#emozioni da scrittrice
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persa-tra-i-miei-pensieri · 5 months ago
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Rosa sei stronza ma ti adoro per questo, sei uno dei personaggi più fregni del racconto perché dai quel tocco di emozioni in più nel lettore, anche se per ora solo nella sottoscritta scrittrice che vorrebbe tirarti nu schiaffatone e dopo pochi istanti si mette a ridere da sola come una scema.
Non c'è altro da dire mi sto divertendo a scrivere questo racconto come una bambina al parco giochi e ora diamoci dentro con l'ultima parte: ce la posso fareeee
Carissimi affezionati e tumblerini se volete supportarmi in queste ultime battute al PC potete mettermi un cuoricino o scrivermi qualche frase motivazionale pleeeease? 🥹
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mucillo · 7 months ago
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Vi giuro, amo le feste,
quelle tra amici
una pizza e una birra,
quelle in strada
a ballare e cantare a squarciagola.
In fondo così
dovrebbe essere la vita,
allegra, spensierata, serena.
Un raccolto di emozioni
da seminare e condividere.
Dovrebbe!
La fine di un anno
è solo il conteggio del tempo,
stagioni che passano, annaspando.
Anni sprecati a rincorrere
gioie irraggiungibili, proibite.
La fine di un anno
è solo lo specchio che riflette
il prossimo suo, uguale
uguale nei drammi, delle pesti
che divorano le anime fragili.
No, non sto a dirvi che mi
auguro che l’uomo scompaia.
Sarei ipocrita a dirlo
senza darne per prima l’esempio.
Né credo d’essere migliore di altri.
Sono qui per dirvi
di assaporare il divertimento di una notte,
ve lo dico a cuore aperto.
Ma gli auguri no, per quelli
servirebbe il miracolo delle fiamme
fiamme, nella notte nera,
distruttrici d’ogni potere, non
certo di popoli,
non certo di lavoratori, non certo
di mendicanti, né di fiumi, boschi e amori
Per gli auguri attendo, l’anno
delle galere in cenere, delle fabbriche occupate.
Attendo, le barricate nelle vie,
e i volti dei compagni, liberi dalle sbarre,
accanto a me.
Caterina Barbierato
Scrittrice e poetessa anarchica
da (Come Semi di Taràssaco)
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kiki-de-la-petite-flaque · 7 months ago
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«Per quanto mi riguarda, penso che non ci sia mito più irritante e falso di quello dell'Eterno femminino, che è stato inventato dagli uomini con la complicità delle donne e che descrive queste ultime come intuitive, affascinanti, sensibili. Gli uomini hanno il potere di dare a simili parole un'accezione lusinghiera, al punto che molte donne si lasciano ingannare da quest'immagine. Svelano i misteri dei loro cuori, i segreti delle loro intime emozioni con umiltà, offrono all'uomo il riflesso dei suoi desideri, rafforzando il suo senso di superiorità. Ma quando parla di sensibilità delle donne, in realtà l'uomo si riferisce alla loro pretesa mancanza di intelligenza, quando parla di fascino alla loro pretesa mancanza di responsabilità, quando parla di capriccio alla loro pretesa propensione al tradimento. Non lasciamoci ingannare.»
Simone de Beauvoir, da “La femminilità, una trappola”. Articolo per Vogue, 1947
Il 14 aprile del 1986 si spegneva a Parigi Simone de Beauvoir, scrittrice, filosofa e femminista che ha lasciato un segno indelebile nella cultura del XX secolo.
Figura iconica dell'esistenzialismo, legata a Jean-Paul Sartre, è celebre per "Il secondo sesso", opera fondamentale del femminismo moderno che denuncia la discriminazione verso le donne.
Oltre a saggi e opere teatrali, ha scritto romanzi come "L'invitata" e "Memorie di una ragazza perbene".
Figura controversa, ma senza dubbio tra le più importanti del Novecento, il suo pensiero continua a influenzare il dibattito su femminismo, esistenzialismo e libertà individuale.
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leparolechenonesprimo · 9 months ago
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Pensavo che rileggere il libro la seconda volta non mi avrebbe fatto lo stesso effetto, invece come la prima volta mi ha fatto provare emozioni forti, troppo forti come la scorsa volta tanto che arriva un certo punto in cui devo fermarmi e prendermi tempo.
Anche questa volta come la prima ho bisogno di meditare, di prendermi un momento consapevole che tutti i libri che leggerò dopo non saranno all'altezza, saranno futili.
Non vedo l'ora di regalarmi la seconda storia di questa scrittrice ma devo fermarmi adesso, non sono pronta ad affrontare un altro suo libro, soprattutto se una nuova storia.
Ho ancora gli occhi gonfi da quanto ho pianto ieri sera, purtroppo io sono così troppe emozioni non so gestirle.
Però ogni anno lo rileggerò, avrò bisogno della dose di emozioni di questi libri e soprattutto dei personaggi che mi hanno insegnato tanto.
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elenascrive · 2 years ago
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Tanti Cari Auguri a Te
che sin dal Nostro primo scambio di commenti
ci siamo immediatamente capite,
scoprendo di avere parecchio in comune
L’Amore per la Scrittura come prima cosa
Tu sei una Scrittrice veramente fantastica
capace di far parlare il Tuo cuore sempre
ancor prima della Tua mente,
dando vita a pensieri unici e speciali
nei quali mi ci rispecchio
Sei un’anima veramente favolosa
bella sia dentro che fuori
con un’eleganza da far paura
Ed una creatività originale
che Ti porta addirittura a confezionare
abiti mozzafiato su misura per Te
per le Tue meravigliose serate
in compagnia della Tua Amata Famiglia
che ami più della Tua stessa vita!
