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Distretto Urbano del Commercio: Successo per il Bando a Sostegno delle Attività di Casale Monferrato. Plafond esaurito grazie a oltre 50 domande ammesse: un’iniziativa per un commercio più attrattivo e sostenibile
La Città di Casale Monferrato celebra il successo del Bando Imprese all’interno del Distretto Urbano del Commercio (DUC), un progetto mirato a supportare e valorizzare le attività commerciali locali.
La Città di Casale Monferrato celebra il successo del Bando Imprese all’interno del Distretto Urbano del Commercio (DUC), un progetto mirato a supportare e valorizzare le attività commerciali locali. A pochi giorni dalla proroga, il plafond di 79.104 euro è stato completamente esaurito grazie alle oltre 50 domande ricevute e considerate idonee, confermando l’interesse e l’impegno dei commercianti…
#abbattimento barriere#Accessibilità#Alessandria today#Arredo urbano#Attività commerciali#bandi regionali#bando imprese#Barriere architettoniche#Casale Monferrato#città attrattiva#commercio al dettaglio#Commercio Locale#commercio piemontese#commercio sostenibile#Confcommercio Alessandria#Confesercenti Alessandria#contributi a fondo perduto#contributo regionale#dehor#Distretto Urbano del Commercio#economia locale#Efficientamento energetico#facciate negozi#fondi per il commercio#Giovanni Battista Filiberti#Google News#imprenditoria locale#innovazione commercio#investimento locale#italianewsmedia.com
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Tile Art
A History of Decorative Ceramic Tiles
Noël Riley
Picture Researcher : Anne-Marie Ehrlich - Illustrator : Lorraine Harrison
New Burlington Books, 1987, 128 pages, 22x29cm, ISBN 978-1853480142
euro 25,00
email if you want to buy [email protected]
Tile Art is an informative volume that traces the rich tradition of these sumptuous tiles and fully illustrates their varied designs. The author deals lucidly and extensively with various manufacturing and decorating processes, as well as with the most significant designers and potteries in Britain, on the Continent and in the United States. Dutch Delfware tiles are described in detail, as are Portuguese azulejos, Italian maiolica panels, Scandinavian stove surrounds, British and American Arts and Crafts exemples and French and Ductch Art Nouveau creations. The contributions of artists and designers such as William Morris, Walter Crane, Vanessa Bell and Louis Comfort Tiffany are noted, and the technical advances pioneered by such companies as Mintons, Pilkingtons, Low and Maw are described in relation to the increasing sophistication in tile design during the 19th century.
Libro sulla storia delle piastrelle in ceramica decorative. Una storia che inizia dall’ Antica Persia, con le facciate e gli interni dei templi decorati secondo l’arte islamica. L’arte della ceramica si diffonderà successivamente in tutto il mondo, arricchendo castelli medioevali, chiese Vittoriane, negozi e abitazioni domestiche dei giorni nostri.
19/04/24
#Tile art#Decorative Ceramics Tiles#piastrelle ceramica#Dutch Delfware tiles#azulejos#Italian maiolica panels#Art and Craft Tiles#Art Nouveau#William Morris#Vanessa bell#Tiffany#fashionbooksmilano
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"pink robot" photo by Fabrizio Pece (tumblr | 500px | instagram)
Nella desolazione di una città abbandonata, dove l'eco dei passi umani era solo un lontano ricordo, un'unica testimonianza del passato resisteva nell'ombra di un palazzo grigio e logoro. Sul tetto, svettava un robot semaforo rosa, immobile e silenzioso come un guardiano dimenticato dal tempo.
Le strade, una volta affollate di vita e movimento, giacevano vuote e sgombre, un mosaico di cemento che portava solo il peso del silenzio. I negozi, con le vetrine infrante, raccontavano storie di saccheggi passati, e gli edifici, con le loro facciate spoglie, erano testimoni silenziosi delle vicissitudini umane.
In questo teatro di desolazione, il robot semaforo dominava il panorama dall'alto. La sua forma slanciata e il colore spento ne facevano un anacronismo vivente, un sopravvissuto in un mondo che aveva dimenticato l'essenza della vita.
Le giornate si susseguivano senza variazioni, con il robot immobile a vegliare sulla città. Nessun pedone attraversava più le strade, nessuna macchina rompeva il silenzio con il suo rombo. Solo il robot semaforo, con la sua luce rosa pallida, continuava a pulsare come un cuore solitario.
Un giorno, nell'abisso della monotonia, si fece strada tra le macerie un uomo solitario. Vestiva stracci consumati e la sua barba ispida era una testimonianza di giorni senza fine. Lo sguardo stanco si alzò verso il cielo, e i suoi occhi incontrarono quelli del robot semaforo.
L'uomo avanzò con passo incerto, il suono dei suoi passi echeggiò tra gli edifici desolati. Quando raggiunse il palazzo, alzò gli occhi verso il robot. Un momento di silenzio si infranse quando l'uomo, con voce roca, parlò al guardiano rosa.
"Sei l'unico rimasto, eh?" disse l'uomo, come se il robot potesse capire la sua solitudine.
Il robot semaforo, impassibile, continuò la sua vigilanza senza risposta. Il suo ruolo, ormai privo di significato, persisteva nell'assurdità di un mondo vuoto.
L'uomo si sedette accanto al robot, fissando il vuoto insieme a lui. La luce rosa del semaforo illuminava il loro incontro silenzioso, un momento congelato nel tempo.
Con il passare dei giorni, l'uomo e il robot diventarono compagni di solitudine, testimoni di un mondo che una volta fu. Nella desolazione, la loro presenza sembrava quasi poetica, un'ode silenziosa alla fine di un'era.
E così, nella città abbandonata, il robot semaforo rosa continuava a vegliare, immobile sulla sua torre di osservazione. Un monumento alla fine, unico testimone di un passato ormai dimenticato, mentre l'uomo e la macchina condividevano il loro destino in un presente senza futuro.
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74. (Lei)
Guardavo le vetrine di là dal finestrone del tram. Le vetrine si mescolavano con gli alberi, zone chiare a zone scure. La città non era caotica come al solito, il traffico me lo immaginavo sulle strade del mare, la coda ai mercatini vicino alle spiagge, panini e un po’ di prosciutto. Qui viveva invece una specie di abbandono, come se la città fosse un animale ferito, occupato a leccarsi ferite lunghe di mesi.
Il sottofondo delle mie emozioni era un velo di sudore sule braccia, la voglia di sedermi al bar e bere qualcosa. Ogni tanto, negli spiragli delle piazze, si apriva la visione su qualche immobile chiesa. Là sì che si sarebbe stati al fresco. Le facciate delle chiese facevano respirare, quel tanto che bastava prima di ripiombare nella routine di negozi e rivendite. Qualche bambino cercava la felicità giocando nel parco. Un cane se ne sbatteva, andava. Poi entrò lei.
Aveva un vestito di lino bianco, bianca la giacca leggera, e i sandali neri. Era semplicissima. La guardai per un attimo, il tempo di entrare anch’io nei suoi occhi. La mia strada finiva poco dopo, dietro il palazzo marrone il tram svoltava a destra e sarei sceso. Avrei voluto farmi qualche altra fermata, così, tanto per godermi ancora il modo in cui era seduta. Cominciai con l’alzarmi, mi feci vicino a lei, ma, nel momento in cui avrebbe potuto guardarmi, si girò da un’altra parte. E allora si aprirono le porte ed io scesi, trascinato dal risucchio dell’afa.
Mi aspettava un marciapiede, le poche persone ancora in giro e l’aria stanca di quella mattina di luglio. Avevo due commissioni da fare, la prima se ne andò in cinque minuti. Più di tutto mi piaceva la città, che restava. Restava a dispetto di chi era via, di chi parlava di andarci, in vacanza, di chi era appena tornato. A dispetto di chi non ci poteva andare, ma avrebbe tanto voluto. Come se non ci fosse altro.
