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Tuttopizza Expo 2024: Tutto quello che c'è da sapere sulla fiera internazionale della pizza a Napoli
Dal 20 al 22 Maggio 2024, la Mostra d’Oltremare di Napoli ospiterà la 7^ edizione di Tuttopizza Expo, l’evento fieristico di riferimento per il settore pizza in Italia e nel mondo. Un’edizione che si preannuncia ricca di novità, con un focus particolare sulla sostenibilità e sulla qualità della filiera produttiva. Tuttopizza Expo 2024: un’edizione all’insegna dell’innovazione e della…
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Inclusione e Autonomia: La Storia e la Missione di PizzAut
PizzAut non è solo una pizzeria; è un’opportunità di futuro, una visione concreta di inclusione e autonomia per giovani autistici e per la società intera. Nata come associazione nel 2017 da un gruppo di genitori di ragazzi autistici, PizzAut è un progetto che va oltre la semplice sensibilizzazione e si trasforma in azione concreta, grazie al supporto e all’ispirazione del fondatore Nico Acampora, padre di un bambino autistico. In pochi anni, PizzAut è diventata un simbolo di inclusione sociale in Italia, mettendo in campo iniziative che mirano non solo a far conoscere il valore delle persone autistiche, ma anche a includerle pienamente nella vita lavorativa e nella società.
L’inclusione è il pilastro su cui si basa PizzAut. Inizialmente fondata come associazione di volontariato, ha visto nei suoi membri – genitori e sostenitori – un gruppo di sognatori che immaginano un mondo migliore, dove ognuno possa sentirsi accolto e valorizzato. Il 19 novembre 2017, l’associazione si è formalmente costituita come Onlus, con l’obiettivo di sensibilizzare la società civile e le istituzioni sul tema dell’occupabilità delle persone autistiche. La strada scelta per realizzare questa missione è stata la pizzeria: semplice, familiare, alla portata di tutti, e soprattutto simbolo di convivialità e festa. La pizza diventa così non solo un piatto, ma un veicolo per nutrire l’inclusione sociale, attraverso il contatto diretto e la condivisione di esperienze.
Oggi, i ristoranti PizzAut sono completamente gestiti da ragazzi autistici, che lavorano fianco a fianco con alcuni neurotipici. Questo progetto non si limita a offrire formazione professionale ai ragazzi autistici, ma promuove un percorso completo di autonomia e crescita personale. Grazie all’AutAcademy, l’accademia formativa creata nel 2020, i ragazzi possono intraprendere un percorso di formazione che li prepara al mondo della ristorazione, ma non solo. L’AutAcademy offre circa 200 ore di formazione in aula e 100 ore di formazione pratica sul campo. Questo approccio innovativo punta non solo a migliorare le competenze lavorative, ma anche a sviluppare abilità relazionali e di gestione dell’imprevisto, elementi fondamentali per costruire una reale inclusione.
Un altro aspetto importante del progetto di PizzAut è l’impegno verso l’autonomia abitativa. Con le Palestre di Autonomia Abitativa, i ragazzi e le ragazze autistici possono avvicinarsi a una vita indipendente, apprendendo le competenze quotidiane necessarie per gestire una casa, dalla cura del sé alla gestione degli spazi. L’obiettivo è di garantire una vita dignitosa anche nel “dopo di noi,” senza relegare questi giovani a istituti o strutture chiuse. Si tratta di un’opportunità di inclusione e crescita che consente loro di vivere una vita piena e autonoma, permettendo di sognare un futuro di vera indipendenza.
Ma l’inclusione promossa da PizzAut non si limita ai suoi ristoranti. Grazie ai Truck Food e al PizzAutobus, l’associazione è riuscita a portare il suo messaggio di dignità e inclusione in piazze, scuole, aziende e eventi pubblici. Durante la pandemia, il PizzAutobus ha permesso di continuare a operare, portando pizze e inclusione nelle case delle persone. Questo servizio è diventato non solo un’opportunità per restare attivi in un momento difficile, ma anche un simbolo di resilienza e determinazione. Oggi, il PizzAutobus offre un servizio catering per aziende e eventi speciali, portando ovunque il messaggio di un mondo migliore, fondato sull’inclusione e sulla valorizzazione della diversità.
Un altro importante obiettivo di PizzAut è sensibilizzare il mondo aziendale al tema dell’inclusione. Con il format “Un assaggio di PizzAut,” l’associazione coinvolge imprese che vogliono promuovere politiche di Diversity & Inclusion, dimostrando che l’inclusione delle persone autistiche può essere un valore aggiunto per le aziende stesse. In questo modo, PizzAut non solo promuove l’inclusione a livello lavorativo, ma contribuisce anche a diffondere una cultura del rispetto e dell’accoglienza delle differenze.
La storia di PizzAut è fatta di sfide e successi, come l’apertura del primo ristorante a Cassina de’ Pecchi nel 2021, seguito dal secondo a Monza nel 2024. Quest’ultimo è stato inaugurato dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, un riconoscimento importante che sottolinea il valore del progetto e la sua rilevanza sociale. Entrambi i locali offrono un menù fatto di qualità e dignità, dove la fretta non è di casa, e ogni pasto diventa un’occasione per fare del bene e per nutrire l’inclusione.
PizzAut è molto più di una pizzeria; è un movimento che vuole cambiare la percezione della disabilità nella società. Attraverso la formazione, il lavoro e l’autonomia abitativa, il progetto permette ai giovani autistici di sperimentare una reale inclusione, sviluppando competenze e acquisendo fiducia in sé stessi. L’inclusione, per PizzAut, non è solo un obiettivo, ma un valore fondamentale che si riflette in ogni aspetto del progetto, dalle attività formative fino agli eventi in giro per l’Italia.
Sostenere PizzAut significa contribuire alla costruzione di un futuro inclusivo, dove ogni persona, indipendentemente dalle sue capacità, possa trovare il suo posto nella società. Con una donazione, è possibile dare più forza alla missione di PizzAut, aiutando l’associazione a continuare a offrire dignità e opportunità ai ragazzi autistici. PizzAut ci ricorda che un mondo migliore è possibile, e che l’inclusione è la chiave per costruirlo insieme.
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Sono genitore (in senso diverso) ufficialmente da tipo 3 settimane, e vivo tutte le nuove difficoltà di questo status, come organizzare la giornata, come girare gli eventi in modo tale da farla incazzare il meno possibile, e tante altre sfide penso comuni a tutti quelli della categoria.
Ecco, proprio di loro parlo, la categoria. Li ho sempre schifati i genitori, ma non in senso stretto, ma in quanto categoria in senso più ampio, soprattutto quando sono in gruppo, li ho sempre considerati, in media, delle bestie incivili che, usando il proprio status di genitori come scudo, si autoassegnano ogni tipo di diritto e risorsa, noncuranti del fatto che esiste un mondo di non-genitori che ha diritto al proprio spazio e alla propria quiete.
