#fetta di pizza
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peccatidifimocreazioni · 2 years ago
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Pizza ring 🍕
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gregor-samsung · 1 month ago
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" «Tu, vieni con me!», intimò una guardia di sicurezza in borghese a mia madre. «Perché?». «Lo sai benissimo perché!». La trascinò per il braccio facendola sfilare lungo la coda infinita delle casse, i pantaloni di tre taglie più grandi, su cui inciampava a ripetizione per tenere il passo dell'uomo. Ci spintonò dentro a quello che sembrava più uno sgabuzzino che un ufficio. Il capo della sicurezza era già lì a darci il benvenuto, le sue lenti da vista appoggiate pigramente sulla testa grassa e pelata. «Mia mamma non ha fatto nulla. Perché ci avete portato qui?». La guardia che ci aveva trascinato nel cubicolo strappò la borsa dalle mani di mia madre. Lei oppose resistenza, ma lui la lanciò immediatamente al capo. Senza mai toglierci lo sguardo di dosso, il ciccione ne estrasse un tubetto di fondotinta già parzialmente rimosso dalla confezione di plastica. Ce lo sventolò sotto gli occhi con fare derisorio e schioccò la lingua per esprimere disapprovazione. La donna che mi aveva predicato l’onestà fino a vomitare, a quanto pare era una ladra. Peggio, aveva scelto di rubare il fondotinta più economico del negozio, neanche lontanamente vicino al suo colore, perché in Italia cosmetici per neri non esistevano. Ma i veri ladri erano loro.
Il nuovo centro commerciale aveva già risucchiato la vita delle maggiori attività indipendenti della valle. Ci erano riusciti esibendo la crème de la crème della cucina italiana: risotti scotti e patate troppo unte, verdure bagnate di sale e spruzzate di pesticidi insieme a banane più verdi delle lattughe. La rete di consegna del pane caldo fatto a mano collassò quasi subito. Per risparmiare pochi spiccioli, papà fu uno dei primi traditori a surgelare lotti di pane dal centro commerciale, per poi scongelarli giorno per giorno. Prima ci avventuravamo fino a Celadina per comprare la carne direttamente dal macellaio di fiducia, col grembiule sempre macchiato di sangue. Adesso caricavamo nel carrello polpette ibride e bistecche impanate precotte. Fu poi il turno della pizza. Quella calda e filante sfornata dal forno a legna del nostro pizzaiolo fu sostituita da quella congelata e smunta di una nota marca. E quel poco che avevamo risparmiato nell'affare del diabolico centro commerciale, lo perdevamo ogni volta che c’impilavamo mozzarella e prosciutto, nel tentativo di imbellire la pizza precotta e di renderla mangiabile. Il colosso aziendale aveva fatto piazza pulita, distruggendo quei piccoli riti quotidiani che tessevano la rete di un’intera comunità. Famiglie che facevano giornalmente avanti e indietro dalla lattaia, dal panettiere, in merceria, dal sarto, dal ciabattino. Scambiando due chiacchiere con Giulio, mentre suo figlio ci metteva una vita a tagliarti una fetta di salame. O facendo gossip con Marino, il sarto che non osava sollevare un ago prima di metterti un bel bricco di caffè sul fornello. Adesso se n’erano andati tutti, un’intera generazione di disoccupati. Le strade del centro divennero un deserto. Al loro posto, estranei monitoravano il nuovo centro commerciale attraverso telecamere di sicurezza. "
Marilena Umuhoza Delli, Negretta. Baci razzisti, Red Star Press (collana Tutte le strade), 2020. [ Libro elettronico ]
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tatuaggioindelebiledamore · 2 years ago
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@una-fetta-di-pizza
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libero-de-mente · 9 months ago
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DIALOGO CON UN CANE
Questa mattina, complice un ictus nottambulo (sicuro altrimenti non mi darei altra spiegazione), ho deciso di approfittare della gradevole temperatura per fare una camminata.
La salute, lo staccare mentalmente, bruciare calorie... niente di tutto questo, volevo uscire di casa. Punto.
Così intraprendo un percorso che ho fatto altre volte, sfruttando piste pedonali e ciclabili che mi danno moltissime alternative qui in zona, che mi permettono di camminare nella natura e lontano da strade trafficate. Insomma il silenzio tra alberi e campi, interrotto solo dalle voci di chi, chiacchierando tra loro, incontro sul mio cammino e i passi ritmati, come il respiro affannato, di chi m'imbatto mentre corre.
Già, quelli che corrono. Che impegno e costanza, i volti paonazzi, il sudore che fa brillare la loro pelle come se fosse quella dei vampiri alla luce del sole, quelli della saga di Twilight per intenderci.
Si vede, dalla loro espressione, che un divano a casa non ce l'hanno. Diversamente da me che mentre cammino so già dove mi butterò appena rincasato.
