#fotografia industriale
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"Lunch atop a Skyscraper" (Pranzo in cima a un grattacielo). La storia dietro la leggendaria immagine degli operai sospesi nel vuoto, un'icona dell'era della Grande Depressione
La celebre fotografia dei lavoratori sull'acciaio: un simbolo di coraggio e resilienza
La celebre fotografia dei lavoratori sull’acciaio: un simbolo di coraggio e resilienza. La fotografia “Lunch atop a Skyscraper” (Pranzo in cima a un grattacielo), scattata nel 1932 durante la costruzione del Rockefeller Center a New York, è una delle immagini più iconiche del XX secolo. Ritrae undici operai seduti su una trave d’acciaio sospesa a centinaia di metri sopra Manhattan, intenti a…
#architettura New York#celebrazione lavoratori#Charles C. Ebbets#Charles Ebbets fotografo#coraggio operai#costruttori grattacieli#costruzione grattacieli#costruzione grattacieli New York#costruzione Rockefeller Center#Eredità Culturale#foto iconica#foto pericolosa#fotografia del XX secolo#fotografia industriale#fotografia storica#Grande Depressione#grattacieli New York#icona americana#icona storia americana#immagine celebre#industria edile#lavoratori e pericolo#Lavoratori edili#lavoratori immigrati#lavoratori su trave#Lunch atop a Skyscraper#New York anni &039;30#New York storica#operai sospesi#Rockefeller Center
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Béton Brut
#filtrospazio#photography#photo#fotografia#streetphotography#sardinia#canon camera#original photography#oristano#brutalism#brutalismo#architettura#archeologia industriale#landscape architect
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Foggia, Zona Industriale, Strada Provinciale 76, Fabbrica (fotografia di Carmelo Scibilia, 5 Aprile 2023)
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IL RACCONTO DELL’IMMAGINE - di Gianpiero Menniti
LASCITO DEL NOVECENTO
Ogni luogo è un racconto nascosto. Narrarlo significa respirarne l'aria. A poco a poco riemergono suoni, voci, poi si avvertono sensazioni e infine, inaspettati sentimenti. Un viaggio a ritroso che apre l'uscio all'empatia e lascia segni fatti di parole taglienti e definitive. Durezza. Decadenza. Fatica. Tortura. Potenza. Dissolvimento. Freddo. Morte. Non è più un racconto. È diventato memoria.
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Ettore Sottsass Métaphores
Sous la direction de Milco Carboni e Barbara Radice
Skira Seuil, Paris 2002, 125 pages, 24x34cm, ISBN 97888849132491
euro 140,00
email if you want to buy [email protected]
Dans ce carnet intime, Ettore Sotsass, l'un des plus grands designers contemporains, laisse entrevoir ce qu'a été son expérience créatrice de la fin des années soixante au début des années soixante-dix. De cette période très féconde au plan artistique tant pour lui que pour bien d'autres artistes, Ettore Sotsass publie pour la première fois des projets et des photographies prises aux États-Unis, en Italie et en Espagne, entre 1968 et 1976. Soigneusement sélectionnées par ses soins, les pièces sont présentées dans le cadre d'une histoire par laquelle l'artiste convoque sa mémoire et dialogue avec son passé. Ce journal personnel en images permet d'accéder à l'univers culturel complexe de Sotsass et d'approcher son processus de création.
Progettato da Ettore Sottsass, il volume costituisce una sorta di diario intimo e di riflessione per immagini di uno dei più grandi designer del nostro tempo, con suggestive fotografie scattate dallo stesso autore. Interamente ideato e disegnato da Ettore Sottsass, il volume rappresenta le esperienze concettuali e artistiche compiute dal maestro milanese tra la fine degli anni ‘60 e i primi anni '70.
Considerato uno dei più acuti e provocatori designer del dopoguerra internazionale, fondatore di Memphis e icona della cultura postmoderna, Ettore Sottsass ha da sempre alternato l'attività di progettista a un uso continuo della fotografia come strumento per riflettere sulla realtà e sul ruolo della visione. Il volume raccoglie materiali fotografici e grafici realizzati negli Stati Uniti, in Italia e Spagna tra il 1968 e il 1976 fino ad oggi assolutamente inediti.
Le Metafore sono una sequenza di fotografie scattate da Ettore Sottsass Jr. durante i suoi viaggi nei deserti della Spagna (Barcellona, Madrid, Almeria, Grenada) e sui Pirenei. Le Metafore sono opere temporanee di land-art o pseudo-costruzioni architettoniche create nel paesaggio, fatte di oggetti poveri e fragili, pezzi di spago, legno, nastri, foglie, sassi, pezzi di abbigliamento, ecc.
In quel periodo Sottsass si interrogava sul ruolo e sulla responsabilità dell'architetto nella cultura industriale contemporanea e sentiva il bisogno di tornare alle origini dell'architettura: con questi edifici, sorta di "studio del linguaggio architettonico" (Barbara Radice), cercava di indagare il rapporto tra l'individuo e l'ambiente fisico. Case senza pareti e soffitti, porte che si affacciano sul vuoto, pavimenti senza fondo, letti dove non si può dormire e molti altri oggetti che pongono l'uomo come spettatore di fronte al vero significato della propria esistenza e del proprio destino.
18/06/24
#Ettore Sottsass#Sottsass#rare books#métaphores#metafore#Barbara Radice#Milco Carboni#photography books#sequenza fotografie#Spagna#fashionbooksmilano
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C'è ancora domani 1° in classifica al Box Office
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:: Trama C'è ancora domani ::
Delia è "una brava donna di casa" nella Roma del dopoguerra: tiene il suo sottoscala pulito, prepara i pasti al marito Ivano e ai tre figli, accudisce il suocero scorbutico e guadagna qualche soldo rammendando biancheria, riparando ombrelli e facendo iniezioni a domicilio. Secondo il suocero però "ha il difetto che risponde", in un'epoca in cui alle donne toccava tenere la bocca ben chiusa. E Ivano ritiene sacrosanto riempirla di botte e umiliarla per ogni sua "mancanza". La figlia Marcella sta per fidanzarsi con il figlio del proprietario della pasticceria del quartiere, il che le darebbe la possibilità di migliorare il suo status e allontanarsi dalla condizione arretrata in cui vive la sua famiglia, nonché da quella madre sempre in grembiule e sempre soggetta alle angherie del marito. Per fortuna fuori casa Delia ha qualche alleato: un meccanico che le vuole bene, un'amica spiritosa che la incoraggia, un soldato afroamericano che vorrebbe darle una mano. E soprattutto, ha un sogno nel cassetto, sbocciato da una lettera ricevuta a sorpresa.
