#Distretto Urbano del Commercio
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La rinascita di Piazza della Libertà: un simbolo di Alessandria che torna a splendere
470mila euro investiti per restituire decoro, sicurezza e accessibilità al cuore pulsante della città.
470mila euro investiti per restituire decoro, sicurezza e accessibilità al cuore pulsante della città. Un progetto condiviso per il futuro di Alessandria Grazie a un intervento significativo, Piazza della Libertà ad Alessandria torna a risplendere, confermandosi come uno dei luoghi simbolo della città. Con uno stanziamento complessivo di 470mila euro, di cui 220mila euro a carico del Comune e…
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CENTRO STORICO, ECCO LA NUOVA SEGNALETICA
Indicazioni per “legare” i percorsi tra chiese, monumenti e aree meno note e poco frequentate, ma anche spazio alla visibilità per le attività commerciali del centro storico. Il Duc (Distretto Urbano del Commercio) finanzia un’azione significativa di riqualificazione del cuore antico della città, cioè l’installazione di una ventina di paline segnaletiche che serviranno a “guidare” i percorsi dei…
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Tornano le Notti Bianche a Novara
Dal mese di settembre vengono riproposte quattro serate in quattro diversi quartieri in cui il commercio, l’animazione e il divertimento saranno i protagonisti. Comune di Novara e Distretto urbano del Commercio hanno programmato il nuovo calendario, approvato nel corso dell’ultima giunta comunale: Continue reading Untitled
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Dal Distretto Diffuso del Commercio importanti opportunità per comuni e attività commerciali di Ornavasso, Premosello Chiovenda e Vogogna
Il Distretto Diffuso del Commercio di Ornavasso, Premosello Chiovenda e Vogogna offre importanti opportunità per i comuni partner e per le attività commerciali con sede nei 3 comuni. Ecco il comunicato stampa ufficiale.
Contributi per le attività commerciali e per i comuni del Distretto Diffuso del Commercio di Ornavasso, Premosello Chiovenda e Vogogna
259 mila euro di finanziamento regionale, con contributi fino a 4 mila euro per esercizio commerciale
E’ stato pubblicato in questi giorni il Bando per le attività commerciali con sede nei comuni del Distretto Diffuso del Commercio di Ornavasso, Premosello Chiovenda e Vogogna per accedere ai contributi a fondo perduto previsti dal Progetto speciale presentato dal comune capofila di Ornavasso per conto dei tre comuni partner e di Confcommercio Alto Piemonte (Ascom VCO), enti promotori del Distretto riconosciuto dalla Regione Piemonte nel settembre 2022.
“Grazie a questo progetto riqualificheremo l’area di Piazza XXIV Maggio ad Ornavasso” – spiega il sindaco del comune capofila, Filippo Cigala Fulgosi – “il design urbano e gli spazi pubblici del comune di Vogogna e daremo anche un piccolo ma concreto aiuto alle attività commerciali dei tre comuni”.
“Il nostro Distretto Diffuso del Commercio” – spiega il Manager di Distretto, Antonio Longo Dorni, che ha curato la stesura dei progetti – “è stato tra gli ultimi riconosciuti dalla Regione Piemonte ma ci siamo comunque attivati per partecipare subito ai Bandi regionali e nel dicembre del 2022 siamo stati tra i primi Distretti ad ottenere l’approvazione di un progetto strategico per un importo di 323.750,00 euro, comprensivi delle quote di cofinanziamento”.
In questo progetto strategico è stato inserito anche un intervento significativo a favore delle esteriorità delle attività commerciali, come ad esempio l’installazione di tende, dehor, sostituzione di insegne, sistemi di video-sorveglianza o complementi di arredo esterni.
Il bando per le imprese commerciali ammonta complessivamente ad euro 93.750,00 di cui 75.000 euro di finanziamento regionale ed euro 18.750 di cofinanziamento privato.
Ogni attività commerciale potrà presentare una domanda di finanziamento da due a cinquemila euro, di cui l’80% sarà coperto dal finanziamento regionale. La restante quota sarà a carico del commerciante. Le domande devono essere presentate entro il 31 agosto, scaricando bando e modulo di domanda dai siti internet dei comuni del Distretto.
L’istruttoria sarà curata da Confcommercio Alto Piemonte (ASCOM VCO) a cui le attività commerciali possono rivolgersi per ulteriori informazioni.
Tra i beneficiari sono ammesse anche le farmacie, le rivendite di generi di monopolio e gli artigiani, purché dotati di autorizzazione alla vendita al dettaglio.