Domani parto per l'Italia, viaggio a tappe, dovrò fermarmi all'altezza di Milano per dormire, in albergo. Nel discutere con altri genitori delle possibili difficoltà, anche perché a volte tra tante fregnacce qualcosa che può tornarti utile la senti, raccontavo del mio piano per farla stancare il più possibile prima di arrivare in albergo, di prendere una pizza da portar via, così da portare a zero la possibilità che possa piangere e dare fastidio ad altre persone, e mi sento dire
mica è un tuo problema, sono bambini, le altre persone si arrangiano!!!
Ecco, insieme ai tedeschi adesso ho un nuovo nemico.
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È stata una giornata stancante ma carina. Mi è servita per distrarre la mente dagli ultimi eventi.
Al mattino colazione al bar (dato che da domani tornano i 35° e mi chiuderò nuovamente in casa a deprimermi per il caldo, ne approfitto per uscire e non stare a letto a piangere), poi mattinata trascorsa al mercato e anche se non ho comprato niente è andata bene così).
Ad ora di pranzo sono stata ospite a casa della amica di mia mamma, che c'era sua nipote e mi voleva vedere visto che domani parte per la Sardegna.
Sono stata lì fino quasi a ora di cena tra una chiacchiera e l'altra e ho aiutato I. a fare qualche compitino per le vacanze e merenda con lei con un pezzetto di crostata gusto albicocca e succo di frutta e del caffè (per me).
Poi sono tornata a casa e mamma ha deciso di ordinare la pizza.
Attualmente sono in pigiama, stanchissima post doccia e ho già sonno.
@unmeinoakaito// (Mer 28.08.24 h 21:51)// @unmeinoakaito
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parole crociale: un tipo di colla
io e te abbiamo due corpi diversi, due gusti, quattro occhi, venti dita della mano e venti dei piedi, dieci o dodici paure, un centinaio di punti deboli, abbiamo due teste, un’infinità di pensieri, qualche miliardo di neuroni (di più io), un numero troppo vasto e confuso di sogni. soprattutto abbiamo due origini, lingue, grammatiche del comportamento e delle emozioni diverse, abbiamo due codici della realtà, abbiamo due esperienze passate. a te non piacciono i latticini, la pasta, il ragù, la pizza e la gastronomia italiana in toto; a me non piacciono le sitcom libanesi e le profumazioni troppo dolci e intense, non mi piacciono i regali materiali e il fatto che nella tua famiglia nessuno festeggi il compleanno; a te non piacciono le escursioni in alta quota e i rifugi montani dove si mangia la polenta (perché non ti piace la polenta), non ti piacciono i concerti, le poesie, i musei e gli eventi culturali; a me non piace che non ti piaccia un cazzo di quello che piace a me; tu non cogli l’ironia piemontese e io non capisco i meme arabi su Trump, sul basket, sull’hummus e poi tutte le donne che segui sui social sono fashion blogger rifatte, dimmi che ci azzecco io con queste, io che non ho tette e sono un metro e sessanta di parole forbite e ricerca esistenziale?
eppure, viviamo da un anno e cinque mesi nella stessa casa, con le pareti bianche e i quadri che abbiamo appeso insieme anche se storti, ogni sera prepariamo insieme la cena e parliamo di Mahmood, del nonno Sandro, di Roberto, di Eleonora, parliamo della vecchia mansarda in via Nizza perché abbiamo già fatto un trasloco con tanto di camion e pacchi DHL e parliamo del lavoro, tu mi hai vista cambiare quattro lavori e sostenuta ogni qualvolta lo stronzo di turno voleva pagarmi meno di quanto era stato contrattato, mi hai portata da un avvocato e me li hai fatti denunciare tutti (questi pezzi di merda), e io ti ho visto crescere sempre di più con la tua partita iva e hai fatto investimenti da così tanti zeri che neppure so immaginarli, poi siamo inseparabili e se siamo lontani è perché io vado in ufficio o perché tu vai a Milano, ma poi in ufficio e a Milano io parlo di te e tu parli di me e ci sentiamo. oggi sei andato tu al mercato e la signora del pesce ti ha chiesto dove fossi io: chissà cosa le hai detto però, che bastarda, non ti ha fatto neppure lo sconto.
soluzione: amore
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Sono abruzzese perché...
Sono abruzzese perché "ma porca miseria" si dice "naggia sant" o "nagg'a la Majell"
Sono abruzzese perché l'unica espressione di stupore che uso è 'frechete!', 'frechetengul', 'ngul a Ev' o "mazz't"
Sono abruzzese perché quann chiaman lasagna nu timball li guard sturcenn lu nas
Sono abruzzese perché se non so qualcosa dirò sempre "ni sacc"
Sono abruzzese perché per indicare un qualsiasi uccello dico "esse na cicciacora" e le lumache sono "li ciammariche"
Sono abruzzese perché per chiedere cosa bisogna fare dico "c'amma fa?"
Sono abruzzese perché ma almeno ci ho provato si dice "ce so pruvat"
Sono abruzzese perché per mandare a quel paese qualcuno dico "vid a do da i" o "vatt a nia" o se scherzosamente "te piess nu ben"
Sono abruzzese perché na scrippell e le rustell se magnan con la man su lu core
Sono abruzzese perché nella mia famiglia Pasqua significa fiadoni e agnello cac'e ov e Natale significa lu brod cun lu cardon e li pallott
Sono abruzzese perché bon lu tiramisù e gli altri dolcetti ma na pizza doce o li caciunitt non si rifiutano mai
Sono abruzzese perché solo nu tinem na muntagn come Bella addormentata e nu lag come nu cor
Sono abruzzese perché poi si dice "dapù" e essere e avere sono sostituiti da "sting" e "ting"
Sono abruzzese perché a un credulone gli urli ridendo "voccapé" o "stu ndundit"
Sono abruzzese perché i santi che scomodiamo sono "San Capriél" e "San Cetté"
Sono abruzzese perché i bambini si chiamano "li bardasce", "citilucc" e "uaglunitt"
Sono abruzzese perché qua si dice "a ecc" e là si dice "esse là" o "a ess" e verso quella parte "ass là"
Sono abruzzese perché quello o lui si dice "cullù" e quella o lei "chillì" o "chella"
Sono abruzzese perché vorrei si dice "vuliss", potrei "putiss", potremmo "putimm" e dovrei "duviss"
Sono abruzzese perché il marito che fa tardi a tornare a casa si dice "sa fatt notte e lu porc n'arvé" e quando si conosce qualcuno si domanda "di chi si lu fije?"
Sono abruzzese e per dire che sono andata in tilt dico "so it in cascett"
Sono abruzzese perché se non si sa che cosa mangiare va sempre bbon pan e pummador o semplicemente pane ont (unto con l'olio)
Sono abruzzese perché la nostra musica folk è Vola Vola e J vaj a l'ort e ti parte subito cinque la bella sei la sette la la senza lu spos l'amor n'se po' fà
Sono abruzzese perché quando incontri qualcuno inizi dicendo "uè cummà (o cumpà) com'a sti?"
