#forte come la morte
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Al confine coi miei pensieri Scivolo sull'erba dei campi Onde su onde i desideri E sogno di averti al mio fianco
in piscina. da sola è passata una nuvola, sono usciti tutti. io resto dentro con la tavola ad allenare le gambe. è quasi orario di chiusura. il bagnino non dice niente. credo si sia accorto delle mie tette discordi e abbia capito. macino vasche. gambe come un motorino a due tempi oppure a sirena. immagino di avere la coda. l'acqua increspata solo dal mio corpo. mi giro. guardo il cielo. una sola nuvola dai confini frastagliati e rondini. non è la prima volta che penso che la morte sia un po' così: un cielo con uccelli che volano via
Son tonnellate le cose non dette fra noi E le carezze ai cuscini M'abbandono ai desideri E scivola la mano sui fianchi Cerco amore coi soli pensieri E cado nei tuoi occhi salati
non dovevo essere qui oggi, ma eccomi a cercare di resistere al sole per avere un pallido segno del costume da mostrare. quando? eppure mi abbronzavo anche all'ombra, prima
Mi chiedi perché io gioco con le parole Sai come va difendo la mia zona
perché "sei mia" ha lo stesso effetto di un ti amo sussurrato alla fica? arraperà allo stesso modo anche chi lo dice?
Resto solo coi miei pensieri Nuoto nell'erba E passa il silenzio il mezzo a noi Son l'animale che parla da solo col vento
sapessi come fanno a pugni la ribellione e la voglia di cadere in ginocchio. fai della mia bocca quello che vuoi mentre mi ricordi di chi sono. mi giro. continuo a nuotare
Segno il mio confine Questo è il mio limite di animale di zona
e oggi vado all'estero per lavoro. che detto così pare chissà cosa. eppure è tecnicamente vero. lavoro. posso definirlo così ora? stazione deserta. a pranzo oggi? scusate, non posso, sono all'estero per lavoro. e mi viene da ridere, ma anche no. mi aspetta un viaggio di tre ore in totale tra andata e ritorno. porto il computer, gli appunti, la nostalgia del tuo corpo
Io uso parole come coriandoli di spine
uso parole come coriandoli di spine, cerco dove mi/ti fa male e spingo più forte
Questo è il mio confine Un autolimite di animale di zona
stazione deserta, caldo, fantasie, voglie
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Se avete due minuti, leggetela è bellissima!❤️😘❤️
Mentre mia moglie mi serviva la cena, mi feci coraggio e le dissi:
«voglio il divorzio».
Vidi il dolore nei suoi occhi, ma chiese dolcemente:
«perché?».
Non risposi e lei pianse tutta la notte. Mi sentivo in colpa, per cui sottoscrissi nell’atto di separazione che a lei restassero la casa, l’auto e il trenta per cento del nostro negozio. Lei quando vide l’atto lo strappò in mille pezzi e mi presentò le condizioni per accettare.
Voleva soltanto un mese di preavviso, quel mese che stava per cominciare i’indomani:
«devi ricordarti del giorno in cui ci sposammo, quando mi prendesti in braccio e mi portasti nella nostra camera da letto per la prima volta. In questo mese ogni mattina devi prendermi in braccio e devi lasciarmi fuori dalla porta di casa».
Pensai che avesse perso il cervello, ma acconsentii…
Quando la presi in braccio il primo giorno eravamo ambedue imbarazzati, nostro figlio invece camminava dietro di noi applaudendo e dicendo:
«grande papà, ha preso la mamma in braccio!»
il secondo giorno eravamo tutti e due più rilassati. Lei si appoggiò al mio petto e sentii il suo profumo sul mio maglione.
Mi resi conto che era da tanto tempo che non la guardavo. Mi resi conto che non era più così giovane, qualche ruga, qualche capello bianco.
Ii quarto giorno, prendendola in braccio come ogni mattina, avvertii che l’intimità stava ritornando tra noi: questa era la donna che mi aveva donato dieci anni della sua vita, la sua giovinezza, un figlio. Nei giorni a seguire ci avvicinammo sempre più.
Ogni giorno era più facile prenderla in braccio e il mese passava velocemente.
Pensai che mi stavo abituando ad alzarla, e per questo, ogni giorno che passava la sentivo più leggera. Mi resi conto che era dimagrita tanto.
L’ultimo giorno, nostro figlio entrò all’improvviso nella nostra stanza e disse:
«papà, è arrivato il momento di portare la mamma in braccio».
Per lui era diventato un momento basilare della sua vita.
Mia moglie lo abbracciò forte ed io girai la testa, ma dentro sentivo un brivido che cambiò il mio modo di vedere il divorzio. Ormai prenderla in braccio e portarla fuori cominciava ad essere per me come la prima volta che la portai in casa quando ci sposammo… la abbracciai senza muovermi e sentii quanto era leggera e delicata… mi venne da piangere!
Mi fermai in un negozio di fiori. Comprai un mazzo di rose e la ragazza del negozio mi disse:
«che cosa scriviamo sul biglietto?».
Le dissi:
«ti prenderò in braccio ogni giorno della mia vita finché morte non ci separi».
Arrivai di corsa a casa e con il sorriso sulla bocca, ma mi dissero che mia moglie era all’ospedale in coma…
Arrivai di corsa a casa e con il sorriso sulla bocca, ma mi dissero che mia moglie era all’ospedale in coma. Stava lottando contro il cancro ed io non me n’ero accorto.
Sapeva che stava per morire e per questo mi aveva chiesto un mese di tempo, un mese perché a nostro figlio rimanesse impresso il ricordo di un padre meraviglioso e innamorato della madre.
Lei aveva chiaro quali fossero I dettagli, I semplici dettagli, che contano in una relazione. Non sono la casa, la macchina, I soldi… queste sono cose effimere che sembrano saldare un’unione e invece possono dividerla.
A volte non diamo il giusto valore a ció che abbiamo fino a quando non lo perdiamo.
Autore sconosciuto
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Voglio un amore doloroso, lento,
che lento sia come una lenta morte,
e senza fine (voglio che più forte
sie della morte) e senza mutamento.
Voglio che senza tregua in un tormento
occulto sien le nostre anime assorte;
e un mare sia presso a le nostre porte,
solo, che pianga in un silenzio intento.
Voglio che sia la torre alta granito,
ed alta sia così che nel sereno
sembri attingere il grande astro polare.
Voglio un letto di porpora, e trovare
in quell’ombra giacendo su quel seno,
come in fondo a un sepolcro, l’infinito.
Gabriele D’Annunzio
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25 SETTEMBRE 2005 FEDERICO ALDROVANDI
Canzoni contro la guerra
Verità grido il tuo nome / Per quello che non doveva succedere / Per quello che non è ancora successo / Perché non accada mai più
Io la morte l’ho sempre immaginata
Vestita in nero e incappucciata
Forse non ci crederai nemmeno tu
Ma quella notte la morte aveva una divisa blu
Eran le cinque di mattina
Era l’alba di un giorno e di una vita
Come andò per l’esattezza non ricordo
Ma in quella via ognuno per magia diventò sordo
Verità grido il tuo nome
E migliaia di persone
Riempiranno la città
Per scoprire se abiti anche qua
Ventitré di settembre ed il sole picchia forte
E le loro bastonate non ti uccideran due volte
Ottomila e più persone non si posson far tacere
Non si possono ignorare
Anche se non vuoi vedere
E sprangate pur le porte
E oscurate le vetrine
Grideremo ancor più forte
Da qualche parte ne siam certi ALDROVIVE
Verità grido il tuo nome
E migliaia di persone
Riempiranno la città
Per scoprire se abiti anche qua
E voi divise insanguinate
Chine dietro ad un mantello
La coscienza non trovate
Forse è accanto al manganello
E riempiteci di botte
E con il sangue alle gengive
Noi grideremo ancor più forte
Da qualche parte ne siam certi ALDROVIVE
Nel coraggio di esser forti ALDROVIVE
In chi tiene gli occhi aperti ALDROVIVE
Noi siamo quelli che credono ancora a queste emozioni
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Mettimi...
... come sigillo sul tuo cuore, come sigillo sul tuo braccio; perché forte come la morte è l’amore, tenace come gli inferi è la passione: le sue vampe son vampe di fuoco...