Il Distretto Diffuso del Commercio di Ornavasso, Premosello Chiovenda e Vogogna è stato istituito al termine di un’attività di studio e censimento delle attività locali, che ha visto il coinvolgimento e la condivisione oltre che degli enti promotori anche del Parco Nazionale Val Grande, Coldiretti Novara e Verbano Cusio Ossola, Confartigianato, API Novara, Vco e Vercelli.
“La Regione Piemonte ha deciso di supportare la nascita dei Distretti del Commercio per sostenere gli esercizi di vicinato e riqualificare gli ambiti urbani” – conclude Longo Dorni – “e per questo come cabina di regia abbiamo ritenuto importante partire proprio da un sostegno economico per le attività commerciali e dai progetti dei comuni per rendere più accoglienti le aree destinate al commercio”
Per scaricare il Bando e il Modulo di Domanda: https://www.comune.ornavasso.vb.it/it-it/avvisi/2023/commercio-e-mercati/bando-per-la-concessione-di-contributi-alle-imprese-del-commercio-283749-1-f2aea2edc5e5bb89649b6f18aa4716a1
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🌴 Premiazione de "La vetrina di Natale più bella", oggi 10 marzo al Comune di Mesagne 🌴 Manca poco e conosceremo i nomi dei primi cinque classificati del Concorso “La vetrina più bella Natale 2022”. La premiazione si è tenuta oggi alle ore 9 nell’Aula Consiliare del Municipio di Mesagne. La graduatoria dei primi cinque classificati è stata definita per il 50% grazie ai voti espressi tramite “like” sulla pagina Facebook del “Distretto Urbano del Commercio di Mesagne” e per il restante 50% con i voti espressi dalla giuria di esperti composta dalla dott.ssa Valeria Di Noi, dall’arch. Giovanna Molfetta e dall’arch. Luigi Pasimeni, che hanno attribuito i punteggi tenendo conto dei seguenti criteri di valutazione: rispetto della tradizione, valore artistico, illuminazione, eleganza, creatività. • • • #visitmesagne #visitmesagnecuordisalento #visiting #mesagne #cuordisalento #cosafareamesagne #mesagnetop #lacittadellamore #lacittadelcuore #welcometomesagne #momentisenzafiltri #madeinmesagne #mesagneinlove #mesangeles #portiamomesagnenelmondo #mesagnedavedere #viveremesagne #mesagnemylove #mesagneview #mesagnemoremio #a2passinelmondo #mesagnea2passidalmare #tradizionepopolare #tradizionemesagnese #folklore #cultura (presso Mesagne) https://www.instagram.com/p/Cpmt8aUsv1w/?igshid=NGJjMDIxMWI=
#visitmesagne#visitmesagnecuordisalento#visiting#mesagne#cuordisalento#cosafareamesagne#mesagnetop#lacittadellamore#lacittadelcuore#welcometomesagne#momentisenzafiltri#madeinmesagne#mesagneinlove#mesangeles#portiamomesagnenelmondo#mesagnedavedere#viveremesagne#mesagnemylove#mesagneview#mesagnemoremio#a2passinelmondo#mesagnea2passidalmare#tradizionepopolare#tradizionemesagnese#folklore#cultura
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ALESSANDRIA. PRESENATZIONE STUDI SULLA CITTA' A PALAZZO MONFERRATO.
ALESSANDRIA. PRESENATZIONE STUDI SULLA CITTA’ A PALAZZO MONFERRATO.
