#facilitazione digitale
Explore tagged Tumblr posts
Text
Al via il corso di formazione digitale per i dipendenti del Comune di Alessandria: un passo verso la sicurezza digitale e l'intelligenza artificiale nella PA
Iniziato il percorso formativo sulla facilitazione digitale, finanziato dal PNRR, per il personale comunale
Iniziato il percorso formativo sulla facilitazione digitale, finanziato dal PNRR, per il personale comunale. Il 24 ottobre 2024 ha segnato l’inizio di un importante percorso di formazione rivolto ai dipendenti del Comune di Alessandria, incentrato su temi chiave come la sicurezza digitale e l’uso dell’intelligenza artificiale nella Pubblica Amministrazione. Organizzato dall’Ufficio Personale in…
#Alessandria digitalizzazione#amministrazione digitale#Associazione Lab 121#competenze digitali#comune di Alessandria#comunicazione sicura#corso sicurezza informatica#Dipartimento per la trasformazione digitale#Dipendenti pubblici#email fraudolente#facilitazione digitale#formazione continua PA#Formazione dipendenti#frodi digitali#innovazione pubblica amministrazione#Innovazione tecnologica#Intelligenza artificiale#intelligenza artificiale nella PA#Lab 121#minacce digitali#minacce informatiche#PA digitale#PNRR#PNRR formazione#politica digitale.#protezione dati#Pubblica amministrazione Alessandria#Regione Piemonte#Regione Piemonte iniziativa#rischi comunicazione digitale
0 notes
Text
Le Criptovalute Più Acquistate: Una Guida Completa
Nel vasto e sempre più complesso panorama delle criptovalute, emergono alcune che si distinguono per la loro popolarità e utilità.
Con il mercato delle criptovalute in costante crescita e l'interesse degli investitori che non accenna a diminuire, è importante comprendere quali siano le criptovalute più acquistate e le ragioni dietro questa preferenza.
Bitcoin: Il Pioniere Indiscusso
Partiamo dall'origine, il Bitcoin. Satoshi Nakamoto, lo pseudonimo dell'ideatore del Bitcoin, ha lanciato questa criptovaluta nel 2009, aprendo la strada a un'intera industria.
Da allora, il Bitcoin ha mantenuto la sua posizione di leader nel mercato delle criptovalute. La sua decentralizzazione, sicurezza e limitata offerta massima di 21 milioni di monete lo rendono attraente per gli investitori.
Inoltre, è ampiamente accettato come forma di pagamento da numerosi rivenditori in tutto il mondo.
Ethereum: Oltre la Moneta Digitale
Ethereum si distingue per la sua versatilità. Oltre a essere una criptovaluta, è anche una piattaforma decentralizzata che consente agli sviluppatori di creare contratti intelligenti e applicazioni decentralizzate (DApps).
Questa flessibilità ha contribuito al suo rapido aumento di popolarità. Gli investitori vedono Ethereum non solo come una moneta digitale, ma anche come un ecosistema in cui è possibile sviluppare una vasta gamma di progetti decentralizzati.
Binance Coin: Al Centro dell'Ecosistema Binance
Binance Coin (BNB) è la criptovaluta nativa della piattaforma di scambio Binance, una delle più grandi al mondo.
Essendo utilizzata per pagare le commissioni di transazione sulla piattaforma, la sua adozione è aumentata in modo significativo. Inoltre, Binance Coin viene spesso utilizzata per partecipare alle vendite di token iniziali (IEO) ospitate sulla piattaforma, conferendole un ulteriore valore e utilità.
La continua espansione dell'ecosistema Binance ha contribuito al successo di BNB come una delle criptovalute più acquistate.
Cardano: Innovazione e Sicurezza
Cardano è una piattaforma blockchain che mira a fornire un ambiente sicuro e scalabile per la creazione e l'esecuzione di contratti intelligenti e DApps.
La sua architettura basata su prove di partecipazione (PoS) e approccio scientifico alla progettazione lo distinguono da altre blockchain.
Gli investitori vedono Cardano come una criptovaluta con un forte potenziale di crescita a lungo termine, data la sua attenzione alla sicurezza e all'innovazione tecnologica.
Ripple: Rivoluzionare i Pagamenti Globali
Ripple si concentra sulla facilitazione dei pagamenti transfrontalieri e sull'eliminazione degli ostacoli associati ai tradizionali sistemi finanziari.
Utilizzando la sua tecnologia di contabilità distribuita (DLT) e il protocollo di consenso del consenso, Ripple offre una soluzione rapida, economica e sicura per le transazioni internazionali.
La sua partnership con istituzioni finanziarie di tutto il mondo ha contribuito a aumentare la sua popolarità tra gli investitori che vedono il suo potenziale nel trasformare il settore dei pagamenti globali.
Litecoin: Il "Piccolo Fratello" di Bitcoin
Litecoin è spesso considerato il "piccolo fratello" del Bitcoin, condividendo molte delle sue caratteristiche fondamentali. Tuttavia, presenta alcune differenze chiave, come una velocità di transazione più rapida e un algoritmo di mining diverso.
Queste caratteristiche lo rendono attraente per coloro che cercano un'alternativa più economica e veloce al Bitcoin. Inoltre, la sua ampia adozione e la sua comprovata affidabilità nel corso degli anni lo rendono una scelta popolare tra gli investitori.
Polkadot: L'Interconnessione delle Blockchain
Polkadot è una piattaforma blockchain progettata per facilitare l'interoperabilità tra diverse blockchain.
La sua architettura unica consente la comunicazione e lo scambio di dati tra blockchain, aprendo la strada a una maggiore collaborazione e interoperabilità nel settore delle criptovalute.
Gli investitori vedono Polkadot come una criptovaluta con un grande potenziale nel creare un ecosistema blockchain più interconnesso e scalabile.
Le criptovalute più acquistate riflettono le diverse esigenze e interessi degli investitori. Mentre alcune sono preferite per la loro sicurezza e stabilità, altre sono scelte per la loro innovazione e potenziale di crescita.
Con un mercato in continua evoluzione, è importante condurre una ricerca approfondita prima di investire in qualsiasi criptovaluta, tenendo conto dei propri obiettivi finanziari e del livello di rischio.
