#paesaggio industriale
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Foggia, Zona Industriale, Strada Provinciale 76, Fabbrica (fotografia di Carmelo Scibilia, 5 Aprile 2023)
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The Sharing Association is pleased to announce the 16th edition of the Share Prize, the competition dedicated to contemporary art focusing on technology and science.
The artworks nominated for the prize must follow the theme:
'ALL-NATURAL'
curated by Share Festival artistic director Bruce Sterling and curator Jasmina Tešanović
The platform invites artists from all over the world to submit their works.
Call for entries open from 12 April 2024 to 9 June 2024
The six prize nominees will be announced in July 2024. The announcement will be published on our website: www.toshareproject.it
The winner will be announced during the Share Festival Opening,in Turin from 28 October to 3 November 2024 during the Turin Contemporary Art Week.
Link website:
Link Call:
Link form:
Prize Summary: Winner gets 2500 euro prize Event date: April 12, 2024 to June 9, 2024 Location: Torino Deadline: 09/June/2024
"ALL-NATURAL"
Per la XVIII edizione di Share Festival vogliamo avanzare una proposta che sappiamo essere impossibile.
Qui nell'elegante Torino - città famosa per il suo caloroso sostegno verso ogni forma d'arte - non riusciamo a fare un respiro che non sia contaminato. Non è solo l'intera atmosfera del nostro pianeta a essere inquinata dai gas serra: a causa della sua eredità industriale e della sua peculiare situazione geografica, Torino si trova in una situazione particolarmente preoccupante per via dell'onnipresente foschia dovuta alle polveri sottili che includono metalli, prodotti della combustione e persino polveri agricole. Mentre voi leggete, noi stiamo respirando tutto questo.
Eppure, allo stesso tempo, la provincia piemontese è rinomata nel mondo per la sua dedizione all'artigianalità dello Slow Food, il cibo che nasce grazie alle varietà uniche di piante e animali presenti sul fertile suolo italiano.
Nel prossimo Festival vogliamo prendere di petto questa contraddizione e affrontarla attraverso il nostro mezzo d'elezione, l'arte tecnologica. Possiamo farla diventare un momento dialettico, invece che farla restare una mera contraddizione? Riusciremo a vedere della net-art plasmata sugli uccelli, gli insetti, le api e il paesaggio naturale e locale? Potremo interagire con robot fatti di legno, sculture digitali ricavate dal marmo e opere interattive composte da corni, canne, conchiglie, bambù, paglia, ossa, fossili o - ancor meglio - materiali naturali che rischiano di scomparire e interamente appartenenti alla regione da cui proviene l'artista?
"Difendere l'ambiente" non è sufficiente: questi materiali naturali saranno in grado di infiltrarsi nella sostanza innaturale del domani e prendersi la loro infestante, tremenda vendetta?
Fate del vostro meglio, per favore. Abbiamo bisogno di una boccata d'aria fresca!
Bruce Sterling, Direttore Artistico di Share Festival Jasmina Tesanovic, Curatrice di Share Prize
For the XVIII edition of Share Festival, we make this demand because we know it's impossible.
Here in glamorous Torino -- a city known for its cordial support of "every form of art" -- we can't take one natural, untainted breath. Not only is the planet's whole atmosphere polluted with Greenhouse gases -- here in Torino, thanks to our industrial heritage and our specific geographic climate, we're particularly badly off from an all-pervasive haze of PM2.5 micrometer pollution particles, including metals, combustion products and even agricultural dust. As you read this, we breathe that.
And yet, at the very same time, our Italian province of Piedmont is world-famous for its devotion to hand-crafted, artisanal "Slow Foods" grown from the unique plant and animal varieties of the fruitful Italian soil.
In our forthcoming Festival, we plan to tackle this contradiction headlong -- through our favorite medium of technology art. Can this become a dialectic instead of a contradiction? Can we witness net.art that is all about birds, bugs, bees and natural local landscapes? Can we interact with robots made of natural woods, sculptures digitally carved from marble, and interactive artworks composed of horn, reeds, seashells, bamboo, straw, bones, fossils, or better yet, severely imperiled natural materials entirely unique to the artist's own region in the world?
It's not enough to "defend the environment" -- how can natural materials infiltrate tomorrow's unnatural substance and take some terrible, weedy revenge? Please do your best for us. We need a breath of fresh air!
Bruce Sterling, Direttore Artistico di Share Festival Jasmina Tesanovic, Curatrice di Share Prize
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Il liberalismo, unica ideologia dogmatica rimasta, rivela la sua essenza proprio nella gestione del fenomeno migratorio. Ma andiamo per gradi e dall’inizio: il liberalismo nasce come ideologia borghese e mercantile per tutelare gli interessi della nascente borghesia compradora che liberatasi di Trono e Altare, trova la sua legittimazione culturale e politica nell’utilitarismo di Locke, Hume e altri , basandosi soprattutto sulle teorie di Hobbes dove l’assetto sociale e statuale è determinato dal ” contratto sociale ” tra i componenti e in quelle di Montesquieu sulla divisione dei poteri , dove prevale però chi detiene i mezzi economici.
