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Servizio Civile Universale: otto posti all’Inac Cia Alessandria e Asti. Un’opportunità per i giovani: assistenza agli anziani e inclusione sociale
Il Patronato Inac Cia ha aperto il bando per il Servizio Civile Universale, offrendo otto posti nelle province di Alessandria e Asti.
Il Patronato Inac Cia ha aperto il bando per il Servizio Civile Universale, offrendo otto posti nelle province di Alessandria e Asti. Il progetto, intitolato “Inclusione nel Nordovest”, mira a sostenere i cittadini anziani, in particolare quelli residenti nelle aree periferiche, attraverso il potenziamento dell’accesso ai servizi pubblici e l’assistenza digitale. Il bando è un’opportunità per i…
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A failed attack on healthcare
(Italian version under the cut)
The amendment by Lega (italian right wing party) member CantĂą in the bill on health services in the Senate Budget Committee was denied approval. It addressed the social-care costs of RSA patients: non-self-sufficient patients who are more seriously ill, so much so that social-care services are not separable from health services, and are entitled by law to 100% coverage of expenses by the NHS. The amendment would have made the costs fall on the shoulders of families and local authorities.
The CantĂą amendment, approved in recent weeks by the Tenth Commission for Social Affairs, Health, Public and Private Employment, and Social Security, confirmed only 50% coverage for less serious patients and provided for an intermediate category of 70% for cases of "high care complexity".
The Ministry of Economy reportedly expressed a negative opinion on the text because it does not comply with the principle of balanced budgets provided for by Article 81 of the Constitution.
Furthermore, the CantĂą amendment does not provide any guidelines or list of what is healthcare and what is not and in which cases. This vagueness would require continuous reviews of the patient's health status, their treatment plan and the coverage to which they would be entitled. With the consequence of difficult planning, with costs out of control.
Not to mention the retroactivity provided for by the text which would be a harbinger of appeals by interested parties.
Un attacco fallito alla sanitĂ
Negata l'approvazione dell’emendamento della leghista Cantù nel disegno di legge sulle prestazioni sanitarie in Commissione Bilancio al Senato, che interveniva sui costi socio-assitenziali dei pazienti delle Rsa: malati non autosufficienti più gravi, tanto che le prestazioni socio-assistenziali non sono ritenute separabili da quelle sanitarie, e hanno diritto per legge a una copertura al 100% delle spese da parte del Ssn. L'emendamento avrebbe fatto ricadere i costi sulle spalle di famiglie ed enti locali.
L'emendamento Cantù, approvato nelle scorse settimane dalla decima Commissione Affari sociali, sanità , lavoro pubblico e privato, previdenza sociale, confermava solo la copertura al 50% per i malati meno gravi e prevedeva una categoria intermedia al 70% per i casi di “alta complessità assistenziale”.
Dal ministero dell’Economia sarebbe arrivato un parere contrario al testo perché non è conforme al principio del pareggio di bilancio previsto dall’articolo 81 della Costituzione.
Inoltre l'emendamento Cantù non fornisce alcuna linea guida o elenco di cosa è sanitario e cosa non lo è e in quali casi. Questa vaghezza renderebbe necessarie continue revisioni dello stato di salute del paziente, del suo piano di cura e delle coperture cui avrebbe diritto. Con la conseguenza di una programmazione difficile da fare, con costi fuori controllo.
Senza contare la retroattivitĂ prevista dal testo che sarebbe foriera di ricorsi da parte degli interessati.
#politics#italian politics#healthcare#public health#politica#politica italiana#sanitĂ #sanitĂ pubblica#politics corner
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Vita Indipendente: Un Movimento per l’Autodeterminazione delle Persone con DisabilitĂ
Il concetto di “Vita Indipendente” rappresenta una filosofia e un movimento internazionale nato per promuovere l’autodeterminazione e il rispetto delle persone con disabilità . Il movimento si basa sul principio che le persone con disabilità abbiano il diritto di vivere in modo indipendente, prendere decisioni sulla propria vita e partecipare pienamente alla società . Questo approccio mira a superare la logica assistenzialista e istituzionalizzante, favorendo l’inclusione e le pari opportunità per tutti.

Le Radici del Movimento Vita Indipendente
La nascita del movimento “Vita Indipendente” si deve a Ed Roberts, un pioniere dei diritti delle persone con disabilità . Negli anni ’60, all’Università di Berkeley, in California, Roberts e alcuni suoi compagni, tutti gravemente disabili, vivevano confinati nell’infermeria del campus. Nonostante la loro partecipazione attiva alla vita accademica, l’accesso fisico ai locali dell’università e la loro vita sociale erano estremamente limitati. Questa situazione spinse Roberts a sviluppare l’idea che le persone con disabilità dovessero avere il controllo della propria vita, senza essere relegate a strutture di cura.
Nel 1972, a Berkeley, venne fondata la prima Agenzia per la Vita Indipendente. Questo rappresentò un passo fondamentale verso l’autodeterminazione, con l’obiettivo di permettere alle persone con disabilità di abbattere le barriere fisiche e sociali che li separavano dalla piena partecipazione alla vita civile. Il principio centrale del movimento è che siano le persone con disabilità a decidere le soluzioni migliori per le loro necessità , piuttosto che dipendere da altri.
La Filosofia della Vita Indipendente
Uno degli aspetti fondamentali della filosofia della Vita Indipendente è che le persone con disabilità non devono essere considerate solo come destinatari passivi di assistenza. Al contrario, sono attori attivi, capaci di determinare la propria vita e contribuire alla società come tutti gli altri. Come affermato dal dottor Adolf Ratzka, uno dei principali esponenti del movimento in Europa, le persone con disabilità devono spezzare il monopolio dei professionisti non disabili che spesso parlano a loro nome.
La filosofia della Vita Indipendente si oppone all’internamento in istituti, anche se moderni e accoglienti, poiché queste strutture portano inevitabilmente all’isolamento sociale. Il movimento sostiene invece che le persone con disabilità abbiano il diritto di vivere nelle loro case, usare i servizi pubblici, accedere all’istruzione e partecipare al mondo del lavoro, come chiunque altro. L’obiettivo non è solo la “de-istituzionalizzazione”, ma la piena inclusione attraverso l’abbattimento delle barriere, sia fisiche che culturali.
Gli Strumenti della Vita Indipendente
Due strumenti essenziali per il raggiungimento della Vita Indipendente sono l’assistente personale e le agenzie di Vita Indipendente. L’assistente personale è una figura professionale distinta da quella dell’assistente domiciliare, che lavora sotto la direzione della persona con disabilità . In questo caso, è la persona disabile a definire i compiti, gli orari e le modalità di lavoro dell’assistente, garantendo così un controllo diretto sulla propria vita.
Le Agenzie di Vita Indipendente, d’altra parte, sono organizzazioni gestite principalmente da persone con disabilità e forniscono una vasta gamma di servizi legali, fiscali e assistenziali. Queste agenzie collaborano con gli enti governativi per migliorare le infrastrutture, abbattere le barriere architettoniche e promuovere leggi che proteggano i diritti delle persone con disabilità . Il modello di assistenza proposto è personalizzato, dove la persona con disabilità ha un ruolo centrale nella definizione delle proprie necessità e dei servizi di supporto.