Non c’è proprio niente che
Tu non sappia fare
e sappi che per questo Io Ti ammiro un sacco
So che la cosa è del tutto reciproca
infatti non perdi occasione di valorizzarmi,
donandomi complimenti da urlo
per come scrivo, per come sono
Ogni volta che Ti congratuli
mi doni commoventi emozioni
in grado di scaldare subito
il Mio inquieto cuore
Ecco perché oggi più che mai
Ti ringrazio per essermi accanto
Spero di poterti conoscere presto di persona
per suggellare ancor più
La Nostra profonda Amicizia
Buon compleanno Anna Maria Cara
Con affetto,
@elenascrive
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micro961 · 9 days ago
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La scrittrice Siryana Marshal - Il romanzo “Assassinio sulle scogliere di Ballycastle”
La località di Bellycastle si tinge di rosso e il detective Finn O’Connor è chiamato a risolvere il caso
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La scrittrice Siryana Marshal pubblica il suo primo romanzo “Assassinio sulle scogliere di Ballycastle”, edito da Youcanprint, disponibile dal 17 giugno 2024. L’autrice, grazie ai suoi studi accademici in legge e criminologia forense, ha creato un thriller ambientato a Ballycastle, una località situata nell’Irlanda del Nord, ricca di suggestioni e misteri. Il villaggio è presentato con una scena drammatica: un’alba gelida che tinge di rosso le scogliere rivela il corpo senza vita di una persona non identificata sulla sabbia. A questo punto interviene sulla scena Finn O’Connor, il detective a cui è assegnata l’indagine e che incarna a pieno l’investigatore tormentato dai segreti del proprio passato. Il romanzo si sviluppa attraverso un intreccio brillante, che fonde la cultura del paese e le sue leggende ancestrali con le indagini dettagliate, da cui si evince la formazione della scrittrice. Viene ritrovato un ciondolo antico sul quale è inciso un nome dimenticato: questo elemento diventa la chiave per svelare un passato di amori proibiti, tragedie inconfessabili e un legame indissolubile tra due donne, separate da un secolo, ma unite da un destino comune. Non si investiga solo sull’atroce omicidio, ma anche sulle dinamiche misteriose e la psicologia dei personaggi. Non resta che immergersi fra le pagine di questo thriller avvincente, svelando gli enigmi che affondano le radici in un passato oscuro e dimenticato.
Acquista il romanzo
Amazon: www.amazon.it/Assassinio-scogliere-Ballycastle-Siryana-Marshal/dp/B0D7C16VFF
Feltrinelli: https://www.lafeltrinelli.it/libri/autori/siryana-marshal
Youcanprint: https://store.youcanprint.it/assassinio-sulle-scogliere-di-ballycastle/b/6356fa4a-a795-5bfe-bac0-be83208304ec
Storia dell’autrice
Siryana Marshal è una scrittrice italiana che pubblica il suo primo libro “Assassinio sulle scogliere di Ballycastle” nel 2024. Amante dello studio e della lettura si laurea in legge e in criminologia forense, ma la passione più grande che da sempre porta nel cuore è la scrittura, che considera uno dei mezzi di espressione più coinvolgenti e stimolanti dell’animo umano. Decide di trasferire sulla carta sogni, pensieri ed emozioni facendoli vibrare attraverso le “corde” dei suoi personaggi, negli incantevoli paesaggi dell’Irlanda del Nord.
Facebook: https://www.facebook.com/profile.php?id=61563949379158&locale=it_IT
Instagram: https://www.instagram.com/siryana_marshal/
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elmas-66 · 2 months ago
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Letizia Caiazzo - Piane di Sorrento, grande successo per l'evento artistico - poetico "Compiuta Donzella" curato nei particolari e da qui gli eccellenti risultati ottenuti, pubblicazione di Elisa Mascia -Italia
Foto cortesia dell’evento Insieme si può sempre,  perché la Cultura è di tutti. Il 15 settembre 2024,  a Piano di Sorrento (NA), si chiuderà la mostra “Emozioni a confronto”. L’ organizzatrice dell’ Evento è stata  la  Prof.ssa Letizia Caiazzo, pittrice e scrittrice di adozione sorrentina, ma di origine salernitana, che è stata premiata ad Agrigento tra le  Eccellenze italiane, insieme al…
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vorticimagazine · 3 months ago
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Capire i sentimenti
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Questa volta, Vortici.it vuole invitarvi a scoprire o riscoprire il libro: Capire i sentimenti - Per conoscere meglio se stessi e gli altri (Mondadori) di Vera Slepoj, venuta a mancare recentemente.
Sentimenti, affetti, emozioni lo sappiamo, accompagnano la nostra esistenza influenzandone il percorso verso sviluppi più o meno felici. Eppure li abbiamo sempre vissuti come ineluttabili. Tale è il loro impatto sull'esistenza umana che, per comprenderne il senso, la natura, le dinamiche, sono state coinvolte le scienze umane e sociali, la medicina e perfino la biologia e la chimica del corpo. Da qualche decennio, invece, la psicologia ci ha insegnato a conoscerli, più che a dominarli come si voleva in passato. Nel bel mezzo di una miriade d'informazioni, tuttavia, ci siamo sentiti dire tutto e il contrario di tutto a causa di un’informazione farraginosa, imprecisa, spesso fuorviante. Mettere un po’ d’ordine nella conoscenza dei sentimenti appare ormai indispensabile  a molti di noi: ed è ciò che offre questo libro, ricco di esperienze maturate nel diretto contatto con chi si rivolge allo psicologo per sbrogliare la matassa ingarbugliata del proprio mondo emotivo. Tentarne un'analisi descrittiva è lo scopo di questo libro, frutto di una vasta esperienza maturata in anni di studio e di pratica terapeutica. Vera Slepoj come psicologa, ha approfondito negli anni lo studio e la pratica dei sentimenti traendone appunto il libro "Capire i sentimenti", uno strumento importante per capire noi stessi e chi ci sta intorno. Ed ecco dunque una rassegna completa di sentimenti positivi (l’amicizia, l’amore, la simpatia, la socialità, la felicità) e negativi (l’angoscia, l’aggressività, la cattiveria, la gelosia, l’invidia, il narcisismo, o la paura, il senso di colpa, l’odio e la violenza). L'autrice ci invita a prestare una particolare attenzione ai sentimenti nelle età evolutive (l’adolescenza, la vecchiaia), quando l’identità di ciascuno elabora mutamenti essenziali. Esprime una sintesi dei sentimenti che travagliano la coppia e la famiglia. E introduce nella sua analisi una categoria di sentimenti spesso trascurati, eppure determinanti nella formazione dell’individuo, soprattutto oggi che la comunicazione di massa e la disgregazione delle culture ideologiche, etniche o religiose impongono sradicamenti e scelte che affondano troppo spesso nell’irrazionale: i sentimenti collettivi, come l’idea di civiltà e di progresso, il pensiero conservatore e rivoluzionario, l'integralismo e il fondamentalismo, che ci costringono a complesse mediazioni tra passato, presente, futuro. “Sui sentimenti si è costruita l’arte di ogni tempo, dalla musica alla poesia, dalla letteratura alla pittura. E i sentimenti sono qui, in noi, e lì, fuori di noi, e con i sentimenti dobbiamo confrontarci per conoscere chi siamo, da dove veniamo e dove stiamo andando”. Leggi qui un estratto...  