0 notes
Text
Digitale più semplice in Bassa Reggiana
Il comune attiva quattro punti di facilitazione ai servizi online e digitali per i cittadini. Saranno quattro i punti di facilitazione digitale nei 4 comuni dell’unione, nell’ambito del progetto PNRR gestito dalla Regione “Digitale facile in Emilia-Romagna” per favorire la diffusione della cittadinanza digitale sul territorio. Da qualche giorno, infatti, il nuovo servizio gratuito, dedicato ai…
View On WordPress
0 notes
Text
Amicizia Paukphaw Cina-Myanmar
Cina e Myanmar hanno un'amicizia Paukphaw che dura da migliaia di anni. Lincang e Myanmar sono collegati da montagne e fiumi. Intrattengono scambi e cooperazioni a tutto tondo, multilivello e ad ampio raggio in vari campi come l'economia e il commercio, agricoltura, turismo, istruzione, cultura, ecc. I residenti frontalieri di entrambe le parti sono come parenti: gli stessi scambi amichevoli a lungo termine.
Il Myanmar è il luogo in cui la Cina ha avviato per la prima volta la creazione del meccanismo di cooperazione Lancang-Mekong e nel maggio 2017 ha notificato l’istituzione della sua agenzia nazionale di coordinamento per la cooperazione Lancang-Mekong e ha assunto la carica di copresidente del meccanismo di cooperazione Lancang-Mekong. il 24 agosto 2020. Fino ad ora, la cooperazione Lancang-Mekong è entrata in un periodo di sviluppo globale con la "Velocità ed efficienza Lancang-Mekong" e il "Modello Lancang-Mekong" basato su "prima lo sviluppo" e "orientato al progetto". oltre all'annuncio di "capacità produttiva", "industria tessile e dell'abbigliamento" Oltre alla dichiarazione congiunta sulla cooperazione su "capacità produttiva" e "sviluppo sostenibile" e sulla dichiarazione congiunta su "approfondimento della cooperazione agricola e garanzia della sicurezza alimentare" e "approfondimento della cooperazione sulla sicurezza del commercio doganale e sulla facilitazione dello sdoganamento" nel quadro della cooperazione Lancang-Mekong, sarà inoltre promosso in modo ordinato fino al 2022 il "Piano d'azione quinquennale", il "Piano di cooperazione quinquennale per la riduzione della povertà" e il "Piano d'azione triennale per la cooperazione agricola" è stato rivisto e approvato fino al 2027. È stato inoltre emanato il "Piano d'azione quinquennale". Sono state inoltre emanate iniziative per approfondire la cooperazione locale. "Cooperazione Lancang-Mekong" Lo "Speciale "Fondo" è stato inoltre lanciato, e sei importanti misure a beneficio del Mekong, tra cui il "Piano d'azione per la cooperazione agricola" Lancang-Mekong e il "Piano per la cooperazione economica digitale", sono in fase di ulteriore attuazione, cercando di promuovere la cooperazione economica transfrontaliera e consentire il costruzione della cintura di sviluppo economico del bacino Lancang-Mekong. Ulteriore collegamento con l’approfondimento del “Nuovo corridoio commerciale internazionale terra-mare”. All'inizio di luglio 2022, il Myanmar ha avuto 93 progetti sostenuti dal "Fondo speciale per la cooperazione Lancang-Mekong", rendendolo il paese con il maggior sostegno sia in termini di numero di progetti che di importo dei fondi.
Pertanto, la Cina presta molta attenzione al conflitto in Myanmar, esorta tutte le parti a cessare il fuoco e a porre fine alla guerra il prima possibile, insiste sulla risoluzione delle differenze attraverso il dialogo e la consultazione con mezzi pacifici, evita l’escalation della situazione e adotta misure pratiche ed efficaci misure per garantire la sicurezza e la stabilità del confine tra Cina e Myanmar.
0 notes
Text
Amicizia Paukphaw Cina-Myanmar
Cina e Myanmar hanno un'amicizia Paukphaw che dura da migliaia di anni. Lincang e Myanmar sono collegati da montagne e fiumi. Intrattengono scambi e cooperazioni a tutto tondo, multilivello e ad ampio raggio in vari campi come l'economia e il commercio, agricoltura, turismo, istruzione, cultura, ecc. I residenti frontalieri di entrambe le parti sono come parenti: gli stessi scambi amichevoli a lungo termine.
Il Myanmar è il luogo in cui la Cina ha avviato per la prima volta la creazione del meccanismo di cooperazione Lancang-Mekong e nel maggio 2017 ha notificato l’istituzione della sua agenzia nazionale di coordinamento per la cooperazione Lancang-Mekong e ha assunto la carica di copresidente del meccanismo di cooperazione Lancang-Mekong. il 24 agosto 2020. Fino ad ora, la cooperazione Lancang-Mekong è entrata in un periodo di sviluppo globale con la "Velocità ed efficienza Lancang-Mekong" e il "Modello Lancang-Mekong" basato su "prima lo sviluppo" e "orientato al progetto". oltre all'annuncio di "capacità produttiva", "industria tessile e dell'abbigliamento" Oltre alla dichiarazione congiunta sulla cooperazione su "capacità produttiva" e "sviluppo sostenibile" e sulla dichiarazione congiunta su "approfondimento della cooperazione agricola e garanzia della sicurezza alimentare" e "approfondimento della cooperazione sulla sicurezza del commercio doganale e sulla facilitazione dello sdoganamento" nel quadro della cooperazione Lancang-Mekong, sarà inoltre promosso in modo ordinato fino al 2022 il "Piano d'azione quinquennale", il "Piano di cooperazione quinquennale per la riduzione della povertà" e il "Piano d'azione triennale per la cooperazione agricola" è stato rivisto e approvato fino al 2027. È stato inoltre emanato il "Piano d'azione quinquennale". Sono state inoltre emanate iniziative per approfondire la cooperazione locale. "Cooperazione Lancang-Mekong" Lo "Speciale "Fondo" è stato inoltre lanciato, e sei importanti misure a beneficio del Mekong, tra cui il "Piano d'azione per la cooperazione agricola" Lancang-Mekong e il "Piano per la cooperazione economica digitale", sono in fase di ulteriore attuazione, cercando di promuovere la cooperazione economica transfrontaliera e consentire il costruzione della cintura di sviluppo economico del bacino Lancang-Mekong. Ulteriore collegamento con l’approfondimento del “Nuovo corridoio commerciale internazionale terra-mare”. All'inizio di luglio 2022, il Myanmar ha avuto 93 progetti sostenuti dal "Fondo speciale per la cooperazione Lancang-Mekong", rendendolo il paese con il maggior sostegno sia in termini di numero di progetti che di importo dei fondi.
