#generale vannacci
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" Di fronte a noi abitava la Lola, una delle prime persone transgender della città, con grave scandalo dei benpensanti del circondario. Una volta la incontrammo dal macellaio e mia madre la salutò dicendole: «Ciao Antonio», scatenando l’incredulità della nostra beata innocenza. Lei, comprendendo la situazione dal mio sguardo confuso, le rispose: «Lucia, per favore, davanti ai tuoi figli chiamami Lola». Le cose cambiano e oggi Lola si fa chiamare Frate Antonio, veste un saio e si è ritirato a vita spirituale da decenni, una storia che farebbe la gioia di gente come il generale Vannacci e Simone Pillon, per cui per favore non andate a raccontargliela, grazie. Al campetto di via Compagnoni oggi non ci sono più i ragazzini, le strade dove giocavamo gliele hanno rubate ormai da tempo immemore. Nelle case sopravvissute alle recenti demolizioni restano gli anziani e i nuovi inquilini di antichi assegnatari poi diventati proprietari e infine locatori. Ogni volta che passo da via della Canalina in macchina guardo da lontano il mio balcone, immagino mia madre che mi chiama e sento che se sono diventato quello che sono è perché ho potuto vivere in quel luogo e in quel contesto, perché quel luogo e quel contesto insegnavano, anche senza l’uso di strumenti complessi, il materialismo storico, la politica, la società, la socialità, la solidarietà, la povertà, la dignità. In breve: la coscienza di classe. In quel luogo diventavi antifascista prima ancora di imparare a leggere e a scrivere. "
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Brano tratto da:
Storie di antifascismo senza retorica, a cura di Arturo Bertoldi e Max Collini, prefazione di Francesco Filippi, People editore, Busto Arsizio (VA), 2024¹, pp. 57-58.
#Storie di antifascismo senza retorica#letture#leggere#libri#Offlaga Disco Pax#narrativa#Arturo Bertoldi#Max Collini#Francesco Filippi#memoria#ricordi#partigiane#partigiani#Resistenza#Liberazione#Storia d'Italia del XX secolo#libertà#futuro#dignità#25 aprile#lotta partigiana#pace#passato#Emilia Romagna#Reggio Emilia#case popolari#raccolta di racconti#coscienza di classe#generale Vannacci#Simone Pillon
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Quando ti senti giù pensa a chi non ha mai mollato.
Il successo di Roberto Vannacci dimostra che se non rinunci ai tuoi sogni e credi in te stesso... no, scherzo, il mondo fa schfo, meritiamo l'asteroide, buona meritocrazia a tutti.
[L'Ideota]
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Sabato pomeriggio, al Bagno Biondetti di Marina di Pietrasanta, dove si è tenuta la prima presentazione del libro “Il mondo al contrario” di Roberto Vannacci, trasmessa in diretta televisiva da La 7, noi c’eravamo.
L’autore ha risposto alle domande del giornalista e scrittore Aldo Grandi in modo inappuntabile, schietto, chiarissimo, pacato, rispettoso verso tutto e verso tutti, chiarendo il proprio pensiero sui temi che hanno suscitato le reazioni più scomposte da parte dei benpensanti di sinistra e delle vestali del PUPC (Pensiero Unico Politicamente Corretto), dimostrando la totale infondatezza delle accuse di razzismo, omofobia ed altro ancora che gli sono state rivolte e sgombrando il campo da ogni insinuazione o dubbio sulla compatibilità fra il ruolo che riveste nelle Forze Armate e la pubblicazione del suo libro.
Dire che Vannacci ha le idee chiare e che sa quello che fa è dir poco. Chapeau.
#roberto vannacci#il mondo al contrario#politicamente corretto#pensiero unico#generale vannacci#omofobia e razzismo
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Pure Vannacci la butta in politica
Parafrasando Totò, si potrebbe dire: … e poi uno la butta in politica. Viene ovvio pensarlo, e dirlo, dopo che veniamo informati sulla nascita del movimento ” Il mondo al contrario”, subito dopo il clamore provocato dalla pubblicazione dell’omonimo libro del generale di divisione dell’esercito, Roberto Vannacci. Un libro pieno di affermazioni razziste e misogine, e di tante altre cose, che meglio…
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Questo uomo no, #136 - Quello che lui è l'erede di Giulio Cesare
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Impazza la solita inutile ipocrita polemica su un libro scritto da un generale dell'esercito e pieno delle opinioni più discriminanti che si possano immaginare. E non è difficile immaginarle, visto che buona parte dell'opinione pubblica italiana le condivide. Ovviamente "condannare" l'autore di questa autopubblicazione non serve a nulla; uno vale l'altro, e di gente che la pensa in questo modo è piena l'Italia. È molto più difficile, come diceva una nota condottiera di persone che non aveva bisogno di divisa, "chiamare le cose col loro nome".
