#gestione di sè
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yourealpurpose · 8 months ago
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Temi di perdere il controllo perché hai l'illusione di averlo. L'unica cosa che davvero possiedi è la gestione delle tue emozioni.
Anna
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ambrenoir · 4 months ago
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Mi permetto di riportare le parole di un antroposofo, Tiziano Bellucci, scritte pochi giorni prima della tragedia di Paderno- Dugnano.
APPELLO AL GENERE UMANO: TU CREDI CHE IL MALE NON POSSA IMPOSSESSARSI DI TE?
L’essere umano è un involucro che di solito contiene un’anima, ma può “svuotarsi” da essa e lasciare che altri “io” non umani possano penetrarvi e prendere il comando.
Questo “io” non umani hanno un morale diversa, la quale si basa sulla distruzione dell’esistenza.
Non sono entità extraterrestri, ma forze che sono sempre esiste sulla terra e sempre hanno attentato all’uomo: ma soprattutto ora, con il propagarsi di reti virtuali ed elettromagnetiche, hanno il massimo accesso, la loro invasione è favorita ai massimi gradi.
“𝑄𝑢𝑎𝑛𝑑𝑜 ℎ𝑜 𝑐𝑜𝑚𝑝𝑖𝑢𝑡𝑜 𝑞𝑢𝑒𝑙𝑙’𝑎𝑡𝑡𝑜 𝑜𝑚𝑖𝑐𝑖𝑑𝑎 𝑒𝑟𝑜 “𝑓𝑢𝑜𝑟𝑖 𝑑𝑖 𝑚𝑒”, 𝑞𝑢𝑎𝑙𝑐𝑜𝑠‘𝑎𝑙𝑡𝑟𝑜 𝑠𝑖 𝑒̀ 𝑖𝑚𝑝𝑜𝑠𝑠𝑒𝑠𝑠𝑎𝑡𝑜 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑚𝑖𝑎 𝑐𝑜𝑠𝑐𝑖𝑒𝑛𝑧𝑎”: così affermano coloro che vengono accusati come “assassini”.
Queste entità attaccano soprattutto i ragazzi, adolescenti, oppure gli adulti fortemente materialisti, informatizzati.
Il “progresso” tecnologico, sta sorpassando troppo i ritmi di comprensione umana; la scienza non è stata capace di stare al passo con la coscienza dell'uomo.
Non si è voluto rispettare le attuali capacità umane di “gestione” morale delle macchine e degli strumenti informatici.
Il risultato è che l’individuo viene “svuotato” dagli automatismi che gli vengono indotti dalla tecnologia.
Gli individui meno autonomi, quindi più immaturi sono maggiormente a rischio: ma sono molti quelli che si credono “protetti” o maturi, pur non essendolo.
Queste entità non umane approfittano delle occasioni di “vuoto” e prendono al volo la possibilità di “occupare” le coscienze umane.
Quale è il rimedio?
Primo: non credere di essere esenti da questa minaccia;
secondo: proteggere i più giovani evitando che diventino succubi della tecnologia;
terzo: limitare al massimo l’uso del virtuale, ritornando ad uno stile di vita più essenziale e naturale.
Piaccia o non piaccia, questa realtà esiste lo stesso, anche se non la si accetta, anche se non si è d’accordo. Anzi, coloro che non la riconoscono sono potenziali vittime di una imminente “occupazione”.
Quando avviene l’“egemonia” di una forza dentro di sé, è troppo tardi per tornare indietro.
So che queste parole possono sembrare fuori dal tempo e paradossali, ma esse sono la risposta a tutte le quelle manifestazioni delittuose e irragionevoli verso le quali non si riesce a dare una spiegazione razionale o sensata.
L’uomo è di natura un essere benevolo: può però divenire il veicolo di forze del male.
Il “sequestro si sè” non è solo una superstizione che appartiene al medioevo: coloro che ironizzano, e dicono “𝑖𝑙 𝑑𝑖𝑎𝑣𝑜𝑙𝑜 𝑛𝑜𝑛 𝑒𝑠𝑖𝑠𝑡𝑒, 𝑜𝑐𝑐𝑜𝑟𝑟𝑒 𝑎𝑛𝑑𝑎𝑟𝑒 𝑎𝑣𝑎𝑛𝑡𝑖!” la risposta è: "𝒔𝒊 𝒅𝒆𝒗𝒆 𝒕𝒐𝒓𝒏𝒂𝒓𝒆 𝒊𝒏𝒅𝒊𝒆𝒕𝒓𝒐 𝒊𝒏𝒗𝒆𝒄𝒆, 𝒓𝒊𝒕𝒓𝒐𝒗𝒂𝒓𝒆 𝒒𝒖𝒆𝒍 𝒕𝒆𝒎𝒑𝒐 𝒊𝒏 𝒄𝒖𝒊 𝒔𝒊 𝒂𝒗𝒆𝒗𝒂 𝒑𝒊𝒖̀ 𝒓𝒊𝒔𝒑𝒆𝒕𝒕𝒐 𝒅𝒊 𝒔𝒆 𝒔𝒕𝒆𝒔𝒔𝒊 𝒆 𝒅𝒆𝒈𝒍𝒊 𝒂𝒍𝒕𝒓𝒊. 𝑬 𝒔𝒊 𝒔𝒂𝒑𝒆𝒗𝒂 𝒄𝒉𝒆 𝒊𝒍 𝒎𝒂𝒍𝒆 𝒆̀ 𝒖𝒏’𝒆𝒏𝒕𝒊𝒕𝒂̀ 𝒓𝒆𝒂𝒍𝒆”
Non possiamo rimanere indifferenti a questo pericolo.
Tiziano Bellucci
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altrovemanonqui · 9 months ago
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Abbiamo tutti vissuti diversi.
Problemi, pensieri, grattacapi. Mancanze e abbandoni disseminati ovunque. Abbiamo lacrime mai scese, sorrisi tenuti nascosti. Conserviamo memorie dolorose e soffriamo per gioie mai più pervenute. Siamo umani. Sensibili. Vulnerabili.
Dovremmo imparare a guardare gli altri specchiandoci.
Non sono una che porta molto di sè a lavoro. Non porto mai molto di me ovunque io vada, ovunque io sia. Ma non critico chi lo fa. Non esiste un modo giusto ed uno sbagliato di stare al mondo.
Quello che davvero però non sopporto e gestisco davvero male…molto male…è l’insoddisfazione altrui…l’infelicità che nasce dal non saper bene cosa desiderare…questo modo di essere rende le persone frustrate…ed il loro atteggiamento è spesso vittimistico, grigio, privo di entusiasmo e in un ambiente di lavoro contagia negativamente.
La vita è vero sa essere ingenerosa, ma incattivirsi ancora di più, diventare apatici ed aridi…è una cosa che faccio molta fatica a comprendere. E parla una che spesso fa del cinismo il proprio scudo.