C'è ancora domani è l'esordio alla regia di Paola Cortellesi, ed è una pura emanazione della sua persona.
Il tono è divulgativo, pensato per raggiungere il più ampio pubblico possibile, ma questo non va a scapito della sua vocazione autoriale, che è manifesta in scelte molto precise di colore (il film è girato nel bianco e nero della cinematografia d'epoca con grande attenzione filologica del direttore della fotografia Davide Leone), di formato (che cambia lungo il corso della narrazione), di commento musicale (che in aggiunta alle composizioni originali di Lele Marchitelli alterna brani retrò di Fiorella Bini e Achille Togliani con titoli italiani molto più recenti - di Dalla, Nada, Silvestri, Concato -- e innesti internazionali di hip hop, elettronica e rock alternativo, in maniera non dissimile da quanto fa nel suo cinema Susanna Nicchiarelli).
La sceneggiatura, della stessa Cortellesi insieme ai sodali Giulia Calenda e Furio Andreotti, è intenzionalmente didascalica nell'obiettivo esplicito di parlare al grande pubblico, soprattutto - ma non solo - femminile, e concentra nei personaggi di Ivano e Delia l'ingiustizia di un sistema patriarcale di cui anche Ivano è in qualche modo vittima (oltre che perpetuatore), e Valerio Mastandrea riesce a inserire nella sua caratterizzazione quel tanto di umano e di fragile da non farcelo liquidare completamente come un orco d'antan (ma non abbastanza da farcelo perdonare).
Tuttavia la sceneggiatura è astuta nel distribuire anche a tutti gli altri personaggi una misura dello stesso veleno culturale, e dunque le donne di ogni condizione (tranne la venditrice al mercato interpretata da Emanuela Fanelli) vengono messe a tacere dai loro mariti, e anche gli uomini più gentili possono (devono?) cadere preda del loro imprinting socialmente approvato.
Le botte di Ivano inferte a tempo di musica in una danza macabra e un paso doble del terrore (intuizione cinematografica straziante ed efficacissima) non hanno nulla a che vedere con quelle testosteroniche importate nel cinema da Martin Scorsese, e molto con quelle inferte da Zampanò a Gelsomina, così come la preparazione della famiglia nelle scene iniziali di C'è ancora domani deve tutto all'incipt di Una giornata particolare.
Un film (in Italiano anche pellicola) è una serie di immagini che, dopo essere state registrate su uno o più supporti cinematografici e una volta proiettate su uno schermo, creano l'illusione di un'immagine in movimento.[1] Questa illusione ottica permette a colui che guarda lo schermo, nonostante siano diverse immagini che scorrono in rapida successione, di percepire un movimento continuo.
Il processo di produzione cinematografica viene considerato ad oggi sia come arte che come un settore industriale. Un film viene materialmente creato in diversi metodi: riprendendo una scena con una macchina da presa, oppure fotografando diversi disegni o modelli in miniatura utilizzando le tecniche tradizionali dell'animazione, oppure ancora utilizzando tecnologie moderne come la CGI e l'animazione al computer, o infine grazie ad una combinazione di queste tecniche.
L'immagine in movimento può eventualmente essere accompagnata dal suono. In tale caso il suono può essere registrato sul supporto cinematografico, assieme all'immagine, oppure può essere registrato, separatamente dall'immagine, su uno o più supporti fonografici.
Con la parola cinema (abbreviazione del termine inglese cinematography, "cinematografia") ci si è spesso normalmente riferiti all'attività di produzione dei film o all'arte a cui si riferisce. Ad oggi con questo termine si definisce l'arte di stimolare delle esperienze per comunicare idee, storie, percezioni, sensazioni, il bello o l'atmosfera attraverso la registrazione o il movimento programmato di immagini insieme ad altre stimolazioni sensoriali.[2]
In origine i film venivano registrati su pellicole di materiale plastico attraverso un processo fotochimico che poi, grazie ad un proiettore, si rendevano visibili su un grande schermo. Attualmente i film sono spesso concepiti in formato digitale attraverso tutto l'intero processo di produzione, distribuzione e proiezione.
Il film è un artefatto culturale creato da una specifica cultura, riflettendola e, al tempo stesso, influenzandola. È per questo motivo che il film viene considerato come un'importante forma d'arte, una fonte di intrattenimento popolare ed un potente mezzo per educare (o indottrinare) la popolazione. Il fatto che sia fruibile attraverso la vista rende questa forma d'arte una potente forma di comunicazione universale. Alcuni film sono diventati popolari in tutto il mondo grazie all'uso del doppiaggio o dei sottotitoli per tradurre i dialoghi del film stesso in lingue diverse da quella (o quelle) utilizzata nella sua produzione.
Le singole immagini che formano il film sono chiamate "fotogrammi". Durante la proiezione delle tradizionali pellicole di celluloide, un otturatore rotante muove la pellicola per posizionare ogni fotogramma nella posizione giusta per essere proiettato. Durante il processo, fra un frammento e l'altro vengono creati degli intervalli scuri, di cui però lo spettatore non nota la loro presenza per via del cosiddetto effetto della persistenza della visione: per un breve periodo di tempo l'immagine permane a livello della retina. La percezione del movimento è dovuta ad un effetto psicologico definito come "fenomeno Phi".