I palazzi, le strade, sembravano invece invitare ognuno ad andarsene. Le case ed i viali sarebbero rimasti soli, sì, ma senza mestizia. Soli come chi non ha da sperare dalle ferie, se ne sta solo a guardare, a resistere. Soli come me.
La seconda commissione richiese un supplemento di tempo. Il tipo che cercavo non c’era ancora, forse potevo trovarlo dopo tre quarti d’ora. Di aspettare lì non se ne parlava, cominciai a girare, tra l’altro quella era una zona che non conoscevo. I muri avevano un muso grigio che sapeva di Ottocento. Un’officina, una copisteria, due ragazzi di colore. Meno male che camminavo all’ombra. Poi un dehor che non sembrava male; potevo fermarmi a bere qualcosa. Decisi di entrare, perché l’interno del locale aveva un’oscurità che sapeva di pace. Era il legno alle pareti. Mi sedetti ad un tavolino, e proprio quando mi stavo poggiando sulla sedia, ecco, di nuovo, lei, un tavolino più in là.
Chissà perché. Aveva un caffè, leggeva qualcosa, dei fogli, pratiche. Aveva tolto la giacca, anche le spalle erano bellissime. Forse aveva la voce brutta. Eh sì, doveva avere per forza la voce bruttissima, un grugnito, qualcosa. Qualcosa che la rendesse dimenticabile, che ancora non avevo scoperto. E poi, dopo due mesi a farci l’amore, sarebbe diventata un’abitudine, anche lei. Facevo calcoli perché immaginavo che lei potesse essere una condanna. La mia condanna.
Presi un caffè anch’io. Continuavo a guardarla. Adesso avrei inventato qualcosa per parlarle.
La guardai ancora un po’. Da qualche parte, fuori, c’era il mio impegno, mezz’ora era già passata, da qualche parte la gente si copriva d’olio, il sole bruciava le foglie, le strade sbuffavano, gli impiegati superstiti aprivano le finestre come fossero in un manicomio. Da qualche parte altrove ci si accalcava, le cose si mettevano una appresso all’altra, mescolate, come se fossero cadute dall’alto in una macina. Da qualche parte fuori era restato anche un certo io, la parte di me cui di solito sopravvivevo.
Qui, invece, c’era lei.
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Cosa vedere a Matera nel centro storico: una guida completa
Il centro storico di Matera è un vero e proprio tesoro ricco di storia e cultura, che va oltre i famosi rioni dei Sassi. In questa guida ti condurremo in un viaggio attraverso le strade e le piazze di Matera, svelandoti i suoi tesori nascosti e le sue attrazioni meno conosciute.
Piazza del Liceo e Palazzo Lanfranchi: un tuffo nella storia
Il cuore del Piano
Partiamo da Piazzetta Giovanni Pascoli, conosciuta anche come “Piazza del Liceo”, che ospita Palazzo Lanfranchi, un’imponente costruzione del XVII secolo. Oggi il palazzo ospita il Museo Nazionale d’Arte medievale e moderna della Basilicata dove ammirare una vasta collezione di opere d’arte, tra cui dipinti della scuola napoletana e capolavori di Carlo Levi, come il famoso pannello “Lucania ’61”, lungo 18 metri.
Il Museo Archeologico Nazionale
Proseguendo lungo via Ridola, è possibile raggiungere il Museo Archeologico Nazionale, situato nell’ex convento barocco di Santa Chiara. Fondato nel 1911, il museo conserva reperti significativi del territorio materano e lucano, offrendo una straordinaria testimonianza delle stratificazioni storiche della regione, dal Paleolitico ai giorni nostri.
Piazza del Sedile: il crocevia dei Sassi
Il cuore politico ed economico
Piazza del Sedile è stata il fulcro politico ed economico di Matera nel XVI secolo, sede del Palazzo del Sedile, l’antico municipio. Oggi, il palazzo ospita il Conservatorio di musica intitolato al compositore Egidio Romualdo Duni. Da qui, è possibile ammirare lo spettacolare panorama dei rioni Caveoso e Barisano, che si ergono ai lati della piazza.
Piazza Duomo e la Cattedrale di Matera
Un capolavoro romanico-gotico
Percorrendo via Duomo, si arriva in Piazza Duomo, dominata dalla maestosa Cattedrale di Matera, costruita nel XIII secolo in stile romanico-gotico. L’interno della cattedrale è un vero scrigno di tesori artistici, con affreschi medievali, altari barocchi e la famosa “cappella del presepe”, che ospita un presepe in pietra del XVI secolo realizzato dall’artista Altobello Persio di Montescaglioso.
Il museo Diocesano
Accanto alla cattedrale, si trova il Museo Diocesano inaugurato nel 2011 e dedicato all’arte sacra. Tra le sue collezioni spiccano gli argenti provenienti dal tesoro della cattedrale, che raccontano la ricca tradizione religiosa di Matera.
Piazza Vittorio Veneto: il salotto della città
Una vista mozzafiato sul panorama lucano
Piazza Vittorio Veneto è la piazza principale di Matera, da cui si gode una vista spettacolare sui rioni Sassi e sulla Civita. Da qui, è possibile visitare il Palombaro lungo, un enorme serbatoio d’acqua scavato nella roccia, e immergersi nella vivace atmosfera dei negozi e dei ristoranti lungo via delle Beccherie.
Belvedere Guerricchio
Non dimenticare di visitare il belvedere Guerricchio, da cui ammirare il suggestivo panorama del Sasso Barisano e della Civita, soprattutto al tramonto, quando i colori caldi accendono le antiche facciate di pietra.
Chiesa di San Giovanni Battista: un gioiello nascosto
Arte e storia
Ristorante Quid a Matera
Se stai pianificando di visitare Matera, non perdere l’occasione di gustare un pranzo presso il Ristorante Quid. Situato nel cuore dei suggestivi Sassi di Matera, offre una cucina raffinata che promette un’esperienza sensoriale completa. Abbinamenti innovativi, menù raffinato, atmosfera incantevole e ricerca dell’eccellenza culinaria rendono questo ristorante una tappa imperdibile durante la tua visita a Matera.
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Quel che succede ogni giorno, in che modo descriverlo?
Un libricino pieno di semplici genialità, come riesce di norma a Perec, parlando dell’ordinario quotidiano. Ad esempio del quotidiano cibarsi, e fa l’inventario, comico e indigesto nella sua riassuntiva catalogazione, di tutto ciò che ha ingurgitato nel corso di un anno, il 1974: sette galline bollite con riso, settantacinque formaggi, sette zampini di maiale ecc. Poi come scrivere automaticamente duecentoquarantatré cartoline, tutte diverse, di ordinari saluti estivi usando solo cinque frasi elementari in tre varianti. E l’osservazione di una via di Parigi in sei date diverse, i negozi, le insegne, le scritte occasionali, le facciate, un gatto che passa, cioè tutto ciò che è sotto gli occhi, così ovvio che non lo si nota, ma esiste per un attimo poi sarà perduto per sempre. Questi scritti pubblicati tra il 1973 e il 1981 sono stati raccolti in libro nel 1989.
