#paesaggio industriale
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Foggia, Zona Industriale, Strada Provinciale 76, Fabbrica (fotografia di Carmelo Scibilia, 5 Aprile 2023)
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Il liberalismo, unica ideologia dogmatica rimasta, rivela la sua essenza proprio nella gestione del fenomeno migratorio. Ma andiamo per gradi e dall’inizio: il liberalismo nasce come ideologia borghese e mercantile per tutelare gli interessi della nascente borghesia compradora che liberatasi di Trono e Altare, trova la sua legittimazione culturale e politica nell’utilitarismo di Locke, Hume e altri , basandosi soprattutto sulle teorie di Hobbes dove l’assetto sociale e statuale è determinato dal ” contratto sociale ” tra i componenti e in quelle di Montesquieu sulla divisione dei poteri , dove prevale però chi detiene i mezzi economici.
Il liberalismo infatti concepisce solo diritti del tutto ” astratti” e non collegati in alcun modo alla concretezza materiale tranne quello alla proprietà privata ( anche questo soggetto alle differenze di censo) e alla libera impresa. Ad esempio il CD diritto al lavoro e’ il classico esempio di diritto che in realtà è esercitabile a condizione che la dinamica domanda/ offerta corrisponda alle necessità del ” mercato del lavoro ” ergo alle necessità del Capitale, altrimenti è un diritto inesigibile da parte del titolare del diritto stesso. Potremmo citare altri esempi di diritti totalmente svincolati dalla realtà e dalla dinamica materiale ( libertà di espressione, alla salute, alla sicurezza…) ed è proprio per questo che ad esempio in Italia dal 1948 si parla di Costituzione formale, in pratica mai attuata , e Costituzione reale, cioè quella parte che per prassi necessita per il funzionamento dell’economia di mercato.
Posto questo dato , nel caso del fenomeno migrazione, controllata o meno, assistiamo ad un classico dello Stato liberale. Cercare di agevolare l’ingresso di un esercito industriale di riserva , in modo più o meno surrettizio, cercando al contempo di introdurre l’idea culturale che la persona, come le merci, è spazialmente e temporalmente ” fungibile” .Ergo un congolese ad Oslo o un norvegese in Congo possono ” integrarsi” a vicenda perché sono persone che , in teoria , non soffrono alcuna influenza identitaria o ambientale.
Ora il marxismo , che lo ricordiamo nasce come liberalismo ” rovesciato”, nella sua corrente rappresentata da Adorno , Horkheimer ma anche dalla corrente francese che fa capo a Guattari , pone invece l’uomo come prodotto delle condizioni sociali, ambientali e della società in cui vive. Si arriva a dire , ed è per certi versi assolutamente inconfutabile, che l’uomo è determinato dalla famiglia, dal clima e dal paesaggio in cui vive , tralasciando usi, costumi, credenze religiose etc. Questi fattori determinano non solo chi li vive ma anche le generazioni successive che dovessero emigrare altrove, come dimostrano anche gli italiani che da generazioni vivono in altri paesi che mantengono uno stretto legame, magari spesso folkloristico, con le proprie origini.
Quindi l’origine come il DNA di ogni persona è ineliminabile, a onta dei” costruttori di diritti a tavolino” che continuano a parlare di inesistenti ” diritti universali” che si concretizzano solo nel ” diritto del capitale ” di spostare manodopera da un capo all’ altro del pianeta. I tentativi quindi di eliminare i dati identitari e qualitativi sia degli europei che degli immigrati, in nome di un astrattismo materiale che vorrebbe solo ” replicanti” consumatori globali o ” cittadini del mondo” non è logico, non è razionale e soprattutto genera violenza e problemi psichici che ben vediamo nella cronaca nera quotidiana anche e soprattutto con gli immigrati di terza generazione. I tentativi surrettizi tipo lo ” ius scholae” sono semplicemente risibili , ancora una volta non basta studiare Dante per sentirsi europei, anche perché primo non si capisce perché un africano dovrebbe sentirsi ” europeo” e viceversa, ma soprattutto perché la cd integrazione non può avvenire su queste basi di astrattezza puramente mercantile che non permette un effettivo dialogo tra culture e identità, ma al contrario lo mortifica e lo soffoca in nome del puro profitto di pochi.
-Kulturaeuropa
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"Gigantesche turbine eoliche più alte dell'edificio Gherkin di Londra saranno costruite in tutta la campagna britannica dopo che Ed Miliband ha respinto le richieste di imporre un limite di altezza.
La decisione del Segretario all'Energia significa che turbine alte fino a 850 piedi possono essere costruite su colline e campi, molto più alte del grattacielo di Londra, che si trova a 591 piedi.
Miliband ha revocato il divieto del precedente governo su tutto l'eolico onshore nelle campagne inglesi, annunciando l'intenzione di darsi il potere decisionale finale sulle domande nel tentativo di raggiungere gli obiettivi di zero netto.
Un portavoce del Dipartimento dell'Energia ha anche chiarito la scorsa settimana che non ci saranno restrizioni di altezza imposte alle nuove turbine, aprendo la strada a modelli massicci sviluppati da produttori cinesi e non solo, da erigere in tutto il Regno Unito.
Ha detto: "Non ci sono limiti nazionali all'altezza delle turbine nel Regno Unito"."
Affermando di volere preservare la biodiversità, la natura che tanto amano, di voler salvare il mondo intero dall'azione della mano industrializzata dell'uomo.
Eppur non sembra, perché distruggere foreste per farne biomassa, ed applicare questa distruzione utilizzando strumenti e mezzi alimentati da comunissimo gasolio, rinnegare le promesse sulla conservazione della specie ed uccidere rapaci ed altri volatili, ma non solo i volatili, in via di estinzione (soprattutto in Germania e negli Stati Uniti) privandoli dell'habitat ove sopravvivere e riprodursi.
Distruggere l'ambiente ed il paesaggio, privando la Terra di uno dei suoi due fondamentali termostati (ovviamente sappiamo che il termostato fondamentale è costituito dagli Oceani). Azzerare l'assorbimento di CO2 e il corretto equilibrio dell'umidità ambientale, così come privare le aree prima rurali del necessario albedo, fondamentale per il mantenimento dell'equilibrio termico tra le aree densamente popolate, ove è palese e dimostrato l'effetto isola di calore urbano, e appunto le aree rurali, dove le temperature medie sono di 4°C - 6°C inferiori.
Distruggere, attenzione, non per cercare di produrre bene, ma per alimentare quella che è SOLO una SPECULAZIONE economica; se il fotovoltaico e l'eolico fossero così economici e razionali, non necessiterebbero di migliaia di miliardi di dollari/euro di sovvenzioni (siamo ben sopra i 15 trilioni di dollari complessivi bruciati in nome della speculazione per poco meno del 3% dell'energia elettrica realmente consumata da queste fonti, che producono quando non serve, e non forniscono nulla quando è fondamentale averne disponibilità).
Si aggiunga al danno la beffa: le turbine eoliche non sono ventilatori, ma sottraggono energia dal vettore "aria atmosferica", riducendo l'Entropia di sistema, diversamente da quanto pretendono di affermare falsi ambientalisti e speculatori collegati.
Il Texas ha dimostrato quanto già noto per il fotovoltaico in Germania e Australia: anche le turbine eoliche contribuiscono in modo determinante all'effetto isola di calore urbano per la riduzione del rimescolamento d'aria a valle delle turbine, con conseguenze, anche, sulla produzione agricola per minor impollinazione.
E, a concludere, sono milioni i volatili che annualmente vengono letteralmente fatti a pezzi da questi inutili dispositivi, che non hanno nulla di nuovo e di rivoluzionario, ed erano stati già messi al bando in California nel 1907, dopo essere stata dimostrata la loro inutilità per alimentare un sistema elettrico industriale e moderno.
#truffa energetica#truffa rinnovabili#truffa climatica#devastazione ecologica#Greta la troia europea
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LILIANA MORO, ANDANTE CON MOTO (parte I)
Che “Bella ciao” sia ormai un canto di protesta contro gli oppressori ed un inno alla libertà, è ormai universalmente riconosciuto. Naturalmente lo era anche nel 2010, quando Liliana Moro lo scelse per una essenziale ma toccante installazione sonora che è stata ricostruita nella sala d’ingresso del Pac di Milano in occasione della mostra, appena conclusasi ed intitolata “Andante con moto”. La sequenza continua di varie versioni in molte lingue, fuoriesce da una tromba acustica che pende dal soffitto: quasi una dichiarazione d’intenti, messa in grande evidenza, prima che il visitatore intraprenda il percorso verso le (altre) opere. Sulla parete di fondo una gigantografia in b/n del paesaggio industriale di Milano visto da via Breda, quartiere Bicocca, prima della sua trasformazione in zona universitaria, che sembra manifestare un desiderio di affermazione identitaria dell’artista. “Andante con moto” è una mostra da vedere e da ascoltare, come già fa presumere il titolo. Il suono, con le sue potenzialità comunicative e, perché no, ideologiche, è un mezzo ampiamente utilizzato dall’artista italiana nelle installazioni ambientali. E non è una novità che oggi, sempre più spesso, gallerie d’arte, spazi espositivi e musei, lo utilizzino per “accompagnare” le opere esposte. Siamo quindi in presenza di un avvenimento precursore di tendenze che sembrano ormai avere sempre più spazio. “Le nomadi” è una essenziale installazione costituita da una serie di zaini e zainetti, depositati a terra, dai quali fuoriescono famose arie d’opera cantate da Maria Callas, alternate e confuse con piste sonore che riproducono il rumore dell’acqua che scorre, e dedicata idealmente alle donne che hanno avuto un certo peso nella vita dell’artista. Si può dire che sue opere il suono diventi una sorta di architettura, capace di modellare gli spazi e di dar loro senso. Per Liliana Moro, l’estetizzazione dell’opera sembra essere un ostacolo al suo diretto intento comunicativo che è il vero scopo del suo agire. In “Moi” questo obiettivo risulta più evidente che mai: in questa installazione del 2012, dodici casse acustiche su lineari supporti e disposte in cerchio con la nota dell’artista che dice: “Studio per un probabile equilibrio in movimento”. Poi un’opera del 1977 dove due donne legate tra loro fanno suonare una nota su una pianola ancorata al fianco di una delle due donne (Liliana Moro stessa). Bisogna ammettere che l’operazione appare piuttosto cervellotica e che i risultati non sembrano essere efficaci come la macchinazione messa in atto. (continua)


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Ettore Sottsass Métaphores
Sous la direction de Milco Carboni e Barbara Radice
Skira Seuil, Paris 2002, 125 pages, 24x34cm, ISBN 97888849132491
euro 140,00
email if you want to buy [email protected]
Dans ce carnet intime, Ettore Sotsass, l'un des plus grands designers contemporains, laisse entrevoir ce qu'a été son expérience créatrice de la fin des années soixante au début des années soixante-dix. De cette période très féconde au plan artistique tant pour lui que pour bien d'autres artistes, Ettore Sotsass publie pour la première fois des projets et des photographies prises aux États-Unis, en Italie et en Espagne, entre 1968 et 1976. Soigneusement sélectionnées par ses soins, les pièces sont présentées dans le cadre d'une histoire par laquelle l'artiste convoque sa mémoire et dialogue avec son passé. Ce journal personnel en images permet d'accéder à l'univers culturel complexe de Sotsass et d'approcher son processus de création.
