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Gita Confermata per la Fiera Cavalli Verona: Ultimi Posti Disponibili!. Un’esperienza indimenticabile per gli amanti dei cavalli: partenza in pullman il 9 novembre 2024 con Painting Travel by Alltrade
La Fiera Cavalli di Verona è alle porte e Painting Travel by Alltrade ha confermato la gita in pullman per sabato 9 novembre 2024, una giornata imperdibile dedicata a tutti coloro che vogliono vivere le emozioni del più grande evento equestre d’Italia.
La Fiera Cavalli di Verona è alle porte e Painting Travel by Alltrade ha confermato la gita in pullman per sabato 9 novembre 2024, una giornata imperdibile dedicata a tutti coloro che vogliono vivere le emozioni del più grande evento equestre d’Italia. La gita offre un’occasione unica per ammirare cavalli di razze diverse, partecipare a eventi, e immergersi in uno spettacolo equestre…
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Giorgia tutta Draghi e stellette
(di Giulio Cavalli – lanotiziagiornale.it) – Se avete bisogno di cambiare una lampadina, di imparare una ricetta per la domenica o di organizzare una gita ormai il generale Figliuolo è a disposizione. Anche per matrimoni e funerali. È lui il nome scelto, dopo settimane di irrispettosi tentennamenti, dal governo Meloni come commissario alla ricostruzione per il post-alluvione in Romagna. Il…
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La prima capitale
Il 20 luglio ho visitato la città di Torino con un caro amico. Una gita breve, che non ci ha permesso di esaurire le cose da visitare e vedere, ma che ci ha fatto assaggiare il sapore di questa città italiana.
Arrivati verso le 10:30 alla stazione di Porta Nuova, ci siamo diretti verso la parte storica della città. Passati attraverso le vie che mostrano ancora la struttura romana, tipica delle città che abbiano avuto questa influenza antica, siamo arrivati in piazza san Carlo, circondata da imponenti palazzi, tranne a sud, dove si possono vedere le chiese gemelle di Santa Cristina e di San Carlo. Nel centro della piazza si trova il Monumento a Emanuele Filiberto di Savoia, noto anche come Caval ëd Bronz (cavallo di bronzo, in piemontese).
Proseguito in direzione nord, siamo giunti sotto i portici del Teatro Regio, che ci hanno poi condotti fino al Palazzo Reale. Entrati a far visita, abbiamo passato qualche ora a camminare per le stanze dei Savoia. Nella prima parte, siamo stati catapultati negli anni della Torino reale e prima capitale italiana attraverso mobili e oggetti dei re e di chi ha vissuto in questo palazzo. Nel resto della visita abbiamo potuto vedere le collezioni sabaude e i ritrovamenti archeologici di varie epoche.
Finito il percorso del Palazzo, siamo andati a ristorarci in un bar piccolo ma accogliente, in cui abbiamo potuto assaggiare dei piatti tipici torinesi: agnolotti al sugo di arrosto e gnocchi con fonduta di toma; arrosto e vitel tonnè; bonèt e infine un bicèrin di amaro.
Dopo pranzo abbiamo percorso i portici che ci hanno condotti al Po, facendo solo una piccola deviazione verso la Mole Antonelliana. Costeggiando piazza Vittorio Veneto siamo giunti al fiume più lungo d'Italia che ci ha poi condotti al parco del Valentino, dove ci siamo ristorati dal caldo prima di arrivare in stazione e concludere la nostra giornata in questa bellissima città.
#gita#Torino#amici#amicizia#stazione#treno#palazzo reale#mole antonelliana#fiume Po#prima capitale italiana#città#piatti tipici#portici#piazze#bella giornata#Savoia
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ah cmq gita horror perché stavo camminando in sto piano desolato senza anima viva abitato solo da mandrie di cavalli e io giustamente ci vado tranquilla con un sacco di munnezza nello zaino e un cavallo enorme mi preda lo zaino e mi ha mangiato le tasche ed era incazzatissimo con me e pensavo mi avrebbe ucciso io letteralmente i cavalli sono dei bastardi w le mucche
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BAULE:
- Un muso serpentesco, triangolare e lievemente schiacciato, piccoli occhi di un azzurro glaciale che spiccano sulle lucide scaglie nere. E su quelle si concentra, su come quel disegno di scaglie sul legno che si scurisce, vada a nascondere come quel corpo sia composto da nient’altro che piccoli cilindri in legno, che s’incastrano fra loro, permettendo così un minimo di mobilità. (...) muso del serpente, immaginando che la testa troppo schiacciata si gonfi e s’arrotondi un po’, senza perdere quella forma triangolare che è propria dei rettili, cosparsa di scaglie nere lucide come il resto del corpo. Con questo, gli occhi dovrebbero spostarsi, posizionandosi sì di lato al muso, ma in maniera adeguata al rettile che, infine nella sua mente subisce un ultima trasfigurazione. Gli occhi, che cambiano colore, assumendone uno bluastro, che recupera facilmente dalla sua memoria e che dovrebbe essere famigliare alla grifondoro. TRISTAN D. (Post lezione di Antiche Rune ‘77)
- Bottiglia d’Acquavite. ELEANOR (Natale ‘76)
- Dentro la piccola scatolina si trova un orologio da polso dal cinturino sottile bordeaux scuro, quasi nero. Il quadrante è tondo e piccolino. Una piccola M incisa fa da centro al quadrante mentre sulla lancetta dei minuti vi è incisa una T. TASHA (Natale ‘76)
- Un paio di guanti in cuoio, a mezze dita e con le nocche e l`interno del palmo rinforzati. «Quando imparerai a tenere le briglie, ti torneranno utili», solleva la mano e si indica le nocche, per poi capovolgerla e indicare il palmo. «Sono i due punti dove tirano le briglie. Ma credo li troverai adatti anche al duello, non impacciano la bacchetta.» ROBERT (Natale ‘76)
- Contiene una scatola di legno semplicissima riempita con alcune conchiglie di diverse forme e dimensioni. A ben guardare, tra di esse si cela anche una Maginchiglia incantata che, se portata all'orecchio, farà risuonare una cover rock di Beat Back Those Bludgers, Boys, and Chuck That Quaffle Here, vecchio successo di Celestina Warbeck. Tuttavia, ogni volta che la canzone nomina i Puddlemere United, la voce del cantante viene sovrastata da quella di Tristran che grida "GRYFFINDOOOR" con sentimento. TRISTRAN G. (Natale ‘76)
- All'interno del pacchetto, troverà un fermaglio per capelli, di quelli che possono essere usati anche per raccogliere piccoli ciuffi o tutti i capelli indietro. Il fermaglio è di legno scuro con sopra un paio di foglie di stoffa a coprire il meccanismo di chiusura. Non è estremamente elegante o particolare, ma una di quelle cose che puoi mettere sia con un vestito elegante che con il pigiama a casa senza sembrare fuori luogo. BRANDON (Natale ‘76)
- Un Magic Fix, che riporta la scritta "trucco indelebile per 12 ore", similare alla vista ad uno spray, la finitura della bottiglietta è deliziosa e in linea con la femminilità della Grifondoro. ALLISTER (Natale ‘76)
- All’interno del pacchetto una custodia portaocchiali di velluto rosso scuro, contenenti un paio d’occhiali da sole neri, dalla montatura squadrata ma leggermente allungata sulla punta, vagamente cat-eye. Oltre a questo, una copia della foto scattata al ballo con tutti i loro amici, dietro di essa una didascalia “Ballo dell’Agrifoglio, 2076” CORNELIA (Natale ‘76)
- nel pacchetto potrà trovare una cera per manici di scopa di alta qualità ed una piccola spilla dorata a forma di testa di leone. KAEL (Natale’76)
- All'interno del pacchettino c'è: un altro pacchetto... e una bustina; entrambi color cartone e legati insieme con uno spago. Nella bustina una targhetta metallica, incisa con stelline ai quattro angoli e il nome "Ophelia" scritto con calligrafia chiara e ampia. Nel pacchetto una lanterna portacandele di metallo particolarmente scuro, decorata sulle quattro facce con la forma stilizzata di un cavallo alato. Mettendo una candela all'interno, a luci, spente proietterà sul muro della stanza la luce della fiamma con la forma del Pegaso. DOMINIC (Natale’76)
- Nel pacco c'è una ventina di muffin salati, con pancetta, zucchine e carote nell'impasto. Sotto la scatola di muffin, una splendida tracolla in cuoio, dall'aria terribilmente comoda, sicuramente adatta a scarrozzare i libri in giro per la scuola. JONATHAN (Natale’76)
- Si tratta di una… mano. Una grossa manona con le dita che si muovono e possono essere strette attorno alle cose. Attaccata alla mano una molla ed all’estremita’ opposta una manopola che, se girata, arrotola tenendo in tensione una molla ed aziona quello che sembra essere un timer visto che inizia subito a ticchettare. Allo scadere del timer la molla prima tenuta in tensione viene liberata di colpo con la mano che parte in direzione della manopola. LANCE (Natale’76)
- Tolto il biglettino, la Loghain potrà vedere due gioiellini in oro bianco posati sul cuscinetto della scatolina. Sono due orecchini, raffiguranti un fiore di loto. LUKE (Natale’76)
- Nel pacchetto più sottile e quadrato l'ultimo vinile degli Hobgoblins. Nel pacchettino morbido una maglietta degli Hobgoblins. Nel pacchetto impacchettato peggio si trovano due palline e una confezione deluxe di biscottini per Ophelia. Ma l'ultimo pacchettino è il più prezioso. Sottile e rettangolare, al suo interno contiene un blocchetto fatto a mano da Rebecca. All'interno diversi foglietti strappabili, ognuno recante una diversa scritta. Eccone alcune: Buono valido per un abbraccio gratis. Non posso chiedere perché. Buono silenzio. Starò con te senza aprire bocca. Buono allenamento di Quidditch. Buono per una sessione di studio comunitario in biblioteca. Buono per un'acconciatura. Buono per uno sfogo qualsiasi. Buono per una fuga illegale a un concerto a cui non potrei prendere parte. Buono per una fuga da amici considerati dai nostri genitori poco appropriati. Buono per una vacanza a Schreiber Schloss. Buono per una vacanza a Knight Manor.
