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Precari della scuola: una lotta per la dignità e la giustizia. Gli Idonei Esclusi del Concorso PNRR denunciano l’ingiustizia di un sistema che non riconosce meriti né diritti ai docenti precari
Il grido d’aiuto dei docenti Idonei Esclusi del Concorso PNRR 2023/2024 risuona come un atto d’accusa contro un sistema che sembra aver dimenticato i suoi principi fondamentali: il riconoscimento del merito e la valorizzazione delle competenze.
Un’ingiustizia che non possiamo ignorare.Il grido d’aiuto dei docenti Idonei Esclusi del Concorso PNRR 2023/2024 risuona come un atto d’accusa contro un sistema che sembra aver dimenticato i suoi principi fondamentali: il riconoscimento del merito e la valorizzazione delle competenze. Migliaia di insegnanti che hanno superato le prove di un concorso pubblico si trovano ora in una situazione…
#abilitazione docenti#Alessandria today#concorsi pubblici insegnanti#concorsi pubblici scuola#concorso PNRR 2023#dignità insegnanti#diritti docenti#docenti esclusi#docenti Italia#docenti precari#educazione e diritti#futuro docenti#futuro scuola italiana#Google News#graduatorie scolastiche#graduatorie trasparenti#Idonei Esclusi#ingiustizie concorsi#ingiustizie scolastiche#insegnamento Italia#insegnanti abilitati#insegnanti precari#insegnanti precariato.#italianewsmedia.com#lotta per i diritti#merito e scuola#meritocrazia scuola#Pier Carlo Lava#PNRR scuola#politica scolastica
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Tra meno di un mese... Sarà passato un anno da quando ho pubblicato il mio libro... Ho voluto pubblicarlo il giorno del mio compleanno, il primo dicembre. Non l'ho mai letto... Non l'ho mai preso in mano e letto tutto d'un fiato... Si, l'ho sfogliato... Letto qualche pagina... Qualche poesia... Ma faceva troppo male e ho sempre desistito... Credo che sia ora di provare a leggerlo... Oggi è questo che mi impongo di fare... Rivivere la mia storia... 🖤
~ Virginia ~
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🇫🇷 FRANCIA. APPROVATO L'"EMENDAMENTO PFIZER" Silenziosamente, il Parlamento francese ha approvato mercoledì scorso un emendamento all'art. 4 della legge sulla "Lotta alle derive settarie", che introduce una pena fino a tre anni di reclusione e un'ammenda fino a 45.000 Euro per chiunque critichi i vaccini a mRNA o le terapie geniche. L'"emendamento Pfizer" come è stato ribattezzato dal deputato Florian Philippot, leader del partito Les Patriots, di fatto equipara la libera scelta di trattamento a una "deriva settaria" e criminalizza chiunque sconsigli trattamenti medici che siano "evidentemente idonei" sulla base delle attuali conoscenze mediche:
È punita con un anno di reclusione e un'ammenda di 15.000 euro la provocazione ad abbandonare o ad astenersi dal seguire un trattamento medico terapeutico o profilattico, allorché tale abbandono o astensione venga presentato come benefico per la salute delle persone interessate quando invece, allo stato delle conoscenze mediche, ciò sia chiaramente suscettibile di comportare gravi conseguenze per la loro salute fisica o psicologica, tenuto conto della patologia di cui soffrono.
È punibile con le stesse sanzioni la provocazione ad adottare pratiche presentate come aventi scopo terapeutico o profilattico nei confronti delle persone interessate allorché è evidente, allo stato delle conoscenze mediche, che tali pratiche espongono le stesse ad un rischio immediato di morte o di lesioni tali da comportare mutilazioni o invalidità permanente.
Quando alla provocazione prevista dai primi due commi abbiano fatto seguito gli effetti, le pene sono aumentate a tre anni di reclusione e a 45.000 euro di multa.
Quando tali reati siano commessi attraverso la stampa scritta o audiovisiva, per quanto riguarda l'individuazione dei responsabili si applicano le specifiche disposizioni delle leggi che regolano la materia.