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Aprile 2023 - Venerdì giorno di arrivo - Stoccolma appare come una città con l’aria leggera e pulita. Non esistono facciate annerite e invecchiate. Non esiste neanche storia perché i palazzi più vecchi sono del 1900, alcuni anche più antichi, ma senza una guida la parte medioevale non l’abbiamo potuto scoprirla (questo a causa del fatto che che non e’ stata prenotata per tempo) La città si distribuisce attraverso isole collegate attraverso ponti. Non si ha la percezione di essere su isole e non sembrano neanche canali, l’idea è più che altro quella di un grande fiume. La prima isola che abbiamo visto e’ quella di Ostermalm. Oggi è uno dei quartieri più ricchi di Stoccolma i suoi edifici eleganti, i parchi verdeggianti e negozi di classe ne hanno fatto un’area bellissima da esplorare a piedi. In questa parte abbiamo visto Sturegallerian che e’ sede di decine di boutique costose e dall’esclusiva spa storica Sturebadet . Le boutique saranno costose ma sono sempre di un livello basso rispetto alla nostra idea di moda, più che altro ci sono le catene famose italiane internazionali come Zara e Intimissimi. La galleria però è molto carina addobbata per la Pasqua e tutto all’interno di un edificio storico.  Abbiamo visto una chiesa Hedvig Eleonora kyrka del 1737 con un importante organo con la facciata originale della stessa epoca. La grande sorpresa è stata che stavano facendo le prove per un concerto che si sarebbe tenuto lì e abbiamo visto un prete donna che cantava. Poi abbiamo visto le scuderie regali che sono quelle edificio basso di mattoni che si chiamano Kungliga Hovstallet. Ho scoperto che il termine Kungliga significa reale infatti l’ho trovato anche associato al Palazzo Reale. Nelle foto di questo post potete anche vedere l’hotel dove alloggiavamo il Radisson Collection strand e un po’ di facciate di palazzi eleganti e scorci della parte del quartiere che si affaccia sul mare. Le vie piu famose di questo quartiere sono Nybrogatan, Strandvagen. In quella zona come attrazione viene segnalato lo Swampen che è un fungo di metallo che serve per proteggersi dalla pioggia ed è uno dei punti di riferimento in cui ci si dà appuntamento alla sera non l’ho fotografato
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LU NATALE TI NA FIATA
LU NATALE TI NA FIATA
Natale è una delle festività più amate e più attese da tutti! Nardò, una città della provincia di Lecce, durante le festività natalizie diventa ancora più bella e incantevole! Le strade, le piazze, le facciate delle chiese, le case, i negozi si addobbano di luci colorate, alberi di Natale, presepi e decorazioni varie, che rendono magica l’atmosfera. Nel centro storico si sentono melodie…
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D’altra parte, se restavo sola per giorni, avevo la sensazione che il mondo si ricostruisse intorno a me, trasformandosi esattamente in ciò che immaginavo e speravo, per opera della sola forza di volontà. Un mattino, mentre andavo a piedi al lavoro, passai di fronte a una buca delle lettere di un azzurro abbagliante, punteggiata di minuscole gocce di pioggia che catturavano il sole o qualche altro sbrilluccichio. Che meraviglia, pensai guardandola estasiata – mi colpì persino più delle altre bellezze superiori della strada, gli alberi, il cielo, la curva in cemento dell’isolato, le sontuose facciate dei palazzi – non solo perché era così luminosa ma perché mi ricordava quale mondo stavo attraversando, un mondo che mi era profondamente familiare, in cui parlavo la stessa lingua delle buche delle lettere azzurre beneficiando del loro servizio e del sistema di cui facevano parte. Sentivo la rete della città allargarsi intorno a me: strati di tasse e burocrazia che portavano dritti a quella buca delle lettere garantendo le sue operazioni quotidiane, tutti i tipi di lettere che c’erano finite dentro, i residenti di Brooklyn che ne avevano usufruito, ogni condizione meteorologica che aveva conosciuto, e gli appartamenti e le case in arenaria e i negozi soltanto immaginati, sparsi a New York e oltre i suoi confini, che ricevevano la posta depositata al suo interno. La buca delle lettere mi trasmise una sensazione di fiducia, come se io stessa fossi custodita in strutture interconnesse talmente solide e benevole da potermi ritenere al sicuro per il resto dei miei giorni. Sapevo quanto fosse assurda quella percezione – che quei sistemi non erano né solidi né benevoli, e al contrario tenevano in vita, ribadendoli con forza, tutti i dogmi e i princìpi del mondo conosciuto che mi angosciavano malgrado ne beneficiassi. Ma non riuscivo a scrollarmi di dosso l’istintiva sensazione di essere al sicuro. Quel mondo pre-inventato mi offriva la garanzia di essere apprezzata e protetta, dicendomi che non avevo bisogno di trovare nessun nuovo valore o significato per il mio corpo e per la mia vita.
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Milano, inaugurato il mercato Chiarelli al Gallaratese
Milano, inaugurato il mercato Chiarelli al Gallaratese. Coperture, facciate, impianti elettrici e fognari, servizi igienici e infissi. Grazie ad un investimento da parte dell’Amministrazione comunale di 770mila euro, il mercato comunale coperto di via Chiarelli al Gallaratese, nel Municipio 8, è stato completamente rinnovato e restituito alle cittadine e ai cittadini del quartiere più bello e sicuro. La festa di inaugurazione si è aperta questa mattina alla presenza dell’assessora allo Sviluppo economico Alessia Cappello e della presidente del Municipio 8 Giulia Pelucchi e andrà avanti fino al pomeriggio con degustazioni, eventi e attività. “Il Mercato Chiarelli – ha dichiarato l’assessora Cappello, che ha tagliato il nastro e salutato i commercianti – è un perfetto esempio di presidio di quartiere, amato da cittadine e cittadini e ben integrato con le scuole e le realtà associative della zona. Oggi festeggiamo una riqualificazione da tempo attesa e necessaria per restituire attrattività alla struttura e competitività ai commercianti. I mercati coperti, grazie all’impegno dell’Amministrazione in questi anni e alla positiva collaborazione con i concessionari, stanno affrontando un importante percorso di trasformazione e rilancio e le positive esperienze di Santa Maria del Suffragio, Lorenteggio, Lagosta, Wagner e Morsenchio ne sono la perfetta testimonianza”. La costruzione del Mercato Chiarelli risale al 1976, per una superficie di 1.100 mq suddivisa in 12 stalli: sono presenti una panetteria, una salumeria/rosticceria, un negozio di frutta e verdura, un bar e una pizzeria da asporto, insieme ad attività non alimentari e di servizio come la farmacia, la cartoleria, l’ottico, la sartoria, la lavanderia, il parrucchiere. Gli interventi di riqualificazione e messa a norma si sono svolti in due tranche, nel periodo estivo, per recare il minor disagio possibile alla funzionalità del mercato e limitando i periodi di chiusura delle attività commerciali. Nel dettaglio sono state rifatte le coperture sostituendo i lucernai e posando un parapetto di sicurezza; le facciate sono state ripristinate e tinteggiate; i negozi sono stati dotati di controsoffitti antisfondello, inferriate e cancelli di sicurezza sul retro; i servizi igienici sono stati rinnovati con nuovi infissi e sanitari; gli impianti elettrici e fognari sono stati adeguati alle normative vigenti ed è stata installata una nuova illuminazione nelle parti comuni. A breve verranno installate nuove porte automatiche di ingresso al Mercato.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Io non ho più voglia di dire le cose come stanno. Come stanno? Come le vedo io e non è come le vedono tutti. E della polvere che c'è e non si vede. E della paura che invade tutto e invalida tutti. E delle parole che dobbiamo dire per sembrare vivi e partecipi. Per forza, bisogna parlare, vivere e partecipare. Io non ho più voglia di dire le cose. Perché ho scelto questa storia, perché sono questa storia, perché mi devo difendere. Non ho più voglia di chiarire, spiegare, giustificare. Come le vedo io, le cose, sono sporche. Vetri traslucidi di unto. Facciate di negozi. Borsette da mille euro. E chi le compra. E chi prende la metro con i soldi degli altri. Per un biglietto: la pena. Non ho voglia di patire l'ansia di star rinunciando a una vita migliore, a una relazione migliore, a una felicità migliore. Non ho voglia di sottostare alle angoscie di una società che impone una farisaica apparenza. Dentro, vuota e dipendente da sostanze esterne. Non ho voglia di dire le cose come stanno.
