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#francesco simoni
afnews7 · 5 months
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Gigaciao annuncia un nuovo volume dedicato a Lupo Alberto
In occasione delle celebrazioni per i cinquant’anni di Lupo Alberto, Gigaciao, la casa editrice indipendente fondata da Sio (Simone Albrigi), Dado (Davide Caporali), Fraffrog (Francesca Presentini) e Keison (Giacomo Bevilacqua), ha annunciato al Napoli COMICON che il prossimo mese di ottobre darà alle stampe “Tutto un altro Lupo Alberto”, un volume che raccoglierà tutte le avventure della rubrica…
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pietroalviti · 6 months
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Ceccano, marzo 1944, a 80 anni di distanza il ricordo dei nostri concittadini al Museo della Liberazione in via Tasso
Non c’è soltanto Luigi Mastrogiacomo, trucidato dai nazifascisti proprio 80 anni fa, alle Fosse Ardeatine, dopo essere stato arrestato perché conservava una ricetrasmittente nel barcone di cui era custode. Il Museo della Liberazione in via Tasso, dove la Gestapo aveva installato le sue prigioni speciali, ricorda anche Francesco Bruni, nato a Ceccano nel 1925, attivo nella Resistenza romana, nelle…
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lamilanomagazine · 4 months
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Milano: premio giornalistico e una mostra fotografica in memoria di Almerigo Grilz
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Milano: premio giornalistico e una mostra fotografica in memoria di Almerigo Grilz Presentata ieri, lunedì 20 maggio, a Palazzo Lombardia la prima edizione del Premio Giornalistico 'Almerigo Grilz', dedicato al primo reporter italiano caduto in un teatro di guerra dalla fine del secondo conflitto mondiale. Un riconoscimento per i giovani giornalisti al di sotto dei 40 anni e può contare su una giuria presieduta da Toni Capuozzo e composta da Maurizio Belpietro, Fausto Biloslavo, Giovanna Botteri, Gian Marco Chiocci, Peter Gomez, Mauro Mazza, Gian Micalessin, Gabriele Micalizzi, Alessandro Sallusti, Francesco Semprini e Gabriella Simoni. I vincitori del Premio Giornalistico sono stati comunicati ieri sera a partire dalle 19 nel corso di un evento in programma al Teatro dell'Arte della Triennale di Milano. Intanto ieri, a Palazzo Lombardia, è stato annunciato che un 'Premio speciale' alla memoria è stato attribuito all'inviato di guerra Franco Di Mare, scomparso nei giorni scorsi. "Doveva essere un riconoscimento alla carriera - ha chiosato Gian Micalessin - purtroppo però Franco ci ha lasciati troppo presto". Contestualmente è stata inaugurata, nello spazio Isola Set di Palazzo Lombardia, alla presenza del presidente del Senato, la mostra multimediale intitolata 'Gli Occhi della Guerra' che ripercorre i maggiori conflitti sullo scenario mondiale dal 1982 attraverso testi, fotografie e video di Almerigo Grilz, Fausto Biloslavo e Gian Micalessin. L'esposizione da ieri  è visitabile con ingresso libero e gratuito fino al 2 giugno 2024. "Sono lieta di supportare come Regione Lombardia - ha affermato l'assessore regionale alla Cultura - un premio pensato per i giovani, che costituisce incentivo a svolgere la professione in modo libero e coraggioso, come ha fatto Almerigo Grilz. Il riconoscimento e la mostra sono un omaggio alla sua figura e un ringraziamento per chi, come lui, ha la forza e la bravura di raccontare i conflitti sul campo, offrendo contributi preziosi per tutti noi". "Ricordare Almerigo Grilz - ha detto l'assessore regionale alla Sicurezza - mi coinvolge dal punto di vista emotivo perché ho avuto l'onore di conoscerlo personalmente: era una delle migliori menti di quel periodo e ha inciso nella vita giornalistica e culturale del Paese. La speranza è che i giovani possano ereditare da lui il coraggio e la passione che metteva nel suo lavoro di inviato di guerra". "Queste iniziative - ha detto il presidente del Senato, Ignazio La Russa - onorano la memoria di Almerigo Grilz rimediando a un oblio fin troppo lungo. Ho conosciuto molto bene Almerigo, era uno dei miei amici più cari ed era un giornalista che davvero andava sulla prima linea del fronte per documentare i conflitti dimenticati. Mi riempie di gioia il fatto che ora il ricordo venga condiviso da persone di diversi orientamenti politici e culturali. Da amico e da presidente del Senato mi sento di dire grazie ad Almerigo per il servizio che ha svolto a favore dell'informazione e della libertà". Almerigo Grilz dal 1982 al 1987 ha raccontato sul campo i conflitti in Afghanistan, Etiopia, Filippine, Mozambico, Iran Cambogia e Birmania. I suoi reportage sono andati in onda sul TG1, Canale 5, CBS (Usa), Antenne 2 (Francia), NBC (Usa), NDR (Germania) e sono stati pubblicati da testate come Panorama, Avvenire, Sabato, Rivista Italiana Difesa, Sunday Times, L'Express e Jane's Defence Weekly. Grilz muore a 34 anni nel 1987 mentre documenta, cinepresa alla mano, il conflitto in Mozambico.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Non ci cascheremo mai di Max Gazzè vince 66/o Zecchino d'Oro
‘Non ci cascheremo mai’ di Max e Francesco Gazzè e Francesco De Benedettis, interpretata da un bimbo di nove anni di Napoli, Salvatore Flamini, ha vinto la 66/a edizione dello Zecchino d’Oro, trasmessa in diretta su Rai1 dall’Antoniano di Bologna con la conduzione del direttore artistico Paolo Conti e il fondamentale supporto del Piccolo Coro ‘Mariele Ventre’ diretto da Sabrina Simoni.     I 14…
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giancarlonicoli · 11 months
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14 ott 2023 19:40
''LA VITA È TIRANNA E PUTTANA: PER QUESTO FACCIO TUTTO QUELLO CHE MI PARE...'' – SE NE VA A 61 ANNI STRONCATO DA UNA CRISI CARDIACA, L'EX ABATE DI MONTECASSINO PIETRO VITTORELLI – IL RITRATTONE BY DANDOLO: ALTRO CHE PECORELLE SMARRITE, 'IO 'VADO A CERCA' CAZZI”. E POI ORGE, CHETAMINA E GHB (DROGA-STUPRO) ANCHE DOPO L'ISCHEMIA: I FESTINI A MILANO, CON UN ESCORT CHE TENEVA LA PIPA DEL CRACK -DOPO GLI SCANDALI, NEL 2013 PAPA FRANCESCO ACCETTÒ LA SUA RINUNCIA - L'INCHIESTA SULL’USO DEI FONDI DELL’8 PER MILLE (CHE SI CONCLUSE CON LA SUA ASSOLUZIONE) E L'AMICIZIA CON MARRAZZO -
TUTTE LE PASSIONI DELL’ABATE
Alberto Dandolo per Dagospia
E' MORTO L'ABATE EMERITO DI MONTECASSINO
Estratto dell’articolo di Aldo Simoni per il Corriere della Sera
Un'improvvisa crisi cardiaca ha stroncato l'abate emerito di Montecassino, don Pietro Vittorelli. Inutile ogni tentativo di soccorso. Quando sono arrivati i sanitari del 118 era ormai troppo tardi. Aveva 61 anni e si trovava nel suo appartamento romano dove spesso si tratteneva, prima di ritornare a Cassino. Era stato nominato 191esimo successore di San Benedetto il 25 ottobre del 2007 da papa Ratzinger che, due anni dopo, andò a far visita al celebre monastero benedettino.
