#forte come la morte
Explore tagged Tumblr posts
Text
New Current Read is "Forte come la morte è l'amore", a collection of Jewish love poetry curated by Sara Ferrari.
#booklr#bookworm#dean talks#currently reading#forte come la morte è l'amore#sara ferrari#jewish poetry#jewish love poetry
1 note
·
View note
Text
Lo ghiaccerà con gli occhi, stasera

“Occhio per occhio e il mondo diventa cieco.” (M. K. Ghandi)
Luna l’ha appena scoperto: ieri sera è venuta a conoscenza del fatto che lui si vede con un’altra donna. Lo starà facendo perché forse la nuova preda è più fedele e servile di lei; più esperta nelle cose di sesso, pensava. Tuttora non osa ammettere neppure a sé stessa che invece egli potrebbe semplicemente amarla.

Sei anni d’amore e di totale, sua totale e piena devozione per lui gettati al vento. Non ci sarà più quel gioco gentile ma stimolante e crudele tra due che si amano. Non si sottoporrà più con genuina e partecipata gioia ai riti dolorosi ma per lei dolcissimi e intimi a cui Manuel con pazienza l’aveva abituata.

Le prime volte infatti, alle richieste dell’uomo lei reagiva con veemenza. Probabilmente, da qualche parte nei recessi della sua mente abituata ad obbedirgli e scattare a comando, troverà il coraggio di troncare con lui. Una salutare alzata d'orgoglio. Intanto comunque stasera per l’ultimo appuntamento con lui s’è fatta stupenda.

Ma è assolutamente decisa: non lo lascerà avvicinare al suo corpo più di tanto e non si farà mai più neppure toccare, da lui. Lo guarderà come un animale ferito a morte guarda il cacciatore che gli ha ficcato una pallottola nel cuore, prima di esalare l'ultimo respiro. Piangerà dentro, ma non gli darà la soddisfazione di vederla sanguinare e soffrire per davvero, stavolta. L’ultima volta.

Con Manuel, all'inizio della loro storia Luna era una donna risoluta e anche aggressiva, lo combatteva e litigava molto, con lui. Rivendicava come donna un suo ruolo paritario, nel rapporto che si stava creando tra loro due. Poi, per puro amore di quell’uomo, ha accettato progressivamente tutto e man mano s’è sottomessa in toto al suo volere.

Dopo alcune settimane la cosa ha iniziato decisamente anche a piacerle: non vedeva l’ora di indossare il collare, desiderava soltanto essere sculacciata e punita nelle mille, sottili maniere che lui conosceva. S’era finalmente insinuato nella sua psiche il gusto tenue, subdolo, riprovevole ma pervicace della sottomissione al maschio dominante.

Dio come godeva con lui nel farlo. E oggi pomeriggio altre news. La sorpresina finale: Dolores, la nuova donna che ha inaspettatamente accartocciato il cuore del suo Padrone, sembra che sia addirittura una dominatrice lei stessa.

E che sia una molto forte e determinata, con gli uomini. Manuel l’ha conosciuta da poco, a una convention inter-aziendale. La nemesi vuole che lei abbia subito messo gli occhi proprio su di lui e che adesso non voglia avere a che fare con nessun altro uomo.

E sembrerebbe addirittura che come prima volta lei abbia voluto che Manuel partecipasse a una sua cosa a tre con il suo accompagnatore e collaboratore tuttofare storico e fedele. La versione moderna del puro schiavo. Lo ha voluto quindi come secondo schiavo. E l’uomo oggetto di tanta cura, dopo un iniziale disorientamento ha accettato.

Adesso, ogni volta che lui pensa alla sua nuova Padrona o che la vede, che qualcosa gliela ricorda, ha un tuffo profondo al cuore. Che il nuovo arrivato Manuel sia il benvenuto, nel mondo della dominazione e nella parte dello schiavo: proverà così, ogni volta che lei vorrà, del puro dolore fisico.

E l'umiliazione di essere la seconda scelta, di sborrare dentro di lei solo dopo che lei avrà goduto col primo schiavo. Subirà costantemente l’umiliazione psicologica più imbarazzante e tenace, qualcosa che si protrae durante i giorni a seguire e che incide in modo definitivo sull’autostima del soggetto sottomesso, specie se di sesso maschile.