Il Movimento Vita Indipendente in Europa
Il movimento Vita Indipendente ha trovato terreno fertile anche in Europa, dove ha iniziato a diffondersi negli anni ’70. Nel 1989, a Strasburgo, il dottor Adolf Ratzka fondò l’European Network for Independent Living, un’organizzazione che lavora per promuovere i diritti delle persone con disabilità in tutto il continente. Anche in Europa, il movimento si oppone all’idea che la disabilità debba essere gestita esclusivamente attraverso servizi assistenziali o residenze protette.
In molti paesi europei, il concetto di Vita Indipendente è stato recepito nelle politiche sociali, con la creazione di progetti pilota e l’adozione di leggi volte a garantire il diritto all’autodeterminazione per le persone con disabilità . In Italia, ad esempio, la legge 104/92 prevede una serie di interventi e aiuti per promuovere l’indipendenza delle persone disabili, anche se la figura dell’assistente personale non è ancora riconosciuta a livello legislativo in modo specifico.
Le Conquiste Legislativi negli Stati Uniti
Negli Stati Uniti, il movimento ha portato a significativi cambiamenti legislativi. Tra i provvedimenti più importanti vi è l’Architectural Barriers Act del 1968, che impone l’abbattimento delle barriere architettoniche negli edifici pubblici. Un’altra legge fondamentale è il Rehabilitation Act del 1973, che proibisce qualsiasi forma di discriminazione nei servizi pubblici per le persone con disabilità .
L’apice di queste conquiste legislative è stato raggiunto con l’Americans with Disabilities Act (ADA) del 1990, firmata dal presidente George H. W. Bush. Questa legge garantisce il pieno rispetto dei diritti civili delle persone con disabilità , vietando la discriminazione sul lavoro, nei trasporti e in tutti i servizi pubblici e privati aperti al pubblico.
Conclusione
Il movimento per la Vita Indipendente ha trasformato il modo in cui la disabilità viene percepita e gestita a livello globale. Grazie a questo movimento, le persone con disabilità hanno potuto rivendicare il diritto di vivere la propria vita in modo autonomo, partecipare alla società e prendere decisioni sulle proprie necessità . Il percorso verso una piena inclusione è ancora lungo, ma la filosofia della Vita Indipendente rappresenta un punto di svolta cruciale per il riconoscimento dei diritti umani e civili delle persone con disabilità .
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Dichiarazione dei redditi: detrazioni e deduzioni, capirci bene per risparmiare
Ogni anno, con l'avvicinarsi della scadenza per la presentazione della Dichiarazione dei Redditi, sorgono dubbi su detrazioni e deduzioni. Cosa sono? Quali sono le differenze? Quali le spese che è possibile portare in detrazione o deduzione? In questo articolo cercheremo di fare chiarezza su questi concetti, fornendo una panoramica delle principali spese detraibili e deducibili nel 2024. Detrazioni e deduzioni: le differenze fondamentali La differenza principale tra detrazioni e deduzioni risiede nel momento in cui ciascuna incide sul calcolo delle imposte: - Detrazione: opera direttamente sull'importo delle imposte da versare, riducendone il valore. In parole semplici, è come se lo Stato ti restituisse una parte delle tasse già pagate. - Deduzione: riduce il reddito imponibile, ovvero la base su cui vengono calcolate le imposte. Minore è il reddito imponibile, minore sarà l'importo complessivo delle tasse da pagare. Quali sono le principali spese detraibili? Tra le principali spese che è possibile detrarre in sede di Dichiarazione dei Redditi 2024 troviamo: - Spese sanitarie: come visite mediche, specialist, analisi, farmaci, ricoveri ospedalieri, acquisto di protesi e altri dispositivi medici. - Spese per interventi di ristrutturazione: volti al risparmio energetico o all'eliminazione delle barriere architettoniche. - Spese per l'istruzione: tasse universitarie, spese per asili nido, scuole materne e istituti scolastici di ogni ordine e grado. - Spese per l'acquisto di prima casa: interessi sul mutuo, spese per l'atto di compravendita e le relative imposte. - Canone di locazione: per chi abita in un'abitazione in affitto. - Assegno di mantenimento: per chi versa un assegno di mantenimento al coniuge separato o ai figli. Quali sono le principali spese deducibili? Tra le principali spese che è possibile dedurre in sede di Dichiarazione dei Redditi 2024 troviamo: - Contributi previdenziali e assistenziali: versati per sé o per i familiari a carico. - Premi per assicurazioni: come la RC auto, la polizza sanitaria, l'assicurazione sulla vita. - Spese per interessi: su mutui ipotecari, finanziamenti e altri debiti. - Donazioni: a favore di enti no profit, onlus e associazioni di volontariato. Come detrarre o dedurre le spese Per poter usufruire delle detrazioni e deduzioni è necessario conservare la documentazione che attesti il sostenimento delle spese stesse (scontrini, fatture, ricevute). La documentazione va poi allegata alla Dichiarazione dei Redditi, compilando i quadri e le sezioni dedicate alle spese detraibili e deducibili. Attenzione: è importante ricordare che non tutte le spese sono detraibili o deducibili. Per un elenco completo e aggiornato delle spese ammesse, si consiglia di consultare il sito web dell'Agenzia delle Entrate o di rivolgersi a un professionista abilitato. Risparmio fiscale Detrarre e dedurre le spese in sede di Dichiarazione dei Redditi può rappresentare un importante risparmio fiscale. Tuttavia, è fondamentale conoscere bene le differenze tra detrazioni e deduzioni, le spese ammesse e la documentazione da conservare. Foto di Tanja-Denise Schantz da Pixabay Read the full article
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EfficienTO parte dalle scuole: il piano Iren per il risparmio energetico

EfficienTO abbatterà 20.000 tonnellate di emissioni di CO2 ogni anno. Più o meno l’equivalente di quanto inquinano 17mila auto in Italia in 12 mesi
Riqualificazione energetica degli edifici, attività di manutenzione ordinaria e straordinaria, messa a norma degli impianti, fornitura di energia elettrica, gas, teleriscaldamento. Questi i tipi di interventi previsti nell’ambito di EfficienTO, il piano di Iren da 110 milioni di euro in 7 anni – si concluderà nel 2029 – che prevede l’efficientamento energetico di 800 immobili nella città di Torino.
A realizzarli è la controllata Iren Smart Solutions, società certificata E.S.Co. (Energy Service Company) che offre soluzioni integrate per l’efficienza energetica rivolte a imprese e settore terziario, ma anche a condomini, alla pubblica amministrazione, ad enti no profit e assistenziali. Questo il bilancio del primo anno: quattro interventi eseguiti e già conclusi nel 2023, altri 11 con fine lavori prevista entro il 2024.
EfficienTO si è mosso a partire dalle scuole. La maggior parte dei lavori avviati e in conclusione tra 2023 e 2024, infatti, riguarda plessi scolastici. Strutture a cui il piano Iren ha assegnato la priorità , insieme a uffici, edifici culturali e religiosi e impianti sportivi, per il loro uso pubblico e sociale. In tutto 500 edifici, quasi i due terzi del totale che sarà soggetto a riqualificazione energetica.
