#il circo a tre piste
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Dean & Jerry - 3 Ring Circus italian poster
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Esistono canzoni che non esistono
L’altro giorno mi è passato sotto gli occhi un thread su X (il circo a tre piste che ha sostituito quello strumento non perfetto ma utile che era Twitter) dedicato alle migliori canzoni che “esistono” solo in film o serie tv. Per intenderci, non tanto quelle scritte appositamente per la colonna sonora, ma quelle che vengono scritte o eseguite dai personaggi e hanno un qualche ruolo nella…
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SCI CAMPIONI E IPNOSI? Ipnosi DCS unica al mondo
Che cosa hanno in comune campioni dello sci come Lindsey Vonn, Bode Miller e Mikaela Shiffrin? Oltre alla loro incredibile abilità sulle piste, tutti e tre hanno utilizzato l'ipnosi vera e professionale per migliorare le loro prestazioni.
L'ipnosi è stata usata da molti atleti di alto livello per affinare la loro concentrazione, superare paure e ansie e migliorare la loro resistenza mentale. Non si tratta di un trucco da circo, ma di una pratica seria e professionale che può fare la differenza tra una medaglia d'oro e una delusione.
E non sono solo gli atleti a fare affidamento sull'ipnosi per migliorare le loro prestazioni. Anche celebrità come Matt Damon, Ellen DeGeneres, Drew Barrymore e Orlando Bloom hanno dichiarato di aver utilizzato l'ipnosi per superare problemi di dipendenza, ansia o per migliorare la loro autostima.
L'ipnosi vera e professionale può essere un'arma segreta per affrontare sfide personali e professionali. È importante però affidarsi a un ipnoterapeuta qualificato e esperto, in modo da ottenere i migliori risultati in modo sicuro e efficace.
Se sei curioso di provare l'ipnosi e vedere come può aiutarti a raggiungere i tuoi obiettivi, assicurati di cercare un ipnoterapeuta qualificato e professionale. Potrebbe essere la chiave per sbloccare il tuo pieno potenziale. #ipnosi #professionale #atleti #celebrità #ipnoterapeuta
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I MIEI DODICI MUSICAL PREFERITI
L'avete richiesta, perciò eccola qui, la lista dei miei musicals preferiti di sempre:
Se il tempo fosse un gambero
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Trama: Un maldestro diavolo, che deve assolutamente riscattarsi difronte a Satana per una carriera diabolica non proprio fra le migliori, adesca con l’inganno un’ignara e docile vecchina, l’ottantenne e nubile Adelina che, proprio il giorno del suo compleanno, ha espresso il desiderio di tornare indietro nel tempo. Adelina vorrebbe tornare al 1928, per poter riconquistare il principe polacco Amedeo Poniatowskij, le cui avance, a quel tempo, aveva respinto con sonori schiaffoni. Il diavolo riporta indietro Adelina in cambio della sua anima, ma qualcosa nei disegni diabolici non va proprio per il verso giusto e l’amore, alla fine, ci metterà fatalmente lo zampino.
La più famosa versione del musical è forse quella con Enrico Montesano nel ruolo del diavolo Max.
Aggiungi un posto a tavola
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Link youtube: https://www.youtube.com/watch?v=DuK23O38REE
Trama: La storia, liberamente ispirata al libro DOPO DI ME IL DILUVIO di David Forrest (https://amzn.to/3TVQ5yj), narra le avventure di Don Silvestro, parroco di un paesino di montagna, che un giorno riceve una telefonata inaspettata: Dio in persona lo incarica di costruire una nuova arca per affrontare l’imminente secondo diluvio universale. Don Silvestro, aiutato dai compaesani, riesce nella sua impresa, nonostante l’avido sindaco Crispino che tenterà di ostacolarlo in ogni modo e l’arrivo di Consolazione, donna di facili costumi, che metterà a dura prova gli uomini del paese. Finita l’arca, al momento dell’imbarco, interviene un cardinale inviato da Roma che convince la gente del paese a non seguire Don Silvestro che a suo dire disonora l’abito che porta. Comincia il diluvio, sull'arca si ritrovano solo Don Silvestro e Clementina, la giovane figlia del sindaco perdutamente innamorata di lui. L’acqua incomincia a sommergere i paesani, Don Silvestro decide di abbandonare l’arca, rifugio sicuro, per condividere con i suoi fedeli quel terribile momento. Un gesto infinito d’amore. Allora Dio, vedendo fallire il suo progetto, interrompe il diluvio, imposta l’arcobaleno. Si chiude su una tavola in festa celebrando il ritorno alla serenità benedetta da Dio.
La più famosa versione del musical è forse quella con Johnny Dorelli nel ruolo di Don Silvestro
Mia sorella Evelina
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Trama: Eileen e Ruth Sherwood arrivano a New York dall'Ohio con l'idea di far fortuna, l'una come attrice, l'altra come scrittrice. Eileen trova subito due spasimanti: un barista e il cronista di un giornale, perchè sa sempre lei è la sorella bella, mentre Ruth è la sorella seria e bruttina. Ruth sperava che a New York questo cambiasse, che qualcuno finalmente la notasse, ma così non sembra, però se non altro pare che un editore sia interessato al suo romanzo, forse...
The greatest showman
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Trama: P.T. Barnum. L'astuto impresario circense, entrato in affari col giovane Phillip, ha per le mani il rivoluzionario progetto di un enorme circo a tre piste, con quattro palcoscenici e ventimila posti a sedere. Gli ambiziosi uomini d'affari si lanciano con entusiasmo nella realizzazione del sontuoso spettacolo, che porta in scena nuove acrobazie e fenomeni da baraccone mai visti prima, finché entrambi non si infatuano di due giovani stelle del palcoscenico. Phillip si perde tra i volteggi e le giravolte della sensuale trapezista Anne, mentre Barnum viene stregato dal dolce canto dell'artista Jenny Lind, la timida soprano nota al pubblico come "usignolo svedese", per la voce cristallina che arriva dritta al cuore.