Progettato da Ettore Sottsass, il volume costituisce una sorta di diario intimo e di riflessione per immagini di uno dei più grandi designer del nostro tempo, con suggestive fotografie scattate dallo stesso autore. Interamente ideato e disegnato da Ettore Sottsass, il volume rappresenta le esperienze concettuali e artistiche compiute dal maestro milanese tra la fine degli anni ‘60 e i primi anni '70.
Considerato uno dei più acuti e provocatori designer del dopoguerra internazionale, fondatore di Memphis e icona della cultura postmoderna, Ettore Sottsass ha da sempre alternato l'attività di progettista a un uso continuo della fotografia come strumento per riflettere sulla realtà e sul ruolo della visione. Il volume raccoglie materiali fotografici e grafici realizzati negli Stati Uniti, in Italia e Spagna tra il 1968 e il 1976 fino ad oggi assolutamente inediti.
Le Metafore sono una sequenza di fotografie scattate da Ettore Sottsass Jr. durante i suoi viaggi nei deserti della Spagna (Barcellona, Madrid, Almeria, Grenada) e sui Pirenei. Le Metafore sono opere temporanee di land-art o pseudo-costruzioni architettoniche create nel paesaggio, fatte di oggetti poveri e fragili, pezzi di spago, legno, nastri, foglie, sassi, pezzi di abbigliamento, ecc.
In quel periodo Sottsass si interrogava sul ruolo e sulla responsabilità dell'architetto nella cultura industriale contemporanea e sentiva il bisogno di tornare alle origini dell'architettura: con questi edifici, sorta di "studio del linguaggio architettonico" (Barbara Radice), cercava di indagare il rapporto tra l'individuo e l'ambiente fisico. Case senza pareti e soffitti, porte che si affacciano sul vuoto, pavimenti senza fondo, letti dove non si può dormire e molti altri oggetti che pongono l'uomo come spettatore di fronte al vero significato della propria esistenza e del proprio destino.
18/06/24
#Ettore Sottsass#Sottsass#rare books#métaphores#metafore#Barbara Radice#Milco Carboni#photography books#sequenza fotografie#Spagna#fashionbooksmilano
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Giornate d’autunno del Fai 2023

Anche quest’anno tornano le Giornate FAI d’Autunno, previste per sabato 14 e domenica 15 ottobre 2023. L’evento, che da dodici anni promuove il patrimonio culturale e paesaggistico nel paese, sarà promosso dai Gruppi Fai giovani, oltre che da tutti i volontari della Rete Territoriale della Fondazione tra Palazzi storici, ville, chiese, castelli, e ancora esempi di archeologia industriale, musei, collezioni d’arte, aree archeologiche, biblioteche, laboratori artigiani e siti produttivi, oltre ad itinerari nei borghi e percorsi in aree naturalistiche, parchi urbani, orti botanici e giardini storici. Fra i luoghi aperti a Torino c’è anche il Castello di Masino, che domina la vasta piana del Canavese, dove dal Belvedere si può vedere un paesaggio suggestivo ancora oggi intatto e i visitatori potranno visitare l’interno del castello e il parco Settecentesco. Da vedere è anche lo chalet Mollino, che prende il nome dall’architetto Carlo Mollino e si trova nel comune di Sauze d'Oulx, in località Lago Nero. Poco lontano da Milano, a Binasco, c’è il Museo della Macchina per Caffè (Mumac) che racconta le varie fasi di sviluppo di questo oggetto che si incontra in qualsiasi bar. Chi invece preferisce restare in città può visitare la sede storica della Banca Cesare Ponti, in Piazza del Duomo: rimasta quasi intatta dal 1881 e sorge dove un tempo i Milanesi altolocati erano soliti ritrovarsi, cioè il Coperto dei Figini. La storia ha attraversato anche il Teatro Verdi, che nasce agli inizi del Novecento come sede di una corale esterna del Teatro alla Scala, nel dopoguerra diventa sala da ballo e in seguito d’incisione, finché negli anni Settanta viene restituita alla vocazione teatrale e musicale dall’Arci. Nel 1975 il Teatro del Buratto subentra nella gestione, facendo del Verdi sede delle proprie produzioni e luogo significativo del teatro a Milano. Molti i luoghi aperti anche a Bologna, come il Santuario del Corpus Domini, uno dei luoghi più cari alla storia devozionale della città, e il Quadrone, un’Oasi di Protezione della Fauna selvatica istituita nel 1985, mentre a Medicina c’è il magazzino ed essiccatoio del riso della Tenuta Vallona, edificato per garantire la miglior resa delle vaste coltivazioni a risaia introdotte nella tenuta e così lenire la disoccupazione della mano d'opera locale. A Roma per la prima volta il Consiglio Superiore della Magistratura apre le porte della sua sede ai cittadini ed al pubblico, per vedere dove si riunisce in plenaria e visitare lo studio del Presidente della Repubblica. Fra gli altri luoghi visitabili c’è l’Oratorio dei Filippini, che sorge accanto alla Chiesa Nuova, che nel XIX secolo diventa tribunale, per poi essere sede dell’Archivio Storico Capitolino nel 1922, con la prestigiosa Biblioteca Vallicelliana e l'Istituto Storico Italiano per il Medioevo. Palermo apre la principale sede locale della Rai, che ha un ruolo centrale nell'ambito dell'informazione, infatti la sua costruzione in viale Strasburgo è stata sollecitata a più riprese anche dal presidente della Repubblica Pertini e dall'allora Presidente della Regione Piersanti Mattarella, ed è stata decisa già negli anni Ottanta dal consiglio d'amministrazione presieduto da Sergio Zavoli. Fra gli altri luoghi c’è il Complesso Monumentale di San Giovanni degli Eremiti, che ricade nell'antico territorio del Transkemonia, che comprendeva l'abitato posto al di là del torrente Kemonia o Fiume del Maltempo, così denominato a causa delle piene rovinose, durante l'inverno. Read the full article
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Ruth Wilson Gilmore

Ruth Wilson Gilmore, accademica e attivista, ha inventato la geografia carceraria che esamina le relazioni tra paesaggio, risorse naturali, economia politica, infrastrutture, incarcerazione, ingabbiamento e controllo.
Ha tenuto lezioni in Africa, Asia, Europa e Nord America e fa parte del Comitato Esecutivo dell’Institute for Research on the African Diaspora in the Americas and the Caribbean.
Insegna Scienze della Terra e Ambientali e Studi Americani alla City University di New York, ateneo di cui è direttrice del Center for Place, Culture, and Politics.
I perni su cui ruota il suo lavoro sono il capitalismo razziale, il complesso industriale carcerario e le geografie dell’abolizione.
Nel 2020 ha ricevuto il Lifetime Achievement Award dall’American Association of Geographers e il Lannan Foundation Lifetime Cultural Freedom Prize condiviso con Angela Davis.
Nata il 2 aprile 1950 a New Haven, in Connecticut, è figlia e nipote di sindacalisti.
La sua militanza è iniziata nel campus universitario, nel 1968. Studiava allo Swarthmore College quando, insieme ad altri studenti e studentesse come Fania Davis, sorella minore di Angela Davis, ha occupato l’ufficio ammissioni per convincere l’amministrazione ad ammettere più persone nere.
Laureata a Yale ha conseguito il dottorato di ricerca presso la Rutgers University in geografia economica e teoria sociale.
Era professoressa associata a Berkeley alla fine degli anni Ottanta quando ha iniziato a lavorare sul concetto di geografia carceraria.
Ha contribuito alla fondazione di diverse organizzazioni per la giustizia sociale come il California Prison Moratorium Project, la Critical Resistance insieme a Angela Davis e il Californians United for a Responsible Budget.
Il suo libro Golden Gulag: Prisons, Surplus, Crisis, and Opposition in Globalizing California, nel 2008 ha ricevuto il Lora Romero First Book Publication Prize dall’American Studies Association.
Altri suoi lavori sono Race & Class, The Professional Geographer, Social Justice, Global Lockdown: Race, Gender, and the Prison Industrial Complex e l’antologia critica The Revolution Will Not Be Funded: Beyond the Non-Profit Industrial Complex, curata dal collettivo Incite!. Gli ultimi progetti includono Change Everything: Racial Capitalism and the Case for Abolition, Abolition Geography e una raccolta di scritti di Stuart Hall su razza e differenza (curata con Paul Gilroy).
Nel 2011 è stata l’oratrice principale alla conferenza annuale della National Women’s Studies Association di Atlanta.
Numerose le onorificenze ricevute per il suo lavoro e impegno di insegnante e attivista contro razzismo, disuguaglianze e differenze.
Nel 2012, ha vinto il Premio Angela Y. Davis conferitole dall’American Studies Association per il suo contributo all’educazione pubblica e l’apporto creativo e pratico nell’affrontare le diseguaglianze e le politiche sociali. Nel 2014 è stata insignita col premio Harold M. Rose per la ricerca e la pratica antirazzista dall’Associazione dei geografi americani.