S’abituerà a servirla secondo il suo assoluto volere. Luna, la schiava di ieri invece, per parte sua, una volta ammortizzato il colpo e finite le lacrime, le parole, presto tornerà libera dal giogo della passione con un uomo ormai profondamente cambiato. Forse col tempo troverà un altro dominante, per continuare a soffrire d'amore e godere nel farsi dominare.

Il maschio curioso, carico di desiderio sessuale e assetato di vita che comunque è dormiente in Manuel vorrebbe addirittura farla incontrare con la sua padrona. Ma sa che per ora questa è solo una sua fantasia. Chissà: forse in un futuro non troppo lontano…

In ogni caso, più probabilmente questa vicenda segnerà la nascita di una nuova Luna: stavolta prenderà il ruolo di una vendicativa, gelida, cattiva, lucida, spietata e ormai esperta dominatrice. Le vicende tra amanti sono spesso molto complicate, aggrovigliate.

Accadono inattese vere e proprie rivoluzioni copernicane. Esse mutano i desideri delle anime che inspiegabilmente si attraggono. E nascono i comportamenti d'amore e le storie più singolari.

RDA
70 notes
·
View notes
Text
Nessuno pensa mai che sono fragile... Pensano tutti che io sia forte... Dura... Che non abbia bisogno di nessuno... Di una carezza... Di un abbraccio... Che me la so cavare benissimo da sola... Che non mi serve niente... Bhe... In realtà è l'esatto contrario... Ho bisogno di tutto... Mi sento più fragile di una farfalla... E ho paura che il vento mi porti via... Lontano... Non sono forte e indistruttibile... È solo la vita che mi costringe a pungere come un ape... Per difendermi... L'ape muore... E anch'io, dopo essermi difesa... Non sto tanto bene... Ogni volta, una piccola parte della mia innocenza muore... Prima di arrivare alla morte... Mi sarò trasformata in una perfetta stronza... Finalmente capace di stare al mondo... Ma sarà troppo tardi...
~ Virginia ~

59 notes
·
View notes
Text
eu não estou pronto para a morte, mas não vejo mais sentido na vida. acorda cedo, come rápido, toma banho rápido, dois minutos de atenção pro cachorro, atrasa, sai correndo no sol, entra suando no ônibus, trabalha pra caralho, fuma pra caralho, estresse, culpa, arrependimento, raiva, dor. viver assim não é viver, é sobreviver. sem alegria, sem amor, sem ter com quem contar. volta pra casa tarde, sente culpa, passeia com o cachorro sem vontade, fuma mais, fuma maconha, assiste alguma coisa na tv, dorme e começa tudo de novo. eu comecei a ler Clarice Lispector. durou dois dias e eu nunca mais li. não por falta de interesse, mas o novo emprego consome todo o meu tempo e eu não consigo ler e, consequentemente, também não consigo escrever. escrever é como um exercício físico, se não fizer com regularidade a mente atrofia. e ler poesia é como a creatina que te faz ficar mais forte, disposto e com energia. não faz milagre, mas quem usa tem resultados melhores. mas nem literatura, nem trabalho, nem qualquer outra distração me afasta do que realmente ocupa minha cabeça. a Marcela se casa nesse sábado e no momento eu estou em estado de dissociação. mais do que em negação, eu estou vivendo uma verdadeira desconexão entre minha mente, meu corpo e a realidade. como se o mundo material fosse insuficiente e eu tivesse que criar uma realidade paralela que seja mais confortável. eu já sofri, tentei estragar o relacionamento deles, ameacei de contar pro noivo dela que fomos amantes por mais de um ano, mas eu não faria isso. a verdade é que eu a amo com todo meu coração, e por mais que isso doa (e que seja um clichê), quem ama quer a amada feliz, mesmo que com outra pessoa. é claro que esse casamento não vai durar, mas eu não vou fazer nada quanto a isso. eu não vou fazer nada pra evitar esse casamento assim como eu não faço nada pra parar de fumar, não faço nada pra melhorar minha relação com meu pai, não faço nada por um mundo melhor. simplesmente parar e esperar, e transar com o máximo de mulheres que eu conseguir, como quem passa três horas seguidas passando vídeos no TikTok. um cérebro viciado em dopamina barata. eu estou transando com mais gente nos últimos meses do que na minha vida toda, e cada novo corpo é uma triste tentativa de substituir o da Marcela. como quem está tentando largar o vício e fica fumando uma caneta pra tentar convencer o cérebro que é um cigarro. e tem funcionado tanto quanto, ou seja, nada. fumar canetas nunca me afastou de verdade do meu vício em cigarros porque os cigarros são muito mais gostosos e quentes, e eu acho que isso, parcialmente, explica porque nenhum corpo substitui o da Marcela: porque ela é muito mais gostosa e a vida com ela é muito mais quente. eu sinto falta de ter ambições, mas não vejo mais sentido em tê-las. eu sinto falta de amar e ser amado, mas não vejo sentido em novas relações. eu não estou pronto para a morte, mas não vejo mais sentido na vida sem você. por isso eu sigo à deriva, como um destroço que se solta de um navio afundado. sempre em movimento, podendo até servir de boia pra alguém, mas sem um caminho para seguir. pelo menos semana que vem tem carnaval. vai ver é isso que me mantém respirando.
19/02/25 – 11:20
#meus#espalhepoesias#lar de poetas#diariodeumdesistente#poesia#literatura#escrita#poesia poema#poetas en tumblr#poetaslivres#poetas do tumblr#escritores#projetonovosautores#raiva#projetovelhopoema#lardepoetas#poecitas#projetoeglogas#quandoelasorriu#carteldapoesia#liberdadeliteraria#original poem#poem#poetry#poets on tumblr#writers and poets#maniadepoesia
65 notes
·
View notes
Text