Gli stralci del libro che i giornali fanno a gara a pubblicare non si soffermano molto a lungo nell'analisi, né il più delle volte hanno gli strumenti per farla - o il coraggio di portarla fino in fondo. Come sa bene chi lavora con le questioni di genere e le discriminazioni, l'uso violento che si fa nel libro della parola "normale" è uno degli strumenti discriminanti più noti, longevi ed efficaci: confondendo il normale con il generale (la cosa si tinge di un sinistro umorismo) i più confondono "quello che è giusto che accada" con "quello che accade più di frequente". Se lo fanno o meno in malafede è un loro problema morale, ma che questa confusione ancora regni sovrana nella pubblica opinione è un problema etico.
Prendiamo a esempio l'omosessualità. In natura le specie fanno, riguardo il genere, la qualunque: sono ormai accertate scientificamente omosessualità e transgenderismo in numerose specie; in più, per molte specie è del tutto naturale avere individui che cambiano genere durante la loro vita, anche più volte a seconda delle condizioni ambientali, come sono naturali ogni tipo di comportamento e organizzazione sociale, dalla monogamia a vita al branco indistinto nel sesso e nell'accudimento. Quindi, per quanto certamente comportamenti non generali, sono certamente naturali. Il fatto che alcuni di questi comportamenti non siano numericamente la maggioranza, in natura non conta nulla: alla natura interessa mantenere alto un tasso di diversità, quindi anche se certamente l'omosessualità (e, già che ci siamo, il transgenderismo) non è il comportamento di maggioranza, è una naturale costante presenza. Esattamente come accade nella specie umana.
La parola normale - dovrebbe bastare il vocabolario - significa invece che c'è una norma, una regola; e questa regola, com'è oramai scientificamente accertato, in natura non c'è. Nessuno nega che, per molte specie, l'eterosessualità è necessaria alla riproduzione della specie, e infatti rimane il comportamento della maggioranza; ma questa non è una regola, e soprattutto non elimina né discrimina gli altri casi riguardo il genere. In nessuna specie non umana è stato osservato accanimento di qualsiasi tipo contro gli individui non etero. Che esistano individui non eterosessuali, o che non siano interessati alla riproduzione, non ha finora mai compromesso l'esistenza di nessuna specie. Per quello che scientificamente sappiamo, le specie scompaiono per violente o coatte modificazioni dell'habitat naturale o perché altre specie (di solito quella umana) le sterminano per i loro motivi privati. Di norma in natura ce n'è una sola: preservare le diversità e farne sempre accadere un certo numero, non maggioritario ma necessario. Un po' come in quel comportamento sociale che si è inventato la specie umana e che ha chiamato democrazia.
Socialmente le norme, le regole che descrivono cosa è normale e cosa non lo è, sono invenzioni del tutto umane che cambiano molto frequentemente, come qualsiasi storico o sociologo non in malafede può confermare. Non sono affatto naturali ma sociali: vengono usate dalle organizzazioni umane, grandi e piccole, per mantenersi nel tempo. Il normale è quindi ciò che serve a preservare nel tempo un certo gruppo sociale in una posizione di potere, o quantomeno rilevante e identitaria; ignorando, più o meno consapevolmente, che la normalità cambia continuamente proprio per adeguarsi ai continui cambiamenti sociali, e che il perenne atteggiamento nostalgico di valori e mondi che realmente non sono mai esistiti è il sintomo di una completa inadeguatezza - eufemismo per ignoranza - di sé e dell'idea del mondo che si ha.
Chi pensa, com'è scritto in quel libro autoprodotto di cui in questi giorni si parla tanto, che il comportamento non etero (un esempio tra i tanti) sia non normale, mostra diverse cose: 1) ignoranza di fronte a come funziona la natura, compresa la specie umana; 2) ignoranza dei comportamenti sociali più efficaci che, in natura come nelle situazioni non naturali costruite dall'uomo, prescrivono sempre la salvaguardia delle diversità e delle differenze; 3) una sostanziale debolezza ideologica di fondo, nel sentirsi attaccati dalla presenza di queste minoritarie diversità che, pur avendo gli stessi diritti di qualsiasi altro gruppo sociale, non sono una minaccia né per la specie né per le istituzioni artificiali create dalla specie umana; 4) una profonda debolezza personale, nel creare la figura immaginaria di "eroe" di valori del passato con illustri predecessori, fingendo o non rendendosi conto che: 4a) non c'è nessun eroismo nell'appartenere alla maggioranza delle persone etero, e in più in una posizione sociale di grande rilevanza e potere; 4b) non c'è nessun eroismo nel professare "valori" antiscientifici, antistorici e antisociali come quelli descritti e sostenuti nel libro autoprodotto di cui si parla tanto; 4c) quelli di cui si parla sono "valori" che la società ha rigettato innumerevoli volte nella sua storia, essendo appartenuti periodicamente a ideologie genericamente appellabili come autoritarie (dai vari colori, dal nero al rosso al verde all'arancione) e che hanno tutte perso irrimediabilmente le loro guerre - visto che parliamo di un autore di libro che ha un altissimo grado militare - e i cui attuali esponenti politici devono continuamente fare acrobazie per non farsi rinfacciare l'adesione a quei valori - visto che un ministro di destra è stato costretto a destituire l'autore di questo libro autoprodotto e a dissociarsene pubblicamente.
