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stefaniaperinelli · 2 years
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Meno è meglio
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Agli inizi del 1900 nacque in Germania la Bauhaus, una scuola d’arte basata sul modello collaborativo fra docenti e studenti, dove si insegnavano belle arti, fotografia, design industriale, architettura e urbanistica. I principi fondanti del Bauhaus erano essenzialità, estrema modernità, uguaglianza, attenzione al colore e alla forma.
All’architetto e designer tedesco Mies van der Rohe, uno dei massimi esponenti del Movimento Moderno, va il merito di aver reso celebre la frase Less is more che capovolge il paradigma diffuso all’epoca e indica che in realtà il miglior risultato, il di più, si ottiene nel caso in cui si produca un edificio – ma questo vale per qualunque tipo di prodotto - essenziale e perfetto nelle sue funzioni. Questo principio di sottrazione si diffuse alle altre arti per giungere sino a noi. Oggi i politici parlano di “nuova Bauhaus” per estenderlo alla cultura e alla mentalità delle persone così da costruire un mondo più in equilibrio.
Ecco allora che Less is more torna ad essere un principio guida di equilibrio. Non di eliminazione a tutti i costi, bensì di sottrazione di ciò che è inutile.
Propongo anch’io di applicare una nuova Bauhaus alle relazioni con gli animali non umani, esseri essenziali e perfetti nelle loro funzioni. Interagire con loro con meno controllo per avere più relazione.
Meno (niente) addestramento, più collaborazione.
Meno pretese, più osservazione.
Meno esercizi, più contaminazione.
Meno parole, più corporalità.
Meno risposte, più domande.
Meno razionalità, più animalità.
Meno retorica, più sostanza.
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stefaniaperinelli · 2 months
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Timbuctù
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(…) Il risultato fu che, prima che Mr Bones entrasse nella sua vita, Willy non aveva mai avuto l’occasione di osservare da vicino il comportamento di un cane, e non ci aveva mai pensato molto. Per lui i cani erano figure nebulose, confuse presenze in bilico sui confini della sua mente. Bisognava evitare quelli che ti abbaiavano contro e accarezzare quelli che ti leccavano. Le sue conoscenze erano tutte qui.
(…) C’erano tante cose da imparare, tante manifestazioni da assimilare, da leggere, a dire il vero Willy non sapeva da che parte cominciare. Lo scodinzolio opposto alla coda fra le gambe. Le orecchie ritte opposte a quelle pendule. Il rotolare sulla schiena, la corsa in tondo, il fiutarsi l’ano e i ringhi, i balzi da canguro e le piroette a mezz’aria, l’appostamento rannicchiato, lo scoprire i denti, l’inclinare la testa, e cento altri minuti dettagli, espressione ciascuno di un pensiero, un sentimento, un progetto, un impulso. Willy scoprì che era come imparare una nuova lingua, come capitare in mezzo a una tribù di uomini primitivi rimasti isolati per secoli e doverne desumere i misteriosi usi e costumi. Una volta superata la barriera iniziale, quello che lo affascinava di più era l’enigma che chiamava Paradosso Occhio-Naso, o Inventario dei Sensi. Willy era un uomo, e come tale per la sua comprensione del mondo si affidava principalmente alla vista. Invece Mr Bones era un cane (…) Per una vera consapevolezza, per un’autentica comprensione della realtà nei suo diversi aspetti, poteva contare solo sul naso. Qualunque cosa Mr Bones sapesse del mondo, qualunque cosa avesse scoperto in merito all’introspezione, alle passioni o alle idee, era stato guidato dal senso dell’olfatto. Da principio Willy non credeva ai suoi occhi. L’avidità di odori del cane sembrava inesauribile, e una volta scoperta una traccia interessante, vi incollava il naso con una tale determinazione, con un entusiasmo così risoluto, che tutte le altre cose del mondo non esistevano più. Le sue narici si trasformavano in proboscidi di suzione, annusando gli odori come un aspirapolvere risucchia i vetri rotti, e in certe occasioni, parecchie a dire il vero, Willy si stupiva che il marciapiedi non si spezzasse per l’energia e la furia di fiutate di Mr Bones.