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Vera Slepoj (1954 Portogruaro  - 2024) è stata una psicologa e scrittrice italiana. Si è laureata in Psicologia presso l'Università di Padova nel 1977, si è poi specializzata in psicoterapia individuale e di gruppo e oggi è psicologa psicoanalista con diploma in sofrologia medica. Ha vissuto e lavorato tra Padova, Milano e Londra. Molte le attività che l’hanno impegnata negli anni: tra le altre, l’insegnamento presso l’Università di Siena, la presidenza della Federazione Italiana Psicologi dal 1989 e dell’International Health Observatory, la direzione di importanti scuole di formazione in psicologia. Autrice di pubblicazioni scientifiche e divulgative, partecipa a programmi televisivi e collabora con diverse testate, tra cui «Diva e donna». Alcuni dei suoi libri sono stati tradotti da case editrici internazionali, tra cui Payot. Ha pubblicato Capire i sentimenti (Mondadori 1996), Cara TV con te non ci sto più (insieme a Marco Lodi, Alberto Pellai che voi lettori avete conosciuto attraverso le nostre pagine e Franco Angeli 1997), Legami di famiglia (Mondadori 1998), Le ferite delle donne (Mondadori 2002), Le ferite degli uomini (Mondadori 2004), L'età dell'incertezza. Capire l'adolescenza per capire i nostri ragazzi (Mondadori 2008), La psicologia dell'amore (Mondadori 2015). Vera Slepoj si è spenta il 21 giugno 2024 a Padova. «Ci mancheranno il suo entusiasmo e la sua simpatia, così come la sua capacità di trattare in modo chiaro e divulgativo temi importanti come le relazioni affettive e altre complesse problematiche sociali.» così l'ha ricordata il sindaco di Padova Sergio Giordani su Repubblica. Scoprite la nostra rubrica Libri Consigliati Foto: https://www.lafeltrinelli.it/Immagine di copertina: freepik.com Read the full article
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lamilanomagazine · 7 months ago
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Cultura, consegnati a Roma i “Premi Nazionali per la Traduzione” 2023
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Cultura, consegnati a Roma i “Premi Nazionali per la Traduzione” 2023 Sono stati consegnati il 16 aprile, a Roma, al Ministero della Cultura, i “Premi Nazionali per la Traduzione”, edizione 2023. I riconoscimenti, istituiti nel 1988, sono destinati a traduttori ed editori italiani e stranieri che abbiano contribuito, con le loro opere, ad elevare la quantità e la qualità degli scambi reciproci fra la cultura italiana e le altre culture. La commissione, presieduta dalla professoressa Tiziana Lippiello e composta da Maria Cristina Assumma, Michele Bernardini, Daria Galateria, Emma Giammattei, Camilla Miglio, Franca Poppi e Barbara Ronchetti, con il supporto della Direttrice generale Biblioteche e diritto d’autore del MiC, Paola Passarelli, ha conferito 8 premi, 4 maggiori e 4 speciali. Alla premiazione era presente il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. “Il lavoro del traduttore è un vero e proprio impegno creativo, una maestria artigiana che supera per sublimarlo il mero esercizio linguistico. Si tratta di alte professionalità artistiche, letterati capaci di trasmettere non solo i pensieri ma anche le emozioni degli autori tradotti. Per citare Josè Saramago: mentre lo scrittore rende la letteratura nazionale, il traduttore la rende universale”, ha detto la Direttrice Passarelli. I premi maggiori sono andati a: Francesco Zambon (Italia): vanta un altissimo profilo di filologo romanzo e di traduttore letterario. Sue le traduzioni di alcuni tra i più importanti trattati cristiani del XII secolo tra cui il “De Contemplando Deo”, il “De natura et dignitate amoris” di Guglielmo di Saint Thierry e il “De diligendo Deo” di Bernardo di Clairvaux. Le tre opere presentate sono collegate dalla straordinaria perizia del traduttore, un filologo che tiene a restituire al lettore “il sapore massimo di ogni parola”; Carlos Ortega Mayor (Spagna): ha presentato tre proposte di altissimo interesse per l’originalità dei testi e per la qualità della traduzione, traducendo in spagnolo “La Bella Estate” di Cesare Pavese, “Riccardino” di Andrea Camilleri, pubblicato postumo, “Dopo il Divorzio” di Grazia Deledda; Casa Editrice Edicola (Italia): casa editrice indipendente, specializzata nella pubblicazione di opere di autori cileni contemporanei tra i più apprezzati e premiati, quali Andrés Montero, Maria José Ferrada e Nona Fernández. Pregevole la collana “Al tiro”, che raccoglie racconti e romanzi brevi degli autori cileni di maggior talento; Casa Editrice Colibrì (Bulgaria): casa editrice fondata nel 1990, con sede a Sofia, offre variegate proposte letterarie, dai classici moderni italiani quali Italo Calvino, Elena Ferrante, Dino Buzzati e Umberto Eco tradotti in bulgaro, a traduzioni di classici senza tempo, grazie alla collana che raccoglie i “Classici del mondo” come Dante Alighieri. Degna di essere ricordata infine, la collana “Amarcord”, che ospita le memorie di illustri protagonisti del cinema, tra i quali, Marcello Mastroianni, Franco Zeffirelli, Claudia Cardinale, Federico Fellini; I premi speciali sono andati a: Anna Isabella Squarzina: professore associato di lingua e traduzione francese è dotata di una sensibilità non comune. Traduttrice di un testo raro di Jean Starobinski, intitolato “Poetiche della nostalgia”, riproduce, al di