Il fantasma dell'opera
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Trama: Fedele trasposizione trasposizione cinematografica dell'omonimo musical teatrale composto da Andrew Lloyd Webber, che ha curato anche la sceneggiatura della pellicola. Parigi, 1870. Christine è una giovane ballerina di fila del Teatro dell'Opera con straordinarie doti canore. Un maestro misterioso, conosciuto come il Fantasma, l'accompagna e la guida senza mai farsi vedere. Lei lo chiama l'Angelo della Musica e crede che suo padre, morto anzitempo, lo abbia inviato per aiutarla. In realtà l’uomo misterioso è un geniale compositore orribilmente sfigurato, che vive nei sotterranei del teatro, aggirandosi come un’ombra fra le quinte del palcoscenico, spaventando i cantanti e i ballerini della compagnia. È proprio lui che sancisce il debutto di Christine come cantante, quando fa precipitare dall'alto un fondale sfiorando la primadonna Carlotta, che abbandona il palco nel bel mezzo di una prova generale. Le cose si complicano quando a Parigi arriva il bel Raoul, amico d'infanzia di cui Christine è da sempre innamorata. La gelosia del Fantasma dà il via a un vortice di morte e distruzione.
Fedele trasposizione trasposizione cinematografica dell'omonimo musical teatrale composto da Andrew Lloyd Webber, ispirato al romanzo IL FANTASMA DELL'OPERA di Gaston Leroux, link: https://amzn.to/3REnVVz
Chicago
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Trama: Roxie Hart casalinga disperata che sogna di diventare una famosa artista di cabaret, proprio come il suo idolo Velma Kelly, affascinante e talentuosa diva di Vaudeville. Quando Velma viene arrestata per l’omicidio del marito e della sorella - che scopre a letto insieme - Roxie crede che sia finalmente arrivato il suo momento di salire alla ribalta: la donna chiede quindi all’amante e manager di spettacolo Fred Casley di farla entrare nello show business. Quando Roxie scopre che l’uomo le ha mentito sul suo lavoro solamente per poterla sedurre, questa viene presa da una furia omicida e lo uccide con un colpo di pistola. Arrestata per omicidio, Roxie finisce nello stesso carcere dove è reclusa Velma. Tra le due donne s’instaura da subito una forte rivalità: nel frattempo Roxie riesce a guadagnarsi i favori del seducente Billy Flynn, uno dei migliori avvocati sulla piazza, che le farà finalmente raggiungere la fama tanto desiderata…
The producers
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Trama: Nel 1959, in seguito al flop del musical teatrale Funny Boy (basato sull'Amleto di William Shakespeare), il produttore teatrale, Max Bialystock, assume il timido e nevrotico Leopold "Leo" Bloom come suo contabile. Mentre studia i libri contabili di Max, Leo osserva che poiché un flop potrebbe perdere denaro, l'IRS non ha interesse a indagare sulle finanze delle produzioni fallite. Leo scherza dicendo che una commedia fallimentare potrebbe produrre molti più soldi perché, vendendo un eccesso di azioni e appropriandosi dei fondi alla fine del fallimento, un flop potrebbe generare più soldi perché non ci sarebbe da restituire i soldi ai finanziatori. Max chiede l'aiuto di Leo ma quest'ultimo rifiuta. Ritornato alla sua vecchia società di contabilità, Leo inizia a fantasticare di diventare un produttore di Broadway e lascia il suo lavoro e forma "Bialystock & Bloom" con Max. Alla ricerca della peggiore commedia mai scritta, il duo trova Primavera per Hitler, un musical scritto da un ex nazista di nome Franz Liebkind.
Versione cinematografica molto fedele al musical teatrale tratto dal divertente film di Mel Brooks Per favore, non toccate le vecchiette, link: https://amzn.to/3RG4EDn
Rock of ages
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Trama: Nel 1987 a Los Angeles il Bourbon Club è il centro della scena musicale rock della città. In questo mitico locale s'incontrano Sherry, ragazza di provincia appena arrivata per cercare fortuna come cantante, e Drew, che con lei condivide la passione per la musica. Tra i due è amore a prima vista. Intorno a loro ruoteranno le vicende di una serie di personaggi leggendari come Stacee Jaxx, icona del rock che sembra aver perso la sua anima realmente ribelle in favore del successo economico.
My fair lady
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Trama: Una incolta e rozza fioraia viene trasformata da uno studioso, in seguito alla scommessa con un amico, in una fanciulla raffinata e perfettamente a suo agio nei salotti dell'alta società. A esperimento concluso, la ragazza non sa tornare al vecchio lavoro e inoltre si è innamorata perdutamente del suo insegnante. Anche lui si renderà conto di amarla quando lei lo lascerà, per disperazione, e farà in modo di ritrovarla e tenerla per sempre con sé.
Ispirata al testo teatrale Pigmalione di George Bernard Shaw, link: https://amzn.to/48AvovR
Tutti insieme appassionatamente
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Trama: A Salisburgo, nel 1938, Maria, un'orfana entrata da poco come novizia in un convento di suore ha, per l'epoca, una vivacità tale da lasciare qualche dubbio su una reale vocazione. La madre superiora decide quindi di farle fare un periodo di attività all'esterno come istitutrice dei sette figli di un rigido e vedovo comandante di Marina. I giovani, dopo un'iniziale diffidenza, si legheranno a lei mentre il padre, in procinto di risposarsi, comincerà ad interrogarsi su cosa provi per Maria.