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CANTICO DEI CANTICI
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I crimini di Israele
e la mission del Sionismo
Quello che i vergognosi media occidentali non dicono
«Ma se gli israeliani non vogliono essere accusati di essere come i nazisti, devono semplicemente smettere di comportarsi come i nazisti»
[Norman G. Finkelstein, intellettuale ebreo i cui genitori furono vittime dell’Olocausto]
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«Alla fine degli Anni Cinquanta, quel grande pettegolo e storico dilettante che era John F. Kennedy mi disse che nel 1948 Harry Truman, proprio quando si presentò candidato alle elezioni presidenziali, era stato praticamente abbandonato da tutti. Fu allora che un sionista americano andò a trovarlo sul treno elettorale e gli consegnò una valigetta con due milioni di dollari in contanti. Ecco perché gli Stati Uniti riconobbero immediatamente lo Stato d’Israele».
Gore Vidal, prefazione del libro “Storia ebraica e giudaismo: il peso di tre millenni” di Israel Shahak
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Una piccola striscia di terra lunga circa 45 chilometri e larga 10 in cui vivono un milione e mezzo di palestinesi è martoriata da oltre 60 anni.
Tsahal, il fiero esercito israeliano da settimane sta letteralmente sterminando una popolazione inerme, come ripercussione, dicono, a lanci di missili da parte di Hamas in territorio israeliano.
Razzi che avrebbero provocato la morte di 5 militari (altri 4 sono stati uccisi dal “fuoco amico" , cioè dagli stessi soldati), mentre nelle fila degli arabi, gli assassinati dal democratico stato di Israele sarebbero oltre 900 con diverse migliaia di feriti.
Numeri purtroppo destinati ad aumentare con il passare del tempo e delle incursioni.
I crimini attuali dell’esercito israeliano
I bersagli preferiti dall’esercito israeliano in diciassette giorni di guerra sono scuole, moschee, abitazioni private e soprattutto ambulanze, queste ultime per impedire il soccorso e il salvataggio di migliaia di feriti, che muoiono agonizzando per le strade.
Quindi non solo obiettivi militari ma soprattutto civili, e questo non a caso, visto che tale strategia si chiamata “guerra psicologica”.
La cosa non deve sorprendere, perché l’85-90% dei morti in tutte le guerre che si ‘rispettino’, sono infatti civili (uomini, donne e soprattutto bambini).
L’esercito di Sion sta utilizzando a Gaza armi vietate dalle Convenzioni internazionali, come le bombe al fosforo bianco (usate in grande quantità in Iraq dalla colazione anglo-statunitense). Lo riporta anche il “Corriere della Sera” dell’11 gennaio.
Nonostante la smentita del portavoce dell’esercito, il quotidiano Times di Londra ha pubblicato delle foto che non lasciano spazio a dubbi sull’uso appunto di queste vergognose e criminali bombe. Arriva infine la conferma da una fonte israeliana, ripresa dalla Radio svizzera italiana e riportata dall'agenzia Ansa (oggi 12 gennaio 2009) secondo la quale si tratta solo di bombe fumogene. Il tutto ovviamente per giustificare il fumo strano prodotto (vedi immagine sotto) dai bombardamenti dell'esercito.
Ma la fonte continua dicendo che "un po' di fosforo nelle munizioni c'è".
Non solo, ma a testimonianze di medici, a Gaza verrebbero utilizzate anche armi a forte potere esplosivo come quelle a base di stando lega di tungsteno.
Insomma i “territori occupati” sono un ottimo “campo di battaglia” per decimare da una parte la popolazione araba e dall’altra per sperimentare nuove armi.
Perché tale guerra?
Qualcuno sostiene che tale criminoso attacco militare da parte di Israele sia per ripicca a causa della grama figura fatta contro Hezbollah in Libano nel 2006.
Purtroppo non è questo il motivo: si tratta di un progetto chiaro e lineare che stanno portando avanti da oltre un secolo i sionisti.
L’attuale attacco è stato preparato infatti con 6 mesi di anticipo, quindi molto tempo prima del lancio di razzi da parte di Hamas!
Lo confermano canali ufficiali come la CNN e giornali come il britannico The Guardian.
Il canale televisivo CNN ha denunciato che la tregua tra Hamas e Israele ha iniziato a vacillare agli inizi di novembre, quando un commando israeliano ha ucciso durante un’incursione sei membri di Hamas, scatenando la ovvia reazione.
Anche il quotidiano Guardian del 5 novembre ha confermato la notizia.
Quindi esistono le prove che a rompere la tregua non è stato Hamas ma bensì lo stato di Israele a novembre del 2008!
Ma per comprendere il quadro generale è necessario fare un passo indietro.
Nascita del Sionismo
“Nell’Europa della fine del XIX secolo una convergenza di ragioni storiche, fra cui le persecuzioni antisemite, spinse un gruppo di intellettuali ebrei a teorizzare la necessità della nascita di una nazione ebraica dove quel popolo potesse finalmente trovare maggior pace e sicurezza.”
Questa teoria, che non è rimasta tale ma è diventata una triste realtà, prende il nome di sionismo.
Il sionismo è per così dire un «movimento» molto complesso, ma dagli obiettivi semplici, nato verso la fine del XIX° secolo qui da noi in Europa.
Il “sionismo” è suddivisibile in tre categorie:
- «Sionismo» propriamente detto, organizzato dal dottor Theodor Herzl, con lo scopo di ricostruire lo Stato ebraico di Gerusalemme in Palestina.
- «Sionismo territorialista», organizzato da Israel Zangwill, con lo scopo di costituire una «terra ebraica» in qualunque parte del mondo, privilegiando però la Palestina.
- «Sionismo socialista», organizzato da Moses Hess, che vuole conservare agli ebrei nel mondo l’identità nazionale, sforzandosi però tutti per un ritorno a «Eretz Israel».
Il «Sionismo territorialista», quello più recente, è stato fortemente voluto da Israel Zangwill (1864–1926), membro di prestigio della società sionistica l’«Antico Ordine dei Maccabei» (1891) e fondatore della rivista umoristica «Ariel». Alla “Dichiarazione Balfour”, che vedremo dopo, rivendicò per tutti gli ebrei del mondo il diritto inalienabile di colonizzare la Terra di Israele.
Il «Sionismo» per così dire ufficiale, è nato nel 1897 durante il primo «Congresso Sionista» di Basilea in Svizzera.
Fu però nel 1895/96 che compare per la prima volta il «Der Juden Staat» («Lo Stato degli Ebrei»), il manifesto scritto da Theodor Herzl in persona.
Più che manifesto si tratta di un vero e proprio libro «scritto in poche settimane, in una specie di delirio misto di fervore mistico e considerazioni pratiche», dove veniva esposto il piano ben preciso per una organizzazione ebraica mondiale.
Un piano precisissimo e completo di rimozione di tutta la popolazione araba, cioè non ebraica, dal futuro stato sionista: la “Gerusalemme liberata” (cioè “liberata” dai goym, dai gentili, dai “sub-umani”, dagli arabi).
Come mettere in atto questo spietato e criminale progetto?
Semplicemente attraverso l’espropriazione dei terreni e delle proprietà!
Quindi l’origine del gravissimo dissidio “israelo-palestinese” non si trova nel XXI° secolo, ma risale alla fine del XIX secolo. E’ proprio in quegli anni che fu ideato il progetto spietato di cacciare dalla Palestina tutti gli arabi, nessuno escluso, quindi ben cinquant’anni prima della nascita stessa dello Stato d’Israele e oltre un secolo prima dell’ennesima e ultima strage di stato che stiamo assistendo impotenti in questi giorni.
L’affare Dreyfus
Il periodo storico quando Theodor Herzl scrisse “Der Juden Staat” era molto caldo perché erano passati solo due anni dall’«affare Dreyfus».
Un affare delicatissimo perché riguardava le accuse (inventate ad hoc per scatenare appositamente l’antisemitismo…) di alto tradimento a carico di un capitano d’artiglieria ebreo (poi reintegrato nell’esercito dal tribunale), il francese Alfred Dreyfus: accusato di passare informazioni segrete all’esercito tedesco.
L’altro sionismo, quello «socialista» e l’«affare Dreyfus» hanno proprio nella Francia il comun denominatore: fu proprio a Parigi che Moses Hess, il padre spirituale del «socialismo sionista», lavorò come corrispondente per alcuni giornali socialisti di Germania e Stati Uniti. Moses Hess viene anche ricordato per la sua opera omnia: «Roma e Gerusalemme», considerata un classico della teoria sionista, e pubblicata in Germania nel 1862.
L’Alleanza israelita universale
Sempre nella capitale francese nasce una delle principali organizzazioni internazionali che promuove l’insegnamento e la cultura ebraica: l’«Alleanza Israelita Universale» (l’«Alliance Israélite Universelle»).