DISTRETTO URBANO DEL COMMERCIO: a Palazzo Monferrato un incontro con la presentazione degli studi sulla città di Alessandria inerenti la rigenerazione urbana Nel percorso di costituzione del Distretto Urbano del Commercio di Alessandria, il Comune di Alessandria, Confcommercio e Confesercenti, organizzano un incontro pubblico con operatori commerciali, residenti e cittadinanza per presentare le…
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Ritorna domani sera il tradizionale evento organizzato da NAGA e distretto Urbano del commercio di Gallarate per riportare la musica nelle vie del centro cittadino #gallaratestreetmusic #distrettourbanodelcommercio #NAGAneoziantiassociatigallarate
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Finanziato dalla Regione il progetto "Sondrio città del vino"
Finanziato dalla Regione il progetto “Sondrio città del vino”
SONDRIO CITTÀ DEL VINO: UN DISTRETTO DEL COMMERCIO DI ECCELLENZA PER GUIDARE LO SVILUPPO Nel progetto finanziato dalla Regione anche investimenti per l’arredo urbano e la videosorveglianza in piazza Garibaldi Sondrio culla dei vigneti, al centro del panorama enoturistico, manifesto di un territorio e veicolo di promozione degli ecosistemi vitivinicoli e dei paesaggi: è il ruolo per la città…
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Nasce il Distretto Urbano del Commercio di Buccinasco
Nasce il Distretto Urbano del Commercio di Buccinasco
Il Comune e l’Unione Confcommercio-Imprese per l’Italia Milano Lodi Monza e Brianza hanno sottoscritto un accordo triennale per realizzare politiche attive e azioni comuni per lo sviluppo del commercio locale (more…)
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Distretto Urbano del Commercio: Successo per il Bando a Sostegno delle Attività di Casale Monferrato. Plafond esaurito grazie a oltre 50 domande ammesse: un’iniziativa per un commercio più attrattivo e sostenibile
La Città di Casale Monferrato celebra il successo del Bando Imprese all’interno del Distretto Urbano del Commercio (DUC), un progetto mirato a supportare e valorizzare le attività commerciali locali.
La Città di Casale Monferrato celebra il successo del Bando Imprese all’interno del Distretto Urbano del Commercio (DUC), un progetto mirato a supportare e valorizzare le attività commerciali locali. A pochi giorni dalla proroga, il plafond di 79.104 euro è stato completamente esaurito grazie alle oltre 50 domande ricevute e considerate idonee, confermando l’interesse e l’impegno dei commercianti…
#abbattimento barriere#Accessibilità#Alessandria today#Arredo urbano#Attività commerciali#bandi regionali#bando imprese#Barriere architettoniche#Casale Monferrato#città attrattiva#commercio al dettaglio#Commercio Locale#commercio piemontese#commercio sostenibile#Confcommercio Alessandria#Confesercenti Alessandria#contributi a fondo perduto#contributo regionale#dehor#Distretto Urbano del Commercio#economia locale#Efficientamento energetico#facciate negozi#fondi per il commercio#Giovanni Battista Filiberti#Google News#imprenditoria locale#innovazione commercio#investimento locale#italianewsmedia.com
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INGLESE E OUTFIT: AL VIA IL PROGETTO DI FORMAZIONE PER OPERATORI DEL COMMERCIO E TURISMO
Inglese e Outfit: ha preso il via ieri a Nardò il progetto di formazione per gli operatori del commercio e del turismo, organizzato dal Comune di Nardò e dal Duc (Distretto urbano del commercio). Il corso di lingua inglese servirà a migliorare la conoscenza della lingua inglese, in particolare di espressioni e vocaboli utilizzati nella vendita o nell’approccio con i clienti e i turisti. Il corso…
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Borgo shopping – affari d’autunno: dal 3 novembre al 3 dicembre
Borgo shopping – affari d’autunno: dal 3 novembre al 3 dicembre
Risollevare il commercio dopo i difficili anni della pandemia e della crisi economica. E’ questo lo scopo di una proposta a cura dell’Assessorato al Commercio, Ascom e distretto urbano del commercio di Borgomanero, denominata “Borgo shopping – affari d’autunno”, in partenza giovedì 3 novembre ed estesa sino al 3 dicembre 2022. (more…)
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[1] - Lo Scambio Impossibile
Raccontare la vita di una città portuale non è mai cosa semplice. Per definizione si tratta di una luogo di confine, dove terra ed acqua si incontrano e si scontrano; dove forze contrapposte si scoprono simbiotiche o dove giurisdizioni in contraddizione sviluppano codici comuni ma contestuali e sempre parziali. Il mare rimane uno spazio inconcluso e non delimitabile (1, 2, 3). E' un limite esistenziale naturale di ogni potere sovrano che aspira a definire un dentro e un fuori di sé. Costruisce una realtà transterritoriale che lega lasciando sempre la possibilità di non appartenere o di non rimanere coinvolti. Non è un caso se per secoli il marinaio abbia incarnato l'immagine della vita di confine. Durante lunghi mesi era intrappolato nell'acqua, “la più libera di tutte le strade”, per poi approdare in un porto che era sempre un altro mondo. Il marinaio, come il folle, “non [aveva] verità né patria”. Era un personaggio riconoscibile solo nel suo lungo cammino tra luoghi: un nomade senza terra. Ma proprio grazie a lunghe navigazioni sui mari Ulisse potè conoscere la natura umana. In fin dei conti, i porti sono da sempre considerati spazi cosmopoliti e crocevia d'avanguardia degli accadimenti del mondo. E sono uno snodo cruciale per lo sviluppo degli imperi.