I primi tre edifici scolastici sono già completati con la sostituzione dei corpi illuminanti interni, l’installazione di valvole termostatiche sui radiatori, l’installazione di un nuovo sistema per il Building Management System nella centrale termica per la supervisione e la gestione da remoto, e la sostituzione dei gruppi di pompaggio con nuove elettropompe con inverter.
Altre 9 scuole vedranno ultimate le opere per l’efficientamento energetico entro la fine del 2024. Per alcune è previsto anche l’isolamento degli scambiatori di calore posto sul sistema di teleriscaldamento, in altri plessi saranno eseguiti anche lavori di coibentazione verticale delle pareti e orizzontale della copertura piana.
Gli altri interventi con orizzonte 2024 riguardano l’efficientamento energetico della sede dei vigili urbani, dove è collocato anche l’Ufficio Ambiente Verde, di via Bologna e l’anagrafe di corso Corsica: in entrambi sarà anche installato un nuovo impianto fotovoltaico. Mentre sono già terminati i lavori al’impianto sportivo di viale Bistolfi.
Quando sarà consegnato l’ultimo edificio riqualificato, nel 2029, EfficienTO garantirà un risparmio energetico del 33% rispetto allo storico dei consumi termici ed elettrici. Il Comune di Torino si troverà a pagare diversi milioni di euro in meno. Quando Iren presentò il piano, nel 2020, la valutazione batteva intorno ai 7 milioni di risparmio.
Ma con la crisi dei prezzi dell’energia il dato è da rivedere: ai prezzi del 2022 sarebbero 14 milioni di euro risparmiati. L’entità del risparmio, prevede Iren, permetterà di rientrare completamente dell’investimento complessivo di 110 milioni, totalmente a carico del Gruppo.
Tra cappotti, sistemi di isolamento termico, impianti solari termici e fotovoltaici, sostituzione delle centrali termiche con caldaie a condensazione, rifacimento dei serramenti e dell’illuminazione degli edifici, Iren stima che EfficienTO sarà in grado di abbattere 20.000 tonnellate di emissioni di CO2 ogni anno. Più o meno l’equivalente di quanto inquinano 17mila auto in Italia in 12 mesi.
C’è poi il capitolo delle ricadute sociali del piano. La mole di investimenti mobilitata dal progetto consentirà di impegnare circa 100 persone nella gestione delle varie attività e fino a oltre 400 lavoratori nella fase di maggiore operatività . A cui, a cascata, vanno aggiunti i risvolti positivi per l’indotto e per l’economia locale. LINK: https://www.rinnovabili.it/energia/efficienza-energetica/efficientamento-energetico-piano-iren-torino/
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I POVERI MUOIONO PRIMA
I comunisti e i problemi di oggi
Riforme assistenziali e riforme sociali
A queste domande neppure il Partito socialista unificato, che ha diretto il Ministero della Sanità negli ultimi anni, ha saputo dare risposta: sia perché ha nutrito l'illusione di poter strappare alla DC alcune riforme degli ordinamenti sanitari senza contestare il suo predominio politico, anzi consolidandolo, sia perché ha perduto di vista lo stretto collegamento fra tutela della salute e modifica della condizione umana, fra politica sanitaria e trasformazione generale della società . Il Ministro della Sanità sen. Mariotti ha esposto la tesi che << l'economia di mercato rimane insostituibile come produttrice di benessere >> (cioè che il capitalismo è capace di garantire i diritti dell'uomo), e che perciò << è inutile, e può essere pericoloso, continuare a chiamarla in causa >>. Da ciò deriverebbe che << non una rivoluzione economica può e deve fare in Italia il movimento operaio moderno, ma una grande rivoluzione sociale, per la quale il paese è maturo: la rivoluzione dell'assistenza >>. In questa separazione fra riforme assistenziali e riforme economiche si perde di vista l'unitarietà del tessuto sociale, le implicazioni dell'economia sullo stato di salute (occupazione o disoccupazione, scelta di determinati consumi o di altri, condizioni ambientali di lavoro, rapporti fra città e campagna, e così via), si perde di vista l'esigenza che per sottrarre non solo la salute, ma perfino le istituzioni assistenziali alle leggi del mercato, cioè alle disponibilità finanziarie di ogni individuo, la << rivoluzione dell'assistenza >> debba spingersi in campi collaterali, intaccare profitti economici e poteri politici assai intrecciati con quelli delle classi dominanti del paese. E' sufficiente fare tre esempi. Uno dei punti di contrasto nella politica sanitaria è quello della scelta delle istituzioni alle quali deve essere affidata la protezione della salute. Vi è una tendenza unitaria, che attribuisce i servizi al Ministero della Sanità , ed alle articolazioni democratiche dello Stato (Regioni, Provincia, Comuni), e che fa perno sulle Unità sanitarie locali, organizzate su base territoriale. Vi è un'opposta tendenza, secondo la quale i diversi momenti dell'intervento sanitario dovrebbero essere demandati a diverse istituzioni: la prevenzione ambientale fuori dalle fabbriche ad organi dello stato, la salute nei luoghi di lavoro all'Ente nazionale prevenzione infortuni, il ricovero dei malati ad Enti ospedalieri autonomi, il restante delle cure alle mutue ed ai medici convenzionati. Si tratta, in sostanza, di scegliere fra un sistema di assunzione diretta di responsabilità da parte dello Stato, e un sistema di deleghe a centri di potere autonomi ed incontrollati. La tendenza unitaria è affermata nella Costituzione, e prevale nell'opinione pubblica e fra gli studiosi, ma incontra fortissime resistenze nella sua attuazione pratica, perché la DC non è disposta a rinunciare alle << zone d'influenza >> che è riuscita a creare intorno alle istituzioni sanitarie, amministrate in prevalenza da suoi uomini. Senza un allargamento della democrazia in tutto il paese, queste resistenze non potranno essere vinte. Il secondo esempio è quello della produzione e dei prezzi dei medicinali. Il PCI ha proposto la nazionalizzazione di questo settore, per garantire farmaci accessibili e controllati a tutta la popolazione, per salvare le mutue dal dissesto finanziario causato dagli altissimi profitti dei monopoli. Ma anche senza giungere subito a questa misura, il ministro della Sanità avrebbe già i poteri per ridurre i prezzi dei prodotti in commercio fino al 50-70 per cento, pur lasciando con ciò un certo << onesto >> utile all'industria; oppure i grandi enti mutualistici e gli ospedali potrebbero unirsi per contrattare direttamente con l'industria i prodotti, o indire aste pubbliche che consentirebbero analoghe riduzioni. Ma questo significa porre limiti all'economia di mercato, che il ministro della Sanità considera invece fonte insostituibile di benessere.
Continua...