Ho imparato con il tempo, a tenere a distanza le persone negative, ultimamente mi capita di lavorarci assieme…e sono un disastro nella gestione delle dinamiche. Vorrei strattonare, scuotere…rimettere in circolo quella consapevolezza, quella positività, quella ragione che spesso si deposita sul fondo…e ci priva della cosa migliore che abbiamo: vivere.
Chi sarò mai poi io per dar lezioni agli altri. Ma qualcuno che scuota anche me…ogni tanto lo vorrei.
Si, lo vorrei.
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Il modello lombardo A2A per la sfida dei rifiuti in Africa
La gestione dei rifiuti rappresenta una delle maggiori sfide che l’Africa si trova a dover affrontare, per le possibili complicazioni sociali, ambientali e sanitarie che porta con sè. E’ una situazione di rischio analizzata nello studio realizzato da The European House -Ambrosetti in collaborazione con A2A “Il Nord Africa e la sfida della gestione sostenibile dei rifiuti: la proposta di…
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mindfulness75 · 1 year ago
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ESPERIENZA DI UN FORTE ATTACCO DI PANICO: STRATEGIE E CONSIGLI PER AFFRONTARLO
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L'ansia si presenta come uno stato di agitazione, di timore, spesso senza un oggetto o situazione specifici, distinguendosi così dallo stress, che ha un focus ben definito. Questa emozione è più sfuggente e generica, quindi più complessa da gestire. Il disagio che genera è dovuto a una sensazione di malessere impreciso, legato a qualcosa che potrebbe accadere, ma senza un preciso riferimento temporale, scatenando spesso angoscia e paura.
In un'epoca caratterizzata da un progresso economico, sociale e culturale, l'ansia si è evoluta come un "dono" contemporaneo, portando con sé vantaggi e limitazioni.
Affrontare un attacco d'ansia richiede una serie di passi, anche piccoli, ma quotidiani, per contrastarne gli effetti.
Ecco alcuni suggerimenti pratici per gestire un attacco di ansia:
Riconoscimento e Accettazione: Consapevolezza è la chiave. Accettare di vivere un momento di ansia è il primo passo per gestirlo in modo funzionale. Altrimenti, questa emozione può manifestarsi attraverso sintomi fisici e influenzare i rapporti e il lavoro.
Modifica della Prospettiva: Guardare al mondo con occhi diversi. Creare una visione positiva e utilizzare un diario della positività per registrare almeno tre esperienze belle durante la giornata.
Gestione delle Informazioni: Filtrare le notizie e limitare l'esposizione a eventi negativi è essenziale. Il cervello è incline a concentrarsi sulle cattive notizie, ma limitare questa esposizione può aiutare a mantenere un equilibrio.
Pausa e Respiro: Concentrarsi sul respiro e prendersi del tempo per sè. La mindfulness e l'attenzione al corpo aiutano a gestire l'ansia.
Condivisione e Supporto: Parlarne con amici, familiari o gruppi di supporto può lenire l'ansia. Condividere le preoccupazioni con chi ci comprende è fondamentale.
Benessere Fisico: Prendersi cura del corpo è cruciale per la mente. Anche piccoli momenti di pausa durante il giorno sono essenziali.
Igiene del Sonno: Mantenere una routine di sonno regolare aiuta il cervello a ricaricarsi.
Attività Fisica: Anche una breve attività fisica può aumentare il livello di endorfine, gli ormoni della felicità.
Ridere e Sorridere: Lo stato d'animo positivo aiuta a ridurre la percezione del dolore e favorisce il benessere fisico e mentale.
Richiesta di Aiuto: Se l'ansia è travolgente e influisce negativamente sulla vita quotidiana, non esitare a cercare supporto professionale.
Affrontare l'ansia è un atto di coraggio e auto-cura. Iniziare un percorso di sostegno può aiutare a recuperare la serenità. Scegli di prenderti cura di te stesso e inizia il tuo percorso verso il benessere mentale.
"Se l'ansia domina la tua vita, chiedere aiuto è il primo passo verso il recupero. Trova il supporto di cui hai bisogno per ritrovare la serenità e il benessere interiore."
Tito Bisson
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yagobadstar · 1 year ago
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Orecchio, alterità, occhio, cuore
“Se noi volessimo rendere il verbo ascoltare in modo pittorico, rappresenteremmo un orecchio stilizzato. È questo che anche i cinesi disegnano. Ma non si fermano qui: vi aggiungono un simbolo che indica l’alterità (il rispetto per l’altro e la sua identità); quindi il simbolo dell’occhio (e c’è sotto tutta la filosofia del volto di Lévinas); e infine anche il cuore (perché si ascolta bene solo con il cuore). Oh, l’arte di ascoltare!”
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Voglio oggi condividere con voi anche questo elenco di “regole” per l’ascolto attivo, steso dalla professoressa Marianella Sclavi, che ho trovato davvero illuminante:
1. Non avere fretta di arrivare a delle conclusioni. Le conclusioni sono la parte più effimera della ricerca.
2. Quel che vedi dipende dalla prospettiva in cui ti trovi. Per riuscire a vedere la tua prospettiva, devi cambiare prospettiva.
3. Se vuoi comprendere quel che un altro sta dicendo, devi assumere che ha ragione e chiedergli di aiutarti a capire come e perché.
4. Le emozioni sono degli strumenti conoscitivi fondamentali se sai comprendere il loro linguaggio. Non ti informano su cosa vedi, ma su come guardi. Il loro codice è relazionale e analogico.
5. Un buon ascoltatore è un esploratore di mondi possibili. I segnali più importanti per lui sono quelli che si presentano alla coscienza come al tempo stesso trascurabili e fastidiosi, marginali e irritanti perché incongruenti con le proprie certezze.
6. Un buon ascoltatore accoglie volentieri i paradossi del pensiero e della comunicazione. Affronta i dissensi come occasioni per esercitarsi in un campo che lo appassiona: la gestione creativa dei conflitti.
7. Per divenire esperto nell’arte di ascoltare devi adottare una metodologia umoristica. Ma quando hai imparato ad ascoltare, l’umorismo viene da sè.
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scogito · 1 year ago
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C'è un certo malinteso sul concetto di gestione emozionale.
La gente sembra voler gestire le emozioni degli altri, prima ancora di guardare come si relaziona alle proprie.
Faccio un esempio.
Una persona che ha accanto un partner tendenzialmente scontroso o arrogante (per qualsivoglia motivo), spesso pensa di aiutare "la situazione" gestendo la rabbia dell'altro al posto suo. Nel frattempo non si accorge che sta intervenendo sul prossimo prima di intervenire sull'insofferenza che sente dentro.
Il fatto di calmarlo, di farlo ragionare, di stemperare continuamente il conflitto, intervenendo nel lavoro che dovrebbe fare l'altro su di sè, in autonomia, crea solo un rapporto crocerossa-prepotenza. Non cambia le cose di mezza virgola, non migliora il rapporto di coppia, nè ci si accorge delle conseguenze del proprio comportamento.
Quello che si fa è solo allungare all'infinito il momento in cui la persona prende coscienza di chi è, in base a quello che mette in atto e alle risposte che genera.