E così via. REBECCA (Natale’76)
- Una scatolina imbottita in velluto scuro e sullo stesso adagiata una collana che sembra risplendere quasi di luce propria. Viene chiamata “Lacrime di Sirena”. TRISTAN D. (Natale’76) Distrutta da Xavier (02.02.77)
- All'interno, diversi oggetti: un giocattolino in plastica morbida a forma di dodo, che fischietta ogni volta che viene strizzato. Palesemente per Ophelia. Un minuscolo diario dalle pagine bianche ed una micromatita, per Mr. Waistcoat. Ed infine, per Merrow, un grosso, morbidissimo pigiamone di ciniglia rossa, la cui casacca è corredata di cappuccio con due orecchiette da gatto nere che spuntano. WILLIAM D.T. (Natale’76)
- All'interno della scatola un braccialetto d'oro bianco con un ciondolo (simil-Pandora) con inciso un grifone con le ali d'aquila. All'interno del braccialetto sono incise in ordine sparso delle iniziali: R.K., M.L., W.D.T., L.C. e una frase in corsivo: Famiglia vuol dire che nessuno viene abbandonato o dimenticato. REBECCA (Compleanno Merrow 15 anni)
- Il pacchetto contiene una scatola rettangolare con il logo di una marca famosa e al suo interno si trova un 'chiodo' piegato. La pelle del giubbotto è di drago nero, trattata in modo da risultare morbida ma resistente. Una zip attraversa il giubbotto per la sua lunghezza, chiudendosi a doppiopetto ;delle fibbie argentate passano sopra là zip, per aumentarne la chiusura e dare un tocco di eleganza rock; e delle borchie decorano i polsini del chiodo. Il modello è abbastanza aderente e mette quindi in risalto la zona del seno per poi assecondare i fianchi. Nel fogliettino che ne garantisce la qualità vi è spiegato l'utilizzo d’incantesimi che rendono il giubbotto termico-caldo o fresco a seconda del tempo- ed impermeabile e (perché no?) resistente a graffi e piccoli urti. TASHA (Compleanno Merrow 15 anni)
- Una volta aperto Merrow troverebbe al suo interno una maglietta rosso fuoco, con disegnata una radura con tanti animali tutti felici che si rotolano nell’erba emettendo fumi colorati: chi rosso, chi rosa shocking, chi rosa normale, e chi verde. Il motivo della loro felicità non sarebbe da ricercare molto lontano nella parte sinistra sul bordo del disegno vi è un calderone rovesciato. Assieme alla maglietta una bottiglietta di metallo argentato abbastanza larga ma sottile, con due tappi fatti a testa di crup. Un crup sta’ ringhiando mentre l’altro ha un espressione pucciosa con gli occhietti “luccicosi”. A racchiudere entrambe le teste un collare minaccioso con le borchie inciso nella bottiglietta che fa’ tutto il giro attorno. La bottiglietta è piuttosto leggera ma sembra abbastanza robusta ed è divisa effettivamente in due permettendo cosi' di riempirla con due contenuti diversi. Risulterebbe positiva ad un incanto di Detècto. LANCE (Compleanno Merrow 15 anni)
- Una coppia di diari Whatsowl ancora non assegnati. Un biglietto a nome di Merrow Loghain ed un +1 per l'avventura "Massacro di Mostri" presso il M.A.E.S.T.A., da usare durante una gita ad Hogsmeade. L'orario e giorno esatto va concordato e confermato via gufo entro il giovedì precedente. Un manuale sull'addestramento dei Crup. Un sacchetto di biscottini per crup di qualità eccelsa. Un completo elegante in tweed per topi enfatici maschi. Una foto magica animata che ritrae Merrow, Lance e Rebecca sotto un albero nel giardino della scuola, con Ophelia che fa le feste e Cagliostro che si arrampica a caccia di Lempo tra i rami. Una piccola maginchiglia da infilare nell'orecchio. WILLIAM D.T. (Compleanno Merrow 15 anni)
- Il disegno di un Abraxas con le varie parti del corpo indicate da frecce, più un riquadro che mostra la giusta posizione su una sella. ROBERT (Compleanno Merrow 15 anni)
- Una volta revertato, il libro si rivela essere un piccolo e morbido peluche di Stitch, alto una trentina di centimetri e particolarmente coccoloso. Tra le zampe tiene un sacchettino di maglina rossa, palesemente aggiunto a posteriori e facilmente staccabile. Contiene alcuni elastici per capelli ed un paio di fascette adatte allo sport. JONATHAN (Compleanno Merrow 15 anni)
- Buono omaggio per un soggiorno nei Grampians all'allevamento di cavalli alati della famiglia McReady comprensivo di un corso privato di equitazione. (Premio per lo studente Grifondoro con più punti - Ottobre ‘76) OLIVER MARSHALL
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Il senso di Salvini per la Polizia di Giulio Cavalli ultimo è il giretto in moto d’acqua. Una scena degna di un cinepanettone dove il potente di turno è circondato da istituzioni che si fanno camerieri. I poliziotti trasformati in animatori del baby club nella spiaggia del Papeete Beach a disposizione del figlio del ministro dell’interno sono solo l’ultimo indizio della considerazione che il ministro ha delle forze dell’ordine, al di là delle sue altisonanti dichiarazioni, e chiarisce una volta per tutte la statura morale e istituzionale di un uomo che vive l’essere al governo come la gita di classe inaspettata. È lo stesso Salvini che ha usato le forze dell’ordine per controllare e togliere gli striscioni contro di lui, come se fossero spazzini addetti al controllo del pensiero e del dissenso durante le sue scampagnate elettorali. Poliziotti che perquisiscono case di anziane pensionate perché si sono permesse di non essere d’accordo con le idee e le politiche del ministro sono una scena da dittatura sudamericana. È lo stesso Salvini che usa la Polizia per scortare pericolosi bambini con i libri di scuola in braccio oppure per fare scendere temibilissime donne incinte dalle barche. La Polizia che usa gli idranti per sfollare le piazze e i disperati, come operatori di igiene pubblica che nulla hanno a che vedere con la sicurezza dei suoi cittadini. È lo stesso Salvini che usa la Polizia come logo da esibire sulle sue magliette panciute, ridotti a travestimento delle sue incursioni su Facebook e usati come propaganda stampata sulle felpe. È lo stesso Salvini che non ha risolto lo strutturale problema della carenza di uomini e di mezzi. Parla ma non fa. È lo stesso Salvini che non aumenta gli stipendi di chi rischia la vita per pochi spicci al mese. Quello che apre le donazioni pubbliche per le famiglie di poliziotti o carabinieri uccisi dimenticandosi che se ne dovrebbe occupare lo Stato e che lo Stato in questo caso è lui. E per quanto riguarda il suo errore da papà è lo stesso Salvini che dovrebbe rileggersi ciò che scrisse il figlio Giorgio di suo padre Giovanni Amendola (nel libro del 1976 Una scelta di vita, Rizzoli editore): “Mio padre era intanto diventato ministro delle Colonie nel governo Facta. La vita a casa, con questa nomina, fu resa più difficile per le nuove condizioni economiche imposte dalla riduzione di stipendio. Dalle 4.000 lire al mese ricevute dal Corriere della Sera si era passati alle 2.000 lire che costituivano lo stipendio di un ministro. Mio padre era di una rigida severità. Avendo io un giorno atteso sul portone di casa che egli scendesse, per ottenere un passaggio sull’automobile ministeriale fino a piazza Colonna (il ministero delle Colonie occupava allora Palazzo Chigi), egli me lo rifiutò bruscamente, dicendo che le automobili dello Stato non dovevano servire alle famiglie dei ministri. Ed infatti mia madre, nei suoi brevi soggiorni a casa, tra un ricovero e l’altro, non poté mai disporre dell’automobile ministeriale. Quando mio padre fece un viaggio ufficiale in Tripolitania e in Cirenaica, si rifiutò di farsi accompagnare da me, malgrado le pressioni di Donnarumma, infierendo inoltre con una cartolina inviata da Malta nella quale indicava la mia ennesima bocciatura come motivo del mio mancato viaggio in Africa. Ma, prima degli scrutini, nella sua unica visita fatta durante tutto l’anno al professor Kambo, al Visconti, gli aveva raccomandato la massima severità: « Lo rimandi, lo rimandi pure a ottobre, gli farà bene studiare ». Il professore Kambo non si fece pregare”.