I fondatori di questa «Alleanza» furono «17» giovani e il «17» maggio 1860, grazie ai fondi di Sir Moses Haïm Montefiore e Lord Rothschild, organizzarono un manifesto politico sintetizzando le idee massoniche della «Rivoluzione Francese» del 1789 (il motto: «Liberté-Egalité-Fraternité» era scritto nelle logge massoniche francesi ancora 50 anni prima della Rivoluzione) e i principi del giudaismo.
«L’Alleanza Israelita» promosse nel 1870 a Jaffa (Palestina) la nascita della prima colonia ebraica «Mikweh o Mikiveh Israel». Ma le costruzioni in Palestina erano iniziate qualche tempo prima: il «Misgav Ladach Hospital», è un ospedale sorto nel 1854 e il cui nome originario era «Rothschild Hospital».
E’ facile comprendere che il sionismo non è un semplice movimento politico e/o religioso, come vogliono farci credere, ma un vero e proprio movimento pericoloso il cui obiettivo è quello di liberare, con ogni mezzo lecito e illecito, la “Terra Promessa” dagli arabi (goym) per consegnarla nelle mani del popolo eletto.
Il tutto nell’attesa della venuta del Messia…
La dominazione turco-ottomana
Alla fine del 1800 la Palestina era nelle mani dell’Impero turco-ottomano.
Nel 1915 il governo britannico chiese aiuto militare allo sceriffo della Mecca Hussein (esistono a tal proposito lettere firmate da Thomas Edward D’Arabia, famoso Lawrence d’Arabia, che confermano questo) per cacciare i turchi-tedeschi dalla regione.
In cambio promise la creazione di uno stato arabo indipendente!
Questo è un punto chiave: la promessa agli arabi da parte del governo di Sua Maestà di uno Stato arabo indipendente, in cambio di aiuto.
Gli arabi, vista l’importante promessa, parteciparono in massa e moltissimi persero la vita in combattimento proprio per questo motivo: la liberazione della Palestina assieme alle truppe inglesi.
L’esercito britannico, nonostante la Grande Guerra in corso, spostò un milione di soldati per portarli in Terra Santa. Ci deve essere stato un ottimo motivo per movimentare, cioè togliere dal fronte europeo, tutti quei soldati?
Il motivo c’era eccome!
Accordo Sikes-Picot
Dopo la scontro con l’esercito turco-ottomano, nel 1916 Russia, Francia e Inghilterra siglarono l’accordo di Sikes-Picot, il piano alleato per dividersi l’Impero ottomano in disfacimento.
Nell’accordo la Palestina doveva rimanere internazionalizzata sotto l’amministrazione di tutte e tre.
Il tradimento al popolo arabo
Il vero e proprio tradimento del popolo arabo avviene il 2 novembre 1917 con la «Dichiarazione Balfour»: una lettera che Arthur Balfour, Ministro degli Esteri della Gran Bretagna, inviò al capo della Federazione sionista Lord Rothschild, dove Sua Maestà riconosceva ufficialmente ai sionisti , il diritto di formare uno Stato indipendente in Palestina.
Lettera importantissima perché legittimò e riconobbe il diritto internazionale ai sionisti di creare un «focolare nazionale del popolo ebraico…» in Palestina.
Tale dichiarazione venne firmata da Pichon per la Francia , Wilson per gli Stati Uniti e Sonnino per l’Italia.
Pochi ricordano però come tale «Dichiarazione», cioè lo storico tradimento di tutta la popolazione araba della Palestina da parte inglese, specificava anche che per il raggiungimento dello scopo: «nulla dev’essere fatto a pregiudizio dei diritti civili e religiosi delle comunità non ebraiche esistenti in Palestina…».
E’ avvenuto esattamente il contrario.
Nel 1919 gli inglesi entrano in possesso della Terra Santa e dal 1920 con gli accordi di Sèvres, inizia ufficialmente l’immigrazione ebraica.
La terra indipendente araba rimane una promessa non mantenuta!
Trattato di Sèvres
Nel 1920 il Trattato di Sèvres sancì la spartizione dell’area mediorientale che vide: la Siria assegnata alla Francia e la Palestina alla Gran Bretagna.
Nel 1922 l’Inghilterra ricevette dalla Società delle Nazioni il Mandato per l’amministrazione della Palestina, sotto la cui egida nacque la Jewish Agency (Agenzia Ebraica) per promuovere l’economia ebraica nell’area.
E’ a questo punto che il padre del sionismo, Theodor Herzl, disse di voler: «sospingere la popolazione [ palestinese ] in miseria oltre le frontiere»
Lo scopo dal 1895 ai nostri giorni è sempre stato questo espresso da Herzl.
Peel Report, White Paper e la “Soluzione a due Stati”
Gli anni che vanno dal 1936 al 1947 videro crearsi le basi per la storica guerra arabo-israeliana del 1948.
Cominciano infatti le proposte di formazione di due Stati separati.
Gli inglesi pubblicano il Peel Report (1936) che prevede una separazione di ebrei e arabi secondo la divisione demografica del momento. La proposta non soddisfa le ambizioni territoriali dei sionisti e neppure gli arabi l’accettano perché chiedono che sia fermata l’immigrazione e che s’impedisca l’acquisizione di ulteriori terre.
Sempre gli inglesi pubblicano il White Paper sulla Palestina nel 1939, dove accettano di limitare l’immigrazione ebraica e l’acquisto di terre e promettono la transazione verso un futuro governo palestinese. Solo e sempre promesse come quella tradite dalla Dichiarazione Balfour del 1917.
Il terrorismo in Terra Santa
Prima dell’intervento britannico gli arabi e gli ebrei ottomani (ebrei assoggettati all’Impero ottomano turco) convivevano in una pace secolare, con alti e bassi, ma pur sempre pace.
Quando iniziò l’immigrazione ebraica, cioè quando i sionisti iniziarono a comperare terre e soprattutto dopo il gravissimo tradimento della Dichiarazione Balfour, era pressoché scontato che iniziassero gli scontri tra arabi ed ebrei.
Cosa che avvenne infatti dal 1920 in poi.
Nel 1921 per esempio gli scontri feroci fra arabi ed ebrei (a Jaffa 200 morti ebrei e 120 arabi) furono interpretati dagli inglesi come “scontri spontanei”, ma ovviamente non era così.
Nel 1940 gli ebrei arrivarono a formare il 33% della popolazione in Palestina, e i sionisti già organizzati in gruppi di guerriglia, cominciano gli attacchi terroristici contro gli inglesi e contro i civili palestinesi.
I gruppi più noti furono l’Irgun, l’Haganah e lo Stern.
Questo ultimo, chiamata “Banda Stern” è nata nel 1942 per opera dell’ebreo polacco Abraham Stern.
Una banda che incarnò la variante più violenta e terroristica del movimento sionista.
La loro azione più eclatante fu l’attentato alla sede dell’amministrazione britannica all’Hotel King David di Gerusalemme nel luglio 1946, dove venne fatta saltare una intera ala, con un bilancio di circa 200 vittime!
Tra i capi del comando vi era un certo Menachem Begin[26], che fu Primo Ministro israeliano e Premio Nobel per la Pace con il presidente egiziano Sadat…
Dopo questo e altri avvisi, nel 1947 gli inglesi rinunciano al mandato e lo consegnano nelle mani dell’ONU.
L’Organizzazione delle Nazioni Unite propone nella Risoluzione 181 l’ennesima divisione in Stati separati, gli arabi la rifiutano e di nuovo non senza motivo: agli ebrei sarebbe andato il 54% delle terre anche se erano solo il 30% della popolazione presente all’epoca.
Nella primavera del 1947 iniziano gli scontri militari tra arabi ed ebrei, dove i gruppi terroristici sionisti si distinguono per una lunga serie di crimini efferati: massacri, assassini e pulizia etnica documentati oltre ogni dubbio.
E’ infatti in questo periodo il massacro di 200 palestinesi a Deir Yassin, strage (di civili palestinesi) che passò alla storia e che fu perpetrata sotto la diretta responsabilità sempre di Menachem Begin.
Nascita dello Stato d’Israele.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale e la Guerra d’Indipendenza (1948-49) nasce il 14 maggio 1948 ufficialmente lo Stato d’Israele con la «Dichiarazione d’indipendenza» firmata dal Primo Ministro David Ben-Gurion, e preceduta da una risoluzione ONU, la numero 181 del 29 novembre 1947, che decise la spartizione (che non rispettava la demografia dell’epoca) dei territori.