Per questo gestire le emozioni non vuol dire che devi gestire tu gli ostacoli emotivi degli altri. Non vuol dire che devi metterti al loro posto per creare la soluzione ai casini emotivi e mentali che loro stessi non vogliono reggere o non sanno risolvere.
Il concetto di "gestione delle emozioni" riguarda te solo, riguarda le tue emozioni. L'eventuale cambiamento dell'altra persona, l'apprendimento che si verifica nell'altro, è soltanto un effetto collaterale, non dovuto e sicuro, dell'esempio che dai tu.
Quando e se ti chiedono aiuto, puoi mostrare loro dove devono guardare per rendersi conto di sé stessi. Lasciando perdere se la persona non ha volontà di capire.
Capire soprattutto quello che rifiuta.
E sempre ammesso che tu lo faccia prima verso te stesso.
Atrimenti aspetta, aspetta e spera.
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https://creanavt.tumblr.com/archive
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centroamamentemilano · 2 years ago
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Allenare l’Intelligenza Emotiva…un gioco da bambini!! ❤
🎯 Laboratori di gruppo per bambini a Milano 2023
Le ricerche dimostrano che figli emotivamente allenati ottengono migliori risultati a scuola, stanno meglio in salute e stabiliscono relazioni più positive con i coetanei, hanno anche minori problemi di comportamento, e riescono a recuperare più rapidamente dopo esperienze negative (resilienza e adattamento) (John Gottman e Joan Declaire).
I nostri percorsi di gruppo si propongono come laboratorio di esperienze in relazione con sè stessi e l'altro, la guida, i limiti, le regole, le relazioni, in un contesto protetto e positivo, in cui i bambini potranno vivere occasioni finalizzate a favorire la “scoperta” di situazioni e contesti emozionali. La relazione, la condivisione, la collaborazione ed il confronto daranno a ciascun bambino la possibilità di comprendere, esternare e gestire meglio sentimenti, emozioni, comportamenti, acquisendo maggiore sicurezza.
A CHI È RIVOLTO
Il percorso è rivolto a bambini dai 3 ai 5 anni e dai 6 ai 9 anni.
I METODI
Per promuovere la maturazione dell’io e favorire il benessere psicologico, i bambini verranno avviati alla consapevolezza delle emozioni e dei sentimenti e alla gestione di quelli negativi (rabbia, gelosia, ansia…), attraverso l'esplorazione sensoriale, conversazioni, esercizi psicomotori, ascolto di testi, musiche, visione di video, giochi teatrali e corporei, esercizi di mindfulness, mirati e personalizzati sulla base dei temi centrali per ciascuno.
GLI OBIETTIVI
✔ Conoscere le proprie emozioni (capacità di riconoscere i propri sentimenti nel momento in cui si presentano)
✔ Gestire meglio le proprie emozioni (capacità di reagire alle emozioni con autocontrollo, per far sì che le nostre reazioni siano appropriate alla situazione)
✔Motivare se stessi (capacità di indirizzare le nostre emozioni al raggiungimento dei nostri obiettivi)
✔ Riconoscere le emozioni degli altri (capacità di comprendere le emozioni dell'altro, di cogliere i suoi stati d'animo)
✔ Gestire le relazioni (capacità di relazionarsi in maniera positiva con gli altri, gestendo al meglio ed in maniera costruttiva i possibili conflitti)
✔ Favorire la consapevolezza corporea
METODOLOGIA
I bambini verranno introdotti alla conoscenza dell'altro e di se stessi, attraverso attività mirate, l'esplorazione dei materiali proposti e le varie possibilità che offrono, nel rispetto delle regole condivise.
Particolare attenzione verrà data al potenziamento dell’attenzione, al focus e al mindset adatto alla concentrazione.
Il gioco di ruolo, simbolico e la creatività saranno stimolate costantemente attraverso attività programmate ed estemporanee.
Chiari e positivi limiti e regole saranno condivise per una esperienza positiva.
Maggiori informazioni:
Cell.3311842704
https://www.centroamamente.it/allenare-lintelligenza-emotiva-un-gioco-da-bambini
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vssviktor · 4 years ago
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Torna
Il tempo assume le sembianze d’un entità tangibile quando si condivide lo spazio con qualcuno, cosa che, tra l’altro, accade spesso. Nel sacro momento in cui s’asportano le interazioni, e ci s’immerge nell’intimità di sè, il tempo smette d’assumere sembianze, e permane solamente l’idea di esso, che anziché regolamentare l’esperienze e quant’altro attraverso un metodo, comincia a puzzare di sconforto e di limitazione fine a se stesso. Nonostante ciò, oggi, paradossalmente rispetto all’aumento esponenziale della popolazione, vige la possibilità d’intimità infinita che, perpetuata e sperperata, decade in solitudine. L’intimità, profusa maniacalmente, giunge ad una consolidata accettazione e pare divenire sopportabile. Essa comincia poi a decadere nuovamente, per divenire come un qualcosa d’opprimente, e ciò porta alla nausea. Io sono stato inondato da essa, ed ora la disprezzo. La mia personalità, introversa ed artistica, attraverso il mezzo del tempo in cui vivo, è riuscita, in maniera terribilmente facile, ad ottenerla, e lei s’è inglobata a me con la promessa che sarei riuscita a domarla, avvalendosi del mio estemporaneo confidente ignoro. La realtà dei fatti, anzitempo prostrata e rivelata giustappunto nella prosa, è che anch’essa può assumere le forme di un’entità; e le entità, per forza di ragioni fenomeniche, sono combustione e comburente d’una convivenza, che talvolta viene desiderata, poi rincorsa, poi ottenuta, poi ottenebra, poi mozza i sentimenti ed infine cagiona.
-Fammi uscire da qui, lasciami perseguire il puro sentiero della mia persona. -No, tu m’hai voluto, ed io sono tutto ciò che rappresento. Dovrai compiere un atto irresponsabile, puerile: dovrai abbandonarmi. -Io t’ho scelto perché volevo evitare queste situazioni: ho idea, forse troppo viscerale, di cosa sia la responsabilità, l’interazione, la gestione, e perciò desideravo eluderle. Da te, solitudine, m’aspettavo questo. Elusione dello scontro e della frizione sociale, a costo di perdermi le belle interazioni, i dialoghi incoraggianti, la coreografia della vita. Noto solo ora ch’è stato un pessimo investimento, perché ora soffro nell’acutire il peso in me stesso, che invero è vuoto a perdere, e quindi ha fame di vita rinnovata, che vuole ascoltare il fiume, ché il fiume è tutto, ed ora sente nausea nell’immaginarsi sobbarcato di pura vita.
Torna uomo-bambino, ignora i tuoi pensieri ed agisci. Torna, perché lui ti sta aspettando.
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dilebe06 · 4 years ago
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Stranger
“ Per gli ufficiali giudiziari, la giustizia è un amore unilaterale. E un ideale ultimo.”
