#giardino giapponese
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Japanese Garden
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L'arte del Niwaky
L’arte giapponese del niwaky, o la creazione di alberi in miniatura, è una pratica antica e raffinata che richiede pazienza, dedizione e abilità. In questo post, vi spiegheremo cos’è il niwaky, quali sono i suoi principi e come potete iniziare a coltivare il vostro proprio albero in miniatura. Giardino giapponese e tecnica del Niwaky Cos’è il niwaky? Il niwaky è l’arte di modellare gli alberi per…
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Libellula: Simbolo di Leggerezza e Cambiamento – Scopri di Più su Questo Insetto Affascinante
Tutto quello che c'è da sapere sulla libellula: caratteristiche, simbolismo e il suo ruolo nell'ecosistema
Tutto quello che c’è da sapere sulla libellula: caratteristiche, simbolismo e il suo ruolo nell’ecosistema. Le libellule sono insetti affascinanti che catturano l’attenzione con la loro eleganza e il loro volo leggero. L’insetto nell’immagine è una libellula, caratterizzata da ali trasparenti e un corpo allungato. Questi insetti sono noti per le loro abilità di volo, grazie alle ali robuste e…
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Suzume al cinema.
Suzume, il nuovo lungometraggio di Makoto Shinkai ormai famoso anche in Italia grazie a titoli come Your Name, Il giardino delle parole, Weathering with you è ufficialmente uscito in tutti i cinema italiani da ieri, 27 aprile. Sicuramente era una notizia attesa da molti fan che negli ultimi mesi avevano un po’ perso le speranze, me compresa, ma spero di aver il tempo di andare a vederlo al…
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KAKINOMOTO NO HITOMARO
IL ROMBO DEL TUONO
Il rombo del tuono
nel cielo nuvoloso
forse pioverà.
E, quando accadrà resterai con me?
Il rombo del tuono
nel cielo nuvoloso
e anche se non piovesse
resterò con te.
(da Man'yōshū, Vol. 11, versi 2513 e 2514)
.
Il giardino delle parole è un breve film di animazione giapponese - o “anime” – realizzato da Makoto Shinkai nel 2013. A legare inizio e fine della storia – l’amicizia tra uno studente quindicenne e una donna ventisettenne che si incontrano in un giardino giapponese nei giorni di pioggia – c’è questo doppio tanka di Kakinomoto no Hitomaro, tratto dal Man'yōshū, ovvero la Raccolta delle diecimila foglie, antologia poetica compilata nella seconda metà dell’VIII secolo: una classica domanda e risposta in cui ci si dichiara amore eterno.
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Un appartamento è al contempo un privilegio e una forma di controllo sociale, una tecnologia di governo che fissa un vincolo tra un corpo umano e uno spazio, una costruzione sociale tanto quanto lo sono la differenza sessuale o l’assegnazione a una razza. Un’istituzione, una pulsione di morte, una zavorra. Una seconda pelle o un esoscheletro. Un’ortesi. Un carcere e un rifugio. Il loculo d’incubazione della norma sociale. Il giardino artificiale dove si coltiva l’anima. Esco e vado a mangiare una zuppa di soba al ristorante giapponese dietro l’angolo con il desiderio di fuggire e, insieme, con la paura di dimenticare il trucco per aprire la porta.
Paul B. Preciado, Dysphoria Mundi
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Lo studio era pervaso dal ricco profumo delle rose e, quando la brezza estiva frusciava lievemente tra gli alberi del giardino, dalla porta aperta penetrava l’intenso effluvio dei lillà o la fragranza più delicata delle rose canine. Dall’angolo del divano di cuoio orientale sul quale era sdraiato, fumando come suo solito innumerevoli sigarette, Lord Henry Wotton intravedeva lo scintillio dei fiori dei maggiociondoli – del colore e della dolcezza del miele –, i cui tremuli ramoscelli parevano appena in grado di sopportare il fulgore di tanta bellezza. A tratti, fantastiche ombre di uccelli in volo guizzavano sulle lunghe tende di seta tirate davanti all’ampia finestra, e creavano un fuggevole effetto giapponese che gli ricordava quei pittori di Tokyo dal viso di pallida giada che, con i mezzi di un’arte fatalmente statica, tentano di esprimere sulla tela il senso del movimento e della velocità. Il cupo ronzio delle api – che si facevano largo tra i fili d’erba alta non falciata o roteavano con monotona insistenza intorno agli aghi impolverati d’oro dei caprifogli sparsi in terra – rendeva la sensazione d’immobilità ancora più opprimente.