Ces deux chapitres bon sang, c'est intense et les feels ! Iffrit souhaite changer la police de l'intérieur et de l'autre, je peux comprendre son point de vue. D'ailleurs je me dis qu'Iffrit a dû avoir d'autres élèves mais qui sont soient morts soient "changés". Mais celle ci coûte bien trop de vies et quand je vois comment il parle d'Azz, je pense qu'il y avait une sincérité envers lui or on sent la fatigue quand il dit qu'il a encore besoin de lui. Mais son sens de la justice est plus fort ce qui pousse Azz à suivre Iruma. Car il représente cet idéal impossible, cette détermination mais cette naïveté pour Iffrit. Après je pense pas qu'il est mort mais la manière dont ils se disent "au revoir" est gratifiant. Mais Azz était prêt à mourir jusqu'à ce qu'Iruma intervient et voit justement qu'Iruma l'avait compris d'une certaine manière et il a brisé ses murs. Toutefois, il peut pas revenir sans conséquences et c'est par la blessure aux flammes qu'il renaît d'une certaine manière. Et ça va prendre du temps que la mafia lui fasse de nouveau confiance. Mais maintenant Clara a enfin retrouvé son petit frère !
These two chapters damn, it's intense and feels! Iffrit wants to change the police from the inside and the outside, I can understand his point of view. In fact, I'm thinking that Iffrit must have had other students who are either dead or “changed”. But this one cost far too many lives and when I see how he talks about Azz, I think there was sincerity towards him, but you can feel the fatigue when he says he still needs him. But his sense of justice is stronger, and that's what drives Azz to follow Iruma. Because he represents that impossible ideal, that determination but naivety for Iffrit. I don't think he's dead yet, but the way they say goodbye is gratifying. But Azz was ready to die until Iruma stepped in and saw that Iruma had understood him in some way and broke down his walls. However, he can't come back without consequences and it's through the flame wound that he's somehow reborn. And it's going to take some time for the mafia to trust him again. But now Clara has finally found her little brother!
#mairimashita! iruma kun mafia#m!ik#m!ik spoilers#mairmashita manga#suzuki iruma#asmodeus alice#ifrit djinn eito#this is my favourite arc no hesitation it's so good !
29 notes
·
View notes
Text
Tu, vento di marzo
( Cesare Pavese)
Sei la vita e la morte.
Sei venuta di marzo
sulla terra nuda -
il tuo brivido dura.
Sangue di primavera
- anemone o nube -
il tuo passo leggero
ha violato la terra.
Ricomincia il dolore.
Il tuo passo leggero
ha riaperto il dolore.
Era fredda la terra
sotto povero cielo,
era immobile e chiusa
in un torpido sogno,
come chi più non soffre.
Anche il gelo era dolce
dentro il cuore profondo.
Tra la vita e la morte
la speranza taceva.
Ora ha una voce e un sangue
ogni cosa che vive.
Ora la terra e il cielo
sono un brivido forte,
la speranza li torce,
li sconvolge il mattino,
li sommerge il tuo passo,
il tuo fiato d' aurora
Sangue di primavera,
tutta la terra trema
di un antico tremore.
Hai riaperto il dolore.
Sei la vita e la morte.
Sopra la terra nuda
sei passata leggera