È infatti a partire dai porti che il commercio internazionale assume la forma di un'infrastruttura globale che omologa e standardizza (1, 2, 3, 4). La sua quotidianità si muove via mare, attraverso circa 50.000 navi cargo che spostano l'80% dei prodotti manufatti in giro per il mondo. Assemblarsi ai loro flussi è diventata necessità strategica su cui sorgono nazioni, ideologie, partiti politici e per definirne le traiettorie si combattono guerre di vario tipo che scrivono e riscrivono le storie di interi territori. Dalla fine degli anni settanta la progressiva containerizzazione dell'industria marittima e la deregolamentazione dell'economia dei trasporti hanno indotto una radicale ridefinizione della geografia industriale imponendo ingenti investimenti in infrastrutture. Le città portuali sono rimaste il centro di rinnovati paradigmi di trasporto ma la natura della loro centralità è progressivamente mutata.
Le economie di scala dell'industria marittima hanno generato complessi aggiustamenti economici e geografici che a volte hanno reso inutile la vicinanza di una città con il mare. In molti casi i cosiddetti "porti senza acqua" o "terminali di terra" hanno catturato la maggior parte dei servizi logistici e delle attività economiche annesse lasciando alle città portuali la semplice funzione di carico e scarico: a basso valore aggiunto e ormai quasi completamente automatizzata. Per varie ragioni quindi le città portuali si sono trovate ad affrontare una competizione più agguerrita tra porti, sia sul mare sia nell'entroterra. Quando ne sono uscite sconfitte, hanno perso impiego ed attività produttive ed hanno seguito un percorso involutivo che le ha rese semplici città-infrastruttura progettate per raccogliere le briciole dei grandi traffici commerciali che comunque facilitano. Il caso di Buenaventura è paradigmatico di questa involuzione. Ma racconta anche qualcosa in più.
Fin dalla sua fondazione, la città è stata parte di un complesso sistema tecno-giuridico che è stato concepito per garantire la connettività della Colombia ai flussi del commercio internazionale. Lo sviluppo urbano è stato cioè intimamente legato al commercio, lo stoccaggio e il movimento di merci. Lo fu a tal punto che per oltre due secoli la grande maggioranza dei documenti ufficiali che parlano della città non si sono riferiti mai realmente a Buenaventura, intesa appunto come città, ma sempre al suo porto e al modo migliore per raggiungerlo (1, 2, 3, 4, 5 ). Ancora oggi nella vicina città dell'entroterra e capitale del distretto della Valle del Cauca, Cali, ci si riferisce colloquialmente a Buenaventura come al "Puerto", ribadendo la natura diseguale della relazione che lega le due città. Tale relazione si è articolata intorno alle due principali istituzioni economiche della zona, l'hacienda (la piantagione) e la miniera d'oro. Da qui si generarono successivamente le spinte verso un’economia mercantilista ed orientata al commercio internazionale, e quelle interessate alla costruzione di grandi opere pubbliche (1, 2, 3).
Per buona parte del XIX secolo, la schiavitù fu però la base dei sistemi economici locali e dell’accumulazione di capitale. Gli schiavi di origini africane erano molto richiesti sia nelle piantagioni di zucchero, sia nelle miniere d'oro intorno a Cali. Il loro commercio si trasformò nella principale attività economica del Puerto e attraversò un'espansione senza precedenti proprio dopo la dichiarazione della sua illegalità, nel 1821. Fino almeno al 1868 a Buenaventura ci sono prove di persone ancora legalmente considerate schiave. La maggiorparte dei “liberti” invece continuava a lavorare per il loro vecchio “patròn” e in molte circostanze i salari che ricevevano non erano sufficienti per pagare debiti di vario tipo. Seppur in forma indiretta, rimanevano quindi legati alla terra ed al suo propietario per la vita. In molti casi il debito riguardò poi anche i figli ed i successivi discendenti. Date le dovute differenziazioni storiche, oggi le relazioni di “patronato” nelle piantagioni hanno mantenuto certe caratteristiche di fondo sia in senso razziale sia in ciò che riguarda la capacità di sfruttamento del lavoro.