Inutile dire che tale spartizione territoriale ha accentuato gli scontri tra popolazione, perché più che spartizione possiamo parlare di vera e propria razzia: il 73% della Palestina era diventata territorio ebraico, con oltre 750.000 rifugiati palestinesi.
Dopo soli 2 anni, nel 1950, Israele vota la Legge sulla Proprietà degli Assenti (5710-1950), una legge vergognosa che espropria la terra a tutti i profughi fuggiti durante la guerra.
I palestinesi vengono espropriati di tutto: case, terreni e attività commerciali.
In totale violazione della Risoluzione ONU 194 (12/1948) che sancisce il diritto dei profughi di tornare e di essere risarciti da Tel Aviv. Non solo i risarcimenti non sono mai avvenuti, ma i profughi si sono visti privare della propria casa.
La guerra del 1947/48 era stata preconizzata dal Presidente (dal 1926) dell’Università ebraica di Gerusalemme, Judah Magnes, il quale ha dichiarato che la creazione di uno stato ebraico in Palestina avrebbe condotto «alla guerra contro gli arabi».
Judah Magnes si riferiva al «Programma Biltmore» stilato a New York nel maggio del 1942 presso l’omonimo Hotel Biltmore, da un gruppo di sionisti americani appoggiati sia dai democratici che dai repubblicani statunitensi.
Tale programma del 1942 (ben prima che finisca la Seconda Guerra Mondiale) era appunto l’ennesimo tassello piazzato al posto giusto per la creazione dello Stato ebraico in terra palestinese!
Tra il 1917 e il 1948, e cioè tra la «Dichiarazione Balfour», il «Programma Biltmore» e la «Dichiarazione d’Indipendenza» avviene qualcosa che avrà ripercussioni in tutto il mondo e soprattutto nella causa ebraica: la Seconda Guerra Mondiale con l’Olocausto e l’immigrazione di massa.
Nel 1956 Israele, in accordo con le mire strategiche e gli interessi economici di Gran Bretagna e Francia attacca l’Egitto (che guarda caso aveva nazionalizzato il canale di Suez) conquistando Gaza e il Sinai, ma gli Stati Uniti costringono Tel Aviv a ritirarsi.
Nel 1964 gli stati arabi creano l’OLP (l’Organizzazione per la liberazione della Palestina), e presto questo gruppo darà inizio ad azioni di guerriglia contro Israele.
Nel 1966 la Siria permise a guerriglieri palestinesi di operare sul proprio territorio. Israele ovviamente minacciò ritorsioni per cui la Siria fece un patto di difesa con l’Egitto. In seguito a rappresaglie israeliane in Cisgiordania, Cairo assume un atteggiamento bellicoso, ma non va oltre.
Nel maggio del 1967 Nasser, il presidente egiziano, stringe un patto di difesa con la Giordania , che sembra mirare solo ad un rafforzamento strategico, e non a un effettivo attacco contro Israele.
Israele non aspetta e nel giugno del 1967 attacca l’Egitto, ben sapendo che avrebbe vinto in pochi giorni.
Questa è la nota Guerra dei 6 giorni, che segna l’umiliante disfatta araba.
In un attimo Israele occupa illegittimamente la Cisgiordania , Gaza, Gerusalemme Est, le alture del Golan ed il Sinai (poi restituito all’Egitto) e non si ritirò mai più nonostante le numerose risoluzioni dell’ONU (ad oggi sono circa 70).
Nel novembre dello stesso anno, il Consiglio di Sicurezza dell’ONU condanna la conquista dei territori con la Risoluzione 242 imponendo il ritiro immediato dai Territori Occupati.
Israele accetterà 3 anni dopo tale Risoluzione senza però evacuare i territori, alla faccia del Consiglio di Sicurezza.
Il resto è storia…
Storia sono le condotte di Israele chiamate per ben tre volte “un insulto all’Umanità” dalla Commissione dell’ONU per i Diritti Umani (1977, 1985 e nel 2000).
Storia è anche la Risoluzione ONU A7RES/37/133 che nel dicembre del 1982 definì il massacro di Sabra e Chatila sotto la “personale responsabilità di Ariel Sharon” un “atto di genocidio”
Stiamo parlando di 1700 civili massacrati per due lunghissimi giorni dentro i campi profughi, protetti dall’esercito israeliano, a colpi di machete dai cristiano-falangisti.
L’elenco potrebbe continuare a lungo.
Sionismo cristiano
L’altra cosa da sapere, che non tutti conoscono, è il movimento dei «sionisti cristiani (Christian Zionists).
Anzi, spesso e volentieri, sono stati proprio dei cristiani (come George Walker Bush junior per esempio) che si sono rivelati i più forti sostenitori del ritorno degli ebrei a Gerusalemme.
“La teologia dei cristiani fondamentalisti d’America professa e attende la seconda venuta del Cristo con la conseguente fine del mondo, secondo una interpretazione della bibbia (…)”.
“Ma quell’evento sarà possibile solo quando gli ebrei avranno stabilito uno Stato ebraico su tutta la Palesino , e cioè ben oltre gli odierni confini di Israele "
L’«International Christian Embassy Jerusalem» ha tenuto fino ad oggi almeno quattro congressi internazionali sionisti cristiani: uno a Basilea e tre a Gerusalemme (la città madre del sionismo religioso).
Quindi il sionismo non è solamente un fenomeno ebraico, ma anche cattolico; non è solo un movimento politico ebraico, ma anche occidentale.
Esiste una forte corrente sionista pure tra i membri dell’amministrazione statunitense di ieri e oggi.
Basta leggere con attenzione i nomi della squadra “scelta” dal futuro presidente Obama per capacitarsene.
Pensate che nel 1978 la Camera dei Rappresentanti americana proclamò l’«Education Day USA», cioè il «giorno dell’istruzione». Una festa mobile che un anno cade il 24 marzo, un altro il 2 aprile, il 13 aprile, ecc. Tale data non è fissa perché segue il calendario giudaico-babilonese invece del classico giuliano. La data coincide con l’anniversario del rabbi Menachem Mendel Scheerson, il cosiddetto «rebbe», considerato dalla setta assidica dei Lubavitcher, il vero «Messia».
Come mai tutti i presidenti, da Carter fino a George Walker Bush, hanno ripreso e mantenuto una tradizione «culturale» assai poco laica, per non dire ebraica?
C’è da dire che Carter, mediatore non ufficiale nel 2008 nei processi di pace in Medioriente, ha dichiarato ultimamente che Hamas ha tenuto fede al patto di 6 mesi cessando il lancio di missili, Israele invece no!
Strano a dirsi, ma Israele non ha mantenuto la pace…
L’antisemitismo
Dopo questa delicata trattazione è doverosa una parentesi sull’antisemitismo.
I «semiti» sono: «(…) gli Accadi (Assiri, Babilonesi), i Cananei, gli Arami (fra i quali emergono i Fenici e gli Israeliti), infine gli Arabi».
«Affermare che gli ebrei sono semiti è pressappoco come affermare, per esempio, che i francesi sono europei»
Da questa precisazione si evince che pochissimi ebrei sono veramente dei semiti e che non tutti i semiti sono ebrei (infatti gli arabi sono effettivamente dei semiti).
Come non tutti gli ebrei sono sionisti, anzi i sionisti sono pochissimi, per fortuna!
Siccome oggi tra la popolazione ebraica non esiste praticamente quasi più nessun discendente originario di Sem, accusare qualcuno di antisemitismo equivale accusarlo di antiarabismo.
La conseguenza logica di questa affermazione è che oggi tra i più antisemiti - ironia della sorte – sono proprio i governi d’Israele!
L’antisionismo
Per fortuna anche nel mondo ebraico il sionismo non è, e non era ben visto, ecco cosa diceva nel 1935 lo scrittore israelita Ettore Ovazza: «il miglior alleato della politica razzista è oggi, suo malgrado, il sionismo nazionalista. E’ nostra ferma convinzione che mai la politica antisemita sarebbe giunta agli estremi che ha toccato, se non avesse avuto fra i suoi principali argomenti probatori, il cosiddetto focolare nazionale ebraico. Lo stesso ideale ebraico, dal punto di vista puramente religioso, predica il ritorno a Sion come un ritorno spirituale; ma poiché la nostra dottrina nega il proselitismo, le minoranze ebraiche nel mondo rimangono le legittime depositarie dell’idea monoteistica e della legge mosaica che sta alla base della Bibbia e della moderna civiltà. Nel 1934, voler interpretare il ritorno a Sion in senso strettamente territoriale è segno d’incomprensione storica e religiosa. Noi, per funzione religiosa storica e civile, siamo e dobbiamo essere interamente cittadini delle nazioni dove viviamo da secoli e di cui formiamo parte indissolubile ed integrante. Noi respingiamo nettamente i sionisti nazionalisti che vivono rispettati in parità di diritti civili e politici con tutti gli altri cittadini nelle nazioni d’Europa, e che sospirano invece verso la Palestina ; che con un occhio guardano a Roma e con l’altro a Gerusalemme
Concludo con una grande speranza, quella che riguarda naturalmente la grande pacificazione in Palestina, l’abbandono di ogni crimine e soprattutto l’abbattimento del «muro della vergogna» che è stato innalzato per impedire la creazione de facto dello Stato palestinese.