Sono abruzzese perché il cocomero si dice "lu citron", la zucchina "la chiccocc", le patate "li patan" e i peperoni "li pipindun"
Sono abruzzese perché per richiamare una persona che non ti sta ascoltando dici "ma ci sind?"
Sono abruzzese perché per dire ci fai o ci sei dici "ci fi o ci si?"
Sono abruzzese perché sei impazzito si dice "ti si ammattit?"
Sono abruzzese perché se qualcuno parla troppo dici "mi fatt na cocc cuscì" o "mi fatt na cocc come nu pallon" o "mi fatt na capa tant"
Sono abruzzese perché è successo in questo modo si dice "a it a cuscì, nin ce poss fa nint"
Sono abruzzese perché qualche cosa in piccola quantità si dice "cacche cusarell"
Sono abruzzese perché il Guerriero di Capestrano è lu mammocc
Sono abruzzese perché un oggetto che ci rappresenta è la conca di rame
Sono abruzzese perché mare e montagna li tinem a du pass
Sono abruzzese perché gli eventi più traumatici della nostra Regione resteranno il terremoto dell'Aquila del 2009 e la valanga di Rigopiano del 2017
Sono abruzzese perché "vide di nin famme arrajà"
Sono abruzzese perché "scine ca scine ma ca scine in tutt"
Sono abruzzese perché nu sem nu punt e bast
Sono abruzzese e probabilmente tutte le espressioni le ho scritte male nel mio dialetto ma a pronunciarle non sbaglio di certo
#pensieri per la testa#persa tra i miei pensieri#Abruzzo#abruzzese#elogio all'Abruzzo#la mia terra#regione#dialetto abruzzese#tradizione#cultura#parlata#dialetto#il mio territorio#foto#fotografia#scatto fotografico#arrosticini#rustell
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Google da mesi mi intimava di sistemare quei 15gb pieni, che non potevo più sincronizzare le nuove foto e che la soluzione era comprare il loro spazio da 100 gb. Sono passati mesi e alla fine mi sono deciso di sistemare quei 15 gb di ricordi. Dal 2018 a ora, attraverso due relazioni, tre case, un dottorato, qualche amore, feste, eventi, gente entrata e uscita dalla vita e gente che c'è rimasta. A conti fatti ho guadagnato 4 amicizie importanti e perso 4 amicizie d'adolescenza. Il resto sta tutto in questi 4-5 anni. Se prendo invece il periodo 13-18, trovo immobilità mimetizzata da stabilità. Trovo una convivenza e le stesse amicizie, lo stesso gruppo, le stesse uscite. Odio i confronti. Ero una persona diversa. Volevo una vita diversa. In quel periodo mi stava bene. In questi 5 anni ho un po' cambiato tutto, ho sto blog da 7 anni circa (cristo sono 7 anni) e mi sono successe un botto di cose che vorrei mettere in racconti personali ma poi anche sticazzi, chi se li leggerebbe se non me quando mi voglio ricordare qualcosa.
Oggi tipello non è venuto a casa. È da dicembre che ci vediamo con frequenza di 4-5 giorni a settimana. Per dire, giovedì calcetto e pizza a casa, venerdì cena (piadine, tatziki, capocollo, boh un botto di altre cose) e Violent Cop di Kitano, sabato stava fatto di MD ed è andato a un rave mentre io divano e Sonatine (sempre di Kitano), Domenica pizza e Smash Bros/Mario Kart dalle 18 all'1, oggi e domani pausa, poi si ricomincia. Ridendo mi ha detto che deve iniziare a pagarmi l'affitto e ho risposto che è talmente ricco che può comprarsi il palazzo in vendita all'angolo della strada.
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Mafia, blitz tra Palermo e New York: 17 arresti in una maxi-operazione di Polizia e Fbi
Mafia, blitz tra Palermo e New York: 17 arresti in una maxi-operazione di Polizia e Fbi. Sono 17 le persone fermate da Polizia ed Fbi in un blitz contro le famiglie mafiose che operano tra Italia e Stati Uniti. Gli indagati, ritenuti appartenenti (o legati) ad una storica famiglia palermitana, sono accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione, turbativa d'asta e incendi aggravati dal metodo mafioso. “L'operazione - si legge nell’ordinanza - si inserisce in più vasto contesto investigativo ed esecutivo che ha visto il coinvolgimento di investigatori della Polizia di Stato e del Federal Bureau of Investigation in una complessa ed articolata indagine avviata sui componenti della famiglia Gambino di New York ed alcuni referenti italiani del medesimo sodalizio ancora attivi in Sicilia”. https://videopress.com/v/K2GegF53 I Gambino, famiglia mafiosa newyorkese protagonista dell'inchiesta “Pizza Connection” condotta negli anni ’80 da Giovanni Falcone, torna nel mirino degli inquirenti italiani e statunitensi. I Gambino, stando a quanto si apprende, continuerebbero a fare affari con vecchi boss dei clan palermitani di Torretta, Partinico e Borgetto. Non sono più i “tempi d’oro” della “Pizza Connection” ma il traffico di droga, che negli anni '70 e '80 ha reso ricche le famiglie mafiose americane e siciliane, continua a legare le cosche dei due continenti. Lo ha accertato l'inchiesta coordinata dalla Procura di Palermo. Francesco Rappa, detto “Ciccio”, storico capomafia di Borgetto, condannato definitivamente per tre volte per associazione mafiosa, è l’uomo attorno a cui ruota l'inchiesta della Dda palermitana. Il Questore di Palermo, Maurizio Calvino, a margine della conferenza stampa sull’indagine, ha dichiarato: «Sono consolidati e riattualizzati i rapporti di collaborazione tra Cosa nostra palermitana e quella americana». «Il cuore di questa indagine - ha aggiunto - è la conferma del peso di parti importanti della mafia palermitana e del ruolo che ancora possono avere su situazioni di malaffare che riguardano compagini malavitose d’oltreoceano». https://videopress.com/v/dvUS2S99 ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Quando vuoi startene per i fatti tuoi: eventi, compleanni, inviti vari.
Quando vuoi uscire e stare in mezzo a eventi e persone che ti piacciono: tutti via, spariti.
E ti ritrovi da solo con la tua pizza surgelata, sei triste e ti chiedi se la vita ti riserverà ancora qualcosa di bello per il futuro...