Poco dopo aver intrapreso la camminata incrocio un ragazzo disabile, seduto sulla carrozzina, con un cane al guinzaglio. L'ho incrocio spesso quando faccio queste uscite insane per la mia indole, sempre cortese saluta tutti. E tutti ricambiano. Così fa con me e io ricambio.
Bello salutarsi col sorriso ed essere ricambiati. Decido anche io di adottare questa strategia con chi incontrerò. Risultato: nessuno mi caga. Zero. Anzi al mio saluto mi guardano stranito.
Evidentemente la sedia a rotelle ha quel suo perché che fa scattare la solidarietà, per uno sulle sue gambe no.
Così mentre cammino e vengo doppiato, triplicato e via a crescere dagli stessi volti o dalle stesse natiche, si quelle femminili a volte mi incitano a correre... dietro loro come stimolo motivazionale sia chiaro.
Dopo una curva mi ritrovo dietro una donna, capelli biondi ben curati, indossa dei jeans e un bellissimo cappotto. Scarpe rialzate con un tacco. Non è una mise da jogging ne da camminata. Intatti con lei e al guinzaglio c'è un magnifico esemplare di cairn terrier.
La bestiola mi "sente" e subito si gira, anzi si ferma a guardarmi e la sua accompagnatrice umana si accorge della mia presenza proprio perché il cane si è fermato. Tirandole il guinzaglio.
Cerco di superarli ma niente, il cane scodinzolando mi punta e vuole salutarmi. Mi cerca. Guardo la donna che lo sta portando al guinzaglio, cerco un'intesa con lo sguardo come per avere il suo consenso.
Ma avendo entrambi gli occhiali da sole scuri non riesco a interpretare nulla. Così prendo l'iniziativa decidendo di accosciarmi, con il cane che mi fa le feste.
- Sai - gli dico - lo so che non dovevo accosciarmi, che ora dovrò aspettare che passi uno robusto per aiutarmi a rimettermi in piedi - la donna sorride divertita - ma io devo dirti una cosa.
Vedi tutti questi umani che corrono? Ecco io li ammiro, un giorno sarò come loro, allenato, e correrò anche io.
Senza distogliere lo sguardo dal pelosetto sento lei ridere di più.
- Come dici? - rivolgendomi sempre al carin terrier - Si hai ragione. Meglio non correre che c'ho una certa età. Promesso non lo farò. Come scusa? - a questo punto porgo l'orecchio al cane come se lo stessi ascoltando, la padrona è completamente partita in una risata dietro l'altra - Si, si certo. Hai ragione! - prendendo il musetto del cane gentilmente tra le mie mani - Farò come mi consigli. Appena arriverò a casa prenderò quella fetta di pizza avanzata da ieri sera e la mangerò.
A questo punto lei, la donna si intromette nella conversazione privata: - Ma gli risulta simpatico, non è così avvezzo a farsi coccolare e scodinzolare agli estranei. In realtà risulta simpatico anche a me, ma cos'è tutta questa simpatia?
- Vede - le rispondo - credo si tratti di empatia tra esseri viventi, ogni tanto capita sa? E come se si fosse connessi tra di loro. Vede? Il suo cane mi sta leccando e mi dà dei piccoli leggeri morsi come a dire "Ti voglio bene", ora mi chiedo una cosa...
- Cosa? Se posso sapere?
- Essendo stato leccato e morso dallo splendido cucciolotto, come nei film sui licantropi, con la Luna piena mi trasformerò in un Carinmannaro? Oppure sarà il cane a trasformarsi in uno Scemoumano? Guardi che se fossi in lei mi preoccuperei. Tanto anche.
Mentre lei ride oramai senza ritegno buttando la testa all'indietro, io rapido ne approfitto per rialzarmi. Un po' per cercare di sfuggire al suo sguardo mente goffamente mi rialzo, un po' perché le gambe stavano per andarmi in cancrena.
Quando torna a fissarmi sono in piedi. Mi guarda e io le dico: - Si mi sono alzato senza dire "oplà", lo so è un patetico tentativo di dimostrare meno anni di quelli che ho. Però guardi, se vuole, mentre ammiro il suo cane mi posso mettere le mani dietro la schiena. Come gli umarell.
- Sto morendo giuro - mi dice mentre con la gamba sinistra leggermente piegata verso la gamba destra piega il busto in avanti dal ridere - Ah ah ah ah!
Guardo il cane, scodinzola come se percepisse questa ilarità nell'aria. Lo saluto, accarezzandogli amorevolmente la testa.
Mi guarda con uno sguardo particolare. Che non comprendo.
Saluto l'umana con il cane che si lascia scappare "magari ci rivediamo" e riprendo la camminata come se nulla fosse.