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There's Still Tomorrow non è ancora presente
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:: Trama C'è ancora domani ::
Delia è "una brava donna di casa" nella Roma del dopoguerra: tiene il suo sottoscala pulito, prepara i pasti al marito Ivano e ai tre figli, accudisce il suocero scorbutico e guadagna qualche soldo rammendando biancheria, riparando ombrelli e facendo iniezioni a domicilio. Secondo il suocero però "ha il difetto che risponde", in un'epoca in cui alle donne toccava tenere la bocca ben chiusa. E Ivano ritiene sacrosanto riempirla di botte e umiliarla per ogni sua "mancanza". La figlia Marcella sta per fidanzarsi con il figlio del proprietario della pasticceria del quartiere, il che le darebbe la possibilità di migliorare il suo status e allontanarsi dalla condizione arretrata in cui vive la sua famiglia, nonché da quella madre sempre in grembiule e sempre soggetta alle angherie del marito. Per fortuna fuori casa Delia ha qualche alleato: un meccanico che le vuole bene, un'amica spiritosa che la incoraggia, un soldato afroamericano che vorrebbe darle una mano. E soprattutto, ha un sogno nel cassetto, sbocciato da una lettera ricevuta a sorpresa.
C'è ancora domani è l'esordio alla regia di Paola Cortellesi, ed è una pura emanazione della sua persona.
Il tono è divulgativo, pensato per raggiungere il più ampio pubblico possibile, ma questo non va a scapito della sua vocazione autoriale, che è manifesta in scelte molto precise di colore (il film è girato nel bianco e nero della cinematografia d'epoca con grande attenzione filologica del direttore della fotografia Davide Leone), di formato (che cambia lungo il corso della narrazione), di commento musicale (che in aggiunta alle composizioni originali di Lele Marchitelli alterna brani retrò di Fiorella Bini e Achille Togliani con titoli italiani molto più recenti - di Dalla, Nada, Silvestri, Concato -- e innesti internazionali di hip hop, elettronica e rock alternativo, in maniera non dissimile da quanto fa nel suo cinema Susanna Nicchiarelli).
La sceneggiatura, della stessa Cortellesi insieme ai sodali Giulia Calenda e Furio Andreotti, è intenzionalmente didascalica nell'obiettivo esplicito di parlare al grande pubblico, soprattutto - ma non solo - femminile, e concentra nei personaggi di Ivano e Delia l'ingiustizia di un sistema patriarcale di cui anche Ivano è in qualche modo vittima (oltre che perpetuatore), e Valerio Mastandrea riesce a inserire nella sua caratterizzazione quel tanto di umano e di fragile da non farcelo liquidare completamente come un orco d'antan (ma non abbastanza da farcelo perdonare).
Tuttavia la sceneggiatura è astuta nel distribuire anche a tutti gli altri personaggi una misura dello stesso veleno culturale, e dunque le donne di ogni condizione (tranne la venditrice al mercato interpretata da Emanuela Fanelli) vengono messe a tacere dai loro mariti, e anche gli uomini più gentili possono (devono?) cadere preda del loro imprinting socialmente approvato.
Le botte di Ivano inferte a tempo di musica in una danza macabra e un paso doble del terrore (intuizione cinematografica straziante ed efficacissima) non hanno nulla a che vedere con quelle testosteroniche importate nel cinema da Martin Scorsese, e molto con quelle inferte da Zampanò a Gelsomina, così come la preparazione della famiglia nelle scene iniziali di C'è ancora domani deve tutto all'incipt di Una giornata particolare.
Un film (in Italiano anche pellicola) è una serie di immagini che, dopo essere state registrate su uno o più supporti cinematografici e una volta proiettate su uno schermo, creano l'illusione di un'immagine in movimento.[1] Questa illusione ottica permette a colui che guarda lo schermo, nonostante siano diverse immagini che scorrono in rapida successione, di percepire un movimento continuo.
Il processo di produzione cinematografica viene considerato ad oggi sia come arte che come un settore industriale. Un film viene materialmente creato in diversi metodi: riprendendo una scena con una macchina da presa, oppure fotografando diversi disegni o modelli in miniatura utilizzando le tecniche tradizionali dell'animazione, oppure ancora utilizzando tecnologie moderne come la CGI e l'animazione al computer, o infine grazie ad una combinazione di queste tecniche.
L'immagine in movimento può eventualmente essere accompagnata dal suono. In tale caso il suono può essere registrato sul supporto cinematografico, assieme all'immagine, oppure può essere registrato, separatamente dall'immagine, su uno o più supporti fonografici.
Con la parola cinema (abbreviazione del termine inglese cinematography, "cinematografia") ci si è spesso normalmente riferiti all'attività di produzione dei film o all'arte a cui si riferisce. Ad oggi con questo termine si definisce l'arte di stimolare delle esperienze per comunicare idee, storie, percezioni, sensazioni, il bello o l'atmosfera attraverso la registrazione o il movimento programmato di immagini insieme ad altre stimolazioni sensoriali.[2]
In origine i film venivano registrati su pellicole di materiale plastico attraverso un processo fotochimico che poi, grazie ad un proiettore, si rendevano visibili su un grande schermo. Attualmente i film sono spesso concepiti in formato digitale attraverso tutto l'intero processo di produzione, distribuzione e proiezione.
Il film è un artefatto culturale creato da una specifica cultura, riflettendola e, al tempo stesso, influenzandola. È per questo motivo che il film viene considerato come un'importante forma d'arte, una fonte di intrattenimento popolare ed un potente mezzo per educare (o indottrinare) la popolazione. Il fatto che sia fruibile attraverso la vista rende questa forma d'arte una potente forma di comunicazione universale. Alcuni film sono diventati popolari in tutto il mondo grazie all'uso del doppiaggio o dei sottotitoli per tradurre i dialoghi del film stesso in lingue diverse da quella (o quelle) utilizzata nella sua produzione.
Le singole immagini che formano il film sono chiamate "fotogrammi". Durante la proiezione delle tradizionali pellicole di celluloide, un otturatore rotante muove la pellicola per posizionare ogni fotogramma nella posizione giusta per essere proiettato. Durante il processo, fra un frammento e l'altro vengono creati degli intervalli scuri, di cui però lo spettatore non nota la loro presenza per via del cosiddetto effetto della persistenza della visione: per un breve periodo di tempo l'immagine permane a livello della retina. La percezione del movimento è dovuta ad un effetto psicologico definito come "fenomeno Phi".