L'inchiesta sull'8 per mille
Il nome di Vittorelli è legato allo scandalo che investì l’abbazia dopo che la Guardia di Finanza, nel 2015, avviò un'indagine sull’uso dei fondi dell’8 per mille. Finirono sott’inchiesta sia lui che il fratello Massimo, per riciclaggio e appropriazione indebita. In altre parole la Finanza ipotizzò che dom Pietro si era appropriato di 588mila euro  destinati, invece, alle opere caritatevoli della diocesi di Montecassino. Soldi che provenivano, appunto, dalle donazioni dell’8 per mille. Quei soldi – secondo l’accusa – erano stati invece utilizzati dall’allora abate per viaggi all’estero, soggiorni in alberghi di lusso e cene in locali esclusivi.
(...)
La rinuncia
Quest’inchiesta ha segnato profondamente il percorso pastorale dell’ex abate che fece un passo indietro e, il 12 giugno del 2013, papa Francesco accettò la sua rinuncia (per motivi di salute) alla guida della celebre abbazia.
L'amicizia con Marrazzo
Non a caso nel 2009 l’allora governatore del Lazio, Piero Marrazzo,  dopo un fitto scambio di telefonate con il suo amico abate, andò in ritiro sul colle di Montecassino a seguito dello scandalo che lo travolse per le sue amicizie trans. «Quest’uomo – disse allora dom Pietro Vittorelli – sta compiendo un delicatissimo iter da cui nascerà una persona nuova». E lì, immerso nel silenzio dell’abbazia, Marrazzo rimase per diverse settimane. Un percorso di recupero in cui l’allora abate gli fu sempre vicino. «Piero ha bisogno di riflettere,  di ritrovare se stesso», spiegò il suo legale l'avvocato Luca Petrucci, motivando la decisione del governatore di ritirarsi con i monaci benedettini. E anche in questo percorso, dom Pietro dimostrò come fossero profonde le sue amicizie con i potenti dell’epoca.
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A Renaissance Masterpiece, from France to Bosco ai Frati: The Triptych by Nicolas Froment.
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Finally, 15th-century painter Nicolas Froment’s masterpiece returns after almost 200 years to the convent that was its home for centuries.
Exhibitions | From 01/06/2022 to 06/11/2022 at Convento di San Bonaventura al Bosco ai Frati - Scarperia e San Piero (FI).
The exhibition is promoted and organized by The Unione Montana dei Comuni del Mugello. It is the centerpiece of the Terre degli Uffizi project conceived and developed by the Uffizzi Galleries and the Fondazione CR Firenze in the contest of their respective Uffizzi Diffusi and Piccoli Grandi Musei projects.
Thanks to the project, french painter Nicolas Froment's large triptych returns to the convent Bosco ai Frati that for centuries had treasured it.
👉 It runs until November 6th, every day, including holidays. Hours 9.30-12.30 and 3.30 pm - 6. 30. Free Admission. 
Terre Degli Uffizzi at Bosco ai Frati, the church, the convent, and the museum.
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The painting is a Triptych depicting stories from the Life of Lazarus, Martha, and Mary painted by 15th-century French artist Nicolas Froment. Removed from the convent of Bosco ai Frati (San Piero) during the Napoleonic suppression, it was taken to the Galleria delle Statue e delle Pitture (Uffizzi) in 1841. The altarpiece is dated 1461 and signed on the side doors by Nicolas Froment. An artist recorded working in Northern France and Provence between 1461 and 1483.
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Bishop Francesco Coppini (Prato, 1402 – Rome, 1464) commissioned the triptych during his diplomatic missions abroad. The patron, identified by his coat of arms, is shown in prayer before the Virgin on the back of one of the doors. In the center of the triptych, we see Jesus raising Lazarus and uttering the words: "Lazare veni foras", written in gold lettering. Lazarus, his body already decomposing, rises from the tomb before the eyes of his sisters, Martha and Mary, whose faces are wet with tears. The miracle is preceded by the scene where Martha meets Jesus to inform him of her brother's death, illustrated on the left-hand door. On the other door, Mary pays homage to the Saviour by anointing his feet with a fragrant balsam.
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Influenced by Flemish painting, Nicolas Froment tends to characterize his figures' features almost to caricature. His meticulous depiction of costumes, objects, and bizarre details, such as the fly on a table laid for a meal, turn the religious scene into a constant source of wonder. The landscapes in the background conjure up the fairy-tale world of northern European courts in the 15th century.
Francesco Coppini was called back to Rome by the Pope, accused of political offenses and simony in the year in which the triptych was completed. Found guilty, he was stripped of his titles and seized from his property. The triptych thus came into the ownership of the Medici family and subsequently donated to the Franciscan convent of Bosco ai Frati, where it remained until the convent was suppressed under Napoleon's conquest. Then, finally, it became part of the Uffizi 1841.
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The convent of Bosco ai Frati in San Piero a Sieve. Metropolitan City of Florence.
source Artribune published in ⏩ Un capolavoro del Rinascimento dalla Francia a Bosco ai Frati. Il Trittico di Nicolas Froment
⏩ The Board Behind
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ljudetinnan · 6 years
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19.03.2019 Itas Trentino (3)- Galatasaray Istanbul (0) Finale di 2019 CEV Cup
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paoloxl · 6 years
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Da venerdì 8 a domenica 10 febbraio va in scena a Padova lo SherBooks Winter Fest, un festival interamente dedicato all’editoria indipendente. L’evento è curato da SherBooks, la libreria di Sherwood, che da quest’anno ha deciso di aggiungere un appuntamento invernale alla ricchissima attività svolta durante il Festival estivo al Park Nord dello stadio Euganeo.