Nel 2020 è stata nominata da Prospect tra le dieci più importanti intellettuali nell’era del COVID, con la seguente motivazione “Ha trascorso 30 anni a sviluppare la geografia carceraria e contribuito a spostare il dibattito sulle risposte al crimine dalla punizione alla riabilitazione. Mentre i fallimenti del sistema giudiziario statunitense tornano alla ribalta, le sue idee radicali non sono mai state così rilevanti”.
Nel 2021 è entrata a far parte dell’Accademia Americana delle Arti e delle Scienze e l’anno seguente ha ricevuto il Marguerite Casey Freedom Scholar Prize 2022.
Il documentario Antipode Racial Capitalism presenta il suo lavoro internazionalista.
Con il suo prezioso lavoro, Ruth Wilson Gilmore getta le basi per una nuova generazione di attivismo sociale e creativo.
Il suo concetto di abolizione è una visione per creare un mondo in cui prigioni e forze dell’ordine diventino inutili e impensabili. Il punto di partenza da cui costruire e attorno a cui orientare la collettività sulla vulnerabilità e una ricetta per realizzare una profonda e reale fioritura dell’umanità.
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Questo articolo compare sul sito de La Repubblica, abbiamo già parlato di luminoso futuro di quei paraggi per scoperte ancora in corso, preghiamo aprire questo link:
Il parco fotovoltaico che minaccia Aquileia: “Siamo pronti a combattere, come fece Cesare”
dalla nostra inviata Brunella Giovara
La cittadina, sito Unesco, conserva tesori archeologici unici. Ma al suo fianco incombe il progetto di un maxi impianto grande trenta volte il campo di San Siro
02 Febbraio 2025 alle 01:00 3 minuti di lettura
Aquileia (Udine) — Cesare è stato qui, a difendere il confine dai barbari Elvezi (lo ha poi raccontato nel suo bestseller, De bello gallico). Ma anche oggi c’è da pugnare, per difendere Aquileia da un parco fotovoltaico gigante, in una battaglia «che noi combatteremo», dice fieramente il sindaco Emanuele Zorino. Al suo fianco, la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio del Friuli Venezia Giulia. La Fondazione Aquileia. La Regione, due ministri.
E il popolo, che pure un tempo avrebbe preso a mazzate l’antichità in cui si inciampa ovunque, in questo sito Unesco fin dal 1998. «Siamo solo 3.223 abitanti, ma oggi sappiamo di essere custodi di un tesoro per conto terzi: l’umanità», dice Zorino. Non capita infatti a tanti (a parte i romani di Roma) di vivere dentro una città del 181 a. C., tra foro, mura, terme e mosaici (800, il primo è quello meraviglioso della Basilica, da 750 metri quadri). Più, molte tonnellate di resti sparsi, colonne in piedi o spezzate, capitelli, piramidi altissime di urne cinerarie. Patrimonio dell’Umanità, con un’area “core” di 155 ettari, poi allargata nel 2018 con una fascia di protezione di altri 245.
E di recente, ecco il progetto del Parco archeologico, con l’espansione della zona vincolata che arriverà a 391 ettari. Questo perché Aquileia è ancora molto da scoprire. Sotto, ci sono cose troppo interessanti per la Storia, perciò in città c’è il divieto assoluto di edificabilità, e fuori è molto difficile. Nei campi, si può arare al massimo per 75 centimetri, ma in certe aree solo per quaranta, data la possibilità di incappare in qualche reperto.
Poi è «arrivato il fulmine a ciel sereno», dice il presidente della Fondazione Aquileia, Roberto Corciulo, quando la Renantis Italia ha presentato in Comune il suo progetto, «che è a tutti gli effetti un impianto industriale», e che impianto. Cristiano Tiussi, direttore della Fondazione e archeologo: «La superficie complessiva è 210 mila metri quadri. Un’area pari a 30 volte il campo di gioco di San Siro». E un cavidotto interrato di quasi 6 chilometri (anche attraverso il centro abitato).
Dovrebbe quindi sorgere proprio a ridosso della zona cuscinetto, e soprattutto sopra la grande strada romana che da Aquileia arrivava a Tergeste (Trieste). Tiussi: «Ai suoi lati sorgevano i recinti funerari delle famiglie importanti, in parte individuati nell’Ottocento», durante i primi scavi. Mai dissepolti, “ma sono proprio qui sotto”. Tombe, quindi. «Monumenti funebri!», infatti qui vicino venne scoperto il Grande Mausoleo di Candia (il signor Candia era un magistrato), poi ricostruito in centro nel 1956. Un sepolcro con colonne e statua del morto (senza testa, però), e due leoni arrabbiati alla base. Tutto compreso, 17 metri di altezza.
Bisogna anche dire che, fin dalla nascita, la Fondazione Aquileia acquista terreni, con soldi che arrivano dalla Regione, per «blindare» i confini dell’area protetta. Altre aree le ha in uso, e ci fa ricerca, conservazione e restauro, e così favorisce lo sviluppo del turismo culturale (che «è il futuro dei nostri figli», aggiunge il sindaco). Quindi, gestisce vari appezzamenti, come la stalla Violin, il sepolcreto, la Südhalle dell’Arcidiocesi di Gorizia. Il fondo Cassis con la Casa dei putti danzanti, il fondo ex Moro con la Casa delle bestie ferite, e molti altri. E il Museo archeologico nazionale, quello Paleocristiano. Non i terreni dove è progettato il parco fotovoltaico, in mano a privati pronti ad affittarli per 50 anni a Renantis.
«Sarà come avere un capannone alto 8 metri, qui davanti», dice Monica Macor, che con il marito Dario porta avanti la Cantina Puntin (5 ettari, tutto biologico, e basta grattare la terra che vengono fuori cocci di anfore, manici, pezzi di marmo, forse qualche magica corniola). «Noi coltiviamo come i nostri bisnonni, senza chimica. E adesso ci arriva questo mostro in faccia. Non vedremo neanche più le montagne…». E il Carso, perché questo è sacro suolo non solo in quanto necropoli romana («una gigantesca città dei morti», dice Tiussi), ma pure prima retrovia del fronte, durante la Grande Guerra. Sede del primo cimitero, qui Maria Bergamas, una donna di Gradisca d’Isonzo che aveva perso il figlio in battaglia, scelse tra 11 bare di soldati sconosciuti quella che diventò il Milite ignoto. Da Aquileia partì il grandioso convoglio ferroviario diretto all’Altare della Patria. E basta girare dietro la Basilica patriarcale, per vedere le tombe degli altri dieci, qui sepolti, come pure la Bergamas.
E allora, perché disturbare un posto unico al mondo con il mega impianto? «Rovinerebbe pure il paesaggio…», dice Andrea Bellavite, direttore della Basilica. Il bel paesaggio della bonifica antica, e nel bel mezzo un capanòn da 210mila metri quadri, quando in tutto il Nordest si cerca di eliminarli, già simboli di una ricchezza aggressiva, ma così antiquati, e spesso vuoti.
È il contrasto tra due leggi, quella per l’attuazione del Green Deal (e la corsa agli impianti per energia rinnovabile) e quella della tutela dei beni culturali. Il ministro Giuli ha già detto no al progetto Renantis, sollecitato dal collega dei Rapporti con il Parlamento (Luca Ciriani, friulano). Quello dell’Ambiente sta valutando l’impatto, e tanto per non perdere tempo, la soprintendente Valentina Minosi ha proposto opposizione direttamente alla presidenza del Consiglio dei ministri. Deciderà quindi Meloni, sul futuro della piccola Roma.
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L’Architettura del Successo: Come il Manchester City Ha Trasformato la Sua Casa e la Cultura Calcistica
1. Introduzione
La città di Manchester è da sempre un epicentro di trasformazione, innovazione e passione, non solo per la sua rilevanza industriale, ma anche per il suo contributo alla cultura calcistica globale. L'influenza del Manchester City, uno dei club più prestigiosi del mondo, si estende ben oltre i confini del calcio, modellando l'identità della città e divenendo un simbolo di modernità e successo. Attraverso un perfetto connubio di storia e innovazione, il Manchester City ha saputo incarnare lo spirito della "tradizione moderna" nel panorama calcistico.
Questo articolo esplora come il club, con la sua evoluzione e il suo stile, abbia influenzato non solo il gioco, ma anche l'architettura, la moda e la cultura di Manchester. In particolare, si analizzerà come il modernismo abbia permeato ogni aspetto della sua storia, dalla trasformazione dei suoi stadi alle tendenze calcistiche globali. Inoltre, esamineremo come il club abbia contribuito a definire l'identità sociale di Manchester, facendo del calcio una parte integrante della sua eredità culturale.
Analizzando l'evoluzione del Manchester City, le sue innovazioni nel design delle maglie, il suo impatto sulle infrastrutture e il suo ruolo nel panorama globale, scopriremo come questo club abbia creato una fusione unica di tradizione e modernità. Un viaggio che non solo celebra il calcio, ma anche il dinamismo di una città che ha saputo reinventarsi e ridefinire la propria cultura nel contesto globale.
2. Il Modernismo a Manchester
Manchester, conosciuta come la “città delle due rivoluzioni”, ha avuto un ruolo cruciale nello sviluppo del modernismo, non solo in ambito industriale, ma anche nelle sue espressioni culturali, artistiche e sociali. La sua storia industriale, che ha avuto inizio con la Rivoluzione Industriale nel XIX secolo, ha gettato le basi per una trasformazione radicale che ha influenzato tutti gli aspetti della vita cittadina, incluso il calcio.
La Rivoluzione Industriale e la nascita del modernismo
Nel XIX secolo, Manchester si è affermata come uno dei principali centri industriali mondiali, noto per la produzione di tessuti e per la sua rete di trasporti. Le sue fabbriche, i suoi fiumi e le sue ferrovie hanno dato forma a una città in continuo movimento, che ha creato le condizioni ideali per l’emergere di nuove forme di espressione culturale. Il modernismo a Manchester ha preso piede attraverso la reinvenzione del paesaggio urbano e la nascita di nuove istituzioni culturali.
Questo spirito innovativo ha influenzato profondamente il modo in cui la città si è sviluppata e ha affrontato le sfide del nuovo secolo. Dalle macchine agli stili architettonici, dalla musica alla moda, Manchester è diventata il terreno fertile per il modernismo, che ha permeato ogni aspetto della vita quotidiana. L’industrializzazione, sebbene abbia portato anche difficoltà sociali, ha dato alla città una vitalità unica, alimentando nuove forme di pensiero e creatività.