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INDEX
CLASSICO E ROMANTICO
William Blake, Newton
Jöhan Heinrich Füssli, L'incubo
Étienne-Luoise Boullée, Progetto per il cenotafio di Newton
Claude-Nicolas Ledoux, Casa delle Guardie campestri
John Constable, La chiusa
e il mulino di Flatford
William Turner, Mare in tempesta
Francisco Goya, Fucilazione
Jacques-Louis David, La morte di Marat
Antonio Canova, Monumento di Maria Cristina d’Austria
Jean-August-Dominique Ingres, La bagnante di Valpingon
Théodore Géricault, La zattera della Medusa
Eugène Delacroix, La Libertà guida il popolo
Lorenzo Bartolini, Monumento funebre della contessa Zamoyska
François Rude, Rilievo dell'Arco di trionfo di Parigi Camille Corot, La cattedrale di Chartres
Théodore Rousseau, Temporale; veduta della piana di Montmartre
Honoré Daumier, Vogliamo Barabba
Constantin Guys, Per la strada
Honoré Daumier, Il vagone di terza classe
François Millet, L’Angelus
Camille Pissarro, Sentiero nel bosco in estate
LA REALTA' E LA COSCIENZA (l’Impressionismo; La fotografia; Il Neo-impressionismo; Il Simbolismo; L’architettura degli ingegneri)
Gustave Courbet, Ragazze in riva alla Senna (Estate)
Edouard Manet, Le déjeuner sur l'herbe
Alfred Sisley, Isola della Grande Jatte
Claude Monet, Regate ad Argenteuil;
Claude Monet, La Cattedrale di Rouen
Auguste Renoir, Le Moulin de la Galette
Edgar Degas, L'absinthe
Paul Cézanne, L'asino e i ladri
Paul Cézanne, La casa dell'impiccato ad Auvers (Non Aversa)
Paul Cézanne, I giocatori di carte
Paul Cézanne, La montagna Sainte-Victoire
Georges Seurat, Una domenica pomeriggio all’isola della Grande-Jatte
Paul Signac, Ingresso del porto a Marsiglia
Paul Gauguin, Te Tamari No Atua
Vincent van Gogh, Ritratto del postino Roulin
Henri de Toulouse-Lautrec, La toilette
Henri Rousseau detto il Doganiere, La Guerra
Odilon Redon, Nascita di Venere
Gustave Moreau, L'apparizione
Pierre Bonnard, La toilette del mattino
Auguste Rodin, Monumento a Balzac
Medardo Rosso, Impressione di bambino davanti alle cucine economiche
I pittori della cerchia di Mallarmé
Edouard Vuillard, La pappa di Annette.
James MeNeill Whistler, Notturno in blu e oro: il vecchio ponte di Battersea
L' OTTOCENTO IN ITALIA, IN GERMANIA, IN INGHILTERRA
1. Giovanni Fattori, In vedetta
IL MODERNISMO (Urbanistica e architettura moderniste; Art Nouveau; La pittura del Modernismo; Pont-Aven e Nabis)
1. Antoni Gaudí, Casa Milá a Barcellona
2. Adolf Loos, Casa Steiner a Vienna
3. Antoni Gaudi, Il Parco Güell a Barcellona
L’ARTE COME ESPRESSIONE (Espressionismo; La grafica dell’Espressionismo)
1. Edvard Munch, Pubertà
André Derain, Donna in camicia
Ernst Ludwig Kirchner, Marcella
Henri Matisse, La danza
Emil Nolde, Rose rosse e gialle
Oskar Kokoschka, Chamonix, Monte Bianco
L’EPOCA DEL FUNZIONALISMO (Urbanistica, architettura, disegno industriale; Pittura e scultura; Der blaue Reiter; L’avanguardia russa; La situazione italiana; École de Paris; Dada; Il Surrealismo; La situazione in Inghilterra; La situazione italiana: Metafisica, Novecento, anti-Novecento)
Le Corbusier, Villa Savoye a Poissy
Le Corbusier, Cappella di Nötre-Dame-du-Haute a Ronchamp
Walter Gropius, La Bauhaus a Dessau
Ludwig Mies van der Rohe, Plastico di un grattacielo in verro per Chicago
Ludwig Mies van der Rohe, Seagram Buildings a New York
Tre progetti per il Palazzo dei Soviet. Le Corbusier e Pierre Jeanneret,
Walter Gropius, Bertold Luberkin,
Teo van Docsburg e Hans Arp, Cinema-ristorante L'Aubette a Strasburgo.
Thomas Gerrit Rietveld, Poltrona con elementi in nero, rosso, blu
Pier Mondrian, Composizione in rosso, giallo, blu
Aivar Aalto, Sanatorio a Paimio - Poltrona
Frank Lloyd Wright, Casa Kaufmann a Bear Run
Pablo Picasso, I saltimbanchi; Les demoiselles d’Avignon; Natura morta spagnola
Georges Braque, Narura morta con l’asso di fiori
Robert Delaunay, Tour Eiffel
Juan Gris, Natura morta con fruttiera e bottiglia d’acqua
Georges Braque, Natura morta con credenza: Café-bar
Marcel Duchamp, Nu descendant un escalier n. 2
Umberto Boccioni, Forme uniche nella continuità dello spazio
Giacomo Balla, Automobile in corsa
Vasili; Kandinsky, Primo acquerello astratto; Punte nell'arco
Paul Klee, Strada principale e strade laterali
Anton Pevsner, Costruzione dinamica
Naum Gabo, Costruzione nello spazio; Il cristallo
Fernand Léger, Composizione con tre figure
Joan Miró, La lezione di sci; Donne e uccello al chiaro di luna
Giuseppe Terragni, Progetto dell'Asilo Sant'Elia a Como
Atanasio Soldati, Composizione
Constantin Brancusi, La Maiastra
Amedeo Modigliani, Ritratto di Léopold Zborowski
Georges Rouault, Cristo Deriso
Marc Chagall, A la Russie, aux anes et aux autres
Pablo Picasso, Guernica
René Magritte, La condizione umana Il
Man Ray, Motivo perpetuo
Henry Moore, Figura sdraiata
Alexander Calder, Mobile
Ben Nicholson, Feb. 28-53 (Vertical Seconds)
Francis Bacon, Studio dal ritratto di Innocenzo X di Velázquez
Diego Rivera, L'esecuzione dell'imperatore Massimiliano
David Alfaro Sigueiros, Morte all'invasore
Giorgio De Chirico, Le Muse inquietanti
Carlo Carrà, L'amante dell'ingegnere
Alberto Savinio, Nella foresta
Osvaldo Licini, Amalasunta su fondo blu
Giorgio Morandi, Natura morta con fruttiera
7. LA CRISI DELL'ARTE COME "SCIENZA EUROPEA" (Urbanistica e architettura; La ricerca visiva; La pittura negli Stati Uniti)
Ellsworth Kelly, Verde, blu, rosso
Morris Louis, Gamma Delta
László Moholy-Nagy, Composizione Q XX
Julius Bissier, 25 settembre 1963?