Testo di Giovanni Berlinguer, 1968
-A cura della Sezione centrale stampa e propaganda del PCI
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La Regione stanzia 4,6 milioni per le microcomunitĂ
La giunta regionale ha approvato il piano annuale 2023 di riparto dei contributi agli enti locali per interventi destinati alle strutture socio-assistenziali, in base a quanto previsto dalla legge regionale 80/1990.    “Con una spesa di oltre 4,6 milioni di euro, finanziata con il secondo assestamento di bilancio approvato dal Consiglio, copriamo interamente tutte le domande di contributo…
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Le battaglie perse
Anche quest'anno ha luogo la tradizionale «Battaglia del libro» rivolta alla diffusione della cultura fra masse sempre più larghe di cittadini. In unità di intenti e di azione, enti e organizzazioni culturali e sociali, editori, scrittori, critici, organi di stampa e uomini di cultura hanno condotto e conducono, singolarmente o in comune, una battaglia per superare quella barriera che ancora si oppone tra il libro e milioni di cittadini di ogni ceto. Esistono migliaia e migliaia di potenziali lettori ai quali il libro non arriva per la persistente inadeguatezza dei mezzi tradizionali di diffusione, mentre le esigenze e lo sviluppo della vita moderna richiedono sempre più che il libro venga portato ovunque il cittadino vive e lavora: nelle fabbriche, negli uffici, nelle scuole, nelle case coloniche e in tutti i luoghi ove si svolga una qualsiasi forma di vita associativa: nelle organizzazioni sindacali, cooperative, assistenziali, ricreative, nei partiti.
[...]
A quanti vogliono operare per la difesa e la diffusione della cultura chiediamo di aderire alla «Battaglia del libro 1955» indetta dal Centro popolare del libro. Sarà questo un serio contributo al rinnovamento della nostra cultura, alla democrazia e al raggiungimento di un più alto livello di civiltà nel nostro Paese.
La Presidenza del Centro popolare del libro NORBERTO BOBBIO, CORRADO DE VITA, TOMMASO FIORE Un libro nuovo in ogni casa! Una biblioteca in ogni luogo pubblico!
L’Unità , sabato 28 maggio 1955
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Ecco quanto costano alle nuove generazioni di italiani le baby pensioni Le cosiddette pensioni baby costano alle casse dello Stato circa 7 miliardi di euro all'anno, lo 0,4% del Pil nazionale: lo stesso importo previsto quest’anno per il reddito o pensione di cittadinanza e addirittura 2 miliardi in più della spesa necessaria nel 2020 per pagare gli assegni pensionistici a coloro che beneficeranno di quota 100. A fare i conti è l’Ufficio studi della Cgia che ha 'recuperato' i dati Inps riferiti ai pensionati baby presenti nel nostro Paese e li ha confrontati con la dimensione economica del reddito di cittadinanza e di quota 100. "Due misure, queste ultime, che sono nel mirino dall’Unione Europea. Non è da escludere, infatti, che Bruxelles ci chieda di rivederle, in caso contrario corriamo il pericolo che una parte degli aiuti previsti dal 'Next Generation EU' ci siano negati" Per baby pensionati la Cgia intende quanti abbiano lasciato il lavoro prima della fine del 1980. "In totale sono quasi 562 mila le persone che non timbrano più il cartellino da almeno 40 anni", calcolano ancora gli Artigiani di Mestre. Di queste, oltre 386 mila sono costituite in massima parte da invalidi o ex dipendenti delle grandi aziende. "Se i primi hanno beneficiato di una legislazione che definiva i requisiti in misura molto permissiva, i secondi, a seguito della ristrutturazione industriale avviata nella seconda metà degli anni ’70, hanno usufruito di trattamenti in uscita dal mercato del lavoro molto generosi", annota ancora Cgia. Della squadra 'Baby' fnno parte anche 104 mila ex lavoratori autonomi, oltre la metà proveniente dall’agricoltura, e solo una piccola parte, pari al 10,6%, poco meno di 60 mila unità ,di ex dipendenti pubblici. Tra i pensionati baby, prosegue la ricerca Cgia, sono i dipendenti pubblici ad aver lasciato il posto di lavoro in età più giovane (41,9 anni), mentre nella gestione privata l’età media della decorrenza della pensione è scattata dopo (42,7 anni). In entrambi i casi, comunque, l’abbandono definitivo del posto di lavoro è avvenuto praticamente con 20 anni di età in meno rispetto a chi, oggi, usufruisce di quota 100. Attualmente, le persone che sono andate in quiescenza prima del 31 dicembre 1980 hanno un’età media di 87,6 anni. (...) in questo ventennio, nel pieno del regime retributivo, sono stati riconosciuti i requisiti per il pensionamento alle impiegate pubbliche con figli dopo 14 anni, sei mesi e un giorno contro i 19 anni e mezzo degli statali e i 25 anni dei lavoratori degli enti locali. "Non c’è nulla da stupirsi, dunque, se nello scacchiere europeo l’Italia, anche al netto delle uscite assistenziali, sia da anni tra i paesi che spendono di più per la previdenza, sacrificando altri settori come quello dell’istruzione, dove siamo tra le realtà che in Europa investono meno" ... la spesa previdenziale nel nostro Paese sia particolarmente alta, anche perché "registriamo un’età media tra le più elevate al mondo: facciamo pochi figli, ma viviamo meglio e di più di un tempo, quindi la popolazione tende ad invecchiare. Si pensi che nel 1981 il numero degli over 80 presenti nel nostro Paese superava di poco il milione. Nel giro di 40 anni gli ultra ottantenni sono quasi quadruplicati: all’inizio di quest’anno avevano superato quota 3,9 mln". globalist
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PiĂą Partecipazione
Ritornano le Commissioni Comunali
organi di promozione della partecipazione dei cittadini alla vita politico – amministrativa a carattere propositivo e consultivo . Vengono così istituite le sotto elencate
Commissioni Comunali permanenti:
1. POLITICHE SOCIALI
2. SCUOLA E ISTRUZIONE
3. OSSERVATORIO GIOVANI Â
4. CULTURA E BIBLIOTECA
5. COORDINAMENTO ASSOCIAZIONI Â
6. AMBIENTE ED ECOLOGIA Â
7. COMMERCIO ARTIGIANATO INDUSTRIA
8. VIABILITA’ E SICUREZZA

ALLEGATO A
COMMISSIONE POLITICHE SOCIALI Â
La Commissione Politiche Sociali si propone di esaminare e approfondire argomenti di natura sociale ritenuti di particolare interesse, esprimendo al riguardo pareri e proposte.
In dettaglio, la stessa di occupa di:
1) promuovere iniziative di prevenzione e di sostegno ai singoli, ai minori, agli anziani, ai casi di grave marginalita’, di disabilita’ e al nucleo familiare;  2) indicare e proporre interventi di tipo programmatorio e organizzativo in campo sociale quali, a titolo di esempio, segretariato sociale, interventi socio-assistenziali, di orientamento e supporto per l’accesso ai servizi territoriali, alle strutture residenziali e semiresidenziali e ai contributi economici previsti per legge, supporto domiciliare nella gestione delle attività della vita quotidiana, progetti di reinserimento, collaborazione con i servizi territoriali specialistici, interventi socio-assistenziali di base ed educativi; 3) promuovere azioni per la realizzazione delle pari opportunità e dell’inclusione.