(…) Come non rimanere affascinati da tutto ciò?
(…) Cosa provava Mr Bones quando fiutava qualcosa? E, altrettanto importante, perché fiutava quello che fiutava?
(tratto da ‘Timbuctù’ di Paul Auster – 1999)
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stefaniaperinelli · 6 months
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Invecchiare insieme
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Di recente è stato diagnosticato a Sole un principio di artrosi, nulla di invalidante o per il quale io non possa sostenerla con degli integratori naturali; questa patologia è legata all’avanzare dell’età. Anche lei è entrata a far parte degli anziani!
La mia famiglia è composta da sopravvissuti, entrati nella mia vita a età diverse, chi cucciolo come Jana e Mustia, chi molto giovane come Sole, chi già adulto come Nio. Siamo tutti animali di strada che hanno saputo cavarsela da soli almeno per un certo periodo. Negli anni abbiamo imparato a godere della stabilità del nostro gruppo sociale, a conoscere le caratteristiche di ciascuno, a sopportare varie manie, a smussare lati caratteriali, creando legami forti ma indipendenti, mantenendo sempre quel pizzico di selvatico che ci appartiene, condividendo e contaminandoci a vicenda.
L’opportunità che mi è stata regalata di invecchiare tutti insieme, affrontando anche qualche malanno fisico, si realizza nel progressivo cambio dello stile di vita: più pacati, meno esigenti, quasi indifferenti al chiassoso vociare inutile, un pochino impoltroniti, tutti e insieme.
Trovo vi sia una bellezza poetica nel condividere questa fase della vita: maggior distacco dalle futili preoccupazioni, più tolleranza verso gli altri, una raggiunta stabilità emotiva, grande appagamento nel godere delle piccole cose.
Loro, oggi, sono davvero più saggi, io ancora più attenta ad imparare da loro e seguirne l’esempio.
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stefaniaperinelli · 11 months
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stefaniaperinelli · 1 year
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No relazione, No divertimento
Il percorso con Mia inizia a dare grandi soddisfazioni! Lei è una cucciola di 5 mesi che cerca una famiglia ed è ospitata presso un rifugio. Quando la conobbi, compresi subito che la sua immagine mentale della relazione con gli umani si basava su esperienze negative. Iniziammo così un percorso per farle riprendere fiducia negli umani, vivere esperienze formative e stemperare le sue timorosità. Dopo circa un mese di uscite insieme dal rifugio, oggi mi ha detto che il passato si può archivivare per aprirsi ad un futuro sereno. Il suo livello di eccitazione si è abbassato, si sente compresa e guidata, siamo collegate, la timorosità sta evolvendo in tenue diffidenza.
Abbiamo festeggiato insieme giocando in un parco cittadino e Mia ha appreso che i bastoni non sono pericolosi, che si possono tirare in due, che è bello cercare quello prescelto fra tanti altri e che prenderlo in bocca e riportarlo porta al risultato di proseguire un'attività divertente.
Senza aver dedicato questo tempo trascorso a costruire una relazione, oggi non potremmo divertirci insieme come due bimbe!
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stefaniaperinelli · 2 years
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Non giudicare
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Durante il primo incontro con Andrea (durante il quale raccolgo le informazioni relative alla famiglia, indago le esperienze passate, conosco i miei interlocutori, chiedo quali siano gli obiettivi attesi) mi colpì molto la sua frase di esordio: “La cagna è ingestibile, fa sempre quello che vuole.”
Insieme a noi Kira, una placida femmina adulta, apparentemente indifferente.
Iniziò così una nutrita serie di domande (mie) e di racconti (suoi), dai quali appresi che Andrea era una persona con un lungo passato di attività con i cani, anche a livello agonistico, e che con Kira aveva già fatto dei percorsi con educatori cinofili. A seguito di una pausa di 3 mesi che trascorsero separati, al momento del mio intervento la loro relazione si manifestava insoddisfacente per entrambi.