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+++ Giornata mondiale del Turismo - 15 motivi per visitare l'Abruzzo #repostagricoloampliato +++
1) Lu magnà. Lu magnà bone. Che sia pesce o sia carne, che siano foglie o siano funghi, il cibo regionale migliore d’Italia è quello abruzzese (e gli arrosticini ne rappresentano solo una minima parte). Non è che lo dico solo io ndundì, lo dice pure Il Gambero Rosso, Slow Food, Alessandro Borghese, Masctro Ndonio detto “Lu Scallanucelle”, gli americani, Bruno Barbieri ecc. Proprio nzi tosce, ndi pu sbajà: devi solo provare per credere.
2) Lu beve. Il Montepulciano d’Abruzzo è uno dei vini più premiati al mondo, ma se proprio non ti piace, c’abbiamo il Cerasuolo, il Pecorino, il Trebbiano e il vino cotto. A livello di superalcolici siamo praticamente imbattili: la genziana, la centerba (per veri uomini), la centuca, l’Aurum, la Ratafia, il San Pasquale, l’Amaro Taccone, l’Amaro Gran Sasso, l’Amaro Jannamico, il Punch abruzzese… Se ti vuoi mbriacà come si deve, semBre qua devi venire.
3) La natura fregna. Montagne: basterebbe il Gran Sasso per vinGere tutto, ma noi ci mettiamo pure la Majella, il Velino, il Sirente, il Morrone e i Monti della Laga. Colline: i nostri “balconi naturali”, come diceva Flaiano. Da un lato vedi la neve, dall’altro il mare. E che vuoi di più, na genziana? Mare. Il nostro mare, caro foresctiero, non è semBre #lutop; ma tu devi sapere che Punta Aderci è una delle spiagge più fregne d’Italia, che la Costa dei Trabocchi è robbba nosctra, e che pure nel Teramano ci stanno varie aree marine protette. Se invece ti danno gusto le pianure: Altopiano del Fucino compà, e ti magni pure due patate. Senti il bisogno di una vacanza al lago? Bene: Scanno (a forma di cuore, #nolechiacchiere), Barrea, Villalago, Campotosto, Casoli, Bomba, Sinizzo… Gita al fiume? Il Tirino è il più limpido d’Europa. Ah, in Abruzzo – ovviamenDe – ci sono tre dei parchi nazionali protetti più grandi d’Italia.
4) Le città d’arte. Argomento dolente, spesso usato dagli sturdilliti per infamare l’Abruzzo. “Gne gne gni gni, in Abruzzo solo besctie e montagne…”. Lu cazz che vi frech. L’Aquila, Celano, Teramo, Atri, Lanciano, Sulmona, Chieti, Vasto, Penne, Giulianova Paese, Guardiagrele, Tagliacozzo… Per non parlare dei borghi autentici: Scanno, Campli, Gessopalena, Civitella del Tronto, Crecchio, Campo di Giove, Civitella Alfedena, Barrea, Opi, Luco dei Marsi, Aielli, Pescina, Città Sant'Angelo, Pacentro, Castelli, Introdacqua, Pescocostanzo, Santo Stefano di Sessanio… e praticamenDe tutti gli altri paesi d’Abruzzo. Arte moderna? Pescara. Siti archeologici? Alba Fucens su tutti. Paesi brutti ngi stanno qua, forse…
5) I Castelli. Qua c’abbiamo na freca di castelli. Scine, proprio ci piacciono i castelli, è come na tradizione per noi fare i castelli. C’abbiamo pure un paese che si chiama Castelli… Rocca Calascio è fra i 10 castelli più belli del mondo secondo il National Geographic; Roccascalegna è fra i 10 più fregni secondo me e pure secondo il regista Matteo Garrone (film “Il racconto dei racconti”). La fortezza di Civitella del Tronto, il castello di Celano, quelli di Ortona, Ortucchio, Bominaco, Castel Manfrino, L'Aquila, Sant’Eusanio Forconese, Balsorano, Crecchio e infiniti altri. I torrioni costieri di Martinsicuro, Alba Adriatica, Giulianova, Torre del Cerrano. Insomma: se ti piacciono i castelli e le torri stai a cavallo.
6) Gli eremi. Abruzzo regione con più eremi d'Italia. Ti danno gusto gli eremi? Allora devi venire in Abruzzo. Santo Spirito a Majella, San Bartolomeo in Legio, San Giovanni all'Orfento, Sant'Onofrio al Morrone, San Ceppato lu Computer, San Michele di Pescocostanzo, San Venanzio, Santa Maria della Ritornata a Civita D'Antino, Sant'Angelo di Palombaro, San Domenico di Villalago, Eremo di San Marco alla Foce, Madonna dell'altare, Sant'Onofrio di Serramonacesca ecc. ecc. Negli eremi abruzzesi, nell'isolamento ascetico della natura più bella del mondo, pare nacque il celebre detto: stetv a la cas.
7) Le bestie, selvatiche mbapì, gli zoo non ci stanno in Abruzzo. L’orso bruno marsicano, il lupo appenninico, cervo, lince, capriolo, camoscio, arvicola delle nevi, volpe, istrice, gatto selvatico, cinghiale, porco, lu mazzamarille, pecora, tasso, vipera, la pandafica, la lontra… La razza canina fregna del pastore abruzzese (#maremannononcreto). L’aquila reale, nibbio, falco pellegrino, grifone, gufo, allocco, picchio, fringuello, lu cardille e lu vasce a pizzichille. In Abruzzo le bestie arrivano pure nei paesi: a Villetta Barrea puoi cenare con un cervo di due metri che ti lecca la coccia; a Silvi girano le mucche per strada; a Giulianova spesso torna lu porch; a Ortona i cerbiatti fanno colazione in pasticceria, a Pescara ci stanno i cavalli sui balconi ecc.
8} Il dialetto. Si può venire in Abruzzo pure per scoprire i dialetti abruzzesi, e uno dice: “Ma perché?”, perché sono dialetti fregni, si capisce. Trovami un altro posto nel mondo dove, ad esempio, puoi sentire la parola: “Frechetengulo” o addirittura "Frechetembett". Non esiste. E l'accento abruzzese non è simile al napoletano, nin pazzieme: l'accento abruzzese ha una sua dignità e varia in base alla zona.
9) Il silenzio agricolo. Il silenzio agricolo è uno stato d’animo, ma anche un luogo geografico. È quella zona d’ombra fra paese e paese, dove non c’è nulla, solo qualche casolare e qualche animale. È l’Abruzzo autentico, la camBagna del cuore, il luogo dei sogni rurali. Se ti piace, non dovrai nemmeno cercarlo: sarà lui a trovare te.
10) La primavera. “La primavera degli Abruzzi è la più bella d’Italia". Ernest Hemingway.
11) La neve. Scine, c'abbiamo un sacco di luoghi comuni sulla neve: l'ha semBre fatto, oddje oddje nin puteme uscì, si scia guardando il mare, non abbiamo paura dell'isolamenDo ecc. Ecco: è tutto vero.
