini e ci fornisce mutui e carte di credito che ci danno un’apparente felicità.
Ma nella vita è più importante il tempo che possiamo dedicare a ciò che ci piace, ai nostri affetti e alla nostra libertà. E non quello in cui siamo costretti a guadagnare sempre di più per consumare sempre di più.
Non faccio nessuna apologia della povertà, ma soltanto della sobrietà.
Credo che l'uomo impari molto di più dalle avversità, purché non lo distruggano, che dalla prosperità.
Impari con ciò che vivi, non con ciò su cui contano.
Impari di più dal dolore e non dai trionfi.
Non sono il Presidente più povero. Il più povero è colui che ha bisogno di tanto per vivere.
José Mujica
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Stefano Volpe
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Società di massa fatta di oggetti e non di soggetti
Italia Felix è genius loci, identità materiali e immateriali territoriali, storia di invasioni e integrazioni multiculturali.Identità vuol dire sapere chi siamo, da dove veniamo, dove siamo, perchè siamo.Si vive in una bolla in cui l’ossigeno è il consumismo e l’unico dio è il denaro, e tutto ciò distorce lo stile di vita, la scala dei valori, le scelte di vita, il modo di vivere, l’educazione…
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Ciao amore mio, abbiamo appena ricevuto la spiacevole notizia, sei positivo…
Ti scrivo questa breve lettera in lacrime, perché il pensiero di dover stare lontana da te per giorni mi uccide
Penso che infondo siano queste le piccole dimostrazioni d’amore
È in momenti come questi che capisco quanto sei importante per me
Il solo pensiero di non poterti accarezzare, toccare i capelli, dare fastidio, guardare i tuoi meravigliosi occhi o darti anche un solo bacio, mi fa star male
È già successo che siamo stati lontano per circa 2 settimane, quando sono stata io positiva, e penso sia stato uno dei periodi peggiori della mia vita
Il fatto che stia ricapitando mi sembra un incubo
Ho deciso di scriverti una lettera per ogni giorno in cui saremo lontani, e di fartela leggere prima di andare a dormire, in modo da mostrarti che sei sempre nei miei pensieri e di farti sentire meno solo
È il primo San Valentino che passeremo separati, ancora non riesco a crederci, francamente odio questa situazione, da quando siamo fidanzati abbiamo sempre festeggiato insieme la festa degli innamorati, e quest’anno trascorrere questo giorno così importante senza te, che sei l’unico amore della mia vita e la mia metà… beh, mi spezza il cuore. Avevo preparato tante sorprese carine per questo giorno così importante, ma non fa niente, troverò il modo di fartele arrivare ugualmente, perché il nostro amore è senza limiti e anche a distanza, separati, senza poterci vedere o toccare, sono sicura che i nostri sentimenti continueranno a scontrarsi e unirsi, perché l’amore è un qualcosa di astratto, e per le cose immateriali non c’è alcun limite, è così il nostro legame: infinito e unico.
Ho smesso di piangere, pensare a te mi fa bene, sono sicura che questo brutto periodo passerà in fretta e che riusciremo a ricongiungerci presto, pazientiamo un po’ amore mio, ma quando ci rivedremo non mi allontanerò mai più da te, per nessuna ragione al mondo.
Forza forza forza amore mio, combatti questa brutta malattia, fallo per me, che non posso stare lontana da te. Fallo per i nostri cuori, che sanno battere solo se vicini l’un l’altro. Sarò sempre accanto a te amore mio, basta che chiudi gli occhi, e tendi bene le orecchie… mi senti? Senti la mia risata? Senti la mia voce che sussurrando ti dice quanto ti amo? Si amore mio, sono io, sono lì con te, accanto a te, supereremo tutto questo insieme, come sempre, io e te contro il mondo. Andrà tutto bene, perché saremo insieme.
Io & te, per sempre.
Buonanotte Cucciolo mio❤️🔥
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