COMMISSIONE SCUOLA E ISTRUZIONE
La Commissione per la Scuola e l'Istruzione, è un organo consultivo e propositivo, esprime parere non vincolante ma orientativo sulle materie di sua competenza per quanto riguarda le problematiche specifiche e attinenti al mondo della scuola.  Sono compiti specifici della Commissione Scuola la formulazione di proposte e pareri all’Amministrazione Comunale su tutte le tematiche afferenti alla scuola, allo scopo primario di contribuire al miglioramento qualitativo del servizio scolastico nel territorio del Comune.  In particolare, formula proposte volte:
1) alla redazione del Piano annuale del Diritto allo studio; Â
2) a proporre e collaborare con gli Istituti Scolastici per la realizzazione di progetti mirati da individuare di volta in volta sulla base delle prioritĂ ; Â
3) al miglioramento dei servizi scolastici; Â
4) ad iniziative volte a favorire il Diritto allo Studio; Â
5) alla risoluzione di eventuali problemi relativi alle scuole di ogni ordine e grado;
6) a promuovere la sensibilizzazione nelle scuole verso temi ritenuti fondamentali quali l’educazione civica, alimentare, ambientale, stradale , ecc..
COMMISSIONE OSSERVATORIO GIOVANI
La Commissione intende affrontare le questioni emergenti quali reali esigenze del mondo giovanile della nostra comunitĂ cittadina. In particolare la stessa: Â
1) cercherà di individuare, nei modi ritenuti opportuni, quali sono le primarie esigenze dei giovani Solbiatesi che chiedono di essere soddisfatte dall’azione della Amministrazione Comunale;
2) procederà all’identificazione di un insieme di progetti atti a soddisfare le esigenze espresse, tenendo in considerazione il contenuto di fattibilità degli stessi;
3) cercherĂ di dare vita ad un gruppo di attivitĂ che concorrano con il loro contributo alla realizzazione dei progetti individuati e autogestiti;
4) terrà stretti rapporti con gli assessorati pertinenti per l’implementazione di un determinato progetto, anche al fine del reperimento delle eventuali risorse finanziarie, privilegiando, comunque, il rapporto con l’Assessorato allo Sport, al Tempo Libero e alle Politiche giovanili;
5) promuoverĂ e favorirĂ la partecipazione alle proprie riunioni di tutti i giovani; il presidente ha facoltĂ di dare la parola ai giovani presenti nel pubblico durante le sedute;
6) Individuerà , d’accordo con la Giunta comunale, uno spazio dedicato ai giovani.
COMMISSIONE CULTURA E BIBLIOTECA
La Commissione ha i seguenti compiti: Â
1) vigilare sul buon andamento della Biblioteca; Â
2) elaborare e proporre le linee e gli indirizzi della politica culturale della Biblioteca; Â
3) predisporre, entro il mese di Ottobre di ogni anno, e presentare alla Giunta Comunale una relazione previsionale contenente le proposte di attività da realizzare all’interno della Biblioteca nel corso dell’anno successivo, che verrà consegnata all’Amministrazione comunale. Tale relazione dovrà contenere le proposte di spesa relative alle attività culturali e agli acquisti per migliorie dei locali, per arredamenti ed attrezzature, per collezioni librarie e sussidi didattico-educativi da attivare nel corso dell’anno successivo;
4) proporre eventuali modifiche all’organizzazione delle attività della Biblioteca, tenuto conto delle esigenze dei lettori;
5) favorire in ogni modo gli apporti di enti, associazioni, gruppi di studiosi in grado di fornire concrete prestazioni di animazione culturale; Â
6) proporre le iniziative opportune per interessare la comunitĂ alla vita della Biblioteca e per farne conoscere i progressi e le necessitĂ ;
7) promuovere il Museo Socio Storico;
8) proporre l’acquisto di nuovo materiale (libri e multimediale) e promuovere la raccolta di libri, a titolo gratuito da privati, ove ritenuti di particolare interesse.
COMMISSIONE COORDINAMENTO ASSOCIAZIONI Â
La Commissione per il coordinamento delle Associazioni quale organo consultivo e di collaborazione coadiuva l’Amministrazione nelle scelte attinenti la promozione della pratica delle attivitĂ sportive e ricreative, sotto il profilo della funzione sociale, dell’educazione e della formazione della persona, coordinando l’attivitĂ delle associazioni locali che intendono collaborare in modo sinergico per contribuire al miglioramento dell’offerta di servizi sportivi e ricreativi a favore della cittadinanza. Â
Principali finalitĂ ed obiettivi della Commissione sono: Â
1) collaborare con l’Amministrazione comunale per il miglior utilizzo delle strutture e degli impianti comunali esistenti sul territorio, tenendo conto delle specifiche norme regolamentari; Â
2) favorire e promuovere attivitĂ ricreative e di educazione sportiva rivolte alla Cittadinanza e alle scuole; Â
3) fornire indicazioni e proposte per la definizione di un calendario annuale di manifestazioni sportive e ricreative; Â
4) sviluppare forme di collegamento e di collaborazione con altre realtĂ e Commissioni comunali;
5) presentare alla Giunta Comunale, entro il 31 Ottobre di ogni anno, una relazione programmatica, inclusiva degli eventuali impatti finanziari sul bilancio comunale, delle attività che si intendono sviluppare nell’anno successivo.
COMMISSIONE AMBIENTE ED ECOLOGIA
La Commissione Ambiente ed Ecologia ha il compito di esaminare le modalitĂ operative in atto nella gestione ambientale, di identificarne le eventuali carenze e problematiche, di indicare le possibili soluzioni e le prioritĂ di intervento. Â
Compiti: Â
1) valutazione e catalogazione dei fattori di impatto ambientale piu’ significativi, come emissioni, rifiuti, rumori, ecc.;
2) esame delle attivitĂ in essere o in corso di realizzazione, per definire i punti critici rispetto alla salvaguardia dell’ambiente; Â
3) verifica degli obblighi imposti da Leggi e regolamenti;
4) individuazione e valutazione delle possibilità di miglioramento ambientale: piano dell’energia sostenibile;
5) formulazione di proposte di intervento per la riduzione o l’eliminazione delle fonti di disagio ambientale;
6) promozione di interventi per diffondere le tematiche ambientali nella cittadinanza;
7) elaborare proposte per sensibilizzare, specialmente le Scuole, sull’argomento Ambiente ed Ecologia;
8) studiare nuovi progetti per rivalutare l’ambiente della Valle Olona;
9) tutela animali e relativo regolamento. Â
COMMISSIONE COMMERCIO ARTIGIANATO INDUSTRIA
Lo scopo della Commissione Commercio Artigianato Industria è quello di realizzare la promozione di iniziative utili allo sviluppo, nel territorio comunale, delle attivitĂ produttive. Â
In particolare la Commissione persegue le finalitĂ di studio e analisi tendenti a:
1) valorizzare le imprese commerciali, artigianali e industriali esistenti nel territorio solbiatese, con particolare attenzione agli esercizi di vicinato operanti nel centro del Paese;
2) promuovere l'integrazione fra le diverse attivitĂ economiche per migliorare i servizi offerti alla popolazione;
3) indicare aree urbane vitali in cui il commercio, l’artigianato e le attivita’ industriali possano rappresentare un elemento di qualificazione; Â
4) favorire gli insediamenti commerciali, artigianali e industriali destinati allo sviluppo e al recupero delle piccole e medie imprese giĂ operanti sul territorio interessato, anche al fine di aumentare i livelli occupazionali.