Manchester come culla del modernismo calcistico
Con l'emergere di un moderno tessuto urbano e industriale, anche il calcio a Manchester ha cominciato a riflettere l’influenza di questi cambiamenti. La nascita di nuove infrastrutture calcistiche, come stadi più grandi e tecnologicamente avanzati, e l'introduzione di un sistema professionistico, sono esempi lampanti dell'incidenza del modernismo sul gioco. Manchester, in particolare, si è distinta per la creazione di spazi dove la passione per il calcio potesse crescere e prosperare.
Il modernismo ha anche influito sul modo in cui i club calcistici, come il Manchester City, si sono strutturati e hanno evoluto il loro approccio al gioco. L’organizzazione dei club e delle squadre è diventata più sofisticata, introducendo tecnologie all’avanguardia per migliorare le prestazioni e l’esperienza del tifoso. In questo contesto, il Manchester City ha rappresentato un perfetto esempio di come il calcio possa sposare la modernità, non solo sul campo da gioco, ma anche nei suoi aspetti più esterni, come il design delle maglie e delle strutture.
L’arte e la cultura visiva del modernismo
Anche le espressioni artistiche di Manchester, come il movimento del Modernismo nelle arti visive, hanno avuto un impatto significativo sullo sviluppo della cultura calcistica cittadina. L’estetica modernista, con la sua enfasi sul minimalismo, sulle linee pulite e sull'uso di nuovi materiali, ha influenzato il design delle maglie, degli stadi e persino delle campagne pubblicitarie legate al calcio. Il Manchester City, attraverso la sua identità visiva, ha adottato alcuni degli stessi principi modernisti: semplicità, innovazione e adattamento ai tempi.
L'influenza del modernismo a Manchester ha anche favorito una fusione tra il calcio e altre forme di cultura popolare, come la musica e la moda. Negli anni '90, con l’ascesa del Britpop e delle culture giovanili, la maglia Manchester City è diventata un simbolo di tendenze e identità, una fusione di sport e stile che ha preso piede a livello globale.
Il modernismo come simbolo di cambiamento e di rinascita
Il Manchester City, attraverso la sua storia, ha incarnato un’altra faccia del modernismo: quella della rinascita e dell’evoluzione. Come la città ha attraversato diverse fasi di trasformazione sociale e industriale, anche il club ha vissuto periodi di crisi e rinascita. La recente ascesa del City, con gli investimenti globali e l'introduzione di tecnologie avanzate, ha simboleggiato la capacità della città di reinventarsi, proprio come il movimento modernista ha fatto nelle arti e nella cultura.
In sintesi, il modernismo a Manchester è stato il catalizzatore di una trasformazione radicale che ha influenzato profondamente la cultura calcistica della città. La continua evoluzione della sua architettura, la nascita di strutture calcistiche moderne e il design innovativo delle maglie riflettono come il calcio, espressione visibile e dinamica di una comunità, possa incarnare lo spirito del modernismo: innovativo, in continuo movimento e sempre alla ricerca di nuove frontiere.
3. Manchester e la Cultura Calcistica
Manchester non è solo una città industriale e culturale, ma anche una delle capitali mondiali del calcio. La cultura calcistica di Manchester è unica, un intreccio di passione, rivalità storiche e innovazione che ha fatto di questa città un simbolo a livello globale. Il calcio a Manchester non è solo uno sport, ma una vera e propria parte integrante dell'identità cittadina, dove le storie dei suoi club si fondono con quelle dei suoi abitanti. Il Manchester City, insieme al suo eterno rivale, il Manchester United, ha plasmato e continua a plasmare la cultura calcistica, sia dentro che fuori dal campo.
La nascita e l'evoluzione del Manchester City
Il Manchester City, fondato nel 1880 con il nome di St. Mark's (West Gorton), è stato un pilastro del calcio inglese fin dalla sua creazione, ma solo nel corso del XX secolo ha raggiunto l'apice della sua fama. La storia del club è segnata da periodi di alti e bassi: dai successi negli anni '60 e '70, alla crisi che lo ha portato a lottare per la sopravvivenza nelle leghe inferiori, fino alla straordinaria ascesa negli ultimi due decenni, grazie a enormi investimenti e una gestione moderna.
Questa evoluzione è il riflesso del cambiamento della città stessa, che ha visto una modernizzazione radicale e un incremento della sua influenza globale. Oggi, il Manchester City non è solo un club calcistico, ma un marchio internazionale che rappresenta la rinascita e l'innovazione. Il calcio a Manchester, dunque, si intreccia profondamente con il cambiamento sociale ed economico che ha caratterizzato la città, facendo del City un punto di riferimento per una cultura calcistica che celebra la modernità e l'evoluzione.
La rivalità tra Manchester United e Manchester City
Un aspetto fondamentale della cultura calcistica di Manchester è la storica rivalità tra il Manchester United e il Manchester City. Questa rivalità, una delle più accese al mondo, non è solo sportiva, ma rappresenta una divisione sociale ed economica che affonda le radici nella storia della città.
Il Manchester United, con la sua lunga tradizione di successi internazionali, è il club che ha incarnato la classe operaia e l'ascesa sociale, mentre il City, spesso visto come il club dei “lavoratori” e dei “sottovalutati”, ha trovato il suo riscatto nel corso degli anni grazie alla moderna gestione e agli investimenti globali. Questa rivalità è una delle più intense e seguite non solo a Manchester, ma in tutto il mondo, ed è spesso descritta come una battaglia tra tradizione e modernità, con il Manchester City che, negli ultimi anni, ha saputo imporsi come simbolo di innovazione e rinnovamento nel calcio.
Il Manchester City come motore di innovazione
Il Manchester City è sempre stato all'avanguardia nell’adozione di nuove tecnologie e nell’evoluzione del gioco. Dalla costruzione del Etihad Stadium, un impianto all'avanguardia che riflette la moderna filosofia del club, alle innovazioni nel campo della preparazione atletica, il Manchester City ha dimostrato un impegno costante nell’adattarsi e nel guidare l’evoluzione del calcio moderno. La filosofia di gioco, caratterizzata da un gioco offensivo e dinamico, è il risultato di anni di studio, analisi e innovazione.
Inoltre, l'approccio del club alla gestione dei dati, attraverso l'uso di software avanzati per monitorare le prestazioni dei giocatori, è uno degli aspetti distintivi che ha reso il Manchester City un esempio di come il calcio moderno possa essere supportato dalla tecnologia. La cultura calcistica della città, quindi, non si limita alla passione per il gioco, ma si arricchisce anche di una componente intellettuale e scientifica che porta il calcio a livelli mai visti prima.
L'influenza del Manchester City sulla moda calcistica
Oltre al gioco stesso, il Manchester City ha avuto un impatto significativo sulla moda calcistica. Le sue maglie sono diventate simboli di stile e appartenenza, particolarmente tra le nuove generazioni. Le divise del City sono un perfetto esempio di come il modernismo abbia influenzato anche l’estetica calcistica: colori brillanti, design minimalisti e un impegno crescente per la sostenibilità dei materiali.
Nel corso degli anni, la maglia del Manchester City è passata da essere un semplice pezzo di equipaggiamento sportivo a un vero e proprio oggetto di culto. Con l'ascesa globale del club, la completini calcio del City è diventata un simbolo riconoscibile, indossato non solo dai tifosi durante le partite, ma anche come parte di uno stile di vita urbano. Il moderno design delle maglie, unito all’attenzione ai dettagli e alle innovazioni tecnologiche, ha consolidato la connessione tra il club e la cultura popolare.
L'impatto del Manchester City sulla cultura popolare
Il Manchester City ha anche contribuito a plasmare la cultura calcistica a livello globale, non solo attraverso i suoi successi sportivi, ma anche attraverso la sua crescente presenza sui social media e la sua interazione con i tifosi. La capacità del club di raggiungere e coinvolgere una fanbase globale ha reso il calcio di Manchester un fenomeno culturale che trascende i confini della città.
Con una forte presenza nei media digitali, il City è diventato un modello di come un club calcistico possa costruire una comunità globale di appassionati, che non si limitano a seguire la squadra durante le partite, ma che partecipano attivamente alla vita del club, creando una cultura calcistica condivisa che va oltre lo stadio.
La cultura calcistica di Manchester e l'identità sociale
Il calcio di Manchester è profondamente legato all'identità sociale e culturale della città. Il calcio non è solo un passatempo, ma un fenomeno che rappresenta la speranza, l’orgoglio e l’unità dei suoi abitanti. La passione per il Manchester City, così come per il Manchester United, è parte di una storia che affonda le radici nella classe operaia, ma che nel tempo ha inglobato nuove realtà sociali e culturali.
La cultura calcistica di Manchester rappresenta quindi una miscela di tradizione e modernità, in cui il legame tra il club e i suoi tifosi è tanto forte quanto l'impatto che il calcio ha avuto sulla vita quotidiana della città. Il Manchester City, in particolare, ha saputo adattarsi ai cambiamenti sociali ed economici, divenendo simbolo di un’era nuova e di un calcio che guarda sempre al futuro.
4. L'Influenza del Modernismo sulla Moda Calcistica
Il modernismo, come movimento culturale, ha avuto un impatto profondo su molte aree della società, dal design all’architettura, dalla musica all'arte. Il calcio, sport che ha da sempre subito il fascino della modernizzazione, non è stato immune a queste trasformazioni. L’influenza del modernismo sul "calcio moderno" è stata una forza trainante nel cambiamento di come il gioco viene percepito, praticato e organizzato, influenzando tutto, dalla preparazione fisica dei giocatori alla tecnologia utilizzata sul campo. E proprio il Manchester City, uno dei club più emblematici nell'adozione di approcci modernisti, si è trovato all'avanguardia in questo cambiamento.
L'integrazione della tecnologia nel calcio
Uno degli aspetti più evidenti dell'influenza del modernismo sul calcio moderno è l'adozione di nuove tecnologie per migliorare ogni aspetto del gioco. L’introduzione di sistemi di analisi dati, l’uso di dispositivi indossabili e la digitalizzazione degli allenamenti sono diventati strumenti fondamentali per i club di successo, e il Manchester City ha sicuramente guidato questa transizione.