Il liberalismo infatti concepisce solo diritti del tutto ” astratti” e non collegati in alcun modo alla concretezza materiale tranne quello alla proprietà privata ( anche questo soggetto alle differenze di censo) e alla libera impresa. Ad esempio il CD diritto al lavoro e’ il classico esempio di diritto che in realtà è esercitabile a condizione che la dinamica domanda/ offerta corrisponda alle necessità del ” mercato del lavoro ” ergo alle necessità del Capitale, altrimenti è un diritto inesigibile da parte del titolare del diritto stesso. Potremmo citare altri esempi di diritti totalmente svincolati dalla realtà e dalla dinamica materiale ( libertà di espressione, alla salute, alla sicurezza…) ed è proprio per questo che ad esempio in Italia dal 1948 si parla di Costituzione formale, in pratica mai attuata , e Costituzione reale, cioè quella parte che per prassi necessita per il funzionamento dell’economia di mercato.
Posto questo dato , nel caso del fenomeno migrazione, controllata o meno, assistiamo ad un classico dello Stato liberale. Cercare di agevolare l’ingresso di un esercito industriale di riserva , in modo più o meno surrettizio, cercando al contempo di introdurre l’idea culturale che la persona, come le merci, è spazialmente e temporalmente ” fungibile” .Ergo un congolese ad Oslo o un norvegese in Congo possono ” integrarsi” a vicenda perché sono persone che , in teoria , non soffrono alcuna influenza identitaria o ambientale.
Ora il marxismo , che lo ricordiamo nasce come liberalismo ” rovesciato”, nella sua corrente rappresentata da Adorno , Horkheimer ma anche dalla corrente francese che fa capo a Guattari , pone invece l’uomo come prodotto delle condizioni sociali, ambientali e della società in cui vive. Si arriva a dire , ed è per certi versi assolutamente inconfutabile, che l’uomo è determinato dalla famiglia, dal clima e dal paesaggio in cui vive , tralasciando usi, costumi, credenze religiose etc. Questi fattori determinano non solo chi li vive ma anche le generazioni successive che dovessero emigrare altrove, come dimostrano anche gli italiani che da generazioni vivono in altri paesi che mantengono uno stretto legame, magari spesso folkloristico, con le proprie origini.
Quindi l’origine come il DNA di ogni persona è ineliminabile, a onta dei” costruttori di diritti a tavolino” che continuano a parlare di inesistenti ” diritti universali” che si concretizzano solo nel ” diritto del capitale ” di spostare manodopera da un capo all’ altro del pianeta. I tentativi quindi di eliminare i dati identitari e qualitativi sia degli europei che degli immigrati, in nome di un astrattismo materiale che vorrebbe solo ” replicanti” consumatori globali o ” cittadini del mondo” non è logico, non è razionale e soprattutto genera violenza e problemi psichici che ben vediamo nella cronaca nera quotidiana anche e soprattutto con gli immigrati di terza generazione. I tentativi surrettizi tipo lo ” ius scholae” sono semplicemente risibili , ancora una volta non basta studiare Dante per sentirsi europei, anche perché primo non si capisce perché un africano dovrebbe sentirsi ” europeo” e viceversa, ma soprattutto perché la cd integrazione non può avvenire su queste basi di astrattezza puramente mercantile che non permette un effettivo dialogo tra culture e identità, ma al contrario lo mortifica e lo soffoca in nome del puro profitto di pochi.
-Kulturaeuropa
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"Gigantesche turbine eoliche più alte dell'edificio Gherkin di Londra saranno costruite in tutta la campagna britannica dopo che Ed Miliband ha respinto le richieste di imporre un limite di altezza.
La decisione del Segretario all'Energia significa che turbine alte fino a 850 piedi possono essere costruite su colline e campi, molto più alte del grattacielo di Londra, che si trova a 591 piedi.
Miliband ha revocato il divieto del precedente governo su tutto l'eolico onshore nelle campagne inglesi, annunciando l'intenzione di darsi il potere decisionale finale sulle domande nel tentativo di raggiungere gli obiettivi di zero netto.
Un portavoce del Dipartimento dell'Energia ha anche chiarito la scorsa settimana che non ci saranno restrizioni di altezza imposte alle nuove turbine, aprendo la strada a modelli massicci sviluppati da produttori cinesi e non solo, da erigere in tutto il Regno Unito.
Ha detto: "Non ci sono limiti nazionali all'altezza delle turbine nel Regno Unito"."
Affermando di volere preservare la biodiversità, la natura che tanto amano, di voler salvare il mondo intero dall'azione della mano industrializzata dell'uomo.
Eppur non sembra, perché distruggere foreste per farne biomassa, ed applicare questa distruzione utilizzando strumenti e mezzi alimentati da comunissimo gasolio, rinnegare le promesse sulla conservazione della specie ed uccidere rapaci ed altri volatili, ma non solo i volatili, in via di estinzione (soprattutto in Germania e negli Stati Uniti) privandoli dell'habitat ove sopravvivere e riprodursi.