12) I personaggi. In Abruzzo sono nati o vissuti molti personaggi na freca importanti. Mo citarli tutti è impossibile, scorri un po' sta pagina (“L’abruzzese fuori sede”, la cito perché così chi si freca il post facendo copia-incolla almeno si becca l'autore a tradimento) e ti potrai rifare gli occhi.
13) Vacanze in Abruzzo? Sparagne e cumbarisce.
14) Le feste, le sagre, i santi patroni. Qua festeggiamo qualunque cosa, soprattutto d'estate ma non solo. Farchie, faugni, madonne che scappano, feste di settembre, di uttobre, squilla, verginelle, saraceni, banderesi, Sant'Antonio, San Capriele, tutti i santi del calendario, passioni, pupe, perdonanza, catenacci, venerdì santo, giuviddì sande, il buongiorno a Pianella ecc. ecc. Nzomme: la fescta si è semBre fatto.
15) La gente fregna. “In Abruzzo ci sta la gente fregna”, questo è un assioma: un principio evidente per sé, che non ha bisogno di essere dimostrato. Forti, gentili, prima ti chiediamo “Di chi su lu fije?” e poi ti offriamo na tazza.
#punDo
Source: l'abruzzese fuori sede
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Buongiorno a tutti!!
Dopo due giorni meravigliosi si torna alla vita normale, ma non prima di aver raccontato cosa abbiamo fatto:
Tempo indietro abbiamo prenotato la Starsbox✨ in un Agricamping in Toscana.
[Agricamping Spineta; personale professionale, gentili e disponibili..approvato✔️]
Avendo tempo a disposizione appena siamo arrivati siamo andati a fare una gita al Lago Trasimeno🐠(che io già conoscevo, tutti gli anni vado lì da sempre). Abbiamo preso il traghetto e siamo andati a pranzo sull’Isola Maggiore.🏝
Pranzetto di pesce in un ristorantino un po’ particolare…circondati dai fagiani🌳poiché lì è zona protetta (divieto di caccia) e quindi sono abituati all’uomo.
L’Isola Maggiore non potevamo non esplorarla e quindi (come chiamo io Matteo in questi casi) Bear Grylls ha iniziato a camminare, camminare, camminare e camminare per tuuuutto il bosco dell’isola, fino ad arrivare in cima dove c’è la chiesa🔔(che purtroppo non si può visitare perché in rovina).
Nel pomeriggio tardi siamo tornati al campeggio, per goderci tutti i confort a disposizione..e ovviamente Matteo si è lanciato subito in piscina😂!!
Stanchi e infreddoliti: serata in tranquillità, cenetta sul posto e poi in StarsBox..dove abbiamo visto le stelle, guardato un film su Netflix (ovviamente sui cavalli) e accoccolati ci siamo addormentati.👩🏼❤️💋👨🏻
Il giorno dopo dovevamo lasciare la casetta, ci siamo alzati presto e abbiamo deciso di andare a visitare Cortona, piccola ma molto carina! Abbiamo fatto una super colazione🥐 e poi via..camminare per sali e scendi di tutti i vicoletti (che noi amiamo) del paese!🏃🏻♂️🏃🏼♀️
Per l’ora di pranzo siamo ripartiti per Roma, ci siamo fatti preparare un panino🥪e lo abbiamo mangiato in viaggio.
Viaggiare in macchina rientra tra le cose che amo di più..se ci aggiungiamo il fatto di farlo con Matteo poi, è una combo perfetta!💓
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È morto fr. Marciano Morra, storico segretario dei Gruppi di preghiera di Padre Pio
È morto all’età di 91 anni fr. Marciano da Monteleone di Puglia (al secolo Ferdinando Morra). Come guardiano del Convento garganico e rettore del santuario di Santa Maria delle Grazie, il 23 maggio 1987 aveva accolto Papa Giovanni Paolo II in visita pastorale a San Giovanni Rotondo e, il 5 settembre dello stesso anno, Madre Teresa di Calcutta. Come segretario generale dei Gruppi di Preghiera di Padre Pio, incarico che ha ricoperto per 18 anni (dal 1995 al 2013), nel 2002 aveva incontrato a Buenos Aires il cardinale Jorge Mario Bergoglio, desideroso di conoscere meglio la figura del Santo cappuccino.
Scritto da Stefano Campanella -17 Gennaio 2021
È morto oggi, all’età di 91 anni, fr. Marciano da Monteleone di Puglia (al secolo Ferdinando Morra), una delle figure più eminenti della Provincia religiosa di Sant’Angelo e Padre Pio dei Frati Minori Cappuccini: commendatore (Ordine al Merito) della Repubblica Italiana dal dicembre 1994, su proposta della Presidenza del Consiglio dei Ministri, aveva superato i 66 anni di sacerdozio ed aveva avuto il privilegio di vivere, sebbene per brevi periodi, nel convento di San Giovanni Rotondo con Padre Pio: dopo averlo conosciuto, custodire la sua eredità era diventata per fr. Marciano una missione, svolta attraverso le numerose pubblicazioni da lui scritte sulla vita e la spiritualità del santo Confratello, ma anche con il suo infaticabile apostolato in giro per l’Italia ed il mondo e attraverso i mezzi di comunicazione. Come guardiano del Convento garganico e rettore del santuario di Santa Maria delle Grazie, il 23 maggio 1987 aveva accolto Papa Giovanni Paolo II in visita pastorale a San Giovanni Rotondo e, il 5 settembre dello stesso anno, Madre Teresa di Calcutta. Come segretario generale dei Gruppi di Preghiera di Padre Pio, incarico che ha ricoperto per 18 anni (dal 1995 al 2013), nel 2002 aveva incontrato a Buenos Aires il cardinale Jorge Mario Bergoglio, desideroso di conoscere meglio la figura del Santo cappuccino.
📷Il giorno del suo 91° compleanno.
Nato il 16 febbraio 1929 a Monteleone di Puglia (FG), da Giuseppe e Margherita Morra, sentì fin dalla più tenera età una particolare attrattiva per la missione sacerdotale, come ha raccontato egli stesso in un articolo scritto per Sentiero giovane: «Da bambino […] facevo il chierichetto nella chiesa parrocchiale del mio paese e in casa giocavo a celebrare le Messe nel pianerottolo della rampa di scale che porta da un piano all’altro. All’inizio la mia attenzione si rivolse a tre congregazioni religiose: ai Chierici Regolari di San Paolo (detti “Barnabiti”), tra i quali era sacerdote un cugino di mio padre; ai Fratelli delle Scuole Cristiane (detti “Lasalliani) e ai Preti della Dottrina Cristiana (detti Dottrinari), tra i quali erano rispettivamente entrati due cugini di mia madre. Furono spedite le domande a tutte e tre le Congregazioni, ma le risposte furono tutte negative. Tutto pieno! Tutto esaurito! Altri tempi! Intanto avevo terminato la quinta elementare e lavoravo nel bar di mio padre e nel vicino spaccio del dopolavoro, entrambi a gestione familiare. Quando mio padre partì per la guerra, nei pochi mesi della sua assenza, mi fu affidata la responsabilità dello spaccio, mentre mia madre pensava a gestire il bar. La mattina, all’età di undici anni, mi dovevo svegliare alle 6,30 per trovarmi sul posto prima dell’arrivo degli autobus di linea, da cui scendevano potenziali clienti. Il primo trimestre scolastico si avviava al termine, quando giunse al mio paese, Monteleone di Puglia, in provincia di Foggia, un frate cappuccino per predicare la novena dell’Immacolata. […] Ogni sera, con papà, mamma e le mie sorelle andavamo a sentire la predica. Ricordo che guardavo fisso il predicatore, anche se non capivo granché. Comunque gli esempi che utilizzava mi colpivano e mi rimanevano impressi. Ogni sera, al termine della novena, tornavamo a casa e, mentre mia madre preparava la cena, io mi chiudevo nella cameretta, salivo su un banchetto e, gesticolando, cercavo di ripetere quelle frasi che mi erano rimaste in mente della predica. Quel predicatore, padre Arcangelo Perrotti, mi aveva stregato. Dissi subito ai miei: “Voglio farmi frate cappuccino, predicatore”». Due obiettivi che fr. Marciano raggiunse, superando le sue aspettative. Infatti come frate cappuccino è giunto a ricoprire la carica di ministro provinciale facente funzioni, quando da vicario prese in mano le redini della Provincia religiosa (dall’8 marzo del 1984 al 17 gennaio 1985) dopo l’improvvisa morte del ministro fr. Pietro Tartaglia. Come predicatore è arrivato a svolgere il compito di segretario nazionale dei predicatori cappuccini e di segretario nazionale per l’Evangelizzazione.
