#glucidi
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perfettamentechic · 14 days ago
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Novembre: frutta di stagione
#novembre : #frutta di stagione #food #fruit #fruttafresca #fruttadistagione #italia #italy #fruits #natura #colazione #estate #benessere #fruttaeverdura #mangiaresano #bio #salute #foodblogger
Conoscere quale sia la frutta che matura ogni mese dell’anno è importante per tanti motivi, sia a livello nutrizionale e sia economico. Perfettamente chic suggerisce, se vi è possibile, di acquistare e o ricercare la frutta “a chilometri zero“. Cosa acquistare e o ricercare come frutta a novembre e il perchè: L’arancia, come la clementina, le mandaranci, il pompelmo, il kiwi, il succo di limone,…
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acribistica · 4 months ago
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Che guilty pleasure pazzesco il latte di mandorla al pistacchio della Condorelli. Mannaggia alla sua quantità malsana di glucidi.*
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lorenzodiamantini · 2 years ago
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Pollo alle castagne "Ho sempre pensato che l'amore fosse tornare a casa con due belle saccocciate di castagne...e avere qualcuno che le sbucci per te." Buon lunedì! come non approfittare delle prime castagne di stagione? Simbolo dell'autunno, ricche di fibre, glucidi e proteine di qualità, contengono pochi grassi e molti minerali, Le castagne hanno origini antichissime, erano note già ai Greci che del castagno usavano anche foglie e fiori per usi medicinali e ai Romani che già ne usavano la farina per il pane, erano inoltre considerate utili per curare la febbre, la tosse e per prevenire la peste; addirittura erano attribuiti a questi frutti poteri afrodisiaci. La medicina attuale sottolinea il valore energetico delle castagne e le proprietà rimineralizzanti e tonicizzanti, particolarmente utili per chi pratica attività sportiva. Nutrienti e ghiotte, furono citate nella favola del poeta francese Jean De La Fontaine, che narra le vicende di una scimmia che, mentre riposava insieme al gatto vicino al focolare, vide sotto la cenere alcune castagne molto gustose ma difficili da prendere a causa del calore della brace. Con furbizia, la scimmia solleticò la vanità del gatto, lodandone le qualità, e lo convinse così a "togliere le castagne dal fuoco", da quì il famoso detto. Io comunque le ho cotte al forno, meno romantico della brace ma il risultato è comunque ottimo (presso Casa Mia) https://www.instagram.com/p/CF-bfysp76R/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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healthmefood · 6 years ago
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Episodio 34 - I CARBOIDRATI PER LO SPORTIVO - Nuovo video sull'alimentazione sportiva
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blackpepper-ricette · 6 years ago
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Macronutrienti – cosa sono e quali sono? Come per le macchine, il nostro corpo ha bisogno del giusto carburante e di tutte le attenzioni per funzionare al meglio.
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robymemole84-blog · 7 years ago
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TAAAAAACCCC!! Cos’è questa meraviglia?!👇🏻👇🏻👇🏻👇🏻!!! Una #rivoluzione Naturale che aiuta concretamente nella Perdita di Peso 😍😍 #KALOGEL, NEW ENTRY IN CASA #SNEP 👏👏👏👏 Cosa contiene?? ➡L' ISPAGUL 🌱🌱🌱 📌Più comunemente conosciuto come psillio, è una pianta originaria del Medio Oriente e del bacino Mediterraneo. 📌#Fibra alimentare che possiede elevata #viscosità, è composto principalmente da #mucillagini, è solubile in acqua e nel tratto intestinale tende a formare un #composto gelatinoso che aiuta a #ridurre l’assorbimento di #glucidi e #lipidi. 📌Inoltre, in presenza di #grandi quantità di liquidi la #fibra si gonfia favorendo un senso di #sazietà, particolarmente utile alle persone che non finirebbero mai di #mangiare e che per questo sono a rischio #sovrappeso. Quindi #ottima l’assunzione prima dei pasti. 