Fedele trasposizione trasposizione cinematografica dell'omonimo musical teatrale composto da Rodgers e Hammerstein, ispirato all'autobiografia di Maria Augusta Trapp, Link: https://amzn.to/48scsz8
Victor victoria
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Trama: Siamo a Parigi nel 1934 e Victoria, una cantante ridotta alla fame, incontra un artista di cabaret, Toddy, licenziato per la lite con un amichetto, che ha provocato una gran rissa. Siamo nel mondo "gay". Toddy e Victoria decidono di creare un personaggio di successo. Victoria diventerà Victor, un nobile polacco, molto femmineo, con buone doti di ballerino e di cantante. In breve, la Parigi dei nights è conquistata dalla nuova stella. Tra i suoi ammiratori vi è un boss affarista di Chicago, King Marchand, che dubita della identità di Victor, e assolda un detective privato per accertarsi se è veramente un uomo o una donna.
Heathers il musical
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Trama: Essere un’adolescente nel liceo di Westerburg High, in Ohio, non è affatto semplice come sembra e Veronica Sawyer lo ha appreso a sue spese. Sebbene sia una ragazza introversa e dalla fragile psiche, Veronica ha accettato di allontanarsi dalle sue amicizie di sempre per essere benvoluta dalle ‘Heathers’, reginette indiscusse del complicato sistema societario del liceo. Immerse in un clima di continua lotta per il potere e la supremazia, le tre avvenenti e spietate Heather Chandler, Heather McNamara e Heather Duke non temono rivali. Per salvarsi dai soprusi perpetrati dalle tre reginette della scuola, Veronica aiuta le perfide ragazze nei loro perversi giochetti, atti ad umiliare i compagni che per via del loro status sociale o del loro aspetto fisico non sono ammessi nell’élite liceale. Tutto cambia improvvisamente con l’arrivo di Jason Dean, un nuovo alunno che catalizza l’attenzione di Veronica. J.D. si dimostra un ragazzo poetico e carismatico, lontano dalla facile frivolezza concessa alla sua posizione sociale, e si innamora ben presto della ribelle Veronica. Disgustati dal comportamento delle Heathers, i due amanti decideranno di sovvertire alle regole che dominano la vita scolastica e di vendicarsi dei soprusi. Veronica, tuttavia, non può immaginare che il desiderio di giustizia condurrà J.D. a perdere la lucidità, sviluppando una pericolosa ossessione che sfocerà in pura violenza…
Musical tratto dal film Heathers cult degli adolescenti americani degli anni '80, da noi in Italia arrivato col titolo Schegge di follia e interpretato da Wynona Rider. Link: https://amzn.to/48wsmbT
Onorevoli menzioni, cioè altri musical che amo molto ma non ho potuto mettere in classifica
Legally blonde il musical, tratto dal film La rivincita delle bionde
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La Piccola bottega degli orrori
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South Pacific
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Sette spose per sette fratelli
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Il re e io, musical ispirato alla figura storica di Anna Leonowens, e dal libro che romanza la sua vita intitolato “Anna and the King of siam” edito nel 1944 e scritto da Margaret Landon
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Gli uomini preferiscono le bionde
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Hamilton, un musical con musiche, testi e libretto di Lin-Manuel Miranda. Ispirato alla vita di Alexander Hamilton, uno dei padri fondatori degli Stati Uniti, si basa sulla biografia omonima del 2004 dello storico Ron Chernow
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Il mago di Oz
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Dear Evan Hansen
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Da questo musical è stato tratto anche un libro intitolato Caro Evan Hansen, Link: https://amzn.to/48vMhrw
Non sparare baciami
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La ragazza più bella del mondo (dal musical Jumbo di Richard Rodgers)
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La figlia di Nettuno (film musicale che contiene la famosa canzone natalizia Baby it's cold outside)
Non ho citato altri famosissimi musical come Cenerentola a Parigi, Papà gambalunga, The Rocky horror picture show, Anna prendi il fucile, Hello Dolly, Grease, Sister Act, Mamma mia.... che pure amo, ma se vorete potrei fare una seconda puntata di questo post. Fatemi sapere se vi interessa.
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Morning News 📰
Speranza : il vecchio /nuovo ministro della sanità ha bloccato la riapertura delle piste da sci su suggerimento (imposizione) di Uolter Ricciardi (Cts) perché dalle piste da sci svizzere è arrivata la variante inglese, quindi chiusi tutti fino al 5 marzo poi si vedrà. A questo punto facciamo nevichi anche in luglio e agosto.
Covid: mentre noi siamo passati in un batter di ciglia da essere commossi per il battimani tributati dai lavoratori a Palazzo Chigi al premier uscente Conte (lo fanno a tutti i primi ministri che stiano li almeno tre anni) a viva Draghi, bravo Draghi, compra il giornale in edicola Draghi, beve il caffè al bar Draghi, non apre mai bocca ma parla con tutti Draghi, mentre eravamo tutti bagnati per Draghi il Covid ci fa tornare in zona rossa regioni che erano gialle, i vaccini vengono inoculati con il contagocce, Arcuri è ancora al suo posto e si scia anche no.
Luna Rossa, la barca italiana è bella e vincente e nei socials gira un video dove in un villaggio settecentesco un tipo con il tricorno e cannocchiale urla "i pirati i pirati!" inquadrando un minaccioso veliero, poi sposta il cannocchiale e inquadra Luna Rossa e grida "gli italiani gli italiani". A questo grido tutte le donne si levano qualche abito, si accorciano le gonne, si ravvivano i capelli, si fanno bellissime e corrono ad accogliere la barca italiana.
Video bello ma... sempre lo stereotipo su di noi pizza amore mandolino che non fa conto della avanzata tecnologia italiana nell' aver costruito un missile acquatico che bastona gli avversari ma siamo visti come scopatori seriali, in pratica dei gondolieri veneziani che vanno velocissimi. Bel video ma un po' sconfortante.