Penso allo sguardo del cane, cerco di interpretarlo.
Ma l'unico pensiero che mi esce è del tipo "Dai non fare lo stronzo. Mi costringe a guardare Beautiful tutti i giorni, con me sul divano. Mentre da anni guardiamo quella pallosa soap opera in cui Brooke Logan si è sposata ventordici volte, lei è sempre single. Speravo che almeno tu..."
Bastardo! Mi voleva fregare con quel musetto carino e coccoloso.
In tutto questo non le ho nemmeno chiesto il nome. Del cane dico, che frana sono.
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raccontiniper18 · 11 months ago
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Scrive Lui.
Dopo il nostro bacio, finiamo le due fette di pizza che ha rimasto lei, una fetta perciascuno. Anche se fredda è buona uguale, sorseggiamo l'ultimo goccio di vino e mi dirigo in bagno, per farmi una doccia sono stanchissimo dopo una giornata di lavoro e quel trattamento ho le pile completamente scariche.
Il mio pisello da quando sono venuto è floscio a testa bassa, si è dimezzata la sua misura e il suo spessore.
Entro in doccia e mi lavo con calma, una bella doccia calda.
Dopo 10 minuti quasi al termine della mia doccia rigenerante, entra lei,non saluta va dritta in bagno nuda, la guardo sculettare e penso ''quanto cazzo è bella da nuda'' le sorrido ma lei niente, sento il fruscio della pipi', lo amo. Ok,mi direte che sono scemo,ma amo quel rumore non so perchè.
Piscia.
Si asciuga.
Bidet.
Si risciagia.
Io nel frattempo sono imbambolato.
Lei si dirige verso di me mi fissa in basso e dice : ''Ue pisello moscio addrizza la cresta che hai un premio da riscattare''
Cazzo è vero ho vinto il culo. Pensandoci da tanto che non me lo da,abbiamo sempre i minuti contati e lei vuole sempre essere pulitissima per farlo, avvolte quando lo facciamo e mi sale la voglia me lo nega perchè si sente sporca.
Lei alza lo sguardo e mi guarda fra l'arrabbiata e l'arrapata ''Ti aspetto in camera'' ,ma prima si gira si mette a pecorina e fa apri e chiudi chiappe. Con le due mani si prende le natiche e le apre e mi mostra i suoi due buchini *-* dio se la amo. Si rimette in piedi e si da una schiaffo sul culetto.
E va via.
Io esco mi asciugo per bene e mi dirigo in camera da letto.
Mi fermo all'ingresso e la fisso nel letto tutta nuda. Capezzoli durissimi fi*a ultra bagnata da lontano alla sola vista non immagino dentro che lago c'è.
Salto su di lei e l'inizio a baciare.
Sento il cazzo crescere sempre di più.
Le dico ''come lo vuoi oggi?' A pecora?''
Nono risponde. Faccio io.
Si alza e mi fa mettere a schiena sul letto.
Immaginate la scena io a birillo duro sul letto, lei mi viene addosso delicatamente.
Prende il cazzo in mano e si impala da sola, in modo lentissimo.
Sento il suo buco inzupparmi il birillo come se facessi un bagno.
Fa un entra ed esci lentissimo,ma solo uno.
Ed esce.
La guardo stupito mentre la vedo ficcarsi due dita nella fi*a.
Penso ''Ma come non lo sente? non gli piace? che succede?''
Poi dopo pochi secondi per me interminabili capisco.
Riprende il cazzo in mano e se lo punta non dentro il buchino della patata ma dentro il culo.
E questa volta non è delicata come nella patata,ma quasi ossessionata si impala in modo brusco e veloce come se ce lo avesse nella patata, non ha mai fatto cosi, si sfoga totalmente.
Dio il culo quanto è stretto, grugnisco di piacere, dopo un po' la prego di rallentare sennò gli sparo tutto dentro.
Lei sembra non ascoltare.
Continua io dopo un paio di colpi non ce la faccio e spruzzo vari schizzi dentro di lei. Tremo. Urlo. Non capisco niente. Mentre spruzzo lei continua dio sto morendo penso. Si muoio di piacere urlo.
Lei dopo un po' mi dice ''sto venendo anch'io porcooooo''
e viene. E mentre viene mi abbraccia.
Restiamo un po' cosi, io dentro di lei,o meglio dentro di lui.
Pisello barzotto,non duro non moscio. Ma una via di mezzo.
Mi bacia prende un fazzoletto, sul comodino. Esce lentamente.
E passa la carta subito sul suo ano cosi' da non sporcare niente, e si dirige in bagno. Si gira mi sorride e dice ''Amore non dormire, che anche lei vuole la sua parte,hai visitato solo i due buchi ti manca l'ultimo.''