là delle fedeltà ermeneutica, il ritmo “malinconico” della scrittura del grande critico. Di massimo rilievo inoltre, è la sua prima traduzione mondiale dei “Settantacinque Fogli” di Marcel Proust, curatissima in ogni dettaglio e caratterizzata da una eccezionale eleganza stilistica; Annelisa Alleva: da anni apprezzata nel panorama italiano e internazionale come poeta, saggista e traduttrice, ha tradotto con grande abilità autori di spicco della tradizione russa come Lev N. Tolstoj ed Aleksandr Puškin. Le sue traduzioni puškiniane costituiscono l’approdo di un importante lavoro durato decenni. “Scrittrice che traduce”, come lei stessa preferisce definirsi, Alleva intreccia competenze diverse. Ha pubblicato varie raccolte di versi, tra cui “La casa rotta”, insignita del premio “Sandro Penna” nel 2010. Fulvio Bertuccelli: studioso caratterizzato da un’intensa attività come traduttore, soprattutto rivolta alla letteratura turca contemporanea. Si segnala la capacità di resa in italiano di opere turche abbastanza rare, mai tradotte in lingue europee con un valore aggiunto importante: l’attenzione per i problemi sociali della Turchia odierna. Tra le opere da lui tradotte in italiano, “Yusuf di Kuyucak” di Sabahattin Ali e “Zamir” di Hakan Gűnday, autori molto apprezzati dal pubblico turco, tradotti in italiano con una resa estremamente convincente. Guia Minerva Boni: traduttrice con un ricco curriculum di traduzioni e di interventi sulla traduttologia, traduce dal portoghese, dal francese e dall’inglese. Ha tradotto “La divina irrealtà delle cose. Aforismi e dintorni” di Fernando Pessoa, “La donna che scrisse la Bibbia” del brasiliano Moacyr Scliar, “Peregrinazione” del portoghese Fernão Mendes Pinto. Particolarmente lodevole quanto presentato sia per la complessità del testo tradotto che per il suo valore storico-culturale.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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carmenvicinanza · 8 months ago
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Gabriela Mistral
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Gabriela Mistral, scrittrice cilena, è stata la prima latinoamericana a ricevere il premio Nobel per la Letteratura nel 1945.
Con uno stile e un ritmo narrativo unico e innovativo, nelle sue opere ha affrontato l’amore, la natura e la spiritualità, mostrando una profonda compassione per l’umanità e un forte senso di solidarietà verso le persone più deboli e bisognose.
Nata col nome di Lucila de María del Perpetuo Socorro Godoy Alcayaga a Vicuña, in Cile, il 7 aprile 1889, aveva studiato da autodidatta, con l’aiuto della sorella insegnante, dopo aver lasciato la scuola alle secondarie.
A quindici anni già scriveva versi per un giornale locale e insegnava in una scuola rurale.
Nel 1914 ha vinto il suo primo premio letterario e adottato lo pseudonimo di Gabriela Mistral in omaggio ai suoi due poeti preferiti, Gabriele d’Annunzio e Frédéric Mistral.
Mentre la sua carriera scolastica progrediva, nel 1922 è stata invitata in Messico dal Ministro dell’Educazione, per partecipare a un piano biennale di riforma scolastica con l’intento di far decollare l’istruzione del Paese. Nello stesso anno, a New York, ha pubblicato la raccolta Desolación che le ha portato fama internazionale.
Nel 1923, dopo aver contribuito con suoi testi all’antologia Lecturas para Mujeres, ha ricevuto dal presidente del Messico Álvaro Obregón una borsa di studio di un anno che le ha consentito di viaggiare negli Stati Uniti e in Europa per tenere discorsi pubblici. Tornata in patria, le venne conferito il titolo accademico di Professoressa di lingua spagnola presso l’Universidad de Chile.
Nel 1924 ha pubblicato a Madrid Ternura, altra raccolta di gran successo seguita da un tour per l’America del Sud.
Ha rappresentato l’America Latina all’Istituto per la Cooperazione Intellettuale della Lega delle Nazioni, a Parigi.
Lasciato l’insegnamento, ha lavorato come giornalista e tenuto lezioni e conferenze in diverse università americane come la Columbia e l’Università di Porto Rico.
Dal 1932 fino alla sua morte, è stata console del Cile in diverse città come Napoli, Madrid, Petrópolis, Nizza, Lisbona, Los Angeles, Veracruz, Rapallo e New York.
Ha pubblicato centinaia di articoli in periodici e giornali di tutti i Paesi di lingua Spagnola.
Nel 1938, a Buenos Aires, grazie all’aiuto dell’amica e corrispondente Victoria Ocampo, ha dato vita a una nuova opera, Tala, il ricavato delle vendite venne devoluto agli orfani e orfane dalla Guerra Civile Spagnola. Il volume include vari poemi che esaltano gli usi ed il folklore del Sud America e dell’Europa mediterranea. La prima parte dell’opera è dedicata alla madre, morta nel 1929, da sempre figura chiave nella sua vita.
Il 10 dicembre 1945 è stata la quinta donna della storia e la prima di lingua spagnola a vincere il Premio Nobel per la letteratura per «la sua opera lirica che, ispirata da potenti emozioni, ha reso il suo nome un simbolo delle aspirazioni idealiste di tutto il mondo latino americano».
Nel 1946, durante uno dei suoi viaggi, ha conosciuto la scrittrice statunitense Doris Dana, con la quale è nata una relazione sentimentale segreta e travagliata a causa della distanza. La corrispondenza fra le due scrittrici (1948-1956), raccolta nel libro Niña errante è stata pubblicata postuma nel 2009.