Frecce Tricolori, la Pattuglia acrobatica vola ovunque, bellissimo il passaggio sulle Alpi, a Cortina dove si svolgono i mondiali di sci meno cagati nella storia dei mondiali di sci, (Muzaton ha fatto una acrobazia che manco al circo) peccato però le Frecce Tricolori sono spettacolari.
Per oggi è tutto a voi studio 🎙
Buongiorno 🌞
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#deanmartin #jerrylewis #joannedru #zsazsagabor #sigruman #wallaceford
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The Greatest Showman #Film
#TheGreatestShowman
Numeri poderosi e coreografie sgargianti si mescolano nello spettacolo ottocentesco che prende il nome di The Greatest Showman, il biopic musicale con Hugh Jackman nei panni dell’abile intrattenitore di folle P.T. Barnum. L’astuto impresario circense, entrato in affari col giovane Phillip (Zac Efron), ha per le mani il rivoluzionario progetto di un enorme circo a tre piste, con quattro…
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#20th century fox#biografico#diahann carroll#doris mccarty#drammatico#fredric lehne#hugh jackman#michael gracey#michelle williams#musicale#paul sparks#rebecca ferguson#tina benko#yahya abdul mateen ii#zac efron#zendaya
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Le donne di Ouarzazate
“Si, le donne di Ouarzazate sono tutte bellissime”. Un lampo di orgoglio fa luccicare gli occhi neri neri di Ahmed, con tutta lagioia dei suoi sette anni. Sulla veranda del piccolo bar che si affaccia sulla strada polverosa continua da dieci minuti buoni a strofinarmi le scarpe nere da ginnastica. Mezz’ora fa mi ha tirato per una manica, poi mi ha seguito per tutto il paese, “Lemie scarpe stanno bene cosi”, “Lascia perdere, ti do lo stessoqualche Dirham”.,. macché, non c’è stato verso. “Messieur _ dice lui _ questo è il mio lavoro, non è bacshish”, non voglio la carità. Ok, lustra, Ahmed,
Un’aranciata dolce e neanche tanto fresca per me, una per lui, alla luce di un tramonto rosato e morbido ci raccontiamo in un francese improbabile. Io arrivo da Casablanca via Marrakech, lui è nato e cresciuto qui, a Ouarzazate, ai piedi dell’Atlante, montagne di roccia e polvere rossa alle spalle, l’orizzonte infinito del Sahara davanti. Gli racconto che a Marrakech, al festival del folklore, ho visto danzare e ho parlato con un gruppo di ballerine di Ouarzazate, bellissime. Due le ho pure fotografate, sotto una grande tenda berbera nel parco della città: una donna imponente, dallo sguardo severo, impenetrabile e dai modi alteri. E una ragazzina forse sua figlia « dai grandi occhi marroni di gazzella e dal sorriso limpido. Si — dice Ahmed con l’aria di chi la sa lunga « le donne di Ouarzazate sono tutte bellissime”.
Le scarpe sono lucide come non lo sono mai state, “Hai fatto un ottimo lavoro, te li sei meritati”, dico al mio piccolo amico mentre lo ricompenso. Gli chiedo dove posso mangiare, e poi dormire. Ma qui è tutto semplice, tranquillo, il tempo sembra giocare dalla tua parte. E a volte sembra fermarsi ad aspettarti. Il barista ci porta due frittate e un piatto di pomodori e cipolle tagliati sottili, mentre scende la sera. Ahmed è un piccolo adulto che racconta le sue piccole grandi cose tutto preso nella parte dell’ospite, beve un the alla menta dolce come il miele, poi mi indica un’afflttacamere sopra la stazione dei puilman, nella piazza centrale di Ouarzazate, mi da un bacino sulla guancia e corre a casa, che si è fatto tardi.
Mica mi sento solo, mentre bevo il mio the dolce. Mi pare di esserci dentro a quel bicchierino zuccheroso e tiepido, nel bel mezzo di un paese neanche tanto bello, stretto fra la montagna e il deserto, attirato qui — potenza delle parole * da un nome carico di fascino esotico: Ouarzazate.
Sono arrivato a Casablanca, o come dicono qui a Casà, una settimana fa: un paio d’ore di volo, ed è subito Africa, cielo, sole, terra d’Africa. Una piatta periferia di baracche e antenne paraboliche mi ha accompagnato all’Hotel, moderno e pure troppo comodo, sull’ampia Avenue Hassan 11. Sono partito subito alla scoperta della Casablanca che avevo sognato, quella del Rick’s Bar per intenderci. Che naturalmente non c’è più. Che naturalmente non c’è mai stata, Dai grandi, ariosi boulevard sono entrato nella Medina, la città vecchia. Non senza diffidenz& L’odore e i colori delle spezie, il canto dei muezzin: ecco il Marocco, ecco l’Islam, Un cinema proietta un poliziesco italiano anni Settanta, su un piazzale sterrato una ventina di ragazzi di tutte le età giocano a pallone, gara dura, sudata, polverosa, a perdifiato
La moschea di Hassan 11, la grande moschea, nuova di zecca, domina la Corniche, il lungomare di Casà, col suo minareto alto 200 metri, missile squadrato che spunta dalle armonie geometriche di un’immensa terrazza. Poco più in la, i cannoni difendono le mura della Medina, guardano al mare, sembrano ancora pronti a proteggere la città bianca dalle scorrerie dei corsari cristiani.
Di nuovo nella Medina, mentre cala la sera: spiedini di montone conditi dal sorriso pitturato di due anziane prostitute in una taverna con poca luce e pochi clienti sono la cena. “Lah shukran”, “No grazie”, cerco di essere gentile. Ma la diffidenza resta, ogni ombra è un brivido nelle viuzze della città e lungo le Avenue illuminate a giorno, fino al mio Hotel americano, moderno e comodo, pure troppo.