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Avevo in lista questo drama da secoli e secoli ma il fatto che fosse un investigativo/thriller mi frenava parecchio: il terrore che mi dovessi sorbire ore e ore di tecnicismi investigativi, complotti politici - alla Chief of Staff per capirci - ed roba strizzacervello, mi avevano sempre tenuta lontano dalla visione relegando la serie nella sezione “ prima o poi lo vedrò”. più poi che prima
Ho deciso di iniziarlo comunque con la consapevolezza che mi avrebbe fatto compagnia per settimane: un episodio al giorno e fino all’anno nuovo sono apposto!!
Beata ingenuità. 
Complice anche la scadenza dell’abbonamento di Netflix me lo sono maratonato in una settimana e poco più. 
Merito di una sceneggiatura scritta benissimo, un cast eccezionale, un’ottima chimica tra i due lead, personaggi ben tratteggiati psicologicamente e - la cosa per me più importante - il buon mix tra investigativo e thriller:
Il protagonista Hwang Shi-Mok  ha avuto un’operazione al cervello quando era solo un bambino. Questo procedimento chirurgico lo ha portato ad una perdita di emozioni. Hwang Shi-Mok adesso lavora come procuratore ed è un uomo razionale, freddo e solitario e viene considerato uno dei pochi procuratori non corrotti di Seoul. #ilcrimineserpeggia
Un giorno mentre si sta recando al lavoro, trova un cadavere. [la faccio semplice perchè altrimenti stiamo qui 10 anni]  Investigando sulla morte del tipo, incontra il Tenente capo della polizia Han Yeo-Jin ed i due iniziano a lavorare insieme per risolvere il caso di omicidio e per sradicare la corruzione. 
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Stranger ha un ottimo sviluppo della storia, partendo da un piccolo fatto fino ad allargarsi pian piano e riuscendo a mantenere l’attenzione dello spettatore sempre alta. Gioca con lui, tiene conto della sua intelligenza e si aspetta che riesca a seguire la storia senza perdersi. Ovviamente Stranger è piena di colpi di scena e sebbene alcuni li avessi annusati da lontano è riuscito a sorprendermi comunque. 
Oltre all’ottima architettura della storia, devo fare un applauso alla splendida gestione di tutti i generi: Thriller, Mystery, Crime, Drama, Investigation. Stranger mi è risultata una serie equilibrata, capace di tenere in stabilità più tipologie senza preponderare per una o l’altra. Questo mi ha permesso di non annoiarmi mai e percepire un buon ritmo per tutta la serie. 
Uno sguardo anche alle tematiche di cui i personaggi sono un pò portatori: il tema centrale è la giustizia - ovviamente - e come essa sia “difficile”. Accanto ad essa, si trova il tema dell’accettazione, tradimento, il coraggio, il dovere, la famiglia... anche se non troppo sviscerate sono comunque argomenti che la serie piazza in modo molto naturale.
Mi è piaciuto anche il cast ed i personaggi. I due lead sono interessanti e godevoli, come piacevole è la loro chimica ed i loro archi narrativi. Devo però ammettere che ho dato il mio cuore al Procuratore Seo. Quest’uomo - il cui attore me lo ritrovo praticamente ovunque (City Hunter, Designated Survivor, Stranger) - mi ha regalato momenti di puro divertimento ed epicità. Le sue espressioni meriterebbero un premio a sè.
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D’altronde i Procuratori hanno fama di essere uomini tutto d’un pezzo, giacca e cravatta style, seri e responsabili. Poi ti arriva il Procuratore Seo ed è un attimo a diventare l’eroe della serie!
Ho anche apprezzato che la serie abbia dato spazio ai personaggi secondari, tra Procuratori, poliziotti, Capi di TutteCose ecc ecc. Questo è stato molto utile per creare e rendere credibile il microcosmo dove si muovono i personaggi principali e avanza la storia. 
L’unica cosa che posso contestare alla serie sono le inevitabili piccole forzature. Ci sono alcune cose che - ripensandoci adesso -  mi hanno lasciata un pò perplessa.
VOTO: 8.8
Che l’ex Capo del Lead e novello Segretario di Stato nascondesse qualcosa...mi era passato per la testa. Altrimenti perchè tenersi il Procuratore Seo come Segretaria/Pettegola dopo l’evidentissima prova da talpa? [origliatore compulsivo] Ma non immaginavo tutto il suo piano: ossia che facesse finta da tempo e registrasse tutte le prove di corruzione per sputtanarle le persone in seguito. #idolo 
La serie ci tiene comunque a ricordarti che sto tipo - eroe quanto vuoi - alla fine è un mostro. E mi è piaciuto che non abbiano buttato tutto solo sull’eroicità del tipo ma anche sulle sue zone d’ombra.
Anche per lui come per gran parte dei personaggi, la serie gioca con il sospetto: ad una certa ho pure pensato che l’assassino fosse il Procuratore Seo! Giusto per sospettare di tutti! Questa cosa - del sospetto intendo - l’ho adorata. 
Ho però temuto un sacco per il Procuratore Seo che nascondeva cellulari per registrare dentro le stanze. Continuavo a pensare:-” ecco...mò lo cioccano!!! “ 🥺 
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NOTE SPARSE:
- i ragazzini coreani sono coraggiosissimi: hanno il coraggio di fare una festa di compleanno dentro una casa dove è avvenuto un brutale omicidio pochi giorni prima. E poi si ritrovano una tizia mezza morta nella vasca del bagno con il sangue che macchia tutte le pareti. Traumatizzati a vita.
-  il coltello usato per gli omicidi è la cosa più fashion della serie.
- io alla tirocinante Eun Soo voglio bene, davvero. E alla fine dei salmi aveva anche ragione sul mandante degli omicidi. Ma sentirla per tutta la serie accusare il suo capo Lee Chang-Jun, non tanto perchè voleva trovare il colpevole ma per vendetta personale, mi ha fatto alzare gli occhi al cielo più e più volte. E lo so che è una cosa umana visto quello che è successo alla sua famiglia...ma ammettiamo anche che non sia professionale. 
- ho adorato anche la piccola evoluzione del lead ed i suoi tentativi di superare i suoi problemi spinto dal Tenente Han: le scene dove prova a sorridere o ride davvero sono adorabili! ❤️
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paoloxl · 5 years ago
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Diffondiamo alcune testimonianze operaie che danno bene l'idea di cosa sta succedendo nelle fabbriche e nei posti di lavoro del nostro paese:
Testimonianze operaie al tempo del Coronavirus
Carmagnola, 14/3
Ciao a tutti.
Sono un operaio del gruppo FCA, lavoro in una fonderia a Carmagnola (To) da circa 4 anni.
Come tutti voi sapete in questi giorni non si parla d'altro che di #quarantena, sicurezza e problemi gravi alla nostra sanità a causa del #COVID19 che ormai da più di un mese ha minacciato il nostro paese portandolo quasi alla chiusura totale di tutte le attività lavorative, eccetto ovviamente strutture sanitarie, alimentari e grandi realtà come l'azienda in cui lavoro.