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Storia Di Musica #143 - Litfiba, 17 Re, 1986
Il disco di oggi l’ho comprato in gita scolastica liceale a Firenze in un negozio di dischi che si chiamava Data Records 93. Spero che quel negozio, dal fascino incredibile per gli interi scaffali a muro pieni di dischi, ci sia ancora (sosteniamo per quanto possibile i piccoli negozi di musica, baluardi di emozioni e idee come le librerie). A me del disco piacque la copertina, e poi in quel periodo i Litfiba, anni dopo la pubblicazione del disco di oggi, erano una band molto famosa in Italia. La storia dei Litfiba inizia a Firenze agli inizi degli anni ‘80: Federico “Ghigo” Renzulli alla chitarra e alla voce (ex Cafè Caracas, formazione che al basso aveva un ragazzo pugliese, Raf), Sandro Dotta alla chitarra, Gianni Maroccolo al basso, Antonio Aiazzi alle tastiere, Francesco Calamai alla batteria (tutti ex membri dei Destroyers) e dopo che Dotta abbandona il gruppo, Piero Pelù (ex Mugnions) alla voce. Il loro riferimento è il punk, o quello che era rimasto, il rock psichedelico e i primi esperimenti europei della new wave, che proprio in quegli anni stava diventando il “genere” di riferimento. C’è un problema: non hanno ancora un nome. E l’idea venne a Renzulli che prese l’ipotetico indirizzo del telex della sala di registrazione dove suonavano, di Via De’ Bardi 32 a Firenze (il telex era un sistema di comunicazione telegrafica tra le aziende): "L"= sigla fissa di chiamata del sistema Iricon; “IT”= Italia; “FI”= Firenze; “BA”= Bardi, Litfiba. Iniziano a suonare per locali e a farsi un nome, nel 1982 il primo Ep, Litfiba, poi la vittoria al Rock Festival Italiano, il cui premio prevede la pubblicazione di un disco. Cambi di formazione fino al 1983, quando Ringo De Palma diventa batterista ufficiale. Nel 1985 vengono scritturati dalla IRA di Alberto Pinelli e Anne Marie Parroncel (IRA sta per Immortal Record Alliance, una delle prime e grandi etichette indipendenti della musica italiana) e hanno in mente una serie di album collegati tra loro nelle tematiche, immaginando una tetralogia del potere: si inizia con Desaparecido (1985) il disco che li fa conoscere, caratterizzato dal quel suono new wave che contaminano con echi mediterranei (un po’ come il Banco Del Mutuo Soccorso fece con il progressive). Nel 1986, esce il secondo capitolo, il disco di oggi: 17 Re. In copertina, il cuore di Cristo spinato, simbolo del Re dei Re, in un disco che per i fan è il loro migliore, di gran lunga, per la critica idem ma che vendette pochissimo, tanto è che la mia copia comprata a Firenze adesso vale sui 75€. È un disco ambizioso, sin dalla durata ( doppio lp, 4 facciate per 16 brani) e che si doveva chiamare 17 Re proprio per una traccia omonima, la diciassettesima, che fu scartata alla fine perchè ritenuta più debole. Tutta la band è in fase esplosiva di crescita: Pelù sembra un cantante diverso rispetto a Desaparecido, tutta la musica è densa di emozioni, con i primi grandi riff di Renzulli, le grandi tastiere dal suono internazionale di Aiazzi, con la guida ritmica di Maroccolo e gli arrangiamenti di Francesco Magnelli. Alcune canzoni diventano dei loro classici: Re Del Silenzio, sulla depressione, con l’ossessivo giro di basso, Resta sul disastro di Cherobyl, Apapaia che già focalizza sul rispetto delle minoranze etniche, a cui si accompagnano canzoni davvero visionarie, anche a distanza di anni, cupe e introspettive come Vendette, Pierrot E La Luna, Sulla Terra e la commovente Ballata. Il disco ha due gemme: Come un dio, immagina le emozioni nell‘essere una divinità, pronta a far “morire di paura” tutti gli uomini; Gira Nel Mio Cerchio è quasi sperimentale nella sua psichedelia, e molti nel testo ci videro capziosamente il racconto di una messa nera. Cane, dal testo quasi nonsense, è puro punk.. Da ricordare anche Tango, inno antimilitarista contro la leva obbligatoria con le sue fisarmoniche, e Oro Nero, orientaleggiane nelle atmosfere dato che parla delle guerre per il petrolio in Medio Oriente e Ferito che chiude il disco è il brano dedicato alle popolazioni colonizzate dal “grande capo bianco”. Come dicevo in precedenza, l’album fu acclamato dalla critica, anche perchè è stato il primo album doppio della musica indipendente italiana, è considerato uno dei dischi italiani più importanti di sempre, per i testi, il respiro internazionale della musica e per la qualità delle canzoni, ma vendette pochissimo, pur rimanendo un culto. Dopo un live, bellissimo, 12-5-87 (aprite i vostri occhi) registrato al Tenax di Firenze, che in verità taglia molto dalla scaletta ufficiale del concerto (per la rabbia dei fan), i Litfiba svoltano verso il rock classico con Litfiba 3: sempre temi politici, antimilitaristi e attenti ai soprusi dei potenti, ma musica decisamente meno rifinita, più venata dell’ardore dell’hard rock degli anni ‘70, decisione che porterà all’uscita dal gruppo di Maroccolo (che assieme a De Palma e Magnelli entrerà nei CCCP) e anche di Aiazzi, che però continuerà a collaborare con il duo Pelù-Renzulli. Va da sè che per molti è il trampolino del tradimento (e non mi dilungo perchè chi ha letto qualche volta le storie di musica sa che trovo pretestuosi i ragionamenti così). Rimane un disco storico, intenso e che va riscoperto, avvolto dall’aura magica di esperimenti che per ragioni oscure rimangono irripetibili. E se qualcuno sa se esiste ancora Data Records 93 me lo segnali.
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CATANIA - VIA ETNEA
Si è vero, non posso dire che via Etnea sia l’anima di Catania; vi sono altri luoghi in cui trovi le tante diverse anime di Catania. Ma quest’anima, questa di via Etnea, è quella in cui tutte le altre si sommano facendola diventare unica e accattivante. A Catania resta ben poco della città prima del 1693, l’anno del grande terremoto che distrusse tutta la Sicilia orientale. Resta però l’ansia di allora, la tensione a voler ricostruire la città secondo i moderni canoni di architettonici che coniugavano insieme arte e bellezza ad evidenziare ed esaltare la razionalità dell’uomo che si contrapponeva alla presunta irrazionalità della natura ed è da questa ansia e tensione che nasce via Etnea. La via quindi, con il suo selciato di pietra lavica, è la figlia di un illuminismo che nel bello e nella scienza trovava gli stimoli necessari per una creativa ricostruzione. Per questo motivo, il Duca di Camastra che si occupò di far rivivere una landa desolata di morti e macerie, volle costruire nel centro della città, una lunga arteria di circa tre chilometri che partendo dal suo cuore dove erano collocati il Duomo e il Palazzo del governo, salisse lentamente verso l’Etna, quasi a sfidarla e, cosi facendo, a riconoscerne la grandezza e maestosità. Lungo via Etnea vennero così edificati i palazzi e le chiese più importanti in un continuo sfoggio del barocco siciliano di cui il Vaccarini fu il grande creatore, a queste forme proprie della ricostruzione dei settecento, si sono aggiunti più tardi i grandi palazzi di fine ottocento ed i delicati palazzi in Liberty di inizio ‘900 frutti di una borghesia imprenditoriale vivace e fortunata. Intorno a questi storici edifici sono cresciuti nel tempo i suoi eleganti negozi e le sue infinite pasticcerie, i suoi vecchi caffè, le antiche profumerie contornando le facciate barocche delle chiese, quelle dell’antica università, gli angoli delle tante piazze, le fontane, i chioschi per le bibite fresche, i mercati popolari e la rigogliosa Villa Bellini, dove per Villa in Sicilia si intendono giardini ricche di alberi esotici e fiori. Insomma via Etnea, essendo il luogo di incontro per eccellenza, riassume tutta la città nelle sue forme più nobili e più popolari e soddisfa con i suoi palazzi e negozi tutti i sensi che portano al piacere, perché come diceva un suo scrittore, Catania è la città del piacere e via Etnea è in fondo un raccoglitore di tutti i piaceri che in Catania si possono provare.