📷Fr. Marciano in una recente foto con Mogol.
Un ruolo determinante, nell’accogliere la chiamata del Signore da parte del piccolo Ferdinando, è stato svolto dai genitori, come ha spiegato egli stesso: «Entrambi ne furono contenti. Con mio padre mi recai subito alla casa dell’arciprete, don Rocchino Paglia, che ci presentò a padre Arcangelo. Quest’ultimo ci ascoltò con entusiasmo e ci assicurò che, una volta rientrato a Sant’Elia a Pianisi, avrebbe convinto i vari professori a tenermi delle lezioni suppletive per colmare il vuoto formativo che avevo accumulato nel primo trimestre. Il 13 gennaio, accompagnato da mio padre, a bordo di un carretto trainato da due cavalli, partii per il seminario di Sant’Elia a Pianisi, in provincia di Campobasso».
Il 15 settembre 1946 vestì l’abito religioso e il 16 settembre dell’anno seguente emise la professione temporanea dei voti, che confermò per tutta la vita l’8 dicembre 1950.
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Al termine del periodo formativo, prima dell’ultimo traguardo, ancora una volta fu importante il ruolo di papà Giuseppe Vito, che consentì a fr. Marciano di sentirsi completamente libero nella scelta definitiva. Il genitore andò a trovarlo e gli disse: «Manca meno di un anno per la tua ordinazione sacerdotale. Sappi che, se ti farai ordinare sacerdote, sarà la gioia più grande che mi puoi dare. Però, se vuoi tornare indietro, troverai la porta sempre aperta e ti aiuterò intraprendere l’attività che tu vorrai». «Io – ha raccontato successivamente il diretto interessato – liberamente scelsi di essere sacerdote di Cristo e ringrazierò in eterno per questo dono grandioso di Dio».
Con questa granitica certezza, il 21 febbraio 1954, accolse l’imposizione sul suo capo delle mani dell’arcivescovo di Campobasso, mons. Alberto Caringi. Insieme a lui furono ordinati altri dieci suoi confratelli e compagni di studio, tra i quali fr. Gerardo Di Flumeri, che avrebbe svolto l’importante compito di vice postulatore della Causa di beatificazione e canonizzazione di Padre Pio.
📷Fr. Marciano con il presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti, Carlo Verna.
I primi incarichi, svolti da fr. Marciano come sacerdote cappuccino, sono stati nel campo della formazione iniziale: prima come vice direttore del ginnasio inferiore nel convento di San Severo (anno scolastico 1954-1955), poi come direttore del seminario di Vico del Gargano (1955-1973), infine come maestro dei novizi a Morcone (1973-1974). Quindi è cominciato il ministero della predicazione che, per lunghi periodi, è coinciso con i compiti di governo nel Definitorio provinciale, con la responsabilità della Fraternità e del Santuario di San Giovanni Rotondo e con l’impegno di segretario generale dei Gruppi di Preghiera di Padre Pio.
📷Il giovane fr. Marciano con Padre Pio.
Fr. Marciano conobbe Padre Pio durante una gita a San Giovanni Rotondo, organizzata per gli studenti al termine del ginnasio, prima di iniziare il noviziato. Il ricordo di quei giorni è rimasto per lui indelebile per tutta la vita: «Di Padre Pio l’impressione che ebbi fu di un papà ma, ancor di più, di un nonno. Un giorno egli si intratteneva con noi, quando si trovò a passare l’economo del convento, al quale il Confratello stigmatizzato, riferendosi a noi fratini, disse: “Mi raccomando, falli mangiare bene, perché questa è carne che cresce”. Infatti, solo da qualche anno era terminata la guerra e non si “guazzava” nell’abbondanza».
📷Fr. Marciano con Luca Sardella.
Tra gli episodi che lo hanno legato al Santo, il Cappuccino di Monteleone raccontava spesso la guarigione di suo padre, che andò a trovare il figlio a San Giovanni Rotondo dopo essere stato dimesso dall’ospedale senza grandi speranze: «Aveva un tumore ai polmoni e i medici gli avevano dato poco da vivere. Padre Pio lo guardò fisso, poi lo prese per il bavero della giacca e con l’altra mano iniziò a tirargli dei pugni sul petto dicendo: E chi te l’ha detto che tu stai malato? Tu stai bene! Stai bene!”. E subito dopo: “Ora ti saluto. Arrivederci!” Disse proprio così: “Arrivederci”. Non capii subito cosa volesse dire, ma lo compresi in seguito. Il mio papà aveva i giorni contati e invece guarì e incontrò ancora Padre Pio. Ci lasciò quindici anni dopo per un’altra malattia».
📷Fr. Marciano con il prof. Antonio Cisternino.
Da oltre cinque anni fr. Marciano era in cura per una grave forma di leucemia, che però non aveva interrotto la continuità del suo apostolato. Anche dopo il riacutizzarsi della malattia, che a settembre del 2019 lo costrinse a un ulteriore periodo di inattività per la necessità di un ricovero in Casa Sollievo della Sofferenza, appena le condizioni fisiche glielo hanno permesso, è tornato a celebrare la Messa pubblicamente, a occupare quotidianamente il suo posto in confessionale, a garantire le sue catechesi ai telespettatori di Padre Pio Tv, a sedersi alla sua scrivania con l’obiettivo di terminare a scrivere il suo ultimo libro e, trascurando le raccomandazioni dei medici, ad accettare, quando se la sentiva, qualche giorno di predicazione fuori dal convento. Infine è tornato ad essere disponibile ad ascoltare e a offrire una parola di conforto a quanti si rivolgevano a lui: di giorno nell’incontro personale, di sera, dopo cena, telefonicamente. A bloccare l’instancabile cappuccino di Monteleone è stato il coronavirus, che lo ha costretto a ulteriori due ricoveri in ospedale e a un periodo di convalescenza e di riabilitazione nel presidio residenziale “Gli Angeli di Padre Pio”. Nonostante la guarigione dal covid, il suo corpo ha subito un progressivo decadimento, che le cure mediche prestate in un terzo ricovero non sono riuscite ad arginare.
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Sarà possibile rendere omaggio alla salma di fr. Marciano a partire dalle ore 17,00 di oggi presso la chiesetta antica di Santa Maria delle Grazie, con ingresso contingentato per evitare assembramenti. I funerali saranno celebrati domani, alle ore 11,30, nel santuario di Santa Maria delle Grazie e saranno trasmessi in diretta su Padre Pio Tv.
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Bagna Caval: L'equitazione incontra la tradizione nel Bagna Cauda Day 2024
Passeggiate a cavallo e sapori del Piemonte si uniscono in un'esperienza unica tra le colline del Monferrato
Passeggiate a cavallo e sapori del Piemonte si uniscono in un’esperienza unica tra le colline del Monferrato Dal 22 al 24 novembre 2024, il Bagna Cauda Day accoglie una novità straordinaria: il Bagna Caval, un’iniziativa di Turismo Verde Cia Alessandria che unisce l’amore per la natura, l’equitazione e la convivialità. Questo evento offre un’immersione unica tra passeggiate a cavallo e…
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Voglio autotaggarmi in un tag per rifarlo fra qualche anno e vedere cosa è cambiato.