Nel calcio di oggi, l’uso della tecnologia non si limita più solo alla registrazione dei punteggi, ma influisce anche sulle strategie, sulle scelte tattiche e sul miglioramento delle prestazioni individuali. Grazie all'adozione di tecnologie moderne come il VAR (Video Assistant Referee), i club hanno potuto perfezionare l’imparzialità delle decisioni arbitrali. A livello più profondo, la video-analisi e i sensori indossabili sono diventati strumenti chiave per monitorare in tempo reale la condizione fisica e le prestazioni tecniche dei giocatori, portando il calcio a un livello di precisione e ottimizzazione che sarebbe stato impensabile solo pochi decenni fa.
Il Manchester City, sotto la guida di figure come Pep Guardiola, ha fatto dell'innovazione tecnologica un marchio di fabbrica. Il club ha investito in data analysis, utilizzando software avanzati per analizzare il gioco, prevedere tendenze e ottimizzare le prestazioni individuali e di squadra. Questa attenzione ai dettagli è un chiaro riflesso della mentalità modernista che persegue l’ottimizzazione e la perfezione attraverso la scienza e la tecnologia.
La preparazione fisica e la scienza sportiva
Il modernismo ha anche cambiato radicalmente l’approccio alla preparazione fisica nel calcio. Negli anni, si è passati da un approccio più “naturale” e poco scientifico alla preparazione atletica a una scienza del movimento in grado di analizzare e ottimizzare ogni singolo gesto. Le sala fitness, le tecniche di recupero e l'uso di biomeccanica e neurologia per migliorare la performance fisica dei calciatori sono il frutto di una mentalità modernista che cerca l’efficienza massima.
Nel Manchester City, la scienza sportiva è diventata una parte fondamentale della strategia del club. I calciatori non sono più solo atleti che si allenano duramente; sono veri e propri laboratori viventi di performance fisica e mentale, con allenamenti personalizzati che si adattano a ciascun giocatore. Tecniche moderne come la palestra funzionale, il massaggio sportivo ad alta tecnologia e il monitoraggio del sonno sono tutte pratiche radicate nell’approccio modernista e adottate dal club per assicurarsi che i suoi atleti possano raggiungere e mantenere i più alti standard.
L’approccio tattico e il gioco del calcio
Il modernismo ha influenzato anche l’evoluzione del gioco stesso. Il calcio è passato da un gioco caratterizzato principalmente da forza e resistenza a uno che richiede intelligenza tattica, controllo tecnico e una grande attenzione alla posizione e al movimento senza palla. Il passaggio da un calcio più fisico a uno che valorizza la gestione della palla e la circolazione veloce ha portato alla nascita di schemi più sofisticati e complessi.
Il Manchester City, sotto la guida di Pep Guardiola, ha incarnato questa trasformazione. L’adozione della filosofia del "tiki-taka", che si basa su passaggi rapidi e precisi e su un possesso palla prolungato, è stata una rivoluzione nel gioco. La squadra ha saputo integrare un calcio moderno, tecnico e spettacolare, che ha non solo cambiato l'andamento delle partite, ma ha anche influenzato i sistemi di gioco in tutto il mondo. Il controllo assoluto della palla e il dominio del campo sono diventati simboli di un calcio che riflette la razionalità e l’efficienza, pilastri del modernismo.
L’estetica e il design delle maglie
Non solo la performance sul campo è cambiata, ma anche l'estetica del gioco è stata influenzata dal modernismo. Le maglie dei club, in particolare quelle del Manchester City, sono diventate vere e proprie dichiarazioni di stile. Il design delle maglie è passato dal semplice utilizzo del colore e dello stemma a un'arte in continua evoluzione, che gioca con linee pulite, materiali innovativi e design minimalisti.
Il Manchester City, che ha una forte connessione con il modernismo urbano, ha introdotto maglie che riflettono l’ estetica contemporanea. Maglie dai colori brillanti, ma con uno stile sobrio e raffinato, che si adattano alla moda e alla cultura urbana globale. Non sono più solo indumenti da gioco, ma veri e propri oggetti di culto, spesso indossati al di fuori del campo come parte di un look quotidiano, dimostrando come il design modernista ha permeato ogni aspetto del calcio.
L'influenza sulla gestione e sull'organizzazione del club
Il modernismo ha anche avuto un impatto sulle modalità di gestione e organizzazione dei club calcistici. La filosofia di gestione del Manchester City, incentrata sull'efficienza, sull'innovazione e sul miglioramento continuo, riflette chiaramente il pensiero modernista. L'adozione di sistemi di gestione integrata, l'utilizzo di tecnologie avanzate per la pianificazione e l'organizzazione delle risorse, e l’attenzione al benessere complessivo dei giocatori sono tutte pratiche che mirano ad ottimizzare ogni singolo elemento per il successo a lungo termine.
Il Manchester City ha adottato un approccio scientifico e modernista anche alla gestione delle risorse umane, implementando strutture di supporto psicologico per i giocatori, e utilizzando data analysis per ogni decisione strategica, dai trasferimenti agli acquisti, fino alla selezione dei giocatori in campo. Questo approccio ha permesso al club di massimizzare i risultati, in linea con le tendenze del modernismo che promuovono l’efficienza, l’organizzazione e l’innovazione.
5. L'Architettura e il Calcio: Stadi e Infrastrutture
Il modernismo non ha solo influenzato il gioco del calcio e le sue pratiche, ma anche l'infrastruttura che lo sostiene. Gli stadi, le strutture di allenamento e le città che ospitano i club sono diventati spazi in cui la funzionalità e il design si incontrano, rispecchiando le idee moderne di efficienza, estetica e sostenibilità. In questo contesto, il Manchester City ha rappresentato una delle esperimentazioni più significative nella progettazione di stadi e infrastrutture che non solo ospitano le partite, ma diventano anche simboli di innovazione e modernità.
La transizione dal Maine Road all'Etihad Stadium
Il viaggio del Manchester City nel campo delle infrastrutture moderne è strettamente legato alla sua evoluzione come club. Nel corso degli anni, il Manchester City ha vissuto una transizione radicale, passando dal tradizionale Maine Road, il vecchio stadio che ha ospitato il club per oltre 80 anni, al moderno Etihad Stadium, che è diventato un'icona di innovazione e tecnologia nel calcio.
Il Maine Road, pur essendo amato dai tifosi, rappresentava un esempio di stadio che si adattava poco alle esigenze della nuova era calcistica. Negli anni '90, quando il club iniziò a soffrire sia sul campo che economicamente, le carenze strutturali dello stadio divennero sempre più evidenti. La decisione di trasferirsi nell'Etihad Stadium nel 2003, in collaborazione con la città di Manchester, fu simbolica di una nuova era per il club, che mirava a diventare una potenza globale, non solo sul campo ma anche a livello infrastrutturale.
L'Etihad Stadium, inaugurato nel 2003, è un esempio di modernismo che unisce funzionalità ed estetica. Lo stadio ha una capacità di circa 53.000 spettatori e presenta caratteristiche all'avanguardia, tra cui sistemi di illuminazione e sonorizzazione all'avanguardia, aree hospitality di lusso e impianti ecocompatibili. L'uso di materiali moderni, come acciaio e vetro, e l’integrazione con il paesaggio circostante lo rendono un punto di riferimento non solo per il calcio, ma per la città stessa.
L’architettura come simbolo di identità e appartenenza
Un aspetto fondamentale del design moderno di stadi come l'Etihad è il modo in cui l’architettura diventa un simbolo di identità e appartenenza. Lo stadio non è solo un luogo dove si gioca a calcio, ma un’area che riflette l’evoluzione della città e del club, rendendo l’esperienza del tifoso più coinvolgente e significativa.
L’architettura moderna ha permesso al Manchester City di creare un impianto che non solo risponde alle esigenze pratiche di un club di alto livello, ma che integra anche valori simbolici. La forma e la struttura dello stadio sono progettate per evocare dinamismo, movimento e fluidità, concetti chiave nel modernismo. La disposizione del pubblico, la visibilità del campo da ogni angolo e la connessione tra tifosi e squadra sono aspetti centrali nell’ideazione dello stadio, che mira a offrire un'esperienza il più coinvolgente e immersiva possibile.
Inoltre, la posizione strategica dell’Etihad Stadium nella East Manchester, una zona che ha visto una rinascita urbana significativa negli ultimi decenni, ha reso lo stadio un motore di sviluppo per tutta la zona. Con l’investimento in strutture di supporto come il City Football Academy e i vari impianti per il calcio giovanile, il Manchester City ha contribuito al rinnovamento e alla crescita della città, rendendo il calcio una forza trainante non solo sul piano sportivo ma anche economico e sociale.
L’importanza delle infrastrutture di allenamento
Se l'Etihad Stadium è il cuore visibile dell’impegno del Manchester City nella modernizzazione delle sue strutture, la City Football Academy rappresenta il cervello che supporta il club dal punto di vista dell’allenamento e dello sviluppo dei giovani talenti. Inaugurata nel 2014, la City Football Academy è una delle strutture di allenamento più avanzate al mondo, progettata per formare non solo i calciatori professionisti, ma anche le nuove generazioni che aspirano a entrare nel mondo del calcio.
La struttura, che si estende su 80.000 metri quadrati, include diversi campi da gioco, un centro medico, una palestra all'avanguardia, oltre a una serie di impianti per l’analisi delle performance fisiche e tecniche. La City Football Academy è un esempio di come le infrastrutture moderne possono essere utilizzate per sviluppare l’aspetto umano, fisico e tecnico di un calciatore, rendendo il club all’avanguardia anche nel campo della formazione.
L’innovazione sostenibile nelle infrastrutture
Un altro aspetto fondamentale della modernità e dell'influenza del modernismo nel calcio è l’adozione di pratiche sostenibili. Con l’aumento della consapevolezza ecologica e la necessità di ridurre l’impatto ambientale delle grandi infrastrutture, il Manchester City ha investito in iniziative di sostenibilità per le sue strutture. L'Etihad Stadium, ad esempio, è stato progettato per ottimizzare l'uso dell'energia, migliorando l'efficienza energetica e implementando soluzioni a basso impatto ambientale. Inoltre, le pratiche di raccolta differenziata dei rifiuti e l'adozione di tecnologie verdi sono diventate parte integrante della gestione dello stadio e delle sue attività.