Queste complesse intersezioni tra schiavitù, bisogno d'oro e necessità di connettività generarono periodiche eruzioni di violenza. Indigeni e schiavi liberati per più di 300 anni non permisero ai poteri coloniali di insediarsi a Buenaventura in maniera definitiva. Nel corso della sua storia recente, insurrezioni, forme di disobbedienza civile, saccheggi e altre manifestazioni di banditismo hanno scosso il municipio di Buenaventura e più in generale tutta la Valle del Cauca, una delle zone più ricche della Colombia. Per questa ragione, le configurazioni istituzionali locali hanno storicamente oscillato tra una "forte presenza dello Stato" che si spingeva fino a legittimare le azioni di milizie private e gruppi paramilitari creati dalle imprese concessionarie dei lavori di “pubblica utilità”, e progetti riformisti che assorbivano quelle formazioni extra-legali dentro l’apparato statale.
La storia dei dispositivi di legge che hanno ordinato la relazione di Buenaventura tra la terra e il mare dimostra anche che il Puerto potè godere di forme di autonomia il cui scopo principale era attrarre flussi commerciali in entrata e in uscita che beneficiassero le città dell’entrotera. L'attuale status amministrativo del Municipio di Districto Especial e la presenza di una delle più importanti ed estese Zone Economiche Speciali (ZES) della Colombia sul suo territorio sono la ripetizione di una storia già vista (1, 2). Già nel 1829 il neonato Governo Colombiano aveva reso Buenaventura un Porto Libero (Puerto Franco). In altre parole, la struttura amministrativa della città è stata concepita dentro una dualità intrinseca per coordinare tra loro terra e mare. 1. Sono stati concessi poteri speciali di tassazione e controllo alle autorità locali ma i commerci dei suoi grandi investitori sono stati esentati dai dazi doganali; 2. Sono stati riconosciuti ulteriori poteri speciali per ciò che riguarda l'autonomia di spesa dei bilanci municipali ma contestualmente è sorta una macchina burocratica ad hoc composta da comitati di concessionari, ministri e rappresentanti della città che hanno permesso al governo centrale e ad alcuni grandi investitori di esercitare un'influenza diretta sui processi decisionali locali. Tutto ciò ha fornito gli strumenti legali e la legittimità necessari per costruire "un governo dei pochi" su Buenaventura. Ma ha fatto anche qualcosa in più.
C'è un grande Altro che segna l'esperienza della quotidianità in città. Una fondamentale dimensione di esteriorità ne caratterizza i sistemi e le moralità dello scambio sancendo anche il definitivo taglio tra la città e il suo porto. I processi di urbanizzazione a maggiore impatto sono progettati, finanziati e in certa misura implementati da formazioni storiche per loro natura de-territoriali, assemblaggi di umani, flussi finanziari ed imprese private che appartengono tutte insieme a un mondo "Offshore" di cui Buenaventura è diventata un semplice polo logistico. La sua peculiarità è di esistere sempre in un altrove rispetto ai territori in cui si radica modificandone gli spazi. Il caso del Puerto mostra in maniera evidente come Buenaventura sia stata innestata nell’offshore attraverso programmi di autonomia differenziata che hanno, tra le altre cose deregolamentato ed incentivato la capacità di controllo delle grandi imprese che gestiscono i porti della città.
L’origine dell’attuale configurazione giuridico-legale delle soggettività che vivono il mondo Offshore va però ricercata nella seconda metà degli anni 70 quando, in un'epoca segnata da crisi petrolifere e da proteste sulle strade di quasi tutti i maggiori centri mondiali, alcuni fondamentali interventi legislativi andarono in soccorso della grande impresa. Una delle riforme principali riguardò quella che mi piace chiamare, “la liberazione del Capitale” e che permise il movimento illimitato dei flussi finanziari attraverso la diffusione di reti bancarie in permanente relazione di estimità (o di intima esteriorità) con i luoghi in cui i guadagni venivano accumulati. Piccole isole nel mezzo degli Oceani non garantirono solo numerosi servizi come il segreto bancario, esenzioni fiscali e svariate facilitazioni per registrare compagnie satellite su cui riversare capitali in fuga. Permisero anche al Capitale di farsi straniero rispetto ad ogni località, permettendo la sua accumulazione continua oltre i mondi in cui si realizzava lo scambio (1, 2, 3, 4, 5). Le Zone Economiche Speciali e i Paradisi Fiscali (e le loro molteplici combinazioni possibili in base ai diversi programmi di deregolamentazione) sono quindi da considerarsi veri e propri processi autonomici “messi in rete” dalle infrastrutture del trasporto e dello scambio. Al medesimo tempo tagliano l’economia dalla società dando nuova linfa vitale a paradigmi di connetività su scala “globale” basati su debito e trasportabilità. Per spiegare meglio questo punto, ho bisogno di allargare per un attimo il discorso.
