#golfo persico
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wgm-beautiful-world · 6 months ago
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D o h a
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esplorazionisenzaconfini · 2 months ago
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Viaggio di lusso a Dubai, Emirati Arabi Uniti !
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pettirosso1959 · 9 months ago
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Brillante idea quella della Meloni di ritirare l'Italia dal progetto della "Via della Seta", per la realizzazzione di mega infrastrutture tra Russia, Cina ed Europa, per il collegamento ultrarapido via treni TAV/Maglev, la realizzazione di nuove città e centrali nucleari per migliorare il trasporto merci, creare lavoro e nuova tecnologia, ed evitare le rotte via mare.
Un vero asso è stata a seguire Biden oltre il burrone.
La rotta artica? No?
Inoltre, restando sul tema del post, ci sarebbe anche la rotta artica.
Ma per farla ci vogliono le rompighiaccio nucleari russe che aprono la via, "Ma sono russe!" Dicono.
"E no! Lì ci sono i russi con le loro rompighiaccio nucleari, per il servizio vogliono essere pagati. Noi abbiamo imposto sanzioni alla Russia...!"
Tra l'altro la rotta artica, dal Sud-est asiatico fino ai porti di Rotterdam e Amburgo pare essere addirittura più corta di quella dal canale di Suez.
🤣🤣🤣
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unita2org · 1 month ago
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IRAN BERSAGLIO PERICOLOSO E I "DANNI COLLATERALI" SUL MONDO
Petrolio 05 Ottobre 2024 di Piero Orteca https://www.remocontro.it/2024/10/05/iran-bersaglio-pericoloso-e-i-danni-collaterali-sul-mondo/ «Israele dovrebbe colpire i siti nucleari iraniani», spara Trump elettorale per non smentirsi, mentre Biden frena Israele a colpire persino gli impianti petroliferi. Ed il principe saudita bin Salman, l’uomo forte di Riad, ha colto il punto: i danni…
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principessa-6 · 6 months ago
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Formazioni di sale nelle montagne Zagros sulla costa Iraniana del Golfo Persico...
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gregor-samsung · 6 months ago
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" Un pensiero o idea di trasferimento [del popolo palestinese risale] ai primi tempi del movimento sionista, come mostrerebbe un'annotazione del diario di Theodor Herzl: «Dobbiamo espropriare con delicatezza. […] Cercheremo di indurre la popolazione in miseria ad attraversare il confine procurandole un'occupazione nei paesi di transito; negandogliela, però, nel nostro. […] Il processo di espropriazione e di sgombero dei poveri deve avvenire con discrezione e circospezione.»¹ A distanza di quarant'anni, Ben-Gurion ribadiva il concetto: «Il trasferimento di popolazione è già avvenuto nella valle di Jezreel, nella piana del Sharon e in altri luoghi. Siete a conoscenza del lavoro del Fondo nazionale ebraico in proposito. Ora occorre realizzare un trasferimento di ben altre dimensioni.»² Durante la guerra del 1948, Ben-Gurion mise in pratica le sue raccomandazioni. In una campagna nota come "Operazione Hiram" fu realizzato un trasferimento indiscriminato di popolazione dalla Galilea. Durante questa campagna, ha scritto Morris, le forze armate sioniste eseguirono "un numero insolitamente elevato di esecuzioni di popolazione civile contro muri o nei pressi di un pozzo con notevole metodicità". Molto scrupolosamente, Morris cita ventiquattro episodi di terrorismo o di massacro, di cui i più efferati ebbero luogo a Saliha (78 uccisi), Lod (250), Dawayima (centinaia) e, ovviamente, nel già citato villaggio di Deir Yassin. Alcuni di questi massacri furono probabilmente perpetrati per ragioni tattiche: a Dawayima, nei pressi di Hebron, per esempio, "una colonna entrò nel villaggio sparando all'impazzata e uccise qualsiasi cosa si muovesse". Altri massacri rispondevano, invece, all'intento strategico di terrorizzare la popolazione affinché fuggisse. Questi massacri non furono certo tenuti nascosti dalla popolazione palestinese. Dopotutto, come ebbe a dire una volta Lenin, l'intento del terrorismo è terrorizzare. (Morris, ricordiamo per inciso, ha giustificato i sionisti richiamandosi alla logica del ben noto aforisma di Lenin: "Per fare la frittata occorre rompere le uova").