La kermesse si svolgerà nella sede storica di Radio Sherwood, in vicolo Pontecorvo 1/A, ma è qualcosa di più di un semplice evento letterario. SherBooks Winter Fest ha come obiettivo quello di riportare l’editoria a quel ruolo centrale nella ricerca costante di indipendenza culturale e politica che spesso ha svolto nella storia dei movimenti.
I tre giorni hanno una suddivisione tematica che parte da fumetto, musica, arte e cultura underground, che saranno protagonisti venerdì 8, prosegue il giorno successivo con fiction e nonfiction e si conclude la domenica con la letteratura per l’infanzia. Per tre giorni le porte di Radio Sherwood saranno aperte a editori, autori, lettori e librai, provenienti da ogni parte d’Italia.
Il programma vedrà un continuo susseguirsi di presentazioni, tavole rotonde, momenti di dibattito e di approfondimento e sarà seguito, attraverso una serie di trasmissioni speciali open, da Radio Sherwood, al fine di divulgarne al massimo i contenuti.
Saranno una ventina gli editori presenti coi loro libri: Agenzia X, Alegre, Babalibri, Bad Moon Rising Magazine, BAO Publishing, Barta, bébert edizioni, BeccoGiallo Edizioni, Biancoenero Edizioni, Black Coffee Edizioni, Coconino Press, Edicola Ediciones, Edizioni del Foglio Clandestino, Effequ, Fandango Editore, Gorilla Sapiens Edizioni, Jimenez Edizioni, Kite Edizioni, L’Orma Editore, nottetempo edizioni, PLaNCK Magazine, Red Star Press - Hellnation Libri.
Tre le librerie indipendenti padovane che avranno propri punti vendita: Il mondo che non vedo, Limerick, Pel di Carota. L’allestimento dello spazio è completato da SherBooks Corner, lo Spazio Autoproduzioni e un banchetto dell’Associazione Ya Basta Êdî Bese.
Nel corso dell’evento ci saranno anche momenti musicali, con il djset dal sapore rockeggiante di Momostock, il venerdì a partire dalle 22, e il live acustico di La Fortuna w/ Zabriski & Antonio Bettini il giorno dopo. La giornata di domenica sarà invece interamente dedicata ai più piccoli, con letture ad alta voce e laboratori creativi.
Contatti:
Margherita 3460606171
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Programma dettagliato VENERDÌ 8 16:30 Apertura 17:30 Inaugurazione dello SherBooks Winter Festival 18:00 Agenzia X Edizioni – Università della strada. Presentazione del libro con Nicola Del Corno, coautore 18:45 Jimenez Edizioni – Rock + Lit. Presentazione in anteprima del romanzo La grande occasione di Martin Sparrow dell’australiano Peter Cochrane e del volume Rock Lit di Liborio Conca sul rapporto tra musica e letteratura, con gli editori Michela Carpi e Gianluca Testani 20:00 Limerick in collaborazione con Gold Soundz – Different Times. La storia dei Giardini di Mirò. Presentazione del libro con l’autore Marco Braggion. Modera l’incontro Alessandro Liccardo 21:00 Bad Moon Rising Production in collaborazione con Barta Edizioni e BeccoGiallo Editore – Giungla urbana, Rosa grezzo e altre follie di Bad Moon Rising. Presentazione della rivista e dei progetti editoriali paralleli del collettivo, con gli autori Mitja Bichon, Lorenzo Ianeve, Mattia “Drugo” Secci e Matilde Simoni 22:00 Djset Momostock SABATO 9 16:30 Apertura 17:00 Parliamo di editoria indipendente - Tavola rotonda con gli editori. Partecipano alla discussione Andrea Settis Frugoni di Barta, Sara Reggiani di Black Coffee Edizioni, Paolo Primavera di Edicola Ediciones, Gilberto Gavioli di Edizioni del Foglio Clandestino, Francesco Quatraro di Effequ, Michela Carpi di Jimenez Edizioni 18:30 Gorilla Sapiens Edizioni - L’occupazione. Presentazione del romanzo con l’autore Alessandro Sesto. Modera l’editrice Valentina Presti Danisi 19:15 Edizioni del Foglio Clandestino - Il misantropo dei Sargassi. Presentazione del libro di poesie con l’autore Andrea Mella. Modera Giovanna Daniele 20:00 effequ e Edizioni Black Coffee – Editoria indipendente fiorentina: Effequ e Black Coffee si raccontano. Presentazione dialogata con Leonardo Taiuti e Silvia Costantino 21:00 L'orma editore - Conto su di te per il vino. Lettere a Engels di Karl Marx. Presentazione del libro con l’editore Nicolò Petruzzella 21:30 Red Star Press - Hellnation Libri - Il Canaro. Magliana 1988: storia di una vendetta. Presentazione del romanzo con l’autore Luca Moretti 22:15 La Fortuna w/ Zabriski e Antonio Bettini - Live acustico DOMENICA 10 11:30 Associazione Mileggi. Diritti ad alta voce. – Bill Biblioteca della Legalità. Presentazione del progetto Bill, biblioteca itinerante nata in un bene confiscato alla mafia, con letture ad alta voce per piccoli e grandi dagli 8 ai 99 anni 12:15 Pel di carota - Libreria per ragazzi - Quando Olivia si arrabbia: alla scoperta della maialina più iperattiva del mondo. Lettura/laboratorio per piccoli e grandi dai 4 ai 99 anni. Si richiede ai partecipanti di portare un sacchetto di carta grande quanto la propria testa. È gradita la prenotazione 14:30 Edicola Ediciones – ABC: Laboratorio didattico di multilinguismo e multiculturalità. Disegna, gioca e impara le tue prime parole in spagnolo col libro Alfabeto illustrato bilingue. Età consigliata: 5-10 anni 15:30 PLaNCK Magazine - Viaggio nel tempo: mini-reporter alla scoperta dell’evoluzione. Laboratorio sul giornalismo scientifico per ragazzi dagli 8 ai 12 anni 16:15 BeccoGiallo Editore – Il razzismo spiegato ai bambini + Il bullismo spiegato ai bambini. Doppia presentazione con gli autori Marta Bertagna, Mattia Ferri e Roberta Taboni 17:00 Pel di carota - Libreria per ragazzi – Viaggio in Italia. Tour letterario attraverso il Belpaese, con racconti e filastrocche di Gianni Rodari. Incontro per piccoli e grandi dai 6 ai 99 anni. È gradita la prenotazione 18:00 Chiusura del Festival e saluti Saranno presenti coi loro libri: Bad Moon Rising Magazine, Barta, Beccogiallo Edizioni, Black Coffee Edizioni, Edicola Ediciones, Effequ, Kite Edizioni, L’Orma Editore, PLaNCK Magazine, Libreria Pel Di Carota, SherBooks Corner, Spazio Autoproduzioni, Associazione Ya Basta! Êdî Bese! Per tutta la durata del festival troverete presso lo SherBooks Corner i libri di: Agenzia X, Alegre, Babalibri, BAO Publishing, bébert edizioni, Biancoenero Edizioni, Fandango Editore, nottetempo edizioni, Red Star Press - Hellnation Libri. Inoltre: postazione radio speciale attiva per tutte e tre le giornate con dirette flash dal festival, interviste e approfondimenti.