Io felicissimo di ciò aspetto, mi asciugo al meglio il pisello moscio e aspetto che lei me lo rianimi e pulisca per bene. Ma...
Purtroppo mi addormento.
Sarà la stanchezza saranno i due orgasmi fortissimi che ho provato,ma crollo in un sonno profondo.
La mattina mi sveglio guardo l'ora e realizzo che non l'ho scopata nel buco più zuppo e che sicuramente si sia masturbata e poi si è riaddormentata povero il mio amoruccio. Allora idea mi giro e si,sta dormendo la mia porcellina.
Il cazzo come sempre è durissimo un po' per la pipi' un po' per il buongiorno (si sveglia sempre prima di me e mi da il buongiorno)
comunque per farmi perdonare.
Mi infilo sotto le coperte e la sveglio con una leccata da sogno, tanto che lei si è svegliata con un bell'orgasmo.
Poi vabbè la scopata l'abbiamo fatta la mattina ed è stata intensa e bellissima...
Fine
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polpettinaa · 4 months ago
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Se decido di concederti la mia ultima fetta di pizza, devi essere davvero speciale
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comefiorineldeserto · 2 years ago
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Blog preferiti?
@madiocane @worries-no @orotrasparente @weastfvck @diamantenero @hopesdreamsandfears @una-fetta-di-pizza @strapparelungoibordi @siamotuttideidiamanti @silverflavoured @illusionicontinuee @odiarciinsieme @overcomeyhdessa @fallimentiquotidiani @dekidd
Mi sono scordata sicuramente qualcuno, nel caso aggiornerò il post ✨
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fallimentiquotidiani · 2 years ago
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Vai con i tre pregi
Presto i miei dischi in giro
Lascio l'ultima fetta di pizza se me lo chiedi
Ho troppa pazienza in certi casi
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aurozmp · 8 months ago
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io: “ok è arrivato il momento di vivere una vita normale, come quella di tutti. una fetta di pizza in più non cambierà la mia vita, come non la cambierà una brioche la mattina o una lasagna bella farcita.”
cellulite: “ciao eccomi non ci siamo mai visti ma ormai non andrò mai più via da te”
DIO CANE CHE NERVI IO GIURO STO IMPAZZENDO MAI AVUTA MAI ORA HO DUE BUCHI DUE MADONNA LADRA SONO INCAZZATA NERA
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gaytamorfosi · 11 months ago
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Puoi stare con me
🇮🇹 ("You can stay with Me" Italian Version)
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Massimo beveva il suo caffè in piedi, nel mezzo del salotto, fissava gli oggetti che aveva appena acquistato per decorare il suo piccolo appartamento in centro a Milano. Quella casetta era costata un patrimonio, ma almeno ora abitava vicino alla banca dove lavorava. L'arredatore aveva fatto un ottimo lavoro, l'appartamento sembrava uscito da una foto in un catalogo di mobili, in più lo stile curato e l'ossessione per la pulizia di Massimo facevano si che l'appartamento restasse sempre perfetto, come nuovo. La vita di Massimo si divideva tra il lavoro e quel piccolo appartamento vuoto. Anche se lo spazio a disposizione era davvero poco, Massimo l'avrebbe condiviso molto volentieri, da tempo sognava una relazione, ma all'alba dei 45 anni il povero impiegato aveva smesso di fantasticare, anche perché le sue relazioni (nei rari casi in cui prendevano il via) non duravano più di qualche uscita. Massimo aveva qualche parente (che sentiva di rado) e un gruppetto di amici, al quale molto raramente si univa qualcun'altro.
Quel venerdì sera il piccolo gruppetto di amici di Massimo lo aveva invitato ad uscire per una pizza, ma era stata una giornata pesante e massimo non aveva voglia di uscire con le solite persone per sentire i soliti discorsi, men che meno davanti ad una fetta di pizza grassa e unta. Massimo digiunava spesso, aveva un rapporto complicato col cibo. Il suo fisico era gracile e sottile, talvolta la gente guardandolo si domandava come facesse un corpo così asciutto a reggere quel testone pieno di capelli neri. Massimo si sbarbava e si depilava: le strade di Milano pull lavano di ragazzi giovani, belli, magri, che godevano di ciò che la natura gli aveva donato. Massimo aveva rincorso per anni quell'ideale di bellezza, ma alla sua età ormai risultava quasi grottesco nell'incaponirsi a quel modo, limando e limitando la sua quel corpo minuto. Massimo era stato un ragazzino in carne ed aveva il terrore di tornare ad esserlo, il suo corpo avrebbe preso massa senza troppa fatica se lui non si fosse posto tutte quelle limitazioni; il suo corpo era come una quercia alla quale avevano riservato il trattamento di un bonsai, tagliando tutti i rami e senza dargli la possibilità di crescere.