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Quadrifogli
… vedi, disse Flavio brandendo il quadrifoglio appena colto, questa non è fortuna. I quadrifogli non si trovano perché si è fortunati. Si trovano perché si sa guardare. In mezzo a migliaia di trifogli, il quadrifoglio spicca chiaro solo a un occhio acuto. Per questo io trovo sempre un quadrifoglio, quando ne ho voglia. Ecco, pensavo seduto su una sedia di ferro nello splendido giardino di Flavio, ecco perché io non riesco mai a trovarne uno. Non so guardare, non ho una vista abbastanza acuta; non sono abbastanza acuto. E mentre Flavio continuava una delle sue solite tirate che, dall’arte del ritrovamento dei quadrifogli, si espandeva all’arte della conduzione di uno studio di architettura di successo, per arrivare infine all’arte ancora piú difficile consistente nella costruzione e poi nella gestione di una vita di successo, quale certamente era la sua, mi guardavo intorno e non vedevo che cose belle: il ciliegio giapponese pieno di fiori di un rosa delicato, la siepe di alloro di un verde rigoglioso, il prato inglese ben curato digradante con grande dolcezza fin sulle rive del Bacchiglione e, al lato opposto, il giardino all’italiana pieno di rose proprio di fronte alla sua splendida casa. Non lo ascoltavo piú. Guardavo attraverso le grandi vetrate l’interno dell’abitazione che Flavio aveva ricavato da una vecchia limonaia. Un progetto molto bello, pensavo, un raffinato esercizio di architettura d’interni, una casa che non si poteva fare a meno di ammirare, pubblicata piú volte in varie riviste di arredamento, ma che non aveva perso per questo il suo carattere, restando una casa «vera» in quanto vissuta nel modo giusto, adatta in tutto e per tutto all’uomo che l’aveva progettata e l’abitava. Un uomo che certo sa quello che vuole, pensavo, un uomo che ha quello che vuole, un uomo che sa trovare i quadrifogli… Mi voltai verso di lui. Stava ancora parlando, ma il suo sguardo, chissà perché, si era fatto malinconico. Mi ero perso buona parte delle sue parole, e non so dire come e attraverso quali stanze egli fosse passato per arrivare a dirmi ciò che mi disse. Vedi, disse, ho tutto quello che voglio, tutto quello che ho sempre voluto, eppure… eppure, disse stringendomi un braccio, darei tutto quello che ho per essere bello. (1996)
Vitaliano Trevisan - Shorts
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Giardino giapponese dump
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La mia top ten dei classici della letteratura americana
Eccoci a un nuovo post della serie dedicata ai Classici della letteratura e oggi tocca ai classici americani che io amo in particolare.
E intendo America come continente, non gli Sati Uniti solamente.
Naturalmente come sempre è una lista super soggettiva, non odiatemi se non nomino grandi della letteratura americana come Hemingway, Kerouac, Melville, Jack London, Francis Scott Fitzgerald, Faulkner o Harper Lee, vanno certamente letti e nominati, ma era una top ten e purtroppo ho dovuto escludere molti e lasciarmi guidare dai libri che io personalmente ho amato leggere.
Non vedo l'ora di scoprire invece i vostri preferiti di questa categoria, mi raccomando segnalatemeli in commento.
La mia top ten:
1. Radici, di Alex Haley
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Trama: Nella seconda metà del Settecento il giovane Kunta Kinte viene strappato dal suo villaggio africano e portato in America come schiavo. La sua vita cambierà, come quella dei suoi discendenti: Bell, Kizzy, Chicken George e tutti gli altri, fino a giungere ad Alex Haley, l'autore di queste pagine.