La diffidenza, quella sarà svanita solo fra I5 giorni, quando tornerò a Casà sudato, stanco e con due dita di polvere rossa da lavare sotto la doccia del mio Hotel americano. Ma sereno, tanto da sentirmi il re di Casà per una notte, tanto da incrociare un fiume di occhi neri e curiosi, e sentirli tutti amicL Tanto da trovare all’ultimo momento il mio Rick’s bar, un ristorante anni Quaranta gestito da un libanese che pare Edward G. Robinson, e vivere anche, ultimo regalo di Casà, la mia notte alla Boogie.
Il puilman parte dal piccolo inferno dell’autostazione alle 10 precise. Inutile chiedere quando arriva a Marrakech, o quante ore impiega da una città all’altra, Ti guardano stupiti, tu dai la colpa al tuo maledetto francese, ripeti la domanda con un giro di parole. Ti guardano stupiti. Basta un solo viaggio per capire il perché. I puliman sembrano gli stessi che ha visto partire Paul Bowles più di mezzo secolo fa. E forse lo sono. I bagagli vanno in una grande rete sopra il tetto, un ragazzino salta fuori dal finestrino agile come un acrobata prima di ogni fermata, col puilman in corsa, allenta la rete, carica i bagagli dei nuovi passeggeri, rientra col puilman in corsa. Compro una bottiglia d’acqua da un bambino e mi siedo in fondo alla vettura, con le gambe allungate nel corridoio.
Il puilman si riempie di pastori, donne con bambini, un iman vestito di bianco, un carcerato in manette, con la testa china, in mezzo ai suoi angeli custodi. Un uomo mi chiede un po’ d’acqua, beve alla bottiglia; la riprendo malvolentieri. Ci si ferma spesso, a raccogliere gente lungo la strada. Ci si mette anche la polizia, che ferma a più riprese la vecchia corriera, ci scruta tutti, controlla qualche documento, saluta militarmente e ci lascia passare. L’uomo della bottiglia compra da un ambulante un sacchetto cli mele piccolissime e verdi, e le offre a tutti i viaggiatori, e tutti ne prendono. Lo stesso fa un vecchio con un sacchetto di semi di girasole. Il detenuto con un cenno mi chiede una sigaretta, il poliziotto annuisce, ne offro un paio al carcerato, altrettante ai poliziotti. Il detenuto incrocia i miei occhi, ha nello sguardo una rassegnazione infinita. Una gomitata del poliziotto, e lui ringrazia con un cenno stanco del capo.
Facciamo sosta in un villaggio di poche case: scendono tutti, fanno la fila davanti a due piccole macellerie che fanno da posto di ristoro. In mezzo a nuvole di mosche si scelgono polpettine rosse, spiedini, costolette di montone da saltare sul fuoco di qualche griglia annerita. La tadjine, una sorta di stufato in una pentola di terracotta, è l’alternativa, con tanto sugo dove affondare grossi pezzi di focaccia, tante patate e un unico pezzetto di carne. Si aspetta senza fretta che l’ultimo dei viaggiatori abbia terminato, e si riparte. Prima di arrivare, un boato ci sveglia dal torpore, e la corriera sbanda cigolando. E’ scoppiata una gomma, l’iman scende, stende la stuoia verso La Mecca e ne approfitta per pregare. Mezz’ora, e ripartiamo; dieci minuti, un altro boato, e un’altra gomma. Altro cambio: ora le ruote di scorta sono finite. Se ne salta un’altra devono venirci a prendere. Chissà quando. Per fortuna arriviamo a Marrakech senza altri intoppi. Sono passate 6 ore, ma potevano essere 3 o 9. E pensare che c’è chi chiede a che ora arriva il puliman.
Ci sono città che si insinuano in te come una malattia, e te le porti dentro per tutta la vita. Marrakech è una di queste. La polvere dei vicoli, il rosso delle mura, la puzza di orina d’asino, il muezzin che annuncia l’alba di una notte dolce che profuma di arance e di menta.
La piazza Jamaa Ei Fna è il cuore di Marrakech, un caravanserraglio di musicanti e incantatori di serpenti, coloratissimi venditori d’acqua e cartomanti, giocolieri e danzatrici, un circo felliniano a cento piste aperto 24 ore al giorno. Oltre le basse arcate della piazza, il suk grande come una città, un mercato diviso in quartieri dove trovi di tutto. Nascoste nel suk.. le moschee e le scuole islamiche, perle architettoniche intessute di ombrosi arabeschi.
Nel suk contrattare è uno stile di vita: ti siedi su uno sgabellino e puoi andare avanti tre, quattro ore hai tutto il tempo del mondo — per comprare un tappeto o una collana Tuareg. Nel frattempo bevi cinque o sei the alla menta, racconti e ascolti. Alla fine il venditore è un amico, non di rado ti inviterà nella sua casa per una cena tipica o per passare la notte se non hai dove dormire, Al contrario, se acquisti subito, se non contratti, per quanto tu possa pagare lo stesso oggetto dieci volte tanto, sarai disprezzato e forse anche un po’ schernito.
A Marrakech è il mese di giugno come ogni anno è in corso il grande Festival del folklore Musicanti e ballerine arrivano a centinaia da tutto il Maghreb, e danno vita a notti di vera magia. AI mattino provano, sotto le coloratissime tende berbere piantate nel parco della città. Seguo ammirato i movimenti sinuosi delle danzatrici, i ritmi avvolgenti dei suonatori, poi uno di loro mi da una specie di tamburo, e mi dice di suonare. Panico, ma dura poco: in pochi secondi prendo il ritmo, e batto a hmgo sulla pelle tesa del tamburo, sempre più preso dalla musica, finché non mi fanno male le mani. L’applauso più grosso alla fine è per me. A sera, il grande spettacolo: danze, musiche, un banchetto da mille e una notte, caroselli a cavallo. Un sogno arabo per turisti, che qui sono tanti, specie inglesi.