Fui ancora più accorta e puntigliosa del solito nello spiegare la mia metodologia di aiuto e supporto alla coppia, evidenziando puntigliosamente che non mi avvalgo di alcun metodo addestrativo e – inaspettatamente – compresi che Andrea concordava con la filosofia e l’approccio zooantropologico.
Ebbe inizio una serie di incontri di delicata conoscenza per comprendere (io) il loro passato insieme e le loro necessità attuali e Kira e Andrea per valutare se meritavo la loro fiducia. Il percorso è stato lento e progressivo, fatto di lunghi dialoghi itineranti, di rispetto, di sostegno, di proposte stimolanti affinché questa coppia ritrovasse il piacere di stare insieme. La complicità, l’intimità, la comprensione che avevano sviluppato si era interrotta e non erano riusciti a riprendere il loro dialogo. Il mio compito era di ascoltare empaticamente entrambi e rendermi disponibile a chi di loro, in un dato momento o per chissà quale motivo, non fosse in grado di essere proattivo nella relazione in maniera indipendente e, con grande tatto e dolcezza, sostituirlo/a o sostenerlo/a per il tempo necessario a riprendersi.
Col tempo arrivarono i sorrisi, i visi distesi, il rilassamento e i racconti di monellate di Kira vennero sostituiti dalla gioia di rendermi partecipe dei loro successi. Kira iniziò a perdere la sua iniziale imperturbabilità e a saltellare felice al mio arrivo, a giocare e a proporre, aumentando progressivamente il coinvolgimento di noi umani nelle sue intenzioni. Andrea addolcì la voce parlando con lei, anziché pretendere concesse, da esigente divenne accogliente. Stavano ritrovando la loro danza.
Era giunto il momento per iniziare altro. Li invitai così a nuove sfide: luoghi sconosciuti, ambienti impegnativi, incontri sociali differenziati e insieme abbiamo vissuto esperienze talvolta appaganti, talaltra commuoventi, sempre intense e condivise. Sono tornati a comprendersi e a provare piacere nello stare insieme.
Kira non ha più bisogno di strattonare il guinzaglio per essere ascoltata e Andrea non usa più il termine cagna perché questa parola dispregiativa era solo lo sfogo di un momento di frustrazione e non la visione della sua compagna (come mi aveva fatto sospettare il primo giorno).
Personalmente è uno dei percorsi che maggiormente mi gratificano per diversi motivi: mi sono guadagnata la fiducia di due individui esperti, competenti, indipendenti, cocciuti e talvolta polemici; mi è stato permesso illustrare in cosa consista, nei fatti, la visione antispecista; il mio intervento si è potuto svolgere in termini di facilitazione del rapporto, l’antitesi ai metodi impositivi; alcune caratteristiche fisiche di Kira e di Andrea richiedono visioni personalizzate della comunicazione metaverbale interspecifica e ho così avuto l’opportunità di avvalermi di molte conoscenza che abitualmente non mi vengono richieste; loro hanno premiato il mio pormi sempre senza giudicare.
Mi metto in gioco sempre, nella vita e nella professione, ma farlo con voi, Andrea e Kira, è stato esaltante e vi ringrazio!
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stefaniaperinelli · 3 years
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Empatia? Quella e molto altro
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Questa fotografia mostra il bellissimo muso di Mia, concentrata mentre guarda un suo simile. Tutto qui? No, dietro a questa immagine c’è una piccola storia bellissima alla quale ho avuto l’onore di assistere oggi.
La cucciola vive con due cani adulti con i quali gioca in maniera abbastanza fisica e, come fanno tutti i giovani cani, usa molto la bocca. Durante la nostra uscita di oggi, abbiamo incontrato questo anziano ‘signore’, ipovedente e ipoudente con numerosi acciacchi e Mia ha completamente modificato la sua modalità di approccio. Si è avvicinata a lui, comprendendo all’istante che Lui era diverso, speciale. Con grande delicatezza lo ha annusato e si è lasciata annusare; ha seguito i movimenti di Cane Anziano con grazia e gentilezza; si è sdraiata a terra per osservarlo meglio; ha pazientemente atteso i tempi del ‘Vecchietto’.