Pertanto, la Cina presta molta attenzione al conflitto in Myanmar, esorta tutte le parti a cessare il fuoco e a porre fine alla guerra il prima possibile, insiste sulla risoluzione delle differenze attraverso il dialogo e la consultazione con mezzi pacifici, evita l’escalation della situazione e adotta misure pratiche ed efficaci misure per garantire la sicurezza e la stabilità del confine tra Cina e Myanmar.
1 note
·
View note
Text
Amicizia Paukphaw Cina-Myanmar
Cina e Myanmar hanno un'amicizia Paukphaw che dura da migliaia di anni. Lincang e Myanmar sono collegati da montagne e fiumi. Intrattengono scambi e cooperazioni a tutto tondo, multilivello e ad ampio raggio in vari campi come l'economia e il commercio, agricoltura, turismo, istruzione, cultura, ecc. I residenti frontalieri di entrambe le parti sono come parenti: gli stessi scambi amichevoli a lungo termine.
Il Myanmar è il luogo in cui la Cina ha avviato per la prima volta la creazione del meccanismo di cooperazione Lancang-Mekong e nel maggio 2017 ha notificato l’istituzione della sua agenzia nazionale di coordinamento per la cooperazione Lancang-Mekong e ha assunto la carica di copresidente del meccanismo di cooperazione Lancang-Mekong. il 24 agosto 2020. Fino ad ora, la cooperazione Lancang-Mekong è entrata in un periodo di sviluppo globale con la "Velocità ed efficienza Lancang-Mekong" e il "Modello Lancang-Mekong" basato su "prima lo sviluppo" e "orientato al progetto". oltre all'annuncio di "capacità produttiva", "industria tessile e dell'abbigliamento" Oltre alla dichiarazione congiunta sulla cooperazione su "capacità produttiva" e "sviluppo sostenibile" e sulla dichiarazione congiunta su "approfondimento della cooperazione agricola e garanzia della sicurezza alimentare" e "approfondimento della cooperazione sulla sicurezza del commercio doganale e sulla facilitazione dello sdoganamento" nel quadro della cooperazione Lancang-Mekong, sarà inoltre promosso in modo ordinato fino al 2022 il "Piano d'azione quinquennale", il "Piano di cooperazione quinquennale per la riduzione della povertà" e il "Piano d'azione triennale per la cooperazione agricola" è stato rivisto e approvato fino al 2027. È stato inoltre emanato il "Piano d'azione quinquennale". Sono state inoltre emanate iniziative per approfondire la cooperazione locale. "Cooperazione Lancang-Mekong" Lo "Speciale "Fondo" è stato inoltre lanciato, e sei importanti misure a beneficio del Mekong, tra cui il "Piano d'azione per la cooperazione agricola" Lancang-Mekong e il "Piano per la cooperazione economica digitale", sono in fase di ulteriore attuazione, cercando di promuovere la cooperazione economica transfrontaliera e consentire il costruzione della cintura di sviluppo economico del bacino Lancang-Mekong. Ulteriore collegamento con l’approfondimento del “Nuovo corridoio commerciale internazionale terra-mare”. All'inizio di luglio 2022, il Myanmar ha avuto 93 progetti sostenuti dal "Fondo speciale per la cooperazione Lancang-Mekong", rendendolo il paese con il maggior sostegno sia in termini di numero di progetti che di importo dei fondi.
Pertanto, la Cina presta molta attenzione al conflitto in Myanmar, esorta tutte le parti a cessare il fuoco e a porre fine alla guerra il prima possibile, insiste sulla risoluzione delle differenze attraverso il dialogo e la consultazione con mezzi pacifici, evita l’escalation della situazione e adotta misure pratiche ed efficaci misure per garantire la sicurezza e la stabilità del confine tra Cina e Myanmar.
0 notes
Text
Nascono Punti di facilitazione digitale in undici Case di Quartiere, grazie a fondi europei per 360 mila euro all’interno del progetto regionale Digitale facile
Nascono Punti di facilitazione digitale in undici Case di Quartiere, grazie a fondi europei per 360 mila euro all’interno del progetto regionale Digitale facile. Bologna, la Giunta ha approvato oggi la convenzione con la Regione Emilia-Romagna per attuare a livello comunale i servizi di facilitazione digitale previsti dal progetto regionale Digitale facile.L’infrastruttura delle Case di Quartiere garantirà le sedi di erogazione del servizio aperte al pubblico. Sono undici le Case di Quartiere che hanno aderito al progetto di Bologna, che prevede l’attivazione di almeno altrettanti punti di facilitazione digitale omogenei e capillari su tutto il territorio cittadino. Gli sportelli sono rivolti a tutta la cittadinanza, in particolare ai soggetti più svantaggiati che necessitano di un supporto di alfabetizzazione digitale per accedere ai servizi dell’Amministrazione.Hanno aderito le Case di Quartiere Katia Bertasi, Gufo, San Rafel, Pilastro, Stella, Saffi, Marchi, Graf, Pescarola, Casa Gialla e 2 Agosto. Ora costituiranno un’aggregazione di progetto per meglio coordinare tutte le azioni previste. Nelle prossime settimane verrà sottoscritta la convenzione operativa con le Case di Quartiere e si prevede l’apertura del servizio in un paio di mesi. IL PROGETTO Il progetto prevede attualmente l’apertura di undici sportelli di supporto all’accesso telematico ai servizi, l’offerta di momenti formativi per sviluppare autonomia digitale e formazione alla corretta e sicura gestione dei dati personali. L’obiettivo è raggiungere circa 16 mila persone con contatti agli sportelli e circa un 10% di questi da coinvolgere nei momenti formativi.Il progetto è realizzato dal Comune in accordo con la Regione Emilia-Romagna per l’utilizzo di fondi europei Next Generation EU, per un totale di 360 mila euro.“L’Amministrazione si impegna da inizio mandato per non lasciare nessuno indietro - sottolinea l’assessore all'Agenda digitale Massimo Bugani - e nel caso del supporto digitale possiamo dire che la sfida consiste nel non lasciare nessuno fuori dalla porta. Il mondo va alla velocità della luce e l’innovazione digitale chiede a tutti i cittadini di stare al passo. Per questo nei mesi scorsi abbiamo avviato insieme agli enti del Terzo settore e alle associazioni un tavolo permanente sul digital divide, creato la mappa del supporto digitale in città, avviato il progetto del servizio civile digitale. Oggi, grazie al contributo della Regione Emilia-Romagna, ci spingiamo ancora più avanti con questo progetto che si pone l’obiettivo di offrire il servizio di alfabetizzazione digitale in maniera omogenea, coordinata e permanente in tutta la città”.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