Yes it is true, I cannot say that via Etnea is the soul of Catania; there are other places where you can find the many different souls of Catania. But this soul, this one in via Etnea, is the one in which all the others add up making it unique and captivating. In Catania, very little of the city before 1693 remains , the 1693 is the year of the great earthquake that destroyed all eastern Sicily. However, the anxiety of that time remains, the tension to want to rebuild the city according to the modern architectural canons that combined art and beauty to highlight and enhance the rationality of man who opposed the alleged irrationality of nature and it is from this anxiety and tension that arises via Etnea. The street then, with its lava stone pavement, is the daughter of an Illuminism who in beauty and science found the necessary support for a creative reconstruction. For this reason, the Duke of Camastra who took care of reviving a wasteland of dead and rubble, wanted to build in the center of the city, a long artery of about three kilometers that starting from its heart, the Duomo and the Palazzo del government, rose slowly towards Etna, almost to challenge it and, in doing so, to recognize its greatness and majesty. Along Via Etnea the most important palaces and churches were built in a continuous display of the Sicilian Baroque of which Vaccarini was the great creator; to these forms of the reconstruction of the 1700, other have been added like the large palaces of the late eighteen century and the delicate Liberty buildings of the early 1900s, the fruit of a lively and fortunate entrepreneurial bourgeoisie. Around these historic buildings, its elegant shops and its endless pastry shops, its old cafes, the ancient perfumeries have grown over time, surrounding the baroque facades of the churches, those of the ancient university, the corners of the many squares, the fountains, the kiosks for cold drinks, popular markets and the lush Villa Bellini, where Villa in Sicily means gardens full of exotic trees and flowers. In short, Via Etnea, being the meeting place par excellence, summarizes the whole city in its most noble and popular forms and satisfies with its palaces and shops all the senses that lead to pleasure, because as one of its writers said, Catania is the city of pleasure and via Etnea is basically a collector of all the pleasures that can be experienced in Catania.
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Quante volte avrei voluto scappare dal grigiore del cemento; eppure i colori del tramonto colorano facciate dei palazzi, regalandogli nuovi volti. Garbagnate Milanese è il luogo in cui mi sento al sicuro, ne conosco ogni angolo e garantisco che è fornito di tutto: parchi per respirare e trovare un po' di solitudine, bar per svagarsi con gli amici, negozi e ristoranti di vario genere per soddisfare ogni esigenza. Non si sporge sul blu del mare, neanche tra il verde dei monti, ma ha i suoi colori e nelle sue sfumature è il luogo che sento casa mia. Nicoletta Gallelli
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Le Forme della Sera
The Shape of the Night Mijas, Spain
Novembre 2018 Camminando in una calda sera di Novembre, in una calma cittadina del sud della Spagna, tutti i miei sensi vengono catturati da queste facciate bianche brillanti che riflettono qualsiasi forma di luce formando delle contrastanti ombre. Mijas e’ una bellissima e piccola cittadina vicino a Malaga, sicuramente piu godibile da visitare nei mesi primaverili o autunnali, quando il turismo si calma e le strade, i vicoli e i numerosi negozietti e bar che affollano le strade del centro diventano piacevoli ed accessibili.
Passeggiano per le vie della citta’ non si puo scampare al fascino delle case e dei negozi completamente bianche. Piccoli vasi dai colori brillanti sono appesi a mezza facciata con verdi piante o fiori colorati che spezzano la perfezione di questo villaggio immacolato. E’ un trip visuale di luci ed ombre. Buonissimi vini, convenienti souvenir e cantine tradizionali.
#mijas#spain#winterholiday#nightlight#nightshape#contrast#whitefacade#whitevillage#nightphotography#streetphotography#travel#southspain#spanishvillage#ligheandshadow#nightshadow#shadowtree#tree
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Chi ha mai sentito parlare di Playa del Carmen nella sua vita? Una tra le più belle località balneari del Messico che merita di essere visitata e vissuta almeno una volta nella vita. Situata sulla Riviera Maya, è famosissima per le sue meravigliose spiagge piene di palme ed arricchite da splendide barriere coralline che, al tramonto, raggiunte dal sole infuocato, tingono cielo ed oceano di rosso regalando scenari indimenticabili. Le 5 Top Beach di Playa del Carmen Playa del Carmen vanta 4 tra le più belle spiagge nel mondo ognuna con caratteristiche che le rendono uniche ed ognuna dedicata a qualsiasi tipo di turista: dal festaiolo e modaiolo al turista che predilige la natura e la tranquillità, al turista con famiglia e bambini. Ecco quali sono. Paradise Beach Situata su un’isola di fronte a Playa del Carmen è sicuramente una location da non perdere. Paradise Beach è uno dei lidi più belli della zona ed offre al turista modaiolo tutto ciò che può soddisfare le sue aspettative: negozi, ristoranti, locali, movida, discoteche, Hotel di Lusso. È facilmente raggiungibile con piccole imbarcazioni che partono più volte al giorno da Playa del Carmen. Xpu-Ha Beach Nonostante il nome ricordi una località asiatica, Xpu-Ha Beach è genuinamente messicana. È una delle spiagge più affascinanti della Riviera Maya con la sua sabbia finissima ed un mare trasparente anche a grandi profondità. Camaleontica nel suo offrire il meglio al turista, si pone sia come spiaggia super attrezzata che spiaggia selvaggia e naturale, un vero angolo di paradiso dove il turista può usufruire del meglio dell’Horeco immergendosi in una natura incontaminata. A pochissimi chilometri da Playa del Carmen è facilmente raggiungibile in una manciata di minuti, per pochi soldi, con un taxi o con lo scooter. Playa Puerto Morelos È una spiaggia paradisiaca sulla quale si affaccia un piccolo villaggio di pescatori. Il mare è splendido con uno scenario tipicamente caraibico, una barriera coralline a 500 metri dalla costa, ideale per praticare immersioni e snorkeling. A Puerto Morelos si arriva in circa 20 minuti di taxi o scooter ad un costo veramente irrisorio. Playa de Xcacel Spiaggia incontaminata che si estende all’infinito. Assolutamente distante dal turismo di massa ed indicata esclusivamente a coloro che cercano natura, silenzio, pace, sole e mare. Alcuni piccoli chioschi presenti lungo la spiaggia offrono cocktail dissetanti e veloci pranzi a base di tortillas, frijoles e pesce freschissimo. Anch’essa raggiungibile con taxi o con scooter in circa 30 minuti da Playa del Carmen. Playacar Tra le spiagge più glamour ed attive del Messico c’è Playacar: con il suo mare turchese, la sua sabbia bianca e finissima, i fondali pieni di pesci, le caverne e grotte sottomarine offre un paradiso ineguagliabile agli amanti delle immersioni. Il lungomare di Playacar regala una vita notturna intensa e per tutti i gusti: hotel, bar, ristoranti, locali e discoteche famose in tutto il mondo propongono al turista amante della vita notturna una vacanza indimenticabile. È una spiaggia cittadina quindi la sua scoperta può essere fatta facilmente a piedi. Cosa vedere a Playa del Carmen Non importa se siete viaggiatori fai-da-te, se avete deciso di trascorrere una settimana in un hotel o in un resort oppure se siete quei turisti super mega organizzati: Playa