2. La valle del'Eden, di John Steinbeck
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Trama: Nel paese di Nod, a est del giardino dell'Eden, dove la progenie di Caino andò a vivere secondo la leggenda biblica e che nel romanzo di John Steinbeck corrisponde simbolicamente alla valle percorsa dal fiume Salinas nella California settentrionale, si intrecciano le storie di due famiglie, gli Hamilton e i Trask. Protagonisti della saga, che va dalla Guerra civile alla Prima guerra mondiale, da una parte il vecchio Samuel Hamilton, immigrato dall'Irlanda; e, dall'altra, Cyrus Trask insieme ai figli Adam e Charles, e ai nipoti Aron e Caleb, gemelli nati dalla misteriosa Cathy Ames.
3. Piccole donne, di Louisa May Alcott
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Trama: Meg, Jo, Beth e Amy, quattro sorelle dal carattere molto diverso, si trovano improvvisamente ad affrontare la guerra: devono cambiare la propria vita per sostenere la mamma, mentre il padre è nell'esercito. Decidono così di fronteggiare le difficoltà con allegria e spirito di iniziativa..
4. Ti ucciderò, di Mickey Spillane
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Trama: Quando Jack Williams viene trovato ucciso a colpi d’arma da fuoco, il detective Pat Chambers chiama il suo conoscente e amico più intimo di Jack, l’investigatore privato Mike Hammer. Ai tempi in cui avevano combattuto insieme, Jack era stato colpito da una baionetta giapponese per salvare Hammer, perdendo il braccio. Hammer giura di identificare l’assassino prima della polizia per compiere la sua vendetta personale. Il punto di partenza è l’elenco degli ospiti a una festa a casa di Jack la notte in cui è morto: la fidanzata di Jack, ex tossicodipendente, una bellissima psichiatra, due sorelle gemelle, uno studente universitario e un mafioso. Ma mentre li rintraccia, così fa anche l’assassino, e in poco tempo non sarà solo Jack a essere trovato morto. Ad attenderli, infatti, un’automatica calibro 45 munita di silenziatore. E anche Hammer è saldamente nel suo mirino...
5. Tarzan delle scimmie, di Edgar Rice Burroughs
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Trama: Nel cuore della giungla più selvaggia il piccolo Lord Greystoke viene sottratto a un destino di morte certa dalla gorilla Kala, che lo adotta e lo alleva teneramente. Ma per quel suo corpo completamente privo di peli, il cucciolo d'uomo è osteggiato dagli altri membri della tribù. Determinato a non diventare cibo per Sabor, la leonessa, o per Sheeta, il leopardo, riesce a sopravvivere grazie alla sua forza fisica e alla sua intelligenza, che gli permettono di affrontare con audacia i pericoli della giungla, guadagnarsi il rispetto dei gorilla e diventare loro re. Da quel momento si farà chiamare Tarzan delle scimmie e il suo urlo selvaggio e terrificante riecheggerà nella foresta. Ma c'è una nuova e insolita sfida che Tarzan, ormai adulto, dovrà affrontare quando nella giungla arriveranno i suoi simili e con loro la bellissima Jane¿
6. La lettera scarlatta, di Nathaniel Hawthorne
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Trama: La giovane Ester Prynne, condannata per adulterio nella puritana Boston, sarà costretta a portare per sempre sul seno una fiammeggiante, scarlatta, lettera "A", da lei stessa ricamata. Ester non ha mai voluto rivelare il nome del suo "complice" che infine lacerato tra ansia di schiettezza e orgoglio, e perseguitato dal marito della giovane - cederà, confessando la sua colpa.