📌 #vanta anche la funzione di #regolazione della motilità #intestinale, in quanto il #gel che si forma nell’intestino aumenta la massa fecale favorendo la peristalsi. La #regolarità nell’evacuazione è #fondamentale quando si inizia un percorso atto a contrastare il #sovrappeso, problema frequente che invece molti #sottovalutano. 📌Numerosi #studi confermano la capacità di questa #fibra di ridurre il #colesterolo, i #trigliceridi e il #glucosio nel sangue. Inoltre, spesso a causa di #intolleranze alimentari, #stress o semplicemente #sovralimentazione, le pareti del #colon possono #infiammarsi e creare numerosi disagi. 📌Si è #constatato che l’utilizzo dello #psillio, a differenza delle fibre #insolubili, può essere di enorme aiuto per il trattamento della sindrome da colon #irritabile. GELATINOSO SAPORE DI LAMPONI E Limone 🍋 🤩🤩🤩Chiedimi come averlo!!!! 🤩🤩🤩 Lascia un commento 👇🏻👇🏻👇🏻 Oppure mandami un messaggio privato 📩📩 Sarò lieta di presentartelo✌🏻✌🏻✌🏻 #robertasiega #Lifeworkinforma #21days #robertasiegaLifeCoach (presso Roberta Siega LifeCoach)
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overthedoors · 7 years ago
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Zucchero e carie: quando le lobby manipolano le ricerche
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Che lo zucchero faccia venire la carie non è certo una novità. Che nel corso degli anni, invece, le lobby dello zucchero abbiano in qualche modo condizionato le ricerche in merito, sì. Secondo un nuovo studio della University of California di San Francisco, pubblicato sulla rivista Plos Medicine, i produttori dello zucchero avrebbero “distratto” l’opinione pubblica dal collegamento tra zucchero e…
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junkolorelai-blog · 7 years ago
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Il #magnesio è un #minerale importante per l'#attività e l'#equilibrio del #sistema #nervoso. Indispensabile nel #metabolismo di #lipidi, #proteine e #glucidi, permette anche la #produzione di #energia. Ordini whatsapp 3490744939 Oppure http://www.esteticaelavoro.it/magnesio?tracking=587a93b5de22c
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mangiacolorato-blog · 8 years ago
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Carboidrati Complessi: Carburante per il nostro corpo
Carboidrati Complessi: Carburante per il nostro corpo
Carboidrati o Glucidi o Glicidi: dal Greco “glucùs” = Dolce I carboidrati complessi si caratterizzano per avere una struttura decisamente più dettagliata in confronto a quelli semplici, ovvero i monosaccaridi (o zuccheri). Questo tipo di carboidrati vengono chiamati anche polisaccaridi, ovvero polimeri che sono costituite dall’unione tra almeno dieci unità di zucchero. La classificazione varia…
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alimentazioni · 8 years ago
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I carboidrati semplici e complessi sono fonti di energia per l'organismo http://www.diggita.it/v.php?id=1577723
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perfettamentechic · 2 months ago
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Ottobre: frutta di stagione
#Ottobre: frutta di stagione #frutta #fruit #fruttafresca #fruttadistagione #italia #foodporn #italy #healthyfood #fruits #instafood #natura #colazione #benessere #fruttaeverdura #mangiaresano #bio #instagood #salute #foodblogger
Conoscere quale sia la frutta che matura ogni mese dell’anno è importante per tanti motivi, sia a livello nutrizionale e sia economico. Perfettamente chic suggerisce, se vi è possibile, di acquistare e o ricercare la frutta “a chilometri zero“. Cosa acquistare e o ricercare come frutta a ottobre e il perchè: La castagna, ricca di glucidi complessi (ovvero di amidi), ha un basso indice glicemico…
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occhidibimbo · 2 years ago
