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storiearcheostorie · 7 months
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Archeologia / In Germania le prime, eccezionali testimonianze delle "trappole mortali" escogitate dai romani per bloccare gli assedi
#Archeologia / In Germania le prime, eccezionali testimonianze delle "trappole mortali" escogitate dai romani per bloccare gli assedi
Elena Percivaldi Un anno fa gli archeologi della Goethe-Universität di Francoforte sul Meno avevano annunciato di aver riportato alla luce a Bad Ems, cittadina tedesca della Renania-Palatinato nella valle di Emsbach, due accampamenti militari romani fino ad allora ignoti, entrambi datati al I secolo d.C. Ora i preziosi reperti riaffiorati durante lo scavo sono stati finalmente presentati al…
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gregor-samsung · 11 months
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" I neocons si formano nella “Nuova Gerusalemme” della diaspora ebraica a New York City, la Lower East Side di Manhattan. Dallo shtetl alla Jewtown, dallo yiddish all’inglese, in un contesto bianco-anglosassone-protestante (Wasp) carico di veleni antisemiti, il passo è lungo. Fra i giovani figli o nipoti di immigrati si forma una esigua quanto ipercombattiva élite intellettuale marxista e filobolscevica che si batte per affermare il socialismo in America e nel mondo. Di quella New York si diceva fosse la città più interessante dell’Unione Sovietica*. Nel City College della metropoli gli squattrinati giovani destinati a formare la spina dorsale del neoconservatorismo a venire frequentano l’odorosa caffetteria studentesca occupandone l’Alcove 1, fortilizio dell’avanguardia trozkista in dissidio con la maggioranza stalinista, che governa l’Alcove 2. Durante la Guerra fredda, le origini ebraiche e comuniste di molti neocons li renderanno sospetti agli occhi di paleoconservatori e repubblicani mainstream anche dopo che il presunto tradimento sovietico dei loro ideali li avrà spinti verso un bellicoso anticomunismo associato al sostegno di principio per Israele, per niente scontato nell’America degli anni cinquanta. Dall’antistalinismo all’avversione totale per il comunismo, dalla contestazione all’adesione al sistema, contro le derive moderate e compromissorie di liberals e appeasers disposti al dialogo con i tiranni rossi, i neoconservatori già trozkisti faranno sentire la loro voce nel dibattito pubblico del dopoguerra. Nell’accademia come nei media alternativi e nelle anticamere del potere, eminenti neocons quali Leo Strauss e Irving Kristol, Max Schachtman e Irving Howe, Richard Perle e Kenneth Adelman, fino a Douglas Feith e a Paul Wolfowitz, influente vicesegretario alla Difesa sotto George W. Bush, avranno modo di promuovere il globalismo democratico. Fine della storia. Mai come strutturata corrente politica o intellettuale, sempre al loro combattivo, lacerante modo. Il moto perpetuo della rivoluzione come fine in sé – comunista o anticomunista – impedisce di superare lo stadio delle connessione informali, esposte a litigi pubblici e odi privati, conversioni e apostasie. Fino al disastro iracheno, che nel primo decennio del secolo marca il tramonto del neoconservatorismo di governo. Non del movimento. In attesa della prossima alba. Perché in America profeti e crociati non muoiono mai. "
* Cfr. J. Heilbrunn, They Knew They Were Right: The Rise of the Neocons, New York-Toronto 2009, Anchor Books, p. 27.
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Lucio Caracciolo, La pace è finita. Così ricomincia la storia in Europa, Feltrinelli (collana Varia), novembre 2022. [Libro elettronico]
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ilsimplicissimusblog · 3 months
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Carne da cannone e teste di minchia
Forse il Pentagono è costruito con materiali di estrema durezza, ma mai quanto la faccia tosta di chi si aggira per quei corridoi e per quegli uffici: un comunicato bizzarro che giunge da questo fortilizio di ipocrisia, annuncia che le truppe coreane eventualmente mandate sul fronte ucraino “sarebbero carne da cannone”.  Ovviamente la Russia non ha alcuna intenzione di servirsi di truppe alleate…
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giuseppelaporta · 11 years
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Le due protomi che raffigurerebbero i volti dell'Imperatore Federico II di Svevia, con una iconografia da satiro, e della sua più fedele sposa ed amata Bianca Lancia.