Nel 1947, Gabriela Mistral ha ricevuto la laurea honoris causa dal Mills College di Oakland, in California. Quattro anni dopo, in patria, le è stato consegnato il Premio Nazionale per la Letteratura.
Nel 1953 è nominata console a New York, dove è morta di cancro al pancreas a Long Island il 10 gennaio 1957. Quando i suoi resti sono stati traslati in Cile, il Governo ha dichiarato tre giorni di lutto nazionale.
Durante la convivenza, quando era già malata, la sua compagna aveva iniziato a raccogliere la corrispondenza e le sue opere, più di 40.000 manoscritti e 250 lettere che sono stati donati al governo cileno e conservati nella Biblioteca Nazionale del Cile dal nipote Doris Atkinson, dopo la sua morte, avvenuta nel 2006.
Nonostante il rapporto conflittuale con la sua terra natia, dove era stata spesso discriminata per il contenuto dei suoi lavori che si distaccavano da quelli di una società “maschilista, centralista ed elitaria” mentre nel resto del mondo veniva osannata per il suo talento, Gabriela Mistral non ha mai dimenticato le sue origini e nel suo testamento ha disposto che i proventi delle vendite dei suoi libri in Sud America e i beni mobili o immobili di sua proprietà fossero donati ai bambini poveri di Monte Grande, quartiere in cui aveva trascorso la sua infanzia.
L’Organizzazione degli Stati americani ha istituito, nel 1979, il Premio Gabriela Mistral, «con lo scopo di riconoscere coloro che hanno contribuito all’identificazione e all’arricchimento della cultura tipica Americana e delle sue regioni o individualità culturali».
C’è un’università che porta il suo nome e ogni città principale del Cile ha una strada, una piazza, o una via, dedicata all’autrice.
La sua effige è apparsa nella banconota da 5000 pesos cileni a partire dal luglio 1981, sostituita con una nuova versione nel settembre del 2009.
Il 7 aprile 1991 il cerro Fraile, una collina situata a Monte Grande, è stata rinominata Gabriela Mistral, esaudendo un suo desiderio espresso nel testamento.
Il 15 novembre 2005 la Metropolitana di Santiago del Cile ha ricordato l’anniversario della premiazione del Nobel di Gabriela dedicandole un intero treno decorato con fotografie della poetessa.
Gabriela Mistral è stata una scrittrice girovaga e tormentata sempre da una profonda nostalgia del suo paese che non l’ha mai amata abbastanza. Un pilastro della letteratura sudamericana il cui nome ancora oggi riecheggia nei programmi scolastici e nelle antologie.
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cinquecolonnemagazine · 8 months ago
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Il romanzo onirico di Elisabetta Tagliati: Lacrime di eternità
Una storia ��ultraterrena” Il romanzo di Elisabetta Tagliati, Lacrime di eternità, edito da Aurea nox, è il sequel di Oltre l’Abisso, il primo libro dell’autrice. Non vi aspettate di leggere il solito romanzo storico ambientato nel magico e suggestivo mondo dei celti con descrizioni di conflitti e battaglie. Queste ultime ci sono, ma di altra natura. Si tratta di conflitti interiori, di logoramenti dell’anima e dello spirito che segnano tutti i personaggi del romanzo.  Il libro di Elisabetta Tagliati è un testo che possiamo definire “spirituale”, è una storia in cui le emozioni e i sentimenti dei protagonisti guidano la narrazione.  Il lettore sarà catturato dalla profondità con cui la scrittrice indaga l’animo di ogni singolo personaggio, facendone emergere qualità e difetti, raccontandone la storia presente e passata, e coinvolgendoci nello slancio emotivo che lo conduce al cambiamento.  I personaggi (che sono gli stessi del primo romanzo) sono ben caratterizzati, ulteriormente approfonditi e sviscerati maggiormente, al fine di far emergere in essi le contraddizioni proprie di ogni essere umano. L’Amore è il sentimento che pervade tutto, anche se i personaggi si troveranno ad affrontare molta sofferenza e a fare i conti con la parte bestiale di se stessi. Il lettore, infatti, verrà catturato dalla capacità con cui Elisabetta Tagliati ha saputo dipingere le numerose sfumature dell’Amore: si va dall’amore incestuoso a quello passionale e distruttivo fino ad arrivare a quello materno (amorevole nonostante tutto) e a quello sincero e rispettoso. Lacrime di eternità di Elisabetta Tagliati L’eroina del libro è Bethel, capoclan Celta, che in questo romanzo si presenta in una veste insolita, quella di puro spirito. Le angosce di Bethel e la sua impossibilità all’azione perché “intrappolata” in un salice, evocano la prigione fisica e spirituale in cui si trova la protagonista. Bethel, infatti, vorrebbe aiutare i propri figli, che stanno per affrontarsi in una guerra sanguinosa a causa delle sue scelte passate, ma è impossibilitata. La protagonista è una donna angosciata per le sorti dei propri figli e che vive impotente i tormenti che lacerano le loro anime.  La mente della protagonista è tutt’uno con il flusso di consapevolezza universale che la mette in contatto con l’intero Creato. Il libro, infatti, è esso stesso impostato alla stregua di un continuo flusso di coscienzache permette al lettore di esplorare l’animo di tutti i personaggi e di riflettere, in generale, sulla natura umana. Bethel è un salice, un albero che inizia a diventare meta di pellegrinaggio per tutte le persone che gravitano nella sua vita. Un flusso ininterrotto di pensieri, emozioni e angosce transita dai personaggi al salice, al quale chiedono consiglio, ristoro per i propri smarrimenti, forza e supporto.  Figli miei non fate i miei errori: non sprecate l'esistenza realizzando ciò che gli altri si aspettano da voi. Solo Una voce è Vera ed essa è un sussurro nascosto nell'anima.  