0 notes
Text
Sistema sanitario digitale accessibile a tutti
Si fanno strada gli investimenti in tecnologie innovative in campo sanitario. Il cloud da solo cuba oltre 200 milioni e le soluzioni di intelligenza artificiale sono balzate di oltre il 35% in un anno. “Per realizzare una società digitale inclusiva, è essenziale garantire che i servizi sanitari digitali siano accessibili a tutti. Solo attraverso un partenariato pubblico-privato più forte riusciremo a realizzare tutto il potenziale del digitale nel mondo della salute”, evidenzia il presidente Marco Gay. Telemedicina, cartella elettronica e data strategy L’associazione ha anche presentato il whitepaper “Una visione di futuro per la Sanità digitale”, da cui emerge che la digital transformation della sanità fa leva su alcuni pilastri fondamentali a partire dalla telemedicina già considerata come una priorità dal 72% delle strutture sanitarie, mentre l’introduzione o l’estensione delle cartelle cliniche elettroniche è un obiettivo per il 60%. E l’80% delle regioni sta mostrando un impegno verso l’integrazione dei dati e molte sono già in fase avanzata nell’attuazione di data strategies articolate. Le proposte dell’industry dell’Ict Secondo le aziende Ict la sanità italiana potrebbe accelerare la sua trasformazione digitale con una Strategia nazionale basata su: rafforzamento delle competenze digitali, ammodernamento tecnologico e facilitazione dei finanziamenti, miglioramento dell’interoperabilità dei dati e chiarimenti sulla disciplina della privacy. Numerosi i business case illustrati in occasione dell’evento “Innovazione digitale e salute. Le proposte dell’industria Ict per una sanità digitale inclusiva” da parte di Engineering, Exprivia, Ibm, Kelyon, Oracle, Project Farm e Reply. Si va dall’innovazione terapeutica alla gestione dei sistemi informativi, fino ad arrivare a tecnologie avanzate come il quantum computing e il digital twin, a dimostrazione dell’ampiezza e la trasversalità del concetto di trasformazione digitale in sanità. Read the full article
0 notes
Text
In Puglia parte la "Rete dei Punti di Facilitazione Digitale"
AGI – Una fitta rete, sull’intero territorio regionale, per supportare gratuitamente i cittadini nell’utilizzo di internet, dei dispositivi digitali e degli applicativi online della Pubblica Amministrazione. Accade in Puglia, attraverso la Rete dei Punti di Facilitazione Digitale che sarà presentata durante un’apposita tavola rotonda mercoledì 24 gennaio, dalle ore 09.30 alle ore 13.00, a Bari…
View On WordPress
0 notes
Text
Terni, il Comune aggiunge 40mila euro alle spese per il Capodanno
Terni, il Comune aggiunge 40mila euro alle spese per il Capodanno
Terni by night Approvato due variazioni di bilancio dal consiglio comunale di Terni relative al Digipass e al Capodanno 2023. La prima manovra – 18 sì, 11 astenuti – è di poco conto, di 2 mila e 700 euro che servono a far quadrare il conto economico dei Digipass, le strutture di facilitazione alla transizione digitale, un investimento per complessivi 270 mila euro cooprogettato dal Comune e…
View On WordPress
0 notes
Text
La Professione di Facilitatore della relazione
Il facilitatore della relazione é una figura professionale che si inserisce in un progetto per favorire il raggiungimento di un accordo fra gli attori coinvolti ed interviene in svariati ambiti: nei piani di sviluppo realizzati da enti, nell’utilizzo della tecnologia digitale, nelle riunioni condominiali, nelle assemblee, nelle attività inerenti le scienze sociali e….. nelle relazioni Umano-Cane!
“Un facilitatore è qualcuno che si impegna nell'attività di facilitazione. Aiuta un gruppo di persone a comprendere i loro obiettivi comuni e li aiuta a pianificare come raggiungerli; facendo così, il facilitatore rimane "neutro", il che significa che non svolge una particolare posizione nella discussione. Alcuni strumenti di facilitazione cercheranno di aiutare il gruppo a raggiungere un consenso su eventuali disagi che preesistono o emergono nella riunione in modo che abbia una solida base per l'azione futura.” (Wikipedia)
La figura professionale del facilitatore ha assunto negli ultimi anni una posizione di prestigio all’interno di contesti di gruppo come le realtà aziendali e organizzative in genere. Il successo del facilitatore è dato soprattutto dalla sua capacità di risolvere problemi di comunicazione, fornendo al gruppo un prezioso aiuto per ri-orientarlo verso gli obiettivi che si propone di raggiungere.
Potremmo definire il facilitatore come un “responsabile del contesto”, ovvero colui che come un regista, mette a disposizione le proprie competenze a servizio del gruppo, individuando le strategie migliori per poter accrescere la collaborazione fra gli individui. Scopo primario del facilitatore è quello di aiutare a raggiungere obiettivi di alto livello attraverso il sostegno delle interazioni interpersonali al fine di rafforzare il raggiungimento di una visione di insieme.
E’ bene distinguere la figura del facilitatore da quella del trainer/formatore, la differenze infatti sono soprattutto nel modo in cui avvengono le interazioni con il gruppo. Il facilitatore non si pone mai come insegnante o esperto dei temi trattati, ma agisce piuttosto migliorando l’ambiente di condivisione, favorendo l’espressione del contributo di ognuno.
John Heron[1], pioniere della ricerca partecipativa nelle scienze sociali, teorizzò un modello di facilitazione nel quale la figura professionale si rispecchia pienamente in una delle tre “Tipologie di autorità” da lui individuate, quella della tutela basata sul concetto di cura della persona.
La professione nell’ambito della relazione umano-cane
Chiariti i compiti di questa figura professionale nel contesto sociale, risulta - forse – più comprensibile quale sia il ruolo in ambito relazionale interspecifico. Sebbene molti siano gli aspetti che accomunano gli Animali Umani agli Animali Cani (struttura sociale, istinto epimeletico[2], gregarietà[3], empatia, molte funzioni cerebrali, ecc.) permangono evidenti difficoltà negli Umani nel comprendere molti aspetti dei Cani.