Sculture eseguite approssimativamente nella prima metà del XIII secolo, sul mastio normanno-svevo della corte di Lagopesole, fortilizio residenziale dove i due si incontrarono intorno al 1225.
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stilouniverse · 8 months
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Il castello di Bibbiano
Bibbiano, Villa de’signori Ghigi posta in collina, costruita nel 1370 ad uso di fortilizio con mura merlate, frazione del comune di Buonconvento. […] Appartenne dapprima ai conti della Berardenga, poi al cardinale Raffaello Petrucci, che la acquistò nel secolo XV, […] fu pure posseduta dai Giuglieschi, famiglia sanese che le lasciò il nome; ultimamente ne avevano possessio i marchesi Ghigi di…
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🏰 Secondo la classifica stilata da National Geographic, il fortilizio di Rocca Calascio è uno dei 15 castelli più belli al mondo ⛰️
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📸 @mauro_pagliai per #abruzzodellemeraviglie⠀⠀
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🏷️ #abruzzo #volgoarte #yallersabruzzo #igersabruzzo #paesaggidabruzzo #volgoabruzzo #ig_abruzzo #tesori_italiani #abruzzofantasy #abruzzo_in_foto #abruzzoitaly #yourabruzzo #igerslaquila #volgolaquila #ig_laquila #italiainunoscatto #castellidabruzzo #calascio #castelliditalia #abruzzo_super_pics #nationalgeographic #nationalgeographicitalia
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personal-reporter · 1 year
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Pisa Book Festival 2023
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Da giovedì 28 settembre a domenica 1 ottobre, la nuova edizione del Pisa Book Festival si propone al pubblico come manifestazione culturale che combina la promozione del libro con quella di musei e complessi storici, luoghi d’arte, identità e memoria storica, organizzata dell’Associazione Pisa Book Festival con il patrocinio del Comune di Pisa, Regione Toscana, Fondazione Pisa, Acque Spa e Camera di Commercio della Toscana Nord-Ovest. Gli Arsenali Repubblicani di Pisa saranno il cuore della fiera, con oltre 90 editori indipendenti nella veste di espositori e promotori di eventi, mentre le sale del Fortilizio della Cittadella e dei vicini Museo delle Navi Antiche di Pisa e Museo Nazionale di Palazzo Reale accoglieranno gli oltre 200 incontri tra  presentazioni di libri, dialoghi con gli autori, masterclass di traduzione, laboratori di scrittura, seminari e piccoli convegni.   La manifestazione aprirà giovedì 28 settembre alle 16, negli Arsenali Repubblicani, con il taglio del nastro e il discorso inaugurale su Pisa e i Medici di Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana, e la lectio magistralis di Lina Bolzoni, madrina della XXI edizione del Festival, sull’Arte della Memoria. Tra le numerose ospiti femminili, fanno il loro ingresso al Pisa Book Festival la poetessa Vivian Lamarque con L’amore da vecchia (Mondadori) e Michela Marzano, e torna Chiara Francini con il suo Forte e Chiara (Rizzoli) che presenterà in dialogo con Sebastiano Mondadori. In collaborazione con la Regione Toscana, venerdì 29 settembre nel Fortilizio della Cittadella, si aprirà uno spazio di incontri alla scoperta del mondo dell’editoria e dei suoi mestieri e,  alle 18, si terrà la Cerimonia di premiazione della terza edizione dei Pisa Book Translation Awards con i tre traduttori finalisti, Eleonora Ottaviani (Del Vecchio Editore), Antonella Conti (Fazi Editore) e Fabio Cremonesi (NN Editore) dove saranno assegnati anche il Premio alla Carriera a Renata Colorni, il Premio Poesia e la Menzione Speciale Editore Indipendente. Nel ciclo degli Omaggi ai grandi della letteratura, quest’anno il Festival ricorderà Alessandro Manzoni  con Eleonora Mazzoni, autrice del libro Il cuore è un guazzabuglio (Einaudi); e José Saramago  con Roberto Francavilla, curatore dell’edizione italiana de I suoi nomi biografia passionale del Premio Nobel portoghese (Feltrinelli). L’edizione numero 21 del Pisa Book Festival segna il debutto del ciclo Lezioni di Storia, ospitato nel