Una giovane con ben poca esperienza di disabilità si è semplicemente lasciata guidare dal suo istinto, la sua sensibilità, la sua empatia.
Noi umani che la accompagnavamo siamo rimasti affascinati e commossi nel ricevere una così grande lezione di vita da una piccola, spontanea, sana e nobile creatura.
Grazie Mia!
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stefaniaperinelli · 3 years
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Le veloci schede inserite nel video rappresentano brevi informazioni su caratteristiche fisiche, comportamentali ed etologiche, curiosità ed altro ancora al fine di stimolare chi le legge ad approfondire la conoscenza di queste creature sociali, intelligenti e collaborative.
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stefaniaperinelli · 3 years
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La svolta
Oggi pomeriggio, quando Simone ed io ci siamo dedicati a Cesare, abbiamo percepito che qualcosa stava accadendo. Dopo le sue solite mattate pre e post uscita dal box, è salito in auto alla prima richiesta. Siamo andati in una zona cittadina che degrada verso ampi campi e piccole radure, abbiamo proposto a Cesare di salire su una scala antincendio, in metallo forato, e lui, con alcune perplessità e guardandoci spesso, ci ha seguito, superando così la sua naturale diffidenza per le scale aperte dalle quali la percezione del vuoto può risultare davvero difficile per una cane.
Abbiamo proseguito la passeggiata con la longhina, testando alcuni richiami. Oggi Cesare era sereno, concentrato, collegato a noi. Qualcosa stava accadendo.
Ci siamo sintonizzati su di lui ed è venuto spontaneo decidere che il momento di provare la passeggiata senza guinzaglio era giunto. Non ci sbagliavamo perchè il video ne è testimone!
Al rientro è risalito in auto senza esitare, appagato dell’esperienza.
In tempi brevi e con incontri settimanali Cesare ci ha permesso di costruire una relazione sana e ha accolto la nostra proposta di modificare alcuni suoi comportamenti che avrebbero potuto risultare problematici. La sua scarsa esperienza e l’inadeguata famiglia nella quale è cresciuto, lo avevano portato a coprire le sue insicurezza con atteggiamenti prepotenti di difesa. Trovati in noi accoglienza, comprensione e guida ha, saggiamente, variato le sue modaltà di interazione con gli umani. Questa è intelligenza sociale!!!!!
Personalmente, sia per la vita vissuta che per l’esperienza professionale, non mi lascio mai influenzare, nè tantomeno guidare, da quanto mi viene detto su un individuo. Mi pongo in una posizione neutra di rispettoso ascolto e, con delicatezza, rispondo alle istanze che mi vengono proposte. Così mi sono proposta a Cesare e sin dal nostro primo incontro, lui ha detto tante cose di sè; io ho ascoltato lui, il suo essere unico e irripetibile, le sue difficoltà, le sue richieste e le sue proposte e ho iniziato una danza lenta per assecondare i suoi bisogni, affiancandolo, sorreggendolo e guidandolo verso scelte corrette che migliorassero la sua qualità di vita. Il risultato è arrivato oggi, il giorno della Svolta. Cesare ha riscoperto il piacere di essere, senza timori, e di partecipare attivamente ad un gruppo sociale, senza alcun segnale di prepotenza o aggressività (ndr: qualcuno, tempo fa, dopo una valutazione lo ha etichettato come cane aggressivo per il quale non valeva la pena perdere tempo, sigh.....).
Oggi sappiamo che le basi, forti, solide, stabili, sono gettate e da qui si può iniziare a costruire tutti insieme.