Josef Albers, Omaggio al quadrato
Arshile Gorky, Giardino a Sochi
Jean Fautrier, Nudo
Jean Dubuffet, Orateur
André Masson, Les Chevaliers
Hans Hartung, Composizione
Jackson Pollock, Sentieri ondulati
Mark Rothko, Rosso e blu su rosso
Albero Burri, Sacco B.
Antoni Tápies, Bianco e arancione
Giuseppe Capogrossi, Superficie 114
Lucio Fontana, Concetto spaziale: attesa
Alberto Giacometti, Figura
Ettore Colla, Officina solare
Mark Tobey, Circus transfigured
Georges Mathieu, Cast
Victor Vasarély, Composizione.
Kenneth Noland, Empireo
Clyfford Still, 1962-D
Emilio Vedova, Plurimo n. 1; Le mani addosso
Robert Rauschenberg, Letto
Mimmo Rotella, Marilyn
Roy Lichtenstein, Il tempio di Apollo
Andy Warhol, Marilyn Monroe
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Meno è meglio
Agli inizi del 1900 nacque in Germania la Bauhaus, una scuola d’arte basata sul modello collaborativo fra docenti e studenti, dove si insegnavano belle arti, fotografia, design industriale, architettura e urbanistica. I principi fondanti del Bauhaus erano essenzialità, estrema modernità, uguaglianza, attenzione al colore e alla forma.
All’architetto e designer tedesco Mies van der Rohe, uno dei massimi esponenti del Movimento Moderno, va il merito di aver reso celebre la frase Less is more che capovolge il paradigma diffuso all’epoca e indica che in realtà il miglior risultato, il di più, si ottiene nel caso in cui si produca un edificio – ma questo vale per qualunque tipo di prodotto - essenziale e perfetto nelle sue funzioni. Questo principio di sottrazione si diffuse alle altre arti per giungere sino a noi. Oggi i politici parlano di “nuova Bauhaus” per estenderlo alla cultura e alla mentalità delle persone così da costruire un mondo più in equilibrio.
Ecco allora che Less is more torna ad essere un principio guida di equilibrio. Non di eliminazione a tutti i costi, bensì di sottrazione di ciò che è inutile.
Propongo anch’io di applicare una nuova Bauhaus alle relazioni con gli animali non umani, esseri essenziali e perfetti nelle loro funzioni. Interagire con loro con meno controllo per avere più relazione.
Meno (niente) addestramento, più collaborazione.
Meno pretese, più osservazione.
Meno esercizi, più contaminazione.
Meno parole, più corporalità.
Meno risposte, più domande.
Meno razionalità, più animalità.
Meno retorica, più sostanza.
#animalità#rispetto#dignità#istruttore_cinofilo#zooantropologia#relazione#cani#facilitatrice_relazione#antispecismo#etica
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La Lettura del Nascosto, ho titolato.
E' il drone a consentirla, la Lettura del Nascosto.
Sapete, io soglio appellare Arte Inconsapevole ciò che viene comunemente definita Arte Involontaria.
Ma occorre trovarla, quest'Arte Involontaria.
Spesso è terrestremente attingibile, ma in non poche occasioni risulta inaccessibile a chi - desideroso di scoprire - deambula con fotocamera al collo.
Che il drone sia lo Strumento Principe - tipicamente in prospettiva zenitale - per la disvelazione di cotali ascosità, avevo già spiegato in precedenti trattazioni.
Ma talvolta la Lettura del Nascosto - quando finalmente rinvenuto - necessita di Rilettura.
Me la fornisce l'eccellente filosofo Antonio Giovanni Maria Zetti, la Rilettura, qui.
Mi scrive:
"Dal circuito stampato di sessanta anni fa, passando dall'Idraulica, per arrivare alla logica Green. Il Tutto in un mosaico Bizantino".
Ciò è quanto Antonio ha riletto a proposito della fotografia a corredo di questo brano.
Come si vede, egli vi vede coesistenza di ere.
Ciò che letteralmente è il tetto di un edificio industriale, si presta ad interpretazioni che ripercorrono la Storia dell'Uomo.
Mosaico bizantino, per l'articolata tessitura del segno.
Idraulica, per gli squadrati condotti.
Circuiti stampati, per le sagome della generale architettura.
E l'Istanza Verde, per come un impianto solare affranca da inquinatori approvvigionamenti.
Grazie, Antonio.
Ci vogliono filosofi, per rileggere la realtà con ispirato acume.
E droni, per rendere ciò possibile.