Museo Nazionale di Palazzo Reale, venerdì 29 aprirà Carmine Pinto con Curtatone e Montanara, combattere e morire nel Risorgimento, sabato 30 David Salomoni accompagnerà il pubblico nel viaggio di Francis Drake, un corsaro ai confini del mondo e domenica 1 ottobre concluderà il ciclo Arnaldo Marcone rievocando gli ultimi giorni dell’Impero romano. Come sempre non mancheranno gli eventi dedicati agli scrittori e alla letteratura regionale, confermata la rubrica 'Made in Tuscany', dedicata a poeti e scrittori toscani, curata da Vanni Santoni, che dialogherà con la scrittrice Lorenza Gentile e le poetesse Elisa Biagini e Francesca Matteoni, mentre di Edizioni regionali e legame col territorio si parlerà con Bernard Biancarelli e Mario Papalini, editore di Effigi, nell’evento organizzato da Éditions Albiana. Read the full article
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cresy · 2 years
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Castello di Monopoli (BA)
Castello di Monopoli (BA)
Il castello Carlo V di Monopoli, è un fortilizio cinquecentesco edificato durante la dominazione spagnola della città. Il castello Carlo V visto dal Bastione S.Maria: si noti, nella parte bassa di sinistra del castello, tangenzialmente alle mura, la cannoniera detta “la traditora” progettata per spazzare all’improvviso gli attaccanti che tentassero di scalare le mura I lavori per la…
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latinabiz · 2 years
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Il presepe del “Borgo di Mola” della mostra presepiale allestita dall'Associazione Hormiae
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Presepe Borgo di Mola - foto di Pietro Zangrillo Tra i presepi allestini nella mostra della Corte Comunale dell'Associazione Hormiae si intravede il luogo della Torre di Mola. Infatti, con gli anni Via Abate Tosti è divenuto il centro della movida formiana, un quartiere che ha un guardiano di pietra vigile e attento: La Torre di Mola. La possente struttura circolare merlata è alta 27 metri, con un di 15 metri. Essa risale al XIII secolo e voluta dal re di Napoli Carlo D'Angiò, l'attuale struttura è tutto ciò che resta di un complesso fortificato che è stato distrutti dai bombardamenti che hanno raso al suolo la città durante l'ultimo conflitto mondiale. A metà del 15400, il complesso passa nelle mani dei conti Caetani di Aragona, nella fattispecie Nicola, figlio di Onorato II Caetani. I Conti Caetani detennero la loro titolarietà del bene fino al 1805, con il titolo di Conti di Castelmola, i quali hanno modificato nel corso del tempo la struttura a fini residenziali. Agli inizi del 1800, con l'arricvo delle truppe napoleoniche nel Regno di Napoli, la cui coirina venne cointa da Giuseppe Bonaparte, fratello di Napoleone Bonaparte, il diritto dei caetanoi venne disconosciuto e il Castello fu abbandonato fino al 1815 quando i francesi vennero sostutuiti dalla casa dei Borboni, detentori della corona legittima del regno di Napoli, poi divenuto con la Restaurazione Regno Delle Due Sicilie. Nel 1880 l'ultimo erede della famiglia Caetani, il Conte di Castelmola Onorato XII, decise di restaurare l'antico fortilizio e la residenza ad essa annessa inserendo per l'occasione anche un portale in marmo risalente al XVI secolo, di fattura rinascimentale, comprato all'asta a Gaeta dopo l'assedio del 1861, proveniente dal palazzo Guastaferri di paizza Cavallo. Il fdortilizio venne abbandonato di nuovo dopo le vicende della Seconda Guerra Mondiale, in quanto il complesso era poco più che un cumulo di macerie, ma ancora di proprietà privata. Venne infine acquistao dalla provincia di Latina che lo ha restaurato, arredato e donato nel 2012 alla Città di Formia. Da tener presente che durante i lavori di restauro, è stato scoperto che il fortilizio medievale è stato elevato sui rersti delle Terme Romane ivi presenti, con i resti ancora visibili della pavimentazione in vetro trasparente, utilizzata su molti ambienti del piano terra, che mettono in evidenza una parte del calidarium e del frigidarium e dei canali di scorrimento delle acque calde e fredde. Read the full article