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SherBooks è la libreria temporanea di Sherwood Festival.Ogni estate fra giugno e luglio ospita su scaffali di legno oltre settecento titoli fra romanzi, saggi, fumetti e libri per bambini. I libri di SherBooks raccontano del mondo in cui è nata Radio Sherwood: le radio libere e la musica underground, i movimenti sociali, le lotte e le rivendicazioni globali. Ma non manca neppure uno sguardo alla contemporaneità, con particolare attenzione per quelle novità editoriali – tanto meglio se indipendenti – in grado di descrivere la complessità del presente.
Lo SherBooks Winter Fest è il suo primo festival letterario.
SherBooks: Libreria d’estete, foresta d’idee tutto l’anno!
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instagram.com/sherbooks_libreria
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livornopress · 2 years
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Storica visita del Cardinale Ernest Simoni a Marina di Castagneto Carducci
Il Cardinale Albanese la cui storia di “martirio” dei 30 anni di prigionia e lavori forzati subiti fece commuovere Papa Francesco, per la prima volta in visita nella Costa degli Etruschi a Marina di Castagneto Carducci   Castagneto Carducci (Livorno) 17 agosto 2022 – Storica visita del Cardinale Ernest Simoni a Marina di Castagneto Carducci La Comunità Parrocchiale di Marina di Castagneto…
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popetrivia · 3 years
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My, my, my
When I read more and more books about the Popes and their history, I became more and more aware that not all Popes, or their entourage, were very reverent or God-fearing. On the contrary. It's not that I expected them to be, I really had no idea and kept an open mind whatsoever. Like I mentioned earlier I am not religiously inclined, but regardless all that and the fact I am (really) not squeamish I was still a bit taken aback by what I discovered.
For example John VIII (872–82) was assassinated by his own priests, they poisoned him and when that didn't work they hammered in his skull. Formosus (891–6) died in his bed but his successor Stephen VI (896–7), exhumed the body of Formosus, eight months after his death, clothed in pontifical clothing, propped up on a throne and subjected to a mock trial (this picture was stuck in my head for quite a while) finally his body (minus the three fingers of his right hand that he had used to give blessings) was tossed into the Tiber. Stephen himself was thrown in prison and strangled, call it karma. Sergius III (904–11) had a mistress of 15 years old, Marozia, Senatrix of Rome, their son would become Pope John XI. John XII (955–64), grandson of Marozia) was in his teens when he became Pope and he was the most abominable of them all in this time period. He lived in open adultery, his rapes of widows and virgins scaring off female pilgrims.
Later on in history we see fine examples such as Rodrigo Borgia, Pope Alexander VI (1492–1503), who bribed his way into the papacy. Though he was not a terrible Pope politically, he was indifferent to religion, a womanizer, had multiple children, and was not opposed to assassination of his enemies. His nemesis Giuliano della Rovere, Pope Julius II (1503–13) was a soldier, literally with little regard of honor, (probably) had a homosexual relationship with Cardinal Francesco Alidosi, was worldly ambitious, unscrupulous, died of syphilis. But, we owe to him Michelangelo's paintings in the sixteenth chapel, the rebuilding of St Peter by Bramante, fresco's by Raphael.
There were many more examples of Popes who had trouble with celibacy, spending money, gambling, simony, nepotism, indulgence, among other things. It stands next to acts of greatness, love and kindness. It's like they are human after all.
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Julius II (Giuliano della Rovere) [1503–13] (cover of the graphic novel 'The Horrendous Pope by Alexandro Jodorowsky and Theo)
Nice tune to listen to while reading this: Watermät - Ruff Like This
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gucho · 3 years
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TRABAJO EN GRUPO, FASE 1
Michelangelo di Lodovico Buonarroti Simoni, nació el 6 de marzo de 1475 en caprese Michelangelo (Republica de Florencia), por una infección y asfixia muere el 18 de febrero de 1546 a sus 88 años en Roma (estados pontificios).
Tuvo muchos ocupaciones de las cuales podemos destacar Escultor, dibujante, arquitecto, pintor, poeta y maestro de obras.
Fue el segundo de cinco hijos varones de Ludovico di Leonardo Buonarroti di Simoni y de Francesca di Neri del Miniato di Siena.
Miguel Ángel desde muy joven manifestó sus dotes artísticos en la escultura, disciplina en la cuál empezó a sobresalir. En abril de 1488, con doce años de edad y gracias a el consejo de Francesco Granacci, entró en el taller de los famosos Ghirlandaio (Domenico y Davide), su familia y los Ghirlandaio formalizaron un contrato de estudios que duraría tres años.
Durante los últimos veinte años de su vida, Miguel Ángel se dedicó sobre todo a trabajos de arquitectura: dirigió las obras de la Biblioteca Laurenciana de Florencia y, en Roma, la remodelación de la plaza del capitolio, la capilla Sforza de Santa María Mayor, la finalización del palacio Farnese y, sobre todo, la finalización de la basílica de San Pedro del Vaticano. De esta época son las últimas esculturas como la Piedad Palestrina o la Piedad Rondanini, así como numerosos dibujos y poesías de inspiración religiosa.