All rights reserved
Claudio Trezzani
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Il mercato dell'argento non è solo gioielleria
La rivincita dell’argento grazie a bende, cerotti e unguenti. La domanda speculativa segue quella dell’oro ma per ottenere gli stessi risultati finanziari ne serve molto di più. Oggi una buona quantità si ottiene come sottoprodotto di altre miniere che estraggono piombo, zinco e rame. Con la scoperta dell’America e delle grandi miniere d’argento di Messico e Perù (in particolare quella di Potosì, oggi in Bolivia) nasce il terzo grande polo di produzione, dopo quello delle miniere dell’Europa centrale (soprattutto la miniera di Johachimsthal) e il bacino giapponese, con la grande miniera di Iwami Ginzan. Queste tre regioni esportano argento verso Paesi che sono vere e proprie spugne, in particolare la Cina, l’India e alcuni Paesi del Medio Oriente e dell’Europa occidentale. Il galeone di Manila, che collega Acapulco con le Filippine (appena conquistate dalla Spagna) a partire dell’ultimo quarto del XVI secolo trasporta soprattutto argento messicano e peruviano destinato alla Cina. E con questo argento «americano» la Spagna finanzia lo splendore del suo Siglo de oro e le guerre di Carlo V e di Filippo II, all’epoca noti come i due imperatori della guerra. Ogni anno i portoghesi organizzano il viaggio della Nau de Goa, la caracca che trasporta l’argento comprato a Nagasaki verso Lisbona, facendo scalo a Goa. I flussi d’argento permettono di riequilibrare quelli delle merci e di mettere in ordine gli ammanchi nei bilanci commerciali per almeno quattro secoli. L’abbandono del bimetallismo nel decennio 1870-1880 ridimensiona il ruolo dell’argento e ha due conseguenze molto importanti: è una concausa della grave crisi economica mondiale del 1873-96 perché le monete asiatiche (India, Cina e Giappone, in primo luogo) subiscono una svalutazione brutale e i prezzi dei prodotti di queste regioni esercitano una forte concorrenza su quelli dell’Europa e degli Usa; in secondo luogo l’argento resta confinato alla domanda della gioielleria, la domanda industriale non è ancora così forte e quella per la fotografia decolla solo a partire dall’inizio del XX secolo. Several silver bars produced at the Swiss factory Argor-Heraeus - is one of the world’s largest processors of precious metals as well as ingots and coins of other manufacturers on wood texture background. Sarà la rivoluzione nell’industria fotografica a cambiare ancora una volta gli equilibri sul mercato dell’argento che beneficia largamente della rivoluzione tecnologica nell’elettronica e nell’informatica, dove l’impiego di questo metallo diviene strategico. Martha Mine, nella provincia di Santa Cruz, in Patagonia, che detiene il record mondiale nella classifica delle miniere d’argento con i più elevati tenori con quasi 5000 grammi di metallo puro per tonnellata estratta, è un’eccezione. La media del tenore delle dodici più grandi miniere mondiali è sceso da 500 grammi a tonnellata del 2007 a 300 nel 2016 e il trend si conferma, secondo le ultime stime che parlano di 200. Solo il rialzo dei prezzi dell’argento ha permesso di mantenere la produzione elevata, dopo lo shock del 2013, quando i prezzi scivolarono in misura tanto evidente da spingere le imprese a sfruttare intensamente i filoni più ricchi per non perdere posizioni sul mercato. Dei maggiori produttori d’argento soltanto sei estraggono il metallo da miniere d’argento (metallo primario) e rappresentano il 30% dell’offerta. Una buona quantità di metallo bianco si ottiene come sottoprodotto di altre miniere che estraggono soprattutto metalli di base (34,4% piombo/zinco, 22% rame) e oro (12,5%). Sovente l’argento è combinato con zolfo, arsenico, antimonio, clorati e l’estrazione si compie per elettrolisi o amalgamazione, tecnica ormai abbandonata a causa dei costi e soprattutto della tossicità del mercurio. L’argento è molto usato in campo elettrotecnico ed elettronico, soprattutto nei Paesi asiatici. Circa l’11% della domanda industriale (il 4,5% di quella totale) viene dall’industria metallurgica per la produzione di ottoni, bronzi speciali e leghe per saldatura. Restano consistenti gli usi in gioielleria (circa il 32% della domanda totale); il consumo dell’industria fotografica si riduce ancora, ma resta importante per il settore della diagnostica medica, anche se ormai molte analisi sono realizzate con tecniche numeriche. E la medicina e la chirurgia utilizzano molto argento nelle bende, nelle garze, nei cerotti e nelle creme per curare ferite e ustioni gravi. La domanda speculativa del metallo bianco segue quella del metallo giallo, ma per ottenere gli stessi risultati finanziari serve molto più argento. Gli investitori/speculatori seguono attentamente l’evoluzione della ratio fra i prezzi dell’oro e dell’argento: i prezzi dell’oro sono 60-80 volte quelli dell’argento, con punte speculative molto decise. Nell’antichità il rapporto oscillava fra 10 e 15 once d’argento per una d’oro. E in questa lunga storia ci sono due momenti eccezionali. L’Egitto dei faraoni disponeva di molto oro e di poco argento e in certi casi i due metalli avevano lo stesso prezzo; allora i mercanti fenici compravano l’argento dalle miniere spagnole a un prezzo di 5-10 once d’argento per un’oncia d’oro e lo rivendevano in Egitto a parità. Lo stesso arbitraggio veniva fatto dai mercanti veneziani e soprattutto genovesi sul mercato di Caffa e nel Mar Nero, quando i mercanti mongoli offrivano un’oncia d’oro (dello Yunnan) per comprare 7-8 once d’argento dai mercanti italiani che con un’oncia d’oro cinese ottenevano più di 12 once d’argento spagnolo… Read the full article
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24 marzo 2024
Propuesta de E
https://vistprojects.com/convocatoria-eco24 https://www.elsaltodiario.com/agua/salvar-agua-matagallar-objetivo-del-pueblo-coin
Para contextualizar un poco, la idea surge, al ver la convocatoria, de un momento de “sequía” en cuanto a temas que verdaderamente me motiven para la creación artística propia. Últimamente estoy más en lo intelectual y de gestión. El cuerpo me vuelve a pedir conectar más con lo plástico y lo natural.