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lasko2017 · 2 years
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Il Castello di Montalbano Elicona, borgo medievale tra i borghi più belli d'Italia, sorge su di un poggio (900 mslm). La fortificazione è stata edificata su resti bizantini e arabi ed è costituita da un fortilizio normanno-svevo e da un 'palatium' svevo-aragonese. #castelliditalia #sicilia #italia #italy #montalbano #montalbanoelicona #castellodimontalbano #borgo #borghi #borghipiubelliditalia #borghitalia #sicily #europa #europe #drone #sea #mare #maredinverno #aerial #federicoii #stupormundi #svevocastle #arquitecture #arch_daily #architecturehunter #travel #travelblogger #travelphotography #urban #lasko71 @lasko71 @cesaricat @mananchaya3422 https://www.instagram.com/p/CjbF6sJIXo-MnUJMwS4Thx86FO51mJ8gIPhd400/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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downtobaker · 3 years
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Fra' Dolcino da Novara
Fra’ Dolcino da Novara
a cura di Cannibali e Re Quando le truppe di Raniero degli Avogadro vescovo di Vercelli penetrarono nel fortilizio sul Monte Rubello, il 23 marzo 1307, massacrarono tutti gli eretici che vi si erano rintanati. Tutti tranne tre: Fra’ Dolcino, la sua compagna Margherita e il suo secondo Longino. Gli ultimi due vennero arsi vivi, mentre il primo dopo aver assistito al rogo venne torturato, evirato…
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GUADAGNOLO e il santuario della Mentorella. 😍😍😍 Un viaggio bellissimo fatto in compagnia di due grandi amici. piccoli frammenti di scatti che condivido con nostalgia. spero di ritornare il prima possibile. Questa piccola cittadina è situata  1.218 metri sul livello del mare. E vi assicuro che durante la vostra permanenza staccate completamente il cervello. Tecnologia fuori uso😎😍 e un appetito grande come una casa.  Guadagnolo, centro abitato non comunale più alto del Lazio. Dalla cima il panorama è uno dei più belli ed attraenti d'Italia. La montagna qui è caratterizzata da varietà botaniche così uniche da essere inserite nella carta regionale del Lazio fra gli ecosistemi da salvaguardare. Il villaggio secondo una prima tesi sarebbe nato all'epoca delle incursioni barbariche, quando i romani, fuggiaschi, si sarebbero stanziati nei pressi di un antichissimo fortilizio del quale restano solo i ruderi di una torre precedente il V secolo. Secondo altre tesi, invece, il nucleo originario sarebbe stato costruito dai contadini che lavoravano le terre di appartenenza dei Monaci del Santuario della Mentorella. 👇👇👇👇 #guadagnolo #mentorella #italia #borghipiubelliditalia #borghitalia #paesaggio #condividiamoitalia #lazio #italy #blog #blogger #travelphotographer #travellers #travelblogger #summer #relaxtime #relax (presso Guadanolo, Lazio, Italy) https://www.instagram.com/p/CHvdNsGgmLv/?igshid=9fhe0a3easae
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sardegnapradio · 4 years
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Posted @antpil . Torre del Buru, fortilizio situato tra la frazione di Tramariglio e le falesie di capo Caccia, ubicato su un promontorio che si affaccia all'ingresso della baia di Porto Conte. Sullo sfondo la torre di Tramariglio . . . .🏖 𝕊𝕒𝕣𝕕𝕖𝕘𝕟𝕒 𝕟𝕖𝕝 𝕔𝕦𝕠𝕣𝕖 ⛰ . #bestofsardegna #igersardegna #imagesofsardegna #istintosardo #landscape #lovesardiniaofficial #new_photosardegna #picoftheday #sardegnageographic #sardegnaofficial #sardegna_real #sardegna_reporter #sardegnaterraemare #sardinia #sardiniaexperience #sardiniapics #sardiniature #thisissardinia #vivosardegna #volgosardegna #welcometosardegna #king_shardana . (presso Torre del Buru) https://www.instagram.com/p/CAU3Q87KkGa/?igshid=1rbgk0n1ebah6
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freedomtripitaly · 5 years