Distruggere l'ambiente ed il paesaggio, privando la Terra di uno dei suoi due fondamentali termostati (ovviamente sappiamo che il termostato fondamentale è costituito dagli Oceani). Azzerare l'assorbimento di CO2 e il corretto equilibrio dell'umidità ambientale, così come privare le aree prima rurali del necessario albedo, fondamentale per il mantenimento dell'equilibrio termico tra le aree densamente popolate, ove è palese e dimostrato l'effetto isola di calore urbano, e appunto le aree rurali, dove le temperature medie sono di 4°C - 6°C inferiori.
Distruggere, attenzione, non per cercare di produrre bene, ma per alimentare quella che è SOLO una SPECULAZIONE economica; se il fotovoltaico e l'eolico fossero così economici e razionali, non necessiterebbero di migliaia di miliardi di dollari/euro di sovvenzioni (siamo ben sopra i 15 trilioni di dollari complessivi bruciati in nome della speculazione per poco meno del 3% dell'energia elettrica realmente consumata da queste fonti, che producono quando non serve, e non forniscono nulla quando è fondamentale averne disponibilità).
Si aggiunga al danno la beffa: le turbine eoliche non sono ventilatori, ma sottraggono energia dal vettore "aria atmosferica", riducendo l'Entropia di sistema, diversamente da quanto pretendono di affermare falsi ambientalisti e speculatori collegati.
Il Texas ha dimostrato quanto già noto per il fotovoltaico in Germania e Australia: anche le turbine eoliche contribuiscono in modo determinante all'effetto isola di calore urbano per la riduzione del rimescolamento d'aria a valle delle turbine, con conseguenze, anche, sulla produzione agricola per minor impollinazione.
E, a concludere, sono milioni i volatili che annualmente vengono letteralmente fatti a pezzi da questi inutili dispositivi, che non hanno nulla di nuovo e di rivoluzionario, ed erano stati già messi al bando in California nel 1907, dopo essere stata dimostrata la loro inutilità per alimentare un sistema elettrico industriale e moderno.
#truffa energetica#truffa rinnovabili#truffa climatica#devastazione ecologica#Greta la troia europea
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LILIANA MORO, ANDANTE CON MOTO (parte I)
Che “Bella ciao” sia ormai un canto di protesta contro gli oppressori ed un inno alla libertà, è ormai universalmente riconosciuto. Naturalmente lo era anche nel 2010, quando Liliana Moro lo scelse per una essenziale ma toccante installazione sonora che è stata ricostruita nella sala d’ingresso del Pac di Milano in occasione della mostra, appena conclusasi ed intitolata “Andante con moto”. La sequenza continua di varie versioni in molte lingue, fuoriesce da una tromba acustica che pende dal soffitto: quasi una dichiarazione d’intenti, messa in grande evidenza, prima che il visitatore intraprenda il percorso verso le (altre) opere. Sulla parete di fondo una gigantografia in b/n del paesaggio industriale di Milano visto da via Breda, quartiere Bicocca, prima della sua trasformazione in zona universitaria, che sembra manifestare un desiderio di affermazione identitaria dell’artista. “Andante con moto” è una mostra da vedere e da ascoltare, come già fa presumere il titolo. Il suono, con le sue potenzialità comunicative e, perché no, ideologiche, è un mezzo ampiamente utilizzato dall’artista italiana nelle installazioni ambientali. E non è una novità che oggi, sempre più spesso, gallerie d’arte, spazi espositivi e musei, lo utilizzino per “accompagnare” le opere esposte. Siamo quindi in presenza di un avvenimento precursore di tendenze che sembrano ormai avere sempre più spazio. “Le nomadi” è una essenziale installazione costituita da una serie di zaini e zainetti, depositati a terra, dai quali fuoriescono famose arie d’opera cantate da Maria Callas, alternate e confuse con piste sonore che riproducono il rumore dell’acqua che scorre, e dedicata idealmente alle donne che hanno avuto un certo peso nella vita dell’artista. Si può dire che sue opere il suono diventi una sorta di architettura, capace di modellare gli spazi e di dar loro senso. Per Liliana Moro, l’estetizzazione dell’opera sembra essere un ostacolo al suo diretto intento comunicativo che è il vero scopo del suo agire. In “Moi” questo obiettivo risulta più evidente che mai: in questa installazione del 2012, dodici casse acustiche su lineari supporti e disposte in cerchio con la nota dell’artista che dice: “Studio per un probabile equilibrio in movimento”. Poi un’opera del 1977 dove due donne legate tra loro fanno suonare una nota su una pianola ancorata al fianco di una delle due donne (Liliana Moro stessa). Bisogna ammettere che l’operazione appare piuttosto cervellotica e che i risultati non sembrano essere efficaci come la macchinazione messa in atto. (continua)
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Ettore Sottsass Métaphores
Sous la direction de Milco Carboni e Barbara Radice
Skira Seuil, Paris 2002, 125 pages, 24x34cm, ISBN 97888849132491
euro 140,00
email if you want to buy [email protected]
Dans ce carnet intime, Ettore Sotsass, l'un des plus grands designers contemporains, laisse entrevoir ce qu'a été son expérience créatrice de la fin des années soixante au début des années soixante-dix. De cette période très féconde au plan artistique tant pour lui que pour bien d'autres artistes, Ettore Sotsass publie pour la première fois des projets et des photographies prises aux États-Unis, en Italie et en Espagne, entre 1968 et 1976. Soigneusement sélectionnées par ses soins, les pièces sont présentées dans le cadre d'une histoire par laquelle l'artiste convoque sa mémoire et dialogue avec son passé. Ce journal personnel en images permet d'accéder à l'univers culturel complexe de Sotsass et d'approcher son processus de création.