Fonte: Sénat Français
Giorgio Bianchi
Fine della libertà di cura...
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L'IBA_Boxing ha rilasciato una dichiarazione sulla squalifica del 2023 di Imane Khelif e Lin dal campionato mondiale di pugilato femminile.
Nella dichiarazione, l'IBA nota esplicitamente che i due pugili NON si sono sottoposti a un test per esaminare i loro livelli di testosterone.
Questo è fondamentale, poiché è stata diffusa una disinformazione che attribuisce la squalifica di Lin e Khelif a semplici livelli elevati di testosterone.
Coloro che hanno diffuso questa disinformazione hanno l'impressione che Lin e Khelif possiedano cromosomi XX e hanno messo in dubbio la segnalazione suggerendo che potrebbe non essere così.
Ora è confermato che il loro testosterone non è stato controllato, né è stato il motivo della loro squalifica o del loro dichiarato vantaggio competitivo.
Invece, l'IBA afferma che è stato condotto un test "separato e riconosciuto" che ha riscontrato che entrambi i pugili non erano idonei a competere nel pugilato femminile.
L'IBA fa anche riferimento ai verbali del consiglio direttivo di Nuova Delhi del 2023, che, una volta esaminati, rivelano che i campioni di questi due pugili sono stati esaminati da due laboratori separati che hanno scoperto che non soddisfacevano i criteri di ammissibilità.
Altrettanto cruciale: né Lin né Khelif hanno contestato la decisione dell'IBA.
Poiché il loro testosterone non è stato esaminato, diventa estremamente ovvio che l'IBA ha effettivamente sottoposto Lin e Khelif a test cromosomici.
Questo è qualcosa che è stato confermato informalmente dal presidente dell'IBA Umar Kremlev a Tass News nel 2023, che ha aggiunto che i pugili squalificati avevano "cromosomi XY".
Ciò è ulteriormente confermato dal fatto che l'IBA definisce "donna" come "un individuo con cromosoma XX".
Descrive inoltre che un pugile può essere sottoposto a test per confermare se ha tali cromosomi, che servono come criteri di ammissibilità per la boxe femminile IBA.
L'IBA ha rilasciato questa dichiarazione fondamentale, confermando che né Lin né Khelif dovrebbero combattere contro donne. (testo riassunto dal web)
LINK della IBA
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Questo a chi mi dice insultando che il regolamento ha stabilito che Khelif è una donna perciò può gareggiare e che Carini è una piagnona e quindi se ne tornasse a casa.
L'ottusità mentale di questa società non ha fondo, non ha argini, non ha che il marcio delle convinzioni che ama tanto ingurgitare.
#zombie#società#società malata#svegliatevi#aprite gli occhi#sistema#manipolazioni#verità#rincoglioniti#mondo marcio#discernimento#ottusi#responsabilità#schiavi#sport#olimpiadi#francia 2024#imane khelif
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non Edi Rama
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Leggevo di sfuggita la polemica che ha coinvolto il prof. Rovelli, che trovo interessante nel suo ambito di studio, il modello di un universo atemporale, ma che per qualche ragione legata presumo al suo ethos (ethos anthropoi daimon), al di fuori del suo ambito indossa la divisa dell'intellettuale con i sandali (per una suggestione francescana i sandali costituiscono un accessorio imprescindibile del trovarobato di sinistra) ed esprime concetti piuttosto elementari in linea con i dettami di un certo pacifismo hippie (mettete dei fiori nei vostri cannoni). La cosa sgradevole è che tali dichiarazioni ormai perlopiù innocue vengano subito stigmatizzate come si trattasse di pericolosissime eresie ("il professor Rovelli è filorusso!, forse è pure novax!"), d'altronde viviamo ormai in uno stato di nevrastenia permanente in cui un'escursione termica di appena quattro gradi è sufficiente per strillare al "crollo termico". L'hanno pure escluso, dice il professore Rovelli, da un incontro che si doveva tenere non so dove perché le sue posizioni sull'Ucraina sono state giudicate "controverse" (salvo forse ritrattare). Io non voglio vivere in un mondo in cui bisogna presentare il patentino di filo-ucrainismo per essere giudicati idonei ad esprimere un qualsiasi pensiero, questa è ideologia, non è più libertà.