Premetto che da qualche anno a questa parte, le aziende sotto FCA con gli ultimi contratti (tipo tutele crescenti) ha dato la possibilità alle stesse di farci lavorare su turni massacranti con sabati e domeniche pagati come giorni feriali, senza mai avere le spalle coperte dai sindacati che ormai lavorano in maniera palese in accordo con l'azienda.
Ma c'è di peggio, in questi giorni mi trovo costretto nonostante la grande emergenza #CORONAVIRUS a lavorare in un luogo di circa mille persone; a cambiarmi in uno spogliatoio con quattro persone affianco a me in pochi metri di distanza, non rispettando cosi nemmeno la distanza di sicurezza. Per non parlare di guanti e mascherine che non sono mai esistite e gli igienizzanti per mani che anzichè aumentare sono diminuiti.
L' azienda qualche giorno fa aveva comunicato che avrebbe provveduto a misurare la temperatura corporea ad ogni operaio all'ingresso e regolato il flusso negli spogliatoi (cose che non hanno mai fatto).
Inoltre ieri mattina é stata evacuata l'azienda intera per una "disinfezione" per poi scoprire tramite LA STAMPA che co sono due positivi al virus in uno dei tanti reparti; in tutto questo i capi sono a casa tranquilli.
Detto ciò, secondo l'ultimo comunicato aziendale noi dovremmo rientrare Martedi come se nulla fosse successo? Dove sono i sindacati adesso? Siamo schiavi delle multinazionali in questo momento.
Ringrazio il gruppo del Centro Sociale Askatasuna per rendere pubblico tutto questo.
Un operaio.
Provincia di Torino, 12/3 sempre da Centro Sociale Askatasuna
Ciao a tutti e tutte, fino a Martedi era tutto normale, facevano finta di nulla. Alle 16 sono stati chiusi spogliatoi, mensa, caffè. L' accesso al magazzino è consentito ad una persona alla volta e qui va ancora "bene" che lo stabilimento è interamente automatizzato e si riescono ad applicare le misure di sicurezza, che comunque sono un palliativo.
Altri lavoratori come noi si trovano in stabilimenti dove ci sono vere e proprie linee di produzione e li è impossibile.
Qui da noi il personale è, come dicevo, stato ridotto ma, da Lunedi, molti hanno deciso di stare a casa. Siamo cresciuti in officina e comprendiamo quei nostri colleghi che con trasferta e ore viaggio fanno quadrare i conti, non li critichiamo…
Qui i paesi (vivo in provincia) sono controllati solo da ieri dalle guardie e ci chiediamo a cosa cazzo servano visto che in giro non c' è nessuno (il contagio è ovviamente arrivato anche qui nella zona).
Qui, comunque, ci si sta anche organizzando. Una signora che è infermiera a Savigliano lavora ininterrottamente dalle 7 alle 21.00 e ci ha raccontato che ieri è scoppiato un mezzo casino perché lavorano senza protezione (non bastano per tutti gli ospedalieri).
Qui va bene che non siamo in città e stiamo cercando, nei nostri paesi, di darci una mano.
Un saluto a tutti i lavoratori, un abbraccio solidale e complice, a chi non può stare a casa perché non ha un tetto sulla testa.
Un lavoratore metalmeccanico.
 
Pisa, 13/3 da Riscatto
 
“Evitiamo di ammalarci”. Sciopero totale degli operai Piaggio e Ceva
“Sono dieci giorni che in fabbrica la tensione è a mille. Che nella pentola a pressione l’acqua ribolle”. La molla è stata la proclamazione ufficiale dello stato di “pandemia” causata dall’espansione del coronavirus e il discorso di Conte che annunciava il nuovo decreto “ritoccato” da Confindustria sulla chiusura dei negozi, ma non delle fabbriche. Migliaia di donne e uomini, rinchiusi a forza sulle linee di montaggio o tra i corridoi dei magazzini industriali di Pontedera, hanno rifiutato questo piano governativo.
La notizia di qualche giorno fa di un lavoratore di un reparto della grande multinazionale di Pontedera risultato positivo al tampone di Coronavirus ha prodotto la quarantena per una ventina di colleghi… per gli altri 2480 operai invece… qualche mascherina e un pò di gel igienizzante sulle mani. Alla Ceva, grande centro ricambi Piaggio, i 200 operai da lunedì aspettano tutti gli stessi materiali per l’igiene, mascherine, guanti, gel. Le così tanto importanti condizioni di sicurezza valgono per tutti, dice Conte, meno che per gli operai. Così giovedì mattina i RLS (Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza) di Ceva e Piaggio chiedono ufficialmente ai responsabili di fare andare a casa gli operai, di chiudere gli stabilimenti, di mettere tutti in sicurezza. In Piaggio attivano la teleconferenza con gli alti vertici di Colaninno… rispondono dopo un’ora.
Per loro è tutto a posto! Le condizioni di sicurezza in fabbrica sono conformi a quanto dichiarato nel decreto di Conte.
Nemmeno il tempo di finire la frase… i delegati di Fiom, Usb, Si Cobas si trovano già a comunicare a una marea montante di operai lo sciopero per l’intera giornata di giovedì e venerdì. Ma questa volta è uno sciopero diverso, anche in Ceva. Vengono fuori tutti, anche i capetti, i capoturno. Solo i dirigenti rimangono barricati nei loro uffici. Tutti hanno paura di ammalarsi, tutti vogliono evitare di contagiare i propri cari. La volontà di continuare a produrre da parte aziendale non conta molto in realtà… il senso comune e l’opinione generale operaia è che il gioco (il lavoro), non vale la candela (la salute). Escono tutti.
Nei corridoi prendono forma le ovvie rivendicazioni “non si fa mica il Pane, facciamo le vespe, non sono beni di prima necessità”. “Guarda là, pensano che siamo scemi, fanno finta di metterci in sicurezza, mettendo le sedie distanti una dall’altra a mensa, cambiando la disposizione dei tavoli, facendo casino coi turni e con le pause.. tutto per continuare a farci lavorare. Ma siamo in catena e i bagni fanno schifo… qui c’è da rimanere a casa”. La contraddizione tra il #restiamoacasa e il “continuiamo a lavorare” è troppo grande. Tra i duecento ragazzi neoassunti dalla Piaggio con le agenzie interinali ce n’è qualcuno, giovanissimo, che racconta dei conflitti familiari. “Il mi babbo mi ha detto, ma cosa fai, hanno trovato uno positivo al coronavirus e continui ad andare a lavoro? Cosi ci ammali tutti!” Gli fa eco un operaio vicino al pensionamento.. “Mia moglie mi tiene fuori casa se continuo a venire in questo focolaio”
Solo a quel punto, con gli operai Ceva e Piaggio già fuori, arriva la disperata presa d’atto della Direzione Aziendale, portata per bocca dei sindacati confederali di Cisl e Uil. “Domani tutti a casa, in permesso retribuito. E fino a lunedì procederemo con una sanificazione straordinaria dei locali… ci vediamo lunedì.” così chiedono di sospendere lo sciopero agli operai. Che puntualmente rifiutano. Lo sciopero rimane attivo. “Da qui a lunedì si vedrà se il governo cambia idea e smette di considerarci carne da macello. Altrimenti rimarremo tutti a casa”! Commentano dal piazzale di Pontedera.