Progettato da Ettore Sottsass, il volume costituisce una sorta di diario intimo e di riflessione per immagini di uno dei più grandi designer del nostro tempo, con suggestive fotografie scattate dallo stesso autore. Interamente ideato e disegnato da Ettore Sottsass, il volume rappresenta le esperienze concettuali e artistiche compiute dal maestro milanese tra la fine degli anni ‘60 e i primi anni '70.
Considerato uno dei più acuti e provocatori designer del dopoguerra internazionale, fondatore di Memphis e icona della cultura postmoderna, Ettore Sottsass ha da sempre alternato l'attività di progettista a un uso continuo della fotografia come strumento per riflettere sulla realtà e sul ruolo della visione. Il volume raccoglie materiali fotografici e grafici realizzati negli Stati Uniti, in Italia e Spagna tra il 1968 e il 1976 fino ad oggi assolutamente inediti.
Le Metafore sono una sequenza di fotografie scattate da Ettore Sottsass Jr. durante i suoi viaggi nei deserti della Spagna (Barcellona, Madrid, Almeria, Grenada) e sui Pirenei. Le Metafore sono opere temporanee di land-art o pseudo-costruzioni architettoniche create nel paesaggio, fatte di oggetti poveri e fragili, pezzi di spago, legno, nastri, foglie, sassi, pezzi di abbigliamento, ecc.
In quel periodo Sottsass si interrogava sul ruolo e sulla responsabilità dell'architetto nella cultura industriale contemporanea e sentiva il bisogno di tornare alle origini dell'architettura: con questi edifici, sorta di "studio del linguaggio architettonico" (Barbara Radice), cercava di indagare il rapporto tra l'individuo e l'ambiente fisico. Case senza pareti e soffitti, porte che si affacciano sul vuoto, pavimenti senza fondo, letti dove non si può dormire e molti altri oggetti che pongono l'uomo come spettatore di fronte al vero significato della propria esistenza e del proprio destino.
18/06/24
#Ettore Sottsass#Sottsass#rare books#métaphores#metafore#Barbara Radice#Milco Carboni#photography books#sequenza fotografie#Spagna#fashionbooksmilano
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Giornate d’autunno del Fai 2023
Anche quest’anno tornano le Giornate FAI d’Autunno, previste per sabato 14 e domenica 15 ottobre 2023. L’evento, che da dodici anni promuove il patrimonio culturale e paesaggistico nel paese, sarà promosso dai Gruppi Fai giovani, oltre che da tutti i volontari della Rete Territoriale della Fondazione tra Palazzi storici, ville, chiese, castelli, e ancora esempi di archeologia industriale, musei, collezioni d’arte, aree archeologiche, biblioteche, laboratori artigiani e siti produttivi, oltre ad itinerari nei borghi e percorsi in aree naturalistiche, parchi urbani, orti botanici e giardini storici. Fra i luoghi aperti a Torino c’è anche il Castello di Masino, che domina la vasta piana del Canavese, dove dal Belvedere si può vedere un paesaggio suggestivo ancora oggi intatto e i visitatori potranno visitare l’interno del castello e il parco Settecentesco. Da vedere è anche lo chalet Mollino, che prende il nome dall’architetto Carlo Mollino e si trova nel comune di Sauze d'Oulx, in località Lago Nero. Poco lontano da Milano, a Binasco, c’è il Museo della Macchina per Caffè (Mumac) che racconta le varie fasi di sviluppo di questo oggetto che si incontra in qualsiasi bar. Chi invece preferisce restare in città può visitare la sede storica della Banca Cesare Ponti, in Piazza del Duomo: rimasta quasi intatta dal 1881 e sorge dove un tempo i Milanesi altolocati erano soliti ritrovarsi, cioè il Coperto dei Figini. La storia ha attraversato anche il Teatro Verdi, che nasce agli inizi del Novecento come sede di una corale esterna del Teatro alla Scala, nel dopoguerra diventa sala da ballo e in seguito d’incisione, finché negli anni Settanta viene restituita alla vocazione teatrale e musicale dall’Arci. Nel 1975 il Teatro del Buratto subentra nella gestione, facendo del Verdi sede delle proprie produzioni e luogo significativo del teatro a Milano. Molti i luoghi aperti anche a Bologna, come il Santuario del Corpus Domini, uno dei luoghi più cari alla storia devozionale della città, e il Quadrone, un’Oasi di Protezione della Fauna selvatica istituita nel 1985, mentre a Medicina c’è il magazzino ed essiccatoio del riso della Tenuta Vallona, edificato per garantire la miglior resa delle vaste coltivazioni a risaia introdotte nella tenuta e così lenire la disoccupazione