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Cinque di Spade.
"Il Maschile congeda le sue Ombre".
A volte abbiamo timore di usare la Spada.
La Spada è un Dono dello Spirito. E' il più potente strumento energetico del Maschile.
E va usato se serve.
Allontanare con fermezza ciò che non si allinea al nostro Campo Energetico, non è un atto di scortesia e nemmeno una forma di "fallimento relazionale".
Ci sono persone che non si pongono con la Vibrazione giusta durante il contatto con l'Essenza dell'Altro. Per superficialità, incoscienza, dinamica disfunzionale o profondo dolore irrisolto.
Ma ciò non le giustifica.
Nessuno è autorizzato ad entrare in Casa d'altri senza invito, con le scarpe infangate e senza bussare prima dell'ingresso.
L'Ospite è sacro, se è portatore a sua volta di un Dono.
Nella relazione non si entra mai "a mani vuote". E' una legge compensativa. Ciascuno porta il meglio di ciò che in quel momento è in grado di manifestare, affinché lo scambio avvenga nella piena ricchezza e condivisione e non nell'ormai noto "vampirismo energetico" o nel classico copione della "stampella del claudicante".
Tutti abbiamo qualcosa di prezioso in "eccesso" che possiamo donare. Nessuno escluso. Qualcosa che ci caratterizza nel profondo, che ci rende unici e speciali, che l'Altro può ricevere con gioia e gratitudine.
Ci vuole un atto costante di Volontà, di Rispetto, di Maturità per poterci permettere Relazioni Sane e Abbondanti.
Prima di entrare dentro le "stanze altrui", chiedetevi se state portando la vostra Pace o state addossando all'Altro la vostra Guerra interiore.
E se anche fosse per voi impellente manifestare il vostro Conflitto interiore, chiedetevi se quello che state scegliendo di esprimere in modo così irruento e avventato, sia "collocato" nel luogo più consono e protetto per l'elaborazione del vostro vissuto di fatica e dolore.
Non tutti i luoghi sono "idonei".
E il Dolore, affinché non diventi solo una "sgorgata temporanea", merita una attenzione e rielaborazione supportata, competente, valorizzante. Perché esso è una potente fonte di Evoluzione se condiviso nella piena Coscienza e Volontà di Trasformazione.
Se l'incendio interiore è ancora vivo e potente dentro di voi, continuerà a togliere ossigeno ai vostri sogni, desideri e intenti.
Se la rabbia sotterranea vi acceca e governa la vostra Vita, non basterà buttarci una tazza d'acqua per spegnerla.
Non è "colpa dell'Altro" che non vi accoglie, che è cattivo, che vi ha abbandonato, che non vi ascolta, che è immaturo.
Sei tu che scegli di restare dove non sei accolto nell'Amore.
Hai scelto tu di concedere all'Altro di entrare nel tuo Campo.
Magari all'inizio è stata l'illusione o l'inesperienza a prevalere. Magari non si è voluto dare credito alla "voce del Sentito".
Ma le menzogne oramai hanno vita breve. Soprattutto in questi meravigliosi Tempi, dove la Verità è sempre più manifesta e dove il Re è nudo e la Regina disarmata.
Possiamo allontanare. Possiamo "perdere". Possiamo concederci la nostra Pace. E lasciare all'Altro la sua Guerra.
Possiamo sfoderare la nostra lucente "Spada interiore".
Non per offendere o trafiggere. Non è necessario.
Essa è potente ed è guidata dal Potere interiore. Non diventa contundente. Solo allontana dal Campo, senza nulla ferire.
Il Maschile non è obbligato a ricorrere alla Violenza. Può scegliere la "Fermezza".
Il presunto "nemico", specchio esso stesso del nostro conflitto interiore, non va condannato, né umiliato o denigrato, va compreso e invitato con autorità ad abbandonare i nostri preziosi confini interiori.