All'una di notte una notifica interruppe la musica, che Massimo teneva come sottofondo da ore con la sua cassa Bluetooth. Nel gruppo di whatsapp "amici" Paride aveva scritto: "Ragazzi, ho perso l'ultimo treno, mi sa che devo vedere se passa un pullman sostitutivo o se riesco a chiamare un taxi". Paride non usciva sempre con Massimo e i suoi amici, perché abitava in provincia e doveva prendere il treno per raggiungere il centro di Milano. Era un ragazzo di 28 anni, non troppo alto, un po' in carne ma con un bel viso. Era un ragazzo educato e gentile, a Massimo piaceva molto ma sapeva di non avere chance con lui, perché Paride aveva una relazione con un altro ragazzo da alcuni anni, una relazione praticamente perfetta, se il matrimonio tra due uomini in Italia fosse stato legale quei due sicuramente sarebbero stati sposati. 
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Massimo era dispiaciuto di essersi perso un’uscita in cui c'era anche Paride, ma forse la fortuna quella sera gli aveva donato la rarissima possibilità di passare un po' di tempo da solo con lui. "Se vuoi puoi dormire qui da me" scrisse Massimo sul gruppo, arrossendo. Paride e Massimo, anche se ormai si conoscevano da anni, non avevano mai passato del tempo assieme da soli, c'era sempre anche il ragazzo di Paride o qualche altro amico. Oltre a questo Massimo era molto timido e raramente si inseriva nei discorsi degli amici, quindi se si era in gruppo Paride lo guardava a malapena. 
"Magari! Grazie mille Massimo, sto arrivando"
Dopo 25 minuti, che a Massimo erano sembrati un’eternità, Paride suonò il campanello e Massimo aprì la porta. Paride entrando si sfilò le scarpe, era già stato a casa di Massimo e sapeva bene che quella era la regola a casa sua, perché Massimo detestava lo sporco. Entrare in casa di Massimo per Paride era sempre un po' come entrare in un santuario, aveva il terrore di rompere o sporcare qualcosa, il solo respirare lo faceva sentire fuori luogo. Dopo qualche tiepido convenevole Massimo invitò Paride a sedere sul divano, la conversazione si esaurì immediatamente e piombò un silenzio imbarazzante. 
"Vuoi qualcosa da bere o da mangiare?" 
"Solo un bicchiere d'acqua, grazie, la pizza mi ha messo sete"
Paride bevve lentamente, tentando di colmare quel silenzio che pareva sospeso nel tempo. "Dormo qui?" disse Paride indicando un materassino gonfiabile preparato a dovere con lenzuola, cuscini e coperte. Il ragazzo solitamente era spigliato quando chiacchierava a con gli amici, ora invece sembrava quasi in imbarazzo. Anziché i suoi occhi, Paride fissava i piedi sottili dell'amico, abbracciati da due calzini bianchi e rossi dal tessuto sottile. Paride aveva un debole per i piedi maschili, non era proprio un fetish, ma c'era una sorta di attrazione. Distogliendo lo sguardo dalle calze e ponendolo a caso sul televisore spento pensò: "Chissà se questa cosa di far levare le scarpe agli ospiti è una scusa per vederli senza scarpe", poi si sforzò di pensare ad altro. "Se preferisci ti lascio la camera da letto, ho già cambiato le lenzuola" disse Massimo. L'immagine di Paride nel suo letto era eccitante per Massimo, anche se sapeva bene che non avrebbe osato unirsi a lui.
-No, questo materasso andrà benissimo, non voglio essere invadente.
-Sicuro?
-Si, mi fai già un grande regalo a farmi restare qui.
Massimo nel suo letto si addormentò a fatica, non ricordava l'ultima volta in cui un ragazzo si era fermato da lui a dormire; Paride non si era fermato per trascorrere la notte con lui, eppure Massimo era emozionato che lui fosse lì, in casa sua. Verso le tre del mattino Massimo si svegliò di soprassalto: Paride si stava infilando nel suo letto. "Che succede?" Chiese Massimo, "Scusa, non volevo svegliarti, mi sa che il materasso è forato, ti da fastidio se dormo qui?" Rispose Paride. 
-tranquillo, vieni, ti faccio spazio.
-grazie, scusami ancora, alla fine sono stato ancora più invadente di quanto pensassi
-scusami tu, non immaginavo che il materasso fosse forato.
Paride si infilò tremante nel letto, la sua pelle era gelata perché il pavimento era freddissimo, si accoccolò là dove il corpo di Massimo aveva scaldato le lenzuola. Il cuore di Massimo martellava come una grancassa nel suo gracile petto, era terrorizzato all'idea che Paride potesse sentirlo. Massimo non fece nemmeno in tempo a chiedersi perché il ragazzo non avesse scelto di spostarsi sul divano, il sangue lentamente abbandonava il cervello per colmare un'erezione pulsante, assai difficile da nascondere quando si divide il letto con un'altra persona.