Queste debolezze, queste opinioni fragili come la maschilità che le produce, sono alla base di quella imbarazzante credenza che caratterizza le persone più ignoranti e impaurite (se non in malafede) di fronte alle questioni di genere sollevate da soggettività che reclamano i loro sacrosanti diritti umani: la dittatura delle minoranze. Un ridicolo ossimoro che è la giusta sintesi di secoli di varie ideologie di gruppi politicamente o ideologicamente conservatori o reazionari, che per giustificarsi hanno sempre bisogno di raccontarsi sotto attacco di qualcosa, di instillare paure invece di diffondere consapevolezze.
In più, visto che sono soprattutto le persone più convinte di questi "valori" sostanzialmente disumani a sostenersi con serietà, è quasi inevitabile che personaggi come l'autore di questo libro autoprodotto si coprano di ridicolo: l'autore si professa infatti, tra le altre cose, erede di un Giulio Cesare che, oltre a scrivere molto meglio di lui, oltre a essere militarmente decisamente più preparato ed esperto di lui, sessualmente tutto era tranne che quello che oggi intendiamo - e l'autore del libro autoprodotto intende - con "uomo etero". Giulio Cesare probabilmente, di un uomo che professa queste opinioni deboli e ignoranti ne riderebbe di gusto, anche perché saprebbe che al rango di generale, nel suo mondo, non arriverebbe mai. Noi invece, suoi contemporanei, ce ne preoccupiamo, perché a quel rango ci è arrivato ed è ben spalleggiato da molte altre persone. Cosa che è sintomo di altri fenomeni sociali molto preoccupanti.
Questo uomo no.
P.S. per chi volesse una bibliografia in merito, può cominciare da questa. Buone letture.
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Quando gli occupanti abusivi delle abitazioni prevalgono sui loro legittimi proprietari,
Quando si spende piú per un immigrato irregolare che per una pensione minima di un connazionale,
Quando l’estrema difesa contro il delinquente che ti entra in casa viene messa sotto processo,
Quando veniamo obbligati ad adottare le piú stringenti e costosissime misure antinquinamento, ma i produttori della quasi totalitá dei gas climalteranti se ne fregano e prosperano,
Quando le cittá si trasformano in luoghi per single benestanti e alternativi, mentre lavoratori, operai e famiglie sono costretti ad abbandonarle,
Quando definirsi padre o madre diventa discriminatorio, scomodo ed esclusivo perché urta con chi padre o madre non é,
Quando si inneggia a larga voce per l’adozione di sempre piú disparati diritti senza prevedere un’altrettanto fitta schiera di doveri;
Quando non sai piú come chiamare una persona di colore perché qualsiasi aggettivo riferito all’evidentissima e palese tinta della sua pelle viene considerata un’offesa,
Quando nei bar s’incontrano persone che portano al giunzaglio maiali vestiti con cappottini rosa ….
MOLTI CHIAMANO QUESTA CONDIZIONE CIVILTÁ E PROGRESSO.
🔴 ECCO, QUESTO LIBRO É DEDICATO 👉A TUTTI GLI ALTRI👈
GENERALE ROBERTO VANNACCI
Dalla copertina del libro "IL MONDO AL OIRARTNOC"
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Ph Congedati Folgore
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LA TELEPATIA ESISTE
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Generale Vannacci: La Vignetta sulla Razza di Paola Egonu e il Nuovo Partito Estremista!
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Mito o Verità, Giulio Cesare pronunciò la frase "Alea iacta est" per indicare una decisione dalla quale non si può più tornare indietro e ha mantenuto lo stesso significato anche nell’italiano.
La corruzione odierna, il decadentismo politico e giornalistico di cui il secondo è la lunga mano silente, dovrebbe essere fermato da un Cesare. Oggi leggo che pue L'annunziata e Santoro entrano in politica, creeranno altra larghe intese con giornalisti di idee opposte solo per percularci anche loro come ogni singolo politico? - Ma bastaaaa.
