#fuliggine
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gregor-samsung · 4 months ago
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" Qualcuno uscí da una tavola calda e cercò di porgergli una bottiglia d’acqua. Era una donna che indossava una mascherina antipolvere e un cappellino con la visiera, e ritrasse la bottiglia e svitò il tappo e quindi gliela tese di nuovo. Lui posò la valigetta per prenderla, a malapena conscio che non stava usando il braccio sinistro, che aveva dovuto posare la valigetta prima di poter prendere la bottiglia. Tre furgoni della polizia svoltarono e si precipitarono verso downtown, a sirene spiegate. Chiuse gli occhi e bevve, e sentí l’acqua scorrergli nel corpo trascinando giú con sé polvere e fuliggine. La donna lo stava fissando. Gli disse qualcosa che lui non sentí, quindi le restituí la bottiglia e raccolse la valigetta. Il lungo sorso d’acqua gli lasciò un retrogusto di sangue. Riprese a camminare. Un carrello del supermercato giaceva immobile e vuoto. Dietro c’era una donna, girata verso di lui, con del nastro della polizia avvolto intorno alla testa e al viso, di quel nastro giallo con la scritta caution che delimita la scena di un delitto. I suoi occhi erano piccole increspature bianche nella mascherina sgargiante, e lei stringeva la maniglia del carrello e se ne stava lí, a guardare dentro il fumo.
Fece in tempo a udire il suono del secondo crollo. Attraversò Canal Street e cominciò a vedere le cose, per qualche motivo, in modo diverso. Non parevano pregnanti come al solito, le strade lastricate, i fabbricati in ghisa. C’era una qualche mancanza cruciale nelle cose intorno a lui. Erano incompiute, per cosí dire. Erano inosservate, per cosí dire. Forse era quello l’aspetto che avevano le cose quando non c’era nessuno che le vedesse. Udí il suono del secondo crollo, o lo avvertí nel tremore dell'aria, la torre nord che cadeva, uno sconcerto sommesso di voci in lontananza. La torre nord che crollava era lui. Il cielo era piú leggero, lí, e riusciva a respirare piú facilmente. C’erano altri dietro di lui, migliaia, che andavano riempiendo la media distanza, una massa prossima a formarsi, gente che fuoriusciva dal fumo. Proseguí finché non dovette fermarsi. Lo investí rapida, la consapevolezza di non poter andare oltre. Provò a dirsi che era vivo, ma era un’idea troppo oscura per riuscire a prendere corpo. Non c’erano taxi e il traffico in genere scarseggiava e allora apparve un vecchio furgoncino, una ditta elettrica di Long Island City, e gli si accostò e il conducente si sporse verso il finestrino dal lato del passeggero a esaminare ciò che stava vedendo, un uomo incrostato di cenere, di materia polverizzata, e gli chiese dove voleva andare. Fu solo una volta salito a bordo e chiusa la portiera che capí dov’era diretto fin dall'inizio. "
Don Delillo, L'uomo che cade, traduzione di Matteo Colombo, Einaudi, 2008. [Libro elettronico]
[Edizione originale: Falling Man, Charles Scribner's Sonspublisher, New York City, 2007]
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francescacammisa1 · 6 months ago
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I sentimenti non sono altro che un fuoco di paglia: brucia un momento e dopo un momento resta solo fuliggine e cenere. Sai che conta davvero? Che cosa deve cercare una donna, nel suo uomo? Deve cercare un ingrediente niente affatto entusiasmante ma più prezioso dell’oro: l’onestà. E fors’anche il buon cuore. Oggi, sappi, oggi l’onestà la considero più importante del buon cuore: l’onestà è la fetta di pane. Il buon cuore è già il burro. O il miele.
Amos Oz - Una storia di amore e di tenebra
Charlotte Hohn Artist
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sciatu · 11 months ago
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IL DUOMO DI MONREALE IN UNA PUBLICAZIONE DI INIZIO SECOLO
In questo giornale di inizio 1900, la cattedrale di Monreale è rappresentata con i mezzi di allora e quindi le sue tessere d’oro e la sua luminosità solare si è persa  nel grigiore oscuro dell’inchiostro. Questa differenza tra la bellezza reale, dorata e luminosa, e quella rappresentata, buia e triste, mi ricorda la differenza tra la vita come dovrebbe essere e quella attuale. Tra la vita nella pace e quella delle guerre quando non è più il motivo per scrivere credendo nell’uomo. Troppe guerre, troppi morti, troppi orfani mutilati e madri senza più figli. Siamo tutte pedine mosse dal potere del male, illusi con motivazioni ridicole ad accettare, a donare sangue e speranze insieme ai nostri domani. È come se ogni cosa perdesse colore, come se i cieli si oscurassero e le primavere si vestissero a lutto e tutto, tutto quanto diventasse il grigiore che precede il buio. In questa nevicata oscura, scrivere d’amore e dei fiori della gioia, pare un insulto, come schiuma del mare  colorata di sangue. Il dolore non ha un passaporto, l’ingiustizia non ama nessuno e a tutti ruba tutto: alle vittime la vita, ai carnefici la loro umanità. I versi perciò sanno di fango, le parole non sono più tessere d’oro nella magnificenza di un mosaico, ma solo la fuliggine di un fuoco infernale, l’arsura degli assetati, l’impotenza amara dei padri, le lacrime acide delle madri. Le parole diventano bossoli vuoti, avanzi di vita, orme nella sabbia o nella neve di chi non c’è più. La luce abbandona ogni cuore e spegne le chiese, le anime, prosciuga la gola e spinge i poeti e i sognatori a nascondersi nel profondo della terra  per pagare anche loro il loro prezzo alla follia della storia.