Paride fingeva di avere già preso sonno, ma il fatto di dividere il letto con un uomo che non era il suo fidanzato non lasciava indifferente neanche lui. L'immagine dei piedi sottili di Massimo si ripresentava nella sua testa in continuazione, erano talmente perfetti, sembravano usciti da un disegno. Passavano i minuti, nella stanza regnava un silenzio tale da sembrare tangibile, vivo, come se il silenzio fosse una terza persona, che doveva prendersi il suo spazio e manifestare prepotentemente la sua presenza.
"Vorrei che non ci fosse questo imbarazzo, vorrei che il nostro rapporto fosse diverso" pensarono entrambi.
È nei momenti più impensabili che avvengono le cose più incredibili.
Mentre Massimo tentava di girarsi per nascondere l'erezione il suo piede sfiorò quello di Paride, che tentò di allontanarlo, ma muovendo la gamba per errore la infilò tra quelle di Massimo, accorgendosi che il padrone di casa era piuttosto eccitato. "Scusa" dissero in coro. "Ho tentato di trattenermi ma non posso farci nulla" aggiunse Massimo. "Lo prendo come un complimento" disse Paride trattenendo a stento una risata. "Chi l'avrebbe mai detto che eri così ben messo" disse Paride, "Un corpo così minuto abbinato a un pene così grande e invadente, bisognerebbe correggere le tue proporzioni". Da dove era uscita un'affermazione tanto assurda? Paride non poteva lasciare che il silenzio cadesse proprio in quel momento, l'imbarazzo sarebbe tornato e sarebbe stato molto più insopportabile di prima, quindi decise di continuare a parlare: "In realtà sei già abbastanza alto, ha senso che il tuo pene sia più grosso rispetto alla media". Massimo voleva sprofondare in quel letto, la vergogna lo stava divorando, non si accorse che il suo membro aveva iniziato a crescere più di quanto non facesse con una normale erezione, sembrava ubbidire alla fantasia di Paride come un soldato ben disciplinato. "Dovresti essere il tipo di persona che mangia in abbondanza e lavora per mettere su massa muscolare, perché quell'affare su un corpo tanto magro stona". Il corpo di Massimo si gonfiò; litri di sangue caldo e pulsante corsero lungo le fibre dei suoi muscoli, che moltiplicavano la loro dimensione di secondo in secondo. Massimo sembrava una persona diversa, non sembrava più un fuscello disidratato, ma era molto più simile alla quercia che la genetica gli avrebbe permesso di diventare, se solo non avesse saltato i pasti e si fosse iscritto in palestra. "Anche il tuo carattere andrebbe cambiato, dovresti essere un po' più audace, determinato, esigente e ambizioso".
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Un improvviso desiderio di rivalsa si accese dentro di Massimo, che ebbe il coraggio di ribattere: "Parli troppo, guarda che nemmeno tu sei perfetto, inizia a perdere qualche chilo". Il corpo di Paride iniziò a fare l'opposto rispetto a quello di Massimo e mentre tutto il peso in eccesso svaniva, la pelle del suo corpo diventava tonica e soda. Paride sembrava sempre di più uno di quei ragazzini tanto invidiati da Massimo. "Parli senza riflettere, sembri un ragazzino tra i 19 e i 20 anni". Paride ringiovanì rapidamente, dimenticando la relazione che aveva da 6 anni. "Ti sei preso troppa confidenza, non accetto commenti del genere da un amico qualsiasi, puoi permetterti di dire cose simili solamente se sei il mio ragazzo".
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Paride accese la luce sul comodino, nessuno dei due si sorprese di vedere l'altro totalmente trasformato. "Di che parlavamo?" Chiese Paride. Massimo ebbe l'impressione di aver discusso, ma non ricordava assolutamente ciò che aveva detto, poi abbassò gli occhi e vide l'erezione pulsante che, nonostante tutto, era ancora lì, più presente che mai. "Adesso ho capito perché mi hai svegliato" disse Paride infilando la mano nelle mutande di Massimo. 
La mattina dopo Paride si svegliò e vide il suo ragazzo, Massimo, mentre si vestiva  
-Vai a lavorare anche oggi?
-Vivere in due in centro a Milano non è economico, lo sai, per questo devo andare.
-Non puoi restare un po' qui con me a letto? Oggi è sabato...
-Ho già detto al mio capo che avrei finito un lavoro lasciato a metà.
-Sei proprio sexy in giacca e cravatta, sai?
Paride allungò le mani verso la cintura che Massimo aveva appena allacciato e iniziò a slacciarla, poi affondò la faccia sul suo pacco. "Non ti è basato quello che abbiamo fatto ieri sera?", disse Massimo mentre si eccitava nuovamente. "Anche tu hai ancora appetito" Rispose Paride con un sorriso malizioso.