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stefaniaperinelli · 3 years
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Cognitività versus Reattività
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Usciti presto per una passeggiata, Sole, Nio ed io veniamo sorpresi da un forte temporale con vento, fulmini vicini e tuoni vigorosi. Loro, ben consci della nostra situazione, cercano protezione fra la vegetazione ove io  – ahimè – non riesco ad entrare; accelero pertanto il passo per raggiungere il primo riparo disponibile dove attendiamo, completamente fradici di pioggia, che l’acquazzone passi. Pochi minuti e a breve distanza passa, correndo, un cucciolo di Cinghiale. Tutti i sensi sono in allerta ma la saggia prudenza dei miei conviventi consiglia loro di non inseguirlo. Terminato il putiferio riprendiamo il nostro girovagare esplorativo, ammiriamo il cielo, ‘sniffiamo’ l’aria, loro intercettano movimenti e odori nella spianata che stiamo attraversando. Siamo sulla via del ritorno, per metà asciugati dal sole che è apparso dopo che i nuvoloni si sono spostati altrove, ormai in paese, al guinzaglio.
Raggiunta la piazzetta, vediamo alla nostra sinistra, ad una decina di metri da noi, una femmina di Border Collie nell’aiuola sotto casa sua. Sebbene io sia convinta che le razze siano una convenzione mentale degli Animali umani sulla quale fondano la loro ideologia del dominio (usiamo i termini corretti: la selezione si chiama eugenetica! Vi ricorda qualcosa questa parola?), la cito in maniera funzionale ad una riflessione che seguirà. Ebbene, tutti ci vediamo, noi tre tranquilli proseguiamo nella nostra direzione mentre lei irrigidisce tutta la muscolatura, abbassa muso e spalle e…..parte correndo verso di noi. Io appoggio i guinzagli sulle schiene di Sole e Nio, loro si girano nella direzione dell’estranea e si posizionano di lato rispetto al potenziale attacco, vicini, muso contro muso, a formare una specie di muro (simile alla difesa calcistica durante i rigori). Un istante prima dell’impatto si muovono e la povera guerriera ‘sfonda’ il varco che si è improvvisamente aperto nel muro. Si ferma, al termine della sua folle corsa, a qualche metro da noi, stupita, delusa, frustrata, confusa; sembra cercare di capire cosa è andato storto; ritorna verso il centro della piazzetta, compiendo una traiettoria ad arco. Sole e Nio la guardano, si guardano, ci guardiamo, ed un punto interrogativo compare sulle loro fronti. Stiamo per riprendere la nostra strada quando la Border riparte verso Sole che, imperturbabile, si sposta e procede in direzione del fianco dell’altra femmina, la quale, a questo punto desiste e si allontana.
In tutta questa meravigliosa gestione del conflitto agìta dai miei Maestri, manca solo la descrizione dell’umano che accompagna la Border: per tutto il tempo ha urlato richiami e minacce con tono imperioso, terrorizzante ed aggressivo alla giovane femmina, contribuendo enormemente ad innalzare il livello di confusione e paura della cagnolina.
La mia riflessione sulla razza vuole porre l’attenzione nuovamente sull’ideologia del dominio e sulla totale ed assoluta mancanza di rispetto nei confronti degli Animali non umani: si costruiscono le razze poi non si tiene conto delle caratteristiche che la selezione ha esaltato. Vedo troppi Border Collie, costretti ad una mortificante vita in appartamento, con un paio di uscite-pipì al giorno e completamente privati della possibilità di esibire abilità, competenze e comportamenti per i quali sono stati creati. Questi individui (come moltissimi altri) vivono il doppio imbroglio che gli umani operano nei loro confronti: non sono considerate le caratteristiche specie-specifiche del cane e sono imprigionati dall’immaginario collettivo (leggasi ignoranza) che le mode e gli interessi economici hanno loro confezionato ad hoc per vendere. Creature lobotomizzate che sfogano tutta la loro insoddisfazione in comportamenti reattivi, fini a se stessi.
Cognitività versus Reattività significa quindi che un individuo equilibrato, appagato, ben inserito nel proprio gruppo stabile, libero di essere se stesso ha le abilità e le competenze per stemperare le tensioni ed evitare i conflitti (Cognitività) mentre uno depredato della sua mente e della sua vita reagisce senza ragionare (Reattività: in biologia, eccitabilità, irritabilità).
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stefaniaperinelli · 3 years
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Demon al lago.