del Carmen, in Messico, offre escursioni ed attività di ogni genere e per ogni tipo di turista. Playa del Carmen infatti vanta numerose attività fattibili in loco tanto quanto una serie di tour organizzati che, se volete essere piacevolmente trascinati da una guida, sono assolutamente da non perdere. Scopriamoli insieme. Chichèn Itzà, cenote Hubiku e Valladolid Chichèn Itzà è una delle 7 Meraviglie del Mondo, patrimonio mondiale UNESCO. È un tour di 12 ore dove, addentrandosi nella fitta giungla dello Yucatan, si raggiunge il cenote Hubiku, famosa piscina di acqua dolce all’interno di una caverna calcarea colma di luce. Dopo aver gustato un tipico pranzo messicano si riparte per Chichèn Itzà, ricco e meraviglioso sito archeologico con scavi e templi magistralmente conservati. Infine si raggiunge Valladolid, città di fama mondiale con i suoi muri color pastello ricca di negozi e ristorantini. Isla Contoy e Isla Mujeres Tra le isole più belle al mondo. Il centro di Isla Mujeres è ricco di patrimonio culturale ed importanza storica mentre l’Isola di Contoy è un paradiso di pace e tranquillità oltre ad essere il secondo sistema di barriera corallina più grande del mondo. Rovine di Tulum, le sue grotte e le sue tartarughe Scopri la più importante città Maya sul Mar dei Caraibi, protetta da una grande scogliera da dove si può ammirare una vista spettacolare. A Tulum vengono organizzati dei tour archeologici guidati che vi faranno scoprire i segreti custoditi da questa antica città Maya. Il tour si chiude, dopo un bagno nelle acque cristalline del cenote Hilarios, con una passeggiata sulla spiaggia dove vivono le meravigliose tartarughe marine. Sian Ka’han e Muyil Emozionante tour di mezza giornata nel cuore dell’antica civiltà Maya; qui si potrà ammirare lo splendore della riserva della biosfera di Sian Ka’an, la fauna selvatica della giungla e passeggiare tra le antiche rovine di Muyil. Queste rovine sembrano uscite da un vecchio film e passeggiando tra esse si scopre piano piano la sua incredibile storia. È proprio a Muyil che anni fa sono stati trovati reperti risalenti al 350 a.C. ! Le sue facciate, situate nella parte inferiore della valle del fiume, sono così ben conservate che sarà impossibile non riconoscerne le rappresentazioni tra le quali spicca la famosa rappresentazione del dio della pioggia. Punta Laguna e Coba Nella riserva di Punta Laguna gli alberi sono popolati di scimmie che vivono in perfetto equilibrio con uccelli di ogni tipo; il vostro tour sarà accompagnato dalle voci di questi mammiferi e dal canto di centinaia di uccelli che suonerà come una melodia. Non meno affascinante il sito archeologico di Coba, uno dei più importanti della regione: circondata da due bellissime lagune ed una serie di strade elevate di pietra e gesso che portano dal sito centrale a vari siti più piccoli Coba rappresenta la vera civiltà Maya precolombiana. Non dimenticate di visitare anche le grandi piramidi del tempio, alcune delle quali raggiungono i 42 metri di altezza. Diving a Playa del Carmen Playa del Carmen con le sue barriere coralline, le tartarughe marine, pesci colorati e squali è un sito eccellente sia per lo snorkelling che per il diving. Oltre ai Cenote (grotte con acqua piene di luce) vi sono tantissimi posti in questa zona del Messico dove andare a fare diving: alcuni si possono scoprire da soli ed altri consigliati dalle tante agenzie e guide turistiche locali. I siti più popolari sono Pared Verde e Tortugas che si trovano vicino a Playa del Carmen; Gorgonia vicino ad Akumal, Palancar Reef e Santa Rosa Wall che si trovano invece al largo di Cozumel. Per il vostro entusiasmo ci sono tantissime scuole di diving a Playa del Carmen e nei suoi dintorni quindi è possibile anche ottenere la certificazione Open Water Diver! Ma non dimentichiamo di visitare anche Rio Segreto al quale potete accedere solo con un tour guidato che vi porterà a scoprire le sue caverne buie, le stalattiti e stalagmiti, vere e proprie opere d’arte scultorea della natura. Shopping a Playa del Carmen Trascorrere una giornata sulle spiagge di Playa del Carmen è un’esperienza unica per qualsiasi tipo di turista. Esimersi dallo shopping è un delitto. Ecco la tappa fondamentale: la 5° Avenida! Per orientarvi dovete sapere che la numerazione delle strade di Playa del Carmen è particolarissima: le strade parallele alla spiaggia e al mare sono chiamate Avenidas e vanno di 5 in 5. Abbiamo quindi 5° Avenida, 10° Avenida, 15° Avenida e così via. Le strade perpendicolari al mare invece si chiamano Calles e aumentano di 2 in 2: abbiamo quindi calle 2. calle 4, calle 6, calle 8, calle 10 etc etc. Questo facilita enormemente il turista e lo aiuta ad orientarsi nella ricerca di quel ristorante piuttosto che quel negozio. La 5° Avenida è la lunga via pedonale che attraversa Playa del Carmen, inizia vicino al molo dal quale partono i traghetti per Cozumel e termina vicino al Parque Fundadores estendendosi per circa 3 chilometri. Lungo la 5° Avenida si trovano la maggior parte dei bar, negozi, centri commerciali, ristoranti, locali per aperitivi, finger-food, street-food e brunch. Qualsiasi cosa voi stiate cercando lo trovate sulla 5° Avenida! Dove mangiare a Playa del Carmen Playa del Carmen è ricca di ristoranti più o meno tipici ma tra tutti ne vengono suggeriti tre in particolare, tipici messicani, che oltre al vantaggio di essere una cucina deliziosa è anche economica, ed una birreria dove si possono gustare le migliori birre dell’america latina e non. Ecco alcuni indirizzi imperdibili. I veri tacos si trovano a El Fogon: è un ritrovo per locals, ambiente semplicissimo, amichevole, con sedie in plastica e la TV che trasmette musica messicana a tutto volume. Con un paio di questi tacos ed una cerveza hecha en Mexico sarete in paradiso. El Tapas & Company offre tacos splendidi e birra sempre fresca in un ambiente tipicamente messicano e molto cheap. Se invece cercate l’esclusivo, il particolare, lo scenografico e misterioso andate all’Alux, ristorante costruito all’interno di una grotta sotterranea. Il significato del suo nome, facilmente intuibile, ci porta nel mondo magico e misterioso degli Alux, gli spiriti buoni e maliziosi che proteggono il Messico, in particolar modo i luoghi sacri….e cosa c’è di più misterioso e sacro di una grotta? Club de la Cerveza: il nome dice tutto! Ottima birra artigianale prevalentemente messicana ma qualche eccellenza straniera, se si vuole, la si può chiedere ed ottenere. Ma non solo ristoranti: sulla 5° Avenida incontri numerosi caffè come Starbucks e la catena Ah Cacao se siete ciocco-dipendenti oppure Choux Choux Cafè che offre eccellenti colazioni, insalate, croissants ed un infinità di prelibatezze dolci e salate tipiche del finger-food. La movida notturna di Playa del Carmen Playa del Carmen è ricca di locali after-dinner e non c’è che l’imbarazzo della scelta: Playa non ha nulla da invidiare alla mitica Cancun. Per tutta la durata dell’anno si svolgono festival di musica, feste nei locali,feste sulla spiaggia e altre feste in tutti i locali della zona anche se non situati nella 5° Avenida ma sempre e comunque presi d’assalto dai giovani provenienti da tutto il mondo. La strada famosa per i locali notturni di Playa è Calle 12 dove potrete trovare il famosissimo Coco Bongo che ogni sera offre spettacoli e show fino alle prime luci dell’alba. Il Coco Bongo è diviso in una parte di palcoscenico per spettacoli dal vivo ed una parte night club: sul palcoscenico si esibiscono acrobati volanti, imitatori, mimi, cantanti, gruppi musicali, tra cui i famosissimi Mariachi ed anche personaggi di film famosi e stelle