7. Il gabbiano Jonathan Livingstone, di Richard Bach
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Trama: Il gabbiano Jonathan Livingston non è come tutti gli altri. Là dove i suoi simili, schiavi di becco e pancia, si limitano a viaggetti per procurarsi il cibo inseguendo le barche da pesca, lui intuisce nel volo una bellezza e un valore assoluti. Tanto basta per meritargli il marchio dell'infamia e l'allontanamento dallo stormo Buonappetito. Solo, audace, sempre più libero, Jonathan il Reietto scopre l'ebbrezza del volo acrobatico e varca i confini di altri mondi, altre dimensioni abitate da gabbiani solitari simili a lui nella spasmodica fame e sete di perfezione. Ne diventa la guida, il maestro, il capo indiscusso, e tra i compagni incontrerà chi senza saperlo è pronto a raccogliere la sua eredità.
8. La casa degli spiriti, di Isabel allende (Cile)
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Trama: Alle Tre Marie, splendida tenuta di proprietà di Esteban Trueba, si intrecciano le passioni dei diversi protagonisti: Clara, la moglie del proprietario, trascorre un’esistenza avvolta nei ricordi; Férula, sorella di Esteban, dedica la sua vita agli altri; Blanca è innamorata di un servo del padre, Pedro, che avrà parte nella guerriglia della rivoluzione; Alba, la nipote, dovrà invece affrontare la dittatura mentre Esteban scoprirà, proprio a causa dei tragici eventi politici del suo paese, di amare innanzitutto la sua famiglia.
9. Cent'anni di solitudine, di Gabriel García Márquez (Colombia)
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Trama: Grandezza e decadenza della città di Macondo e della famiglia Buendia, in una successione appassionante di avvenimenti favolosi e grotteschi tra cronistoria e leggenda.
10. Anna dai capelli rossi, di Lucy Maud Montgomery (Canada)
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Trama: Matthew e Marilla conducono una vita abitudinaria nel pacifico paesino di Avonlea. Ormai anziani, decidono di adottare un orfano che li aiuti a mandare avanti la fattoria. Ma invece del ragazzo promesso dall’orfanotrofio, a casa Cuthbert arriva Anna, una bambina dotata di una inesauribile immaginazione che finirà per conquistare tutti.
Onorevoli menzioni:
Uno yankee alla corte di re Artù, di Mark Twaine
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Trama: il protagonista, Hank Morgan, lo yankee del Connecticut, un capo officina della fabbrica d'armi Colt di Hartford, a causa di un violento alterco con un operaio a lui sottoposto, riceve in testa un colpo sferrato con una spranga di ferro e quando si risveglia scopre che è finito in Inghilterra, esattamente nel giorno 20 giugno dell'anno 528… Da qui, la sfrenata girandola senza fine di situazioni che ne derivano, alle prese con re Artù, i cavalieri della Tavola Rotonda, Lancillotto, Ginevra, il mago Merlino, la fata Morgana ecc.
. L'ultimo dei Mohicani, di James Fenimore Cooper
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Trama: Ambientato nella colonia di New York durante la guerra franco-indiana, racconta la storia di un cacciatore bianco: Natty Bumpoo, soprannominato “Lungo Fucile” per la sua abilità con quest’arma. Bumpoo ha abbandonato la vita civile per vivere a contatto con la natura e rifugiarsi nella foresta con due suoi compagni, gli ultimi due pellerossa superstiti di una razza tra le più rispettate e antiche: i Mohicani. I tre personaggi si troveranno a dover aiutare le due figlie del generale inglese Munro, rapite dal nemico comune Magua, capo tribù degli Irochesi, alleati dei francesi, nemico giurato sia del generale Munro che di Occhio di Falco e dei suoi due amici: Cinghachgook e suo figlio Uncas. La storia ha come sfondo la guerra con frequenti battaglie tra gli eserciti francesi e inglesi che in guerriglie e scontri tra gli indiani schierati da una parte o dall’altra. La vittoria si deciderà con una tipica battaglia indiana, tra le tribù dei Mohicani e degli Irochesi con la morte del giovane Uncas, appunto l’ultimo dei Mohicani e di una delle figlie di Munro. Il racconto si chiude con il mesto presagio del capo dei Mohicani che sente avvicinarsi la fine del suo popolo.