«Udite governanti…della casa d’Israele, che costruite Sion sul sangue e Gerusalemme con il sopruso!» perché «a causa vostra, Sion sarà arata come un campo e Gerusalemme diverrà un mucchio di rovine…».
L’antisionista e antisemita che ha fatto questa affermazione è il profeta Michea, originario della Giudea e contemporaneo del grande Isaia (VIII a.C.)
Per approfondire l’argomento, consiglio di leggere questi due libri:
- “Perché ci odiano”, Paolo Barnard, ed. BUR
- “Storia ebraica e giudaismo: il peso di tre millenni”, Israel Shahak, ed. Centro Librario Sodalitium
Per approfondire:
- “Il Tradimento degli intellettuali”, Paolo Barnard www.paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=86
- “Una guerra non necessaria” Jimmy Carter www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=5453
- “Gaza chi ha violato la tregua?” Miguel Martinez www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=5455
http://www.disinformazione.it/crimini_di_israele.htm
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Perché forte come la morte è l'amore, tenace come gli inferi la passione.” “L'attesa attenua le passioni mediocri e aumenta quelle più grandi.” “Finché si avranno passioni non si cesserà di scoprire il mondo.” “Il trucco migliore per una donna è la passione.
Cit.
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IL MANDATO FAMILIARE: QUANDO GETTARE LA SPUGNA VA PIÙ CHE BENE.
Nessuno di noi sfugge al mandato familiare, quella missione che implicitamente e tacitamente viene assegnata dal sistema familiare senza che tu te ne accorga.
A volte è davvero tardi per accorgersene, ma i più “connessi” alla propria coscienza, non cedono facilmente al risucchio e si dibattono come pesci nelle reti, fino ad ottenere la libertà.
Una libertà che di solito si ottiene a caro prezzo e quel pagamento spesso avviene sotto forma di perdite, traumi, shock o eventi di vita che ti schioccano un voltaggio impressionante di energia che ti rende estremamente lucido per qualche giorno.
Una donna che intraprende ad esempio una carriera tipicamente maschile, pericolosa, violenta e dice di farlo “per il padre” di gareggiare per lui, che è stato sempre lui a dargli la forza, la spinta, la cazzimma…. Vittorie, sudore, fatica ma anche incertezze.
Quella figlia sta vivendo il ruolo che gli ha dato il padre, molto probabilmente: certo io non posso saperlo, parto da un caso singolo per espandere il pensiero anche ad altri.
Poi il padre muore e l’energia del sistema inizia a cambiare: quella promessa inizia a non gravare più come un macigno, quel contratto firmato chissà dove e chissà quando, diventa “carta straccia”.
Ed ecco che questa figlia inizia a non farcela più, inizia a perdere colpi, a fare improvvisi retromarcia, ad allontanarsi dal personaggio pensato per lei;
fino al ritiro repentino e definitivo: il mandato è stato strappato.
In questi casi la coscienza è abbastanza desta ed evidentemente la fame di vita “propria” è urgente: la decisione sembra il frutto di eventi circostanziali ma io, credo, sia il risultato di un lungo rimuginio, e non la reazione scomposta ad una sconfitta.
Le urla di rabbia e dispiacere sono dedicate al padre, all’averlo deluso, scontentato, non “onorato”.
E meno male, dico io.
Ma la liberazione è inevitabile, il richiamo alla vita è troppo forte.
Conosco molte persone che hanno trovato la via soltanto dopo la morte di un genitore ingombrante che aveva incasellato il figlio/figlia in un ruolo predeterminato, posando una greve scure sulle sue ali e instradandolo verso percorsi alieni alla sua essenza.
Io penso che tutto sommato, questa donna, come molti altri, ora inizierà la sua vita.
Queste sono mie interpretazioni non hanno alcuna pretesa di verità.
Sono mie sensazioni che nascono spontaneamente osservando delle dinamiche che ho osservato per 15 anni ogni giorno.
Gli eventi di massa li osservo per comprenderne le dinamiche profonde e per cercare di entrare in contatto con le forme che assume la vita quando tentandi farsi largo.
La vita per rompere gli argini e ricondurti a se, trova i modi più strani la cui logica sfugge ad occhi inesperti.
Credo che tutto sommato, nulla sia accaduto per caso, la sua rivale, la perdita del padre, la sconfitta, l’attenzione su di lei.
E alla fine, sorpresa: le viene riconosciuto comunque un premio in denaro pari a quello che ricevono le medaglie d’oro e questo accade sempre per motivi legati alle leggi universali, cioè perché la vita premia la vita.
La vita l’ha premiata lo stesso perché la resa era la cosa giusta.
Cambiare strada.
Rinnovarsi.
Abbattere la scure.
E tutto questo è davvero meraviglioso se guardato cogli occhi di un ricercatore.
Nulla accade per caso, soprattutto quando strappi il foglio del mandato familiare ( anche senza rendertene conto come in questo caso, o forse sì chi lo sa ) e inizi a disegnare su un foglio bianco la tua vita.
Dedico questo post a chiunque senta di aver fatto a pezzi questo mandato e anche a chi ne sente il peso senza riuscire ancora a volare.
Noi siamo i figli che per volare devono “pagare le ali”.
Auguri a tutti noi.
ClaudiaCrispolti
( lo sport non mi interessa, non seguo le olimpiadi, non sono un’esperta di sport, mi reputo una ricercatrice nel campo della crescita e dell’evoluzione e amo osservare la realtà come se fosse un grande laboratorio. I grandi eventi di massa sono una ghiotta occasione di studio e riflessione per me.
Queste sono SOLTANTO mie interpretazioni lo ripeto.
Niente polemiche, niente tifo pro e contro. Qualsiasi commento inadeguato per tono o contenuto verrà eliminato e la persona bloccata.
Ho molto da fare, ma scrivere fa parte del da fare.)
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2.43: suona il campanello ed entra lemme un bimbo, sorridendo accartocciato sotto il peso dello zaino. Lo guardo male, ché odio quando si presentano con largo anticipo sull’orario di apertura, ma invece di sedersi, mi si ferma a fianco, scrutandomi, demone dolce.
- Che vuoi? - ringhio selvatico, mentre lui preserva il sorriso, replicando con affetto:
- Ti ho portato un pensierino.
- Cosa? Un pensierino??? :0 :0 :0
- Sì, guarda! - e tira fuori dallo zaino una penna con un graziosissimo pupazzetto simboleggiante sora morte per degno tappo. La penna perfetta per me! - Avevo un euro in più, così ho pensato di farti un regalo! Guarda, se spingi l’interruttore fa pure le luci multicolore!
Resto paralizzato :0 a bocca aperta, ma non faccio neanche in tempo a dire un “grazie…”, che mi si lancia addosso stringendomi forte al petto (o meglio allo stomaco, insomma, dove arriva). Commosso, gioco un po' coi suoi capelli e penso a quanto sono stupido, ché non avrei davvero alcun motivo per lamentarmi, quando poi momenti come questo mi ripagano caldamente per tutto il resto.
#ora sono l'invidia di tutti i bambini#io e la mia penna multicolore seminiamo panico e correzioni muhahahaha
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Opere in Mostra
di Kira Kharchenko
" SOGNATRICE "
[ 2023 ]
In questo quadro è rappresentata una ragazza sognatrice, che riassume in sè la mia autopercezione. Ha gli occhi chiusi perchè è concentrata sul.proprio mondo interno, sogna ed è seduta su una nuvola, che sottolinea ancora il suo distacco dalla realtà e dal mondo materiale. Sullo sfondo si trovano gli elementi blu, dipinti come i mosaici ed essi sono la raffigurazione dei suoi pensieri-sogni.