L’attenzione alla sostenibilità si estende anche al City Football Academy, che è dotata di impianti di irrigazione ad alta efficienza e sistemi di riscaldamento che riducono al minimo l’impatto ambientale. Questo impegno riflette un approccio modernista che non solo mira all'efficienza, ma cerca anche di garantire che il calcio contribuisca positivamente alla comunità e all'ambiente.
Stadi come luoghi di connessione sociale
In un mondo sempre più globale, gli stadi moderni hanno anche un ruolo cruciale come luoghi di connessione sociale. L’architettura degli stadi del Manchester City è pensata non solo per accogliere i tifosi, ma anche per creare spazi di interazione e inclusività. L’Etihad Stadium, con le sue ampie aree di accesso, le zone VIP, i ristoranti e le strutture per i bambini, ha trasformato l’esperienza della partita in un evento sociale che va oltre il calcio stesso. La partecipazione ai match, quindi, diventa una parte integrante della vita quotidiana, con lo stadio che funge da centro di aggregazione per diverse tipologie di persone.
La moderna architettura calcistica del Manchester City, quindi, non solo risponde alle esigenze funzionali e tecniche, ma abbraccia anche i valori di comunità, sostenibilità e inclusività che sono alla base della visione modernista.
6. Cultura Calcistica e Identità Sociale
L'influenza del modernismo sulla cultura calcistica di Manchester non si limita solo agli aspetti estetici e funzionali degli stadi e delle infrastrutture. Piuttosto, essa si estende a un piano più profondo, influenzando la cultura sociale e l'identità che il calcio incarna in una città intrinsecamente legata alla sua storia industriale e alle sue trasformazioni. In questo contesto, la relazione tra il calcio e la cultura sociale è fondamentale per comprendere come il modernismo, attraverso il Manchester City, abbia contribuito a ridefinire l'identità della città, specialmente in un'era di globalizzazione e di rinnovamento urbano.
Il Manchester City come simbolo di rinascita
La storia del Manchester City è strettamente intrecciata con quella della città stessa, che ha attraversato cambiamenti profondi dal punto di vista economico, sociale e culturale. Negli anni '80 e '90, Manchester ha vissuto una serie di difficoltà economiche, legate principalmente al declino dell'industria manifatturiera, che ha portato a una crisi sociale e a un senso di perdita d'identità. In questo contesto, il Manchester City è stato, a volte, simbolo di speranza per la città, ma anche di frustrazione per la sua lunga lotta per il successo.
Tuttavia, il passaggio dal vecchio stadio di Maine Road all'Etihad Stadium nel 2003 ha rappresentato un nuovo capitolo nella storia del club e, per estensione, della città. Il moderno stadio, situato in una zona in fase di rigenerazione urbana nell'East Manchester, è diventato simbolo di una rinascita culturale e sociale. Con il nuovo impianto, il Manchester City non solo ha riacquistato prestigio sul campo, ma ha anche contribuito al risorgere di un'identità cittadina, legata a un'immagine di innovazione e cambiamento.
Il modernismo, con la sua enfasi sull'innovazione e il progresso, ha permesso al club di diventare un motore di trasformazione sociale. Oggi, l'Etihad Stadium è un luogo che attira tifosi e visitatori da tutto il mondo, fungendo da punto di incontro per diverse culture, e da simbolo di una città che ha saputo reinventarsi attraverso il calcio e le sue infrastrutture.
Il ruolo del Manchester City nella costruzione di una cultura globale
Il calcio è diventato, nel corso degli ultimi decenni, uno strumento potente di connessione culturale. Il Manchester City, con la sua crescente popolarità e il suo brand globale, ha utilizzato il calcio per costruire una narrazione che va oltre i confini della città. La sua espansione internazionale è stata alimentata da un perfetto mix di innovazione calcistica, design moderno e marketing intelligente. La presenza di giocatori di fama mondiale, come Sergio Agüero, Kevin De Bruyne e Yaya Touré, ha ulteriormente amplificato l'immagine globale del club, attirando tifosi da ogni angolo del mondo.
Il modernismo, con il suo impulso a superare i limiti e a spingersi verso il futuro, ha permesso al Manchester City di trasformare la sua storia locale in un fenomeno globale. Il calcio, infatti, diventa in questo caso una lingua universale, che abbatte le barriere geografiche e linguistiche, e che contribuisce a dare forma a un'identità sociale globale legata alla passione per il gioco.
L'influenza della squadra sulla cultura cittadina si estende anche attraverso iniziative come i programmi di responsabilità sociale, che mirano a migliorare la qualità della vita nelle zone circostanti al club e a rafforzare i legami tra la comunità e il club. Questi progetti sono radicati nella filosofia modernista di innovazione e miglioramento collettivo, e si riflettono nel costante impegno del Manchester City verso il benessere sociale e il miglioramento delle condizioni di vita per le persone più vulnerabili.
La rivalità cittadina e l’identità sociale
La rivalità tra il Manchester City e il Manchester United è un altro elemento chiave nell'esplorazione della cultura e dell'identità sociale legate al calcio moderno. Sebbene l'United abbia goduto di maggiore successo internazionale, il City ha continuato a costruire una sua identità distintiva, spesso espressa in contrapposizione al suo vicino storico.
Questa rivalità ha radici profonde, alimentate da fattori economici, storici e sociali. Tuttavia, la rivalità stessa è diventata parte dell'identità sociale della città, riflettendo le sfide di una città che si è sempre trovata a bilanciare l'orgoglio del suo passato industriale con le aspirazioni di modernizzazione. Oggi, sia i tifosi del Manchester City che quelli del Manchester United si identificano con le rispettive squadre come espressioni delle loro identità locali e della loro visione del futuro della città.
In un certo senso, il Manchester City ha trasformato la sua posizione da outsider a protagonista, passando da un club relegato ai margini del calcio inglese a uno dei principali attori della Premier League. Questo passaggio è emblematico della rinascita culturale e sociale di Manchester, che, seppur divisa dalla storica rivalità calcistica, ha trovato una nuova coesione nel suo amore per il calcio e nel riconoscimento del potere di trasformazione che questo sport ha portato alla città.
Il Manchester City e l'inclusività
Un altro aspetto che sottolinea l'influenza della cultura socialmente inclusiva è la crescente attenzione del Manchester City alle politiche di diversità e inclusione. Il club si è impegnato in iniziative per promuovere la partecipazione di persone provenienti da tutti i ceti sociali e da tutte le origini etniche. Questo impegno è evidente nella sua accoglienza multiculturale e nell'offerta di opportunità per tutti, indipendentemente dalla loro origine.
Il calcio, sotto l'influenza del modernismo e dei suoi ideali di inclusività, è diventato un veicolo di coesione sociale. Per il Manchester City, ciò significa non solo vincere titoli, ma anche essere un simbolo di come il calcio possa unire le persone, indipendentemente dalle loro differenze. Le iniziative del club, come la promozione del calcio femminile e l’accesso per le persone con disabilità, rappresentano un impegno concreto verso una visione inclusiva e moderna della cultura calcistica.
Conclusioni
Il Manchester City ha rappresentato, e continua a rappresentare, un esempio emblematico di come il calcio possa essere utilizzato per costruire e rafforzare l'identità sociale di una città, pur restando in continua evoluzione. L'influenza del modernismo sul club non si limita agli aspetti estetici o strutturali, ma si riflette in un approccio globale che abbraccia l’innovazione, l’inclusività e la responsabilità sociale. Il calcio moderno a Manchester non è solo uno sport; è un motore di cambiamento culturale, una forza di coesione sociale e un simbolo della capacità della città di reinventarsi continuamente.
7. Il Futuro del Calcio a Manchester
Il calcio di Manchester è da sempre una forza di coesione culturale e sociale, non solo per la città stessa, ma anche per l’intera nazione. La tradizione calcistica della città è intrinsecamente legata alla sua storia industriale, ma ha subito una trasformazione radicale negli ultimi decenni, grazie all’ascesa del Manchester City. Questo capitolo esplorerà come il calcio di Manchester, rappresentato oggi dai due grandi club, il Manchester City e il Manchester United, sia diventato simbolo di tradizione, innovazione e diversità, e come questa evoluzione abbia influenzato la cultura cittadina e nazionale.
La rivalità tra Manchester United e Manchester City
La rivalità tra il Manchester United e il Manchester City è una delle più celebri nel mondo del calcio. Sebbene entrambi i club siano espressioni della passione calcistica di Manchester, le loro storie sono molto diverse, e questa differenza ha alimentato una competizione che si estende ben oltre il campo da gioco. L’United, con la sua lunga e vittoriosa tradizione, ha dominato la scena calcistica inglese per molti decenni, diventando il club simbolo della città a livello mondiale. D’altra parte, il City, per lungo tempo relegato in posizioni meno prestigiose, ha vissuto un periodo di difficoltà, ma ha sempre mantenuto una base di tifosi fedeli che l’hanno sostenuto, nonostante i successi scarsi.
Negli ultimi vent’anni, però, il Manchester City ha vissuto una rivoluzione, passando da una squadra di medio livello a una delle formazioni più dominanti della Premier League. Questo cambiamento radicale è stato facilitato dall’acquisto del club da parte di Abu Dhabi United Group nel 2008, che ha portato ingenti investimenti, permettendo al City di attrarre giocatori di livello mondiale e di rinnovare radicalmente la sua infrastruttura. L’ascesa del Manchester City non solo ha dato nuova linfa alla rivalità cittadina, ma ha anche permesso alla città di riprendersi, economicamente e culturalmente, grazie all’influenza che il club ha avuto sulla rigenerazione di East Manchester, un’area precedentemente degradata.
Il Manchester City come simbolo di cambiamento sociale
Il calcio di Manchester non è solo una questione di sport, ma un mezzo potente attraverso il quale la città esprime il suo spirito di cambiamento sociale. Il Manchester City, in particolare, ha utilizzato il suo successo per promuovere iniziative di responsabilità sociale che vanno ben oltre il campo da gioco. Attraverso progetti che vanno dalla sostenibilità ambientale all’inclusione sociale, il club ha cercato di essere una forza positiva per la città.