In this OLD newspaper from the early 1900s, the Monreale cathedral is represented with the means of the time and therefore its gold tiles and its solar brightness have been lost in the dark grayness of the ink. This difference between the real beauty, golden and bright, and the represented one, dark and sad, reminds me of the difference between life as it should be and what it is now. Between life in peace and that of wars when it is no longer the reason to write believing in man. Too many wars, too many deaths, too many mutilated orphans and mothers with no more children. We are all pawns moved by the power of evil, deluded with ridiculous motivations to accept, to give blood and hopes together at our tomorrows. It's as if everything lost color, as if the skies darkened and the springs dressed in mourning and everything, everything became the grayness that precedes the darkness. In this dark snowfall, writing about love and the flowers of joy seems like an insult, like sea foam colored with blood. Pain does not have a passport, injustice loves no one and steals everything from everyone: the victims' life, the executioners' humanity. The verses therefore taste like mud, the words are no longer golden tiles in the magnificence of a mosaic, but only the soot of an infernal fire, the thirst of the thirsty, the bitter impotence of fathers, the acid tears of mothers. Words become empty shells, leftovers of life, footprints in the sand or snow of those who are no longer there. The light abandons every heart and extinguishes churches, souls, dries up the throat and pushes poets and dreamers to hide in the depths of the earth to also pay their price to the madness of history.
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instabileatrofia · 1 year ago
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Mi ricordo il filobus che passava in via Martorelli ed io ero microscopico in quel mondo di mura annerite dalla fuliggine di una città che era dimenticata e fuori da qualsiasi passaggio per qualsiasi direzione.
Che per contrasto a tutto quel grigio con mediocri aspirazioni di nero, per andare a scuola ci mettevano pullover blu su camicia blu, col papillon giallo. E tutto questo sembrava loro normale. Le bambine, sembravano tanti angeli candidi nel grembiulino bianco, l' immancabile molletta su un lato dei capelli, il colletto di pizzo colorato.
I regali, che siano d'oro, alla maestra a fine anno, da un plotone di morti di fame che erano la maggior parte delle nostre famiglie.
Gente di altrove, molti altrove.
Un bel cazzo di bordello, la maestra piemontese e bigotta ed alcuni compagni che ancora a stento parlavano italiano. I cocchi della maestra, quelle tre o quattro creature da WWF che per puro caso erano di origine autoctona, poi tutti "noialtri", cosa che ai tempi non mi era troppo chiara, dal momento che parlavo solo e perfettamente italiano.
Rubavo le Bic in drogheria.
Anche la Bic era un lusso, un sogno, abituati alla Corvina, penna di merda vera.
L.
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muffa21 · 4 months ago
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Milano 22/08/2024
Riconosco i miei limiti. La mia schiena non si spaccherà mai. Non emergeranno ali da un strato di carni e tenere ossa costruite da un tassidermista per accogliere un cuore che pulsa e che nel delirio della vita, nella follia che lo spinge a pulsare, sa che dovrà tacersi e lasciare parlare altri cuori, altre schiene spiumate che vorrebbero... vorrebbero inarcarsi sulle crune degli alberi, imboccarne la strada che porta all'impercettibile murmure di forsforo delle stelle e uccidere l'ombra sgusciata dalle vertebre d'alabastro della luna. Luna, che stai lì, a fissarci pingue, inutile, perfetta nella tua mancanza di senso. E tu, Sole, senza il quale i licheni e le erbe non potrebbero esistere, e così le vacche e gli uccelli, e di conseguenza noi, mia madre, e io, e i miei occhi... Sole, senza i nostri occhi chi saresti tu? Un bulbo luminoso, un paffuto Trimalchione, appeso al soffitto di una casa vuota, di una grande abbuffata di idrogeno e miasmi cosmici, senza invitati che possano celebrarti. Per chi brilleresti tu, Sole? La mia schiena spiumata, snervata, sfregiata, franta, piegata, piagata... lo sai, Sole, che tu splendi solo perché essa esiste e si abbevera di te e ti brama? Lo sai tu, che gli dèi di tutti i tempi, e le vergini che li hanno partoriti, e i loro figli magri e sgolati e saccenti, e i potenti di ogni risma, e maestri dai piedi sporchi di fuliggine e le bocche fetenti di vino e di fumo, esistono e sono grandi solo perché le nostre schiene - oh vita miserabile - hanno avuto la fortuna, per te, di non potersi mai spaccare, impiumare, impennare e raggiungere il tuo stato d'estasi senza vergogna, il tuo compiacerti d'essere perfetto? E inutile come un chiodo che tiene insieme l'abisso.