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I nutrienti Quando parliamo di alimentazione dei bambini, è importante partire innanzitutto dal fatto che, per tutti, nutrirsi significa assicurarsi un buon funzionamento dell’organismo. Perché questo sia possibile, dobbiamo fornire al nostro corpo tutti i nutrienti di cui ha bisogno, che normalmente sono contenuti negli alimenti. Ognuno di essi svolge una sua propria funzione e a seconda delle condizioni fisiologiche in momenti particolari della nostra vita ne abbiamo bisogno in quantità diverse. Per rifornirci in modo equilibrato dei nutrienti necessari, dovremmo mangiare ogni giorno alimenti di tipo diverso, ma non sempre questo è possibile o sufficiente, dunque, soprattutto in alcune fasi particolari della vita, è importante che essi siano apportati al nostro organismo nelle giuste quantità. I nutrienti o principi nutritivi di cui abbiamo bisogno sono suddivisi in macronutrienti (carboidrati o glucidi, proteine e lipidi) e micronutrienti (vitamine e minerali). A questi va comunque aggiunta l’acqua, indispensabile per la vita. In generale i nutrienti semplici possono essere così indicati: gli amminoacidi (sono i costituenti elementari delle proteine. In natura conosciamo ventidue amminoacidi, di cui molti sono prodotti dal nostro organismo. Quelli che non siamo in grado di sintetizzare sono detti essenziali e dobbiamo assumerli attraverso il cibo); il glucosio (che fornisce soprattutto energia. I carboidrati, o glicidi o zuccheri, si dividono in monosaccaridi, disaccaridi e polisaccaridi); gli acidi grassi (forniscono soprattutto energia. I grassi o lipidi possono essere di origine animale o vegetale); le vitamine (sono sostanze organiche che, in quantità minime, permettono lo svolgimento di reazioni biochimiche fondamentali per l’organismo. Regolano cioè i processi metabolici. Esse sono: la vitamina A o retinolo, la vitamina B1 o tiamina, la vitamina B2 o riboflavina, la vitamina B3 o niacina, la vitamina B5 o acido pantotenico, la vitamina B6 o piridossina, la vitamina B12 o cianocobalamina, l’acido folico, la colina, l’inositolo, il paba o acido para-amminobenzoico, la vitamina H o biotina, la vitamina C o acido ascorbico, la vitamina D o calciferolo, la vitamina E o alfa-tocoferolo, la vitamina F e la vitamina K; i sali minerali (sono sostanze nutritive inorganiche che assicurano la normalità del funzionamento del sistema nervoso, muscolare e linfatico. Essi sono: il cobalto, il rame, lo iodio, il ferro, lo zinco, lo zolfo, il calcio, il cloro, il magnesio, il fosforo, il potassio e il sodio). Gli integratori: un aiuto in alcuni periodi specifici della nostra vita In alcune particolari situazioni della nostra vita, il nostro organismo ha bisogno di quantità diverse di nutrienti. È questo il caso delle donne in stato di gravidanza e durante l’allattamento, dei neonati e dei bambini. Per quanto riguarda le donne in stato di gravidanza e allattamento, il cui fabbisogno di nutrienti aumenta, in commercio sono reperibili integratori vitaminico-minerali completi studiati appositamente per fornire un adeguato apporto di minerali e vitamine, contenenti acido folico, vitamine del gruppo B, vitamina D, ferro, fluoro, iodio, magnesio, zinco e acidi grassi Omega 3. Per quanto riguarda i bambini, bisognerebbe considerare che ci sono integratori necessari a tutti i piccoli, mentre altri andrebbero invece somministrati soltanto in presenza di determinate situazioni, altri ancora che addirittura non servono ai bambini fino ad una certa età. Integratori specifici per bambini: quali sono utili e quando dovrebbero essere somministrati Per quanto riguarda l’apporto di minerali e di vitamine per neonati e bambini, prima di avventurarsi in somministrazioni che potrebbero non essere necessarie, è bene sapere in quali occasioni andrebbero loro somministrati e fino a quando. Ad ogni modo, sconsigliatissimo decidere di dare integratori ai bambini senza il consiglio di un pediatra, che può indicare sia se il bambino ne ha effettivamente bisogno sia qual è il dosaggio da seguire.