come rondine o nube,
e il torrente del cuore
si è ridestato e irrompe
e si specchia nel cielo
e rispecchia le cose -
e le cose, nel cielo e nel cuore
soffrono e si contorcono
nell' attesa di te.
È il mattino, è l'aurora,
sangue di primavera,
tu hai violato la terra.
La speranza si torce,
e ti attende ti chiama.
Sei la vita e la morte.
Il tuo passo è leggero.
23 notes
·
View notes
Text
i potenti della terra pericolosi come il cancro
morte o salvezza. non dipende più da te
la cura deve essere più forte della malattia. un'amputazione
oppure più intelligente. la chemio
spesso servono tutte e due e non è detto che si vinca
comunque è un devasto
c'è una cosa che il cancro non sa: se lui vince, muore
35 notes
·
View notes
Text
i'm done re-reading tsc, im sad about jean and élodie and stolen childhoods, here's a song that fits them i think
"dans le jardin de mon enfance
entre les arbres et la violence"
in my childhood garden
between trees and violence
[...]
"entre les drames et l'insouciance"
between tragedies and carelessness
[...]
"pourquoi j'y pense encore ?
y a quoi de mieux avant ?"
why do i still think about it ?
what was better then ?
"à part les rires en farandole
a part l'été qui me console"
except laughter swirling like a dance
except summer comforting me
"qu'est ce qui me manque tant ?
pourquoi j'y pense encore autant ?
y a quoi de mieux avant ?"
what do i miss so much ?
why do i still think about it ?
what was better then ?
"sur les toits du sud de la France
quand le vent et l'eau se mélangent
là sur les lèvres, de ceux qui parlent fort
leurs voix, leurs lois me dérange"
on the roofs in the south of France
when wind and water blur together
here on the lips, of those who speak loudly
their voices, their laws bother me
"il revient toujours, ce même goût de rance
du temps des rêves qui jouaient avec la mort"
it always come back, that same sour taste
from the time of dreams that played with death
"pourquoi j'y pense encore autant ?
y a quoi de mieux avant ?"
anyways stan Pomme
#get it because he doesn't want to think about it#because nothing was better then#except maybe...#jean moreau#all for the game#aftg#aftg tsc#the sunshine court#elodie moreau#Spotify
20 notes
·
View notes
Text
Tu arrivasti alla mia anima quando era dimenticata: le porte divelte, le sedie nel canale, le tende cadute, il letto sradicato, la tristezza curata come un vaso di fiori. Con le tue piccole mani di donna laboriosa ponesti tutte le cose in fila: lo sguardo al suo posto, al suo posto la rosa, al suo posto la vita, al suo posto la stuoia. Lavasti le pareti con uno straccio bagnato nella tua chiara allegria, nella tua fresca dolcezza, collocasti la radio nel luogo appropriato e pulisti la stanza di sangue e spazzatura. Ordinasti tutti i libri dispersi e stendesti il letto nel tuo enorme sguardo, accendesti le povere lampade spente e lucidasti i pavimenti di legno consumato. Fosti d’un tratto enorme, ampia, potente, forte: sudasti grandi fatiche lavando arnesi vecchi. Apprendesti che nella mia anima d’avanzo era la morte e la tirasti all’orto con pezzi di specchio. Jorge Debravo - Poesia dell'amore inevitabile
22 notes
·
View notes
Text