La mattina dopo, a mezzodì, prendo la corriera per Ouarzazate. Otto ore per traversare l’Atlante, con scorci superbi di una montagna imponente e amata, perché porta un bene prezioso: l’acqua. Un corteo di matrimonio, a piedi naturalmente, donne che lavano i panni nell’acqua del torrente, e ancora polpette e spiedini e mosche. Superato il passo, ecco il vento caldo e sabbioso che soffia dal Sahara.
Il deserto è un’esperienza unica, personale, forse mistica come e più del mare. Er Rachidia è un antico forte militare. Scendo dal pullman a mezzogiorno, e resto solo in una grande piazza sotto un sole dardeggiante. Dopo un’ora trovo un grand Taxi per Erfoud, una vecchissima sgangherata Mercedes sulla quale ci pigiamo in otto, spendendo pochi Dirham.
Erfoud è un villaggio western allineato su una pietraia infuocata, Abdullah e Abdel hanno 13 anni e si autonomimano mie guide ufficiali, Del resto dicono — abbiamo lavorato con Salvatores in Marrakech Express, e mostrano una foto di loro bambini con Abatantuono. Mi trovano da dormire in un alberghino in stile moresco un oasi di fresco nella calura, e il giorno dopo mi conducono sulla Land Rover di un cugino nel tour degli Car, antiche utta fortificate fino a Rissani, dove passo il pomeriggio al mercato del bestiame, boigia di polvere, vento caldo e animali che ragliano, muggiscono, belano sotto il sole.
Un’altra tiepida notte di stelle, ed eccoci tutti in Land Rover diretti a Merzouga, l’oasi, con le palme, 11 ruscello, i bambini che giocano con salamandre che chiamano “pesci di sabbia”. Vicino c’è anche un lago nel bel mezzo del deserto di pietre, e i fenicotteri che volano lenti non sono un miraggio. Ma lo spettacolo vero è l’Erg Chebbi, l’inizio del grande deserto: si scorge da lontano, una lunga linea rosso fuoco all’orizzonte. E’ un’infinita catena di dune di sabbia rossa e morbida, alte più di 150 metri. Da qui in poi è tutto deserto, per giorni e giorni, e le oasi più vicine sono distanti centinaia di chilometri.
Mohammed è un giovane Tuareg, o almeno così dice. Gestisce un barrino proprio sotto le grandi dune, è vestito di blu e il turbante lascia vedere solo gli occhi. “Italiano?” chiede, “di dove?”. Toscano. Ride: “Vuoi una Coca ‘ola con la ‘annuccia ‘orta” mi dice? Al mio stupore spiega che lì arrivano parecchi toscani con Avventure nel Mondo. Poi mi fa scegliere un cammello: “Buona scelta”. “Ha un nome?”, chiedo. “Certo, si chiama Jimy Hendrix. Perché? E’ pazzo come lui...”. Gli dico che avrei preferito Eric Clapton, poi mi rassegno e in groppa a Jimy Hendrix mi avventuro per qualche chilometro caracollando nel deserto. Mohammed mi segue.
Gli chiedo di lasciarmi solo, non fiata, si allontana e sparisce nel mare di sabbia. Resto li, quasi al tramonto, in mezzo a dune infinite, nel silenzio più completo, nella solitudine più totale. Ma con dentro di me un senso di totale serenità. Per oltre un’ora, il deserto ha i miei occhi, e io faccio parte del deserto. “Sei un uomo fortunato”, dirò a Mohammed sulla via del ritorno. “Lo so”. Poi via di nuovo verso Erfoud, silenziosa e deserta sotto il chiaro di luna.
E’ mattina presto quando lascio in fondo alla strada polverosa Erfoud, il ricordo rossastro del mare di sabbia, e un pezzo di cuore. Sono stato fortunato, il grand taxi per Fez ha trovato subito i suoi passeggeri: con l’autista dai baffi curati, alto, magro e scuro di pelle, c’è un giovane sulla trentina dall’aria sveglia. E’ amico dell’autista, col quale parla fitto fitto; davanti con loro un anziano contadino, Dietro, con me rincantucciato in un angolo, una giovane donna — probabilmente una vedova — con gli occhi nerissimi, tenuti bassi dietro al chador corvino, e i suoi due bambini, lei di una decina d’anni, silenziosa e tranquilla, si pende cura di una bamboletta di stoffa; lui di tre o quattro anni, che mi guarda, mi fa le boccacce, mi sorride seminascosto dietro il braccio protettivo di mamma.
Il ragazzo davanti si presenta, Abdilmajid, e pare molto interessato alle mie storie. L’autista ascolta silenzioso, come la donna, mentre la scassatissima Mercedes macina chilometri sotto un sole dardeggiante, con la pietraia sotto le gomme che si trasforma prima in uno stradello sterrato, poi in asfalto bollente, Si superano puliman scoppiettanti e fumanti, in difficoltà sulle salite, e greggi di pecore. Ci stringiamo dietro, e sale anche un altro contadino, e anche lui non apre bocca. La apre invece, la bocca, il piccolo Selim, il bambino, che prima mi guarda con una faccia sgomenta, poi mi vomita addosso i dolcetti mangiati per colazione. Ci fermiamo, la madre è desolata, si scusa con lo sguardo; la tranquillizzo. Dovrò farlo altre tre o quattro volte, tante quanti i malesseri di Selim, che ogni volta mi guarda con aria un po’ colpevole, e mi innaffia da capo Inconvenienti del grand taxi. In compenso i miei fazzolettini al profumo di limone diventano il gioco più bello per la bimba, che ora cura il fratellino e la bambola con lo stesso amore.