Qui di seguito gli integratori che solitamente vengono consigliati dai pediatri: Vitamina D: è molto importante per l’ossificazione, in quanto facilita l’assorbimento del calcio e garantisce una buona dentizione. Siccome la produzione di vitamina D è stimolata anche dall’esposizione al sole, nei casi in cui i piccoli vivano in zone particolarmente calde o nel caso in cui vengano alla luce nel periodo estivo, potrebbe anche non essere necessario integrarla, soprattutto poi se il piccolo viene allattato con latte materno. Generalmente, a eccezione di particolari casi indicati dal pediatra, è consigliata fino al primo anno di vita. Vitamina K: è una vitamina necessaria per la coagulazione del sangue che viene normalmente somministrata ai neonati appena nascono. Se i neonati sono allattati con latte artificiale, generalmente non è necessario integrarla, in quanto già presente nelle formule del latte in commercio. Ne viene consigliato l’uso fino al terzo mese di vita. Vitamine A e C: sono indicate per rafforzare le difese dell’organismo e i pediatri possono consigliarle quando il bambino frequenta il nido o la scuola dell’infanzia. Vitamine B6 e B12 e acido folico: possono essere consigliati quando il bambino in età scolare appare particolarmente stanco, apatico e deconcentrato. Fluoro: è importante per la prevenzione delle carie dentali. In realtà, se l’acqua che il bambino o la mamma che allatta assumono è abbastanza ricca di fluoro, non c’è bisogno di integrarlo. In caso contrario, se si vuol somministrare fluoro ad un bebè, se la mamma allatta può assumerlo lei e quindi trasmetterlo in questo modo al piccolo. La sua somministrazione è indicata dal primo mese di vita fino ai tre anni di età, e comunque è bene precisare che non tutti sono d’accordo nella sua somministrazione, in quanto un eccesso di fluoro potrebbe addirittura generare diversi disturbi. Ferro e zinco: il ferro è molto importante per la prevenzione dell’anemia. Assieme allo zinco, il ferro svolge un’importante funzione per rafforzare il sistema immunitario dei piccoli e favorire lo sviluppo neuronale e cognitivo. Questi minerali non sono necessari se il neonato è allattato con latte materno e nel caso in cui il piccolo, dopo il divezzamento, ne assume quantità adeguate attraverso il consumo di carne, pesce, legumi e frutta fresca. Possono invece essere integrati se il pediatra ne individui una particolare carenza, indicandone anche la durata della somministrazione nel tempo. In età prescolare potrebbero essere consigliati dal pediatra se è necessaria un’integrazione a causa di processi infettivi frequenti, cosa che può verificarsi spesso in bambini che frequentano il nido o la scuola dell’infanzia, dove sono più soggetti a contrarre malattie. In età scolare, ferro e zinco possono essere utili anche nel caso in cui il bambino dia segni di stanchezza e apatia.
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healthmefood · 6 years ago
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Episodio 32 - LE BANANE - Alla scoperta di questo frutto incompreso
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wdonnait · 3 years ago
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Diabete mellito: come accorgersi di averlo
Nuovo post pubblicato su https://wdonna.it/diabete-mellito-come-accorgersi-di-averlo/111832?utm_source=TR&utm_medium=Tumblr&utm_campaign=111832
Diabete mellito: come accorgersi di averlo
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Con l’espressione diabete mellito ci si riferisce ad una patologia che risiede in un’alterazione del metabolismo dei glucidi.
Esso è scaturito a sua volta dalla carenza o la totale assenza di insulina. La sindrome è senza ombra di dubbio problematica per chi ne è affetto, in quanto va a modificare alcune abitudini quotidiane e richiede un certo monitoraggio.
Questo perché con il diabete mellito si va incontro ad una serie di manifestazioni, come l’aumento del glucosio nel sangue (e una conseguente comparsa di zuccheri nelle urine). Proprio per tale motivo, si tratta di una patologia che non bisogna affatto sottovalutare.
Ma sorge spontanea una domanda: come accorgersi di averlo? Esistono dei sintomi iniziali che possono fungere da campanello di allarme? Scopriamone di più!
Diabete mellito sintomi iniziali
Per prima cosa, bisogna dire che nella fase iniziale non esiste una sintomatologia uguale per tutti.
Ogni persona può accorgersi del diabete mellito in maniera differente. Tuttavia, in linea generale le manifestazioni più comuni sono:
La poliuria, ovvero un aumento del volume delle urine
Un frequente bisogno di minzione
L’aumento della sete, noto come polidipsia
La polifagia, ovvero un aumento della fame
Un notevole calo di peso
Il senso di stanchezza e affaticamento
La vista offuscata
Diabete mellito cause
C’è da dire inoltre che esistono due tipologie di diabete.