La tesi di base è che il mondo offshore produce molteplici dinamiche di de-territorializzazione e decodificazione culturale. Si tratta di fenomeni inerenti ai modelli di sviluppo tardo-capitalistici basati sulla Società dei Consumi, come la definì Baudrillard, e sono chiaramente osservabili nelle cosiddette città di snodo, costruite sui crocevia dei commerci internazionali. L'operazione che vorrei provare a fare è però quella di considerare questa rinnovata connettività come parte di un grande inconscio della produzione capitalista. Vorrei cioè osservarla come un rimosso del funzionamento della catena produttiva che in un modo o nell'altro riemerge nella forma di un sintomo o di un'insieme più complesso di nevrosi produttive, come potrebbero essere una rivolta in una Zona Economica Speciale ma anche la fuga compulsiva di capitali verso atolli del pacifico o il commercio di contrabbando. Da un punto di vista antropologico si tratta, quindi, di provare a spiegare il taglio tra la città e il suo porto espandendo la nozione di “male del Puerto”, spiegata in precedenza, dentro precise dinamiche politico-economiche che producono un altrove, il mondo offshore appunto, che governa i processi di accumulazione economica di Buenaventura.
Per tentare questa via e descrivere l’economia globale attraverso l’incoscio delle soggettività che la determinano e non attraverso il loro lato, per così dire, razionale, mi serve una nozione di Capitale un pò diversa da quella utlizzata dai teorici marxisti. Riprendo quindi un’elaborazione raccolta negli studi sull'accumulazione primitiva di G. Deleuze e F. Guattari, nel loro progetto di ricerca "Capitalismo e Schizofrenia" sia dell'Anti-Edipo (1973) sia di Mille Piani (1980). Il Capitale è qui definito come il corpo-senza-organi dell'essere capitalista, cioè l'improduttivo, il luogo dell'identità della produzione e del prodotto. Emerge come un'area di registrazione di ogni fase produttiva in cui i conflitti tra i diversi fattori produttivi, tra lavoro, capitale (in senso stretto) e terra vengono superati in un’apparenza tanto contabile, quanto immaginaria attraverso il loro divenire tutti Capitale. In questo senso, posso interpretare il Capitale come "l'inconscio della produzione capitalista". Posso anche spingermi oltre ed ipotizzare che sia strutturato in un linguaggio, seppur matematico, composto da formule algebriche, identità e variabili che emergono dalla convergenza di diverse catene significanti, per esempio, delle regole della partita doppia, se osserviamo un'impresa privata o delle bilance dei pagamenti, se si tratta di un bilancio statale. Ma potrebbero riguardare anche le leggi fiscali ed i vincoli produttivi come l'approvvigionamento di risorse, oppure i modelli econometrici che prevedono trend di mercato e correlazioni. Il Capitale è dunque una caratteristica immanente dei rapporti di produzione. Emerge cioè come un unico grande piano sul quale si articolano e in certa misura si dispiegano le relazioni produttive e le moralità dello scambio.
In questa prospettiva, il denaro risulta una fondamentale infrastruttura tecno-linguistica (1) attraverso la quale le soggettività economiche parametrizzano le loro relazioni con il mondo delle cose che producono o consumano e con il Capitale stesso. Il denaro, cioè, modella l'area di registrazione matematica del capitalismo fornendo un’approssimazione numerica delle relazioni produttive. Lo fa misurando (o mercificando) i vincoli fisici e territoriali e fornendo un'immagine quantificata della capacità degli attori economici di influire sul mondo delle cose. In questo modo il denaro è sia “la lettera dell’inconscio” che articola “il discorso dell’Altro” per dirla con Lacan (1), sia l'oggetto perennemente sullo sfondo del desiderio delle soggettività in analisi. Ma rappresenta soprattutto la spinta creativa che sorregge l’accumulazione di Capitale ed ogni operazione di registrazione. Descrive cioè un desiderio che non è necessità di riconoscimento o spinta a superare una mancanza, ma forza creativa il cui movimento è descrivibile a sua volta con una legge algebrica, funzione di regole fiscali ed apparati giuridici e di controllo: la legge del profitto. In altre parole, la legge del profitto opera sulle soggettività economiche come fanno la libido o la pulsione nei meccanismi del desiderio degli inconsci umani. Rappresenta l'energia del desiderio che le muove. E’ la vitalità delle soggettività economiche.