1. Qual’è il tuo nome? Non si dice qui hahaha
2. Qual’è il tuo soprannome? Non ne ho
3. Sei fidanzata? Sì.
4. Segno zodiacale? Gemelli ascendente leone
5. Sei uomo o donna? Donna.
6. Colore attuale capelli? Castano ramato
8. Altezza? 1.75.
9. Vorresti cambiare il tuo nome? No.
10. Hai animali domestici? No mia mamma me lo impedisce
11. Fumi? Ho diminuito e vorrei smettere ma è dura
12. Qual’è il tuo animale preferito? Sono troppi. Pipistrello, anatroccoli, lontre, cavalli
13. Qual’è l’ultimo manga che hai letto? Forse inuyasha da piccola
14. Ultimo libro che hai letto? Quaderni giapponesi
15. Ultima cosa che hai bevuto? Acqua ferrarelle
16. Social network preferito? Li odio praticamente tutti al momento .
17. La pagina web più visitata oggi? gmail universitaria.
18. Ultima canzone ascoltata? Best interest, tyler the creator
19. Ultima volta che hai pianto? Ieri notte
20. Hai mai frequentato due persone contemporaneamente? Yes.
21. Sei stata mai tradito? Dipende dai punti di vista
22. Hai mai baciato qualcuno e poi ti sei pentita? Si
23. Hai mai perso qualcuno di speciale? Sì
24. Sei mai stata depressa? Suppongo di sì. Nel periodo della 5 superiore
25. Ti sei mai ubriacata e poi hai vomitato? Soprattutto ai diciottesimi
26. Elenca tre colori che ti piacciono: lilla, arancione, verde foresta
27. Quanti anni hai? 20, quasi 21.
28. Sei nata a: non si può dire.
29. Fatto nuove conoscenze? Si.
30. Smesso di amare qualcuno? Si
31. Riso fino a piangere? Spesso, una volta mi sono pisciata addosso
32. Incontrato qualcuno che ti ha cambiato la vita? Sì.
33. Capito chi sono i tuoi veri amici? Si ed è stato molto doloroso
34. Beccato qualcuno che stava parlando di te? Troppe volte alle superiori
35. Baciato qualcuno dell’altro sesso? Ho baciato gente di entrambi i sessi
36. Quante persone tra i tuoi amici di Facebook conosci realmente? Ho fb per sbaglio
37. Con quante parli? Boh.
38. A che ora ti sei svegliata stamattina? Alle 8
39. Che stavi facendo la notte scorsa? Vagavo tra farmacie notturne e guardia medica
40. Qual è la cosa per la quale non riesci ad aspettare per niente? Spesso mangiare
41. Qual è il modello del tuo cellulare? iPhone 7
42. Qual è la cosa che ti auguri di cambiare nella tua vita? Superare i miei difetti e vivere al massimo
43. Che cosa stai ascoltando ora? Got in sottofondo.
44. Per te, è più importante la salute o il denaro? La salute ovviamente
45. Che cosa ti dà sui nervi in questo momento? Il COVID e tutti i problemi mentali che mi sta provocando, è la gente tossica che mi ha distrutto.
46. Cioccolato bianco o nero? Bianco
47. A latte o fondente? Entrambi
48. Hai tatuaggi? No.
49. Hai piercings? Helix, programmo di fare il nostril
50. Hai una cotta per qualcuno? Cotte reali no, sono fidanzata ma per i dictional caracters si hahah.
51. Prima migliore amica? Carlotta.
52. Sei di destra o di sinistra? Non mi identifico in nessuna delle due al momento ma sicuramente non sono di destra
53. Hai cicatrici sul tuo corpo? Si
54. Il ricordo più bello legato alla tua infanzia? I fine settimana passati a casa dei miei nonni e le vacanze al mare in Liguria
55. La tua attuale migliore amica? Non ne ho perché non mi fido e non sopporto abbastanza nessuno
56. Primo sport a cui hai partecipato? Credo pallavolo
57. Primo animale domestico? Piccolo il cane dei miei nonni
58. Prima vacanza? Al mare in Liguria, avevo 15 giorni
59. Primo concerto? Qualche anno fa
60. Prima cotta? Alle elementari, si chiama filippo
61. Stai mangiando? Mi sono appena mangiata dei cereali per cena dopo esserli lamentata tutto il giorno di essere ingrassata lol
62. Stai bevendo? No.
63. Stai aspettando? Di trovare le forze per andare a struccarmi
64. Quanti bambini vorresti avere? Una femmina credo ma non sono sicura di essere adatta a fare la madre.
65. Vuoi sposarti? No il matrimonio mi terrorizza e lo trovo inutile
66. La tua donna ideale? Mia mamma
67. La carriera che hai in mente? Psicologa/criminologa dato che è ciò che sto studiando
68. Labbra o occhi? Occhi
69. Abbracci o baci? Abbracci.
70. Alto o basso? Alto.
71. Più giovane o più vecchio? Più vecchio.
72. Romantico o spontaneo? Spontaneo.
73. Una bella pancia o belle braccia? Belle braccia e spalle larghe
74. Sensibile o superficiale? Sensibile.
75. Storiella o relazione seria? Relazione seria.
76. Provocatore o indeciso? Provocatore
77. Hai mai baciato una persona che non conoscevi? Si.
78. Bevuto un liquore forte? Sì.
79. Perso gli occhiali o le lenti a contatto? Non li porto .
80. Fatto sesso al primo appuntamento? No.
81. Spezzato il cuore di qualcuno? Si abbastanza
82. Avuto il cuore spezzato? Sì ed è stato peggio di come pensavo
83. Pianto per la morte di qualcuno? Si, anche di sconosciuti a volte
84. Avuto una cotta per una tua amica? Si.
85. Ti sei mai ubriacata? Si ma poche volte perché reggo molto
86. Sei mai stato arrestata? Ho rischiato in gita una volta.
87. In te prevale sentimento o ragione? Qualche anno fa avrei detto sentimento ma al momento credo ragione
88. Avuto una cotta per una persona del tuo stesso sesso? Si
89. Avuto più di un ragazzo contemporaneamente? No
90. Detto a qualcuno che lo ami e non era vero? Dipende da cosa si intende per amare
91. Credi in te stessa? A volte sì, a volte no. Spesso penso di non essere all’altezza
92. Nei miracoli? No ma vorrei.
93. Nell’amore a prima vista? Sì ed è intenso
94. Nel paradiso? Al momento non credo nel paradiso come viene inteso comunemente ma credo che un persona non si esaurisca con il suo corpo.
95. Nel vero amore? Sì e no, dipende da cosa si intende per vero
96. Nel bacio al primo appuntamento? Sì.
97. Negli angeli? Non proprio, spero ci sia una entità che mi protegge però
98. C’è una persona che vorresti avere lì con te adesso? Mio papá che è morto quando ero piccola e i miei nonni
99. Credi di piacere a qualcuno? Sì.
100. Ti sei rotto di rispondere a queste domande? No ho scelto io di farlo
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Una domenica tranquilla. (1 anno e 8 mesi d.B)
Domenica splendeva il sole e la zona era gialla. Perché non approfittarne per una gita fuori porta?
Carichiamo una bimba assonnata in macchina e partiamo, direzione Oasi di Sant'Alessio. 30 minuti di macchina dopo (e solo 30 minuti di sonno per una povera Bianca che di solito si spara dalle 2 alle 2 ore e mezza) parcheggiamo e ci mettiamo in coda, nonostante i biglietti comprati online.
Ci troviamo circondati da mocciosi urlanti, io mi chiedo dove siano finiti i weekend sesso, droga e rock&roll (ah no, mai avuti), ma in cuor mio so che lei si divertirà.
Quello che però era iniziato come un sereno pomeriggio si trasforma in un'avventura alla rincorsa di Bianca, all'evitare bagni in pozze abitate da strane specie di uccelli, a togliere dita che si infilano in reti che proteggono 'cavalli che potrebbero mordere' da festosi ragazzetti, a schivare galli reali a piede libero.
Finito il tour, siamo fisicamente e psicologicamente distrutti. Bianca pensa però che sia un'ottima idea fare una cacca oceanica che imbratta pantaloni, body e camicia.
È stata una bella domenica, ma un altro weekend per riprendermi chi me lo dà?