Quello di tipo 1 è noto anche come diabete giovanile, proprio perché insorge principalmente nella fase adolescenziale e i fattori scatenanti sono spesso genetici. Infatti, diversi studi dimostrano che le probabilità di insorgenza aumentano se si ha un parente con diabete mellito.
Il diabete di tipo 2 invece, può scaturire anche a causa di un’alimentazione scorretta, di uno stile di vita sedentario, dell’età avanzata ed ovviamente di una particolare predisposizione genetica.
Fatto sta che secondo varie statistiche, in Italia ci sono milioni di persone affette da diabete (sia di tipo 1 che di tipo 2). Tra l’altro, in base ad alcune previsioni, si tratta di un numero che potrebbe crescere nel corso dei prossimi anni e non è certamente un dato confortante.
E’ dunque importante monitorare i livelli di glucosio presenti nel sangue. In caso contrario, l’organismo sarà maggiormente predisposto a sviluppare infezioni (per via di una crescita batterica), così come a ridurre la capacità dell’emoglobina nel trasportare l’ossigeno ai tessuti.
Diabete mellito tipologie
Il diabete mellito di tipo 1 (che compare in età giovanile), si suddivide a sua volta in:
Immuno–mediato. In questo caso, è il sistema immunitario del diabetico che va a distruggere le cellule beta, ovvero le uniche adibite alla produzione di insulina e alla regolazione dei livelli di glucosio. Tale processo di distruzione si rivela molto più repentino nel momento in cui l’individuo affetto è giovane. Di conseguenza, sia i bambini che gli adolescenti, hanno maggiori probabilità di sviluppare la chetoacidosi rapida.
Idiopatico: Anche in questo caso, la persona affetta è soggetta alla chetoacidosi, in quanto non è in grado di produrre insulina. Tuttavia, qui non sembrerebbero essere coinvolti dei fattori autoimmuni.
Invece, il diabete mellito di tipo 2 (che compare in età adulta) può essere di tipo:
Gestazionale: è probabile che insorga nelle donne in stato di gravidanza. Tuttavia, si tratta di un tipo di intolleranza al glucosio che dovrebbe scomparire in maniera naturale dopo il parto, generando un ripristino della situazione. Esso inoltre, si può gestire sia con che senza l’insulina.
Secondario: il diabete secondario invece, può subentrare per via di alcuni difetti genetici, malattie o come conseguenza a determinate terapie mediche. A tal proposito, alcuni studi hanno rilevato l’insorgenza di questo diabete in soggetti che si erano sottoposti per lunghi periodi a trattamenti di corticosteroidi.
Insipido: questa variante si caratterizza per la poliuria e la costante sete, a seguito di un’alterazione legata al funzionamento dell’ormone antidiuretico.
Diabete mellito conseguenze
Come vi abbiamo detto in precedenza, il diabete non è una condizione da sottovalutare.
Trattandosi di una patologia cronica e che incide particolarmente sull’individuo, può portare ad una serie di complicanze, come ad esempio:
Una condizione di ipoglicemia e/o iperglicemia;
Alcune patologie, come aterosclerosi, le neuropatie e le ulcere diabetiche
Maggiori propensioni ad infezioni (specialmente dell’apparato urinario)
E tanto altro ancora…
La cura definitiva al diabete di tipo 1 non esiste per il momento. Tuttavia, si possono prendere vari accorgimenti che vanno a tenere sotto controllo i livelli glicemici del sangue. Tra questi troviamo senza ombra di dubbio l’attività fisica e il fatto di seguire un’alimentazione bilanciata.
In merito a quest’ultima, si sconsiglia vivamente di procedere con delle diete fai da te. Nel caso in cui vi dovessero diagnosticare il diabete mellito, sarà fondamentale rivolgersi ad un medico esperto, il quale vi indicherà quali sono gli alimenti da ridurre o addirittura da evitare il più possibile, onde evitare dei picchi glicemici.
Allo stesso tempo però, sarà importante assumere quotidianamente dell’insulina. Il motivo risiede nel fatto che risulta fondamentale porre rimedio alla mancata produzione dell’ormone in questione (che avviene da parte del pancreas).
Diabete mellito insulina
La terapia insulinica si rivela la più tradizionale per il diabete.