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In una zona collinare ricca di vigneti, situato su un’altura che domina la vallata sottostante in cui scorre il torrente Parma, si erge una delle migliori architetture fortificate d’Italia: il Castello di Torrechiara. Affiancato dal borgo omonimo, frazione di Langhirano in provincia di Parma. Voluto dal conte di San Secondo, nonché condottiero al servizio dei Visconti e degli Sforza, Pier Maria Rossi, come strumento di difesa e controllo ma anche come dimora per sé e la sua amata Bianca Pellegrini da Arluno. Dal 1911 il Castello è monumento nazionale italiano. Breve descrizione del castello Venne costruito sulle rovine di un più antico fortilizio, tra il 1448 e il 1460. Il maniero è sito ad una quota di circa 280 m s.l.m. e dispone di un doppio fossato e originariamente due ponti levatoi. Altri elementi di difesa sono le quattro torri angolari e le tre cerchia di mura. La natura residenziale del maniero si evince invece dagli ambienti interni, curati da artisti come nel caso del ciclo di affreschi attribuito a Benedetto Bembo nella Camera d’Oro. La stanza prende il suo nome dalle foglie d’oro zecchino che un tempo ricoprivano le formelle alle pareti che presentano gli stemmi dei due amati. Le scene sono l’unico esempio di dipinti medievali incentrati sull’amore cortese tra due personaggi realmente esistiti. Le altre sale del castello sono altrettanto riccamente affrescate, alcune delle quali sono opera di Cesare Baglione, come ad esempio la sala del Giove, quella della Vittoria, del Velario e del Pergolato. Al primo piano anche il salone degli Acrobati ascritto anche a Giovan Antonio Paganino. I temi sono quelli naturalistici, fantastici e a grottesche. Ci sono poi il cortile loggiato, un porticato e l’oratorio di San Nicomede. Il castello di Torrechiara e il cinema IL maniero è stato utilizzato come set cinematografico di diverse produzioni tra cui “Ladyhawke”, film del 1985 diretto da Richard Donner con Rutger Hauer, Michelle Pfeiffer e Matthew Broderick. Nel film il castello è la casa del cattivissimo vescovo nonché lo sfondo di bellissime riprese in cui i protagonisti attraversano i prati verdi e le colline nei dintorni. Una curiosità rispetto al film riguarda appunto l’ambientazione. Francesizzato il nome de L’Aquila che nella pellicola diventa Aguillon, in realtà la maggior parte è stato girato in Italia. Oltre a Torrechiara, c’è Castell’Arquato sempre in Emilia-Romagna, Campo Imperatore e Rocca Calascio in Abbruzzo, Soncino in Lombardia, Misurina in Veneto. Inoltre l’interno di San Pietro a Tuscania (Viterbo) è stata ricostruita a Cinecittà. Ladyhawke narra la storia di un sortilegio e di un amore. Il un borgo del Medioevo francese, un malvagio vescovo si invaghisce di Isabeau, la fidanzata del capitano Navarre e colpisce la coppia con una maledizione. Di giorno lei si trasforma in un falco mentre lui di notte, diventa un lupo. Un ladro evaso dalle segrete, insieme ad un vecchio frate aiuteranno la coppia a rompere l’incantesimo. L’atmosfera magica del castello di Torrechiara compare però anche in altre pellicole, come ad esempio quella di Bertolucci del 1981, La tragedia di un uomo ridicolo o nella più recente serie televisiva del 2014, i Borgia di Tom Fontana. E poi, la miniserie televisiva La certosa di Parma di Cinzia Th Torrini e in televisione in una puntata del programma Ulisse – il piacere della scoperta nella puntata dedicata ai Castelli nel tempo. Castello di Torrechiara: la leggenda Come ogni costruzione storica e misteriosa che si rispetti, anche questo maniero ha la sua leggenda. Ovviamente legata ad una storia d’amore, sembra infatti che il fantasma del conte Pier Maria Rossi si aggiri per il castello, ritornando spesso sul Rio delle favole, la strada che conduce alla fortezza, pronunciando una frase, un motto, dedicato all’amata Bianca: “nunc et semper”, ora e sempre. Le stesse parole riportate anche nella Camera d’Oro. Il borgo di Torrechiara Il delizioso borgo di Torrechiara offre altri siti da visitare oltre il castello. Ci sono infatti la Badia di Santa Maria della Neve, luogo sacro, restaurato negli anni’70 che conserva un dipinto quattrocentesco attribuito al pittore Francesco Tacconi, parliamo della “Madonna col trono col Bambino”. Affreschi di varie epoche sulle pareti