della mano d'opera locale. A Roma per la prima volta il Consiglio Superiore della Magistratura apre le porte della sua sede ai cittadini ed al pubblico, per vedere dove si riunisce in plenaria e visitare lo studio del Presidente della Repubblica. Fra gli altri luoghi visitabili c’è l’Oratorio dei Filippini, che sorge accanto alla Chiesa Nuova, che nel XIX secolo diventa tribunale, per poi essere sede dell’Archivio Storico Capitolino nel 1922, con la prestigiosa Biblioteca Vallicelliana e l'Istituto Storico Italiano per il Medioevo. Palermo apre la principale sede locale della Rai, che ha un ruolo centrale nell'ambito dell'informazione, infatti la sua costruzione in viale Strasburgo è stata sollecitata a più riprese anche dal presidente della Repubblica Pertini e dall'allora Presidente della Regione Piersanti Mattarella, ed è stata decisa già negli anni Ottanta dal consiglio d'amministrazione presieduto da Sergio Zavoli. Fra gli altri luoghi c’è il Complesso Monumentale di San Giovanni degli Eremiti, che ricade nell'antico territorio del Transkemonia, che comprendeva l'abitato posto al di là del torrente Kemonia o Fiume del Maltempo, così denominato a causa delle piene rovinose, durante l'inverno. Read the full article
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🗻 LA VALLE DEL DIAVOLO. MONTECERBOLI In Toscana si trova la famosa Valle del Diavolo, un luogo che sembra uscito da un racconto fantastico, caratterizzato da soffioni boraciferi e geyser. Questo paesaggio, con colonne di vapore bianco che si innalzano verso il cielo, avrebbe ispirato Dante Alighieri nella descrizione del suo Inferno. La Valle del Diavolo, con le sue atmosfere spettrali, include diverse località, tra cui Montecerboli, una frazione di Pomarance (Pisa). Il nome stesso richiama Cerbero, il guardiano dell’Inferno dantesco. Montecerboli è noto per il suo centro storico medievale e per i numerosi soffioni boraciferi che emettono gas e vapori dal sottosuolo. A Larderello, altra frazione di Pomarance, si deve la trasformazione industriale dei soffioni boraciferi grazie a François Jacques de Larderel nel 1800. Questa zona è diventata la prima al mondo a sfruttare l’energia geotermica per la produzione di elettricità. Il Museo della Geotermia di Larderello racconta questa storia, mostrando strumenti originali e modelli che illustrano la ricerca e l’utilizzo dell’energia geotermica. Nonostante i cambiamenti avvenuti nel tempo, la Valle del Diavolo mantiene i suoi caratteristici lagoni e soffioni boraciferi. Nei pressi di Larderello, a Sasso Pisano, frazione di Castelnuovo di Val di Cecina, il Parco delle Fumarole offre ancora oggi uno spettacolo naturale di queste manifestazioni geotermiche, visitabile in ogni periodo dell’anno. 🇬🇧 In Tuscany there is the famous Devil's Valley, a place that seems to have emerged from a fantastic story, characterized by boraciferous shower heads and geysers. This landscape, with columns of white steam rising towards the sky, would have inspired Dante Alighieri in the description of his Inferno. The Devil's Valley, with its ghostly atmospheres, includes several locations, including Montecerboli, a hamlet of Pomarance (Pisa). The name itself recalls Cerberus, the guardian of Dante's Hell. Montecerboli is known for its medieval historic center and for the numerous boraciferous shower heads that emit gases and vapors from underground. Larderello, another hamlet of Pomarance, was responsible for the industrial transformation of boraciferous shower heads thanks to Francois Jacques de Larderel in 1800. This zone became the first in the world to harness geothermal energy for electricity generation. The Larderello Geothermal Museum tells this story, showing original tools and models illustrating the research and use of geothermal energy. Despite the changes that have occurred over time, the Devil's Valley maintains its characteristic boraciferous lagoons and shower heads. Near Larderello, in Sasso Pisano, a hamlet of Castelnuovo di Val di Cecina, the Fumarole Park still offers a natural spectacle of these geothermal events today, which can be visited at any time of the year.
www.facebook.com/share/p/99NmDuAo48mSP9vh/
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Matera, il 13 giugno seminario degli ingegneri sulla sostenibilità nella prefabbricazione
All’evento formativo sono stati invitati i colleghi lucani e pugliesi.