Uno degli esempi più significativi di questo impegno è il Manchester City Football Academy, un centro che non solo si occupa di formare giovani calciatori, ma offre anche opportunità educative e sociali per i giovani provenienti da famiglie svantaggiate. In questo modo, il calcio diventa un canale per combattere la disuguaglianza e offrire un futuro migliore a coloro che vivono in aree socialmente e economicamente svantaggiate.
Anche il club ha cercato di influenzare positivamente il tessuto sociale della città attraverso l’organizzazione di eventi comunitari, come partite benefiche, iniziative per il supporto alle persone con disabilità, e progetti di educazione calcistica per ragazze e donne. Queste azioni sono parte di un progetto più ampio che cerca di legare il calcio alla crescita e alla prosperità della città stessa, sottolineando l’importanza del calcio come strumento di cambiamento sociale.
Il calcio e l’identità culturale di Manchester
Il calcio ha sempre giocato un ruolo fondamentale nell’identità culturale di Manchester. Storicamente, il calcio rappresentava l’espressione di una classe operaia che cercava in questo sport una forma di svago e di unione sociale. La passione per il gioco ha sempre attraversato le classi sociali e le etnie della città, contribuendo alla creazione di un’identità calcistica che non si limita solo ai tifosi dei due club, ma è parte integrante della vita quotidiana di chiunque viva a Manchester.
La cultura calcistica della città ha anche giocato un ruolo cruciale nel superare le divisioni sociali. Sebbene il calcio sia stato a lungo visto come un elemento che separava i tifosi in fazioni contrapposte, esso ha anche servito da terreno di incontro per persone di diverse origini, culturen e tradizioni. L’evoluzione del Manchester City da una squadra di successo a un gigante globale ha, di fatto, amplificato il senso di orgoglio cittadino e ha contribuito a consolidare l'immagine di Manchester come città cosmopolita e progressista.
Il calcio come motore economico e culturale
La trasformazione del Manchester City ha avuto un impatto diretto sull'economia locale, contribuendo alla creazione di nuovi posti di lavoro, alla rigenerazione urbana e al rafforzamento del turismo. L’Etihad Stadium, sede del club, è diventato un’icona non solo per gli appassionati di calcio, ma anche per i visitatori internazionali, attratti dalla storia e dalla modernità del club. La tourism economy di Manchester ha beneficiato enormemente del successo del Manchester City, che ha portato milioni di tifosi a visitare la città, assistere alle partite e partecipare agli eventi organizzati dal club.
Inoltre, la crescita del City ha portato alla creazione di un vero e proprio business calcistico globale, con il club che ha esteso la sua influenza oltre i confini nazionali, utilizzando il suo brand per attrarre sponsorizzazioni da multinazionali e aumentando la propria visibilità internazionale. Questo ha posto il calcio di Manchester al centro di una nuova economia sportiva, che abbraccia non solo il calcio stesso, ma anche l'industria dell'intrattenimento e delle tecnologie digitali.
Conclusioni
Il calcio di Manchester, e in particolare l’ascesa del Manchester City, ha avuto un impatto significativo sulla città, non solo in termini sportivi, ma anche sociali, culturali ed economici. Il City, con la sua storia recente di successo, ha riscritto la narrativa calcistica della città, passando da outsider a protagonista globale. La rivalità tra il Manchester City e il Manchester United, pur restando uno degli aspetti più affascinanti del calcio cittadino, è diventata anche un simbolo di una città in continuo cambiamento, che non smette mai di reinventarsi. Oggi, il calcio a Manchester non è solo un gioco, ma un catalizzatore di cambiamento sociale, innovazione culturale e identità cittadina.
8. Conclusioni
L’influenza del Manchester City sulla cultura calcistica di Manchester va ben oltre il semplice successo sportivo. La trasformazione del club, da una squadra tradizionalmente in difficoltà a una delle potenze globali, è un riflesso del cambiamento culturale, sociale ed economico che la città ha attraversato negli ultimi decenni. La rinascita del Manchester City ha ridisegnato l’identità calcistica della città, mettendo in luce non solo la passione dei tifosi, ma anche la capacità del club di influenzare in maniera positiva il tessuto sociale ed economico di Manchester.
Il modernismo che ha permeato l’architettura della città, l'urbanistica e l'approccio alla rigenerazione urbana ha trovato una perfetta espressione nei nuovi stadi e nelle infrastrutture che hanno visto il City come protagonista. La trasformazione di East Manchester, il rinnovamento del Etihad Stadium e la creazione della Manchester City Football Academy sono esempi tangibili dell'impatto che il calcio può avere su un intero sistema urbano e sociale.
La cultura calcistica di Manchester, influenzata dalle radici storiche industriali, si è adattata ai cambiamenti imposti dalla globalizzazione, dall'inclusività e dall’innovazione tecnologica, con il Manchester City che ha fatto da catalizzatore in questo processo. La rivalità tra il City e il Manchester United è diventata simbolo di una città che, pur nella sua competizione, si unisce attorno alla passione per il calcio, con il gioco che funge da elemento di coesione sociale tra le diverse generazioni e culture.
Il calcio a Manchester, e in particolare l’ascesa del Manchester City, ha ridefinito ciò che significa essere una città calcistica moderna, utilizzando il successo sportivo per alimentare iniziative sociali, culturali ed economiche. Con la sua presenza internazionale, il Manchester City ha reso Manchester non solo un centro calcistico di eccellenza, ma anche un esempio di come lo sport possa essere un potente strumento di cambiamento sociale e innovazione urbana.
L’Architettura del Successo: Come il Manchester City Ha Trasformato la Sua Casa e la Cultura Calcistica
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🗻 LA VALLE DEL DIAVOLO. MONTECERBOLI In Toscana si trova la famosa Valle del Diavolo, un luogo che sembra uscito da un racconto fantastico, caratterizzato da soffioni boraciferi e geyser. Questo paesaggio, con colonne di vapore bianco che si innalzano verso il cielo, avrebbe ispirato Dante Alighieri nella descrizione del suo Inferno. La Valle del Diavolo, con le sue atmosfere spettrali, include diverse località, tra cui Montecerboli, una frazione di Pomarance (Pisa). Il nome stesso richiama Cerbero, il guardiano dell’Inferno dantesco. Montecerboli è noto per il suo centro storico medievale e per i numerosi soffioni boraciferi che emettono gas e vapori dal sottosuolo. A Larderello, altra frazione di Pomarance, si deve la trasformazione industriale dei soffioni boraciferi grazie a François Jacques de Larderel nel 1800. Questa zona è diventata la prima al mondo a sfruttare l’energia geotermica per la produzione di elettricità. Il Museo della Geotermia di Larderello racconta questa storia, mostrando strumenti originali e modelli che illustrano la ricerca e l’utilizzo dell’energia geotermica. Nonostante i cambiamenti avvenuti nel tempo, la Valle del Diavolo mantiene i suoi caratteristici lagoni e soffioni boraciferi. Nei pressi di Larderello, a Sasso Pisano, frazione di Castelnuovo di Val di Cecina, il Parco delle Fumarole offre ancora oggi uno spettacolo naturale di queste manifestazioni geotermiche, visitabile in ogni periodo dell’anno. 🇬🇧 In Tuscany there is the famous Devil's Valley, a place that seems to have emerged from a fantastic story, characterized by boraciferous shower heads and geysers. This landscape, with columns of white steam rising towards the sky, would have inspired Dante Alighieri in the description of his Inferno. The Devil's Valley, with its ghostly atmospheres, includes several locations, including Montecerboli, a hamlet of Pomarance (Pisa). The name itself recalls Cerberus, the guardian of Dante's Hell. Montecerboli is known for its medieval historic center and for the numerous boraciferous shower heads that emit gases and vapors from underground. Larderello, another hamlet of Pomarance, was responsible for the industrial transformation of boraciferous shower heads thanks to Francois Jacques de Larderel in 1800. This zone became the first in the world to harness geothermal energy for electricity generation. The Larderello Geothermal Museum tells this story, showing original tools and models illustrating the research and use of geothermal energy. Despite the changes that have occurred over time, the Devil's Valley maintains its characteristic boraciferous lagoons and shower heads. Near Larderello, in Sasso Pisano, a hamlet of Castelnuovo di Val di Cecina, the Fumarole Park still offers a natural spectacle of these geothermal events today, which can be visited at any time of the year.
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sugar elevator (after Frank Gohlke) silos dell'ex zuccherificio SFIR comune di Foggia, zona industriale di borgo Incoronata (fotografia di Carmelo Scibilia, 8 Luglio 2023)
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Matera, il 13 giugno seminario degli ingegneri sulla sostenibilità nella prefabbricazione
All’evento formativo sono stati invitati i colleghi lucani e pugliesi.

Il 13 giugno 2024 si svolgerà a Matera, all’UnaHotels MH Venusio (dalle 9:30 alle 12:30), il seminario “SISTEMA ISISTAR: la sostenibilità nella prefabbricazione”. L’evento è organizzato dall’Ordine degli Ingegneri della provincia di Matera con la collaborazione della società di prefabbricazione locale Siprem, e gode del patrocinio del Consiglio Nazionale degli Ingegneri; il massimo organismo professionale sarà rappresentato, per l’occasione, dal Vice Presidente Elio Masciovecchio, il quale formulerà i saluti ai convenuti, insieme Dott. Michele Molinari, Amministratore Siprem, e all’Ing. Giuseppe Sicolo, presidente dell’Ordine degli Ingegneri della provincia di Matera. Sono previsti gli interventi dell’Arch. Prof. Annalinda Neglia, docente associata di Architettura del Paesaggio presso il Politecnico di Bari, sul tema “Integrare e proteggere: i tetti verdi e i giardini pensili”; dell’Ing. Manuela Passalacqua, funzionario dell’Ufficio Energia e Impianti del Comune di Bari sul tema “Il tetto verde nel regolamento edilizio del Comune di Bari”; del Prof. Ing. Guido R. Dell’Osso, docente associato di Produzione Edilizia presso il Politecnico di Bari sul tema “Tecniche costruttive dei tetti verdi”. Completano il programma delle relazioni la presentazione aziendale del gruppo industriale Siprem, a cura del Dott. Antonio Molinari, e gli interventi dell’Ing. Luigi Lasaponara (Direttore Commerciale Siprem, “Tipologie costruttive e nuove frontiere nella prefabbricazione: Sistema Isistar”) e dell’Ing. Giuseppe Falcicchio (Direttore Tecnico Siprem, “Performance strutturali del sistema Isistar”). All’iniziativa – che prevede il rilascio di tre crediti formativi - sono stati invitati i anche gli ingegneri ed i presidenti degli ordini provinciali di Potenza, Bari, BAT, Foggia, Brindisi e Taranto: “L’evento formativo è propizio per coinvolgere i colleghi di altre province dei territori circostanti, in una logica di sempre più convinta collaborazione su temi affini tra gli ordini professionali.” – è quanto afferma il presidente Giuseppe Sicolo, che di recente è stato designato Presidente del Dipartimento Nazionale della Scuola di Formazione del Consiglio Nazionale degli Ingegneri. “Del resto, gli argomenti che saranno trattati il 13 giugno prossimo riguardano le soluzioni innovative realizzate da un’azienda leader nella costruzione di strutture e manufatti prefabbricati, sempre più affermata su un mercato rappresentato dall’intera Italia Meridionale; ad esse, si aggiungono gli interessanti contenuti didattici che saranno forniti da importanti docenti e professionisti del settore” – conclude Sicolo.