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In montagna Vocabs
la montagna - mountain la catena montuosa - mountain range / chain le Alpi - Alps gli Appennini - Apennines la cima - top, peak il ghiacciaio - glacier la neve - snow la roccia - rock la scalata - climbing l’arrampicata (f.) - climbing, rock climbing l’arrampicata libera (f.) - free climbing scalare, arrampicarsi - to climb camminare - to walk la mountain bike - mountain bike il monte - mount la parete - side, face, wall l’escursione (f.), la gita - day trip, excursion il panorama - view, panorama la vallata - wide valley la valle - valley il fondovalle - valley floor, bottom of the valley il paesaggio - panorama / landscape il punto panoramico, il belvdere - panoramic viewpoint il paese, il villaggio - village le piante - plants gli alberi - trees i fiori - flowers la natura - nature il bosco - wood il sottobosco - undergrowth, bush i cespugli - bushes, shrubs la foresta - forest il relax - relax riposarsi - to relax, to rest i funghi - mushrooms i mirtilli - blueberries i lamponi - raspberries le more - blackberries i frutti di bosco - fruits of the forest, wild berries la polenta - cornmeal mush, corn mush il ginepro - juniper le mucche - cows le pecore - sheeps le capre - goats i cavalli - horses le volpi - foxes gli orsi - bears i lupi - wolves il falco - hawk, falcon l’aquila - eagle il gheppio - kestrel il capriolo - roe deer il camoscio - chamois il daino - fallow deer il parco naturale - wildlife park la transumanza - transhumance, migratory herding gli animali selvatici - wild animals le fattorie - farms i pascoli - pastures, grazing lands l’alpeggio (m.) - alpine pasture le terme - thermal baths lo chalet - chalet, cabin, lodge l’albergo - hotel il rifugio - refuge, shelter la capanna - hut, shed, cabin la tenda - tent il picchetto - peg, stake la fune - cord, rope gli sci - ski sciare - skiing sci di fondo - cross-country skiing lo snowboard - snowboard la discesa - ski hill la pista (da sci) - ski slope, ski hill, trail la pista verde - green trail = amateur/beginner skier trail la pista blu - blue trail = low difficulty trail la pista rossa - red trail = medium difficulty trail la pista nera - black trail = expert skier trail gli impianti di risalita, lo skilift - ski lift la funivia - cable car la funicolare - funicular railway la seggiovia - chair lift l’ovovia (f.)- egg-shaped cable car il freddo - cold la tuta da sci - snowsuit, ski suit gli occhiali da sci - goggles gli scarponi - mountain boots i doposci, i moon boot (from the brand), gli scarponi da sci - apres-ski wear i ramponi - crampon le pelli di foca - sealskin le ciaspole - snowshoes, snow rackets il maglione di lana, il pullover - fleece, jumper, sweater il maglione a collo alto - turtleneck sweater/jumper il pile - pile la cuffia - headdress la giacca a vento, il parka - anorak, parka la sciarpa - scarf i guanti da neve - gloves
l’escursionista (m.) - hiker, walker l’alpinista (m.)- mountaineer lo sciatore - skier lo scalatore - climber, rock climber la guida alpina - alpine guide il maestro di sci - ski instructor il guardiaparchi, la guardia forestale - ranger, forest ranger gli alpini - Italian Alpine Troopers il soccorritore - rescuer la nevicata - snowfall la tempesta/bufera/tormenta di neve - snowstorm la valanga - avalanche rimanere isolati - to end up isolated (after a storm, e.g.) scavare - to dig chiamare i soccorsi - to call for rescuers / help le ricerche - researches l’elicottero - helicopter un panorama mozzafiato - a breathtaking panorama conosce qualche posto dove si noleggiano mountain bike? - do you know were I can rent a mountain bike? fare una passeggiata in quota - to have a walk at high altitude ho visto un daino che si arrampicava su quella parete! = I saw a fallow deer climbing on that face! in montagna si respira aria buona - on the mountains you generally breathe unpolluted air passerò la giornata a rilassarmi alle terme - I’ll spend my day relaxing at the thermal baths il coro degli alpini si è esibito in uno jodel - the italian alpine troopers choir sang a yodel passare una notte all’addiaccio - to spend a night outside/ camp out
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Alzi la mano chi non ha mai sognato di fare due chiacchiere con Lumière e Tockins, oppure di volteggiare in compagnia della persona amata nella scintillante sala da ballo illuminata da decine e decine di sontuosi lampadari di cristallo, come nel film de “La bella e la bestia”? I sogni, si sa, a volte si avverano, e stavolta potrebbe essere proprio il tuo turno: non devi far altro che procurarti un pomposo abito giallo da gran soirée o un frak, a seconda dei gusti. Lo Chateau de Chambord che ha ispirato il film “La bella e la bestia” Sì, perché il castello incantato che ha ispirato “La bella e la bestia“, il celebre classico Disney che fa sognare generazioni di grandi e piccini sin dal 1991, ha finalmente spalancato le sue porte. Lo Chateau de Chambord si trova nella Loira ed è proprio come lo abbiamo visto sul grande schermo, nelle battute finali del film, quando finalmente il bacio tra i due spezza l’incantesimo che lo aveva tramutato in un maniero tetro e spaventoso. Fu la scenografa stessa del film “La bella e la bestia” Sarah Greenwood, sul finire degli anni Ottanta, ad innamorarsi follemente di questa location e a decidere di utilizzarla come set per quello che sarebbe poi diventato uno dei cartoni animati più amati di tutti i tempi. Vi fece ritorno per almeno quattro volte, prendendo nota di ogni singolo dettaglio e cercando di cartonizzare i suoi meravigliosi ambienti nel miglior modo possibile. Una delle 426 stanze del castello – Fonte: 123rf | Ph. Satur Perez Garrido Oggi possiamo dire, a gran voce, che c’è riuscita. Il castello della Loira che ha idealmente ospitato le vicende di Belle, della Bestia e della ciurma di oggetti animati, anch’essi vittima dell’incantesimo lanciato da una mendicante che, in un tempo anteriore ai fatti narrati, bussò alla porta del maniero chiedendo ospitalità per poi essere scacciata in malo modo, è semplicemente incantevole. Il pavimento di marmo, i lampadari di cristallo e le ampie vetrate intagliate esistono per davvero e vederle dal vivo sarà un tuffo al cuore, soprattutto per quanti sono cresciuti sognando di poter un giorno ballare un lento sulle note del brano Beauty and the beast. Lo Chateau de Chambord ha alle spalle una storia ultrasecolare: fu costruito, nella prima metà del Cinquecento, da Francis I, che lo utilizzò a lungo come residenza nella stagione di caccia. La camera da letto di Francis I – Fonte: 123rf Successivamente passò nelle mani di Stanislas I, mentre oggi è patrimonio dell’umanità ed è, quindi, sotto l’egida dell’Unesco. Il che non sorprende, soprattutto se si considera che è davvero uno dei più bei castelli che esistano al mondo. Interamente arredato e rifinito in stile rococò, è circondato da giardini lussureggianti e sorge in riva ad uno specchio d’acqua che rende ancor più magica l’atmosfera di questo luogo. I giardini sono quelli in cui Belle e la sua Bestia, che poi scopriremo essere l’affascinante principe Adam, giocano a lanciarsi palle di neve, guardandosi per la prima volta in modo diverso dopo la comprensibile diffidenza iniziale. Lo Chateau de Chambord si compone, udite udite, di 426 stanze. Nel film, naturalmente, non le abbiamo viste tutte, ma una di esse è certamente quella che la servitù del castello riserva alla principessa Disney al suo arrivo al castello. I giardini che circondano il castello – Fonte: 123rf Quella in cui l’armadio se ne va a zonzo per la camera da letto come se fosse perfettamente normale, sì. E dove Belle stringe amicizia col dolce Chicco e con la sua mamma-teiera, la saggia Mrs. Bric. S’ispira chiaramente a questo magnifico castello nella Loira anche la cucina che vediamo più volte nel cartone, così come le torrette che sovrastano l’edificio e la sala d’ingresso, col suo gigantesco portone in legno. A questo punto ti starai certamente chiedendo quando e come potrai visitare il magnifico castello della Loira che ha ispirato “La bella e la bestia“. Potrai farlo tutti i giorni spendendo solo 14,50 euro, prezzo che include il tour delle sale principali del maniero. Oppure, se vuoi regalarti una gita da sogno, puoi integrare il biglietto con un giro nel circondario a bordo di una carrozza trainata da cavalli. La cucina – Fonte: 123rf Ma è il 25 dicembre che il castello dà il meglio di sé, vestendosi a festa per ospitare un evento unico nel suo genere: un gran ballo ispirato a quelli del 16esimo secolo, in cui tutti gli ospiti sono chiamati ad indossare abiti tradizionali e hanno la possibilità di partecipare sia al concerto presso la Cour des valoi che alla “lezione” di danza rinascimentale nella sala da ballo. Che aspetti? Non è forse ora di realizzare il sogno di una vita? Il ponte che conduce al castello e che Belle attraversa per salvare il suo papà – Fonte: 123rf https://ift.tt/361DPQI Il castello del film “La bella e la bestia” esiste davvero e adesso puoi visitarlo Alzi la mano chi non ha