Voglio un amore doloroso, lento,
che lento sia come una lenta morte,
e senza fine (voglio che più forte
sie della morte) e senza mutamento.
Voglio che senza tregua in un tormento
occulto sien le nostre anime assorte;
e un mare sia presso a le nostre porte,
solo, che pianga in un silenzio intento.
Voglio che sia la torre alta granito,
ed alta sia così che nel sereno
sembri attingere il grande astro polare.
Voglio un letto di porpora, e trovare
in quell’ombra giacendo su quel seno,
come in fondo a un sepolcro, l’infinito.
Gabriele D’Annunzio
39 notes
·
View notes
Text

25 SETTEMBRE 2005 FEDERICO ALDROVANDI
Canzoni contro la guerra
Verità grido il tuo nome / Per quello che non doveva succedere / Per quello che non è ancora successo / Perché non accada mai più
Io la morte l’ho sempre immaginata
Vestita in nero e incappucciata
Forse non ci crederai nemmeno tu
Ma quella notte la morte aveva una divisa blu
Eran le cinque di mattina
Era l’alba di un giorno e di una vita
Come andò per l’esattezza non ricordo
Ma in quella via ognuno per magia diventò sordo
Verità grido il tuo nome
E migliaia di persone
Riempiranno la città
Per scoprire se abiti anche qua
Ventitré di settembre ed il sole picchia forte
E le loro bastonate non ti uccideran due volte
Ottomila e più persone non si posson far tacere
Non si possono ignorare
Anche se non vuoi vedere
E sprangate pur le porte
E oscurate le vetrine
Grideremo ancor più forte
Da qualche parte ne siam certi ALDROVIVE
Verità grido il tuo nome
E migliaia di persone
Riempiranno la città
Per scoprire se abiti anche qua
E voi divise insanguinate
Chine dietro ad un mantello
La coscienza non trovate
Forse è accanto al manganello
E riempiteci di botte
E con il sangue alle gengive
Noi grideremo ancor più forte
Da qualche parte ne siam certi ALDROVIVE
Nel coraggio di esser forti ALDROVIVE
In chi tiene gli occhi aperti ALDROVIVE
Noi siamo quelli che credono ancora a queste emozioni
34 notes
·
View notes
Text
Giornata gelida, sono rintanata sotto le coperte per non sentire il freddo.
Ho i piedi freddi, le mani altrettanto e il cuore che sanguina.
Oggi è venuto a mancare un padre, la morte non mi spaventa più, mi turba però quello che provo ancora dopo anni, è come se dovessi ripercorrere di nuovo le sensazioni che ho provato io quel giorno.
Le urla, i miei conati di vomito perché ho sempre sentito tutto di pancia, le lacrime e mi meraviglio di dove sono arrivata oggi, di come sono diventata, di quanto ho lottato per riprendermi il mio sorriso che per tanto tempo si è messo in standby, come se dovesse in qualche modo ricaricarsi e ripartire più forte di prima, doppiamente per me e per mio padre.
Che fatica la vita, ormai non la reputo più ingiusta, solo tanto faticosa.
17 notes
·
View notes
Text