Obras:
• Virgen de la escalera, primera obra conocida de Miguel Ángel
• Crucifijo del Santo espíritu, de madera policromada
• Ángel de la basílica de Santo Domingo de Bolonia
• El baco con un sátiro del museo de Bargello, en Florencia
• La piedad de la basílica de San Pedro del Vaticano
• El David, Galería de la academia, en Florencia
• La fachada de San Lorenzo
• Sacristía Nueva
• Biblioteca Laurenciana
• Plaza del Capitolio
• Palacio Farnese
• Basílica de San Pedro
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fioralbafiore · 4 years
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Michelangelo Buonarroti
Nato il 6 marzo 1475 a Caprese, un piccolo paese della Toscana, vicino ad Arezzo, Michelangelo Buonarroti ancora in fasce viene portato dalla famiglia a Firenze. Figlio di Ludovico Buonarroti Simoni e di Francesca di Neri, viene avviato dal padre agli studi umanistici sotto la guida di Francesco da Urbino, anche se ben presto dimostra tale inclinazione al disegno che, in contrasto con i progetti…
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lamilanomagazine · 1 year
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Verona in festa per la Première del Festival shakespeariano
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Verona in festa per la Première del Festival shakespeariano. Sarà un evento nell’evento. Una grande festa che coinvolgerà la città e che uscirà, per la prima volta, dalle mura del Teatro Romano. Giovedì 6 luglio inaugura il 75° Festival Shakespeariano. L’Estate Teatrale Veronese dà il via al cuore pulsante del cartellone 2023 con una serata indimenticabile. Per la prima volta, la Première del Festival, organizzato dal Comune di Verona, sarà aperta dalla Banda dell’Esercito Italiano. Ben 55 orchestrali in uniforme storica sfileranno per il centro storico, diretti dal Maestro Maggiore Filippo Cangiamila. Un concerto a tappe che partirà da piazza Bra e arriverà al Teatro Romano, dove la Banda eseguirà alcuni brani tratti dalle colonne sonore delle opere shakespeariane. Un evento aperto alla città per celebrare l’anniversario dell’Estate Teatrale Veronese e la storia del più longevo Festival italiano dedicato a William Shakespeare. Un amore che non conosce fine tra Verona e il Bardo. Una storia che non si è mai interrotta, dal dopoguerra ad oggi, nemmeno durante la pandemia grazie anche alla collaborazione con Arteven, e al sostegno del Ministero della Cultura e della Regione Veneto. La prima nazionale dello spettacolo Letti d’amore sarà quindi preceduta da un evento musicale al quale potranno prendere parte veronesi e turisti, tra le vie del centro storico. Percorso: La Banda dell’Esercito italiano partirà dalla scalinata di Palazzo Barbieri, in piazza Bra, alle ore 20. Lì suonerà in formazione i primi brani, dopodichè la parata percorrerà via Oberdan per arrivare a Porta Borsari, dove ci sarà una seconda esibizione. Infine farà tappa in piazza Erbe, dove la musica coinvolgerà il salotto cittadino, per poi proseguire su corso Sant'Anastasia, via Massalongo, Ponte Pietra, fino a giungere al Teatro Romano. Alle ore 21, sul palcoscenico, i musicisti eseguiranno tre brani per il pubblico presente a teatro, March “Cymbeline”J. M. Fulton, ispirata all’opera teatrale; Romeo e Giulietta di Nino Rota, arrangiamento J. Edmondson, tratto dal film di Zeffirelli del 1968; L’altro Ennio, di Morricone arrangiata da Filippo Cangiamila. Uno spettacolo nello spettacolo, da non perdere. E poi sul palcoscenico alcuni tra i più grandi nomi del teatro italiano: Giuliana De Sio, Adriano Giannini, Francesco Montanari e Laura Morante, per la prima nazionale di Letti d’Amore, di Fausto Costantini e Raffaello Fusaro. Un omaggio a tutte le coppie shakespeariane e alla grandezza e all’universalità della scrittura shakespeariana. Una lettura scenica arricchita dalle coreografie dei danzatori di ResExtens Dance Company Porta D’Oriente - Centro Nazionale di produzione per la Danza. Uno spettacolo pensato proprio per celebrare l’anniversario dell’Estate Teatrale Veronese. Durante la serata verranno consegnati due riconoscimenti alla carriera teatrale. Lo storico Premio Renato Simoni andrà a Franco Branciaroli, a deciderlo una commissione di critici e giornalisti, esperti di teatro. Mentre a Gianpaolo Savorelli il premio straordinario Una vita per il teatro, con il quale il Comune di Verona vuole omaggiare l’ex direttore artistico, per 45 anni alla guida dell’Estate Teatrale Veronese. In vendita i biglietti. Per prendere parte alla serata-evento dedicata alla città di Verona è ancora possibile acquistare i tickets al Box Office di via Pallone, così come online sui siti www.boxofficelive.it e www.boxol.it. A presentare la serata-evento l’assessora alla Cultura Marta Ugolini, il direttore artistico dell’Estate Teatrale Veronese Carlo Mangolini e il Tenente Colonnello Antonio Mannella in rappresentanza dell'Esercito - Comfoter di Supporto. Da Roma, collegato da remoto, il Maggiore Filippo Cangiamila, direttore della Banda dell'Esercito Italiano. L’assessora Marta Ugolini afferma:“Sarà una serata speciale . Il nostro Festival dal 1948 ha fatto tanta strada, portando a Verona l’eccellenza teatrale. Vogliamo celebrare questi 75 anni di cultura e arte portando la festa nelle strade del centro storico. E valorizzando alcune figure che hanno scritto la storia dell’Estate Teatrale Veronese. Un ringraziamento va a tutti coloro che rendono possibile tutto questo”. “Inaugurare un Festival è sempre un momento di festa. Quest’anno abbiamo ideato una serata di apertura che avrà al centro Shakespeare, ma che coinvolgerà l’intera città, grazie alla prestigiosa presenza della Banda dell’Esercito Italiano. Premieremo poi Franco Branciaroli, che a Verona ha mosso i suoi primi passi portando poi anche i suoi grandi successi da attore maturo. E poi il mio predecessore, Gianpaolo Savorelli, che ha dedicato 45 anni della sua vita a questo festival con grande amore e passione” ha aggiunto Carlo Mangolini. “Sarà un evento nell’evento, non