Il 13 giugno 2024 si svolgerà a Matera, all’UnaHotels MH Venusio (dalle 9:30 alle 12:30), il seminario ��SISTEMA ISISTAR: la sostenibilità nella prefabbricazione”. L’evento è organizzato dall’Ordine degli Ingegneri della provincia di Matera con la collaborazione della società di prefabbricazione locale Siprem, e gode del patrocinio del Consiglio Nazionale degli Ingegneri; il massimo organismo professionale sarà rappresentato, per l’occasione, dal Vice Presidente Elio Masciovecchio, il quale formulerà i saluti ai convenuti, insieme Dott. Michele Molinari, Amministratore Siprem, e all’Ing. Giuseppe Sicolo, presidente dell’Ordine degli Ingegneri della provincia di Matera. Sono previsti gli interventi dell’Arch. Prof. Annalinda Neglia, docente associata di Architettura del Paesaggio presso il Politecnico di Bari, sul tema “Integrare e proteggere: i tetti verdi e i giardini pensili”; dell’Ing. Manuela Passalacqua, funzionario dell’Ufficio Energia e Impianti del Comune di Bari sul tema “Il tetto verde nel regolamento edilizio del Comune di Bari”; del Prof. Ing. Guido R. Dell’Osso, docente associato di Produzione Edilizia presso il Politecnico di Bari sul tema “Tecniche costruttive dei tetti verdi”. Completano il programma delle relazioni la presentazione aziendale del gruppo industriale Siprem, a cura del Dott. Antonio Molinari, e gli interventi dell’Ing. Luigi Lasaponara (Direttore Commerciale Siprem, “Tipologie costruttive e nuove frontiere nella prefabbricazione: Sistema Isistar”) e dell’Ing. Giuseppe Falcicchio (Direttore Tecnico Siprem, “Performance strutturali del sistema Isistar”). All’iniziativa – che prevede il rilascio di tre crediti formativi - sono stati invitati i anche gli ingegneri ed i presidenti degli ordini provinciali di Potenza, Bari, BAT, Foggia, Brindisi e Taranto: “L’evento formativo è propizio per coinvolgere i colleghi di altre province dei territori circostanti, in una logica di sempre più convinta collaborazione su temi affini tra gli ordini professionali.” – è quanto afferma il presidente Giuseppe Sicolo, che di recente è stato designato Presidente del Dipartimento Nazionale della Scuola di Formazione del Consiglio Nazionale degli Ingegneri. “Del resto, gli argomenti che saranno trattati il 13 giugno prossimo riguardano le soluzioni innovative realizzate da un’azienda leader nella costruzione di strutture e manufatti prefabbricati, sempre più affermata su un mercato rappresentato dall’intera Italia Meridionale; ad esse, si aggiungono gli interessanti contenuti didattici che saranno forniti da importanti docenti e professionisti del settore” – conclude Sicolo.
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Comunicato #830: Matera, il 13 giugno seminario degli ingegneri sulla sostenibilità nella prefabbricazione
All’evento formativo sono stati invitati i colleghi lucani e pugliesi.
Il 13 giugno 2024 si svolgerà a Matera, all’UnaHotels MH Venusio (dalle 9:30 alle 12:30), il seminario “SISTEMA ISISTAR: la sostenibilità nella prefabbricazione”. L’evento è organizzato dall’Ordine degli Ingegneri della provincia di Matera con la collaborazione della società di prefabbricazione locale Siprem, e gode del patrocinio del Consiglio Nazionale degli Ingegneri; il massimo organismo professionale sarà rappresentato, per l’occasione, dal Vice Presidente Elio Masciovecchio, il quale formulerà i saluti ai convenuti, insieme Dott. Michele Molinari, Amministratore Siprem, e all’Ing. Giuseppe Sicolo, presidente dell’Ordine degli Ingegneri della provincia di Matera. Sono previsti gli interventi dell’Arch. Prof. Annalinda Neglia, docente associata di Architettura del Paesaggio presso il Politecnico di Bari, sul tema “Integrare e proteggere: i tetti verdi e i giardini pensili”; dell’Ing. Manuela Passalacqua, funzionario dell’Ufficio Energia e Impianti del Comune di Bari sul tema “Il tetto verde nel regolamento edilizio del Comune di Bari”; del Prof. Ing. Guido R. Dell’Osso, docente associato di Produzione Edilizia presso il Politecnico di Bari sul tema “Tecniche costruttive dei tetti verdi”. Completano il programma delle relazioni la presentazione aziendale del gruppo industriale Siprem, a cura del Dott. Antonio Molinari, e gli interventi dell’Ing. Luigi Lasaponara (Direttore Commerciale Siprem, “Tipologie costruttive e nuove frontiere nella prefabbricazione: Sistema Isistar”) e dell’Ing. Giuseppe Falcicchio (Direttore Tecnico Siprem, “Performance strutturali del sistema Isistar”). All’iniziativa – che prevede il rilascio di tre crediti formativi - sono stati invitati i anche gli ingegneri ed i presidenti degli ordini provinciali di Potenza, Bari, BAT, Foggia, Brindisi e Taranto: “L’evento formativo è propizio per coinvolgere i colleghi di altre province dei territori circostanti, in una logica di sempre più convinta collaborazione su temi affini tra gli ordini professionali.” – è quanto afferma il presidente Giuseppe Sicolo, che di recente è stato designato Presidente del Dipartimento Nazionale della Scuola di Formazione del Consiglio Nazionale degli Ingegneri. “Del resto, gli argomenti che saranno trattati il 13 giugno prossimo riguardano le soluzioni innovative realizzate da un’azienda leader nella costruzione di strutture e manufatti prefabbricati, sempre più affermata su un mercato rappresentato dall’intera Italia Meridionale; ad esse, si aggiungono gli interessanti contenuti didattici che saranno forniti da importanti docenti e professionisti del settore” – conclude Sicolo.