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Gli effetti terapeutici dei giardini giapponesi
I giardini giapponesi sono luoghi caratterizzati da una straordinaria bellezza, famosi in tutto il mondo per il potente effetto terapeutico che portano con sé. Ciò che salta subito all'occhio visitando tali luoghi è una cura certosina in ogni dettaglio, così come la rappresentazione della filosofia zen della natura come strumento per raggiungere la pace interiore e l'armonia.
I giardini giapponesi, dunque, hanno una straordinaria capacità di calmare l'animo e ridurre lo stress. La loro bellezza austera e, al tempo stesso, contenuta, agisce come una potente ancora che ci tiene saldi al momento presente, ci svuota la mente dal turbinio di pensieri frenetici permettendoci di raggiungere quella zona silenziosa di luce che alberga dentro di noi. Questi spazi di natura ci insegnano così a rallentare il passo, a percepire le piccole meraviglie che ci circondano ogni giorno e a ritrovare noi stessi.
Costituiscono degli spaccati di infinità, ritagliati nel tempo come preziose gemme a facce multiple. La loro bellezza è profonda, stratificata, come un sasso dalle mille sfaccettature. Le pietre sono lì, come testimoni antichi e immobili, a ricordare le infinite trasformazioni della Terra. Disposte con sapienza, quasi a comporre poemi visivi, restituiscono visioni eleganti e rarefatte. I ciottoli sono le labbra di questi giardini, che articolano il proprio canto silente ed evocativo ad ogni passo.
Alberi nani come bambù e rododendri si elevano come braccia esili tese a toccare il cielo, mentre l’erba dei prati scorre simile ad un’onda flessuosa o un respiro. I ponti gettano passerelle tra gli spazi, consentendo riflessioni in movimento. L’acqua che fluisce incessante è vita e rinascita, ricordandoci del trascorrere impietoso del tempo con il suo murmure. Le rocce si fanno sue compagne di viaggio, con le quali intrattengono un eterno e silenzioso dialogo. Per finire, gli alberi piegati a semicerchio vegliano sul percorso come figure guardiane, mentre il vento tra i rami sussurra misteriose confidenze. Si ha l'impressione che la natura si risvegli da un lungo sonno, per rivelarci le sue sembianze più pure e ancestrali. Non ci resta che visitare un giardino giapponese e smarrirci tra le linee essenziali di questi luoghi, lasciando che la nostra mente si espanda e il nostro spirito si libri. E voi, avete mai visitato un giardino zen?
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Yayoi Kusama
https://www.unadonnalgiorno.it/yayoi-kusama-la-principessa-dei-pois/
Yayoi Kusama è la più importante artista giapponese.
Geniale e camaleontica, realizza installazioni tridimensionali, performance di body painting e dipinti che danno corpo al suo paesaggio interiore.
Un lavoro concettuale che porta avanti tematiche femministe con una tecnica mista tra minimalismo, surrealismo, art brut, pop art ed espressionismo astratto, accomunati dalla tecnica dei pois.
È nata il 22 marzo 1929 a Matsumoto in una famiglia dell’alta borghesia. Ha avuto un’infanzia difficile e travagliata segnata da grossi traumi psicologici. Fin da bambina, ha sofferto di allucinazioni visive e uditive, percependo un’aura particolare intorno ad alcuni oggetti e sentendo gli animali parlare.
Ha utilizzato l’arte per riprodurre ciò che faceva parte di questo mondo, cercando trasformarla in un antidoto.
Appassionata di pittura, veniva ostacolata in tutti i modi dai genitori, ha iniziato a ribellarsi al sistema, sognando di abbandonare il suo paese non appena ne avesse avuto la possibilità.
Nel 1958 si è trasferita a New York per seguire la sua musa ispiratrice, l’artista Georgia O’Keeffe.
Gli inizi non furono facili, l’arte era dominata dagli uomini e nessuna galleria era disposta a offrire spazio a una donna, asiatica e sconosciuta.
I suoi primi lavori sono stati la serie Infinity Net, grandi tele di circa dieci metri, astratte e molto colorate.
Durante tutta la sua carriera è stata subissata da atteggiamenti sessisti e razzisti da parte di colleghi, critici e galleristi.