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Comunicato #830: Matera, il 13 giugno seminario degli ingegneri sulla sostenibilità nella prefabbricazione
All’evento formativo sono stati invitati i colleghi lucani e pugliesi.
Il 13 giugno 2024 si svolgerà a Matera, all’UnaHotels MH Venusio (dalle 9:30 alle 12:30), il seminario “SISTEMA ISISTAR: la sostenibilità nella prefabbricazione”. L’evento è organizzato dall’Ordine degli Ingegneri della provincia di Matera con la collaborazione della società di prefabbricazione locale Siprem, e gode del patrocinio del Consiglio Nazionale degli Ingegneri; il massimo organismo professionale sarà rappresentato, per l’occasione, dal Vice Presidente Elio Masciovecchio, il quale formulerà i saluti ai convenuti, insieme Dott. Michele Molinari, Amministratore Siprem, e all’Ing. Giuseppe Sicolo, presidente dell’Ordine degli Ingegneri della provincia di Matera. Sono previsti gli interventi dell’Arch. Prof. Annalinda Neglia, docente associata di Architettura del Paesaggio presso il Politecnico di Bari, sul tema “Integrare e proteggere: i tetti verdi e i giardini pensili”; dell’Ing. Manuela Passalacqua, funzionario dell’Ufficio Energia e Impianti del Comune di Bari sul tema “Il tetto verde nel regolamento edilizio del Comune di Bari”; del Prof. Ing. Guido R. Dell’Osso, docente associato di Produzione Edilizia presso il Politecnico di Bari sul tema “Tecniche costruttive dei tetti verdi”. Completano il programma delle relazioni la presentazione aziendale del gruppo industriale Siprem, a cura del Dott. Antonio Molinari, e gli interventi dell’Ing. Luigi Lasaponara (Direttore Commerciale Siprem, “Tipologie costruttive e nuove frontiere nella prefabbricazione: Sistema Isistar”) e dell’Ing. Giuseppe Falcicchio (Direttore Tecnico Siprem, “Performance strutturali del sistema Isistar”). All’iniziativa – che prevede il rilascio di tre crediti formativi - sono stati invitati i anche gli ingegneri ed i presidenti degli ordini provinciali di Potenza, Bari, BAT, Foggia, Brindisi e Taranto: “L’evento formativo è propizio per coinvolgere i colleghi di altre province dei territori circostanti, in una logica di sempre più convinta collaborazione su temi affini tra gli ordini professionali.” – è quanto afferma il presidente Giuseppe Sicolo, che di recente è stato designato Presidente del Dipartimento Nazionale della Scuola di Formazione del Consiglio Nazionale degli Ingegneri. “Del resto, gli argomenti che saranno trattati il 13 giugno prossimo riguardano le soluzioni innovative realizzate da un’azienda leader nella costruzione di strutture e manufatti prefabbricati, sempre più affermata su un mercato rappresentato dall’intera Italia Meridionale; ad esse, si aggiungono gli interessanti contenuti didattici che saranno forniti da importanti docenti e professionisti del settore” – conclude Sicolo.

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Rigassificatore GNL: usi e controversie
Il rigassificatore di gas naturale liquefatto (GNL) è una struttura industriale per l'approvvigionamento di gas naturale in molte parti del mondo. Tuttavia, la loro costruzione e operatività spesso suscitano forti reazioni di opposizione da parte della popolazione locale e delle organizzazioni ambientaliste. Perché i rigassificatori GNL sono così importanti, per soddisfare la domanda energetica e perché la loro presenza genera proteste? Cos'è un rigassificatore GNL? Un rigassificatore GNL è una struttura industriale che converte il gas naturale liquefatto (GNL) in gas naturale per renderlo utilizzabile nella rete di distribuzione del gas. Il gas naturale viene trasportato in forma liquefatta attraverso navi cisterna appositamente progettate e successivamente rigassificato nei terminali di rigassificazione prima di essere immesso nella rete di gasdotti per la distribuzione e l'utilizzo. I rigassificatori GNL svolgono un ruolo cruciale nell'approvvigionamento di gas naturale, che è una fonte di energia fondamentale per molti settori industriali e per il riscaldamento domestico. Queste strutture consentono di importare gas naturale da regioni ricche di risorse, come il Medio Oriente e l'America del Nord, e di distribuirlo in modo efficiente nei paesi che ne hanno bisogno. Inoltre, i rigassificatori GNL possono contribuire alla sicurezza energetica di un Paese, riducendo la dipendenza da fonti di energia tradizionali e promuovendo una maggiore diversificazione delle fonti energetiche. Le proteste delle popolazioni locali Nonostante il loro ruolo essenziale nel fornire energia, i rigassificatori GNL spesso suscitano proteste e opposizione da parte della popolazione locale e delle organizzazioni ambientaliste. Le principali preoccupazioni riguardano gli impatti ambientali e sanitari associati alla costruzione e all'operatività di queste strutture. I critici sostengono che i rigassificatori GNL possono causare: - inquinamento dell'aria e dell'acqua - disturbare gli habitat marini sensibili - aumentare il rischio di incidenti industriali, come le fuoriuscite di gas o gli incendi - alterare il paesaggio costiero - compromettere le attività economiche locali, come la pesca e il turismo. La complessa bilancia tra necessità energetica e preoccupazioni ambientali La controversia sui rigassificatori GNL riflette una complessa bilancia tra la necessità di soddisfare la domanda energetica e le preoccupazioni legate all'ambiente e alla salute pubblica. Mentre i sostenitori sostengono che queste strutture sono essenziali per garantire un approvvigionamento energetico affidabile e sicuro, gli oppositori sollevano preoccupazioni legittime sugli impatti ambientali e sulla sicurezza. Al fine di affrontare efficacemente queste preoccupazioni, è fondamentale coinvolgere la popolazione locale e le organizzazioni ambientaliste nel processo decisionale e garantire una valutazione completa degli impatti ambientali e sanitari associati alla costruzione e all'operatività dei rigassificatori GNL. Inoltre, è importante esplorare alternative energetiche più sostenibili e ridurre la dipendenza dalle fonti fossili non rinnovabili. In copertina foto di Andrew Martin da Pixabay Read the full article
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Ettore Sottsass Metaphores
A cura di Milco Carboni e Barbara Radice. Illustrazioni, fotografie in bianco e nero e testi di Ettore Sottsass. Edizione in francese
Skira / Seuil , Milano/Parigi 2002, 128 pagine, 24x34cm, ISBN 978-8884913241
euro 150,00
email if you want to buy [email protected]
Progettato da Ettore Sottsass, il volume costituisce una sorta di diario intimo e di riflessione per immagini di uno dei più grandi designer del nostro tempo, con suggestive fotografie scattate dallo stesso autore. Interamente ideato e disegnato da Ettore Sottsass, il volume rappresenta le esperienze concettuali e artistiche compiute dal maestro milanese tra la fine degli anni ‘60 e i primi anni '70.
Considerato uno dei più acuti e provocatori designer del dopoguerra internazionale, fondatore di Memphis e icona della cultura postmoderna, Ettore Sottsass ha da sempre alternato l'attività di progettista a un uso continuo della fotografia come strumento per riflettere sulla realtà e sul ruolo della visione. Il volume raccoglie materiali fotografici e grafici realizzati negli Stati Uniti, in Italia e Spagna tra il 1968 e il 1976 fino ad oggi assolutamente inediti.
Le Metafore sono una sequenza di fotografie scattate da Ettore Sottsass Jr. durante i suoi viaggi nei deserti della Spagna (Barcellona, Madrid, Almeria, Grenada) e sui Pirenei. Le Metafore sono opere temporanee di land-art o pseudo-costruzioni architettoniche create nel paesaggio, fatte di oggetti poveri e fragili, pezzi di spago, legno, nastri, foglie, sassi, pezzi di abbigliamento, ecc.
In quel periodo Sottsass si interrogava sul ruolo e sulla responsabilità dell'architetto nella cultura industriale contemporanea e sentiva il bisogno di tornare alle origini dell'architettura: con questi edifici, sorta di "studio del linguaggio architettonico" (Barbara Radice), cercava di indagare il rapporto tra l'individuo e l'ambiente fisico. Case senza pareti e soffitti, porte che si affacciano sul vuoto, pavimenti senza fondo, letti dove non si può dormire e molti altri oggetti che pongono l'uomo come spettatore di fronte al vero significato della propria esistenza e del proprio destino.
07/10/24
#Ettore Sottsass#metaphores#Sottsass#rare books#photography books#designbooksmilano#fashionbooksmilano
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Nuovo inizio - Recensione di Gisella Blanco per Poesia del Nostro Tempo
Gisella Blanco su Nuovo inzio, l’Arcolaio editore. Nota di Gisella Blanco Con il Nuovo Inizio, Gianluca D’Andrea (L’Arcolaio) celebra il rituale affascinante e macabro del movimento di condizioni esistenziali opposte, tipico dell’esistenza terrena. E lo fa proprio a partire dalla fine (o dalla sua ipotesi), spettacolare e ironicamente magnificata.Il paesaggio prettamente industriale e…
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