Secondo un testimone oculare di Deir Yassin: «Deir Yassin era un villaggio che fu attaccato dagli israeliani, o dai sionisti, il 9 aprile 1948. […] Incontrerà delle persone che le diranno: "Questo è quello che successe a Deir Yassin", perché loro erano là. Ho incontrato una donna che mi ha detto che le portarono suo figlio e le dissero di prenderlo in grembo e poi lo uccisero. Usavano coltelli, baionette. Un macello; non un combattimento. Non c'era nessuno da combattere. Erano prevalentemente donne e bambini. Molte, moltissime persone furono massacrate in quel villaggio. Questo massacro terrorizzò l'intera Palestina. Tutti parlavano del massacro di Deir Yassin.» Complessivamente, furono cancellati oltre cinquecento villaggi palestinesi. La maggior parte dei palestinesi che fuggì fini in Cisgiordania, nella striscia di Gaza, nei paesi arabi limitrofi. Quelli con un certo grado di istruzione, con specializzazioni o disponibilità economica cercarono di rifarsi una vita meglio che poterono, talvolta in luoghi lontani come il Golfo persico, l'Europa, le Americhe. Quelli che non furono altrettanto fortunati finirono nei campi profughi, organizzati, inizialmente, dallo United Nations Releif for Palestine (Unrp). "
¹ B. MORRIS, Revisiting the Palestinian Exodus of 1948, in E. L. ROGAN e A. SHLAIM (a cura di), The War of Palestine, Rewriting the History of 1948, Cambridge University Press, Cambridge, 2001, p. 41 [trad. it. La guerra per la Palestina: riscrivere la storia del 1948, Il Ponte, Bologna, 2004]. ² Ibidem, p. 43.
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James L. Gelvin, Il conflitto israelo-palestinese. Cent'anni di guerra, traduzione di Piero Arlorio, Einaudi (collana Piccola Biblioteca Einaudi n° 357), 2007¹; pp. 179-181.
[Edizione originale: The Israel-Palestine Conflict, Cambridge University Press, 2005]
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arcobalengo · 7 months ago
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Comunque tranquilli: in questo momento cruciale, pericoloso e storico sappiate che il rappresentante speciale dell’UE per la regione del Golfo Persico è Luigi Di Maio.
Matteo Brandi
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ninocom5786 · 10 months ago
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Vogliamo combattere il razzismo? Bene, che si inizi dai partiti di destra e di centrodestra (Lega e Fratelli d'Italia in primis) dai trattati con la Libia, con l'Arabia Saudita, con i regimi monarchici del Golfo Persico, da Israele, dall'Ucraina, dagli Stati Uniti, dalla Francia e dal Regno Unito, dagli imprenditori che sfruttano i lavoratori e dalle loro cooperative nere.
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falcemartello · 2 years ago
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L'Europa è quel posto dove Di Maio è un esperto di Golfo Persico e uno che suona il piano con l'uccello è uno statista ed un eroe!
@Lollobast
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morelin · 11 months ago
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Deserto del Qatar
Mi sembra doveroso concludere il racconto di viaggio in Qatar con un post dedicato al deserto che abbiamo vissuto in diversi modi.
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Chi ama l'arte, in particolare le installazioni situate in luoghi particolari, saprà che all'interno della riserva naturale del Brouq si trova l'installazione “East-West/West-East” dello scultore Richard Serra: quattro gigantesche lamine di metallo (ognuna è alta più di 14 metri) che trafiggono il suolo del deserto del Zekreet. Essere lì poco prima del tramonto ci ha permesso di godere di uno spettacolo unico nel silenzio più totale.
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Il deserto è anche adrenalina ed avventura: mi sono divertita come una matta durante il dune bashing, volteggiando tra le dune con i nostri SUV 4x4 guidati dagli abili driver.
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Oltre a farci divertire, ci hanno portato alla scoperta del Mare Interno, il Khor Al Adaid che è una riserva naturale riconosciuta Patrimonio Unesco: qui il mare avanza nel deserto creando una vasta insenatura circondata dalle dune.
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Durante il percorso abbiamo fatto anche una breve sosta per un tuffo perché, seppur con qualche piccola alga, è stato impossibile resistere alle acque cristalline.
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Trascorrere la notte in un campo tendato è un'esperienza da provare almeno una volta nella vita, meglio ancora se si affaccia sulle acque del Golfo Persico per godersi un tramonto ed un'alba spettacolari.
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wgm-beautiful-world · 1 year ago
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D O H A
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ma-pi-ma · 2 years ago
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Luigi Di Maio sarà l'inviato di Bruxelles nel Golfo Persico. D'altronde chi se non il NULLA potrebbe rappresentare al meglio l'Unione Europea?
Matteo Brandi
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Ziz
Longitud: 750 metros
Peso: 70,000 toneladas
Altura: 250 metros
Envergadura: 1000 metros
Primer Avistamiento: Jerusalén [Tierra: Teratoverso]
Guarida: Golfo Persico [Tierra:Teratoverso] Isla Shuhon [Avatarverso]
Aspecto: Ziz (folclor judio)
Controles: Aire Control [Vuelo, aliento de viento y ondas de choques] Fuego Control [Pulso Igneo, Alas flameantes]
Aliados:
Humanos: Aang, Katara, Soka, Iroh, Zuko, Ozai y Azula
Kaijus y otras bestias: Godzilla, Anguirus, King Kong, Mothra, Rodan, Baragon y Gorosaurus
Enemigos:
Humanos: Ozai y Azula
Kaijus y otras bestias: King Ghidorah, Ramarak, Dagahra
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principessa-6 · 3 months ago
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JASHAK SALT MOUNTAIN nella catena dei monti ZAGROS che corre parallela alla costa del Golfo Persico...