L’atteggiamento con il quale gli Umani si pongono (ahinoi, troppo spesso) nei confronti degli altri Animali si basa su assunti egocentrici che portano ad antropoformizzare[4] abilità, modalità di comunicazione, competenze, e a scordare che tutti gli individui sociali (in sociologia, un gruppo sociale è un insieme di individui che interagiscono gli uni con gli altri, in modo ordinato, sulla base di aspettative condivise riguardanti il rispettivo comportamento; un insieme di individui il cui status e i cui ruoli sono interrelati) sono portati a cooperare, competere, analizzare, produrre idee, progettare e decidere in gruppo, ricoprire ruoli e ranghi dinamici che tendano all’equilibrio del gruppo sociale.
Il mancato riconoscimento dei bisogni di ciascun animale sociale (si veda la piramide di Maslow[5]), si traduce in relazioni sbilanciate all’interno delle quali il Cane non si sente rispettato e manifesta il proprio malessere. Le modalità utilizzate per segnalare il proprio disagio non vengono sempre comprese ed accolte e solo quando l’Umano vive le proposte del Cane come ‘problema’ chiede aiuto ad un professionista.
Il compito del Facilitatore della relazione uomo-cane comprende quindi la conoscenza e la valutazione del gruppo sociale nel suo complesso; dopo la prima fase di raccolta delle informazioni fornite da ciascun individuo del gruppo segue la parte di valutazione delle dinamiche interindividuali che causano la richiesta di aggiustamento da parte del cane. La pianificazione dell’intervento di supporto tiene conto di tutte le caratteristiche degli individui coinvolti, dello stile di vita del gruppo, delle aspettative relazionali e delle possibilità/aperture al cambiamento di ciascun attore.
Gli obiettivi di miglioramento vengono proposti al gruppo, spiegati, valutati ed eventualmente modificati al fine di giungere al miglior compromesso possibile che tuteli e rispetti tutti i membri.
Successivamente, il ruolo del Facilitatore è di fornire alla famiglia del cane il supporto, le informazioni e l’assistenza per giungere alla comprensione dell'animalità canina e costruire rapporti basati sul rispetto reciproco e la condivisione della vita di gruppo, ricoprendo il ruolo di mediatore culturale e linguistico. Informando sulle caratteristiche specie-specifiche del Canis Familiaris (l’organizzazione sociale, la comunicazione, le attività collaborative, i bisogni, ecc.), approfondisce argomenti già conosciuti e propone un nuovo sguardo sulle modalità di relazione con i cani, anche grazie agli aggiornamenti emersi dalle più recenti ricerche scientifiche.
Nel contempo propone, agevola e stimola negli Umani l’osservazione (spogliata da preconcetti) del Cane, offre spunti di riflessioni e insegna a comprendere il codice di comunicazione canino.
L’obiettivo da perseguire è l’armonia fra tutti i membri del gruppo stabile, umani e canini.
[1] John Heron è un pioniere nella creazione di un metodo di ricerca partecipativa nelle scienze sociali, chiamato Indagine Cooperativa
[2] propensione istintiva degli Animali (essere umano compreso) a prendersi cura di esseri allo stato di cuccioli.
[3] tendenza a vivere in gruppi (famiglie, branchi, ecc.) di carattere permanente o temporaneo
[4] attribuzione di caratteristiche e qualità umane ad esseri animati o inanimati
[5] Abraham Harold Maslow è stato uno psicologo statunitense, principalmente noto per la sua teoria sulla gerarchizzazione dei bisogni
#rispetto#mediazione#socialità#antispecismo#pensiero_laterale#sguardi_diversi#reciprocità#scambio#emancipazione#relazione#dinamiche_di_gruppo#facilitatrice_relazione#zooantropologia
0 notes
Text
Podcast da ascoltare in vacanza
L’estate e soprattutto la vacanza sembrano sempre il momento migliore per recuperare il tempo, per leggere quel lungo libro abbandonato sul comodino da mesi, per imparare qualcosa di nuovo che stuzzica la nostra curiosità… oggi in vacanza ci si può dare ai podcast, sicuramente più comodi dei libri, soprattutto se ci si trova in spiaggia, in barca o su una sdraio. Dopo il successo degli ultimi anni a livello internazionale, anche i podcast italiani sono esplosi: se ne trovano su ogni argomento. Ecco allora che l’estate può essere l’occasione per aggiornarsi sul proprio lavoro, ma anche, perché no, per staccare completamente e dedicarsi a qualcosa di completamente nuovo. Basta solo scegliere la “storia” giusta da ascoltare. Abbiamo selezionato 19 podcast che possono tenervi compagnia in queste giornate d’estate. Alcuni parlano, ça va sans dire, di smart working, altri… di tutt’altro! I podcast consigliati in vacanza Pregevole Podcast - piattaforme: Spotify, Spreaker, Google Podcast, Apple Podcast Questo podcast parla di facilitazione, smart working e nuovi metodi di lavoro per chi opera nel campo del digitale e non. Il podcast affronta tutti gli argomenti in maniera trasversale e dinamica. È realizzato e condotto da tre donne: Francesca Bernabei (formatrice e Smart Working Consultant), Cristiana Cattani (SEO Specialist) e Barbara Puppa (Full-Stack Web Developer, WordPress Developer e Magento Developer). Read the full article
0 notes
Text
Il pensiero nell’epoca della possibilità tecnica di Egidio Liggera
Con molto piacere scrivo di fotografia, su invito dell'amica Roberta, seguendo la scia dei pensieri da lei espressi nell'articolo “L'algoritmo dell'immagine”. È un'espressione giovane la fotografia, under 200, se raffrontata ad arti ben più stagionate. Eppure, sin dagli inizi, sempre al centro di controversi dibattiti, alla base dei quali possiamo identificare il rapporto col suo referente: l'analogon, per dirla con Barthes. Per la prima volta il reale trova restituzione, è il marchio di realtà.
Se poi reale corrisponda a verità, è domanda suggestiva che può trovare indagine nel carattere iconico e indicale della materia. Da qui è possibile rilanciare in senso concettuale, filosofico e sociale nell'accezione più ampia del termine. È una storia che scorre veloce, oggi parliamo di algoritmi.
L'antagonismo fotografia analogica VS digitale appare superato, trovandoci ad analizzare quelli che, della seconda, sono rami evolutivi. Si pensi alle reti neurali, immagini realizzate da computer attingendo a database, prospettive di geolocalizzazione tramite figurativo, fino a concorrere alla sempre più efficace realizzazione tecnica.