solo per il pubblico che vedrà lo spettacolo ma anche per i cittadini e i turisti che potranno assistere ad un concerto itinerante da piazza Bra al Teatro Romano. Questo a conferma della presenza e della vicinanza dell’Esercito ai cittadini e della forte sinergia che da tanti anni ci lega alle Istituzioni veronesi” ha spiegato Antonio Mannella. “La Banda è portatrice di cultura così come di allegria e festa. Io ho l’onore di dirigere questi professionisti che il 6 luglio, con la parata in città e al Teatro Romano, faranno risuonare le più belle marce e alcuni brani selezionati, ricordando l’opera di Shakespeare e il grande maestro Morricone” ha concluso il Maestro e Direttore Filippo Cangiamila. Motivazione Premio Renato Simoni: Questa la motivazione con cui la commissione, formata da Claudia Cannella – Hystrio, Roberto Canziani – giornalista e critico teatrale, Masolino D’Amico – storico e accademico teatrale, Rodolfo Di Giammarco – La Repubblica, Katia Ippaso – giornalista scrittrice, oltre all’assessora alla Cultura del Comune di Verona Marta Ugolini e al direttore artistico dell’Estate Teatrale Veronese Carlo Mangolini, hanno assegnato a Branciaroli il Premio. “Fin dagli esordi Franco Banciaroli è stato scelto da registi illustri, prima da Aldo Trionfo, poi da Luca Ronconi, da Maurizio Scaparro, da Luigi Squarzina. Recitò fianco a fianco con Carmelo Bene. Fu collaboratore e interprete prediletto del massimo drammaturgo di allora, Giovanni Testori, col quale fondò la sua compagnia. Interpretò parecchie volte i grandi protagonisti di Shakespeare, spesso al Teatro Romano di Verona. Fu diretto, ancora, da Gianfranco De Bosio, da Armando Pugliese; spesso fu regista egli stesso, in testi di autori classici e contemporanei, anche estrosi, come, uno per tutti, Thomas Bernhard. Nella sua lunghissima carriera ha fatto di tutto e si è sempre esposto di persona senza quasi mai appoggiarsi a una struttura come un teatro stabile, assumendosi i rischi e le responsabilità come un comico itinerante di una volta. Anche come attore, pur essendo modernissimo in alcune sue scelte, è il prezioso esponente di una tradizione antica e oggi minacciata. Infatti Branciaroli, pur essendo più che dotato in tutte le richieste del mestiere, ha sempre fatto un punto di forza di quella che una volta era la specialità dei grandi, e che oggi rischia di essere cancellata dai mezzi meccanici: la voce. Quella di Branciaroli è l’ultima meravigliosa voce del teatro italiano. Ascoltarla senza la mediazione degli altoparlanti significa ricordarsi che proprio in questo il teatro è diverso da ogni altro medium. A teatro si ascolta una persona che è lì”. Trama Letti d’Amore: Quattro personaggi insonni, durante una notte di domande, si ritrovano a sognare da svegli. Si raccontano paure, desideri, amori e dubbi in uno spettacolo scandito dal ritmo dei versi di Shakespeare. In un tempo in cui siamo un po’ spaesati ed in cerca di soluzioni che ci aiutino a capire le cose, le parole di Shakespeare tornano attuali ed umane. Alternando incertezze del parlato, frasi di oggi e perfino qualche errore, senza soluzione di continuità, i personaggi si immergono nei versi del Bardo. Legando i temi di Shakespeare al nostro tempo, va in scena un medley di carne, tradimenti, denaro, potere, passione, comico e tragico. Gli attori, alternandosi in dialoghi e monologhi, giochi di scherma in botta e risposta, miscelano atmosfere e linguaggi in uno spettacolo in cui le parole e la danza comunicano emozioni, eros, sorrisi e poesia. Banda dell’Esercito: Fondata nel 1964, la Banda dell’Esercito è il complesso musicale rappresentativo della Forza Armata. É formata da centodue orchestrali, un archivista, un Maestro direttore e un Maestro vice direttore, tutti diplomati presso le più importanti Istituzioni Musicali italiane e reclutati tramite selettivo concorso nazionale. É attiva sia per i servizi istituzionali sia in un’intensa attività concertistica che l’ha vista protagonista nei più prestigiosi teatri italiani ed esteri (Francia, Olanda, Malta, Belgio, Lussemburgo, Austria, Egitto, Germania, nell’area balcanica e negli Stati Uniti d’America).... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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giancarlonicoli · 1 year
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31 lug 2023 11:19
ITALIA VIVA? NO, ITALIA TWIGA – LO SCORSO WEEKEND, I VERTICI DEL PARTITO RENZIANO, DA MARIA ELENA BOSCHI A FRANCESCO BONIFAZI FINO A  LUCIANO NOBILI (SEMPRE IN PRIMA FILA QUANDO SI TRATTA DE MAGNA’) SI SONO RITROVATI A CENA CON DANIELA SANTANCHÈ NEL LUSSUOSO LOCALE DI MARINA DI PIETRASANTA, DEL QUALE LA MINISTRA HA DOVUTO CEDERE LE QUOTE AL COMPAGNO DIMITRI KUNZ – MENÙ A BASE DI SUSHI, SCHIACCIATINE E BOLLICINE. E POI TUTTI A BALLARE –  ALLA TAVOLATA PRESENTI ANCHE ANDREA RUGGIERI, DIRETTORE DE “IL RIFORMISTA” RENZIANO, E L'EX MARITO DELLA “PITONESSA”, CANIO MAZZARO, INDAGATO PER BANCAROTTA FRAUDOLENTA… -
Estratto dell'articolo di Claudio Bozza per www.corriere.it
Sushi e bollicine, per una sera Italia viva si trasforma in «Italia Twiga». Lo scorso weekend, i vertici del partito renziano si sono ritrovati a cena con la ministra Daniela Santanchè, ex comproprietaria (assieme a Flavio Briatore) del lussuoso locale di Marina di Pietrasanta e del quale nei mesi scorsi era stata costretta a cedere le quote al compagno Dimitri Kunz d’Asburgo Lorena, per dribblare almeno formalmente le accuse di conflitto d’interesse [...]
Alla tavolata con «la Dani» (o «Santa»), così la chiamano gli amici, c’erano l’ex ministra Maria Elena Boschi, il deputato Francesco Bonifazi, il consigliere regionale del Lazio Luciano Nobili (sempre scudiero di Iv), oltre all’ex parlamentare di Forza Italia Andrea Ruggieri, oggi direttore responsabile de Il Riformista, quotidiano guidato politicamente da Matteo Renzi e dal piglio garantista, che ha difeso a più riprese Santanchè nella bufera giudiziaria che sta affrontando per il collasso finanziario di numerose sue aziende.