Negli anni ’60 ha realizzato numerose performance, spesso provocatorie, in cui dipingeva con dei pois i corpi nudi dei partecipanti, facendoli “entrare” nelle sue opere.
Nel 1964 ha presentato alla galleria di Gertrude Stein One Thousand Boat Show, opera in cui ha sfidato il patriarcato attraverso innumerevoli forme falliche.
Una sua performance indimenticabile, nel 1966, portò scompiglio alla Biennale di Venezia dove si era presentata, senza essere invitata, gettando 1.500 sfere galleggianti nei canali della città come parte dell’opera Giardino dei Narcisi.
Dopo aver vissuto a pieno la vivacità delle avanguardie newyorchesi, nel 1973, è tornata in Giappone ritrovandosi davanti un mondo arretrato di cento volte rispetto a quello che aveva lasciato. I giornalisti connazionali la trattavano in modo freddo e infastidito, quasi fosse uno scandalo per il paese, questa brutta accoglienza, le ha procurato una forte depressione.
Dal 1977, ha scelto, volontariamente, di vivere in un ospedale psichiatrico, crea le sue opere in un atelier di fronte alla struttura.
Come donna e artista si è sempre male adattata agli schemi sociali, soprattutto in un paese tanto conservatore e contraddittorio come il Giappone. Nel suo percorso di sfida di genere nell’arte, non ha mai rinunciato a combattere le sue fobie, come quella per il sesso instillatale dai genitori, realizzando performance uniche su corpi di donne e uomini nudi.
Il 1993 ha rappresentato la data della sua vera rinascita, il suo lavoro è stato ospitato alla Biennale di Venezia per la quale ha realizzato un’abbagliante sala degli specchi con inserite delle zucche che sono diventate il suo alter-ego.
Da quel momento in poi, le sue opere sono state esposte nei più importanti musei del mondo come il MoMa di New York, la Tate di Londra e il National Museum of Modern Art di Tokyo.
Il grande pubblico ha iniziato a conoscerla grazie alla collaborazione con Peter Gabriel per il videoclip del brano Lovetown del 1994, in cui evidenzia tutte le sue ossessioni: pois, reticolati, cibo e sesso.
Nel 2012, grazie a Marc Jacobs, direttore artistico di Louis Vuitton, è iniziata una importante collaborazione con la maison francese per cui ha creato numerosi capi di abbigliamento, accessori, borse e scarpe che riportano gli ossessivi pois molto grandi e colorati oltre alle zucche e i nervi biomorfici, altri elementi caratteristici della sua arte.
Nel 2017 è stato inaugurato il Yayoi Kusama Museum di Tokyo, cinque piani che accolgono una collezione permanente, collezioni temporanee e le sue installazioni immersive.
Nel 2018, il regista Heather Lenz, ha realizzato il documentario Kusama Infinity, che mostra il percorso tortuoso della grande artista dallo spirito fragile, la cui costante è una sensazione di enorme solitudine.
Bisogna scavare nel suo passato remoto per trovare la chiave interpretativa del suo percorso artistico. Fin da piccola, soffriva di disturbi ossessivo-compulsivi e allucinazioni plurime, dovute a perpetrate violenze domestiche.
Yayoi Kusama ricrea, attraverso l’arte, le sue visioni come mezzo per dominarle, convertendo questa proliferazione minacciosa in una via di salvezza e fuga verso un’entropia liberatoria.
Pois e fiori giganti, reti, protuberanze molli e forme falliche. La riproduzione, moltiplicazione e aggregazione ossessiva di questo ristretto vocabolario di forme è la firma stilistica delle sue opere.
Sempre in bilico tra due estremi, ci parla del cosmo, dei pois, che riportano alla natura universale delle sue visioni allucinate e ripetitive, e poi, come se si staccasse dal suo corpo, si osserva dall’esterno e sente tutta la concretezza dell’ambiente sociale in cui è immersa.