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sugar elevator (after Frank Gohlke) silos dell'ex zuccherificio SFIR comune di Foggia, zona industriale di borgo Incoronata (fotografia di Carmelo Scibilia, 8 Luglio 2023)
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Il Consiglio di Stato ha messo fine alla questione riguardante l’inclusione dello stabilimento della Italcementi di Monselice nell’area del Parco Regionale dei Colli Euganei
Sentenza di respingimento per Italcementi sulla questione riguardante l'inclusione dello stabilimento di Monselice nell'area del Parco Regionale dei Colli Euganei. Ma soprattutto per un motivo: “Per espressa disposizione normativa, le prescrizioni e i vincoli stabiliti dal Piano ambientale, con riguardo agli immobili che ricadono nel perimetro del Parco, prevalgono sulle (eventuali) differenti prescrizioni della strumentazione urbanistica comunale”. La questione si trascina all’incirca da venti anni, nel corso dei quali si sono succeduti numerosi ricorsi alla Giustizia amministrativa, nei suoi diversi gradi, non solo da parte di Italcementi, ma anche di Enti Locali, della Regione Veneto e del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, oltre al Parco dei Colli Euganei ed alcune associazioni locali. La vicenda ha inizio a maggio 1994 con l’adozione del Piano ambientale da parte del Parco che era stato istituito cinque anni prima. Il Piano consente l’ampliamento del perimetro di oltre il 35% rispetto all’originaria delimitazione stabilita dal legislatore regionale, includendo lo stabilimento di Italcementi all’interno del perimetro del Parco. A questo punto la società ricorre al Tar, contestando il Piano ambientale che di fatto ha ingessato i suoi margini di manovra sul destino dell’impianto. Lo fa una prima volta nel 1994 e poi nel 1999. Ricorsi rigettati, in entrambi i casi, ad agosto 2017. Motivo per il quale Italcementi poi ricorre al Consiglio di Stato. Ma intanto nel 2011 il Tar emette tre sentenze. In due rigetta la richiesta di impugnare l’approvazione dello schema di convenzione e la convenzione relativa al progetto dirinnovo del cementificio gestito da Italcementi a Monselice. Nell’altra accoglie la richiesta del Comitato Lasciateci Respirare e del Comitato E Noi?, di annullare l’autorizzazione paesaggistica rilasciata dal Presidente dell’Ente Parco Regionale dei Colli Euganei e la delibera della Giunta Provinciale, con cui era stato espresso giudizio di compatibilità ambientale favorevole al progetto di costruzione di nuovo impianto in sostituzione di uno in fase di dismissione e l’avvio di un nuovo ciclo produttivo. È contro questa sentenza che Italcementi ricorre al Consiglio di Stato il quale a febbraio 2012 si pronuncia. Accogliendo il suo appello. Dal momento che, si dice nella sentenza, “non vi è la creazione di un nuovo impianto, ma la sostituzione di rilevanti strutture che comporterà un impatto globale notevolmente migliorativo dell’esistente, aggiungendo anche un termine per la fine dell’attività industriale e la rinaturalizzazione successiva del sito, il tutto nel rispetto delle norme vigenti”. Poteva sembrare un nuovo inizio per la contrastata sede di Monselice della multinazionale. Ma le successive sentenze del Tar e poi, recentemente quella del Consiglio di Stato, hanno ribaltato la questione. Evidenziando soprattutto che, “per espresso dettato normativo, nell’ambito del “perimetro del parco”, le prescrizioni e i vincoli del Piano ambientale prevalgono su quelli del Piano regionale territoriale di coordinamento”. Insomma che il paesaggio prevale. Su Tutto. Read the full article
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Rigassificatore GNL: usi e controversie
Il rigassificatore di gas naturale liquefatto (GNL) è una struttura industriale per l'approvvigionamento di gas naturale in molte parti del mondo. Tuttavia, la loro costruzione e operatività spesso suscitano forti reazioni di opposizione da parte della popolazione locale e delle organizzazioni ambientaliste. Perché i rigassificatori GNL sono così importanti, per soddisfare la domanda energetica e perché la loro presenza genera proteste? Cos'è un rigassificatore GNL? Un rigassificatore GNL è una struttura industriale che converte il gas naturale liquefatto (GNL) in gas naturale per renderlo utilizzabile nella rete di distribuzione del gas. Il gas naturale viene trasportato in forma liquefatta attraverso navi cisterna appositamente progettate e successivamente rigassificato nei terminali di rigassificazione prima di essere immesso nella rete di gasdotti per la distribuzione e l'utilizzo. I rigassificatori GNL svolgono un ruolo cruciale nell'approvvigionamento di gas naturale, che è una fonte di energia fondamentale per molti settori industriali e per il riscaldamento domestico. Queste strutture consentono di importare gas naturale da regioni ricche di risorse, come il Medio Oriente e l'America del Nord, e di distribuirlo