Fa impressione vedere il banale senso di protezione per sè e per la propria famiglia, rimbalzare di fronte alla stupidità di queste Direzioni, interessate solo ai soldi. Questa volta però anche i tradizionali sistemi di controllo e gestione della forza lavoro non funzionano, i sindacati compiacenti con le Aziende sono soli, e inutili. E’ una marea montante che mischia paura, coraggio, senso di responsabilità e la consapevolezza che non sia possibile continuare ad essere letteralmente strizzati sulle catene di montaggio in questa situazione pandemica… Rimbalzano le parole da un video che gira su facebook di un’infermiera “gli ospedali sono pieni, fatelo per noi operatori ospedalieri, operai state a casa per non aumentare il contagio!”. C’è la sensazione di una “conta” tra chi salvare e chi no, tra chi avrà tutte le cure e chi sarà sacrificato.
Per non contribuire al collasso della sanità pubblica, a Pontedera gli operai Piaggio e Ceva decidono di rimanere a casa.
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i-can-feel-the-flames · 6 years ago
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Sentirsi come ingabbiato, come se non ci sia più una via di fuga, da se stessi, da tutto. Dalla mia mente che sembra aver radicato i suoi pensieri dentro di me, ed è impossibile disfarsene, spesso ci sono momenti in cui non ho il controllo di me stesso e mi sento sopraffatto. Stanco.
Sguazzo sempre nelle solite fisse, nei soliti flussi di coscienza, nelle solite paure e nelle solite illusioni, quelle che ti crei, che ti crea la gente o un evento...fingo di essere in controllo di me stesso, ma solo a posteriori mi accorgo di non avere la gestione di nulla, è come essere dei pupazzi, con meccanismi ormai radicati dentro di sè che partono e si avviano continuamente, meccanismi che non posso controllare, ma che in parte, probabilmente si sono creati anche per colpa.
Chiuso in un labirinto senza via di uscita, un labirinto che hai addosso, dentro, a tutti i giorni e tutte le ore.
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federicobaranzini · 6 years ago
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Ruminazione: il trattamento della depressione di Watkins
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Che ruolo ha la ruminazione, intesa come un pensiero negativo che si ripete e che è ricorrente relativo la propria sofferenza e aspetti del sè, sulla generazione ed il mantenimento della depressione?
  A tal proposito è possibile fare riferimento al manuale di terapia cognitivo comportamentale focalizzata sulla ruminazione per la depressione di Watkins, nel quale viene concettualizzato ed esplicitato un modello terapeutico basato sulla gestione della ruminazione.
  Secondo l'autore, infatti, la ruminazione rappresenta un elemento chiave della depressione, che va ad esacerbare il tono dell'umore negativo e amplificare il pensiero negativo portando il soggetto a porsi continue riflessioni sul motivo del proprio stato.
  E' proprio per questi motivi che è stato strutturato un intervento specifico sulla ruminazione intesa come elemento importante nel trattamento dei disturbi depressivi.
  A cura del dott Federico Baranzini - Psichiatra e Psicoterapeuta a Milano
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telodogratis · 2 years ago
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Gestione attività di Windows 11 permetterà di filtrare i processi per nome e ID
Gestione attività di Windows 11 permetterà di filtrare i processi per nome e ID
Il rilascio di Windows 11 22H2 ha portato con sè una serie di novità che puntano a migliorare sensibilmente l’esperienza d’uso del sistema operativo, tra cui una Gestione attività migliorata a livello di interfaccia, resa più intuitiva e facile da consultare. Sembra, però, che Microsoft abbia intenzione di introdurre ulteriori migliorie al Task Manager di L’articolo Gestione attività di Windows…
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powerserviceblog · 2 years ago
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L' OUTSOURCING NEL PERIODO POST COVID
Le crisi sono periodi che portano con sè riflessioni, riorganizzazioni e nuove soluzioni. La crisi “obbliga” le organizzazioni a reinventarsi, a innovare con rapidità, a digitalizzarsi per non soccombere; le imprese si ritrovano così a dover svolgere attività diverse, molte delle quali superano i confini delle proprie competenze.
 Tutto questo comporta una importante fonte di stress e ciò fa in modo che  si notino principalmente gli aspetti negativi dei momenti di crisi. Con il Covid, per esempio, si sono istantaneamente concretizzate le criticità e le difficoltà sia dal punto di vista economico che dal punto di vista sociale.
Un’azienda che vuole tenersi in piedi, tuttavia, deve vedere alle crisi come momenti opportunità. È qui che l’azienda deve concentrarsi principalmente sul core business, in modo tale da poterlo adattare alle nuove necessità, se non addirittura innovarlo o trasformarlo. E mentre si è concentrati sul core business, le attività accessorie diventate secondarie possono essere gestite da chi invece ha, proprio come core business, la gestione di quelle attività secondarie per l’azienda.
Esternalizzare può essere una scelta vincente. Affidandosi al giusto partner, si possono aumentare le performance dell’azienda riducendo i costi.
In Uk e negli USA questa pratica è diffusa già da tempo e vengono affidate all’esterno soprattutto la gestione delle risorse umane e le attività produttive. In Italia, invece, vengono appaltati maggiormente i reparti IT, di produzione e di logistica.
Inoltre, non solo nei periodi di crisi, l’outsourcing si rivela una pratica efficace perché procura diversi vantaggi e garantisce un approccio integrato, personalizzato, efficiente, flessibile e con un alto livello di know-how. Una volta costruita una solida rete di outsourcing, si ha una gestione efficace delle attività a costi contenuti, cosa che aumenta sensibilmente il guadagno.
Perseguire una pratica di outsourcing è certamente complesso, ma grazie al giusto partner, è possibile ottenere numerosi benefici come:
migliore controllo della tracciabilità del processo;
aumento della trasparenza e comprensione del processo;
risorse interne disponibili per attività più importanti;
miglioramento della conformità e aumento dell’efficienza;
accentramento delle attività;
risposta rapida al cambiamento;
disposizione di risorse esperte con un approccio flessibile.
Ed è qui che noi di Power service, leader nel settore, veniamo incontro alla vostra azienda, per tutte quelle attività riguardanti manutenzione, giardinaggio, riparazioni e pulizia. Contattaci alla nostra pagina dedicata e chiedi un preventivo senza impegno
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discutigereetestuggini · 3 years ago
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02.02.2022
Come funziona la stagione NFL?
Una rinfrescatina serve sempre: soprattutto ora con il Super Bowl a una decina di giorni.
Avviso tutti: non sarò breve...
Lunghissima premessa, magari banale e con cose conosciute ma che serve, al limite saltatela:
Negli Stati Uniti non funziona come da noi dove gli sport di squadra sono organizzati da federazioni indirettamente controllate dallo Stato (nella forma del CONI), aderenti a organismi internazionali che stabiliscono calendari e soprattutto regolamenti, che prevedono diversi gradi di campionati che interagiscono tra loro (promozioni e retrocessioni) ma in Leghe private indipendenti i cui proprietari sono le stesse squadre (franchigie) che le formano: talmente indipendenti che agiscono pure sulle regole dello Sport in questione, per dire molte di quelle NBA (Basket) differiscono da quelle approvate dalla Federazione Internazionale (FIBA).