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Creare un Giardino Unico con Piante Esclusive: Bonsai Ficus Ginseng, Kokedama, Bougainvillea e Verde Stabilizzato
Nel mondo del giardinaggio e della decorazione d'interni, le piante giocano un ruolo fondamentale nel creare ambienti accoglienti e naturali. Se gestisci uno spazio verde, un balcone o vuoi semplicemente decorare gli interni della tua casa, I Giardini di Giulia offre una selezione di piante uniche che possono trasformare il tuo ambiente in un'oasi di tranquillità e bellezza. Tra le piante più apprezzate ci sono il Bonsai Ficus Ginseng in vaso Bagua, i kokedama, la Bougainvillea e il verde stabilizzato con muschio e licheni stabilizzati. In questo articolo esploreremo le caratteristiche di queste meravigliose piante e come possono valorizzare i tuoi spazi.
Bonsai Ficus Ginseng in Vaso Bagua: Un Capolavoro di Natura
Il bonsai è una forma d’arte vivente che ha origine in Giappone e che richiede attenzione e cura per mantenerne la forma miniaturizzata. Il Bonsai Ficus Ginseng in vaso Bagua è una delle varietà più amate e diffuse per chi desidera avere un bonsai a casa propria. Questo bonsai è caratterizzato da radici aeree ben sviluppate e un tronco spesso, che gli conferiscono un aspetto robusto e imponente nonostante le sue dimensioni ridotte. Il vaso Bagua, spesso associato ai principi del Feng Shui, aggiunge un ulteriore elemento di equilibrio ed energia positiva agli spazi. bougainvillea la pianta colorata che trasforma il tuo giardino in unoasi mediterranea
Il Ficus Ginseng è molto apprezzato per la sua resistenza e facilità di cura, rendendolo perfetto anche per chi si avvicina per la prima volta al mondo dei bonsai. Richiede una posizione luminosa, ma lontano dai raggi diretti del sole, e deve essere annaffiato regolarmente, mantenendo il terreno umido ma non inzuppato. Grazie alla sua estetica raffinata, è l’aggiunta ideale per un salotto, un ufficio o qualsiasi ambiente che necessiti di un tocco di verde. Acquistare un Bonsai Ficus Ginseng in vaso Bagua su I Giardini di Giulia significa portare a casa un pezzo di natura che dona serenità e armonia.
Kokedama: La Poesia delle Piante Sospese
Il Kokedama è una tecnica giapponese di coltivazione delle piante, che si distingue per la sua semplicità ed eleganza. In italiano, kokedama significa "palla di muschio", e questo riflette esattamente la struttura della pianta: una sfera di terra avvolta nel muschio che contiene le radici, senza bisogno di un vaso tradizionale. I kokedama sono perfetti per essere appesi o esposti su un piatto decorativo, aggiungendo un tocco di originalità a qualsiasi ambiente.
I kokedama sono apprezzati non solo per la loro estetica, ma anche per il loro significato simbolico. Secondo la tradizione giapponese, rappresentano un legame diretto con la natura, portando equilibrio e pace negli spazi. A I Giardini di Giulia, offriamo una selezione di kokedama che variano per dimensioni e tipologie di piante, ognuno creato artigianalmente per garantire unicità. Che tu voglia appendere un kokedama in salotto o posizionarlo su un tavolino, queste piante sospese sono ideali per chi cerca un’idea decorativa minimalista e naturale.
Bougainvillea: La Pianta Colorata che Trasforma il Tuo Giardino
Se desideri aggiungere un tocco di colore e vivacità al tuo giardino, la Bougainvillea è la pianta perfetta per te. Originaria delle regioni tropicali e subtropicali, questa pianta rampicante è nota per i suoi fiori colorati e abbondanti, che vanno dal rosa al viola, dal rosso all'arancione. La Bougainvillea è perfetta per creare un'atmosfera mediterranea, trasformando il tuo spazio esterno in un’oasi fiorita e vibrante.
La Bougainvillea è una pianta versatile che può essere coltivata in vaso o direttamente in terra, ideale per rivestire pergolati, muretti o recinzioni. Richiede poche cure: ama il sole diretto e preferisce un terreno ben drenato. Con la sua capacità di fiorire generosamente per gran parte dell'anno, è una delle piante più spettacolari per il giardino. Acquista la tua Bougainvillea su I Giardini di Giulia e porta un angolo di Mediterraneo a casa tua.