COMMISSIONE VIABILITA’ E SICUREZZA
La commissione Viabilita’ e Sicurezza ha funzioni propositive e di supporto alla programmazione di attività e azioni volte alla funzionalita’ del sistema viario del Paese e alla prevenzione e al controllo in materia di sicurezza pubblica. In particolare ha il compito di:
1) Contribuire alla programmazione annuale degli interventi in materia di sicurezza e verificare il buon esito degli interventi proposti;
2) Avanzare proposte per la promozione e la sensibilizzazione civica concernente la sicurezza della persona, del territorio e della viabilitĂ ;
3) Portare all’attenzione dell’Amministrazione comunale situazioni di pericolo per i cittadini o eventuali fenomeni che possano destare preoccupazione a livello viario e sociale;
4) Esaminare i problemi normativi ed organizzativi in relazione alla gestione di particolari emergenze in materia di pubblica sicurezza;
5) Promuovere programmi di collaborazione tra Enti e Istituzioni attraverso lo scambio di esperienze nei diversi ambiti di intervento che riguardano la viabilita’ e la pubblica sicurezza.
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36 mila euro da destinare al Centro di Giustizia Riparativa novarese
36 mila euro da destinare al Centro di Giustizia Riparativa novarese
Regione Piemonte e Cassa delle Ammende hanno riconosciuto al Comune di Novara un contributo di 36 mila Euro da destinare alle attività del Centro di Giustizia Riparativa novarese. E’ stata infatti accolta la proposta progettuale presentata dal Comune in risposta al pubblico rivolto agli enti gestori dei servizi socio assistenziali della Regione Piemonte per la realizzazione di servizi pubblici…

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Italia al lavoro contro lo spreco alimentare
Quella allo spreco alimentare è una delle battaglie di civiltà che caratterizzano il nostro tempo, in Italia e non solo. Si stima, infatti, che in Europa, ogni anno, siano sprecate circa 88 milioni di tonnellate di cibo (circa il 30%) mentre 96,5 milioni di persone, vale a dire il 21,9% della popolazione, sono a rischio povertà o esclusione sociale; di questi, 27,6 milioni sono gravemente indigenti (dati 2020 pubblicati da Europstat). Per ottenere un buon risultato nella lotta allo spreco alimentare occorre una strategia a largo raggio che conti azioni integrate. Non basta, infatti, formare una nuova generazione di consumatori consapevoli, ma è necessario coinvolgere anche la rete retail. I supermercati, costretti a gettar via l'invenduto, sono un anello importante in questa "catena dello spreco". Il terzo tassello, infine, deve far entrare nel circuito le realtà assistenziali. La lotta allo spreco alimentare, oltre a dare grandi vantaggi all'ambiente, può avere un importante impatto sociale. Lo spreco alimentare in Italia: l'opera di Phenix Julien Fanara Da un anno in Italia è approdata Phenix. La scale-up francese è impegnata, dal 2014, a evitare che prodotti consumabili vadano gettati nell'immondizia. Presente anche in altri Paesi europei come Spagna, Portogallo e Belgio, in questi anni ha messo a punto diversi strumenti digitali rivolti a retail e cittadini che vogliono seguire uno stile di vita sostenibile e solidale. Grazie alle soluzioni offerte è possibile creare un nuovo percorso per i prodotti invenduti che ha come tappe fondamentali i grandi supermercati, i privati cittadini e gli enti di beneficenza. L'Italia sembra rispondere bene così come ci racconta Julien Fanara, Country Manager per l'Italia di Phenix, che ci ha illustrato le "tonnellate di idee" che animano la sua azienda; gli obiettivi raggiunti in questo anno in Italia e quelli in cantiere a cui sarà possibile lavorare grazie a un nuovo round di finanziamenti che Phenix ha appena ricevuto. Cinque Colonne Magazine · Intervista a Julien Fanara, Country Manager Italia Di Phenix In copertina foto di Matthias Böckel da Pixabay Read the full article
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Marito e moglie stabilmente residenti in Argentina percepivano indebitamente l'Assegno Sociale, sequestri per oltre 120 mila euro
https://www.cosenzapage.it/media/2022/03/04032022_053012_Tropea.jpg - #CosenzaPage I militari della Tenenza della Guardia di Finanza di Tropea, nell’ambito delle funzioni di polizia economico – finanziaria a tutela della Spesa Pubblica Nazionale ed al contrasto delle frodi agli Enti Previdenziali ed Assistenziali, anche avvalendosi degli strumenti di cooperazione internazionale attivati per il tramite del Comando Generale II Reparto, hanno avviato specifici controlli finalizzati ad […]
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Piccoli reati come aneddoto dei tempi che furono:
Pirateria stradale, clonazione dati personali, simulazione titoli di studio.
Diffusione di corona virus (untori) x violenza restrizioni in norma di stato emergenza pandemico corona virus, bullismo, estorsione di denaro, demenza, distruzione oggetti altrui, acquisti illegali mercato nero, contrabbando,vendite irregolare e senza fattura o scontrino e ricevuta, lavoro in nero, non formalizzazione versamento contributi e rapporti lavorative del lavoro,manifestazioni fasciste, incostituzionalità , bestemmie verso chiesa cattolica, gestioni denaro e transazioni non chiare, false informazione private, avvio false pratiche enti Socio assistenziali, attacchi di ira, collera, libidine sessuale prettamente allusiva x estorcere denaro o masturbatoria continua, estorsione denaro in tutti i modi e fini x potenziale acquisto di droga, sbalzi di umore e fondi allusivi di attaccamento a cose o persone + fatti, ricordi eventi passati latente sistematica continua non chiara a che fine ma persistente nella loro testa ,manomissione impianto dei freni autoveicolo, aggressione premeditata intenzionale in gruppo, molestia e induzione alla schiavitù e sottomissione psicologica al fine di avere privilegio di donne e maschi di più età , generis, classi lavorative, sociale, personali.
Violazioni diritti uomo e donna, clonazione e violazione dati sensibili, cyber crimini e pirateria informatica, violazione norme e diritto europei, desinsibilizzazione e offesa virtù sociali etica, aggressione e offesa pubblici ufficiali, reticenza, eticita invalidata su crimini sessualità , non osservanza del principio del buon padre di famiglia.