E se tutti allontanassero con Grazia e Risolutezza ciò che inquina l'Essenza, se si smettesse di alimentare il "veleno relazionale", avremmo un'aria pulita e respirabile. Per tutti.
L'Ombra, lo spettro delle paure più recondite, continuerà a bussare alla Porta in questi giorni. Per congedarsi. Per l'atto finale di "scelta interiore".
Guardatela negli occhi e sorridete con gentilezza.
Non invitatela a restare, se non avete più voglia o bisogno di viverla.
Porgetele un saluto di commiato. Vi ha regalato tanto, è stata preziosa maestra di mille insegnamenti. Ma è ora che lasci il vostro Corpo Eterico. E si dissolva nella sua stessa inconsistenza.
In questi giorni molte Ombre risaliranno dalla Terra per essere viste e risolte.
Per alcune non servirà nemmeno sfoderare la Spada. Per altre magari sì.
Ma sempre con Eleganza e Saggezza. E tanto, tanto Amore per voi stessi!
Buon Venerdì, altamente trasformante e colmo di novità.
Mirtilla Esmeralda
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Anche se la maggior parte delle mie royalties arrivano dai gialli, provo un pochino di amarezza nel constatare che ormai solo i vari commissari e ispettori hanno successo nella stragrande maggioranza dei lettori.
Comunque questo è il mio ultimo romanzo NON-poliziesco.
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Per la Corte d’Appello di Torino, offrire rifugio ai migranti in attesa di aiutarli a superare illegalmente il confine con la Francia si configura come «stato di necessità»: confermato il verdetto del primo grado.(...)
Una storia da libro Cuore, apparentemente, se non fosse che l’edificio di fatto era diventato una base logistica dell’immigrazione clandestina, in un continuo via vai di disperati intenzionati, e in questo modo agevolati, ad attraversare il confine irregolarmente. Per quasi quattro anni. Poi nel marzo del 2021 arriva lo sgombero e gli anarchici vengono indagati per invasione di terreni o edifici. (...)
Il Tribunale li riconosce responsabili del reato di «invasione di edifici», ma concede l’assoluzione per «tenuità del fatto». Una vittoria «a metà» spiegano gli avvocati, quindi non abbastanza. E così decidono di andare avanti e rivolgersi alla Corte di appello di
Torino che con una sentenza emessa ieri decide di accogliere la richiesta delle difese di applicare l’articolo 54 del Codice penale in base al quale chi commette un fatto perché «costretto dalla necessità di salvare sé o altri da un pericolo di un danno grave alla persona» non è punibile. «Una questione di principio», commenta l’avvocato Sara Gamba, che in questo modo ha fatto assolvere pienamente l’operato degli anarchici.
«In primo grado il giudice aveva escluso lo stato di necessità dei migranti perché la situazione di pericolo non era immediata, ma durava anche diversi mesi», spiega. «Poi evidentemente i giudici hanno capito che i migranti, trovandosi in quelle zone di montagna senza posti dove andare e a volte con abiti estivi in pieno inverno, correvano pericoli gravissimi e che gli imputati, non hanno fatto altro che salvare le persone», sottolinea l’avvocato Danilo Ghia.
Una questione di principio che sicuramente soddisfa quanti avevano trasformato la casa cantoniera non tanto in una questione umanitaria ma in una vera battaglia politica. «Contro tutte le frontiere e il decreto Salvini», recitava un cartello affisso all’esterno dello stabile autogestito e occupato. Mentre sui social ripetevano che «la solidarietà non si sgombera» ricordando come tra i migranti di passaggio ospitati all’interno della casa vi fossero anche molte famiglie. Non solo, a detta degli attivisti l’occupazione sarebbe nata in seguito ai molti casi di morti sul percorso, almeno una trentina negli anni a ridosso dell’apertura del presidio.