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Fastidi.
finire la cartaigienica - l'audio di instagram - le persone che guardano il telefono mentre gli parlo - lo spritz annacquato - le rose - i dossi alti - le strisce colorate per capire dove cazzo devo andare in ospedale - gli inviti - i matrimoni - l'acqua fredda quando fa freddo - l'acqua della doccia che non tiene la temperatura - la muffa - le spine nel pesce - la pescheria nel supermercato - le code in autostrada - i coglioni che viaggiano nella corsia centrale in autostrada - le mamme pancine - i tuttologi - i ricchi - la spia dell'olio - i sughi pronti - le penne lisce - l'immondizia - le stampanti che non stampano - la gente che chiede la pizza con abbondante pomodoro - i barattoli che non si aprono nemmeno bestemmiando - lavare la doccia - pisciare - pisciare fuori - pisciare in piedi - pisciare seduti in inverno - il vino del cazzo - il vino costoso - il freezer - i nomi degli alcolici - le spugne - radersi - trovare i calzini uguali - gli zaini scomodi - le chiamate - le casse del supermercato - le cassiere lente del supermercato - le cassiere troppo veloci del supermercato - la tovaglia con le briciole - i fari al led delle macchine nel senso opposto - la musica da discoteca - il cagotto - il cagotto in viaggio - la digestione - le ricette - il tempo di cottura - i fagioli cannellini - i compleanni - gli amici che si fidanzano - gli amici che si mollano - io che non mi fidanzo così non posso mollarmi - la convivenza - i tavoli tondi - la birra belga - la gente che ordina birra belga - i musei - le audioguide - scegliere l'avocado migliore - il reparto ortofrutta - la verdura per terra dopo il mercato - il mercato - l'erba - gli insetti che stanno nell'erba - le cimici - i frutti che cadono dagli alberi - i frutti spiaccicati per terra dopo esser caduti dagli alberi - i bigliettini da visita - le richieste di amicizia - le notifiche - non ricevere notifiche - i soldi di carta - le monete - il pin del bancomat - i manifesti con un sacco di testo - la musica rock che però non è proprio rock rock diciamo - i Coldplay - Don Matteo - le strisce pedonali - le assicurazioni che pagano solo se attraversi sulle strisce - i bambini - i bambini degli altri - il pensiero di avere un bambino - i preservativi - la pillola - le coperte felpate - la neve - la pioggia quando c'è la neve per terra - i guanti che non tengono caldo - i guanti che mi devo togliere per poter usare il telefono - le scritte romantiche sui muri - i post romantici - i gatti grandi - la musica metal - i cantanti growl - i frontali - le quote rosa - l'ingresso gratuito per le ragazze in discoteca - i giochi di carte - i rompicapo - nomi cose città - le feste di capodanno - il forno che non forna mai come dovrebbe - i libri - le biblioteche - l'incertezza - il clima - le meteoriti - le cose che vedo - le cose che non vedo - le cose che non vedrò - gli appuntamenti - gli eventi in calendar - le mail lunghe - gli imprevisti - le visite - i medici incompetenti - i medici che non si capisce un cazzo di quello che scrivono - i nomi delle medicine - il menù delle pizze - la gente che non capisce cosa dico e mi costringe a ripetere - i computer vecchi - i computer lenti - la voltura - le offerte - gli scaffali con troppa scelta - le esperienze - le esperienze di coppia - le degustazioni - le cantine aperte - le località turistiche - i ristoranti - gli amici che parlano di ristoranti - l'ansia da prestazione - gli esami - il percorso universitario - i treni regionali - il sudore - gli amici che poi se ne vanno - le abitudini che cambiano - le mamme e i papà che annunciano con gioia l'annuncio l'arrivo di un nuovo bebè - i bebè - i nomi dei bebè (come cazzo fai a chiamare una bambina "Agape Amelia"?) - i nomi delle persone - la lavanda dei piedi - il catechismo - la dottrina - le buone maniere - l'educazione - le ore perse - la parola di Cristo - cambiare idea - la batteria del telefono - le notizie false - i titoli clickbait - la pubblicità prima dei video - la pubblicità su LA7 - i chitarristi bravi - i concerti con troppa gente
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A SOLO CELLO OUTSIDE A CHORUS
Una disquisizione sull’introversione alla luce delle festività natalizie appena passate, di una vita di risentimento nei confronti della tirannide estroversa, e di Mercoledì Addams.
Quanto pesa un introverso? Non abbastanza da rompere il ghiaccio.
Oggi è il 2 gennaio e si celebra la giornata mondiale degli introversi. La data non è casuale: ci si è appena lasciati alle spalle i momenti di socialità forzata delle festività natalizie e l’evento più nefasto e inutile tra tutti gli eventi nefasti e inutili nella storia del mondo: l’ultimo dell’anno. Al tg si parla sempre delle vittime dei festeggiamenti per il capodanno, in genere sono quelli che hanno perso un occhio, un orecchio o dita in numero variabile, ma mai delle vere vittime di questa insensata ricorrenza — in realtà di tutte le ricorrenze, a partire dal proprio compleanno: gli introversi.
Perché?
Perché gli introversi sono una categoria di persone negletta, incompresa e oppressa, ancor più dei vegani a un barbecue.
Negletta, poiché in preda al delirio festivo tutti si dimenticano delle nostre antitetiche esigenze di tranquillità;
Incompresa, poiché la nostra necessità di starcene da soli rimane inintelligibile alla maggior parte delle persone;
Oppressa, poiché il nostro diritto alla solitudine è costantemente violato, tra cene, cenoni, aperitivi, compleanni, matrimoni, battesimi, comunioni, cresime, pizzate, raduni aziendali con colleghi che magari per quaranta ore a settimana sogni di tirar sotto con la macchina. Ecco, tutti eventi di cui faremmo volentieri a meno.
Il problema è che il mondo è dominato dalla lobby degli estroversi, i quali, esistendo in percentuale maggiore nella popolazione, prevaricano — tanto per numero quanto per energia — sulla riservata minoranza. Ed è ora di dire basta. Sarebbe da salire sulle barricate e rivendicare i nostri diritti umani e costituzionali, se valesse la pena uscire di casa e rinunciare a vedere un film.
Gli estro, per gli intro, costituiscono il loro unico, e letale, predatore. Se ne stanno lì, in agguato nell’ombra dei gruppi Whatsapp e all’improvviso ci aggrediscono con gli inviti più disparati e le proposte più improbabili: il nuovo ristorante che fa la pizza solo con le farine macinate nei giorni dispari dai monaci cistercensi di Scurcola Marsicana, che devono assolutamente provare; il vernissage dell’artista polacco minimalista morto suicida, quadri venduti due; la conferenza del filosofo che ha teorizzato l’essenza ontologica del fritto misto. E, a seconda del periodo dell’anno in cui ci si trova, con la precisione di un pesce arciere se ne escono con la più perniciosa e molesta delle domande nella storia dell’umanità: “Cosa facciamo a capodanno?” e “Cosa facciamo a ferragosto?”.
In effetti, si può tranquillamente affermare che introversi ed estroversi sono nemici per natura, come gli Inglesi e gli Scozzesi, o i Gallesi e gli Scozzesi, o i Giapponesi e gli Scozzesi o gli Scozzesi e altri Scozzesi! Dannati scozzesi, hanno distrutto la Scozia!
Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte, o se non vengo per niente?
È facile riconoscere un introverso a una festa: è quello che è rimasto a casa.
Seee, magari. Il più delle volte è quello che sperava di riuscire a rimanere a casa.
Esistono due motivi per cui l’introverso si convince, non senza strepiti e lamentele, ad abbandonare lo stato di quiete della materia per andare alla festa, alla cena, all’aperitivo: 1) senso di colpa (“Sono stati carini ad invitarmi, in fin dei conti mi dispiace dargli buca”); 2) un'effettiva esigenza di socialità. E non necessariamente la prima ragione è un motore più performante della seconda, solo ricorre statisticamente più spesso.