Quando ho conosciuto questo straordinario adolescente nero (in alcuni sue pose mi ricorda il dio egizio Anubis…) ho subito compreso di dover affrontare una consulenza ed un percorso di recupero comportamentale impegnativi. Demon ha avuto la sfortuna di nascere in uno di quegli allevamenti che vorrei tanto vedere chiusi (e le chiavi buttate) dove – fra le altre - è stato separato dalla mamma troppo presto…. insomma una di quelle fabbriche di cuccioli che non hanno alcun riguardo per la salute psico-fisica dei Cani. Poi è stato adottato da una famiglia che, di lì a poco, avrebbe dovuto affrontare delle dure prove e non è riuscita ad occuparsi di lui. Quando è stato richiesto il mio intervento Demon era un giovanotto nevrotico, frustrato, ipereccitabile, infantile, iper-reattivo e con un uso della bocca incontrollato ed esasperante. Nulla di nuovo per me che ho avuto l’onore di aiutare tanti Cani in situazioni simili, tutto di nuovo perché ogni Cane ed ogni famiglia sono unici e meravigliosamente irripetibili.
Oggi Demon e la sua Umana mi hanno regalato la gioia più grande smentendo i miei pronostici! Stanno bruciando le tappe di quello che sarà un percorso ancora lungo ed impegnativo ma i primi risultati raggiunti sono entusiasmanti. Non vedo più davanti a noi tempi prolungati di cautele, minuziosi aggiustamenti, micro successi bensì una bella strada soleggiata, in salita ovviamente, ma con grande fiducia di una ritrovata serenità per tutti i componenti del gruppo stabile.
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stefaniaperinelli · 3 years
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Una pacata quanto acuta panoramica sulla convivenza degli umani con gli animali addomesticati. Dal cane di famiglia alla pet therapy, dal mito del buon pastore al picco di adozioni durante la pandemia, Feminoska propone domande scomode sulle quali anch’io invito spesso a riflettere.
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stefaniaperinelli · 3 years
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Dado il Professore
Una sequenza delle dinamiche sociali fra 3 cani: Dado, adulto bianco, Ringo, giovane baio, e Muñeca, adolescente bianca.
Ringo ha circa un anno di età ed ha intrapreso, qualche tempo fa, la sua personale crociata finalizzata ad insegnare a Muñeca (6/7 mesi) i comportamenti adeguati ad un giovane individuo affinchè mostri rispetto ed apprenda la metacomunicazione volta a riconoscere il ruolo degli adulti. La giovane età di entrambi però fa sì che i comportamenti esibiti, sebbene corretti da un punto di vista sostanziale, siano eccessivi nella forma.
In questa sessione la presenza di una cane adulto, esperto e dotato di grandi abilità, si inserisce quale moderatore per entrambi i giovani. Si vede spesso come Dado ‘spezza’ le interazioni fra i due tagliando, con il proprio corpo, le traiettorie dei contendenti. Talvolta interviene in maniera più autorevole avvicinando la bocca al collo di Ringo, talaltra sposta fisicamente Muñeca.
Già si sapeva, ma ogni occasione rinforza la convinzione che Dado, nella sua vita precedente in strada, abbia conseguito un Master ne “L’arte dello stemperare i conflitti” e si proponga sempre con fare allegro, anche scanzonato, ma educato ed autorevole.
Ahinoi, la piccola Muñeca ancora mostra grandi difficoltà nel comprendere quanto il supporto di un adulto sia importante e, anzichè affidarsi a Dado, persegua nella sua idea di infastidire Ringo. Un apprendimento è avvenuto per i protagonisti e per gli spettatori che hanno seguito tutta la scena dai box vicini, non sappiamo che effetti porterà. Oggi l’unica certezza è che il nuovo incarico di Dado, facilitatore delle relazioni, non potrebbe essere svolto in maniera tanto esperta da nessuno degli altri ospiti del rifugio.
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stefaniaperinelli · 3 years
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Alcune delle domande di Cane
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Io sono Cane, vivo con una famiglia umana già da un po’ di tempo sicché inizio a comprendere un po’ il suo linguaggio e come funziona la vita per gli umani.