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elperegrinodedios · 2 years ago
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Prego per l'uomo, che possa convertirsi umano.
In un giorno cosi non piove pioggia, piove fumo, piove fuliggine e cenere. In un giorno cosi piove polvere acre e... tira un vento freddo di tristezza.
#ilventisettedelmesedigennaioduemilaventitre.
lan ✍️🤍
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Ecco, noi ci immaginiamo sempre l'eternità come un'idea che non si può comprendere, qualcosa di immenso, immenso! Ma perché per forza immenso? E, se invece, pensi un po', ci fosse solo una stanzetta, sì, una specie di bagno di campagna, sporco di fuliggine, e in tutti gli angoli ragni, e l'eternità fosse tutta qui?
Fëdor Dostoevskij, Delitto e castigo, trad. it. di Emanuela Guercetti, EInaudi, 2013
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thebindingofpillo · 2 years ago
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Cenere, ruggine, sangue di vergine, lingua di serpe, saliva e fuliggine.
Dagli all’untore! Dagli all’untore!
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gaia-bessie · 2 years ago
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C’era una scusa che sua madre usava per farla un po’ ridere, quando la vedeva china sui libri (ed era la vigilia di Natale) anche in tardo pomeriggio: le rubava di mano la penna, quella col pon-pon gigante, tutto rosa, e le spolverava il naso come fosse sporco di fuliggine. Quando aveva letto Mary Poppins, a otto anni, Hermione si era appassionata a quella figura lì, sporca di nero come l’uomo che vive sotto i letti e dentro l’armadio, e aveva domandato. C’è un modo per mandare via il nero, mamma? E sua madre, giocherellando con lo spolverino, le aveva detto che a volte esistono cose che non comprendiamo e, per questo, pensiamo siano buio. Ma, quando passi un dito tra le grucce dell’armadio o sotto al letto, scopri che quel che chiamiamo buio è solamente polvere.
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Alienazione interiore
Frammenti di idee azzurrati in cerchi di cielo, tanto fragili da screpolarsi solo a immaginarli. Levitano spiraliformi spire di Leviatano come gradini di inconsapevolezza. Tanto fragili da crepitare nel vuoto e poi appassire tumefatti in fuliggine sgocciolata in una necropoli di parole.
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antro-dei-fumetti · 8 days ago
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Shadows House 16
In una gigantesca e sperduta villa vive una famiglia di aristocratici senza volto, vere e proprie ombre i cui unici tratti distinguibili sono le misteriose silhouette. Al loro servizio, come domestici, un gruppo di allegre bambole viventi, che trascorrono la maggior parte del loro tempo a ripulire la fuliggine emessa dai padroni. Tra queste spicca Emilico, cameriera personale della figlia minore…
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a-alban-works · 10 days ago
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L'imbroglio
Conteso, costretto nel braccio duro e teso del rimpianto.
Soggiogato da un pensiero violento, fuggiasco, ripido sopra le rupi delle membra, come un quieto dannare.
Quando fu con me la forza vissi e fui truffato. Mi rubarono il tempo, come animali biechi e cieche e sordide promesse.
come zittire tutto ciò, mio cuore?
Non si può tacere lo spettro del passato. Esso volteggia nell'aria simile a una tetra fuliggine, nera e compatta, godendo in ogni attimo quell'attesa di esser rimpiazzato.
Amando esso perfino la sua stessa morte.