Chi è all'interno di queste Leghe rispetta un regolamento condiviso (e che può essere cambiato solo dall'assemblea dei team presieduta da un responsabile, terzo e neutrale, eletto detto commissioner) che spazia su tutto: dalla tipologia di contratti offerti ai giocatori (con il carico del famigerato Salary Cap del quale magari parlerò un'altra volta) alla possibilità di muoversi dalla propria città per un'altra (cosa abbastanza comune) passando per la gestione (REALE non come da noi) dei diritti televisivi, degli sponsor, l'ammissione (expansion) di altre squadre e così via
Negli States perciò è frequente che esistano più campionati per uno stesso sport e non c'è, per fare un esempio, un campione statunitense di Calcio ma il campione dell'MLS (Major League Soccer), quello della NPSL (National Premier Soccer League), della NISA Nation e così via: va da sè che c'è sempre una lega (per storia e pubblico) più importante delle altre quindi si tende a considerare campione* quello di quest'ultima. Negli sport più popolari (i Big Four cioè Football, Basket, Hockey su Ghiacchio e Baseball) addirittura è comunemente accettata la proclamazione di campione del Mondo per i vincitori di ognuna delle quattro maggiori (in ordine NFL, NBA, NHL e MLB).
* Il Calcio negli States ha una caratteristica unica cioè presenta una coppa nazionale (assimilabile alla FA Cup inglese più che alla nostra Coppa Italia) la Lamar Hunt U.S Open Cup nella quale partecipano le squadre di quasi tutte le leghe: curiosamente ha lo stesso nome di uno dei trofei della NFL, poi lo vedremo, il motivo è che intitolata alla medesima persona che è stata importante per entrambi gli sport.
Altra fondamentale differenza è che le franchigie professionistiche non hanno delle squadre giovanili ma si affidano alla formazione universitaria per "pescarne": qui il discorso sarebbe troppo lungo quindi mi limito a dire che c'è un modo (si chiama Draft) per assicurare un equilibrio della "distribuzione" di questi giovani ai vari team.
Esempio tipico è la National Football League.
La storia della NFL va distinta in due ere*: prima del Super Bowl (1920-1965) e con il Super Bowl (1966-oggi) con un due-tre riforme in quest'ultima ma non di portata epocale.
Quella che è la struttura attuale (al netto delle riforme di cui sopra) della Lega risale al 1970.
* Se si considera il tutto in un unico albo d'oro la franchigia con più titoli sono i Green Bay Packers (11) considerandolo solo con l'introduzione del SB sono i New England Patriots e i Pittsburgh Steelers (6)
La cronistoria è sinteticamente questa:
1920: Nascita della NFL
1950: La NFL assorbe una lega concorrente (la A-AFC) con le sue franchigie, due esistono ancora: i Cleveland Browns (anche se, comservando il nome, non nella "forma" vera e propria originale ma pure questa è un'altra storia) e i San Francisco 49ers.
1960: Da un'idea del già citato Lamar Hunt nasce la AFL (American Football League), prima vera e propria concorrente seria della NFL. In poco più di cinque anni comincia a destare molto interesse e acquisire skill tecnico-tattici interessanti.
1966: Con un accordo tra NFL e AFL viene deciso di giocare una partita tra le rispettive vincitrici per determinare quale sia la più forte. Le partite del 1967 e del 1968 (entrambe vinte da una squadra NFL cioè i Green Bay Packers di quel Vince Lombardi che dà il nome al trofeo principale dell'attuale lega) vennero chiamate "World Championship Game AFL Vs NFL"
Dal 1969 si decise di usare una denominazione che cambierà la storia: Super Bowl.
1970: Con un accordo tra le due leghe viene decisa la fusione in un'unica, il nome rimarrà NFL ma (cosa che vedremo pure dopo) le due entità rimarranno distinte. Prenderanno il nome di NFC (National Football Conference) e AFC (American Football Conference). Per garantire lo stesso numero di squadre per le due entità tre squadre della NFC (prima NFL), Pittsburgh Steelers, Cleveland Browns (ora ancora esistente ma che ha "generato" successivamente i Baltimore Ravens) e Baltimore (ora Indianapolis) Colts vengono trasferite, non senza polemiche, in AFC.
Entrano in NFL (in AFC) tutte le partecipanti della AFL: Boston (ora New England) Patriots, Buffalo Bills, Houston Oilers (ora Tennessee Titans), Miami Dolphins, New York Titans (ora Jets), Cincinnati Bengals, Dallas Texans (ora Kansas City Chiefs), Denver Broncos, San Diego (ora Los Angeles) Chargers e i "miei" Oakland (ora Las Vegas) Raiders.
2002: Dopo decenni dove, a parte l'introduzione (expansion) di alcune nuove squadre (originalmente 26 erano diventate 31), con la nascita degli Houston Texans il numero delle franchigie diventa 32 e si decide per una riorganizzazione di Conference e loro divisioni che permane anche oggi.
Le Conference rimangono due (NFC e AFC) divise ognuna in quattro (East, North, South e West) Division ognuna con quattro team.
AFC:
East: Buffalo Bills, Miami Dolphins, New England Patriots, New York Jets,
North: Baltimore Ravens, Cincinnati Bengals, Cleveland Browns, Pittsburgh Steelers
South: Houston Texans, Indianapolis Colts, Jacksonville Jaguars, Tennessee Titans
West: Denver Broncos, Kansas City Chiefs, Las Vegas Raiders, Los Angeles Chargers
NFC:
East: Dallas Cowboys, New York Giants, Philadelphia Eagles, Washington Commanders*
North: Chicago Bears, Detroit Lions, Green Bay Packers, Minnesota Vikings
South: Atlanta Falcons, Carolina Panthers, New Orleans Saints, Tampa Bay Buccaneers
West: Arizona Cardinals, Los Angeles Rams, San Francisco 49ers, Seattle Seahawks
* Da bestemmie: per me saranno sempre i Redskins...
Se mai vi foste chiesti come mai, per fare uno tra i vari esempi, una città del nord come Indianapolis abbia la squadra in una divisione Sud credo che la cronistoria di prima aiuti a capire come certi processi non siano stati lineari e frutto di compromessi.
Finalmente posso parlare di come funziona la stagione: parlerò solo di quella attuale, modificata a partire dalle ultime due stagioni ma la formula precedente non si distingueva molto se non per discussioni tecniche puramente da nerd del Football.