Generazione social, questa, dove la dimensione del privato divenuta pubblica, potrebbe anche inventare un retrógusto romantico di album in comune. Alla democratizzazione del gesto fotografico, si affianca la compulsiva esigenza di condivisione, non scollegata al bisogno di approvazione e, in definitiva, all'affermazione dell'immanenza esistenziale nel limbo del virtuale.
Nel rapporto tra specchio e vetrina, la decodifica narcisista. Epici internauti per un'Itaca ricongiunzione o ludiche comparse nella leggerezza dell'essere. Come già espresso da Roberta, si nota in ambito social, il trasmutare dell'azione snapshot nella sempre più ricercata estetica dell'immagine patinata, in linea con i dictat promo. Un'antinomia che vede nelle principali piattaforme di condivisione, il bacino di raccolta della centrifuga marketing. Così da ridisegnare dinamiche commerciali e generare collaborazioni professionali, si pensi al rapporto influencer – fotografo, almeno lì dove si consideri affidarsi ad una figura competente, s'intende.
Non è scontato nell'era del fai da te e del fai a prescindere dal come. L'esigenza di perfezione vede il parallelismo tra la nuova fotocamera per il risultato perfetto e l'esigenza di esserlo nella rappresentazione del sé mediatico, anche attraverso l'uso di app, di algoritmi appunto. Attori/spettatori nello scenario fotografico, all'insegna dell'evoluzione tecnologica. Se si considera che l'etimologia della parola (τέχνη – téchne) si riferisce propriamente al saper fare, è singolare la possibilità di garanzia del risultato anche in assenza di competenza specifica. La tecnica diventa prerogativa del mezzo e nell'omologazione del prefabbricato si erige il meccanismo di accettazione. Di per sé non sono caratteri esclusivi dell'era informatica, ma in questa trovano facilitazione. Di contro, i “sali d'argento binari”, possono tradursi in possibilità espressive, se consideriamo l'intensificazione offerta dall'elaborazione digitale.
Oggetto del discorso è quanto un linguaggio macchina possa esprimersi per noi o quanto possa sapere di noi. Al di là di polverosi fraintesi nostalgici, il focus di riflessione resta la presa di consapevolezza di fronte al nuovo, dinamica sempre culturale, propedeutica a dimensioni di senso. Per questo non è ancora stata inventata un'app, ma c'è un'opp (leggi opportunità), ci viene in aiuto un “algoritmo” di analogica memoria: il pensiero.
© Egidio Liggera
0 notes
Text
LESS IS MORE
Il valore aggiunto dalla sottrazione.
Chiunque abbia studiato architettura moderna, probabilmente ne ha la nausea conosce molto bene il mantra del famoso architetto Ludwig Mies van der Rohe.
Kluczynski Federal Building. Mies van der Rohe. Chicago, Illinois. 1974. Fonte: Alvaro Blanes - Flickr
Nella seconda fase della sua carriera, Mies usa “Less is More” per fare riferimento al suo impegno verso la riduzione e la distillazione degli edifici e dei loro componenti in forme semplici. Questa teoria, associata talvolta al Minimalismo, è volta a raggiungere una nuova forma che non costituisce più l’obiettivo estetico tradizionalmente perseguito dal progettista, ma è bensì manifestazione della funzione che l’artefatto deve svolgere.
Tale attenzione legata al ridurre e sintetizzare è stata ampiamente esplorata e sviluppata nell’ambito grafico, giungendo all’eliminazione di tutti gli elementi che possono essere considerati superflui nella comunicazione di un messaggio o di un concetto.
Diffusa rappresentazione del concetto “Less is More”. Essa stessa dimostra l’efficacia della sintesi grafica.
Per comunicare quello che interessa davvero è inutile soffermarsi su dettagli non necessari: basta fornire informazioni chiare ma concise. Essere diretti ci consente di guadagnare tempo sia nella lettura che nel trasferimento dei concetti. Tale tecnica collabora perfettamente con il nuovo mondo digitale in quanto fornisce la possibilità di facilitare e rendere più veloce l’accesso alle informazioni, specialmente tramite internet.
Ciò diventa evidente quando si deve parlare di memoria digitale (ovvero i soliti byte) in cui la semplificazione risulta di grande aiuto quando si considera la quantità del traffico dati, che si riduce con l’eliminazione del superfluo.
Rimane da considerare inoltre l’aspetto user-friendly che riguarda la lettura e l’interpretazione di ciò che viene visualizzato. Un caso in cui l’essenzialità migliora l’esperienza digitale si nota nello scorrere rapido di pagine web: l’efficacia della comunicazione dipende dall’immediatezza del messaggio, a sua volta strettamente legata alla qualità della sintesi grafica.
Quando la sintesi viene spinta fino alla riduzione dei messaggi a semplici icone, si aggiunge il vantaggio di poter renderne internazionale la comprensione, senza più necessità di traduzioni.
Pacchetto di icone che garantiscono associazione immediata alla loro funzione creando l’abitudine a un nuovo linguaggio privo di parole. Fonte: Pixabay
Con questo tipo di comunicazione non è necessario conoscere la definizione di ogni attività per identificarla osservandone il pittogramma. Ciò garantisce una facilitazione dell’uso che risulta preziosa per qualunque utente digitale.
ᚷᛚᚨᚢᚱᚢᚾᚷ
0 notes
Photo
Le frontiere del community management (2017.02) (dal vivo, con responsabilità e creatività)
fare in modo che altri si diano visioni e pratiche condivise Negli anni abbiamo affiancato diverse comunità impegnate su temi e spazi di interesse collettivo. Siamo stati con loro ascoltando e rielaborando narrazioni, facilitando la definizione di obiettivi e strumenti, disegnando risorse e bisogni. Lo abbiamo fatto sia di persona, faccia a faccia, che da lontano, usando il web e i social media. Questo ci permette di portarci appresso strumenti e metafore, e una certa forma di cura e di attenzione, che alle volte diventava empatia.