Essa consiste in un’iniezione (che avviene tramite una penna per insulina o una siringa) che può essere di azione rapida oppure lenta.
Quest’ultima è davvero molto importante per alcune attività comuni del nostro organismo (basti pensare alla respirazione). La rapida invece, è quella che si effettua in concomitanza ai pasti giornalieri e serve appunto per calibrare i livelli di glicemia (basandosi sia sulle quantità di glucosio assunte che sull’attività fisica dell’individuo).
In alternativa alla classica insulina, si può optare per il trattamento con microinfusore. Si tratta di una terapia che in un certo senso va ad imitare il funzionamento del pancreas. In questo modo, l’organismo riesce ad avere in tutto l’arco della giornata il giusto apporto di insulina. Di conseguenza, grazie al microinfusore, si ha la possibilità di tenere sotto controllo il livello di glicemia presente nel sangue.
Per concludere…
In questo articolo abbiamo compreso quali sono le cause e i sintomi del diabete mellito.
Tuttavia, si tratta di un argomento davvero molto complesso. Proprio per tale motivo, per qualsiasi tipo di dubbio o informazione a riguardo, rivolgetevi sempre ad un medico professionista.
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caseificiosanguedolce · 3 years ago
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Burrata di Andria IGP: tutto quello che c'è da sapere
Un nuovo articolo è stato pubblicato su https://www.sanguedolce.com/burrata-andria-igp-quello-ce-sapere/
Burrata di Andria IGP: tutto quello che c'è da sapere
La Burrata di Andria è un formaggio in auge ormai da tempo, ma che con il passare del anni assume sempre più la veste di un vero e proprio fenomeno di costume. Tanto da essere citato, ad esempio, in una puntata della celebre serie “I Soprano. Nel corso degli ultimi mesi, peraltro, della Burrata di Andria si parla sempre più diffusamente, come dimostra il servizio andato in onda sul sito ufficiale della BBC World News, tra i più importanti canali televisivi al mondo, nel settore Food. A dimostrazione della popolarità ormai crescente di una specialità considerata sempre più centrale nel panorama del Made in Italy agroalimentare.
La burrata di Andria IGP, quello che bisogna sapere
Perché si parla così tanto della Burrata di Andria IGP? Il motivo è da ricercare proprio nella evidente qualità di questo formaggio fresco prodotto con latte vaccino, il quale è ormai diventato un simbolo dell’agroalimentare pugliese. Per ottenerlo si uniscono panna e formaggio a pasta filata, dando vita ad un mix straordinari in cui l’involucro, costituito esclusivamente da pasta filata, custodisce al suo interno un vero e proprio tesoro. Ovvero un cuore in cui  l’unione tra la panna e la pasta sfilacciata danno vita ad un prodotto il quale sta conquistando il mondo. Basti pensare in tal senso all’articolo pubblicato su Consortium, ovvero la più importante rivista del nostro Paese dedicata ai consorzi di Tutela ed alle Eccellenze DOP IGP italiane, edita a cura dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato e della Fondazione Qualivita. In cui il formaggio di Andria è stato oggetto di una attenta disamina, al fine di capirne i motivi del rilevante successo.
La burrata di Andria IGP, quello che bisogna sapere
La storia della Burrata di Andria
A differenza di altri prodotti analoghi, la Burrata di Andria vanta una storia meno lunga, ma al contempo estremamente suggestiva. La sua creazione sarebbe da attribuire a Lorenzo Bianchino, un maestro casaro del centro pugliese costretto a fare i conti con una forte nevicata, tale da impedirgli il trasferimento per tempo del formaggio prodotto sui mercati che ne costituivano il naturale sbocco. Per non sprecare il frutto delle lavorazioni, proprio lui avrebbe deciso di dare vita ad un vero e proprio esperimento. Consistente nella trasformazione della panna affiorante in superficie, al fine di poterla riutilizzare seguendo il criterio che va a caratterizzare la produzione delle mantèche, in pratica gli involucri di pasta filata stagionata adibiti alla conservazione del burro. Il risultato di questa trovata, che sarebbe avvenuta a cavallo tra le due guerre, fu appunto la Burrata, formaggio ottenuto previa fusione dei residui della lavorazione della pasta filata con la panna con successivo avvolgimento in un involucro, anch’esso in pasta filata. Un prodotto che, partito dal concetto della riutilizzazione di quanto possibile, evitando sprechi alimentari, è andato assumendo una importanza sempre più rilevante in una società come l’attuale, in cui è l’abbondanza a farla da padrona. Una fama resa possibile anche dall’appoggio di un personaggio come lo Scià di Persia. Fu proprio lui, negli anni successivi al secondo conflitto mondiale a proporsi alla stregua di vero e proprio testimonial del formaggio pugliese. 