Nella stagione regolare ogni squadra affronta diciassette partite, alternando a ogni stagione la partita in casa in più: due volte (una in casa e una fuori) le altre tre franchigie della propria divisione (quindi sei partite), una volta tutte le quattro squadre di un'altra divisione della propria Conference (a rotazione annuale, per esempio quest'anno i Raiders, nella West, hanno affrontato tutte le squadre della North, l'anno prossimo avranno quelle della South, quello dopo della East per poi riprendere il giro con la North), due in casa e due fuori, ad alternanza a seconda del ciclo precedente (quindi siamo a dieci partite), una volta tutte le quattro (due in casa e due fuori sempre con il metodo ad alternanza scritto su) squadre di una divisione dell'altra Conference, con gli stessi principi di rotazione descritti poco su ma in questo caso quadriennale e non triennale (quest'anno i Raiders hanno incontrato la NFC East, l'anno prossimo la West, quello dopo la North quindi la South per poi ricominciare con la East) quindi le partite ora sono quattordici.
Le ultime tre partite sono quelle cosiddette di riequilibrio: sono state introdotte per cercare di spostare l'ago della bilancia in favore di squadre che si ritrovassero un calendario durissimo (restando sui Raiders quello del prossimo anno sulla carta sarà terribile).
Ogni franchigia affronta una volta (casa o fuori viene sorteggiato) la medesima classificata della stagione precedente delle due divisioni della propria Conference che non incontra nell'anno in corso e una volta la medesima classificata di una divisione (anche qui a rotazione escludendo quella che già si incontra) dell'altra Conference (sorteggio se casa o fuori): l'anno prossimo i Raiders, secondi quest'anno in AFC West, incontreranno gli Steelers e i Patriots, rispettivamente secondi in AFC North e AFC East e i New Orleans Saints secondi in NFC South.
L'ordine delle partite sarà stabilito secondo sorteggio cercando di alternare una partita in casa e una fuori, prevedendo un turno di riposo (17 partite in 18 settimane) che può capitare dalla sesta alla quattordicesima settimana, e l'ultima partita obbligatoriamente contro una rivale divisionale (nel caso dei Raiders una delle altre tre della AFC West).
Questa la stagione, ora parliamo dei Playoff.
Come detto con la fusione del 1970 si decise di preservare molto dello status quo precedente salvando il più possibile l'esistenza di rivalità e tradizioni precedenti.
Questo ha portato a delle realtà che da non appassionati della NFL possono creare perplessità:
A) Ogni anno una squadra è sicura di incontrare (dalla riforma del 2002) almeno due volte le sue rivali divisionali ma quelle di un'altra divisione, tanto più se non nella stessa Conference, potrebbe incontrarle anche una sola volta ogni quattro anni (le partite di riequilibrio rendono difficile comunque che si arrivi al quarto anno).
B) Una squadra di una Conference non potrà mai incontrare nella finale (il Super Bowl) una squadra della sua stessa: i Raiders non potranno mai incontrare gli Steelers, i Patriots o le rimanenti 13 della AFC e i Giants mai i 49ers, i Saints e le altre della NFC.
C) Il sistema a divisioni rigide, ora lo vedremo, crea la possibilità che una squadra con record (il bilancio vittorie e sconfitte) peggiore di un'altra vada ai PO perché prima o comunque meglio piazzata nella propria divisione rispetto all'avversaria: addirittura è capitato (tre volte a memoria) che ad andare ai PO fosse pure una squadra vincitrice divisionale ma con record negativo (più sconfitte che vittorie).
Detto ciò chi va ai PO?
Vanno ai PO tutte le vincitrici (quattro per ogni Conference) della propria divisione più altre tre (senza paletti divisionali) con il record migliore: sette squadre per Conference quindi quattordici.
Per fare un esempio può capitare che in una Divisione ai PO ci vada una sola squadra (la prima in classifica) e in un'altra tutte le quattro (la prima ma pure le altre tre se hanno tutte un record migliore delle seconde delle altre tre divisioni) come, già detto, che la prima di una divisione ci vada anche se ha il record peggiore (se non proprio negativo) rispetto addirittura alla quarta di un'altra.
Questo, en passant, è il motivo per il quale il primo turno dei Playoff è chiamato Wild Card (in americano il nostro Jolly) cioè perché sanno che ad arrivarci potrebbero benissimo non esserci le squadre migliori in assoluto.
È sicuramente un sistema dal punto di vista meritocratico piuttosto discutibile però assicuro che regala spettacolo, equilibrio e incertezza fino in fondo.
Precisazione: in caso di record uguali tra franchigie la classifica viene decisa in base agli scontri diretti (se ci sono stati) o alla classifica avulsa se ci sono più di due squadre interessate. In caso di ulteriore parità o mancanza di scontri diretti a decidere è la cosiddetta schedule of strenght cioè in base ai record di ogni squadra viene dato un riferimento statistico: sommato stabilisce se le 14 (undici una volta e tre due volte) squadre affrontate da una franchigia sono state più difficili di un'altra quindi viene data la posizione migliore a chi ha affrontato le avversarie più forti secondo questo parametro statistico.
Anyway i PO sono organizzati in quattro turni a eliminazione diretta in singola partita giocata in casa (tranne il SB che è in campo neutro) della franchigia con seed (poi spiego) migliore. I quattro turni hanno il proprio nome: il primo è il Wild Card (ho spiegato perché), il secondo è il Divisional perché in linea teorica sono rimaste le migliori di ogni divisione, il terzo è il Championship perché è la finale delle due Conference: chi vince diventa campione della propria, riceve un trofeo (il Lamar Hunt Trophy per l'AFC e il George Halas Trophy per l'NFC) e guadagna il diritto a rappresentare la propria Conference nel Super Bowl che è la finale.
Chi vince il SB diventa campione del Mondo e guadagna il Vince Lombardi Trophy.
Tornando un po' indietro, per capirci meglio, a fine stagione viene dato un seed alle quattordici (sette per Conference) qualificate.
Il #1 va alla migliore delle vincitrici divisionali, il #2 alla seconda migliore, il #3 alla terza e il #4 alla peggiore di queste.
Il #5 viene dato alla migliore delle non vincitrici, il #6 a quella dopo e il #7 a quella dopo ancora. Per fare un esempio quest'anno i Raiders non hanno vinto la propria divisione ma sono stati la migliore in assoluto tra le non vincitrici quindi hanno ricevuto il seed #5.
Il primo turno dei PO come detto è il Wild Card ed è così articolato (sei partite, tre per Conference):
Il #1 viene qualificata direttamente al secondo turno (i Divisionals)
Il #2 riceve in casa il #7
Il #3 riceve in casa il #6
Il #4 riceve in casa il #5
Chi vince passa il turno, se serve si va al supplementare (overtime, per gli amici OT)
Il secondo turno è il Divisionale (quattro partite, due per Conference):
Il #1 entra in gioco e riceve in casa il peggior seed tra i qualificati del Wild Card
Il secondo seed superstite riceve in casa il terzo.
Anche qui vittoria e passaggio del turno con supplementare se serve.
Il terzo turno è il Championship (due partite, una per Conference): si affrontano le due superstiti per ogni Conference in casa di quella con il seed migliore, chi vince (anche all'OT) va al Super Bowl.
Il Super Bowl è il Super Bowl.
Tutto qui, facile direi...
Mood: Ovale
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