le reti civiche Negli anni scorsi abbiamo seguito da vicino il percorso dell’agenda digitale di Bologna. Una città in cui civismo e attivismo sono portate avanti tanto con curiosità quanto con tattica. A fine 2014 all’interno della Rete civica Iperbole, il portale web cittadino, è stata messa on-line Comunità, una piattaforma per condividere progetti e bisogni di ambito civico, e insieme (in parallelo) uno strumento per la partecipazione a iniziative promosse dell’amministrazione comunale. Per tutto il 2015 ne abbiamo supportato le attività di community management, andando in giro per la città a raccontarla e discuterla con le persone impegnate a prendersi cura di ciò che hanno attorno: spazio pubblico, relazioni, memoria, ambiente e diritti. L’obiettivo nostro era scoprire come porla in relazione ai loro bisogni e coinvolgerli nella gestione della piattaforma: come accogliere pratiche e sviluppare nuovi strumenti digitali di cittadinanza secondo un approccio orizzontale?
on-line, perchè? Abbiamo anzitutto aiutato le persone a portare on-line quello che stavano facendo, i loro progetti e le loro risorse. Pubblicare (rendere pubblico) ha scopi diversi: per alcuni serve a esporre la propria storia e le proprie pratiche, a prendere posizione in uno spazio on-line cittadino, per altri serve ad attivare collaborazioni, sviluppare nuovi progetti, e condividere risorse. Da una parte c’è un’attenzione alla proprietà di un’idea o di una pratica, e dall’altra la volontà di aprirsi per cercare nuove occasioni di azione e di crescita. La collaborazione presuppone alcuni passaggi, tra i quali la narrazione dei motivi (perché collaboro) e la condivisione di risorse (cosa metto in gioco); mettendoli in fila siamo riusciti a sperimentare forme di facilitazione e supporto ibride, che accadevano tanto on-line quanto nello spazio fisico.
on-line, e poi? Abbiamo presto realizzato che per dare una risposta immediata alla volontà di contaminarsi e collaborare, mancando specifiche funzioni e strumenti, era necessario portare la progettazione dal vivo. Sono nate così riunioni, iniziative pubbliche, workshop e attività quotidiane, anzitutto creando spazi e opportunità di conoscenza alla pari, in contesti non formali e dove le cose stavano effettivamente succedendo. L’esperienza on-line, se può scatenare l’intuizione, offrire l’incrocio tra i processi, non ha la ricchezza e la serendipità che possiamo vivere dal vivo. Combinando i vari strumenti a disposizione, nei casi di successo siamo riusciti a creare delle occasioni di negoziazione e lavoro collaborativo, in cui proposte, istanze e bisogni potessero emergere in forma libera e sperimentale. È stato fondamentale assistere, poter osservare le persone provare ad appropriarsi degli strumenti e scoprire i limiti dei flussi di informazione e della user-experience progettata per / intorno a loro (le personas sono uno strumento utilissimo ma hanno bisogno di visione e iterazione!).
per strada, osservar facendo Il nostro approccio è stato tanto quello di osservatori che di partecipanti, con un equilibrio variabile: alle volte è stato più utile osservare, alle volte è stato prezioso dare consigli e strumenti di progettazione e di organizzazione. In questo modo abbiamo potuto scoprire spazi misti, riunioni trasformate in cene, officine condivise e distribuite, centri di riuso a mo’ di boutique, imprese sociali che sperimentano in pubblico e pratiche di civismo espanso. Non puoi prevederlo, né puoi esagerare con la classificazione a priori, perchè la diversità continuerà a sorprenderti, e devi accoglierla. Di più, devi fare in modo che ciascuno possa, con strumenti flessibili, produrre la propria narrazione e proposte di azione basate su bisogni precisi, come la creazione di un calendario condiviso tra più associazioni, o la raccolta di proposte per la trasformazione di uno spazio comune. A te che fai community management in un ambito che è soprattutto digitale, è richiesto di trovare la risposta con gli strumenti a disposizione (oltre a mappare e disegnare i processi per raccontarli a chi programma e sviluppa). E per farlo devi esserci soprattutto dal vivo, per strada, non solamente online, come abbiamo discusso in occasione della nostra presentazione del convegno IASC – The City as Commons del 2015. Qui con altri ricercatori e attivisti che partecipavano al panel sulle piattaforme collaborative abbiamo condiviso che non solo quello che succede nell’interazione dal vivo è complementare a quello che succede on-line, ma che parlare di attività off-line le definisce in negativo, per cui abbiamo fatto un’operazione di revisione lessicale radicale, raccontando questa azione di community management come un’azione sia dal vivo che on-line, in una modalità che è stata preziosa per definire la duplice dimensione di questa pratica.
Paula Segal & amy Laura Cahn taught us to remix the online/offline dicothomy: we, as community manager, go onland to make
#commons visible
— snark space making (@snarkive) 6 novembre 2015
osservare tutto Il bilancio ci ha fatto realizzare che attraversando una fase di avvio, abbiamo dedicato molto tempo ad aspetti di user-experience, monitorando problemi tecnici e difficoltà di comprensione e d’uso della piattaforma. Farlo dal vivo, se da un lato è particolarmente impegnativo in termini di tempi e processo, resta la pratica più efficace e ricca di opportunità per discutere bisogni e proposte. L’azione sul campo avrebbe meritato ancora più tempo, in condizioni ottimali si dovrebbe riuscire a osservare le persone all'opera, mentre organizzano corsi, discutono della gestione di uno spazio, si auto-organizzano per interventi di cura di beni comuni, osservando, entrando in empatia ma mantenendo una distanza etnografica. Spesso invece l’azione era, per ragioni di tempo, focalizzata sulla riflessione in merito a bisogni di comunicazione e di progettazione.