Molto interessanti sono anche le Appendici che arricchiscono di contenuti extra la lettura, lasciando che il lettore si immerga a poco a poco nell’atmosfera celtica, ricca di rituali magici, credenze e tradizioni. Mappe, disegni, simboli e risorse on line rendono il libro una vera miniera di informazioni per tutti gli amanti della cultura Celta.  Inoltre, Lacrime di eternità di Elisabetta Tagliati è un’opera fortemente legata all’artista, nella quale l’autrice riversa le proprie passioni, emozioni e le visioni oniriche. Ricordo, infatti, che la particolarità della  genesi dell’intera saga è legata proprio a una serie di  sogni che ha fatto l’autrice e che potete approfondire attraverso le interviste che le abbiamo fatto  sia su Lacrime di eternità sia su Oltre l’Abisso. Inoltre, una dettagliata descrizione delle trascrizioni dei sogni è presente anche alla fine del romanzo, all’Appendice VII.  Interessantissimi sono infine i contributi musicali che Elisabetta Tagliati mette a disposizione dei suoi lettori. La musica, insieme alla scrittura, è una delle passioni più grandi di Elisabetta. Alla fine del libro, è presente una playlist che consentirà al lettore di immergersi totalmente nelle atmosfere “Abissali”.  Read the full article
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avvocatoreale · 1 year ago
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Torna Sara Boringhieri con le sue recensioni letterarie; per il mese di Novembre ha scelto un'atmosfera british: "La Signora in tweed" di Charles Exbrayat
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di Sara Boringhieri
“LA SIGNORA IN TWEED” di Charles Exbrayat
Londra, anni Cinquanta. L’Ammiragliato è un mondo di soli uomini, che indossano sobrie uniformi scure. Ma c’è una macchia di colore in quelle cupe stanze, una donna dalla folta chioma fulva che veste un caratteristico tailleur di tweed, corredato da una sciarpa tartan rossa e verde. Si chiama Imogene McCarthery. Da vent’anni lavora come dattilografa in quell’ambiente declinato al maschile, fiera e caparbia come le Highlands della sua lontana patria, la Scozia. Ad averle infuso tale sicurezza è stato il padre, che le ha raccontato la storia della sua terra raccomandandole di difenderla a ogni costo. Un giorno, finalmente, Imogene può mettere in pratica i suoi insegnamenti. Il suo capo, David Woolish, ha una missione per lei: dovrà recarsi a Callander, il paese in cui è nata, e consegnare dei documenti segreti a un funzionario del governo. Imogene non esita un secondo e sale sul treno con la busta sottobraccio, ma non sa che ci sono persone che vogliono approfittarsi della sua presunta ingenuità. Eppure, grazie a intuito, destrezza e un pizzico di fortuna, Imogene difenderà l’onore della croce di sant’Andrea, tornando a casa trionfante.
Imogene McCarthery rappresenta l’archetipo della “protagonista controversa”. È un personaggio che nel bene e nel male non lascia indifferenti, la sua presenza e la sua personalità sono ben delineate fin dalle prime pagine e permangono ben caratterizzate nel corso dell’intero romanzo.
Legatissima alle proprie origini scozzesi, non fa nulla per nascondere il suo attaccamento al proprio Paese natale. E’ una donna energica, determinata, schietta e sincera prima di tutto (non manda a dire alcunché) ma al contempo anche una protagonista che dà spazio alle emozioni e che nella sua determinazione è irruente e istintiva, ironica e irascibile: attraverso i suoi occhi e il suo particolare modo di agire, il lettore viene catapultato nell’Inghilterra e nella Scozia degli anni Cinquanta del secolo scorso con tutte le contraddizioni, i pregiudizi e le difficoltà dell’epoca e della società di quel momento storico.
Charles Exbrayat, francese d’origine, crea un personaggio femminile difficile da dimenticare: Imogene o la si ama o la si odia.
Le avventure di Imogene Mc Carthery (da cui nel 2010 è stata tratta anche una versione cinematografica che vede l’attrice Catherine Frot interpretare la beniamina scozzese) vengono pubblicate per la prima volta nella collana “Le Masque” tra il 1959 e il 1975,  mentre sono di recente pubblicazione nel resto del mondo.
“La signora in tweed” è la prima opera pubblicata in Italia nel 2023.
Degna di nota è la prefazione del libro a cura di Alice Basso, nota scrittrice che vive nel torinese e che presenta il romanzo incuriosendo il potenziale lettore.
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giancarlonicoli · 1 year ago
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21 nov 2023 19:50
“HO DENTRO UN CASINO GRECO-SICULO, ROMANTICO E SENTIMENTALE” – ANNA KANAKIS, L’ATTRICE MORTA A 61 ANNI, SI RACCONTAVA COSI’ IN UN’INTERVISTA DEL SETTEMBRE 2022: “COSSIGA? QUANDO MI CHIAMÒ PER ARRUOLARMI NEL PARTITO, MI DISSE: STIA TRANQUILLA, SE NON LA FANNO LAVORARE PERCHÉ È CON ME, VADO SOTTO AL CAVALLO DELLA RAI E FACCIO UN GRAN CASINO" – E POI ALBERTO SORDI (“CI DAVANO PER FIDANZATI”), IL PADRE "ESTRANEO" E IL TERZO ROMANZO: "TUTTO È INIZIATO IL GIORNO IN CUI IL COMPIANTO CESARE DE MICHELIS MI DISSE: ‘TU HAI UNA FANTASIA MALATA…’” – MISS ITALIA, I MATRIMONI, IL PORTO D'ARMI... - VIDEO
Estratto dell’articolo di Candida Morvillo per il “Corriere della Sera”
«Tutto è iniziato il giorno in cui, dopo aver letto il mio primo manoscritto, il compianto Cesare De Michelis mi disse: tu hai una fantasia malata, ti pubblico». Accadeva più di dieci anni fa, Anna Kanakis era celebre per essere stata Miss Italia, per essere protagonista di fiction di successo come Vento di Ponente e per essere stata responsabile del settore Cultura e Spettacolo dell'Udr di Francesco Cossiga.
Ora, ricorda: «Un giorno, leggendo una biografia di George Sand, mi appassiono alla figura di Alexandre Manceau, il suo ultimo amante. Prendo foglio e penna, inizio a scrivere: era lui che raccontava la sua storia.