E non dico che ci va e se ne pente (io, per esempio, non lo faccio), perché anche l’introverso è felice di passare del tempo con gli amici (sia messo a verbale!): soltanto, esaurito il momento conviviale, l’introverso deve (come un pesce deve stare nell’acqua) tornare a rintanarsi nel suo bozzolo per ricaricare le batterie mentali. Di solito anche per lunghi periodi di tempo, il problema è che per introversi ed estroversi il tempo scorre diversamente, come in Interstellar, ecco perché il successivo invito arriva sempre “troppo presto” per gli uni e “troppo tardi” per gli altri. La compagnia della sua ristretta e selezionata cerchia, a cui ovviamente vuol bene, all’introverso non è sgradevole (si verbalizzi anche questo), gli è soltanto — nel lungo periodo —psicologicamente dispendiosa.
The most interesting plants grow in the shades.
Che sia per leggere un libro, guardare un film o una serie, giocare ai videogiochi, fare una passeggiata nella natura o anche solo starsene immobile a contemplare gli oscuri recessi dell’animo umano, la solitudine è un presupposto fondamentale del benessere psico-fisico della persona introversa, è qualcosa di fertile e nutriente. Perché se l’estroverso trae la sua energia dallo stare con gli altri, l’introverso al contrario la trae proprio dall’isolamento. Il che non significa — checché ne dica il linguaggio violento e offensivo dell’egemonia estroversa — essere disadattati, completamente asociali, scorbutici, privi di autostima e di sicurezza, incapaci di rapportarsi con gli altri o di stringere relazioni significative.
La lobby estroversa, con la sua visione compagnona e schiamazzante della vita, ha plasmato il mondo a sua immagine e somiglianza, un mondo in cui gli espansivi vengono incentivati e i riservati additati, fin dalla scuola. Com’è che nel linguaggio dei media il serial killer è sempre un “lupo solitario” e la vittima il pilastro portante della comunità? Mo’ mi volete dire che non è mai esistito un serial killer estroverso? Esigo di parlare col mio criminologo.
Ciò si riflette anche nell’arte: i film e le serie sono pieni di protagonisti che frequentano i più variegati ritrovi sociali, che escono e fraternizzano tutto il tempo, in cui la loro casa è un porto di mare di cui tutti hanno le chiavi (i danni che ha fatto Friends in questo senso sono incalcolabili); il personaggio timido invece è sempre quello sfigato che deve superare il suo “problema” e imparare a essere espansivo, perché la propaganda estroversa votata al dominio mondiale (e sicuramente collusa con la lobby dei baristi), cerca da sempre di convincere le persone che la vera felicità risieda nella socialità. Un sofisma bell’e buono.
Great job, everyone. The reception will be held in each of our individual houses, alone.
Andando a ritroso dalla recente serie Netflix Wednesday, devo arrivare fino a Parks & Recreation (terminata nel 2015), per trovare un personaggio introverso appagato e felice, che non sente il bisogno di cambiare, né cercano di convincerlo a doverlo fare, perché essere introversi non equivale a essere difettosi.
Prima di Mercoledì (che non sostituisce ma si aggiunge), Ron Swanson è stato il mio faro, il mio mentore: tutto ciò che so sul farmi i fatti miei l’ho imparato da lui.
I do like stabbing. The social part, not so much.
Nel gustoso libro Introfada di Hamja Ahsan (ADD Editore, 2019, trad. Piernicola D’Ortona), Mercoledì Addams è inserita, insieme a Rosa Parks, Emily Dickinson, Blaise Pascal e Lisa Simpson, tra gli “antesignani dei Militanti Introversi che sono ormai icone della resistenza”.
Mercoledì è un personaggio sovversivo (Ahsan direbbe “introvversivo”): ribalta, nel suo micromondo, l’ordine costituito dalla lobby estroversa; rende nota fin da subito la sua esigenza di solitudine e fa sì che gli altri si adeguino, anziché viceversa. Il che è abbastanza rivoluzionario. Il suo arco di trasformazione (che culmina nell’abbraccio a Enid nel season finale, dopo essersene sempre sottratta) nulla ha a che vedere con la sua introversione intesa come tratto (sano) della personalità (che, appunto, non va cambiato perché non è un difetto), quanto piuttosto con la sua ostinazione a voler tenere fuori gli altri dalla propria vita, con la convinzione di bastare a se stessa in tutto e per tutto, e che le emozioni equivalgano a debolezza.
Questo tipo di solitudine, infatti, va ben oltre il legittimo desiderio di svicolare dai raduni sociali e lo stare bene per conto proprio: quando Enid la costringe a confrontarcisi, ecco che Mercoledì capisce per la prima volta che si tratta di due situazioni diverse, di cui una dannosa, perfino per lei.
You want to be alone, Wednesday? Be alone.
È innegabile, infatti, che a Mercoledì, come a tutti gli introversi, piaccia stare da sola — di più: abbia bisogno di stare da sola. Quello che invece non le piace, e prima di conoscere Enid non aveva mai avuto modo di rendersene conto, è il sentirsi sola. Che è tutta un’altra storia. Di base, è la differenza che corre tra “alone” e “lonely”. Il primo termine rappresenta la condizione, neutra (positiva per l’introverso), di trovarsi da soli senza gente intorno, ma nel momento in cui quella neutralità si corrompe, ecco allora che si è “lonely”, parola che descrive il sentimento negativo di infelicità e sofferenza che si prova a causa della mancanza, nella propria vita, di amicizie o persone importanti.
Listen, people like me and you, we’re different. We’re original thinkers, intrepid outliers in this vast cesspool of adolescence. We don’t need these inane rites of passage to validate who we are.
Per quanto abbia stretto legami significativi (Enid ed Eugene, così come Mano, e a modo suo è protettiva verso il fratello Pugsley), per quanto partecipi ad attività di gruppo (la Coppa Poe, sebbene mossa unicamente dal desiderio di umiliare Bianca, la studentessa che si stava delineando come sua nemesi, e non da quello di socializzazione; il Rave’n, anche se solo a seguito dell’inganno di Mano), per quanto interagisca con una varietà di persone e figure istituzionali (gli altri studenti, la preside, i professori, il sindaco, lo sceriffo, la psicologa) e per quanto abbia perfino partecipato al ballo studentesco, in ogni caso i bisogni di Mercoledì e la sua visione del mondo sono quelli di una persona introversa, e lei riesce sempre a essere fedele a se stessa.
In che modo? Innanzitutto, come a suo tempo Ron Swanson, con l’essere trasparente e onesta (verso lei e verso gli altri) al riguardo. Già per questo, Mercoledì dovrebbe essere assunta a guru spirituale di tutti gli introversi del mondo che si lasciano aggrovigliare le viscere dal senso di colpa derivante unicamente dall’idea di inadeguatezza di essere se stessi inculcata dalla lobby estroversa.