Al final, todo eso ha confluido en una mezcla de intereses, propios y creo que colectivos, ya que pienso que la línea plástica, el interés social y político y la manera de crear de las 3 podrían mezclarse bastante bien en este trabajo, sobre todo si se puede utilizar lo visual, lo audiovisual y lo transmedia. Estoy recibiendo un curso de fotografía experimental con esta plataforma: https://www.instagram.com/experimentalphotofestival Revelado con vino, con café, surge la idea de hilvanar todo. Anoche mismo encontré este trabajo de mi compañera Lucía Morate: https://www.instagram.com/p/C43lXSHqjKK/?hl=es&img_index=1
y también hablamos del trabajo de Laura Brinkmann con Cromatografías, Antotipia y Proceso Lumen: https://www.yanmag.com/fotografia-lenta-en-tiempos-vertiginosos-laura-brinkmann https://www.laurabrinkmann.com/portfolio_page/estudios-de-la-naturaleza
Pensamos que podríamos ir a su casa y que nos enseñara su trabajo e incluso nos ayudara para las técnicas. Luego pensamos en invitarla a participar con nosotras en el proyecto.
En cuanto a la idea visual, propongo el concepto de proyecto más simbólico o metafórico que directamente documental, me encanta poner de ejemplo el trabajo de María Primo con El Libro de Arena: https://mariaprimo.com/el-libro-de-arena
que habla de territorio y de conflicto político-social al surgir la duna de Valdevaqueros, Cádiz, por una estrategia militar. Hablando con Rocío, comentamos que el registro sonoro con sonidos de la zona e incluso incluyendo las entrevistas de esta manera nos encaja perfectamente. Rocío prefiere que no salgan retratos documentales.
En un proyecto mío antiguo realizado en el desierto de Tabernas utilicé como hilo conceptual el libro “El agua y los sueños. Ensayo sobre la imaginación de la materia.” de Gaston Bachelard.
“Obra teórica de Gastón Bachelard sobre los estudios de la literatura universales particular, y de las artes en general. El autor hace una interpretación del significado de las imágenes poéticas desde el punto de vista de lo que en semiología se diferencia como imaginación formal e imaginación material.”
Él hace una estructuración sobre tipos de agua que son expresadas en la imagen poética: las aguas claras, las aguas subterráneas o profundas, las aguas maternales (así, de memoria, a ver si encuentro el libro para el próximo día). Como estructura e inspiración conceptual puede servirnos.
R propone el trabajo de Rosser Messenger en paisajes industriales como referente: http://www.rosellmeseguer.com/index.php/es/proyectos/paisajes-industriales.html
Podemos retomar el concepto de Deriva y trazar líneas encima de las imágenes, hablando de la continuidad entre pasado y presente. Piensa en imágenes rotas, en la posibilidad de pintar encima. Hacer un mapa visual de lo que es sin que veas en su totalidad, crear a partir de los fragmentos
Organización:
Al ser un problema antiguo (en 1997 cuando yo trabajaba en Guadalhorce Televisión, ya estuve hablando con la Plataforma por el Agua de Coín, el marido de una compañera estaba en la plataforma y puedo intentar contactar con ellos), buscaremos documentación y contactos para ver si nos comparten material ya existente.
Podemos hacer una exploración de campo con Deriva + Mapeado. Mezcla transmedia. Vídeo, foto, ? Uso de las técnicas plásticas antiguas.
FASES
-Referencias, forma visual y plástica. -Investigación documental. -Investigación del contexto: Ir a la zona para coger plantas con las que trabajar. -Quedar con gente: Para obtener imágenes que incluir en el proyecto.
FECHAS
-Martes 26 a las 11h.
-Domingo 31 para pasar el día en Coín. Hacer exploración de campo.
La presentación de la convocatoria es antes del 10 de mayo.
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Protagoniste a cura di Edoardo Di Mauro
(…) come è intuibile Protagoniste ribadisce quello che è ormai un incontestabile dato di fatto. La donna, per effetto di profonde mutazioni avvenute all'interno della sfera sociale e, di riflesso, artistica, strettamente legate, da un punto di vista strutturale, all'ingrasso pieno nella civiltà contemporanea e post industriale, ha acquisito il naturale diritto di porsi come elemento centrale dei mutamenti in atto, compresi quelli legati all'ambito della creatività. Senza il venir meno delle peculiartà di sensibilità ed immaginazione proprie dell'universo femminile. Quindi Protgoniste intende andare oltre sia ad una inadeguata mentalità da 'riserva indiana', che agli isterici entusiasmi derivanti dall'adesione conformista a mode passeggere. L'intenzione è quella di proporre una linea selettiva di artiste appartenenti a generazioni diverse, accomunate dalla qualità del lavoro e da una sintonia verso le coordinate dell'attuale eclettismo stilistico che, come è tipico delle stagioni di passaggio, vede al suo interno una linea estetica dove convivono fotografia e installazione, pittura e rapporto con le nuove tecnologie, spesso in una dimensione simbolica ed evocativa. Le scelte operate da Fiorile Arte insieme al critico Edoardo Di Mauro, curatore della rassegna, si ispirano coerentemente ai principi prima citati.