I fogli si ammonticchiano, li trascrivo al computer, li mando agli amici Isabella Bossi Fedrigotti e Massimo Gramellini. Entrambi mi chiamano dicendo: "Anna, questo è un romanzo, devi proporlo a una casa editrice"». Oggi, è al suo terzo libro: Non Giudicarmi esce per Baldini+Castoldi venerdì 23 settembre.
Che cosa intendeva l'editore di Marsilio con «fantasia malata»?
«Che volo tanto con la testa. Ho scritto sempre romanzi storici, su persone realmente esistite, che riesco a riempire di emozioni. Ora ho raccontato l'ultimo giorno di vita del barone Jacques d'Adelswärd-Fersen, che ho fatto semplicemente sbarcare a Capri e arrivare a casa: lui prese la funicolare, io l'ho fatto salire a piedi.
Lui ci mise dieci minuti, io ho scritto 112 pagine in cui scorre una vita intera, con paure, ossessioni, sensi di colpa, perversioni, amici, nemici: questa è la mia "parte malata", il volo con la fantasia, che pure rimane fedele alla storia. Volevo raccontare la fatica esistenziale e sentimentale di un omosessuale negli anni '20, perché il passato aiuta a capire il presente e sul tema diritti e omofobia, oggi, ce n'è particolarmente bisogno».
Nella vita, la fantasia è malata o sana?
«Ho dentro un casino greco-siculo, romantico e sentimentale, che cerco di dominare con la razionalità. Prima ero più concentrata su me stessa, ora guardo più alle vite degli altri, ne immagino le sofferenze, mi adopero per aiutare».
E si sente più attrice o scrittrice?
«Quando arrivò il primo scatolone coi miei libri, chiamai l'avvocato Giorgio Assumma che mi seguiva come attrice e gli dissi: temo che non ci vedremo più per le fiction, perché mi sono innamorata della scrittura. In fondo, scrivere si avvicina alla recitazione: se interpreti qualcuno, fai una ricerca, cerchi di capirne le emozioni. Infatti, già da attrice, sulla ricerca ero maniacale».
La cosa più maniacale che ha fatto?
«Assistetti a un'autopsia con Nicola Calipari».
Con l'agente del Sismi ucciso in Iraq?
«Allora era nella Criminalpol. Fu lui a spiegarmi cosa si fa appena si arriva sulla scena del crimine. Era il 1999, dovevo girare una fiction: Fine Secolo , sei puntate per Raidue. Facevo una superpoliziotta arrivata dall'America per indagare sulla morte di una ragazza. Dovevo sparare come un tiratore scelto, buttare a terra un delinquente, fare testacoda pazzeschi, assistere a un'autopsia. L'ispirazione era Nikita. Cossiga chiamò il capo della Polizia, disse: c'è un'attrice che lavora per me, un tipo molto esigente che vuole imparare a fare tutto».
Mima bene la voce del fu presidente emerito.
«Mi manca quel signore col quale parlavo di cinema, letteratura, tutto. Aveva la freschezza di un bambino. Era bimbo dentro e abile politico fuori. Quando mi chiamò per arruolarmi nel partito, mi fece ridere dicendo: stia tranquilla, se non la fanno lavorare perché è con me, vado sotto al cavallo della Rai e faccio un gran casino».
Che altro imparò per quel set?
«Il capo dei Nocs mi affidò a un campione di pistola che m' insegnò a sparare al poligono della Polizia e che mi insegnò ad atterrare i criminali con una mossa di aikido».
La mossa di aikido se la ricorda ancora?
«Certo. E, dopo, ho preso il porto d'armi».
Che ci fa con un'arma?
«Tiro al piattello in Toscana o tiro dinamico al poligono. Ho un'ottima mira».
[...]
È mai uscita con la pistola nella borsetta?
«Le prime volte, se andavo in metro da sola».
Non ha avuto ripensamenti sull'addio ai set?
«Mai. Anzi, mi sono sentita liberata dalla schiavitù di apparire. Padrona del mio lavoro: non dipendevo più da un regista o da un produttore, ma ero libera di gestire il mio tempo e produrre una forma d'arte diversa.
Ho lasciato senza rimpianti e ai massimi, mentre andava in onda La terza verità, che faceva quasi 8 milioni di ascolti. Dopo, quando dicevo no a dei copioni, non ho provato emozioni. Invece la prima recensione mi aveva asciugato la bocca, ero impazzita di gioia. Ne ho poi collezionate 19: su un romanzo storico, scritto da un'attrice, ex miss...».
Facciamo un passo indietro a quel 1977 in cui a 15 anni diventava la più bella d'Italia.
«Ancora? È roba vecchia come le guerre puniche. L'ho raccontato mille volte di come fu per caso, di come mi selezionarono in vacanza a Vulcano... Da lì, se fai l'attrice, allora sei miss e non puoi essere brava e devi dimostrare più delle altre, come se la bellezza si potesse coniugare solo con la stupidità».
Mettiamola così: chi era la giovane Anna?
«Una ragazzina che studiava al liceo Cutelli di Catania, fortemente politicizzato a sinistra: un giorno sì e uno no, si facevano assemblee. Leggevo tantissimo, studiavo tantissimo ed ero cresciuta con una madre in gamba, capo dell'ispettorato del lavoro di Catania».
Il papà greco quanto c'era?
«Mamma era tornata in Sicilia con me e mia sorella e fu tra le prime a usufruire della legge sul divorzio. Nei miei primi 25 anni, lui l'avrò visto cinque volte, poi è morto. È stato un estraneo, il quale pensava che aver generato due figlie non significasse occuparsene».
Quanto le è mancata la figura paterna?
«Sono stata in parte cresciuta da nonna, perché mamma si era laureata e dava concorsi in tutta Italia. Ero viziata, ma dentro, a volte, sentivo solitudine. Crescendo mi sono accorta che guardavo non i coetanei, ma gli uomini più grandi e che dipendeva dall'assenza del padre. Al che ho letto un tomo sul complesso di Elettra e ogni volta che incontravo un signore che mi pareva affascinante mi dicevo: Anna, fermati, rifletti. Così, l'età dei fidanzati successivi è scesa».