Mi sforzo molto: li osservo, li ascolto, li seguo, propongo attività, li aspetto tanto, troppo.
Posso dire che questa vita non presenta aspetti particolarmente negativi però mi lascia davvero perplesso la cultura di questi individui. Sicuramente mi sbaglio ma, dopo aver compreso che cani e umani condividono un numero considerevole di aspetti, ancora mi sorprendo delle incoerenze alle quali assisto e che talvolta sono costretto a subire.
Ci siamo coevoluti in un cammino durato milioni di anni, siamo organizzati in gruppi sociali stabili, abbiamo grande cura dei nostri cuccioli, basiamo le attività sul principio di collaborazione, insomma dovrebbe essere facile sintonizzare le nostre rispettive culture. Pensavo si trattasse solo di imparare i reciproci codici comunicativi (e a me piace imparare nuovi linguaggi!) ma così non è.
Nella mia mente si affollano domande alle quali non trovo risposta.
Perché gli umani mi toccano dovunque, mi abbracciano, mi sovrastano e quando lo faccio io con loro non va bene? Io utilizzo la mia bocca come loro le mani ma dicono che io non posso usarla. Il loro corpo incombe su di me ma io non posso saltare loro addosso. Loro mi tirano con una corda ma io non posso attardarmi ad annusare il mondo altrimenti sono un cane “che tira”.
Perché rimango tante ore da solo? I gruppi sociali stabili si spostano tutti insieme, sempre, ma io devo imparare a rinunciare a seguirli. E loro scompaiono…..
Perché sono così pazienti ed amorevoli con i loro cuccioli mentre, quando ero piccolo, mi sgridavano in continuazione? La mia mamma aveva una pazienza infinita con noi figli, per guidarci nel rispetto dei fratelli, per insegnarci ad dosare e talvolta trattenere le emozioni, per agevolare qualsiasi forma di apprendimento. Ho capito che siamo tutti cuccioli, ma se sei figlio di una madre diversa, gli umani non ti rispettano.
Perché dicono di amarmi ma mi trattano come un cerebroleso? Per i Cani ‘voler bene’ significa accettare chi si ha di fronte per quello che è e lasciare che sia sempre se stesso. Gli umani hanno solo due categorie nelle quali inserirci: “Peluche” oppure “Eroe”. Secondo me invece siamo individui dalle mille sfaccettature, noi cani e loro umani in ugual misura. Se valesse anche per loro non sarei considerato bravo solo quando mi presto a quegli umilianti teatrini del Seduto, Zampa, Terra.
Un rituale che non riesco a comprendere – e proprio non mi piace – è quello per cui periodicamente mi portano dal Veterinario, che altro non è che un umano che vive in un luogo davvero inospitale, freddo e puzzolente (ma come fa a resistere tutto il giorno con l’odore di paura, malattia e disinfettante nelle narici?), che si permette di indagare ogni parte del mio corpo per poi, alla fine, farmi qualcosa di sgradevole. Ho intuito che si va in ambulatorio quando si sta male, ma io ho una salute di ferro!
Comunque non funziona neppure quando un cane non si sente in forma perché lui ascolta il proprio corpo e lascia che tutte le sue forze vengano convogliate nella guarigione; a me una volta hanno dato gli antidolorifici e io ho tentato di correre perché mi sentivo bene ma gli umani mi hanno fatto uscire sempre al guinzaglio camminando piano. Magari era meglio se stavo nella mia tana…. La mia mamma mi avrebbe insegnato a riconoscere le erbe spontanee utili per guarire, mentre gli umani mi impediscono di mangiare foglie e frutti selvatici perché dicono “che fanno male”. Non ricordano più che entrambi ci siamo sempre curati così?
Altro dubbio: loro non fanno che abbaiare, continuando a modificare il volume e il tono di voce mentre io devo stare zitto e, soprattutto, mi è impedito ringhiare. Ma allora come faccio a dire quello che penso? Aspetto più importante che proprio non riescono a comprendere, come posso farmi due chiacchiere con i miei simili?