Montagne e ghiacciai trasparenti con i colori dell’arcobaleno, fatti non di neve e ghiaccio, bensì di... SALE!!!
È quello che possiamo trovare, unico luogo al mondo, in una vasta regione desertica dell’ IRAN MERIDIONALE...
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chez-mimich · 8 days ago
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ARABOFUTURS (parte I)
Il “Gulf Futurism” è un concetto geografico-artistico elaborato nel 2012 da due belle menti della cultura araba (concetto forse un po’ troppo vasto) ovvero Sophia Al-Maria e Fatima Al-Qadini, delle quali riparleremo in conclusione. La mostra dell’Institut du Monde Arabe di Parigi (la cui chiusura è stata nuovamente posticipata visto il grande successo di pubblico), raccoglie molte delle suggestioni che stanno dietro al concetto appena esposto. Si tratta di opere, creazioni, scritti, video, installazioni e progetti elaborati da giovani artisti di paesi che principalmente gravitano attorno al Golfo Persico, ma non solo, zona che già a partire dagli anni Settanta fu sottoposta ad una modernizzazione veloce, quasi forzata, senza che ci fosse un corrispondente e conseguente sviluppo delle arti visive. Per sgomberare il campo da equivoci o false aspettative, meglio dire subito che l’immaginario fantascientifico e futuristico dei giovani artisti esposti all’IMA, non è poi così diverso da quello degli artisti e dei giovani artisti “occidentali” E’ evidente che questa cultura visiva, prodotta da giovani arabi e magrebini, é stata influenzata dal fatto che molto spesso vivono ed operano stabilmente in Europa, e in particolare in Francia. In un certo senso si tratta di una cultura visiva e di un immaginario un po’ stereotipato e che gli stilemi e le forme non sono quasi mai, né nuove, né originalissime, ma tuttavia la mostra ci permette di andare alla ricerca di giovani talenti spesso, potenzialmente, molto interessanti. Il punto però non è nemmeno questo, bensì che la mostra “Arabofuturs”, sembra voler dire al mondo che anche nei paesi musulmani, si immagina un futuro, anzi “il” futuro e lo si fa né più e né meno che nel resto del mondo con un unico importante distinguo: qui nella riesumazione del passato in mondi futuri ed immaginari, gioca un ruolo forte, il mito come elemento centrale della storia delle identità nazionali. Ma c’è anche dell’altro, infatti molti artisti si cimentano con l’immaginazione e la progettazione di un mondo post-umano, nato dopo la distruzione del nostro mondo attuale scomparso a causa della nostra indifferenza e della nostra incoscienza verso la catastrofe annunciata ed ormai reale del climate change. Gli artisti rendono plausibile una comunione con la natura e infatti la forza creatrice della natura perpetua le forme fantastiche del “vivente”: ibridazioni, nuova umanità, mondi fantastici post-umani, sono i territori di queste creazioni. Venendo agli artisti, proprio su questa vena del mondo post-umano, l’opera di Hichem Berrada, artista marocchino che vive in Francia è, come si suol dire, molto rappresentativa. Con “Terre Futureapres la plutei” del 2022, Berrada ci introduce, con approccio scientifico, che comunque coniuga tra scienza e poesia, al tema delle sorti del pianeta. L’ultima eco della presenza umana sul pianeta, sono schede madri, circuiti stampati, hard disk, lasciati in balia di essenze erbacee, muschi e licheni. Un terrario seducente e orfico allo stesso tempo, che, possiamo dire, è una installazione un po’ prevedibile, ma comunque di una certa suggestione. Ancora natura, questa volta deforme e immaginaria in “Les Hygres”, una serie di piccole forme che riproducono certe simmetrie naturali (foglie, insetti ecc.), ma il cui materiale è la plastica ormai fossile dei rifiuti urbani che ormai invadono il nostro ambiente naturale. Un’estetica dell’orrore se vogliamo, anzi una cosciente estetica dell’orrore. Un discorso molto simile vale anche per il ceramista libanese Soraya Haddad Credoz: forme in un certo senso famigliari, ma strane come certi funghi deformi che hanno subito mutazioni genetiche a causa di qualche sciagura ambientale (e la memoria di Chernobyl o di Fukushima oggi è ancora ben viva)con forme rizomatiche, che sebbene non minacciose, dànno l’idea di qualcosa che è andato storto nella biosfera. (continua)
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unita2org · 1 month ago
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L'IRAN RISPONDE A ISRAELE CON GLI USA ACCANTO ED E' RISCHIO GUERRA TOTALE
Guerra d’azzardo 02 Ottobre 2024 di Piero Orteca https://www.remocontro.it/2024/10/02/liran-risponde-a-israele-con-gli-usa-accanto-ed-e-rischio-guerra-totale/ Pioggia di missili su Israele, Netanyahu: ‘L’Iran la pagherà’. Nel mirino il sito nucleare di Tehran. Portaerei Usa verso il Golfo persico. Londra e Parigi: ‘anche le nostre forze sono intervenute contro la minaccia di Teheran’. Nuovi…
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