"DANZA DELLA NINFA"
[ 2023 ]
"SILENZIO DELLE ESPLOSIONI"
[ 2023 ]
La guerra non è solo esplosioni sul campo di battaglia, ma è esplosioni dentro ogni anima che ne soffre. La guerra non scolorisce la vita, ma la rende più acuta e psichedelica, perchè le emozioni sono così forti, da non poter più essere rappresentate a parole. Volevo rappresentare persone diverse: gli amanti, una credente, una mamma con i figli, un'allegoria di un'essenza divina ( colei che protegge la melagrana - il simbolo compattezza della nazione e del sangue versato ) e una bambina (mia cugina di secondo grado) che è morta per davvero all'età di 7 anni, quando la sua città fu bombardata nel 2022.
AUTORITRATTO CON LILLÀ
[ 2023 ]
Ho realizzato il mio autoritratto con i fiori lillà in mano, perchè vedo me stessa, in questo periodo della mia vita come una immagine di lillà. Questa pianta è melanconica, timida, e in tutti i sensi è particolare. È consuetudine regalare lillà per la prima volta che ti innamori, ed io associo questo a un giovane che sta appena iniziando a capire questa vita. Siccome ho solo 17 anni, penso che questa pianta, al meglio dimostra il mio modo di pensare. Nonchè quì ho lo sguardo ispirato, pensieroso e poetico.
GUARIGIONE
[ 2023 ]
L'opera rappresenta una donna che sta per entrare nell'acqua, così, simbolicamente lei inizia una nuova pagina nella vita, comincia la sua guarigione dalle sue paure. Quindi il tema principale è il credere nel meglio .
( speranza e futuro )
R I C O R D I
[ 2022 ]
Questo lavoro rappresenta una persona che soffre dei suoi ricordi che la avvolgono, come una corda tutta intorno (a Lei). La ragazza ha capelli rosa e occhi rosa come simbolo della sua anima delicata, che si manifesta in una visione "romanticizzata" del mondo. L'immagine del cerchio sulla guancia, mostra la sua appartenenza al mondo spirituale ed è simbolo di spirito e carattere forte. Nonostante le emozioni ribollenti provate da lei, nel quadro è presente la fede nella liberazione dal passato
S E N S I B I L I T Á
[ 2023 ]
Sensibilità come stato d'animo come modo di vedere e percepire le cose.
Apprendere tutto attraverso una forma di pensiero sentimentale, tale è il messaggio di questo lavoro.
Questa giovane ragazza ha un velo di fiori che le copre le spalle e la racchiude in un mondo di sensibilità: ha uno sguardo profondo, tenero e vivaci occhi verdi.
C I C L I C I T À D E L L' E S S E R E
[ 2023 ]
Ho voluto rappresentare una "vanitas", con l' esempio di questa ragazza bella, lucente, fatta di rettangoli colorati, come simbolo del suo essere multiforme e poliedrica: perchè la sua bellezza e gioventù svaniranno col tempo.
Lei è viva ( è dato dallo sfondo verde dietro le sue spalle) e vede il suo futuro - la morte ( rappresentata dal teschio e dai rettangoli sbiaditi). Nasciamo, moriamo e di nuovo nasce qualcosa e muore: è la ciclicità dell'Essere.
P E N S I E R I
[ 2022 ]
Il tema è la contrapposizione del mondo materiale con il mondo del pensiero.
La ragazza ha i pensieri cupi, oscuri e deprimenti, che catturano la sua mente, lo si può vedere dal suo sguardo rivolto verso i corvi neri. Allo stesso tempo, lei cerca di restare sulla terra, tenendo la mano sulla spalla. La ragazza si chiede se essere o non essere.
NOTE DI SERVIZIO :
La Mostra di pittura di Kira Kharchenko è aperta fino al 23 marzo 2024, nei locali dietro il Municipio, messi a disposizione dal Comune di Mercato Saraceno.
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#Pensieri quadri visioni del mondo e dell'Essere.#Arte#Pittura#Esposizione personale di pittura di Kira Kherchenko (artista ucraina).#Spotify#ESPOSIZIONE PERSONALE DI KIRA KHARCHENKO
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Ieri a S.Anna di Stazzema molte parole, già sentite mille volte, dai rappresentanti delle istituzioni sul palco. Difficile per loro rinunciare all'occasione di sottolineare l'assenza di un rappresentante del governo. Difficile per noi trovare quale differenza abbia determinato questa assenza nel nulla politico dei discorsi.
Se fosse stato installato un filtro antiretorica al microfono, che avesse cancellato le frasi fatte e i buoni propositi da copertina mai diventati azione politica, il silenzio avrebbe accompagnato la manifestazione. Se avessimo potuto non vedere le persone in divisa e con le armi sul piazzale, lo avremmo svuotato della metà. Una manifestazione militare a commemorare centinaia di vittime di militari.
Avremmo sentito solo marce di guerra accompagnare l'ingresso di gonfaloni. Avremmo sentito una serie di ordini di attenti e riposo, Avremmo sentito ripetere decine di volte la parola onore, un balletto di movimenti agli ordini di una voce stentorea per rendere omaggio a donne, uomini e bambini trucidatə. Alla medaglia d'oro al valor - indovinate - militare (!) conferita al comune di Stazzema si rende onore con un minuto di silenzio. Ma prima avremmo sentito echeggiare la marcetta della Leggenda del Piave. Quella del 24 maggio, quella che "non passa lo straniero", ma nessuno sembra trovare fuori luogo la celebrazione guerriera di una vittoria davanti all'ossario delle vittime di S.Anna. Non eroici fanti, se mai ne sono esistiti: solo donne uomini bambine e bambini. Avremmo sentito un coro di voci bianche, bambinə dai 6 ai 12 anni, cantare l'inno nazionale, bambinə che cantano "siam pronti alla morte" davanti alle ossa delle decine di bambini e bambine uccise dai nazisti. Anna Pardini, la più piccola, nata da venti giorni. Avremmo sentito due volte, rabbrividendo, orrore inedito alla commemorazione, il sorvolo di due jet militari, coordinato da un gruppo radio appositamente preparato all'ingresso del piazzale.
Non siamo stati in silenzio. Abbiamo cantato "Bella ciao" come contrappunto alla Canzone del Piave. Abbiamo ricordato con slogan che la Costituzione ripudia la guerra. Abbiamo gridato forte "Vergogna!" dopo il passaggio dei jet militari. E chi ci era amico ed era sul palco ci ha sentito, forte e chiaro. Ci ha ringraziato. E i suoi ringraziamenti, l'aver cercato di dare una dimensione di umanità a questa orribile esaltazione della guerra sotto mentite spoglie, ci ripagano delle critiche ricevute.
Non siamo noi a mancare di rispetto alla memoria.
Marco Frigerio, Facebook
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Non so perdonare. Né dimenticare.
Lettera scritta in risposta ad Alberto Jacoviello, inviato di «la Repubblica» e «L'Unità», che si scusava per averla offesa in passato.
Caro Jacoviello,
....chiedere scusa, come tu hai fatto, quando si ha torto, è sempre nobile. E non molti ne sono capaci, non molti ne hanno il coraggio. Però devo dirti ciò che dirò e, se non lo facessi, mentirei non solo a te ma a me stessa.
....Io non so perdonare. Né perdonare né dimenticare. È uno dei miei più grandi limiti forse, e il più lugubre. E meno che mai so perdonare quando una ferita mi è stata inferta da persone dalle quali mi aspettavo affetto, tenerezza, o sulle quali mi facevo illusioni positive. Ciò non significa, naturalmente, ch'io dichiari guerra o resti in guerra con coloro che mi hanno ferito, offeso. Significa che quelle persone le liquido. Le cancello dai miei pensieri, dalla mia vita. Se le incontro per strada le saluto, in alcuni casi ci scambio una parola, ma dentro di me è come se mi rivolgessi a un'ombra. Esse non esistono più.
.....In questi ultimi due anni, cioè da quando la morte e il dolore si sono abbattuti su di me indurendomi, ho liquidato più persone che in tutta la mia vita. Non v'è uomo o donna colpevole verso di me che non sia finito nella Siberia dei miei sentimenti.
Hai perfettamente ragione a chiudere la tua lettera dicendo che chi non sa perdonare condanna sé stesso alla solitudine. Però hai torto a ritenere che tale «condanna» sia per tutti insopportabile. E dimentichi il proverbio che dice: «Meglio soli che male accompagnati». Non sempre la solitudine è una prigione. A volte, per alcuni, è una conquista che difende da ulteriori ferite ed offese. Solo i deboli e i poveri di spirito hanno paura della solitudine e si annoiano a stare soli. Io non sono debole. Sono molto forte, e durissima ormai. Non sono neanche povera di spirito. Quindi non ho paura della solitudine.