mai sognato di fare due chiacchiere con Lumière e Tockins, oppure di volteggiare in compagnia della persona amata nella scintillante sala da ballo illuminata da decine e decine di sontuosi lampadari di cristallo, come nel film de “La bella e la bestia”? I sogni, si sa, a volte si avverano, e stavolta potrebbe essere proprio il tuo turno: non devi far altro che procurarti un pomposo abito giallo da gran soirée o un frak, a seconda dei gusti. Lo Chateau de Chambord che ha ispirato il film “La bella e la bestia” Sì, perché il castello incantato che ha ispirato “La bella e la bestia“, il celebre classico Disney che fa sognare generazioni di grandi e piccini sin dal 1991, ha finalmente spalancato le sue porte. Lo Chateau de Chambord si trova nella Loira ed è proprio come lo abbiamo visto sul grande schermo, nelle battute finali del film, quando finalmente il bacio tra i due spezza l’incantesimo che lo aveva tramutato in un maniero tetro e spaventoso. Fu la scenografa stessa del film “La bella e la bestia” Sarah Greenwood, sul finire degli anni Ottanta, ad innamorarsi follemente di questa location e a decidere di utilizzarla come set per quello che sarebbe poi diventato uno dei cartoni animati più amati di tutti i tempi. Vi fece ritorno per almeno quattro volte, prendendo nota di ogni singolo dettaglio e cercando di cartonizzare i suoi meravigliosi ambienti nel miglior modo possibile. Una delle 426 stanze del castello – Fonte: 123rf | Ph. Satur Perez Garrido Oggi possiamo dire, a gran voce, che c’è riuscita. Il castello della Loira che ha idealmente ospitato le vicende di Belle, della Bestia e della ciurma di oggetti animati, anch’essi vittima dell’incantesimo lanciato da una mendicante che, in un tempo anteriore ai fatti narrati, bussò alla porta del maniero chiedendo ospitalità per poi essere scacciata in malo modo, è semplicemente incantevole. Il pavimento di marmo, i lampadari di cristallo e le ampie vetrate intagliate esistono per davvero e vederle dal vivo sarà un tuffo al cuore, soprattutto per quanti sono cresciuti sognando di poter un giorno ballare un lento sulle note del brano Beauty and the beast. Lo Chateau de Chambord ha alle spalle una storia ultrasecolare: fu costruito, nella prima metà del Cinquecento, da Francis I, che lo utilizzò a lungo come residenza nella stagione di caccia. La camera da letto di Francis I – Fonte: 123rf Successivamente passò nelle mani di Stanislas I, mentre oggi è patrimonio dell’umanità ed è, quindi, sotto l’egida dell’Unesco. Il che non sorprende, soprattutto se si considera che è davvero uno dei più bei castelli che esistano al mondo. Interamente arredato e rifinito in stile rococò, è circondato da giardini lussureggianti e sorge in riva ad uno specchio d’acqua che rende ancor più magica l’atmosfera di questo luogo. I giardini sono quelli in cui Belle e la sua Bestia, che poi scopriremo essere l’affascinante principe Adam, giocano a lanciarsi palle di neve, guardandosi per la prima volta in modo diverso dopo la comprensibile diffidenza iniziale. Lo Chateau de Chambord si compone, udite udite, di 426 stanze. Nel film, naturalmente, non le abbiamo viste tutte, ma una di esse è certamente quella che la servitù del castello riserva alla principessa Disney al suo arrivo al castello. I giardini che circondano il castello – Fonte: 123rf Quella in cui l’armadio se ne va a zonzo per la camera da letto come se fosse perfettamente normale, sì. E dove Belle stringe amicizia col dolce Chicco e con la sua mamma-teiera, la saggia Mrs. Bric. S’ispira chiaramente a questo magnifico castello nella Loira anche la cucina che vediamo più volte nel cartone, così come le torrette che sovrastano l’edificio e la sala d’ingresso, col suo gigantesco portone in legno. A questo punto ti starai certamente chiedendo quando e come potrai visitare il magnifico castello della Loira che ha ispirato “La bella e la bestia“. Potrai farlo tutti i giorni spendendo solo 14,50 euro, prezzo che include il tour delle sale principali del maniero. Oppure, se vuoi regalarti una gita da sogno, puoi integrare il biglietto con un giro nel circondario a bordo di una carrozza trainata da cavalli. La cucina – Fonte: 123rf Ma è il 25 dicembre che il castello dà il meglio di sé, vestendosi a festa per ospitare un evento unico nel suo genere: un gran ballo ispirato a quelli del 16esimo secolo, in cui tutti gli ospiti sono chiamati ad indossare abiti tradizionali e hanno la possibilità di partecipare sia al concerto presso la Cour des valoi che alla “lezione” di danza rinascimentale nella sala da ballo. Che aspetti? Non è forse ora di realizzare il sogno di una vita? Il ponte che conduce al castello e che Belle attraversa per salvare il suo papà – Fonte: 123rf Apre al pubblico il castello della Loira che ha ispirato l’ambientazione del celebre cartoon Disney degli anni Novanta “La bella e la Bestia”.
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▶︎ PUNTO VERDE ESTIVO 2019 ▶︎ IN FATTORIA DIDATTICA ▶︎ NEI MAGREDI DEL FRIULI ------------ Punto Verde estivo per ragazzi dai 6 ai 16 anni. Vivere una vera ed emozionante vacanza equestre e scoprire gli stupendi tesori della campagna friulana! Equitazione, carrozza, asineria, gita nel bosco, caccia al tesoro in fattoria, raccolta della frutta, scuola di cucina…e molte altre attività! ▶︎ Settimane di svolgimento: ▶︎ SENZA PERNOTTO ------------ dal 24 giugno al 28 giugno dal 1 luglio al 5 luglio dal 8 luglio al 12 luglio dal 26 agosto al 30 agosto ▶︎ CON PERNOTTAMENTO ------------ Dal 23 giugno al 29 giugno dal 30 giugno al 6 luglio dal 7 luglio al 13 luglio dal 25 agosto al 31 agosto ▶︎ PROGRAMMA Campus con pernotto: >> https://bit.ly/2HpbytM ▶︎ PROGRAMMA Campus senza pernotto >> https://bit.ly/2JKrmbS ▶︎ Personalizzabile a richiesta! ------------ Scopri la Fattoria Didattica: >> https://www.fattoriedidattichefriuli.it Scopri l’Agricampeggio: >> http://www.campingfriuli.bio Scopri il Maneggio ed i cavalli: >> http://www.magredicentroequestre.com ------------ ▶︎ PER INFORMAZIONI ED ISCRIZIONI: Gelindo dei Magredi Via Roma, 14 - 33099 Vivaro (PN) Tel: +39.0427.97037 - Cell: 335-717.0806-7 Web: www.gelindo.it - Email: [email protected] https://www.instagram.com/p/ByH6R1RCeD0/?igshid=14in8538ftist
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Oggi ho rimpianto Razzi: vi spiego perché Di Giulio Cavalli Rimpiangere Antonio Razzi Oggi mi è venuta voglia di rimpiangere Antonio Razzi. Fermi tutti, lo so, lo so bene che Razzi nell’immaginario collettivo è il traditore che ha regalato il governo a Berlusconi e che si è venduto per un pugno di monete lasciando da parte qualsiasi valore etico e politico, so anche che è riuscito a trasformare la figura del venduto in un’icona popolare con cui riempire i programmi televisivi e da utilizzare come ospite a sorpresa gli eventi mondani. So tutto. Però Razzi, se ci pensate bene, non ha mai finto di essere uno statista, anzi a ben vedere non ha mai nemmeno finto di essere una brava persona: ogni volta che lo intervistavano ammetteva candidamente di avere agito per interesse personale e anche quando si sforzava di dare un significato politico alle sue azioni era talmente poco credibile che gli scappava quasi da ridere. Era onesto nel dichiarare al mondo che la sua poltrona valesse più di ogni altra cosa, lui che ci era arrivato quasi per caso e che non avrebbe mai scommesso su se stesso, e ci ha chiarito senza mezzi termini che l’autopreservazione è la preoccupazione principale per ogni politico terrorizzato dal dovere tornare a fare una vita normale. Meglio Razzi di questi che invece tutti i giorni si arrabattano per convincerci che qualsiasi loro gesto in Parlamento (che è sempre l’azione meno disturbante per non mettere in crisi i manovratori) sia figlio di chissà quale elaborazione morale. Vorrebbero apparire degli strateghi e invece sono arpie inchiodate con i denti alla propria poltrona. Hanno la faccia di chi si è ritrovato al governo (ma anche all’opposizione) per una fortunosa concatenazione di eventi e soffrono di vertigini all’idea di poter perdere la gita parlamentare in cui si ritrovano. Così accade, com’è accaduto oggi in Senato, di sentire parlare gente che non ha nemmeno la minima idea di cosa stia discutendo (significativo l’intervento del grillino Airola che è riuscito a spingere i suoi colleghi a mettersi le mani nei capelli) e rimane questa sensazione che quasi tutti votino ciò che gli garantisce delle serene vacanze ben pagate e senza scossoni. Accade che il Partito democratico si sieda con la Lega per modificare la propria mozione e farla allegramente votare al partito di quello che (dicono loro) dovrebbe essere il nemico numero uno della democrazia e accade di sentire i dirigenti democratici che ci spiegano che l’hanno fatto per il bene del treno ad alta velocità. Accade che Di Maio alzi i toni ogni giorno e poi sia un barboncino ammaestrato ogni volta che si tratta di votare. Allora alla fine ti viene la nostalgia della sincerità di Razzi. Almeno lui avrebbe preteso un posto da sottosegretario, se ci pensate.
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