in modo efficiente nei paesi che ne hanno bisogno. Inoltre, i rigassificatori GNL possono contribuire alla sicurezza energetica di un Paese, riducendo la dipendenza da fonti di energia tradizionali e promuovendo una maggiore diversificazione delle fonti energetiche. Le proteste delle popolazioni locali Nonostante il loro ruolo essenziale nel fornire energia, i rigassificatori GNL spesso suscitano proteste e opposizione da parte della popolazione locale e delle organizzazioni ambientaliste. Le principali preoccupazioni riguardano gli impatti ambientali e sanitari associati alla costruzione e all'operatività di queste strutture. I critici sostengono che i rigassificatori GNL possono causare: - inquinamento dell'aria e dell'acqua - disturbare gli habitat marini sensibili - aumentare il rischio di incidenti industriali, come le fuoriuscite di gas o gli incendi - alterare il paesaggio costiero - compromettere le attività economiche locali, come la pesca e il turismo. La complessa bilancia tra necessità energetica e preoccupazioni ambientali La controversia sui rigassificatori GNL riflette una complessa bilancia tra la necessità di soddisfare la domanda energetica e le preoccupazioni legate all'ambiente e alla salute pubblica. Mentre i sostenitori sostengono che queste strutture sono essenziali per garantire un approvvigionamento energetico affidabile e sicuro, gli oppositori sollevano preoccupazioni legittime sugli impatti ambientali e sulla sicurezza. Al fine di affrontare efficacemente queste preoccupazioni, è fondamentale coinvolgere la popolazione locale e le organizzazioni ambientaliste nel processo decisionale e garantire una valutazione completa degli impatti ambientali e sanitari associati alla costruzione e all'operatività dei rigassificatori GNL. Inoltre, è importante esplorare alternative energetiche più sostenibili e ridurre la dipendenza dalle fonti fossili non rinnovabili. In copertina foto di Andrew Martin da Pixabay Read the full article
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Nuovo inizio - Recensione di Gisella Blanco per Poesia del Nostro Tempo
Gisella Blanco su Nuovo inzio, l’Arcolaio editore. Nota di Gisella Blanco Con il Nuovo Inizio, Gianluca D’Andrea (L’Arcolaio) celebra il rituale affascinante e macabro del movimento di condizioni esistenziali opposte, tipico dell’esistenza terrena. E lo fa proprio a partire dalla fine (o dalla sua ipotesi), spettacolare e ironicamente magnificata.Il paesaggio prettamente industriale e…
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#Gianluca D&039;Andrea#Gisella Blanco#L&039;arcolaio#Nuovo Inizio#poesia#Poesia del nostro tempo#Recensioni
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Ettore Sottsass Metaphores
A cura di Milco Carboni e Barbara Radice. Illustrazioni, fotografie in bianco e nero e testi di Ettore Sottsass. Edizione in francese
Skira / Seuil , Milano/Parigi 2002, 128 pagine, 24x34cm, ISBN 978-8884913241
euro 150,00
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Progettato da Ettore Sottsass, il volume costituisce una sorta di diario intimo e di riflessione per immagini di uno dei più grandi designer del nostro tempo, con suggestive fotografie scattate dallo stesso autore. Interamente ideato e disegnato da Ettore Sottsass, il volume rappresenta le esperienze concettuali e artistiche compiute dal maestro milanese tra la fine degli anni ‘60 e i primi anni '70.
Considerato uno dei più acuti e provocatori designer del dopoguerra internazionale, fondatore di Memphis e icona della cultura postmoderna, Ettore Sottsass ha da sempre alternato l'attività di progettista a un uso continuo della fotografia come strumento per riflettere sulla realtà e sul ruolo della visione. Il volume raccoglie materiali fotografici e grafici realizzati negli Stati Uniti, in Italia e Spagna tra il 1968 e il 1976 fino ad oggi assolutamente inediti.
Le Metafore sono una sequenza di fotografie scattate da Ettore Sottsass Jr. durante i suoi viaggi nei deserti della Spagna (Barcellona, Madrid, Almeria, Grenada) e sui Pirenei. Le Metafore sono opere temporanee di land-art o pseudo-costruzioni architettoniche create nel paesaggio, fatte di oggetti poveri e fragili, pezzi di spago, legno, nastri, foglie, sassi, pezzi di abbigliamento, ecc.
In quel periodo Sottsass si interrogava sul ruolo e sulla responsabilità dell'architetto nella cultura industriale contemporanea e sentiva il bisogno di tornare alle origini dell'architettura: con questi edifici, sorta di "studio del linguaggio architettonico" (Barbara Radice), cercava di indagare il rapporto tra l'individuo e l'ambiente fisico. Case senza pareti e soffitti, porte che si affacciano sul vuoto, pavimenti senza fondo, letti dove non si può dormire e molti altri oggetti che pongono l'uomo come spettatore di fronte al vero significato della propria esistenza e del proprio destino.
07/10/24
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