Tutte le volte che ti ho visto mi hai raccontato antichi insulti scritti i pensati. E tutte le volte che ti ho visto è stato come ricevere una coltellata nel cuore. Mi ha colto una nausea che solo la mia capacità di controllo è riuscita a nascondere o a vestire con gli abiti dell'indignazione. È probabile che la tua coscienza si senta lavata dal fatto di avermi confessato quegli antichi insulti scritti o pensati. Ma io non credo che confessare un peccato equivalga a cancellare il peccato. Quel concetto cattolico, anzi cristiano, mi ha sempre inorridito. I peccati commessi restano peccati commessi e niente può cancellarli: né Dio, né il diavolo, né gli uomini, né una sfilata di pater e di ave-maria detti per penitenza. Ciò vale per me, per te, per l'umanità intera presente e passata. Ecco perché non riesco a perdonare. Non voglio.
Ciò è spietato? Sono tanto spietata con me stessa che non vedo perché dovrei essere dolce con gli altri. Il massimo ch'io possa consentirmi è rispondere in modo esteso a chi mi ha scritto in modo esteso. Spiegarmi a chi mi ha spiegato. Ed è molto. Tu sei l'unica persona fra le decine che ho liquidato, esiliato nella Siberia dei sentimenti, cui abbia detto no con una lettera e non col silenzio. Di solito oppongo un silenzio di pietra. Quello che seguirà a questa lettera.
E così farò, sempre, in tutte le circostanze della vita, con tutti coloro che tentano di impormi una prepotenza. E non cederò, mai. Mai. E guai a chi si permette o si è permesso o si permetterà di mettere in dubbio la mia onestà professionale e personale: che poi sono, ovvio, la medesima cosa.
Ora mi è più facile dirti addio.
Peccato. Ma addio.
Oriana Fallaci
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"DEAD GIRL WALKING (REPRISE)" THIS IS NOT AN EXACT TRANSLATION, THIS IS AN ADAPTATION (AND ONE THAT STILL NEEDS TONS OF FIXING AT THAT)
Unlike last time (which I luckily skipped because I felt sick at night and was allowed to stay at home), I don't have tests tomorrow! So yeah, here it'll be! Dead Girl Walking (Reprise) in Italian! In which most of the syllable numbers have completely gone off to fuck themselves and left me alone with this fucking mess! But, first of all, a little something I gotta say:
ASK ME FOR PERMISSION BEFORE USING THIS, DO CREDIT ME IF YOU EVER USE THIS (I doubt you will it’s impractical and still needs so much fixing it’s unbelievable) AND TELL ME/LINK WHATEVER YOU USED IT FOR USING REBLOGS (because for some reason Tumblr doesn’t like comments with links and while I do think I understand why I don’t always like it)
(the apostrophes [or however ’ is called] are used to shorten the number of syllables often in poetry so I’m obviously abusing that power.)
[VERONICA, cantato] Volevo uno che mi proteggesse Ho lasciato che mi manipolasse e li uccidesse La sua soluzion'è 'na bugia Non si morirà più per la sua pazzia Meno che per me e il mostro ch'ho creato Sì SÌ! In guardia, J.D. Sono una morta vivente
[STUDENTI] For-za Westerburg
[VERONICA] Non puoi nasconderti Sono una morta vivente
[STUDENTI] For-za Westerburg
[VERONICA] Senti la campana della morte Un'ultima danza deciderà la nostra sorte Mano per mano all'inferno con una morta vivente
[STUDENTI] Woah-oh-oh-oh-oh!
[HEATHER MCNAMARA] Forza, Westerburg!
[STUDENTI] Woah-oh-oh-oh-oh!
[HEATHER MCNAMARA] Forza andiam, forza andiam, ora!
[parlato]
[MS. FLEMMING] Veronica!? Jason Dean m'aveva detto che t'eri appena suicidata!
[VERONICA] Sì, beh, si sbaglia su molte cose.
[MS. FLEMMING] Ah, avevo messo assieme un tributo carino Specialmente considerando il poco preavviso.
[VERONICA] Prof Flemming cosa c'è sotto alla palestra?
[MS. FLEMMING] Il locale caldaia?
[VERONICA] Eccolo!
[MS. FLEMMING] Veronica che sta succedendo?
[VERONICA, cantato] Non ho tempo di parlar Sono una morta vivente!
[STUDENTI] For-za Westerburg Dimmi cos'è quel suono! Arriva Westerburg Per piantarvi sotto al suolo! Vai! Vai! Westerburg! Caccia 'n grido eterno Westerburg vi ucciderà E manderà dritti all'inferno!
[parlato]
[VERONICA] Allontanati dalla bomba.
[JD] Questa piccoletta? È difficilmente una bomba. Serve solo a far esplodere i pacchi di dinamite di sopra in palestra Quelli sono bombe Le persone vedranno le ceneri delle superiori Westerburg E penseranno: "Ecco una scuola che s'è autodistrutta Non perché alla società non frega niente Ma perché quella scuola era la società!" L'unico posto in cui le Heather e le Marthe possono andare d'accordo è in Paradiso!
[cantato]
[VERONICA] Vorrei tua madre fosse stata un po' più forte Vorrei la sua scelta non fosse stata la morte Vorrei tuo padre fosse migliore! Che tutto non fosse peggiore! Vorrei avervi incontrato anni fa e averla fermata proprio là! Vorrei venissi con me–
[JD] Vorrei avere più dinamite!
[STUDENTI] Ah-ah-ah For-za Westerburg Dimmi cos'è quel suono! Arriva Westerburg Per piantarvi sotto al suolo! Vai, vai, Westerburg! Caccia un grido eterno Westerburg vi ucciderà E manderà dritti all'infer–
[VERONICA] *Urlo* So, direct translation! (used in this to specify the meanings and explain certain word choices)
[VERONICA] I wanted one (implied to be one guy) who would protect me I let him manipulate me and kill them His solution is a lie No one will die for his madness anymore Except for me and the monster I created Yeah! Yeah! Heads up (but more literally "En garde"? On guard, be alert?), J.D. I’m a living dead (girl)!
[STUDENTS] Come on, Westerburg!
[VERONICA] You can't hide, ㅤㅤㅤㅤㅤㅤㅤㅤㅤㅤㅤㅤ
[VERONICA] I’m a living dead (girl)
[STUDENTS] Come on, Westerburg!
[VERONICA] Hear the death bell One last dance will decide our fate (GOOGLE TRANSLATE I THANK YOU FOR SUPPLYING ME WITH THE WORD FATE I LOVE YOU) Hand in hand in hell with a living dead (girl)
[STUDENTS] Whoa-oh-oh-oh-oh!
[HEATHER MCNAMARA] Come on, Westerburg!
[STUDENTS] Whoa-oh-oh-oh-oh!
[HEATHER MCNAMARA] Come on let's go, come on let's go, now!
[spoken]
[PAULINE FLEMING] Veronica!? Jason Dean told me you’d just committed suicide!
[VERONICA] Yeah, well ("beh"), he’s wrong about a lot of things.
[PAULINE FLEMING] Oh, I threw together a lovely tribute Especially given the short notice (I BUTCHERED THE SYLLABLES IN ITALIAN HERE I'M SORRY, TO SAY THIS YOU'LL HAVE TO BECOME EMINEM)
[VERONICA] Prof. Fleming, what’s under the gym?
[PAULINE FLEMING] The boiler room?
[VERONICA] That’s it (but more of a "He's there")!
[PAULINE FLEMING] Veronica, what’s going on?
[VERONICA] Don't have time to talk I’m a living dead (girl)!
[STUDENTS] Come on, Westerburg! Tell me what’s that sound? Here comes (but more literally arrives) Westerburg To plant you under the ground! Go! Go! Westerburg! Give an eternal yell! Westerburg will kill you And send you straight to hell!
[VERONICA] Step away (/distance yourself) from the bomb.
[J.D.] This little thing (but more literally "baby" but more of a diminutive of it)? It's hardly a bomb This is just to explode the packs of dynamite upstairs in the gym Those are bombs People are gonna see the ashes of Westerburg High School (but more literally superior school because that's what we call the after middle school part in Italy) And they'll think "There’s a school that self-destructed Not because society doesn't care But because that school was society!" The only place Heathers and Marthas can get along is in Heaven!