A cosa serve però l'uso di queste nozioni? Per prima cosa, permettono di osservare la liquidità del potere oltre la sua “istituzionalizzazione” in un “governo” o in “un’impresa” evidenziando un aspetto molecolare degli apparati giuridico-amministrativi che regolano gli scambi economici. Forniscono quindi una prospettiva in più sul realismo neoliberale che produce riforme come quella che ha dato vita al mondo Offshore. Secondo, permettono di osservare fenomeni economici e sociali attraverso più complessi aggregati di intelligenze e responsabilità; un mondo molare, tanto emozionale quanto tecnico e giuridico in cui si articola la capacità di influenzare e di produrre affetti sui corpi. Terzo, spingono l’analisi al di fuori di visioni antropocentriche del mondo, portandoci in ecosistemi non più dominati dalla vita organica ma da regimi connettivi di cose, macchine ed esseri che insieme a relazioni giuridiche molto costose da modificare, hanno estremamente ridotto la capacità di azione di collettivi umani (per esempio quella permessa dai meccanismi elettorali) mantenendo però un’enorme capacità di modificare i territori fisici. Infine, relazionata a tutti gli aspetti menzionati, vi è una quarta componente che, partendo da questa nozione di Capitale, ci permette di inquadrare un fenomeno più complessivo chiamato in alcuni testi “capitalismo come religione” (1, 2, 3, 4). Visto in questa prospettiva, il “fare economia” entra nei dispositivi mitici delle società giustificando, per questa via, forme di scambio schizofreniche, prodotte da soggettività economiche in un perenne cammino produttivo e dispendioso delle risorse. Ogni contraddizione ed aporia è infatti risolta da un qualche meccanismo contabile che permette di iscrivere la produzione nel Capitale. In questo modo la schizofrenia stessa si fa modello adattivo primario degli ecosistemi del mondo offshore.
Non è un caso allora, se tra le molteplici soggettività economiche possibili, le Private Corporate siano emerse come il paradigma istituzionale dominante. Il loro dominio si basa su modelli organizzativi centrati su mobilità e connetività, su di una presenza capillare ed un’assenza strategica sui territori e su gerarchie e forme di partecipazione pubbliche ordinate dalla legge del profitto. Sebbene il successo economico dipenda da molteplici fattori, la loro durabilità riguarda fortemente la maggiore o minore capacità di internazionalizzare la componente finanziaria oltre che quella produttiva. Il mondo Offshore si intreccia alle decisioni economiche permettendo alle Private Corporate di disseminarsi in forme scomposte e fluide, di scomparire per poi riemergere nei territori in cui riversano parte del capitale accumulato. Le burocrazie territoriali si sono adattate a questa capacità giuridica prima che produttiva reintepretando i problemi di svilupppo locale essenzialmente in funzione dell'integrazione dei territori ai flussi finanziari. In altre parole, hanno considerato di primaria importanza la creazione di ambienti produttivi capaci di attirare investimenti diretti, riducendo al minimo ogni loro costo di manutenzione: dalla manodopera non sindacalizzata, all’accesso facilitato a risorse primarie, fino a pacchetti di sgravi fiscali che a volte includono anche sussidi alla produzione. Hanno giustificato cioè assetti giuridico-amministrativi che garantiscono la circolazione di denaro e di merci a scapito, salvo rare eccezioni, della creazione e disseminazione di conoscenze e competenze tecniche più complesse. Così, accanto a luoghi del mondo che accentrano fortemente la produzione di valore aggiunto delle filiere produttive, la grande maggioranza delle economie globali si sono specializzate in produzioni di componenti e\o in economie basate sul loro assemblaggio. Hanno seguito modelli di “crescita” per connettività, centrati su mobilità e velocità, quindi privilegiando infrastrutture per il trasporto, invece 1. di creare interdipendenza organica tra le filiere produttive e 2. di diffondere “saper fare” attraverso processi di formazione di lungo termine e\o “imparare-facendo”.