In realtà, la zona non era priva di strutture autorizzate all’accoglienza. A circa 500 metri dalla casa cantoniera c’era il rifugio Massi, gestito dai salesiani, che operava però in orari limitati e inizialmente aveva una capienza ridotta a 20, 30 unità. (...) Dure infatti le parole del sindaco di Oulx, Paolo de Marchis, che all’epoca dei fatti aveva definito l’occupazione incomprensibile: «Chi vuol accompagnare i migranti in Francia a tutti i costi, è un porta di morte. In montagna d’inverno, con vestiti non idonei, rischia di morire». Non solo. Il primo cittadino aveva spiegato come la zona non fosse certo priva di progetti di accoglienza autorizzati e ben avviati, in procinto di essere ampliati. Ben diversi dalla casa cantoniera occupata che, secondo quanto aveva riferito la prefettura al momento dello sgombero, si era presentata in uno stato di completo degrado e pessime condizioni igieniche. «L’occupazione sembra una iniziativa contro le istituzioni, un modo di andare contro il nostro impegno che va anche nella direzione di aiutarli a capire che affrontare la montagna significa quasi sicuramente morire». (...)
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Dobbiamo osservare una buona volta questo centro della gente media, dobbiamo esaminare questa «media» che la sa tanto più lunga, questo cosiddetto centro organico, naturale, terrestre, il «centro» più bello di questo mondo. Mettiamolo una buona volta a fuoco questo «centro»: questo «centro» è l’Occidente, che vuole aver paura. Non aver paura significa già essere irreligiosi e antiumanitari.
E con questa paura vanno a corsa sfrenata attraverso il tempo, ci trascinano tutti con loro, hanno tanta fretta. A teatro, per stordirsi, vogliono vedere spettacoli in cui, nella prima scena, entra un ospite e alla vista di una ragazza si arresta attonito, nella seconda il cameriere deve inciampare facendo cadere l’arrosto in testa a un commensale – questo è il loro humour che redime, legato alla terra. A casa poi si ricordano di nuovo del loro stato di derelizione e per calmarsi prendono phanadorm.
Questo «centro» pretende di prescrivervi che cosa vi è lecito poetare e pensare, da quale punto di vista potete poetare e pensare, e vuole addirittura aiutarvi; vi fornisce psicoterapia, psicosomatica che deve rendervi idonei all’uso, sanarvi, armonizzarvi con il mondo circostante, sovrastante, sottostante; si fanno avanti con esperimenti associativi, procedimenti meditativi, ipnosi attiva frazionata, esercitazioni collettive, esercitazioni individuali, eliminazione di complessi; in cambio vi fornisce la nuova costruzione della personalità nevrotica in accordo con i migliori precetti sulla costituzione umana, e quando voi vi siete sorbiti tutto questo a spese delle Casse malattie, forse siete di nuovo idonei a un’utilizzazione, diciamo quaranta giorni nell’industria tessile.
Questo è dunque il «centro», con tanto di analisi eziologica o sintesi teleologica
- No, da questo «centro» non accetto insegnamenti.
Gottfried Benn, Lo smalto sul nulla
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Ciao!!! Posso sapere di che libro si trattaaaa grazie
Certamente... È un libro che parla di una metamorfosi... La mia... Di quelle che ti costringono prima a morire per poter poi rinascere... Nessun cambiamento è mai privo di dolore... È un libro che parla di amore... Di sentimenti e di dolore... Un libro nato dal periodo più brutto della mia vita e che serve da congiunzione al mio futuro, che voglio radioso e pieno di me 🖤
Lascio qui una recensione di Amazon che io trovo bellissima 🖤
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Ch-ch-changes
🌟 Novità
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"IT ALERT: dopo un lavaggio del cervello collettivo permanente a forza di nudging, è logica conseguenza che un cittadino abbia bisogno di una notifica UFFICIALE per accertarsi che, se la stanza in cui si trova dondola e il palazzo oscilla, allora è davvero un terremoto e non una "fake news".
Nella "società-polizza assicurativa" , siamo giunti ormai al punto che, senza istruzioni dall'alto, non ci si assume il rischio nemmeno di reagire istintivamente a una calamità naturale. I processi psichici elementari stessi sono delegati all'autorità.
Accadeva la stessa cosa nella preistoria: se un individuo veniva scacciato dal villaggio, il suo cervello cessava di funzionare per mancanza di istruzioni. Oggi, in compenso, la regressione cerebrale è accompagnata da un automatismo opportunista, che induce ad adottare comportamenti idonei a vedersi riconoscere, in un secondo momento, -e anche a rischio della vita stessa- la ragione giuridica e il relativo indennizzo/premio.