Finalmente, è mezzogiorno, ci fermiamo ad una piccola trattoria lungo la strada, mosche e polpette, ma anche spiedini e costolette, e aranciata e the alla menta. Chiedo il conto, il padrone mi scruta nella penombra e butta li una cifra. Mi sembra parecchio, ma al cambio saranno si e no tremila lire. Faccio finta di niente e sto per pagare. Mi ferma Abdilmajid: “Quanto ti ha chiesto?” dice in francese, Rispondo. “Troppo, dagli un quinto di quello che ti ha chiesto”. Non faccio in tempo a replicare, lui è già su tutte le furie, inveisce in arabo contro il padrone, capisco solo una parola, “vergogna”. Il padrone non ci sta, gli dice di farsi gli affari suoi, devo intervenire per separarli. Abdilmajid è fuori di sé, pronto a scattare come una molla: prende pochi dirham, ci sputa sopra, li tira in faccia all’oste, che urla minacce incomprensibili.
Risaliamo sul grand taxi, tutti si scusano con me, anche la donna scuote la testa. E io li a dire che non è successo niente: macché, sono desolati, discutono con calore per un’altra mezz’ora. Intanto il paesaggio cambia, si sale su strade di montagna, ma ben diverse da quelle dell’Atlante: la chiamano la Svizzera marocchina: pare impossibile a queste latitudini, ma è proprio così, ci sono foreste d’abeti, e baite in legno col tetto a punta e i fiori alle finestre. E’ un posto da ricchi, mi dice Abdilmajid, in inverno ci vengono a sciare.
Qualche decina di chilometri, e le linee verticali degli abeti si ammorbidiscono in coloratissimi boschetti di aranci. Il sole inizia a calare quando si apre davanti al muso del Mercedes la grande vallata di Fez, un puntaspilli di minareti, da lontano un puzzie fittissimo di vita, case, colori. Abdilmajid mi chiede dove ho l’albergo. “Devo cercarlo”, rispondo: gli occhi gli luccicano; parlotta con l’amico autista, poi mi dice con l’aria di chi non ammette repliche “Stasera resti con noi”.
Lasciamo la vedova con i bambini in una piazzetta sterrata in periferia, fra baracche di mattoni e lamiera, e proseguiamo in quartieri dall’apparenza un po’ meno povera, case squadrate in mattoni chiari e per tetto ampie terrazze. Ci fermiamo davanti ad una casa a tre piani. Abdilmajid dice di essere studente universitario, ha trascorso due mesi a casa, a Er Rachidia, e ora è di nuovo qui, per una lunga stagione di studi nell’antica università di Fez, L’autista è un suo parente che l’ha portato gratis. Ho accettato l’ospitalità dopo qualche resistenza, e sono già pentito. Mi fingo tranquillo, ma qualche preoccupazione ce l’ho, seppure cerchi di nasconderlo anche a me stesso: ok, vediamo cosa succede.
Saliamo al secondo piano nell’ingresso piccolissimo, un metro per due, una cucina a gas, quindi una grande stanza Dentro due ragazzi e due ragazze, nessun mobile né armadi, solo vecchi tappeti lungo il perimetro pochi abiti stinti appesi ad attaccapanni di fortuna. I ragazzi e le ragazze saltano addosso ad Abdilmajid e Io ricoprono di baci ed abbracci, Lui mi presenta, e divento il centro dell’attenzione Mi fanno sedere su un tappeto, mi offrono il the. Due ragazzi lei davvero molto carina sono fidanzati, si vede subito. Non abitano qui, sono amici, e la cosa mi dispiace un po’. Qui con Abdilmajid vivono invece, Habiba, una cicciottella un po’ invadente e chiacchierona, Mohammed, un lungagnone sui 25 anni un po’ stonato, sempre con un dito nel naso, e fin troppo affettuoso, e un quarto silenzioso e schivo di cui non capisco bene il nome. Stanotte restiamo qui anche io e l’autista del gran taxi.
Mi raccontano in un francese lento e sinuoso brandelli di vita universitaria, lontano da casa, mica tanto diversa dalla nostra: però qui tutto è essenziale, praticamente non ci sono oggetti, mobili, soprammobili. Due abiti, uno pesante e l’altro leggero, una pentola, un grande vassoio dove si mangia tutti. Una buca in uno stanzino, su a tre piani, in terrazza, e una catinella con l’acqua sono i servizi igienici. Scende una sera tiepida come una camomilla, e facciamo una passeggiata tutti insieme all’università, bassi edifici bianchi, file di studenti in attesa dell’esame, rituali e scaramanzie, sorrisi e lacrime, non c’è differenza con le aule dei nostri atenei. Mi tranquillizzo: una punta di preoccupazione che mi resta solo per le eccessive effusioni che vedo scambiarsi fra uomini: i miei amici camminano per mano o abbracciati, si accarezzano, si tengono stretti stretti: nessun problema, ma evitato ormai il rischio di cadere in mano a rapinatori o che so io, mi risparmierei volentieri esperienze sessuali alternative, Scoprirò solo molto più tardi che il linguaggio dei gesti nei paesi arabi è ben diverso dal nostro. E mi sentirò in colpa per aver dormito con un occhio solo.
Torniamo a casa, e mentre Habiba e Mohammed mi ricoprono di domande e di premure, mangiamo insieme dai grande piatto uno stufato di agnello e olive dall’aspetto non troppo invitante: invece è buono, mi resterà nella memoria come uno dei piatti più buoni mai assaggiati. Andiamo avanti fino a tardi, raccontandoci: mezzanotte è passata, quando saliamo in terrazza. E’ una notte calda e dolce, profumata di arance e di menta, e le stelle sono più del solito, e più brillanti, Mohammed, col suo dito nel naso, pende dalle mie labbra, Habiba vuoi sapere tutto e subito, Abdilmajid mi chiede soprattutto dell’italia. Il suo sogno è di laurearsi, poi di venire subito da noi; un suo lontano parente vive a Brescia e fa sapere che non sta male, meglio che in Francia. E poi l’ha visto anche in televisione, come vivono gli italiani: “Sono bravi, sono amici, sono come noi marocchini: io lavorerò con loro, gli farò vedere quanto valgo”.