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I POVERI MUOIONO PRIMA
I comunisti e i problemi di oggi
Il caos sanitario in Italia
L'Unione Sovietica non spende in proporzione, per la tutela della salute, più dell'Italia. Spende come noi (e come la Cecoslovacchia, e come l'Inghilterra) il 4 per cento del proprio reddito nazionale. Perché, allora, i risultati sono diversi? Perché il nostro sistema sanitario a differenza degli altri paesi che spendono quanto noi, è in preda al caos continuo? In Italia, si giunge all'assurda situazione in cui i cittadini, in particolare i lavoratori, vengono defraudati della loro salute e costretti a vivere in condizioni ambientali spesso morbigene; vengono poi taglieggati nei loro guadagni con prelievi, per le pensioni e per le mutue, che sono percentualmente i più alti del mondo; e vengono infine curati male (spesso queste cure sono interrotte del tutto, per il dissesto delle mutue), ed appena escono dalla produzione ricevono pensioni minime di 12.000 o di 19.500 lire al mese, pensioni medie di 22.000 lire. La percentuale del salario prelevata per l'assicurazione contro le malattie, per esempio, è cresciuta continuamente in Italia, come mostrano i seguenti dati relativi ai lavoratori dell'industria:
Anno Contributi percentuali per le mutue 1943 4,70 1946 5,00 1955 6,93 1963 8,81 1966 12,61
Ma quale beneficio traggono i lavoratori, dal fatto che ogni 100 lire di salario versano 12,61 lire (tramite le trattenute padronali) per l'assistenza di malattia? L'assistenza è forse migliorata di tre volte, quanto cioè sono aumentati i contributi pagati dai lavoratori? La verità è che in Italia, dove l'estensione dell'assistenza sanitaria è avvenuta sotto la spinta di lotte sindacali e politiche, è sempre mancata da parte delle classi dirigenti ogni volontà di riforma in questo campo. Sono perciò in vigore norme assistenziali sperequatrici e complicate, carenze assai ampie di attrezzature e di servizi che suscitano profondo malcontento tra i lavoratori. Numerose categorie hanno diritto ad un'assistenza incompleta, vi sono differenze tra agricoltura e industria, ed i lavoratori autonomi (coltivatori diretti, artigiani, commercianti) hanno mutue che forniscono solo una parte delle cure. La molteplicità e la dispersione degli Enti, i diversi trattamenti all'interno dello stesso Ente, perfino la suddivisione delle malattie e dell'individuo malato in vari sottogruppi (malattia comune, tubercolosi, malattia professionale, malattia mentale: per ognuna una diversa istituzione!) provocano un'incertezza del diritto di accesso alle cure, oltre che una dispersione di mezzi e di attrezzature. Anche le indennità economiche dovute ai lavoratori in caso di malattia sono insufficienti, e presentano carenze, limiti temporali, disparità , condizioni contributive difficili da rispettare, tanto che il lavoratore rischia spesso di vedere decurtato il salario o di perdere le indennità proprio quando, essendo ammalato, si fanno maggiori le sue esigenze. Non esiste, più in generale, un << sistema sanitario >>, bensì una serie di istituzioni statali, parastatali, comunali e semipubbliche prive di collegamenti fra di loro. La prevenzione ambientale (quando esiste) è affidata allo Stato oppure ai Comuni. I ricoveri ospedalieri dipendono dalle Opere Pie e per alcune malattie dagli Enti assicurativi: la tubercolosi dall'INPS, gli infortuni sul lavoro dall'INAIL. Le attività ambulatoriali sono collegate alle mutue, oppure ai Comuni per gli iscritti negli elenchi dei poveri, e spesso dipendono da ambulatori privati. Le cure domiciliari sono prestate da medici convenzionati, che non sono né statali né liberi professionisti. Il pronto soccorso ed il trasporto dei malati è effettuato dalla Croce Rossa. I servizi sanitari di fabbrica dipendono quasi sempre direttamente dai padroni, e così via. Fra queste repubbliche autonome (o monarchie) alle quali è affidata la salute degli italiani, esistono barriere, separazioni talmente nette da non consentire alcun coordinamento, da divenire spesso ostilità , concorrenza, duplicazione di servizi. Vasti settori dell'assistenza restano peraltro quasi del tutto scoperti, come la tutela dell'infanzia, come la protezione sanitaria e sociale per gli anziani, come la prevenzione nei luoghi di lavoro, come il ricovero ospedaliero in vaste zone del Mezzogiorno e delle isole.
Continua...
Testo di Giovanni Berlinguer, 1968
-A cura della Sezione centrale stampa e propaganda del PCI
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Massa: mozione per la figura dell’educatore di plesso

Massa, il Responsabile Dipartimento Cultura di Forza Italia Massa Luca Tonlazzerini: "Inclusione scolastica: Forza Italia propone la figura dell’educatore di plesso." Nel nostro Paese, già prima della pandemia, un giovane su sette si smarriva durante il proprio percorso di studi; oggi il Covid 19 ha ulteriormente aggravato la situazione e la percentuale di studentesse e studenti che non riescono a conseguire il diploma sta vertiginosamente aumentando. I dati fanno rabbrividire: secondo Save the Children da marzo 2020 a gennaio 2021 nel 28% delle classi superiori si è denotato l’allontanamento di almeno una/un alunna/alunno. Il dato Ipsos è di 34mila ragazzi dispersi. In molte realtà il tasso di dispersione è più che raddoppiato passando dal 13% al 27%. Tale situazione mette a rischio la vita e il futuro delle nostre ragazze e dei nostri ragazzi percuotendo, in particolare modo, le persone più fragili. Forza Italia, attraverso il responsabile provinciale del dipartimento Istruzione e Disabilità Luca Tonlazzerini e il gruppo consiliare (Benedetti, Cagetti, Cofrancesco, Ronchieri) ha provveduto a presentare un’iniziativa tramite la quale rispondere con adeguatezza ai nuovi bisogni educativi territoriali, anche alla luce delle complessità della gestione scolastica emersa durante l’emergenza sanitaria. Secondo Tonlazzerini è fondamentale mettere in atto misure atte a garantire l’integrazione scolastica ed attenuare il rischio d’isolamento e di abbandono, tutelando, in particolar modo, studentesse e studenti disabili così da evitare di accentuare disparità e diseguaglianze. Una prima azione concreta per garantire servizi inclusivi efficaci e di qualità a partire dall’ambiente scolastico, e consolidare un’ alleanza che miri a rafforzare l’impegno reciproco di supporto e di collaborazione tra i vari protagonisti coinvolti nel processo di inclusione, potrebbe essere l’introduzione, già dal prossimo anno scolastico, della figura degli educatori di plesso. Equipe stabili di educatori afferenti ai singoli Istituti che possano finalmente diventare una risorsa, non solo per studentesse e studenti ma per l'intera comunità educante. Luca Tonlazzerini, Responsabile Dipartimento Cultura di Forza Italia Forza Italia Massa AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE DI MASSA MOZIONE “ EDUCATORE  DI PLESSO E CAMPAGNA INFORMATIVA  “ IL CONSIGLIO COMUNALE : PREMESSO CHE:   - la scuola pubblica, come sancito nell’art. 34 della Costituzione, “è aperta a tutti”. Così la scuola è inclusiva e non esclusiva e occlusiva e si configura come un servizio essenziale per la vita di una comunità e il diritto allo studio per ogni cittadino;   - che le leggi nazionali dell'ordinamento italiano, in particolare la L. 517/77 e la L. 270/82, hanno rappresentato un cardine di civiltà nel cammino dell'integrazione per i soggetti diversamente abili anche in ambito scolastico;   - nella L.104/92 