Tutto ciò mentre in Amazzonia alcuni bambini sopravvivono ad un incidente aereo ed escono indenni da successivi 40 giorni nella giungla, e invece i nostri eroi colorati "sfidano il ministero dell'istruzione" usando lo schwa all'esame di maturità.
Resta da chiedersi in quale utilità consisterà disporre di ottimi e leggiadrissimi automi del tutto impotenti e ignoranti, quando e se IT ALERT verrà utilizzato in contesto marziale, vista l'aria che tira. Armati di asterischi, app aggiornata e gel disinfettante, ci ritroveremo, per avversari, gente abituata a maneggiare armi e familiarizzare con orsi bruni.
Non mi stupirei se sullo schermo allora apparisse : FARSI AMMAZZARE, GRAZIE, e il buon cittadino ubbidisse anche in quel caso, felice di aver seguito le regole."
Alex Tattoli
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Corrado Bonomi Rosencrantz e Guilderstern a cura di Edoardo Di Mauro Corrado Bonomi è uno degli esponenti più significativi di quell’area di “concettualismo ironico” che in Italia sta ormai definitivamente imponendosi, complice una diffusa stanchezza nei confronti dell’ininterrotta sequela di trovate neoconcettuali, tanto patinate ed estetizzanti quanto vuote di significato al di là di una diligente ma pedestre citazione di quanto abbondantemente già visto nel recente passato, che hanno qualificato in negativo gli anni ’90. Gli “ironici” si caratterizzano viceversa per una ampia dose di irriverente e caustica irrisione di molti luoghi comuni dell’immaginario collettivo. Da un punto di vista estetico le opere si presentano connotate da un estroso eclettismo, marcato è lo spazio concesso alla decorazione, frequente l’uso della pittura, espressa con modalità analitiche e concettuali, oppure con intervento “primario” su di un ampio repertorio oggettuale. Nell’ambito di un frequente utilizzo di forme provenienti dall’immaginario ludico dell’infanzia assistiamo, inoltre, ad una tipologia compositiva che prevede l’impiego di materiali sintetici e derivati plastici, idonei alla realizzazione di assemblaggi dalla colorazione viva e squillante. Corrado Bonomi, personalità dotata di un curriculum importante ed apprezzata da anni anche al di fuori dei confini nazionali, particolarmente in Germania, adopera l’oggetto con gioia e creatività infantili, mostrandoci il volto di un’arte che è gioco combinatorio, calembour di citazioni in bilico tra cultura “alta” e “bassa”, in grado di stupire chi guarda con soluzioni spiazzanti ed inaspettate, specie per chi si aspetta di fruire l’arte in una dimensione aulica ed inaccessibile. I temi prescelti da Bonomi per le sue originali installazioni castigano con soave ironia i luoghi comuni del rigore concettualista come nella serie dei “Castelli in aria”, autentici manieri d’epoca confezionati in cartone e sospesi su nuvole di cotone, sdrammatizzano senza negarle retoriche e tragedie nazionali, come nel Mussolini in miniatura affiorante da un piatto di spaghetti al pomodoro in ceramica mentre declama l’incauta dichiarazione di guerra, od ancora stravolgono il concetto di serializzazione dell’opera d’arte con la performance “Pizzeria Belle Arti” dove l’artista, sui classici involucri da asporto realizza su ordinazione, col pennello ed in presa diretta, per poi venderle a costi contenuti, pizze dai molteplici gusti, e questo solo per citare una piccola parte del suo inesauribile repertorio. Esperto nella realizzazione di opere costruite con materiali e rifiuti riciclati, altro aspetto rilevante della sua pirotecnica vena creativa, Bonomi ha studiato, per questa personale nello spazio di Fiorile Arte, una installazione ad hoc. Questa volta il tema trattato, sempre con sagace ironia, è quello del carcere. Dalla vetrata posta a ridosso della strada si potrà ammirare un tipico muro carcerario realizzato con cartoni dipinti. Entrati all’interno della galleria si noterà una porta, anch’essa di cartone, su cui è affissa una targa recante il nome di Rosencrantz e Guilderstern, “gli avi di Bibi e Bibò”, per citare le parole di Bonomi nel descrivere il progetto. Dalla fessura della porta si potrà avere, uno per volta, la visione completa dell’opera. Assistiamo quindi alla consueta ma sempre geniale commistione di elementi sapientemente decontestualizzati da ambiti diversi, dove la tetraggine del luogo di prigionia si stempera con le citazioni letterarie e fumettistiche, per concludersi con un tuffo nel passato della storia dell’arte, con i riferimenti piuttosto evidenti a “Etant donnes” di Duchamp, rispetto alla fessura da cui sbirciare voyeuristicamente la parte finale dell’opera, nonchè all’iconografia tipica delle stampe piranesiane.