Verde Stabilizzato: Muschio e Licheni per Decorazioni Naturali e Sostenibili
Per chi cerca soluzioni verdi che non richiedano manutenzione, il verde stabilizzato è la scelta ideale. Il muschio e i licheni stabilizzati sono piante naturali che, attraverso un processo di stabilizzazione, mantengono la loro freschezza e colore per anni senza bisogno di acqua, luce o potature. Questa tecnologia li rende perfetti per creare decorazioni murali, pareti verdi o centrotavola innovativi e sostenibili.
A I Giardini di Giulia, offriamo una vasta gamma di prodotti in verde stabilizzato, ideali per chi vuole aggiungere un tocco di natura a spazi interni come uffici, negozi o abitazioni. Il verde stabilizzato è anche una soluzione ecologica e durevole, perfetta per chi desidera un’estetica naturale senza l’onere della manutenzione. I nostri muschi e licheni stabilizzati sono disponibili in diverse tonalità e texture, permettendoti di creare combinazioni creative e personalizzate per ogni ambiente.
Perché Scegliere I Giardini di Giulia
Scegliere piante di qualità è essenziale per creare un ambiente accogliente e duraturo. I Giardini di Giulia offre una selezione di piante curate con passione, ideali sia per gli appassionati di giardinaggio che per chi desidera aggiungere un tocco di verde alla propria casa o ufficio. Acquistare piante online su I Giardini di Giulia è facile e sicuro: garantiamo spedizioni rapide in tutta Italia e un'assistenza clienti dedicata per ogni necessità. verde stabilizzato muschio e licheni stabilizzati i giardini di giulia
Sia che tu stia cercando un Bonsai Ficus Ginseng in vaso Bagua per decorare il tuo salotto, un kokedama per un tocco di originalità, una Bougainvillea per dare vita al tuo giardino o il verde stabilizzato per una decorazione sostenibile, su I Giardini di Giulia troverai sempre la pianta giusta per te.
Visita il nostro sito e scopri tutte le novità nel mondo del verde. Trasforma i tuoi spazi con piante uniche e di qualità.
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Giardini zen su Marte
HiRISE ha scoperto un paesaggio insolito in questa immagine di Daedalia Planum, sulle pendici di Tharsis a un’altitudine di 5.455 metri (17.900 piedi). Questo terreno sembra essere stato rastrellato in solchi come un giardino secco giapponese. I massi luminosi sono disposti in lunghe file curve separate da 5-10 metri (16-33 piedi), producendo un disegno che assomiglia a un’impronta digitale. Gli…
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domande per conoscere qualcuno
Quanti amici hai?
Hai animali domestici?
Che sport fai?
Ti piacciono gli scherzi. Telefonici?
Ne hai mai fatti?
Che lingue sai?
A che età hai dato il tuo primo bacio?
Cosa pensi di me?
Qual'è le cavolata più grande che tu abbia mai fatto a scuola?
Vorresti avere dei figli? Quanti?
LE MIE RISPOSTE (TRANNE ALLA NUMERO 8)
Non li ho contati
Sì un gatto di nome Moka e dei pesci
Karate, inizierò anche calcio (sono una femmina)
MOLTO
oggi con la mia amica ne avrò fatti tipo una dozzina
L'italiano, inglese, un po di tedesco, giapponese e arabo e spagnolo
6 anni XD
Non rispondo pk sono te
Allora quando avevo sei anni facevo laboratorio nell'orto a scuola e dovevo fare un lavoro di coppia con le erbe aromatiche e ci avevano dato un pezzo di ogniuna, siccome avevo e HO ANCORA l'abitudine di staccare foglie di piante aromatiche (salvia, menta, rosmarino...) nel giardino dei nonni per poi dopo mangiarmele così senza niente, al posto di farci il lavoro di gruppo le mangiai.
Sì. Sei figli. Ne uno di meno, ma forse uno di più.
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