Si succederanno all'interno dello spazio espositivo di via Nosadella: Paola De Laurentiis Antonella Mazzoni Manuela Corti Roberta Fanti Marina Gasparini
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sugar elevator (after Frank Gohlke) silos dell'ex zuccherificio SFIR comune di Foggia, zona industriale di borgo Incoronata (fotografia di Carmelo Scibilia, 8 Luglio 2023)
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Palermo: Regione riapre il Villino Favaloro col Museo della fotografia
Palermo: Regione riapre il Villino Favaloro col Museo della fotografia Nuova vita per il Villino Favaloro di Palermo che, terminati i lavori di restauro, riapre dopo oltre vent'anni e diviene sede del Museo regionale della fotografia. Nel pomeriggio del 22 marzo è avvenuta l'inaugurazione con le autorità regionali e cittadine, da martedì 26 marzo l'apertura al pubblico. Il progetto di ristrutturazione è stato curato dal Centro regionale per l'inventario, la catalogazione e la documentazione, per un importo di 1,7 milioni di euro a valere sul Pon "Cultura e sviluppo" 2014/2020. È stata realizzata la musealizzazione di una parte dell'archivio fotografico storico del Centro, selezionando i beni più rappresentativi e di maggiore valore artistico: negativi e positivi su lastra e pellicola risalenti ad un periodo compreso tra il 1854 e il 1970; album appartenenti alle famiglie dell'aristocrazia siciliana e all'alta borghesia, tra cui i Florio; apparecchiature fotografiche di fine Ottocento. «Questo gioiello architettonico nel cuore della città torna a essere patrimonio di tutti - afferma il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani - diventando museo di se stesso, tappa di un ideale itinerario dell'Art Nouveau che rappresenta una peculiarità tutta palermitana. Ma non solo: Villino Favaloro diventa custode della storia, ospitando preziose immagini che ricostruiscono oltre un secolo della nostra Isola». «Viene finalmente restituita alla pubblica fruizione un'opera architettonica di grande pregio, tappa essenziale dell'itinerario Liberty a Palermo - sottolinea l'assessore ai Beni culturali e identità siciliana, Francesco Paolo Scarpinato - e viene assicurata la giusta valorizzazione alle collezioni fotografiche del Centro regionale per l'inventario, la catalogazione e la documentazione, in un'esposizione permanente in grado di narrare la storia della fotografia in Sicilia e la memoria culturale della Regione». Un secondo intervento a carico del Pon "Cultura e sviluppo", con un importo di oltre 900 mila euro, ha consentito di curare l'allestimento multimediale e immersivo, affidato a Vodafone Business ed ETT, per integrare e potenziare il sistema espositivo. Il Centro ha curato i contenuti dedicati alle varie tematiche: storia delle tecniche fotografiche, i fotografi del Grand Tour, la fotografia tra naturalismo e pittorialismo, la storia della ritrattistica, i grandi fotografi siciliani, la documentazione fotografica legata allo sviluppo industriale e alla riforma agraria. Un'app con testi e immagini guiderà il visitatore alla comprensione del percorso di visita lungo il piano rialzato e il primo piano, diversi exhibit con art wall, touch interattivi, ricostruzioni virtuali consentiranno di viaggiare nel tempo attraverso gli scatti fotografici di Sommer, Sevaistre, Incorpora, Interguglielmi, Benedetto ed Eugenio Bronzetti, i Seffer. È stato così possibile superare la modalità statica e la contemplazione passiva delle opere esposte per offrire un'esperienza coinvolgente. Informazioni per le visite Il Museo regionale della fotografia aprirà al pubblico, a partire da martedì 26 marzo, nei seguenti giorni e orari: dal martedì al sabato dalle 9 alle 13, ultimo ingresso alle 12.15; aperture straordinarie la prima e la terza domenica del mese. Biglietteria (per il 2024): 2 euro (intero); un euro (ridotto); ingresso gratuito la prima domenica del mese. L'accesso, inoltre, è gratuito o ridotto, secondo normativa regionale. Villino Favaloro Il Villino di piazza Virgilio è stato costruito, tra il 1889 e il 1891, su progetto di Giovan Battista Filippo Basile, come punto di incontro tra stilemi tardo medievali e rinascimentali in equilibrata sintesi stilistica delle tendenze sperimentali del geniale architetto. I pannelli a mosaico del piano superiore e della sala pompeiana sono verosimilmente opera di Carmelo Giarrizzo. I modi e le formule liberty risalgono ad alcuni interventi del 1903 a cura di Ernesto Basile, lo stesso che nel 1914 ha effettuato l'ampliamento del Villino con la costruzione del torrino belvedere. Le decorazioni pittoriche interne e i mosaici sono stati realizzati da Salvatore Gregorietti. ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Ettore Sottsass Metaphores
A cura di Milco Carboni e Barbara Radice. Illustrazioni, fotografie in bianco e nero e testi di Ettore Sottsass. Edizione in francese
Skira / Seuil , Milano/Parigi 2002, 128 pagine, 24x34cm, ISBN 978-8884913241
euro 150,00
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Progettato da Ettore Sottsass, il volume costituisce una sorta di diario intimo e di riflessione per immagini di uno dei più grandi designer del nostro tempo, con suggestive fotografie scattate dallo stesso autore. Interamente ideato e disegnato da Ettore Sottsass, il volume rappresenta le esperienze concettuali e artistiche compiute dal maestro milanese tra la fine degli anni ‘60 e i primi anni '70.
Considerato uno dei più acuti e provocatori designer del dopoguerra internazionale, fondatore di Memphis e icona della cultura postmoderna, Ettore Sottsass ha da sempre alternato l'attività di progettista a un uso continuo della fotografia come strumento per riflettere sulla realtà e sul ruolo della visione. Il volume raccoglie materiali fotografici e grafici realizzati negli Stati Uniti, in Italia e Spagna tra il 1968 e il 1976 fino ad oggi assolutamente inediti.
Le Metafore sono una sequenza di fotografie scattate da Ettore Sottsass Jr. durante i suoi viaggi nei deserti della Spagna (Barcellona, Madrid, Almeria, Grenada) e sui Pirenei. Le Metafore sono opere temporanee di land-art o pseudo-costruzioni architettoniche create nel paesaggio, fatte di oggetti poveri e fragili, pezzi di spago, legno, nastri, foglie, sassi, pezzi di abbigliamento, ecc.
In quel periodo Sottsass si interrogava sul ruolo e sulla responsabilità dell'architetto nella cultura industriale contemporanea e sentiva il bisogno di tornare alle origini dell'architettura: con questi edifici, sorta di "studio del linguaggio architettonico" (Barbara Radice), cercava di indagare il rapporto tra l'individuo e l'ambiente fisico. Case senza pareti e soffitti, porte che si affacciano sul vuoto, pavimenti senza fondo, letti dove non si può dormire e molti altri oggetti che pongono l'uomo come spettatore di fronte al vero significato della propria esistenza e del proprio destino.
07/10/24
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