A Buenaventura ci sono quattro Private Corporate che forniscono un esempio di questi meccanismi. Si tratta di società partecipate da società controllate da altri agglomerati di imprese o da fondi investimento, attivi in svariati settori economici, in Colombia e nel mondo. Nel 2014, quindi al tempo in cui terminai il mio lavoro di campo, la Sociedad Portuaria di Buenaventura era la società concessionaria del principale porto cittadino. Era controllata da alcuni dei maggiori gruppi imprenditoriali del paese: il Grupo Parody (di Bogotà), il Grupo Harinera (di Cali), il Grupo Ciamsa (produttori di zucchero della Valle del Cauca) e da tre enti pubblici, il comune di Buenaventura (15%), il Ministero dei Trasporti (2%) e il Ministero dell'Agricoltura (0,5%). Il nuovo e più piccolo porto cittadino, il TCBUEN, era invece controllato dalla multinazionale olandese APM Terminals in collaborazione con il Grupo Empresarial del Pacifico S.A. (Gepsa), di proprietà dell'imprenditore di Buenaventura Óscar Isaza e del Grup TCB di Barcellona. Dal 2018 è inoltre attivo un terzo porto, quello di Aguadulce, gestito da due compagnie colombiane a proprietà multinazionale. La prima è Compas, controllata da Goldman Sachs (50%) e dalla Southern Ports Holdings (50%), controllata a sua volta dalla famiglia colombiana Echevarría Obregón e dal gruppo spagnolo Ership. La seconda è la Sociedad Puerto Industrial Aguadulce, di proprietà della ICTSI del magnate filippino, Rickie Razon, e della multinazionale PSA di Singapore. Questo è il grande Altro che controlla, attravero il Puerto, circa il 50% di tutte le importazioni ed esportazioni colombiane.
Accanto a loro vi è poi il municipio di Buenaventura, il cui rappresentante è eletto direttamente dagli abitanti della città fin dagli anni novanta, ogni 4 anni. Quiñones, Ocoró, Bartolo Valencia e Arboleda Torres sono 4 sindaci che si sono succeduti al potere per quasi due decadi. Ognuno di loro ha terminato la sua amministrazione cittadina in carcere o agli arresti domiciliari prolungati per mala gestione dei fondi pubblici e\o per corruzione. Hanno bandiere diverse. Appartengono a vecchi e nuovi partiti, a movimenti civici infiltrati dal paramilitarismo o a nuove resistenze popolari. Eppure i loro governi, stando alle narrazioni giudiziarie, hanno reso il municipio con tutti i suoi poteri speciali un grande ufficio per il collocamento di amici ed amici di amici, “in perfetto stile africano” parafrasando un famoso libro di Bayart (1). Questo ha di fatto permesso alle Private Corporate di Buenaventura di posizionarsi come le strutture organizzative più stabili e forse credibili della città. Seppur sovvenzionate, sono anche i maggiori contribuenti del municipio. Attraverso i loro CDA sono senza dubbio le entità istituzionali con la maggiore capacità di esercitare pressioni sugli apparati di governo e di influire sulle vicende della città.
C’è poi un’altra storia insieme a quella del Puerto che deve essere raccontata e che riguarda più direttamente le banche di Panama e di Miami, l’industria del contrabbando e una guerra protratta. Nei prossimi post cercherò di addentrarmi con maggiori dettagli nelle dinamiche di altre formazioni storiche che in maniera indiretta hanno permesso alle Private Corporate menzionate di dominare Buenaventura.
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🌴 Carnevale a Mesagne, martedì 21 febbraio la sfilata in costumi d’epoca Una colorata sfilata in costumi d’epoca ispirata alle maschere veneziane: si svolgerà martedì 21 febbraio a partire dalle ore 18,30 nelle piazze e nelle vie del centro storico cittadino. L’iniziativa, promossa dal Comune di Mesagne e organizzata dal DUC – Distretto Urbano del Commercio in collaborazione con “Lab Communications Eventi”, è cofinanziata dalla Regione Puglia. L’evento è gratuito, tutti sono invitati a partecipare. Nella stessa giornata, a partire dalle ore 21.30 presso la discoteca “Gayà” in via Brodolini 15 a Mesagne, si terrà una serata patrocinata dal Comune alla quale parteciperanno i personaggi in costume d’epoca protagonisti della serata nel Centro storico. Una quota del biglietto per accedere alla festa sarà devoluto in beneficenza a sostegno delle attività dell’“Auser Mesagne”. 👇 #carnevalemesagnese • • • #visitmesagne #visitmesagnecuordisalento #visiting #mesagne #cuordisalento #cosafareamesagne #mesagnetop #lacittadellamore #lacittadelcuore #welcometomesagne #momentisenzafiltri #madeinmesagne #mesagneinlove #mesangeles #portiamomesagnenelmondo #mesagnedavedere #viveremesagne #mesagnemylove #mesagneview #mesagnemoremio #a2passinelmondo #mesagnea2passidalmare #tradizionepopolare #tradizionemesagnese #folklore #cultura (presso Mesagne) https://www.instagram.com/p/Co4C-AvMEXN/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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