IL MESTIERE DELL'EDITOR - di Gianpiero Menniti
SPARTITO SCOMPOSTO
Ecco un'altra raccolta poetica di Angela Ada Mantella, scrittrice che seguo ormai da tempo e che ogni volta riesce a sorprendermi per l'originalità dello stile e dei contenuti lirici.
Il piacere di occuparmi dell'editing si somma alla lettura dei testi.
E questi, nella loro singolarità, mi hanno indotto a una personale ricerca nell'elaborazione della prefazione, della quale riporto qualche passo:
[...]
Questo è il carattere che emerge da “Spartito scomposto”: il rifiuto del necessario per il possibile, l’abbandono del canonico per l’irregolare, l’anomalo, l’impreciso.
Ma non è scelta di deriva, caduta, rinuncia: tutt’altro.
Si tratta di una disperata volontà di conoscenza, del protendersi verso l’ignoto lasciando ogni fardello di consolazione e di placida speranza in un segno: è coscienza del pericolo di un lungo passaggio a vuoto, dell’esistenza come rassegnazione.
Si percepisce il coraggio nietzschiano di accettare la tremenda assenza, come in questi nudi passaggi, tratti dalla lirica “Verità”
[…] Beato il funambolo in equilibrio instabile fa dell'incertezza una dote acrobatica ecco, forse è questo il senso! Siamo tutti provvisori una sola verità: ubicata chissà dove su una corda tesa la morte ci attende! Guai al funambolo fermo e appeso alla corda che implora braccia sicure come riparo alla caduta!
«Was bleibet aber, stiften die Dichter», «Ma ciò che resta, fondano i poeti», scrive in un bel saggio Franco Toscani, Poesia e pensiero nel «tempo di privazione». In cammino con Hölderlin e Heidegger, [...] che così commenta la citazione:
“[…] Che significa qui was bleibet? Esso è o può apparire alquanto enigmatico. In ogni caso, dà molto da pensare. Per noi, «ciò che resta» va senz’altro riferito all’abitare nel «tempo di privazione», in cui i poeti – questi temerari, i più arrischianti fra i mortali, li chiama Heidegger, in quanto pongono in questione alla radice il senso dell’uomo e del mondo – fondano quel che è da fondare.”
Mi pare la migliore delle citazioni alle quali ricorrere per indicare la struttura del pensiero creativo di Angela Ada Mantella.
Eppure, mentre lo scrivo, quasi attratto nel potente risveglio di coscienza che la poesia dell’autrice suscita, ecco che un altro cenno mi sovviene, più antico, più forte nel togliere ogni ulteriore parola, lasciando che ad aleggiare sia la tensione d’un arco impedito a scoccare:
"Chi non spera l’insperabile non lo scoprirà, poiché è chiuso alla ricerca, e a esso non porta nessuna strada." - Eraclito, fr.22b18 Diels-Kranz -
14 notes
·
View notes
Text

Omelia di don Andrea Gallo al funerale di Fabrizio De Andrè
Caro Faber,
da tanti anni canto con te, per dare voce agli ultimi, ai vinti, ai fragili, ai perdenti. Canto con te e con tanti ragazzi in Comunità.
Quanti «Geordie» o «Michè», «Marinella» o «Bocca di Rosa» vivono accanto a me, nella mia città di mare che è anche la tua. Anch’io ogni giorno, come prete, «verso il vino e spezzo il pane per chi ha sete e fame». Tu, Faber, mi hai insegnato a distribuirlo, non solo tra le mura del Tempio, ma per le strade, nei vicoli più oscuri, nell’esclusione.
E ho scoperto con te, camminando in via del Campo, che «dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior».
La tua morte ci ha migliorati, Faber, come sa fare l’intelligenza.
Abbiamo riscoperto tutta la tua «antologia dell’amore», una profonda inquietudine dello spirito che coincide con l’aspirazione alla libertà.
E soprattutto, il tuo ricordo, le tue canzoni, ci stimolano ad andare avanti.
Caro Faber, tu non ci sei più ma restano gli emarginati, i pregiudizi, i diversi, restano l’ignoranza, l’arroganza, il potere, l’indifferenza.
La Comunità di san Benedetto ha aperto una porta in città. Nel 1971, mentre ascoltavamo il tuo album, Tutti morimmo a stento, in Comunità bussavano tanti personaggi derelitti e abbandonati: impiccati, migranti, tossicomani, suicidi, adolescenti traviate, bimbi impazziti per l’esplosione atomica.
Il tuo album ci lasciò una traccia indelebile. In quel tuo racconto crudo e dolente (che era ed è la nostra vita quotidiana) abbiamo intravisto una tenue parola di speranza, perché, come dicevi nella canzone, alla solitudine può seguire l’amore, come a ogni inverno segue la primavera [«Ma tu che vai, ma tu rimani / anche la neve morirà domani / l’amore ancora ci passerà vicino / nella stagione del biancospino», da L’amore, ndr].
È vero, Faber, di loro, degli esclusi, dei loro «occhi troppo belli», la mia Comunità si sente parte. Loro sanno essere i nostri occhi belli.
Caro Faber, grazie!
Ti abbiamo lasciato cantando Storia di un impiegato, Canzone di Maggio. Ci sembrano troppo attuali. Ti sentiamo oggi così vicino, così stretto a noi. Grazie.
E se credete ora
che tutto sia come prima
perché avete votato ancora
la sicurezza, la disciplina,
convinti di allontanare
la paura di cambiare
verremo ancora alle vostre porte
e grideremo ancora più forte
per quanto voi vi crediate assolti
siete per sempre coinvolti,
per quanto voi vi crediate assolti
siete per sempre coinvolti.
Caro Faber, parli all’uomo, amando l’uomo. Stringi la mano al cuore e svegli il dubbio che Dio esista.
Grazie.
Le ragazze e i ragazzi con don Andrea Gallo,
prete da marciapiede.
32 notes
·
View notes
Text