Edoardo Di Mauro, gennaio 2004
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La richiesta del pm di Brescia in cui si chiede l’assoluzione di un uomo che maltrattava la moglie del Bangladesh. La vittima: “La cultura non può essere una scusa”
Va assolto dal reato di maltrattamento nei confronti della moglie perché è un fatto culturale. E’ il senso delle parole utilizzate dal pubblico ministero di Brescia nel caso di una donna 27enne originaria del Bangladesh e cittadina italiana, madre di due figlie, vittima di presunti maltrattamenti fisici e psicologici da parte del marito, poi diventato ex.
La vicenda, raccontata dal Giornale di Brescia, ha avuto inizio nel 2019, quando la donna ha trovato “il coraggio di denunciare dopo anni di urla, insulti e botte, sotto la costante minaccia di essere riportata in Bangladesh definitivamente”.
Il comportamento dell’uomo – un cugino al quale lei sarebbe stata “venduta per cinquemila euro” per un matrimonio combinato (celebrato in patria) alla morte del padre, come ha spiegato al quotidiano bresciano – sarebbe però dovuto secondo il pm al contesto culturale bengalese.
“I contegni di compressione delle libertà morali e materiali della parte offesa da parte dell'odierno imputato sono il frutto dell'impianto culturale e non della sua coscienza e volontà di annichilire e svilire la coniuge per conseguire la supremazia sulla medesima, atteso che la disparità tra l'uomo e la donna è un portato della sua cultura che la medesima parte offesa aveva persino accettato in origine” si legge nelle conclusioni depositate dalle parti in vista della conclusione del processo, che arriverà a sentenza tra qualche settimana, a ottobre.
Fin da subito la Procura aveva chiesto l’archiviazione del procedimento, ma il gip ha detto no, ordinando l’imputazione coatta per lo straniero nato e cresciuto in Bangladesh alla luce del fatto che “sussistono senz’altro elementi idonei a sostenere efficacemente l’accusa in giudizio nei confronti dell’ex marito”.
I presunti maltrattamenti denunciati dalla donna rientrerebbero però secondo il pubblico ministero nei reati culturalmente orientati, cioè quei comportamenti sanzionati dalle leggi italiane, ma tollerati secondo le tradizioni (o addirittura le norme) di altri Paesi.
Quindi “le condotte dell’uomo sono maturate in un contesto culturale che, sebbene inizialmente accettato dalla parte offesa, si è rivelato per costei intollerabile proprio perché cresciuta in Italia e con la consapevolezza dei diritti che le appartengono e che l’ha condotta ad interrompere il matrimonio – ha scritto ancora il pm nella richiesta di assoluzione per l’imputato – Per conformare la sua esistenza a canoni marcatamente occidentali, rifiutando il modo di vivere imposto dalle tradizioni del popolo bengalese e delle quali invece, l’imputato si è fatto fieramente latore”.
La donna, che vive a Brescia da quando aveva quattro anni, non ha però sopportato di essere costretta a lasciare gli studi alle superiori e segregata in casa per anni, come riporta sempre il Giornale di Brescia: “La cultura di origine non può essere una scusa. Sono stata trattata da schiava” ha commentato.
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