E proprio Ruggieri, molto amico della ministra, venerdì sera sarebbe stato il «collante» per unire il tavolo a cui erano seduti Boschi e Bonifazi, organizzato dall’avvocato tributarista Roberto Simoni, con quello a cui erano attovagliati Santanchè e alcuni amici e imprenditori, assieme al suo ex marito Canio Mazzaro, anche lui finito nel mirino dei pm con l’accusa di bancarotta fraudolenta.
Alla serata, seppur al lavoro tra i tavoli, c’era anche Dimitri Kunz, che ha costruito la sua fortuna proprio nella ristorazione, grazie al boom de «La Giostra», storico locale nel cuore di Firenze.
Kunz, pure lui indagato nella bufera finanziaria di Visibilia, alla fine dello scorso anno aveva acquistato per circa un milione e mezzo di euro la partecipazione dell’11,025% di cui la compagna-ministra era titolare nella società proprietaria del Twiga.
[…] La tavolata era stata allestita per consentire agli ospiti di godersi in prima fila a fine cena lo spettacolo di Alessandro Ristori, noto performer musicale della Versilia, accompagnato dai The Portofinos. Menu della festa? Schiacciatine, sushi, sashimi, vino bianco e bollicine di alta qualità.
 L’onorevole Bonifazi, ex tesoriere del Pd e co-titolare dello studio legale Bl di cui è socio anche il fratello di Boschi (Emanuele), è un habitué del Twiga, dove, almeno all’ultima serata, non era presente il frontman Flavio Briatore. […]
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ponapisach · 4 years
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"Autopsy", znany również pod włoskim tytułem "Macchie solari" ("Plamy słoneczne"), już w pierwszych minutach mocno zbija z tropu. Armando Crispino w swoim przedostatnim obrazie w krótkiej filmowej karierze (z którego to był notabene najbardziej znany) już na starcie definiuje charakter swojego giallo jako niepokojący, trudny do jasnego określenia względem gatunku, psychodeliczny i nad wyraz przytłaczający. Otwarcie wpisuje się w pewien paranormalny nawias, a mnie z miejsca przypomniał się amerykański "God told me to" Larry'ego Cohena, który miał premierę równo rok później. We włoskim "Autopsy" stajemy się świadkami szeregu dramatycznych ludzkich posunięć o samobójczym wyrazie. 
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Ktoś doprowadza do eksplozji auta, w którym siedzi. Inny mężczyzna zabija dwójkę dzieci, a później pakuje sobie pełny magazynek z karabinu maszynowego w pierś. Każdej z tych akcji, ale i całemu późniejszemu biegowi wydarzeń towarzyszy jeden z bardziej złowieszczych podkładów muzycznych ułożonych przez maestro Ennio Morricone. To ciąg kasandrycznych jęków, gwizdów, zawodzeń. Ponura muzyczna ilustracja w złożeniu z przebitką na negatywowe ujęcia plam słonecznych to adnotacja do zaprezentowanych tych i późniejszych incydentów. Tak jakby twórca chciał wszystkim czynom przypisać nadnaturalny motyw związany z aktywnością na słońcu. 
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Dodaje to pewnego apokaliptycznego świadectwa. Do końca jednak nie wiadomo na jakim polu operuje swoją fabułą Włoch - czy będzie to kryminał bliższy klasycznemu (z morderstwem, zagadką i próbą schwytania złoczyńcy) czy raczej giallo wchodzące na terytorium horroru z wszystkimi cechami (również fantastycznymi), które  moglibyśmy z gatunkiem powiązać. 
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Autopsy jest jednak po trosze wszystkim (znajdzie się kilka ciekawych morderstw, sporo nagości, nuta perwersji), a złowroga aura z początku filmu przenosi się na cały seans i tak samo mocno udziela się zarówno nam, widzom, jak i głównej bohaterce. Jest nią piękna, ale też wyjątkowo często zalękniona i niepewna tego co się wokół niej dzieje, patolog Simona Sana (Mimsy Farmer, o niezwykle eterycznej urodzie, którą mogliśmy podziwiać w innym, mistrzowskim giallo "The Perfume of the Lady in Black" Francesco Barilliego z 1974 roku). Simona, niejako przypisana przez swoją profesję do śmierci, dokształca się na praktykach w kostnicy przy sekcjach zwłok. Nastrój filmu Crispino wciąż otoczony jest atmosferą spowitą lepkimi halucynacjami. Nieprzebrany gęsty koloryt wydarzeń, które we wspomnianym otwarciu uderzają wprost z makabrycznych przypadków, przechodzą falą niczym z koszmarnego snu, który ostatecznie, choć niechętnie, łączy się z jawą. Na tym właśnie poziomie funkcjonuje główna bohaterka, a Armando Crispino w udany sposób przedstawił (również przez środki formalne, narrację, często szarpany montaż i szybkie przeskoki w różne miejsca) świat rzeczywisty spętany nierozerwalnym węzłem z senną marą i śmiercią. 
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Taką rolę odgrywają sekwencje z pracy Simony, gdy dziewczyna widzi wstające zwłoki, gdy umarli starają się powrócić do świata żywych. Simone przenosi swoją pracę do domu, bada przypadki samobójstw i te podejrzane sprawy, gdy ofierze mógł ktoś pomóc w przejściu na drugą stronę.
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Te projekcje wprowadzają nerwowość do życia Simony, która nie jest w stanie (tak jak i my) rozwikłać i objąć zdroworozsądkowo intrygi rozgrywającej się na pierwszym planie. Zabójca, który zaczyna krążyć wokół życia Simone próbuje (skutecznie) tak wykończyć ofiary, by ich śmierć z miejsca została zakwalifikowana jako samobójstwo. I chociaż zwłoki padają coraz bliższej naszej urodziwej bohaterki, nic nie zbliża nas ani do motywu działania, ani tym bardziej do samego antagonisty.
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To dziwny film, który podobno dorobił się w pewnych kręgach statusu kultowego dzięki scenom w kostnicy. Jednak poza tymi odważnymi skądinąd sekwencjami, giallo Crispino ma rzeczywiście kilka niezaprzeczalnych atutów. Nie jest nim według mnie scenariusz. Skrypt autorstwa Lucio Battistrada (który napisany wespół z reżyserem) jest zbyt chaotyczny, niespójny i nielogiczny. Decyzje bohaterów nie zawsze można wytłumaczyć nierozerwalnym z akcją psychodelicznym klimatem, a i sama zagadka jest tak zawiła, że po kilku próbach nadążenia za nią, raczyłem się już tylko klimatem. Owszem, samo rozwiązanie może być satysfakcjonujące, chociaż i tak w pamięci pozostaje gęsty klimat filmu spotęgowany i fantastycznymi zdjęciami Carlo Carliniego i grą aktorską Mimsy Farmer, która świetnie wyczuła ducha produkcji - upiornej i zatopionej w trupim wywarze.