e un laboratorio apistico utilizzato dai monaci per la produzione di creme, unguenti e tisane. C’è poi la Chiesa di San Lorenzo, in origine in stile romanico, resa barocca nel XVIII secolo. Oltre alla visita a luoghi di interesse artistico, escursioni sulle colline, nelle cittadine intorno e itinerari lungo gli splendidi vigneti, dove regalarsi altri panorami incredibili ma anche una coccola culinaria: il prosciutto, il parmigiano reggiano e molto altro. Per organizzare bene un’eventuale gita in questi luoghi o un weekend insolito, vi segnaliamo l’orario. Castello Torrechiara orari Aprile, maggio, giugno, settembre, ottobre: feriali 8.10-13.50, domenica e festivi 10.00-19.00. Luglio e agosto: feriali 8.10-13.50, domenica e festivi 10.00-16.00. Dal 1 novembre, il castello osserverà i seguenti orari: feriale dalle 8.10 alle 13.50, domenica e festivi dalle 10.00 alle 16.00. La cassa chiude 30 minuti prima. La prima domenica del mese è gratuita come per gli altri siti grazie all’iniziativa ministeriale #iovadoalmuseo. Una fortificazione con finalità difensiva ma ricca anche dell’eleganza residenziale. Proprio Pier Maria Rossi scelse le parole “altiera et felice” per l’iscrizione del Castello di Torrechiara. https://ift.tt/37mNQZU Alla scoperta del Castello di Torrechiara in Emilia Romagna In una zona collinare ricca di vigneti, situato su un’altura che domina la vallata sottostante in cui scorre il torrente Parma, si erge una delle migliori architetture fortificate d’Italia: il Castello di Torrechiara. Affiancato dal borgo omonimo, frazione di Langhirano in provincia di Parma. Voluto dal conte di San Secondo, nonché condottiero al servizio dei Visconti e degli Sforza, Pier Maria Rossi, come strumento di difesa e controllo ma anche come dimora per sé e la sua amata Bianca Pellegrini da Arluno. Dal 1911 il Castello è monumento nazionale italiano. Breve descrizione del castello Venne costruito sulle rovine di un più antico fortilizio, tra il 1448 e il 1460. Il maniero è sito ad una quota di circa 280 m s.l.m. e dispone di un doppio fossato e originariamente due ponti levatoi. Altri elementi di difesa sono le quattro torri angolari e le tre cerchia di mura. La natura residenziale del maniero si evince invece dagli ambienti interni, curati da artisti come nel caso del ciclo di affreschi attribuito a Benedetto Bembo nella Camera d’Oro. La stanza prende il suo nome dalle foglie d’oro zecchino che un tempo ricoprivano le formelle alle pareti che presentano gli stemmi dei due amati. Le scene sono l’unico esempio di dipinti medievali incentrati sull’amore cortese tra due personaggi realmente esistiti. Le altre sale del castello sono altrettanto riccamente affrescate, alcune delle quali sono opera di Cesare Baglione, come ad esempio la sala del Giove, quella della Vittoria, del Velario e del Pergolato. Al primo piano anche il salone degli Acrobati ascritto anche a Giovan Antonio Paganino. I temi sono quelli naturalistici, fantastici e a grottesche. Ci sono poi il cortile loggiato, un porticato e l’oratorio di San Nicomede. Il castello di Torrechiara e il cinema IL maniero è stato utilizzato come set cinematografico di diverse produzioni tra cui “Ladyhawke”, film del 1985 diretto da Richard Donner con Rutger Hauer, Michelle Pfeiffer e Matthew Broderick. Nel film il castello è la casa del cattivissimo vescovo nonché lo sfondo di bellissime riprese in cui i protagonisti attraversano i prati verdi e le colline nei dintorni. Una curiosità rispetto al film riguarda appunto l’ambientazione. Francesizzato il nome de L’Aquila che nella pellicola diventa Aguillon, in realtà la maggior parte è stato girato in Italia. Oltre a Torrechiara, c’è Castell’Arquato sempre in Emilia-Romagna, Campo Imperatore e Rocca Calascio in Abbruzzo, Soncino in Lombardia, Misurina in Veneto. Inoltre l’interno di San Pietro a Tuscania (Viterbo) è stata ricostruita a Cinecittà. Ladyhawke narra la storia di un sortilegio e di un amore. Il un borgo del Medioevo francese, un malvagio vescovo si invaghisce di Isabeau, la fidanzata del capitano Navarre e colpisce la coppia con una maledizione. Di