sono indicate idonee e specifiche garanzie e tutele in materia di assistenza, integrazione e diritti delle persone portatrici di handicap; in particolare l'art. 12 di detta legge riporta ai commi 2 e 3 che “è garantito il diritto all'educazione e all'istruzione della persona handicappata nelle sezioni di scuola materna, nelle classi comuni delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado e nelle istituzioni universitarie” e che “l'integrazione scolastica ha come obiettivo lo sviluppo delle potenzialità della persona handicappata nell'apprendimento, nella comunicazione, nelle relazioni e nella socializzazione”;   - secondo quanto sancito dall’articolo 13 della L. 104/92, che si raccorda anche alla L. 128/00 “L’integrazione scolastica della persona handicappata (…) si realizza (…) anche attraverso: programmazione coordinata dei servizi scolastici con quelli sanitari, socio assistenziali, culturali, ricreativi sportivi e con altre attività sul territorio gestite da enti pubblici o privati. A tale scopo gli enti locali, gli ordini scolastici e le unità sanitarie locali, nell’ambito delle rispettive competenze, stipulano accordi di programma di cui all’articolo 27 della legge 8 giugno 1990 n. 142;   - il diritto all’istruzione degli alunni con disabilità è oggetto di specifica tutela anche per quanto riguarda la normativa internazionale, di rilievo la recente Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle Persone con Disabilità, adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 13 dicembre 2006, entrata in vigore sul piano internazionale il 3 maggio 2008 e ratificata e resa esecutiva dall’Italia con legge 3 marzo 2009, n.18;   - nella scuola italiana, in tempi di Covid-19 e di quarantena, è aumentato il rischio di abbandono delle studentesse e studenti più deboli, quelle/i con meno risorse e/o in particolar modo le/gli alunne/i con disabilità certificata;   - dopo la grave situazione pandemica Sars-CoV-2 risulta ancora più marcata la necessità di promuovere e attuare contesti e pratiche pedagogiche inclusive, con particolare attenzione agli studenti e alle studentesse con disabilità e con bisogni educativi speciali.                          CONSIDERATO CHE:   - la Convenzione ONU del 2006 sui diritti delle persone con disabilità, ratificata dall’Italia nel 2009, ha impegnato i Paesi a promuovere la rimozione delle “barriere” che possono essere di ostacolo all’esercizio del diritto a partecipare in modo pieno ed effettivo alla società , da parte di quanti sono portatori di minorazioni fisiche, mentali o sensoriali a lungo termine;   - tale situazione destabilizza fortemente la vita e il futuro delle ragazze e dei ragazzi con disabilità in quanto compromette la loro più importante occasione di entrare a far parte, con piena dignità e parità , della società in cui vivono;   - emerge una grande sofferenza da parte delle famiglie, in quanto vedono negata per la/il figlia/o con disabilità un’importante e reale opportunità di crescita ed integrazione;   - viene fortemente compromesso il diritto fondamentale riconosciuto dall’art.3 della Costituzione che sancisce la pari dignità sociale di tutti i cittadini, l’uguaglianza “davanti alla legge senza distinzioni di sesso, razza, di lingua, di religione , di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali ” e che determina alla Repubblica il compito di rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che limitano di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini e impediscono il pieno sviluppo della persona umana;   - risultano spesso particolarmente fragili e carenti i servizi e le strategie messe in atto per rispondere efficacemente alle esigenze dei nuclei familiari in cui sono presenti disabili e, ai tempi del Covid-19, il principio dell'inclusione scolastica ha subito una grave limitazione;   - in Italia già prima della pandemia avevamo un tasso di dispersione scolastica superiore al 13%, situazione ulteriormente aggravatasi a causa dell’emergenza sanitaria, aggredendo maggiormente le studentesse e gli studenti più fragili;   - a seguito dell’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19, durante il periodo di sospensione delle attività didattiche in presenza, le famiglie con figli disabili hanno dovuto sostenere da sole il peso dell’isolamento con inevitabili ripercussioni e così, circa 300 mila bambine/i e ragazze/i disabili, nel nostro Paese hanno pagato il prezzo più alto di tutti;   - la precarietà dei docenti, inclusi gli insegnanti di sostegno, che ogni anno si vedono costretti a cambiare Istituto Scolastico.                            RITENUTO CHE: - deve essere obiettivo della Regione, oltre che dello Stato, sostenere e garantire, a prescindere dalle condizioni sociali e psico-fisiche, il percorso di crescita e di autonomia di ogni studentessa e ogni studente, favorendone le esperienze di crescita individuale e sociale attraverso l’abbattimento di ogni difficoltà che ne ostacoli l’accesso all’istruzione;   - è concreto il rischio per studentesse e studenti, in particolar modo per le alunne e gli alunni che presentano situazioni di disabilità , che la riapertura delle scuole a settembre potrebbe significare restare a casa o comunque rimanere ai margini;   - è urgente pensare fin d’ora a come fare integrazione scolastica da settembre in avanti, poiché non prepararsi alla riapertura in un’ottica inclusiva significa arretrare rispetto ai livelli finora raggiunti, perdere qualità educativa e per tanti studentesse e studenti e per le loro famiglie tale aspetto potrebbe tradursi in una perdita della qualità di vita.                               IMPEGNA   - il Sindaco e l’Assessore all’Istruzione ad attivarsi presso l’Ufficio Scolastico Regionale e l’Ufficio Scolastico Territoriale, affinché, come già avvenuto in altre località del nostro Paese, venga istituita una figura professionale non sostitutiva del docente di sostegno ma di appoggio educativo scolastico atta a rispondere, con adeguatezza, ai nuovi bisogni territoriali;   - figure professionali che, grazie alla stabilità e alla continuità , possano radicarsi in maniera strutturata nei contesti educativi e favorire servizi inclusivi sempre più efficaci e di qualità tramite i quali instaurare una collaborazione sempre più efficace tra i vari protagonisti coinvolti nel processo di inclusione ed essere d’ausilio all’intera comunità scolastica;   - ad attuare congrue misure atte ad attenuare, per le studentesse e gli studenti disabili, soprattutto gravi e di quelli più fragili, il rischio d’isolamento e di abbandono e di garantire l’integrazione scolastica per non accentuare le disparità e le diseguaglianze, affinché risulti congruo il rapporto insegnanti di sostegno-alunni con disabilità nel rispetto delle direttive ministeriali e dell’Art. 3, comma 3 legge n. 104/1992;   - ad assicurare una realtà educativa stabile e continuativa anche per studentesse e studenti che, a causa delle loro particolari condizioni di salute, non sono nelle condizioni di frequentare gli ambienti scolastici;   - ad istituire una campagna informativa sull’inclusione e sull’integrazione scolastica da svolgere principalmente nelle scuole con una cadenza periodica, in collaborazione con le associazioni del territorio e con l’Ufficio Scolastico Territoriale. I consiglieri comunali: Giovanbattista Ronchieri Antonio Cofrancesco Piergiuseppe Cagetti Stefano Benedetti Read the full article
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