del rock. Mexcal a fiumi per farvi risvegliare il giorno dopo senza ricordare nulla! Ogni biglietto di accesso al Coco Bongo prevede infatti l’open bar aperto tutta notte senza limiti! Tra gli altri club e discoteche famose di Playa meritano menzione Palazzo, La Vaquita, Coco Maya, Mandala ed Abolengo dove ci si può divertire senza eccessi. Per una notte più tranquilla ma sempre di buon impatto alcolico, musica e risate, si può entrare in un pub o in un bar dove bere con tranquillità una buona birra artigianale con gli amici. Tra i più famosi ci sono lo Zenzi, Mc Carthy’s Irish Pub, Club de la Cerveza, La Bodeguita del Medio, Almirante Pech e La Perla Mixan dove l’ambiente caloroso Messicano vi accoglierà in tutta la sua allegria. Cosa non fare a Playa del Carmen A Playa del Carmen si può fare tutto: mangiare, bere, prendere il sole, ballare, fare shopping, ma è assolutamente vietato comprare coralli e conchiglie protette. Potete farlo ma sappiate che sicuramente vi verranno sequestrati in aeroporto, nel migliore dei casi, vi prenderete una grossa multa o dovrete pagare una mazzetta, nel peggiore dei casi. Proibitissimo è anche cercare di far uscire dallo stato le bottigliette colme di sabbia delle playas. Tasto dolentissimo è la cultura che i messicani hanno nei riguardi degli animali. In particolare Cancun e Playa del Carmen sono località in cui gli animali sono sfruttati e ahimè non c’è alcuna legge che lo vieti. Vi capiterà quindi di incontrare nella 5° Avenida tigrotti e scimmiette tenuti da un non ben identificato “ammaestratore” messicano che vi offrirà di fare fotografie con questi animali: non fatele! Non incrementate questo abuso e vile sfruttamento del mondo animale. Le vostre foto sui social con il tigrotto o la scimmietta che vive nelle foreste del Messico scatenerebbero, giustamente, le ire del popolo animalista. Non alimentate questo business, i luoghi sono meravigliosi di loro e non serve una foto con l’animale di turno per il vostro album fotografico su Facebook! https://ift.tt/33yX6IV Cosa fare e cosa vedere a Playa del Carmen Chi ha mai sentito parlare di Playa del Carmen nella sua vita? Una tra le più belle località balneari del Messico che merita di essere visitata e vissuta almeno una volta nella vita. Situata sulla Riviera Maya, è famosissima per le sue meravigliose spiagge piene di palme ed arricchite da splendide barriere coralline che, al tramonto, raggiunte dal sole infuocato, tingono cielo ed oceano di rosso regalando scenari indimenticabili. Le 5 Top Beach di Playa del Carmen Playa del Carmen vanta 4 tra le più belle spiagge nel mondo ognuna con caratteristiche che le rendono uniche ed ognuna dedicata a qualsiasi tipo di turista: dal festaiolo e modaiolo al turista che predilige la natura e la tranquillità, al turista con famiglia e bambini. Ecco quali sono. Paradise Beach Situata su un’isola di fronte a Playa del Carmen è sicuramente una location da non perdere. Paradise Beach è uno dei lidi più belli della zona ed offre al turista modaiolo tutto ciò che può soddisfare le sue aspettative: negozi, ristoranti, locali, movida, discoteche, Hotel di Lusso. È facilmente raggiungibile con piccole imbarcazioni che partono più volte al giorno da Playa del Carmen. Xpu-Ha Beach Nonostante il nome ricordi una località asiatica, Xpu-Ha Beach è genuinamente messicana. È una delle spiagge più affascinanti della Riviera Maya con la sua sabbia finissima ed un mare trasparente anche a grandi profondità. Camaleontica nel suo offrire il meglio al turista, si pone sia come spiaggia super attrezzata che spiaggia selvaggia e naturale, un vero angolo di paradiso dove il turista può usufruire del meglio dell’Horeco immergendosi in una natura incontaminata. A pochissimi chilometri da Playa del Carmen è facilmente raggiungibile in una manciata di minuti, per pochi soldi, con un taxi o con lo scooter. Playa Puerto Morelos È una spiaggia paradisiaca sulla quale si affaccia un piccolo villaggio di pescatori. Il mare è splendido con uno scenario tipicamente caraibico, una barriera coralline a 500 metri dalla costa, ideale per praticare immersioni e snorkeling. A Puerto Morelos si arriva in circa 20 minuti di taxi o scooter ad un costo veramente irrisorio. Playa de Xcacel Spiaggia incontaminata che si estende all’infinito. Assolutamente distante dal turismo di massa ed indicata esclusivamente a coloro che cercano natura, silenzio, pace, sole e mare. Alcuni piccoli chioschi presenti lungo la spiaggia offrono cocktail dissetanti e veloci pranzi a base di tortillas, frijoles e pesce freschissimo. Anch’essa raggiungibile con taxi o con scooter in circa 30 minuti da Playa del Carmen. Playacar Tra le spiagge più glamour ed attive del Messico c’è Playacar: con il suo mare turchese, la sua sabbia bianca e finissima, i fondali pieni di pesci, le caverne e grotte sottomarine offre un paradiso ineguagliabile agli amanti delle immersioni. Il lungomare di Playacar regala una vita notturna intensa e per tutti i gusti: hotel, bar, ristoranti, locali e discoteche famose in tutto il mondo propongono al turista amante della vita notturna una vacanza indimenticabile. È una spiaggia cittadina quindi la sua scoperta può essere fatta facilmente a piedi. Cosa vedere a Playa del Carmen Non importa se siete viaggiatori fai-da-te, se avete deciso di trascorrere una settimana in un hotel o in un resort oppure se siete quei turisti super mega organizzati: Playa del Carmen, in Messico, offre escursioni ed attività di ogni genere e per ogni tipo di turista. Playa del Carmen infatti vanta numerose attività fattibili in loco tanto quanto una serie di tour organizzati che, se volete essere piacevolmente trascinati da una guida, sono assolutamente da non perdere. Scopriamoli insieme. Chichèn Itzà, cenote Hubiku e Valladolid Chichèn Itzà è una delle 7 Meraviglie del Mondo, patrimonio mondiale UNESCO. È un tour di 12 ore dove, addentrandosi nella fitta giungla dello Yucatan, si raggiunge il cenote Hubiku, famosa piscina di acqua dolce all’interno di una caverna calcarea colma di luce. Dopo aver gustato un tipico pranzo messicano si riparte per Chichèn Itzà, ricco e meraviglioso sito archeologico con scavi e templi magistralmente conservati. Infine si raggiunge Valladolid, città di fama mondiale con i suoi muri color pastello ricca di negozi e ristorantini. Isla Contoy e Isla Mujeres Tra le isole più belle al mondo. Il centro di Isla Mujeres è ricco di patrimonio culturale ed importanza storica mentre l’Isola di Contoy è un paradiso di pace e tranquillità oltre ad essere il secondo sistema di barriera corallina più grande del mondo. Rovine di Tulum, le sue grotte e le sue tartarughe Scopri la più importante città Maya sul Mar dei Caraibi, protetta da una grande scogliera da dove si può ammirare una vista spettacolare. A Tulum vengono organizzati dei tour archeologici guidati che vi faranno scoprire i segreti custoditi da questa antica città Maya. Il tour si chiude, dopo un bagno nelle acque cristalline del cenote Hilarios, con una passeggiata sulla spiaggia dove vivono le meravigliose tartarughe marine. Sian Ka’han e Muyil Emozionante tour di mezza giornata nel cuore dell’antica civiltà Maya; qui si potrà ammirare lo splendore della riserva della biosfera di Sian Ka’an, la fauna selvatica della giungla e passeggiare tra le antiche rovine di Muyil. Queste rovine sembrano uscite da un vecchio film e passeggiando tra esse si scopre piano piano la sua incredibile storia. È proprio a Muyil che anni fa sono stati trovati reperti risalenti al 350 a.C. ! Le sue facciate, situate nella parte inferiore della valle del fiume, sono così ben conservate che