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napoli-city · 3 months ago
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Homoyoyo Filtro bianco per parti compatibili del purificatore d'aria Hepa
Price: (as of – Details) Descrizione prodotto Pu rimuovere dalla vernissage in casa e cos via. adatto per l’uso in spazi recentemente dipinti e in case con o fuliggine. Il filtro PTFE di nuova generazione pi efficace nel filtraggio e negli odori in casa. Color: Size: 21.2X21.2CM Pu rimuovere dalla vernissage in casa e cos via. adatto per l’uso in spazi recentemente dipinti e in case con o…
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superfuji · 3 months ago
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Ci fermammo a fiutar l’aria. «Mi ricorda qualcosa,» dissi «ma non riesco a individuare che cosa». «Non è puzza di cadavere, né di vulcano,» disse Oswald «ma qui c’è qualcosa che brucia. Ho paura che sia successo qualche incidente». «Non è nemmeno un odore tanto sgradevole» osservò Alexander. «Mi fa uno strano effetto: ho l’acquolina in bocca». Scoprimmo che faceva lo stesso effetto a tutti. «Venite» disse Oswald. «È meglio che andiamo a vedere». E, con Wilbur e Honoria sempre penosamente carichi in retroguardia, ci affrettammo verso la caverna, sentendo via via più forte lo strano odore, acre eppure appetitoso. L’intera orda, vedemmo con sollievo, era a casa e tutti sedevano intorno al fuoco - un fuoco che però sfrigolava e scoppiettava e crepitava in maniera assolutamente insolita. Ogni tanto una zia si alzava, ficcava un bastoncello verde nelle braci e lo tirava fuori con un pezzo di materiale bruciacchiato infisso sulla punta. «Ma guarda, sembra una spalla di cavallo!» esclamò Oswald. «E quello è lombo di antilope» replicai io. L’ultimo chilometro lo superammo tutto di corsa e, seguiti dalle nostre donne, facemmo irruzione nella cerchia familiare. «Bentornati a casa, miei cari» gridò papà balzando in piedi. «Giusto in tempo per la cena» gridò la mamma, tra le lacrime di gioia che le rigavano il caro volto sporco di fuliggine. Poi fu tutto un abbracciarsi, ridere, annusare e gridare. «Tu sei Clementina? Oswald è un uomo fortunato!»; «E chi è la signorina dagli occhi vispi? Griselda? Proprio quello che ci voleva per Ernest, mia cara!»; «Petronilla? Ma che linea superba… chi l’avrebbe mai detto, che Alexander sarebbe riuscito a farsi guardare da una ragazza così!»; «E tu sei Honoria? Bene, bene, che bellezza… e che cos’è che ci hai portato? Gran bel sasso! Ma che pensiero gentile, cara, portarci un regalo!»; e così via, finché non mi decisi a intervenire. «Mamma! Ma che vi salta in mente, di usare tanta buona carne per alimentare il fuoco?». «Oh, Ernest! Con tutta questa confusione mi sono completamente dimenticata del mio cosciotto. Ho paura che sia bruciato…». Scivolò fuori dalla calca e recuperò dal fuoco un grosso pezzo di antilope, fumante. «Accidenti!» esclamò guardando la carne. «Da questa parte è completamente carbonizzata». «Non importa, tesoro» disse papà. «Sai che a me piace la crosta. Lascia a me la parte esterna». «Ma di che diavolo state parlando?» implorai a questo punto. «Di che cosa? Ma della cottura, naturalmente!». «Che cos’è la cottura?» domandai con pazienza. «La cena…» disse papà. «Ma già, certo! Adesso che ci penso, la mamma l’ha inventata mentre eravate via. La cottura, figli miei, è… be’… è un modo di preparare la carne prima di mangiarla; un modo completamente nuovo di rendere tenera e masticabile… mmm… la massa muscolare e tendinea, così che… mmm…».
Roy Lewis - Il più grande uomo scimmia del Pleistocene
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storiearcheostorie · 4 months ago
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Gerusalemme: i "rifiuti" raccontano la vita quotidiana della città prima della distruzione del Secondo Tempio [FOTO / VIDEO]
ARCHEOLOGIA | Gerusalemme: i "rifiuti" raccontano la vita quotidiana della città prima della distruzione del Secondo Tempio [FOTO / VIDEO]
Elena Percivaldi Un balsamario di vetro intatto, vinaccioli, gusci d’uovo vecchi di duemila anni e lampade di ceramica con ancora tracce di fuliggine. Sono resti trovati nel canale di drenaggio che scorre sotto la strada principale di Gerusalemme, rifiuti “parlanti” che raccontano la storia della città nel periodo del Secondo Tempio e poco prima della sua distruzione ad opera dei romani nel 70…
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moonlightt2000 · 6 months ago
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Con un segno della mano
additavi all'altra sponda
invisibile la tua patria vera.
Poi seguimmo il canale
fino alla darsena della città,
lucida di fuliggine,
nella bassura dove s'affondava
una primavera inerte, senza memoria.
E qui dove un'antica vita
si screzia in una dolce
ansietà d'Oriente,
le tue parole iridavano come le scaglie
della triglia moribonda.
La tua irrequietudine mi fa pensare
agli uccelli di passo che urtano ai fari
nelle sere tempestose:
è una tempesta anche la tua dolcezza,
turbina e non appare,
e i suoi riposi sono anche più rari.
Non so come stremata tu resisti
in questo lago d'indifferenza
ch'è il tuo cuore;
Eugenio Montale
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