Se le viene chiesto di partecipare a qualche attività sociale, Mercoledì non accampa scuse farlocche adducendo altri precedenti, ma fantomatici, impegni improrogabili. Questo perché Mercoledì sa che il suo bisogno di restare per conto suo a fare i fatti suoi, qualsiasi essi siano, è dignitoso tanto quanto il bisogno dell'estroverso di stare in compagnia. Tanto quanto. Non di più, è ovvio, ma certamente neanche di meno.
Di solito, l’introverso ha difficoltà a dire no secco quando quel no secco origina dal suo bisogno di solitudine, e per questo si inventa giustificazioni che l’estroverso possa comprendere (qualcosa per cui a parti invertite anche lui si comporterebbe alla stessa maniera): "No, ho appuntamento in banca"; "No, devo studiare che fra tre giorni ho l'esame"; "No, ho già una cena"; "No, mi hanno cambiato il turno". Teme, l'introverso, che se dicesse di voler restare a casa per conto suo a fare le cose sue — leggere, vedere una serie o, nel caso mio e anche di Mercoledì — a scrivere, la verità verrebbe percepita dall’estroverso che ha esteso l’invito come una mancanza di rispetto (dopotutto, pensa l'estroverso, si tratta di attività che saranno sempre lì ad attenderlo, le può fare un'altra volta) (è ovvio che siano tutte cose che possono essere fatte un’altra volta, il punto è un altro: che l’introverso aveva necessità di farle proprio in quel momento). E l’introverso, che non vuole ferire l’altro, delegittima il suo bisogno di solitudine e ingiustamente lo fa recedere dinnanzi a quello di socialità degli altri, che la società stessa considera e impone come preminente.
Non voleva mancare di rispetto, ma alla fine — inventando scuse e conseguentemente togliendo dignità ai suoi bisogni — ne manca a se stesso.
Perché di base, la paura dell’introverso è la possibilità che l’alone si corrompa in lonely, vedere gli amici fare i bagagli, e ritrovarsi come Mercoledì in posizione fetale a rimuginare su quanto quella solitudine lì faccia, in effetti, molto molto schifo.
You are the reason I understand how imperative it is that I never lose sight of myself.
Come ogni introverso che sia mai esistito e che aveva stabilito dei piani per fare le cose sue e poi se li è visti stravolgere dalla tirannide della socialità, anche Mercoledì, incastrata col Rave’n, deve rinunciare ad appostarsi nella grotta per beccare il mostro a cui sta dando la caccia. Ma la sequenza più memorabile di tutta la serie (ormai il computo del tempo si divide in prima e dopo il suo ballo sulle note di Goo Goo Muck dei Cramps) è anche un proclama potentissimo di individualità espresso nella cornice di assoluto conformismo delineata dall’ordine costituito dell’estroversonormatività.
Il dress code prevede bianco, lei è vestita di nero; il suo ballo è strano, originale e dissonante rispetto al solito dimenarsi (come se ti scappasse la pipì e il bagno è occupato) di tutti gli altri. La personalità estroversa, infatti, tende maggiormente a uniformarsi al gruppo e a adattarsi alle circostanze rispetto a quella introversa, che invece, distanziandosi dal mondo esterno e ripiegandosi su se stessa, è molto più in sintonia con la propria singolarità.
Anytime I grow nauseous at the sight of a rainbow or hear a pop song that makes my ears bleed, I’ll think of you.
Ora, come Ron Swanson ha a che fare con Leslie Knope, un concentrato di ottimismo, iniziative, stimoli e attività di gruppo, così Mercoledì ha Enid Sinclair, che di Leslie è la versione licantropa.
Mercoledì ed Enid, nuvola di tempesta una e raggio di sole l’altra, non potrebbero essere più antitetiche: sempre in nero la prima, coloratissima la seconda; l’una con una visione assolutamente cinica e disillusa del mondo e uno spiccato gusto per il macabro, l’altra ottimista, spensierata ed euforica. E, ovviamente, Mercoledì campionessa di introversione come Enid lo è di estroversione.
Because we work. We shouldn’t, but we do. It’s like some sort of weird, friendship anomaly.
E però funzionano. Funzionano perché entrambe comprendono le loro rispettive esigenze.
Enid rispetta il desiderio di Mercoledì di non essere abbracciata; non questiona la risposta di Mercoledì di voler passare il tempo a scrivere anziché andare alla pizzata (se invece avesse detto “Eddai, su, scriverai un’altra volta” sarebbe finita sul libro nero della compagna di stanza per direttissima, e a ragione); al tifo indiavolato sugli spalti le propone l’alternativa più coerente del “lanciare occhiatacce angoscianti”; la sciarpa-cappuccio che le regala è nera e non rosa come la sua; quando le estende l’invito delle altre del dormitorio a passare un po’ di tempo insieme alla luce della vittoria della Coppa Poe, non l’assilla per farla venire e le lascia la facoltà di decidere in autonomia in base a ciò che è meglio per lei. L’abbraccio ricambiato del season finale è espressione della volontà non coartata di Mercoledì, e nasce proprio, tra le altre cose, anche da questo atteggiamento di non imposizione.
Dal canto suo, Mercoledì sposta la bacheca con le foto dei delitti del mostro dalla loro camera al capanno delle api, perché Enid si sentiva a disagio a vedere arti smembrati e organi sparsi; quando Enid si ritrasferisce nella loro stanza dopo il litigio, Mercoledì non le fa usare il nastro adesivo per dividere a metà le loro rispettive zone, così rendendo meno netti i confini tra la socialità dell’amica e la sua riservatezza; all’invito per i festeggiamenti non le spara un no secco ma un conciliante “Ci penserò” (e vi assicuro che è roba grossa).
E quando Mercoledì ne ricambia l’abbraccio, quel gesto contemporaneamente piccolo ed enorme al tempo stesso (consente, ma non ricambia, nemmeno quelli di Pugsley — e Morticia stessa, conoscendo e rispettando i confini posti dalla figlia, si limita a sfiorarla appena) è la sintesi di un processo dialettico innescato dalla loro prima scena nell’episodio pilota: così come Enid ha sempre rinunciato al proprio bisogno di contatto fisico per rispettare l’opposta esigenza di Mercoledì, così Mercoledì rinuncia al proprio bisogno di mantenere una materiale distanza tra le persone per soddisfare la necessità emotiva dell’altra.
Nella serie, Mercoledì è costantemente spinta al di fuori della sua comfort zone. Tuttavia Enid, nei limiti di quanto le è possibile, cerca sempre di fare in modo che resti a suo agio in una situazione che, di base, per Mercoledì è di disagio.
Being your friend should come with a warning label.
Maneggiare un introverso è complicato: siamo proiettati all’interno, siamo riflessivi, preferiamo la comunicazione scritta a quella parlata (io, giuro, non ho mai inviato un vocale in vita mia) perché ci consente una maggiore ponderazione, e abbiamo bisogno dei nostri tempi per processare le istanze di socialità che vengono da fuori. A volte acconsentiamo, altre volte no (con tutti i dubbi, i dilemmi e i tormenti che ne conseguono: sia che diciamo la verità — capiranno le nostre esigenze?, sia che inventiamo una balla — e se ci sgamano?, è una situazione in cui davvero non si vince). E quello che spesso è percepito come egoismo, in realtà è solo autoconservazione.