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De Domo David. 39 autori per i 400 anni della confraternita di San Giuseppe di Nardò
Il 9 novembre 2019, nella chiesa di San Giuseppe a Nardò, è stato presentato il volume De Domo David. La confraternita di San Giuseppe Patriarca e la sua chiesa a Nardò. Studi e ricerche a quattro secoli dalla fondazione (1619-2019), Edizioni  Fondazione Terra d’Otranto 2019, 640 pagine, colore, formato A/4, circa 800 illustrazioni, a cura di Marcello Gaballo e Stefania Colafranceschi. Edizione non commerciale
INDICE
Joseph il giusto nei mosaici dell’arco di Santa Maria Maggiore a Roma
Domenico Salamino
  La Fuga in Egitto. Suo importante significato teologico
Tarcisio Stramare
  Dal Sogno al Transito: iconografie nella chiesa confraternale di San Giuseppe a Nardò
Stefania Colafranceschi
  San Giuseppe e la Sacra Famiglia nel fondo antico della Biblioteca Casanatense di Roma
Barbara Mussetto
  La pala marmorea dei Mantegazza nella chiesa di Santa Maria Assunta in Campomorto di Siziano (Pavia)
Manuela Bertola
  Iconografie di San Giuseppe negli affreschi delle confraternite dei Battuti in diocesi di Concordia-Pordenone
Roberto Castenetto
  La basilica di Santa Maria Maggiore di Bergamo e i suoi arazzi
Giovanni Curatola
  Hierónimo Gracián e il suo Sommario (1597)
Annarosa Dordoni
  Le confraternite dei falegnami in Romagna
Serena Simoni
  La confraternita del SS. Crocifisso e S. Giuseppe nella chiesa di San Giuseppe in Cagli (PU)
Giuseppe Aguzzi
  La confraternita di San Giuseppe dei Falegnami di Todi e la chiesa di San Giuseppe
Filippo Orsini
  San Giuseppe in due dipinti astigiani di età moderna
Stefano Zecchino
  La confraternita di San Giuseppe a Borgomanero
Franca Minazzoli
  Il culto di San Giuseppe nella città di Napoli e un piccolo esempio di devozione: il quadro di Giovanni Sarnelli nell’Arciconfraternita di San Giuseppe dei Nudi
Ugo Di Furia
   Ite ad Joseph. San Giuseppe nella statuaria lignea tra Otto e Novecento: alcuni esempi
Francesco Di Palo
  L’oratorio di San Giuseppe di Isola Dovarese. Una pregevole testimonianza settecentesca
Sonia Tassini
Testimonianze giuseppine nella chiesa di San Vincenzo Martire in Nole (Torino)
Federico Valle
  L’oratorio di S. Giuseppe di Cortemaggiore (Piacenza)
Annarosa Dordoni
  San Giuseppe a Chiusa Sclafani (Palermo) tra arte e devozione
Maria Lucia Bondì
  San Giuseppe nell’arte. Sculture lignee di Francesco e Giuseppe Verzella tra Sette e Ottocento in ambito pugliese e campano
Antonio Faita
  Memento mori: il Transito di San Giuseppe
Biagio Gamba
  Storia e tecnica delle immagini devozionali a stampa
Michele Fortunato Damato
  Dal XVI al XIX secolo, quattro secoli di pizzo su carta
Gianluca Lo Cicero
  Stampe popolari giuseppine nel museo di Pitrè di Palermo
Eliana Calandra
  Le confraternite di S. Giuseppe in Puglia tra storia e religiosità popolare
Vincenza Musardo Talò
  Le Regole della confraternita di San Giuseppe Patriarca di Nardò, un esempio «moderno» del fenomeno confraternale
Marco Carratta
  Arte e devozione ad Altamura. La cappella di San Giuseppe in cattedrale
Ruggiero Doronzo
  Alcuni esempi di iconografia giuseppina a Taranto
Nicola Fasano
  In margine all’iconografia di San Giuseppe: il ciclo pittorico di Girolamo Cenatempo nella cappella del Transito di San Giuseppe a Barletta
Ruggiero Doronzo
   Sponsus et custos. Iconografia, culto e devozione per San Giuseppe nell’arco jonico occidentale. Exempla selecta
Domenico L. Giacovell
  La raffigurazione di San Giuseppe negli argenti pugliesi
Giovanni Boraccesi
  Esempi di iconografia giuseppina tra Puglia e Campania. Proposte per Gian Domenico Catalano, Giovan Bernardo Azzolino, Giovanni Antonio D’Amato, Giovan Vincenzo Forlì
Marino Caringella
  Postille iconografiche su Cesare Fracanzano. Alcuni esempi della devozione giuseppina
Ruggiero Doronzo
  I Teatini e il culto di san Giuseppe a Bitonto
Ruggiero Doronzo
  Esempi di antiche pitture parietali giuseppine nel leccese
Stefano Cortese
  La figura di san Giuseppe nella pittura post tridentina in diocesi di Lecce
Valentina Antonucci
  San Giuseppe nella pittura d’età moderna nelle diocesi di Otranto e Ugento
Stefano Tanisi
  Da comparsa a protagonista. Giuseppe in alcune opere pittoriche e in cartapesta della diocesi di Nardò-Gallipoli
Nicola Cleopazzo
  La devozione a san Giuseppe in Parabita (Lecce). Il culto e le raffigurazioni del santo
Giuseppe Fai
  Integrazioni documentarie e nuove fonti archivistiche per la storia della chiesa e della confraternita di San Giuseppe a Nardò
Marcello Gaballo
  Esemplificazioni iconografiche giuseppine a Galatone (Lecce)
Antonio Solmona
  L’altare maggiore della chiesa di San Giuseppe a Nardò
Stefania Colafranceschi
  Vedute di Nardò nella tela dell’altare maggiore in San Giuseppe a Nardò
Marcello Gaballo
  Comparazioni strutturali e integrazioni architettoniche settecentesche nella chiesa di San Giuseppe a Nardò
Fabrizio Suppressa
  L’altorilievo neritino de La Sacra Famiglia in Viaggio nella chiesa di San Giuseppe
Stefania Colafranceschi
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