La storia della Burrata di Andria
Burrata IGP: valori nutrizionali e calorie
Quali sono i valori nutrizionali della Burrata di Andria? Alimento di origine animale, ricavato dalla lavorazione del latte e della crema di latte tramite il caglio, questo formaggio rientra nel gruppo II di alimenti, svolgendo soprattutto il ruolo di fonte proteica ad alto valore biologico, di calcio, di fosforo e di riboflavina (vitamina B2). Riuscendo inoltre ad apportare un’elevata concentrazione energetica, derivante in particolare dalla presenza di lipidi, proteine e glucidi. I suoi acidi grassi sono prevalentemente di tipo saturo, mentre i peptidi risultano ricchi di amminoacidi essenziali. Da sottolineare inoltre l’abbondanza di colesterolo e l’assenza di fibre. Per quanto riguarda le calorie, la Burrata di Andria IGP è in grado di apportarne 245 (kcal), in pratica l’equivalente di 1025,77 kJoule. Le quali sono suddivise in questo modo: grassi 74% (186 kcal, di cui saturi 120,9 kcal), carboidrati 3% (8,74 kcal, sotto forma di zuccheri), fibre 0% (0 kcal), proteine 22% (56 kcal).
Gli ingredienti della burrata IGP
Quali sono gli ingredienti che rendono così particolare la Burrata di Andria IGP? La sua composizione in tal senso è la seguente: latte crudo, sale, panna, caglio e acido citrico, chiamato a svolgere il ruolo di correttore di acidità. L’acido citrico , che è molto diffuso in natura e presente naturalmente nel latte, viene impiegato in sostituzione dei fermenti lattici, un accorgimento in grado di esaltare il sapore dolce del latte fresco. Per quanto concerne il suo consumo, dopo la conservazione ad una temperatura variante tra i 4 e i 6°, che non deve però superare la settimana, deve essere mangiata a temperatura ambiente. Ovvero, avendo cura di toglierla dal frigorifero almeno un’ora prima dei pasti. Il modo migliore per poterne esaltare il consumo è la sua degustazione senza accompagnamenti, oppure aggiungendo un filo d’olio extra vergine d’oliva pugliese e gustandola sopra a crostini di pane oppure alle tradizionali friselle.  
Burrata di Andria IGP: prezzo
Naturalmente il prezzo ha la sua importanza nella diffusione di un prodotto di questo genere. Proprio in considerazione del fatto che il Consorzio di Tutela della Burrata di Andria IGP, formatosi nel corso del 2017, persegue una politica atta a estendere la penetrazione sui mercati, interno ed estero, cercando però di fare anche in modo che questo formaggio non si trasformi in un prodotto di massa, la politica dei prezzi deve cercare di trovare un livello in grado di garantire la realizzazione di entrambi gli obiettivi. Basta in effetti dare vita ad una panoramica sul web, ove sono molti i siti di settore che vendono la Burrata di Andria IGP, per rendersi conto di come il prezzo sia abbastanza standardizzato, aggirandosi intorno ai 20 euro a chilogrammo. Allo stesso tempo è anche possibile riuscire a reperire prezzi inferiori, i quali costituiscono però un rischio in termini di qualità, quindi da valutare con estrema attenzione.
Per maggiori informazioni visita il sito del Consorzio Burrata di Andria
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overthedoors · 7 years ago
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Lo zucchero fa male, i ricercatori: “Incrementa le masse tumorali” Non lo scopriamo oggi: lo zucchero fa male, soprattutto quando assunto in grandi quantità. Già a gennaio dello scorso anno vi abbiamo parlato di…
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