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𝘓𝘦 𝘪𝘮𝘮𝘢𝘨𝘪𝘯𝘪 𝘪𝘯 𝘲𝘶𝘦𝘴𝘵𝘰 𝘱𝘰𝘴𝘵 𝘴𝘰𝘯𝘰 𝘱𝘳𝘰𝘷𝘦𝘯𝘪𝘦𝘯𝘵𝘪 𝘥𝘢𝘭 𝘸𝘦𝘣 𝘦 𝘢𝘭𝘵𝘦𝘳𝘢𝘵𝘦 𝘨𝘳𝘢𝘻𝘪𝘦 𝘢𝘭𝘭'𝘪𝘯𝘵𝘦𝘭𝘭𝘪𝘨𝘦𝘯𝘻𝘢 𝘢𝘳𝘵𝘪𝘧𝘪𝘤𝘪𝘢𝘭𝘦. 𝘚𝘦 𝘴𝘦𝘪 𝘪𝘯𝘧𝘢𝘴𝘵𝘪𝘥𝘪𝘵𝘰 𝘥𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘱𝘳𝘦𝘴𝘦𝘯𝘻𝘢 𝘥𝘪 𝘲𝘶𝘢𝘭𝘤𝘩𝘦 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘦𝘯𝘶𝘵𝘰 𝘤𝘩𝘦 𝘳𝘪𝘵𝘪𝘦𝘯𝘪 𝘦𝘴𝘴𝘦𝘳𝘦 𝘥𝘪 𝘵𝘶𝘢 𝘱𝘳𝘰𝘱𝘳𝘪𝘦𝘵à, 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘢𝘵𝘵𝘢𝘮𝘪 𝘱𝘦𝘳 𝘳𝘪𝘮𝘶𝘰𝘷𝘦𝘳𝘭𝘰. 𝘨𝘳𝘢𝘻𝘪𝘦.
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𝘛𝘩𝘦 𝘪𝘮𝘢𝘨𝘦𝘴 𝘪𝘯 𝘵𝘩𝘪𝘴 𝘱𝘰𝘴𝘵 𝘤𝘰𝘮𝘦 𝘧𝘳𝘰𝘮 𝘵𝘩𝘦 𝘸𝘦𝘣 𝘢𝘯𝘥 𝘢𝘳𝘦 𝘢𝘭𝘵𝘦𝘳𝘦𝘥 𝘵𝘩𝘢𝘯𝘬𝘴 𝘵𝘰 𝘢𝘳𝘵𝘪𝘧𝘪𝘤𝘪𝘢𝘭 𝘪𝘯𝘵𝘦𝘭𝘭𝘪𝘨𝘦𝘯𝘤𝘦. 𝘐𝘧 𝘺𝘰𝘶 𝘢𝘳𝘦 𝘣𝘰𝘵𝘩𝘦𝘳𝘦𝘥 𝘣𝘺 𝘵𝘩𝘦 𝘱𝘳𝘦𝘴𝘦𝘯𝘤𝘦 𝘰𝘧 𝘢𝘯𝘺 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘦𝘯𝘵 𝘵𝘩𝘢𝘵 𝘺𝘰𝘶 𝘣𝘦𝘭𝘪𝘦𝘷𝘦 𝘵𝘰 𝘣𝘦 𝘺𝘰𝘶𝘳 𝘱𝘳𝘰𝘱𝘦𝘳𝘵𝘺, 𝘱𝘭𝘦𝘢𝘴𝘦 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘢𝘤𝘵 𝘮𝘦 𝘵𝘰 𝘳𝘦𝘮𝘰𝘷𝘦 𝘪𝘵. 𝘛𝘩𝘢𝘯𝘬 𝘺𝘰𝘶.
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mossmx · 9 months ago
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lo devo dire, fiore e una fetta di pizza e non mi sembra più nemmeno le 3
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deathshallbenomore · 2 years ago
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I'll be visiting Torino soon and I saw you post about it before so I wanted to ask, do you have some recommendations that wouldn't be found on a tourist guide? Grazie 💖
hiiiii (or, as the locals would say, cerea <3) :)
first of all, i'm so so happy you're visiting this beautiful city! i hope you'll love it at least half as much as i do (which is a lot. like. a lot)
under the cut!