L’altro aspetto sicuramente positivo ma che mi scatena sempre molte perplessità si evidenzia quando usciamo insieme. Io pongo grande attenzione ai rituali che gli umani mettono in atto e capisco sempre che si sta per uscire ma non riesco mai a sapere dove andremo, quanto rimarremo fuori, cosa faremo. Se usciamo a piedi qualcosa lo immagino ma se salgo in auto, ogni volta è una sorpresa. In quale ambiente mi porteranno? Chi incontrerò? Che temperatura ci sarà? Saremo soli o ci riuniremo ad amici? Devo fidarmi di loro, a prescindere da qualsiasi mio desiderio, preferenza, necessità.
Un altro aggeggio incomprensibile è la recinzione. Cosa sono queste strane cose a forma di rete, cancello, inferriata, staccionata, muro, recinto se non attrezzi della mia palestra? Io pensavo servissero per farmi fare attività sportiva: scavare sotto la rete, saltare i muretti, serpeggiare nell’apertura del cancello e – alla fine dell’allenamento – correre festoso da loro per condividere la mia gioia. Invece trovano sempre nuove soluzioni per impedirmi di usare queste attrezzature. Non ci credo che non sappiano anche loro che il territorio per i cani è delimitato in ben altro modo. Cosa temono esattamente?
Vogliamo poi parlare di come amo io profumarmi ed agghindarmi? Se accade che io trovi una meravigliosa pozzanghera di fango, un acquitrino o (il top dei top) un ruscello di scolo dei liquami, mi ci ficco felice. Mi piace, fa bene alla mia pelle, tiene lontano i parassiti e, come mi raccontavano i miei antenati ‘poiché l’arte del mimetismo ti assicura la sopravvivenza’, posso avvicinarmi a tante prede senza essere percepito. Cosa c’è di male in questo? Perché devo subire delle incomprensibili toelettature, trattenermi dal distruggere il phon e sentirmi addosso un odore insopportabile chiamato profumo? Sopporto e quando esco mi riprendono perché la mia prima azione è di rotolarmi su qualsiasi cosa sappia, anche lontanamente, di natura. Io li tollero gli odori che gli umani hanno addosso, perché loro non accettano il mio?
Spesso riassumo tutte queste mie riflessioni in una frase piuttosto dura “Non sono rispettato e i miei diritti non vengono tutelati” ma vengo deriso perché mi spiegano che esistono delle normative a tutela dei miei diritti. Allora comprendo di non essere io severo bensì gli umani egocentrici.
Insomma, non mi lamento, ma ho forte la sensazione di essermi allontanato troppo dalla mia natura; ho guadagnato stabilità, cibo sicuro e cure mediche ma non ho più l’opportunità di “fare il cane” e certi giorni qualcosa dentro di me sembra esplodere, facendo alternare il mio umore fra la depressione e l‘insofferenza. Scarico tutte queste energie inutilizzate in folli corse e sento gli umani dire “guarda com’è felice”…..
Forse un giorno fuggirò. Mi unirò ad altri Cuori Ribelli che desiderano trascorrere la loro vita con dignità.
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stefaniaperinelli · 3 years
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stefaniaperinelli · 3 years
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Accedendo al video, cliccando sul link, si vede una sequenza molto interessante fra Floki, maschio di 10 mesi, e Nio, maschio di 7/8 anni, finalizzata a chiarire il rango dei due “ragazzi”. Nio maturo ed esperto informa Floki che il galateo canino suggerisce di comportarsi con rispetto nei confronti di un anziano.
Floki dimostra grande competenza sociale ed ottima conoscenza della comunicazione, mantenendo sempre la sua individualità e la sua sicurezza. Accoglie la lezione dell’adulto e testimonia il rispetto per la sua autorevolezza. Nel frattempo Sole, femmina di 7 anni, interagisce con vocalizzi e verifica lo stato d’animo di Floki con un accurato check olfattivo. Chiarita la situazione si riparte, tutti insieme, per nuove avventure ;-)
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