Sevirebbe un uomo - senza armi - magari pero con un bella divisa intonza, ancora non isozzata da lordume politico, un generale che superasse il Limes ed entrasse nei palazzi per metterli al bando tutti magari esiliandoli a vita. Sarebbe una bella rinascita da questo schifo quotidiano.
#italia #politicaitalia #vannacci #largheintese #generale #sveglia #politiciitaliani #parlamento #ilmondoalcontrario #robertonicolettiballatibonaffini
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INTERVISTA AL GENERALE VANNACCI
INTERVISTA AL GENERALE VANNACCI
a cura di Gloria Callarelli 20 agosto 2023 ESCLUSIVA – Intervista a tutto campo al generale Vannacci: vaccini, guerra, lobby e il ringraziamento a Forza Nuova. Poi la frecciata a Scanzi: “Va contro la Costituzione” E’ l’uomo del momento ed è finito nel tritacarne mediatico solo perchè ha voluto dire la verità: non siamo tutti etnicamente uguali, la normalità è la famiglia composta da uomo e…
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Vannacci tua (e della tua "razza")!
[Tempo di lettura stimato: 6 minuti] Il generale Roberto Vannacci afferma che Paola Enogu non ha i tratti somatici italiani, perché “da 8000 anni l’Italiano è identificato con la pelle bianca”. In una sola frase, intervistato da TvPlay, è riuscito a comprimere vari tipi di ignoranza, in questo senso, almeno, ha il dono della sintesi. NB: Prima di iniziare, però, ci tengo a precisare che nulla…
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I, for one, would love to get punched by a woman in a ring
girl you make us look so bad
#maybe you're not made for the ring baby. maybe you just need that cheque from FdI and a seat next to generale Vannacci#it's okay dear not everyone is made for the strength and discipline that sport requires#come si dice Datti all'Ippica
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Il generale e la politica
Alla fine l’ho dovuto leggere anche io Il mondo al contrario del Generale Roberto Vannacci. Direi che è una summa completa del pensiero di destra attuale in Italia. Quando dico di destra non dico fascista, anche se è certamente nazionalista e non moderato. Di originale e personale il Generale ci mette poco di suo ed è perfino bello leggerlo solo quando parla di un ragazzo che è cresciuto in…
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"Oggi, come sempre, ci tengo a esprimere tutta la mia vicinanza ai detenuti, alle detenute e ai loro cari. Forza, resistete, ricordatevi che non siete soli".
Soprattutto queste ultime parole non sono state gradite dal generale Vannacci, che ha una visione diversa del mondo rispetto a Salis, si potrebbe dire quasi opposta: "La mia totale solidarietà va alle vittime della criminalità". L'esponente della Lega ha voluto demarcare subito le differenze tra lui e l'eletta di Fratoianni e Bonelli: "Le feste sono il periodo più duro per i detenuti, dice la Salis. Mai una parola, da parte di questa sinistra livorosa, sediziosa e violenta, per le vittime della delinquenza. Cioè per le persone che quei detenuti hanno derubato, rapinato, ferito, violentato, ucciso". Quindi, conclude Vannacci: "La mia solidarietà va a loro, non ai detenuti che stanno scontando la giusta pena per le loro malefatte.
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I MIGRANTI
Vengono da noi in cerca di denaro, di benessere, di garanzie, di casa riscaldata, di tv, di smartphone, di cure gratuite, di impunitá e di molte altre amenitá che
👉NON SONO FUNZIONALI SOLO A GARANTIRE LA LORO SOPRAVVIVENZA.
SONO UN DI PIÚ, 🔴SONO BENESSERE NON INDISPENSABILE,
sono prosperitá, libertá, agiatezza che la nostra becera civiltá occidentale razzista e monoetnica
🔴SI É GUADAGNATA ASPRAMENTE
con decenni di guerre e di morti, con le schiene spaccate dei nostri avi che hanno dissodato la terra a mani nude, con il lavoro in miniera, con le ore passate in catena di montaggio, con la rinuncia alle ferie, con le valigie di cartone contenenti pochi stracci ed un salame per sbarcare il lunario, con i cappellini fatti di carta di giornale nei cantieri, con le morti nelle raffinerie o nelle cave di amianto.
🔴PER QUALE MOTIVO, DUNQUE, TUTTO QUESTO DOVREBBE ESSERE ELARGITO GRATUITAMENTE A CHI, NON SOLO NON HA CONTRIBUITO MINIMAMENTE A QUESTA PROSPERITÁ, MA BUSSA ALLE NOSTRE PORTE CON ARROGANZA E PREPOTENZA ED ESIGE QUELLO CHE I PROPRI PAESI DI ORIGINE NON SONO IN GRADO DI DARE?
Generale Roberto Vannacci
“Il mondo al contrario”
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