as for my recommendations, i guess my biggest advice would be to just walk around and let the streets themselves guide you because a) the city centre (as in the very very centre and the neighbourhoods surrounding it) is not that big, so you could set some reference points, go for a long walk, and both see the main attractions and get to have a look at the city herself, b) because it's so worth it, torino really is so beautiful that even walking her streets is an experience by itself, c) torino is probably one of the easiest cities in the world to navigate because it was literally built like this:
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in any case, here's a list of my favourite places/spots that oh my god you have to see/things you really need to do*
monte dei cappuccini (+ the church + the friars' back terrace in case they decide to open it to the public); the hill area is also really nice so i warmly suggest you get to the monte on foot
this is a classic, but the gran madre church - piazza vittorio - via po - piazza castello route is a must (and you can do it right after the monte dei cappuccini, to reach the city centre)
castello and parco del valentino (and especially the giardino roccioso) is beautiful (also psss the borgo medievale is fake lol)
close to the valentino, you can take a walk around the san salvario neighbourhood (my beloved) which feels a little bit bohemien and quite vibrant and lively. lots of beautiful churches, lots of interesting architectural styles, Thee synagogue (which you cannot visit, but it's breathtaking even from the outside)
close to piazza castello, the galleria subalpina is BEAUTIFUL and once you've seen it, instead of going back to piazza castello you can go straight to piazza carlo alberto, then piazza carignano and then reach via roma. you know. 'cause they're all beautiful and classy areas of the city centre
another galleria that i really recommend is the galleria san federico, which can take you from via roma to the embarrassingly beautiful piazza san carlo
the quadrilatero romano area might be a bit touristy (bc it's close to piazza castello) but it's so peculiar and i just love taking walks there. feels a bit like paris, but maybe let's not tell the locals. lol
the porta palazzo market is definitely An Experience; bonus points on saturdays and on the 2nd sunday of each month you will find the (gran) balon flea markets. definitely give them a go!
ah of course the mole, but that's like. Top 1 things you should see in torino so;
but! quite close to the mole, in corso san maurizio, go take a look at the "fetta di polenta". it's a building that literally looks like a slice of something
museums, duh
the lungo po is a great location for a lazy walk at sunset :)
for god's sake don't go looking for a pizza and a cappuccino in via po at 4pm but try to find a place that looks genuinely piedmontese because the local cuisine is amazing. you can also find quite a number of "piole" (they're called like that) that are supposed to be quite cheap but very good and "local"
bonus (totally out of context): piazza carlina (I’m so local now that I forgot its real name lol) and giardini reali superiori (if you’re lucky you might find the newly restored extra area open to the public, fingers crossed!)
eat a lot of gianduia, drink good wine and definitely try san simone (thee local amaro) [of course if you're into any of that, ça va sans dire]
just walk. fill your eyes, mind and heart with beauty <3
here’s some pics :)
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mirendifelice · 1 year ago
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Ho voglia di una fetta di pizza bianca con prosciutto crudo, mozzarella ed un cucchiaio di pesto
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io-rimango · 1 year ago
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L’altra sera mi hai chiesto se per me qualcosa fosse cambiato in tutto questo tempo e io ti ho risposto di getto che “sì, tutto, tutto è cambiato”.
È cambiato il mio taglio di capelli, il posto in cui vivo, il mio lavoro, la musica che ascolto, il mio voler rimettere sempre insieme i pezzi, che oggi lascio sparsi qua e là senza quella smania di voler ordinare sempre tutto.
È cambiato il mio colore preferito, il mio bisogno di stare sola, le persone che ho scelto di avere accanto, i nuovi libri da leggere che ho riposto sul comodino, la mia paura di non farcela, la mia vita incasinata.
Non è cambiato il fatto che io sia terrorizzata dai temporali, che mi piaccia prendere ogni volta una fetta della tua pizza perché “è sempre la più buona”, che tu mi capisca con uno sguardo, che la musica country mi faccia pensare a te, che il tuo abbraccio mi faccia sentire che tutto il peso del mondo addosso io non ce l’ho più.
Non è cambiato che resti sempre la persona a cui mi affiderei senza neanche pensarci.
“Ma questo non è amore” ti ho detto alla fine abbracciandoti forte.
E allora che cos’è?
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idettaglihere · 1 year ago
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ho troppa voglia di pizza pasta riso ma non ne mangio perché cuocerne 30gr mi fa solo tristezza e mangiare solo una fetta di pizza idem
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comefiorineldeserto · 2 years ago
Note
Blog preferiti?
Ho già fatto la “lista” più volte. Ti posso dire quelli che mi ricordo perché rebloggo quotidianamente da loro, ma sicuro mi scordo qualcuno.
@worries-no @solocanzoninelleorecchie @beaarm @illusionicontinuee @bojanzx @sanguesullenike @openmindwildmind @orotrasparente @overcomeyhdessa @fallimentiquotidiani @bromazepamgtt @imonaplaneicantcomplain @blackismorethanadrug @una-fetta-di-pizza (scoperto oggi in realtà) @ilragazzochesmisedilottare @worldofemptypromises
Quando mi viene in mente altro, aggiornerò il post ✨
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