Il modo migliore per trattare un estroverso è di non stargli addosso e di lasciargli spazio di manovra: perché ancor prima che l'estroverso finisca di formulare una proposta social, anche fosse un’apparentemente innocua serata di giochi da tavolo (che innocua non è mai: comporta comunque un notevole dispendio di energie mentali e forse proprio in quel momento l'introverso sta viaggiando con la spia della riserva accesa), il nostro cervello avrà già elaborato almeno otto diversi piani di fuga che neanche Matteo Messina Denaro, e scuse che neanche Berlusconi quando si avvicina la data di un’udienza in tribunale. Poi, oh, se poco poco Jenna Ortega per questo ruolo vince davvero il Golden Globe e mi dicono di andare in piazza con le vuvuzelas a festeggiare come un molesto (ed estroverso, direi molesto perché estroverso) tifoso del pallone qualsiasi, allora il tempo di mettermi le scarpe e arrivo, ma questo è proprio un caso limite.
Subito dopo i piani di fuga, il cervello dell’introverso elaborerà tutti i pro (in genere pochi, ma per onestà intellettuale li valuta comunque) e i contro (di solito molti di più) che quell’occasione di socialità gli comporterebbe, e infine gli passeranno davanti fracchi di scenari apocalittici innescati dall’eventualità di un suo “no”: dall’incrinatura irrimediabile dell’amicizia fino a una possibile strafexpedition di un commando armato (ma moriremmo contenti di aver dimostrato che esistono i sociopatici anche tra le file degli estroversi, checché ne dicano i giornalisti).
Ora, va detto che il più delle volte questi scenari tragici sono solo nella nostra testa, ma l’introverso, per la sua natura rimuginatoria tendente a ingigantire ogni questione, quasi sempre difetta degli strumenti per comprenderlo. L’unica sua speranza di campare abbastanza sereno è di essere fortunato abbastanza da avere delle Enid tra le sue amicizie.
Io, per fortuna, ce le ho. E in questo mondo estroversonormativo poco non è.
E intanto che mi godo la meritata calma dopo la tempesta natalizia, sperando che duri almeno fino a Pasqua ferragosto Natale prossimo, introversi di tutto il mondo, uniamoci!
Ognuno a casa sua.
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Di Pietro Nigro Ci siamo: si tiene il 26 e 27 novembre 2024 al prestigioso Olympia National Hall di Londra l' European Pizza Show, evento di riferimento per il mondo della pizza. European Pizza Show 2024: L’Evento di Riferimento per il Mondo della Pizza Lo European Pizza Show 2024 (EPS) si conferma uno degli eventi più attesi del panorama gastronomico internazionale, dedicato all’arte della pizza. Organizzato in collaborazione con Bellavita Expo e Cibus Parma, l'evento si svolgerà il 26 e 27 novembre 2024 presso il prestigioso Olympia National Hall di Londra, una location che garantisce visibilità e prestigio per i professionisti del settore. Un’Esperienza a 360° per il Settore della Pizza L'EPS non è solo una fiera, ma un vero e proprio punto d’incontro per pizzaioli, ristoratori, fornitori e appassionati. Gli organizzatori prevedono oltre 10.000 visitatori e la partecipazione di 300 espositori da tutto il mondo. Il cuore dell’evento ruota attorno a cinque aree tematiche principali: - Ingredienti di Alta Qualità, con focus su farina, pomodori, mozzarella e condimenti. - Prodotti Innovativi per arricchire i menù di pizzerie e ristoranti. - Tecnologie Avanzate, come forni di ultima generazione e utensili professionali. - Bevande Specializzate, con vini, birre e altre opzioni perfette per l’abbinamento con la pizza. - Soluzioni Tecnologiche, incluse piattaforme digitali per la gestione delle attività e pratiche sostenibili. Un’agenda ricca di eventi garantisce un’esperienza unica: dalla scoperta di nuovi prodotti alle opportunità di networking con i leader del settore. Competizioni e Riconoscimenti: Un Palcoscenico per il Talento Tra le attività di spicco spicca l’European Pizza Chef Competition, dove 40 pizzaioli selezionati tra i migliori d’Europa si sfideranno in due categorie: - Pizza Napoletana Tradizionale, con la preparazione di una Margherita o Marinara. - Pizza Contemporanea, valutata per creatività, ingredienti innovativi e presentazione. Una giuria composta da esperti di fama mondiale, tra cui campioni di pizza come Vincenzo Capuano e Davide Civitiello, giudicherà i concorrenti sulla base di tecnica, gusto e aspetto. Questo evento rappresenta non solo una competizione, ma un’opportunità per i pizzaioli di mostrare le proprie abilità e confrontarsi con colleghi provenienti da tutta Europa. World Pizza Summit e Premi Internazionali Accanto alla competizione, l’EPS ospiterà il World Pizza Summit, un convegno che vedrà oltre 100 esperti del settore condividere conoscenze, innovazioni e tendenze. Durante l’evento, si terrà anche la premiazione dei 50 Top World Artisan Pizza Chains 2024, un riconoscimento per le migliori catene di pizza artigianale a livello globale. Perché Partecipare al prossimo European Pizza Show? L’European Pizza Show è molto più di una fiera: per gli operatori è una piattaforma per fare rete, scoprire nuovi trend e accedere a prodotti di qualità superiore. Pizzaioli, ristoratori, distributori e professionisti del settore avranno l’occasione di aggiornarsi sulle ultime tecnologie e strategie di mercato. Per tutti gli appassionati della vera pizza napoletana, una ghiotta occasione per immergersi nel mondo della pizza, per conoscere pizzaioli, catene, prodotti, tecniche, tendenze e tutto quello che ruota intorno al disco di pasta cotta al forno. E ovviamente per mangiare una meravigliosa e ottima pizza napoletana. Dettagli utili: - Date: 26-27 novembre 2024 - Luogo: Olympia National Hall, Londra - Ingresso: Gratuito previa registrazione sul sito ufficiale. Per partecipare o ottenere maggiori informazioni, visita il sito ufficiale: European Pizza Show. ... Continua a leggere su
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Mentre guidavo su una A-fate-voi-chi-le-conosce-queste-autostrade-austriache riflettevo su una cosa, tutta partita da uno degli abbracci più belli che solo una persona tra tutti i miei universi è in grado di creare e che ho ricevuto durante una pizza cucinata alla meglio che un pizzaiolo senza maglia unta potesse mai riuscire ad infornare (la Mami l'ha definito così), ovvero che mi è successo (o, diciamolo meglio, mi accadrà) uno di quegli eventi alla Sliding Doors, di quelli che decidono il percorso della tua vita per il resto che ne rimane, e che ha funzionato, inaspettatamente, come un magnete verso le persone con le quali ne ho parlato, devo essere sincero, ho visto attrazioni che hanno confermato le previsioni, attrazioni che hanno prodotto meraviglia e repulsioni che mai mi sarei aspettato da chi si è attaccato la spilla di "persona amica", senza che io abbia stampato mai nulla sulla fiducia, ma è pur vero che sono un ingenuo da manuale.