giorno lei si trasforma in un falco mentre lui di notte, diventa un lupo. Un ladro evaso dalle segrete, insieme ad un vecchio frate aiuteranno la coppia a rompere l’incantesimo. L’atmosfera magica del castello di Torrechiara compare però anche in altre pellicole, come ad esempio quella di Bertolucci del 1981, La tragedia di un uomo ridicolo o nella più recente serie televisiva del 2014, i Borgia di Tom Fontana. E poi, la miniserie televisiva La certosa di Parma di Cinzia Th Torrini e in televisione in una puntata del programma Ulisse – il piacere della scoperta nella puntata dedicata ai Castelli nel tempo. Castello di Torrechiara: la leggenda Come ogni costruzione storica e misteriosa che si rispetti, anche questo maniero ha la sua leggenda. Ovviamente legata ad una storia d’amore, sembra infatti che il fantasma del conte Pier Maria Rossi si aggiri per il castello, ritornando spesso sul Rio delle favole, la strada che conduce alla fortezza, pronunciando una frase, un motto, dedicato all’amata Bianca: “nunc et semper”, ora e sempre. Le stesse parole riportate anche nella Camera d’Oro. Il borgo di Torrechiara Il delizioso borgo di Torrechiara offre altri siti da visitare oltre il castello. Ci sono infatti la Badia di Santa Maria della Neve, luogo sacro, restaurato negli anni’70 che conserva un dipinto quattrocentesco attribuito al pittore Francesco Tacconi, parliamo della “Madonna col trono col Bambino”. Affreschi di varie epoche sulle pareti e un laboratorio apistico utilizzato dai monaci per la produzione di creme, unguenti e tisane. C’è poi la Chiesa di San Lorenzo, in origine in stile romanico, resa barocca nel XVIII secolo. Oltre alla visita a luoghi di interesse artistico, escursioni sulle colline, nelle cittadine intorno e itinerari lungo gli splendidi vigneti, dove regalarsi altri panorami incredibili ma anche una coccola culinaria: il prosciutto, il parmigiano reggiano e molto altro. Per organizzare bene un’eventuale gita in questi luoghi o un weekend insolito, vi segnaliamo l’orario. Castello Torrechiara orari Aprile, maggio, giugno, settembre, ottobre: feriali 8.10-13.50, domenica e festivi 10.00-19.00. Luglio e agosto: feriali 8.10-13.50, domenica e festivi 10.00-16.00. Dal 1 novembre, il castello osserverà i seguenti orari: feriale dalle 8.10 alle 13.50, domenica e festivi dalle 10.00 alle 16.00. La cassa chiude 30 minuti prima. La prima domenica del mese è gratuita come per gli altri siti grazie all’iniziativa ministeriale #iovadoalmuseo. Una fortificazione con finalità difensiva ma ricca anche dell’eleganza residenziale. Proprio Pier Maria Rossi scelse le parole “altiera et felice” per l’iscrizione del Castello di Torrechiara. Il Castello di Torrechiara è il posto ideale per trascorrere un weekend insolito e scoprire la magica leggenda che ispirò il celebre film LadyHawke.
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stilouniverse · 1 year
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La via Flaminia da Malborghetto a Civita Castellana (secondo itinerario)
di Giovanni Caselli, da Le strade di Roma in Italia (vol.II°) Tratto della Flaminia da Malborgo a Civita Castellana Al XIX miglio siamo sopra Castelnuovo di Porto, dove sulla strada esiste ancora l’edificio della vecchia posta, reso celebre da Robert Browning in The Ring and the Book. Presso la stazione di Morlupo, alla Madonna della Guardia, XX miglio, vi era un grande fortilizio medievale a…
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livioacerbo · 2 years
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Castello di San Gaudenzio: alla scoperta di un piccolo tesoro italiano
Castello di San Gaudenzio: alla scoperta di un piccolo tesoro italiano
Incastonato nella quiete della campagna, a pochi chilometri da Voghera, il Castello di San Gaudenzio è un trionfo di raffinatezza e ricercatezza, che ha saputo armonizzare le forme rigorose del fortilizio con un tocco di modernità. Nel cuore dell’Oltrepò, questa residenza esclusiva è una splendida testimonianza di riuso fedele ai tempi, che ha portato a […]
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