Lascia perdere, Abdilmajid, non è una bella vita quella che ti aspetta in Italia, e la gente non è poi così buona. Macché, lui ha il suo sogno, e non vuole lasciarselo incrinare. Buonanotte Abdilmajid, buonanotte a te e a tutti i ragazzi come te che hanno cercato l’America in Italia: da domani, lo so già, nei loro occhi vedrò i tuoi occhi. La mattina tardi mi accompagnano tutti alla stazione, il treno mi riporterà a Casà, a cercare la mia notte alla Bogart. Habiba mi abbraccia, Abdilmajid mi stringe forte la mano, col suo sguardo franco e ancora pulito, Mohammed, non mi si stacca di dosso, mi guarda salire sul treno e piange silenzioso, col suo dito nel naso.
Casablanca, giugno 1995
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Presentato oggi a Brescia lo spettacolo ALIS; dal 7 al 9 aprile l’emozione del Nouveau Cirque, il circo moderno, l’eccellenza dell’arte circense contemporanea, sarà per la prima volta al Palageorge di Montichiari, Brescia.
Dice Giampiero Garelli, Show Director: “Dopo il successo dell’anno scorso, con 33 spettacoli, oltre 39.000 spettatori e 11 sold out in 9 città, le aspettative sono alte. Il passaparola e l’entusiasmo del pubblico hanno decretato il successo di un progetto entusiasmante. Quest’anno andremo per la prima volta nei Palasport e abbiamo scelto molte città di medie dimensioni proprio per portare al pubblico italiano uno show che altrimenti non avrebbero occasione di vedere”.
Onofrio Colucci, direttore artistico di fama mondiale, con alle spalle tre spettacoli del Cirque du Soleil, aggiunge: “Colori, suoni, fantasia, musica…abbiamo inseguito l’eccellenza chiamando i più grandi artisti, provenienti da tutto il mondo, e abbiamo costruito uno spettacolo che, a differenza dei grandi show del Cirque du Soleil, mette al centro la performance, la creatività del singolo. Lo spettacolo parla di sogno e farà sognare; la qualità degli artisti è qualcosa di mai visto in Italia e raramente all’estero”
Conclude il produttore Roberto Forcherio: “Ringrazio tutti gli artisti che hanno creduto in questo progetto e voglio anche sottolineare lo sforzo produttivo per portare lo show nel palasport, dove abbiamo ricreato la pista centrale del circo. Il cast artistico e tecnico è incredibile: non vediamo l’ora che il pubblico possa apprezzare questo progetto”.
ALIS è spettacolo per tutte le età e per tutta la famiglia. Lo è anche il prezzo del biglietto, che va incontro alle possibilità di tutti per godersi un grande spettacolo: i biglietti sono in vendita a partire da € 15 online al sito www.fastickets.it e presso le prevendite abituali ZED! (elenco completo al sito www.zedlive.com).
ALIS è un viaggio emozionante e vibrante con i migliori acrobati e performer di ogni specialità del “nouveau cirque”. Un cast formidabile che vanta partecipazioni ai più noti show del Cirque du Soleil e del mondo, e che porta in scena un vero e proprio Gran Galà in un’atmosfera suggestiva creata da scenografie essenziali e nel quale lo spettatore è immediatamente coinvolto. Tutto lo show è progettato per esaltare i numeri incredibili e sorprendenti di questi artisti e arrivare direttamente al cuore dello spettatore.
Per raggiungere questo risultato ci sono personaggi di consolidata esperienza e di assoluto prestigio internazionale. Tra questi Onofrio Colucci alla Direzione Artistica, oltre che nel ruolo di Maître de Cérémonie dello spettacolo. Colucci è tra i protagonisti del Cirque de Soleil con le sue significative partecipazioni agli show “O”, “Zaia” e “Zed”. Poi Ugo Nespolo, grande artista contemporaneo che ha creato tutte le scenografie.
La colonna sonora è originale, appositamente composta per ALIS da La Femme Piège, mentre luci ed effetti speciali sono curati da Alessandro Verazzi.
Tra le stelle che accenderanno l’entusiasmo degli spettatori in questo nuovo tour e che hanno fatto il successo di ALIS ci sono Yves Decoste, una leggenda del Cirque du Soleil in Quidam, Journey of Man, Midnight Sun, Zed e vincitore del Clown d’Argento al Festival Internazionale del Circo di Monte-Carlo; Jonathan Morin, con oltre 1.000 partecipazioni nel Cirque du Soleil in Dralion, Solstrom, Quidam; Dominic Lacasse, famoso nel mondo come Human Flag e detentore di ben due World Guinness Record; Zalesvskyy Anatoliy superstar nello spettacolo Zarkana del Cirque du Soleil e Clown d’Oro al Festival Internazionale del Circo di Monte-Carlo.
Insieme a loro ci sono gli altri magnifici artisti, tutti protagonisti sulle piste prestigiose delle più importanti produzioni mondiali del circo contemporaneo, da Las Vegas a Orlando, da Monte Carlo a Mosca.
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ALIS: Gran Galà con i migliori artisti del Cirque du Soleil e del mondo al Palageorge di Montichiari Presentato oggi a Brescia lo spettacolo ALIS; dal 7 al 9 aprile l’emozione del Nouveau Cirque, il circo moderno, l’eccellenza dell’arte circense contemporanea, sarà per la prima volta al Palageorge di Montichiari, Brescia.
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