QQuando sarai piccola ti aiuterò a capire chi sei,
Ti starò vicino come non ho fatto mai.
Rallenteremo il passo se camminerò veloce,
Parlerò al posto tuo se ti si ferma la voce.
Giocheremo a ricordare quanti figli hai,
Che sei nata il 20 marzo del ’46.
Se ti chiederai il perché di quell’anello al dito
Ti dirò di mio padre ovvero tuo marito.
Ti insegnerò a stare in piedi da sola, a ritrovare la strada di casa.
Ti ripeterò il mio nome mille volte perché tanto te lo scorderai.
Eeee… è ancora un altro giorno insieme a te,
Per restituirti tutto quell’amore che mi hai dato
E sorridere del tempo che non sembra mai passato.
Quando sarai piccola mi insegnerai davvero chi sono,
A capire che tuo figlio è diventato un uomo.
Quando ti prenderò in braccio
E sembrerai leggera come una bambina sopra un’altalena.
Preparerò da mangiare per cena, io che so fare il caffè a malapena.
Ti ripeterò il tuo nome mille volte fino a quando lo ricorderai.
Eeee… è ancora un altro giorno insieme a te,
Per restituirti tutto, tutto il bene che mi hai dato.
E sconfiggere anche il tempo che per noi non è passato.
Ci sono cose che non puoi cancellare,
Ci sono abbracci che non devi sprecare.
Ci sono sguardi pieni di silenzio
Che non sai descrivere con le parole.
C’è quella rabbia di vederti cambiare
E la fatica di doverlo accettare.
Ci sono pagine di vita, pezzi di memoria
Che non so dimenticare.
Eeee… è ancora un altro giorno insieme a te,
Per restituirti tutta questa vita che mi hai dato
E sorridere del tempo e di come ci ha cambiato.
Quando sarai piccola ti stringerò talmente forte
Che non avrai paura nemmeno della morte
Tu mi darai la tua mano, io un bacio sulla fronte
Adesso è tardi, fai la brava
Buonanotte.
- Simone Cristicchi -
....una Poesia in Musica che ti segna dentro......
12 notes
·
View notes
Text
Piccola anima
Che fuggi come se
Fossi un passero
Spaventato a morte
Qualcuno è qui per te
Se guardi bene ce l'hai di fronte
Fugge anche lui per non dover scappare
Se guardi bene ti sto di fronte
Se parli piano, ti sento forte
Quello che voglio io da te
Non sarà facile spiegare
Non so nemmeno dove e perché hai perso le parole
Ma se tu vai via, porti i miei occhi con te
Piccola anima
La luce dei lampioni ti accompagna a casa
Innamorata e sola
Quell'uomo infame non ti ha mai capita
Sai che a respirare non si fa fatica
È l'amore che ti tiene in vita
Quello che voglio io da te
Non sarà facile spiegare
Non so nemmeno dove e perché hai perso le parole
Ma se tu vai via, porti i miei occhi con te
Camminare fa passare ogni tristezza
Ti va di passeggiare insieme?
Meriti del mondo ogni sua bellezza
Dicono che non c'è niente di più fragile di una promessa
Ed io non te ne farò nemmeno una
Quello che voglio io da te
Non lo so spiegare
Ma se tu vai via, porti i miei sogni con te
Piccola anima
Tu non sei per niente piccola….
(Piccola Anima…Ermal ) 🖤
11 notes
·
View notes