sarà impossibile non riconoscerne le rappresentazioni tra le quali spicca la famosa rappresentazione del dio della pioggia. Punta Laguna e Coba Nella riserva di Punta Laguna gli alberi sono popolati di scimmie che vivono in perfetto equilibrio con uccelli di ogni tipo; il vostro tour sarà accompagnato dalle voci di questi mammiferi e dal canto di centinaia di uccelli che suonerà come una melodia. Non meno affascinante il sito archeologico di Coba, uno dei più importanti della regione: circondata da due bellissime lagune ed una serie di strade elevate di pietra e gesso che portano dal sito centrale a vari siti più piccoli Coba rappresenta la vera civiltà Maya precolombiana. Non dimenticate di visitare anche le grandi piramidi del tempio, alcune delle quali raggiungono i 42 metri di altezza. Diving a Playa del Carmen Playa del Carmen con le sue barriere coralline, le tartarughe marine, pesci colorati e squali è un sito eccellente sia per lo snorkelling che per il diving. Oltre ai Cenote (grotte con acqua piene di luce) vi sono tantissimi posti in questa zona del Messico dove andare a fare diving: alcuni si possono scoprire da soli ed altri consigliati dalle tante agenzie e guide turistiche locali. I siti più popolari sono Pared Verde e Tortugas che si trovano vicino a Playa del Carmen; Gorgonia vicino ad Akumal, Palancar Reef e Santa Rosa Wall che si trovano invece al largo di Cozumel. Per il vostro entusiasmo ci sono tantissime scuole di diving a Playa del Carmen e nei suoi dintorni quindi è possibile anche ottenere la certificazione Open Water Diver! Ma non dimentichiamo di visitare anche Rio Segreto al quale potete accedere solo con un tour guidato che vi porterà a scoprire le sue caverne buie, le stalattiti e stalagmiti, vere e proprie opere d’arte scultorea della natura. Shopping a Playa del Carmen Trascorrere una giornata sulle spiagge di Playa del Carmen è un’esperienza unica per qualsiasi tipo di turista. Esimersi dallo shopping è un delitto. Ecco la tappa fondamentale: la 5° Avenida! Per orientarvi dovete sapere che la numerazione delle strade di Playa del Carmen è particolarissima: le strade parallele alla spiaggia e al mare sono chiamate Avenidas e vanno di 5 in 5. Abbiamo quindi 5° Avenida, 10° Avenida, 15° Avenida e così via. Le strade perpendicolari al mare invece si chiamano Calles e aumentano di 2 in 2: abbiamo quindi calle 2. calle 4, calle 6, calle 8, calle 10 etc etc. Questo facilita enormemente il turista e lo aiuta ad orientarsi nella ricerca di quel ristorante piuttosto che quel negozio. La 5° Avenida è la lunga via pedonale che attraversa Playa del Carmen, inizia vicino al molo dal quale partono i traghetti per Cozumel e termina vicino al Parque Fundadores estendendosi per circa 3 chilometri. Lungo la 5° Avenida si trovano la maggior parte dei bar, negozi, centri commerciali, ristoranti, locali per aperitivi, finger-food, street-food e brunch. Qualsiasi cosa voi stiate cercando lo trovate sulla 5° Avenida! Dove mangiare a Playa del Carmen Playa del Carmen è ricca di ristoranti più o meno tipici ma tra tutti ne vengono suggeriti tre in particolare, tipici messicani, che oltre al vantaggio di essere una cucina deliziosa è anche economica, ed una birreria dove si possono gustare le migliori birre dell’america latina e non. Ecco alcuni indirizzi imperdibili. I veri tacos si trovano a El Fogon: è un ritrovo per locals, ambiente semplicissimo, amichevole, con sedie in plastica e la TV che trasmette musica messicana a tutto volume. Con un paio di questi tacos ed una cerveza hecha en Mexico sarete in paradiso. El Tapas & Company offre tacos splendidi e birra sempre fresca in un ambiente tipicamente messicano e molto cheap. Se invece cercate l’esclusivo, il particolare, lo scenografico e misterioso andate all’Alux, ristorante costruito all’interno di una grotta sotterranea. Il significato del suo nome, facilmente intuibile, ci porta nel mondo magico e misterioso degli Alux, gli spiriti buoni e maliziosi che proteggono il Messico, in particolar modo i luoghi sacri….e cosa c’è di più misterioso e sacro di una grotta? Club de la Cerveza: il nome dice tutto! Ottima birra artigianale prevalentemente messicana ma qualche eccellenza straniera, se si vuole, la si può chiedere ed ottenere. Ma non solo ristoranti: sulla 5° Avenida incontri numerosi caffè come Starbucks e la catena Ah Cacao se siete ciocco-dipendenti oppure Choux Choux Cafè che offre eccellenti colazioni, insalate, croissants ed un infinità di prelibatezze dolci e salate tipiche del finger-food. La movida notturna di Playa del Carmen Playa del Carmen è ricca di locali after-dinner e non c’è che l’imbarazzo della scelta: Playa non ha nulla da invidiare alla mitica Cancun. Per tutta la durata dell’anno si svolgono festival di musica, feste nei locali,feste sulla spiaggia e altre feste in tutti i locali della zona anche se non situati nella 5° Avenida ma sempre e comunque presi d’assalto dai giovani provenienti da tutto il mondo. La strada famosa per i locali notturni di Playa è Calle 12 dove potrete trovare il famosissimo Coco Bongo che ogni sera offre spettacoli e show fino alle prime luci dell’alba. Il Coco Bongo è diviso in una parte di palcoscenico per spettacoli dal vivo ed una parte night club: sul palcoscenico si esibiscono acrobati volanti, imitatori, mimi, cantanti, gruppi musicali, tra cui i famosissimi Mariachi ed anche personaggi di film famosi e stelle del rock. Mexcal a fiumi per farvi risvegliare il giorno dopo senza ricordare nulla! Ogni biglietto di accesso al Coco Bongo prevede infatti l’open bar aperto tutta notte senza limiti! Tra gli altri club e discoteche famose di Playa meritano menzione Palazzo, La Vaquita, Coco Maya, Mandala ed Abolengo dove ci si può divertire senza eccessi. Per una notte più tranquilla ma sempre di buon impatto alcolico, musica e risate, si può entrare in un pub o in un bar dove bere con tranquillità una buona birra artigianale con gli amici. Tra i più famosi ci sono lo Zenzi, Mc Carthy’s Irish Pub, Club de la Cerveza, La Bodeguita del Medio, Almirante Pech e La Perla Mixan dove l’ambiente caloroso Messicano vi accoglierà in tutta la sua allegria. Cosa non fare a Playa del Carmen A Playa del Carmen si può fare tutto: mangiare, bere, prendere il sole, ballare, fare shopping, ma è assolutamente vietato comprare coralli e conchiglie protette. Potete farlo ma sappiate che sicuramente vi verranno sequestrati in aeroporto, nel migliore dei casi, vi prenderete una grossa multa o dovrete pagare una mazzetta, nel peggiore dei casi. Proibitissimo è anche cercare di far uscire dallo stato le bottigliette colme di sabbia delle playas. Tasto dolentissimo è la cultura che i messicani hanno nei riguardi degli animali. In particolare Cancun e Playa del Carmen sono località in cui gli animali sono sfruttati e ahimè non c’è alcuna legge che lo vieti. Vi capiterà quindi di incontrare nella 5° Avenida tigrotti e scimmiette tenuti da un non ben identificato “ammaestratore” messicano che vi offrirà di fare fotografie con questi animali: non fatele! Non incrementate questo abuso e vile sfruttamento del mondo animale. Le vostre foto sui social con il tigrotto o la scimmietta che vive nelle foreste del Messico scatenerebbero, giustamente, le ire del popolo animalista. Non alimentate questo business, i luoghi sono meravigliosi di loro e non serve una foto con l’animale di turno per il vostro album fotografico su Facebook! Playa del Carmen è una località del Messico ricca di spiagge mozzafiato, con una movimentata vita notturna e locali in cui mangiare le bontà locali.
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