[VERONICA] I wish your mom had been a little stronger I wish her choice hadn't been death I wish your dad were better! That everything wasn't worse! I wish I'd met you (AS IN HE AND HIS MOM) years ago and stopped her right there! I wish you’d come with me—
[J.D.] I wish I had more dynamite!
[STUDENTS] Ah-ah-ah! Come on, Westerburg! Tell me what’s that sound? Here comes (more literally arrives) Westerberg To plant you under the ground! Go! Go! Westerburg! Give an eternal yell! Westerburg will kill you And send you straight to (hel)—
[VERONICA] *Scream* OG LYRICS (if you’re seeing this I doubt you don’t know them, but here they are anyway):
[VERONICA] I wanted someone strong who could protect me I let his anger fester and infect me His solution is a lie No one here deserves to die Except for me and the monster I created Yeah! Yeah! Heads up, J.D. I’m a dead girl walkin'!
[STUDENTS] Hey, yo, Westerburg!
[VERONICA] Can’t hide from me I’m a dead girl walkin’
[STUDENTS] Hey, yo, Westerburg!
[VERONICA] And there’s your final bell It’s one more dance and then farewell Cheek to cheek in hell with a dead girl walkin’
[STUDENTS] Whoa-oh-oh-oh-oh!
[HEATHER MCNAMARA] Come on, Westerburg!
[STUDENTS] Whoa-oh-oh-oh-oh!
[HEATHER MCNAMARA] Here we go, here we go now!
[spoken]
[PAULINE FLEMING] Veronica!? Jason Dean told me you’d just committed suicide!
[VERONICA] Yeah, well, he’s wrong about a lot of things.
[PAULINE FLEMING] Oh, I threw together a lovely tribute Especially given the short notice
[VERONICA] Ms. Fleming, what’s under the gym?
[PAULINE FLEMING] The boiler room
[VERONICA] That’s it!
[PAULINE FLEMING] Veronica, what’s going on?
[VERONICA] Got no time to talk I’m a dead girl walking!
[STUDENTS] Hey, yo, Westerburg! Tell me what’s that sound? Here comes Westerburg Comin’ to put you in the ground! Go! Go! Westerburg! Give a great big yell! Westerburg will knock you out And send you straight to hell!
[VERONICA] Step away from the bomb.
[J.D.] This little thing? I’d hardly call this a bomb This is just to trigger the packs of thermals upstairs in the gym Those are bombs People are gonna see the ashes of Westerburg High School And they're gonna think "There’s a school that self-destructed Not because society doesn't care But because that school was society" The only place Heathers and Marthas can truly get along is in Heaven!
[VERONICA] I wish your mom had been a little stronger I wish she stayed around a little longer I wish your dad were good! I wish grown-ups understood! I wish we met before they convinced you life is war! I wish you’d come with me—
[J.D.] I wish I had more TNT!
[STUDENTS] Ah-ah-ah! Hey, yo, Westerburg! Tell me what’s that sound? Here comes Westerberg Comin’ to put you in the ground! Go! Go! Westerburg! Give a great big yell! Westerburg will knock you out And send you straight to—
[VERONICA] *Scream*
#heathers#heathers the musical#heathers 1989#jason dean#veronica sawyer#song adaptation#i'm sorry#in italiano#italian-speaking heathers fans i hope you like this#heathers fans i hope you like this#non è ufficiale lol non so se hanno mai fatto la traduzione ufficiale o anche la traduzione#i tried to keep as many rhymes as possible but failed for one or two so do forgive me for that (i tried my best)#this machine runs on coffee adapts “heathers: the musical” songs in italian#fuck i forgot to tag it dead girl walking (reprise)#dead girl walking reprise
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2023 - Sintesi
- Ho cominciato l'anno con speranza e fiducia (come quasi sempre)
- Ho perso velocemente sia la speranza che la fiducia (come quasi sempre)
- Non ho baciato.
- Ho dato l'ennesimo taglio ai rami secchi, escludendo persone inconcludenti e approfittartici.
- Ho ascoltato, tanto.
- Ho deluso una persona.
- Ho guadagnato la stima di una persona.
- Ho riscritto il testo di una canzone.
- Ho letto.
- Ho avuto il mio bellissimo "Audio Libri" personalizzato.
- Ho accettato richieste d'amicizia.
- Sono stato bannato poco dopo perché poco "intraprendente".
- L'Ansia ha confermato il contratto di collaborazione con me, per almeno un biennio.
- Ho pensato alla morte.
- Ma ho pensato soprattutto a come sarebbe bella la vita se vissuta in pace con chi vuoi bene.
- Anche nel 2023 non ho seguito nessun influencer.
- Non ho guardato per tutto l'anno neanche un telegiornale.
- Nel 2023 ho perso Minù, una delle mie due bimbe. Così chiamavo le chihuahua.
- Sono stato aiutato. Tanto.
- Ho aiutato. Come ho potuto.
- Ho abbracciato i miei figli mentre piangevano.
- Sono stato a mia volta abbracciato mentre piangevo, dai miei figli.
- Ho ancora caparbiamente sognato.
- Il 2023 si è portato via anche Alvin, il gatto che mi aveva scelto come suo umano nella vita.
- Entrando in un negozio una commessa mi chiese "Buongiorno, desidera?", avrei voluto risponderle "Si, tantissimo".
- Ho imparato che anche le cose belle devono finire, per poterne cominciare di migliori.
- Anche quest'anno un pezzetto di fiducia nell'umanità è esplosa, come le bombe.
- Mi sono convinto che uno dei miei cinque sensi sia il senso di fame.
- Credo che la prima cosa che farò nel 2024 sarà quella di guardare l'ultima creazione di Hayao Miyazaki: Il ragazzo e l'airone.
- Ho rivalutato il sostantivo "sopportazione".
- Ho lavato amorevolmente il corpo di mia madre.
- Guidando in montagna ho letto un cartello stradale "Attenzione frana", l'ho preso sul personale.
- Sono rimasto fedele al team pandoro.
- Ho ascoltato tantissima musica.
- Ho scritto delle mie emozioni, esperienze.
- Ho provato la sensazione di essere una sicurezza, per una persona sconosciuta soccorsa da me di notte.
- Ho abbandonato definitivamente alcuni ideali.
- Ho compreso che la giustizia non ha colore. Se ha un accenno di colore non è giustizia ma un favore.
- Rimpiango una voce che mi chiamava "grumo".
- Anche quest'anno mi vorrò bene l'anno prossimo.
- Passerò il Capodanno tenendo la mano di un figlio ammalato.
Visto che siamo su un social.
Penso a tutti quelli che anche per qualche secondo mi hanno letto, dandomi un riscontro con un semplice like o un commento. A chi c'era e a chi non c'è più. Sono stati per me comunque consigli o insegnamenti. Ringrazio tutti.
Non so se basterà un mio augurio affinché il 2024 sia per tutti voi un anno bello. Però come spesso si dice, basta il pensiero. E io ne ho per ognuno di voi.
Buona fortuna e un abbraccio forte forte, siate meravigliosi siate illuminati.
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Voglio un amore doloroso, lento, che lento sia come una lenta morte, e senza fine (voglio che più forte sia della morte) e senza mutamento. Voglio che senza tregua in un tormento occulto sian le nostre anime assorte; e un mare sia presso a le nostre porte, solo, che pianga in un silenzio intento. Voglio che sia la torre alta granito, ed alta sia così che nel sereno sembri attingere il grande astro polare. Voglio un letto di porpora, e trovare in quell’ombra giacendo su quel seno, come in fondo a un sepolcro, l’Infinito.
Gabriele D’Annunzio
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QUESTA FOTO FA MALE…La natura non sa cosa sia la crudeltà. I predatori catturano quasi sempre le prede più deboli o meno furbe delle altre. Così facendo aiutano involontariamente la specie cacciata ad evolversi,a diventare più forte e furba.
"Il grembo fidato della madre e l'orrore della morte" – Una delle foto più straordinarie dell'anno, pubblicata da National Geographic, mostra un cucciolo di scimmia apparentemente sereno, aggrappato al petto della madre, ignaro degli orrori della morte. Vedere insieme la madre e la morte suscita una sensazione sorprendente. La fiducia nella madre ha sconfitto persino la paura della morte.
Questa scioccante fotografia è stata scattata dal fotografo basco Igor Altuna prima di diventare virale e di essere scelta come la migliore dell'anno dal Museo di Storia Naturale di Londra. Ogni anno, il Museo di Storia Naturale seleziona le immagini più straordinarie della natura.
Daniela Penco
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