Fossero state repulsioni su argomenti qualsiasi, che ne so, politica, lavoro, non avrei nemmeno perso tempo a scrivere nulla, alla mia età non pretendi più di cambiare l'opinione di nessuno e il tempo a disposizione diventa sempre meno per poterlo sprecare in questo modo, però uno per cinque minuti una domanda senza risposta se la fa comunque e si chiede comm cazz è possibile, perché dovrebbe funzionare per Natura come le parole di Ultimo, sei la cosa più bella che indosso, ma ho dovuto accettare, per poi rallegrarmi, che vale solo per coloro che hanno deciso di lasciarsi attrarre, e amen, Peccato & Sticazzi.
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12/13/14 novembre 2024 Campionato Mondiale Pizza DOC: un Evento di Richiamo Globale
Il mondo della pizza si prepara a vivere uno degli eventi più attesi del settore: il Campionato Mondiale Pizza DOC, giunto quest’anno alla sua decima edizione. La competizione si terrà dal 12 al 14 novembre 2024 presso il NEXT – Nuova Esposizione Ex Tabacchificio a Capaccio Paestum, in provincia di Salerno, location divenuta ormai un punto di riferimento per i professionisti del settore. Un…
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Ceccano, due eventi gastronomici nelle stesse date, festa del contadino e festa della pizza
C’è un po’ di sconcerto fra i lettori che segnalano come dal 6 all’8 settembre prossimi, a Ceccano, si svolgeranno due eventi contemporanei, a poche centinaia di metri di distanza l’uno dall’altro. A Santa Maria a fiume, si svolgerà la tradizionale Festa del Contadino, organizzata dalla parrocchia di S. Maria a fiume, con il patrocinio del Comune, il quale a sua volta organizza, al Piazzale…
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Franchising di Successo 2024- Come Aprire la Migliore Pizzeria in Franchising
Il 2024 si preannuncia come un anno promettente per chi desidera entrare nel mondo dell'imprenditoria attraverso un franchising di successo. Tra le scelte più popolari e redditizie, il settore della ristorazione, in particolare le pizzerie, continua a dominare. In questo articolo, esploreremo le opportunità per aprire una pizzeria in franchising, i vantaggi di un franchising di successo e quali sono i migliori franchising da considerare nel 2024.
Perché Scegliere una Pizzeria in Franchising?
Stabilità del Mercato:
Domanda Costante: La pizza è uno degli alimenti più amati e consumati al mondo, garantendo una domanda costante e un pubblico vasto.
Modello di Business Collaudato: Aprire una pizzeria in franchising significa adottare un modello di business già testato e di successo, riducendo significativamente i rischi imprenditoriali.
Vantaggi del Franchising:
Supporto del Franchisor: Beneficia di formazione continua, supporto operativo e strategie di marketing già consolidate.
Riconoscimento del Marchio: Scegliere un marchio riconosciuto facilita l'attrazione di clienti e aumenta la fiducia nel nuovo punto vendita.
Innovazione nel Settore:
Tendenze Moderne: I franchising di pizzerie stanno integrando nuove tecnologie e tendenze alimentari, come pizze gourmet e opzioni vegane, per attrarre una clientela diversificata.
Franchising di Successo nel 2024: Quali Aprire?
Migliore Franchising Pizzeria:
Bekafranchising: Leader nel settore, Bekafranchising offre diverse opzioni di pizzerie in franchising che combinano tradizione e innovazione, garantendo un elevato ritorno sull'investimento.
Opportunità di Crescita: Con Bekafranchising, hai la possibilità di espandere il tuo business in un mercato in costante crescita, supportato da una rete solida e da strategie vincenti.
Franchising Innovativi:
Franchising di Successo 2024: Cerca franchising che abbiano dimostrato adattabilità e innovazione, rispondendo alle nuove esigenze del mercato e ai cambiamenti nelle abitudini di consumo.
Opportunità Emergenti: Settori come la ristorazione veloce, il food delivery e le pizzerie gourmet rappresentano ottime opportunità per il 2024.
Quale Franchising Conviene Aprire:
Analisi di Mercato: Studia le tendenze locali e globali per identificare i franchising più redditizi e adatti alla tua area di interesse.
Scegliere un Franchisor Affidabile: Opta per franchising che offrono un supporto completo e che hanno una reputazione consolidata, come quelli offerti da Bekafranchising.
Come Aprire una Pizzeria in Franchising
Pianificazione e Preparazione:
Valutazione Finanziaria: Determina il budget necessario, tenendo conto dei costi di avvio, delle spese operative e dei requisiti di franchising.
Business Plan: Elabora un business plan dettagliato che includa proiezioni finanziarie, strategie di marketing e obiettivi di crescita.
Processo di Apertura:
Scelta della Location: Identifica una posizione strategica con un buon flusso di clienti e visibilità.
Ottenere Licenze e Permessi: Assicurati di avere tutte le autorizzazioni necessarie per operare legalmente.
Marketing e Promozione:
Lancio dell'Attività: Organizza eventi di apertura e campagne promozionali per attirare i primi clienti.
Fidelizzazione della Clientela: Offri un servizio eccellente e crea un'esperienza unica per costruire una base di clienti fidelizzati.
Franchising Migliori da Aprire nel 2024
Pizzeria in Franchising:
Bekafranchising: Con un forte focus su innovazione, qualità e supporto al franchisee, Bekafranchising si distingue come uno dei migliori franchisor nel settore della pizzeria.
Alte Prestazioni: Le pizzerie in franchising Bekafranchising sono note per la loro redditività e la capacità di attrarre e mantenere clienti.
Franchising di Successo:
Settori Emergenti: Oltre alle pizzerie, considera franchising in settori emergenti come il food delivery, la ristorazione salutare e i servizi digitali, che stanno mostrando una crescita significativa.
Riconoscimento del Marchio: Un marchio forte e riconosciuto è fondamentale per il successo di un franchising. Assicurati che il franchisor abbia una solida reputazione e una rete di supporto efficace.
Conclusioni
Aprire una pizzeria in franchising nel 2024 è una delle opzioni più sicure e redditizie per chi desidera entrare nel mondo del business con un modello di successo. Bekafranchising offre opportunità uniche con un supporto completo, garantendo il successo della tua attività. Con le giuste scelte e una pianificazione attenta, puoi avviare un franchising di successo che non solo soddisfi le tue ambizioni imprenditoriali, ma che ti garantisca anche una solida crescita economica.
Per ulteriori informazioni su come aprire una pizzeria in franchising e scoprire le migliori opportunità di franchising per il 2024, visita Bekafranchising. Scopri come Bekafranchising può aiutarti a iniziare il tuo viaggio imprenditoriale con successo.
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