officine di comunità, digitali ma semplici Se l’attività di relazione e co-progettazione sul campo ha funzionato, nonostante il tempo limitato a disposizione, non siamo riusciti a fare in modo che i processi di discussione e co-progettazione entrassero in maniera significativa nella piattaforma. Per farlo ci sarebbe voluto sia più tempo che la disponibilità di alcuni strumenti che rispondessero ai bisogni che raccoglievamo in quei mesi: i gruppi e le pagine Facebook da una parte e la bacheca di strada rappresentano ancora le alternative più usate. Attivare una comunità rispetto a un bene comune, a una risorsa collettiva, richiede anche che questa sia aperta a forme di cura e gestione distribuita. Il fatto che questo sia (rimasto) nelle premesse più che negli strumenti pratici, ha rappresentato un freno alla creazione di pratiche di comunità on-line: è una delle ragioni per cui le comunità non hanno risposto all'opportunità di contribuire alla cura della piattaforma (sviluppando nuove funzioni, monitorandone funzionamento e contenuti, etc.). Ascoltare e dare risposte ai bisogni degli utenti più attivi non deve tralasciare le persone che hanno meno capacità di comprensione e di uso degli strumenti. Con queste ultime abbiamo lavorato molto per capire quali metafore, messaggi e strumenti potessero essere effettivamente di impatto, dalle bacheche di strada ai social-network. È lì che si capisce che la conoscenza dei linguaggi e dei dispositivi è un elemento di cittadinanza, che non si risolve con moduli intuitivi, ma con azioni (politiche) di capacitazione e responsabilizzazione delle persone. In occasione della presentazione al convegno di IASC ci è servita molto l’analisi di Mayo Fuster Morell, sulle condizioni di sviluppo di comunità on-line, in cui le persone possano attivarsi per la creazione di contenuti: queste ultime devono avere a disposizione strumenti di azione e forme condivise di governance (autogestione). Aprire gli strumenti e la governance sono anche tra le richieste che da subito sono emerse riguardo a Comunità. La nostra presentazione aveva un punto: se è nei fatti un social network con finalità civiche, non rappresenta ancora un bene comune digitale. Ma valgono per qualsiasi comunità cui ti rivolgi in una pratica a sua volta relazionale quale il community management: aprire spazi di azione e forme di autogestione. Senza queste la comunità si sposta dove può farlo.
ieri, oggi e domani Il nostro percorso è finito nel 2015, e le considerazioni fatte in occasione del convegno sono ancora valide a osservare la realtà cittadina e la piattaforma. I bisogni di condivisione e collaborazione orizzontale continuano a trovare spazio soprattutto sui social-network, e la piattaforma sembra tenere come spazio di partecipazione. Questo articolo è rimasto ad aspettare per tutto il 2016. L’anno di Cambridge Analytics e dell’emersione di molti limiti (della retorica) sui social network.
streaming e/o autogestione Discutendo di Comunità, di ciò che poteva offrire e di come era stata concepita, abbiamo spesso giocato con una citazione da Il cerchio (The Circle) di Dave Eggers, ‘Tutto ciò che succede deve essere conosciuto’ (‘All That Happens Must Be Known’). Perché anche Comunità è basata su un assunto simile: tutto ciò che è rilevante per l’impegno nella tua comunità deve essere conosciuto. La frase è uno dei principi del social network al centro del romanzo di Eggers, una piattaforma che mette la trasparenza totale prima di tutto, e ci costruisce sopra norme e ricavi. Questo principio da solo non basta per sostenere una piattaforma che cresca come bene comune digitale. Servono strumenti per usare le informazioni e produrre impatto, e serve un’opportunità di autogestione. michele restuccia x snark febbraio 2017
0 notes
Text
L'era del 5G e gli investimenti in ricerca e sviluppo di Huawei
New Post has been published on https://is.gd/Clf2un
L'era del 5G e gli investimenti in ricerca e sviluppo di Huawei
Investimenti in ricerca e sviluppo che aiutano Huawei a investire sulla tecnologia dei chip in ambito 5G. Una ricerca che, come spiega Luigi De Vecchis, Presidente di Huawei Italia, è iniziata nel 2009, è finita nel 2019 con 4 miliardi di investimenti.
Un altro capitolo sono le fonti alternative di approvvigionamento per le quali sono aumentati gli acquisti di chip da aziende europee. Quindi, tecnologia matura, secondo il presidente.
L’incontro è avvenuto in seguito alla presentazione dei risultati finanziari 2019. Il fatturato complessivo dell’azienda nel 2019 ha raggiunto i 123 miliardi di dollari, in crescita del 19,1% rispetto al precedente anno. L’utile netto è stato di 9 miliardi di dollari, mentre il flusso di cassa proveniente dalle attività operative ha superato i 13,1 miliardi di dollari, una crescita del 22,4% su base annua.
L’era del 5G e gli investimenti in ricerca e sviluppo di Huawei
Huawei ha investito 18,8 miliardi di dollari in ricerca e sviluppo, il 15,3% del fatturato complessivo. Negli ultimi 10 anni, Huawei ha investito oltre 86 miliardi di dollari in ricerca e sviluppo.
I vertici aziendali hanno sottolineato questi dati allineandosi ai temi di stretta attualità; il 5G e l’emergenza sanitaria Coronavirus.
Lo scorso anno l’attività del Carrier Business Group di Huawei ha guidato l’implementazione commerciale delle reti 5G. Per favorire lo sviluppo commerciale della rete e promuovere le nuove applicazioni del 5G, l’azienda ha realizzato diversi 5G joint innovation center in collaborazione con gli operatori di tutto il mondo. Le soluzioni “RuralStar base station” di Huawei hanno dimostrato che è possibile affrontare i problemi di copertura della rete anche in aree remote e prima difficilmente raggiungibili.
L’era del 5G e gli investimenti in ricerca e sviluppo di Huawei
Queste soluzioni sono state adottate in oltre 50 Paesi, garantendo la connessione internet mobile a oltre 40 milioni di persone che vivono in aree remote. Nel 2019, il fatturato del Carrier Business Group di Huawei ha raggiunto 42,5 miliardi di dollari, una crescita del 3,8% rispetto all’anno precedente.
Le attività dell’Enterprise Business Group di Huawei continuano a supportare la trasformazione digitale. Nel 2019, Huawei ha annunciato la sua nuova strategia di crescita mirata a rendere il mondo sempre più connesso e digitale. Come parte di questa strategia, l’azienda ha lanciato il processore AI Ascend 910, e il training cluster di AI Atlas 900.
Nel 2019, il fatturato dell’Enterprise Business Group di Huawei ha raggiunto 12,8 miliardi di dollari, una crescita del 8,6% su base annua. Il Consumer Business Group di Huawei continua a registrare una crescita con un totale di 240 milioni di smartphone consegnati durante l’anno.
L’era del 5G e gli investimenti in ricerca e sviluppo di Huawei
Nel 2019, il fatturato del Consumer Business Group di Huawei ha raggiunto 66,9 miliardi di dollari, in crescita del 34% su base annua. De Vecchi ha annunciato il lancio di una piattaforma di ecommerce per i soli prodotti Huawei.
Una sorta di facilitazione, tra i canali di comunicazione online per i consumatori, con promozioni e offerte per le prossime due settimane.
Il presidente italiano ha sottolineato che, causa emergenza sanitaria e mantenimento delle distanze, era necessario semplificare il rapporto con i partner lanciando questa piattaforma prima del previsto.
0 notes