Il primo matrimonio - lei 19 anni, lui dieci in più - durò niente.
«Cercavamo le stesse cose: io un padre, lui una mamma. Lì iniziò la mia vita romana da sola. Facevo la mannequin, il cinema me l'avevano proposto in tutte le salse, ma andavano Edwige Fenech e le scene sotto la doccia: la mamma ispettrice del lavoro e la figlia che leggeva romanzi non intendevano fare quel genere di film. Poi, un giorno, Giuseppe Tornatore, un giovane amico che iniziava nel cinema, mi parlò delle mie pagliuzze negli occhi».
Che cosa sono queste pagliuzze?
«Guizzi che deve avere l'attore per manifestare emozioni. Mi lasciai trascinare a un provino con Luigi Magni, per 'O re , che mi prese. Dopo, ho interpretato il soprano Maria Maligran nella Famiglia Ricordi di Mauro Bolognini, suore, una tossicomane in Riflessi in un cielo scuro di Salvatore Maira... Ho cercato ruoli che non fossero la bellona di turno».
Come eravamo messi col MeToo?
«Arrivavo da una sana educazione del Sud: ero poco disposta e poco disponibile. Qualche volta, qualcuno mi ha detto "se sarai carina con me, sarò carino con te" e non mi ha più vista».
Com' è la storia del rubino che uno sceicco arabo le fece trovare in un melograno? «Lucherinate: invenzioni da ufficio stampa».
Un incontro memorabile della sua carriera?
«Con Alberto Sordi: la stampa rosa ci aveva anche fidanzati. Giravamo L'Avaro con Tonino Cervi, un giorno, davanti al camino, in abiti di scena, mi raccontò che non volevano produrgli Un borghese piccolo piccolo , il suo film più bello: I produttori gli dicevano "Albe', ma qua non fai ride'...". Capisce la cecità?».
Un momento di down in cui si è detta «basta questo mestiere non fa per me»?
«Mai. Sono un panzer. E avevo scelto un mestiere in cui, anche se ti chiami Gassman, finisci un lavoro e sei disoccupato. Infatti, ero concentratissima sul lavoro. Dopo il divorzio sono rimasta di fatto single fino a 42 anni».
Single, ma corteggiatissima?
«Un pochino».
Sospiro.
«Vabbé... Tanto. La mamma mi vedeva tagliare le teste e mi diceva: ma perché quello non ti piace? E quell'altro?».
 A che punto della conoscenza tagliava teste?
«Quando dicevano: ho la barca, ho questo, quell'altro. Detesto la mancanza di profondità».
Suo marito Marco Merati Foscarini è banchiere e discendente di un doge di Venezia, com' è che lui l'ha sposato in soli quattro mesi?
«Mi ha fatto riacquistare la stima nel genere maschile. Mi ha avvicinata a una cena parlando non di quello che possedeva, ma di quello che sentiva dentro di sé. Siamo sposati da 18 anni. È il primo che legge ogni mio capitolo».
Scrive ancora a penna?
«Sì e poi copio al pc. Scrivere richiede ritualità e disciplina. Io mi chiudo nel mio studio in vestaglia, salto il pranzo, scrivo fino alle 16.30, poi Marco mi porta da mangiare e stramazzo».
Compiere 60 anni, a febbraio, che effetto le ha fatto?
«Nessuno. Ho un rapporto sereno con l'età».
Ha ancora un sogno?
«Sì: vorrei una società più luminosa».
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agrpress-blog · 1 year ago
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Sabato 7 ottobre 2023 a Massagno - Lugano presso il Lux Art House si è svolto l’evento conclusivo dello “Switzerland Literary Price” che ha assegnato il premio alla scrittrice Amalia Mancini per “Emozioni Private - Lucio Battisti. Una biografia psicologica”, la nuova edizione del libro della scrittrice pubblicato a marzo 2023 da Arcana Editore. Amalia Mancini (nota nell’ambiente letterario come “Amelie”) è una giornalista, ma anche una scrittrice. Una sceneggiatrice, ma anche un critico musicale. Negli ultimi tempi, si sta consolidando soprattutto la sua carriera di scrittrice, avviata del resto giovanissima e che, nel corso degli anni, ha visto assegnarle, in questa specifica veste, numerosi premi. Il Premio Zurigo vinto dal suo Emozioni Private – Lucio Battisti. Una biografia psicologica (Arcana Editore)è solo l’ultimo riconoscimento, in ordine di tempo, alla sua penna abile, sempre più sapiente in occasione dell’uscita di ogni nuova creatura letteraria. L’evento conclusivo dello “Switzerland Literary Price” ha visto la partecipazione di numerosi personaggi del mondo della letteratura, del giornalismo, della televisione e dello spettacolo. Impossibilitata a partecipare alla cerimonia di premiazione per impegni precedentemente presi, Amalia Mancini ha delegato a ritirare il suo riconoscimento il Dr. Renzo Mario De Ambrogi, collegagiornalista e scrittore, ma anche manager di altissimo profilo (noto soprattutto per essere stato per oltre quindici anni il Direttore generale internazionale della Maison Gucci). Attualmente, R. M. De Ambrogi è Presidente Onorario della Accademia Filarmonica “G. Casanova” di Venezia e vice presidente della Fondazione Giacomo Casanova. «So che è stata fedelmente riportata al pubblico presente, tramite la voce e la presenza sul palco del Dr. De Ambrogi, la mia sincera gratitudine e la profonda gioia provata alla notizia del riconoscimento assegnatomi dallo Switzerland Literary Prize», ha dichiarato Amalia Mancini alla stampa già dal giorno dopo la fine dell’evento. «La letteratura ha il potere di toccare il cuore e di connettere le persone attraverso i libri, ed ogni premio è un incoraggiamento a continuare a condividere storie ed emozioni con il mondo, nonostante le tante sfide della vita». Emozioni Private - Lucio Battisti. Una biografia psicologica raccoglie racconti inediti a ottant’anni dalla nascita dell’artista L. Battisti. L’edizione ampliata del volume, vincitrice dell’awardin Svizzera, è arrivata nelle librerie a marzo scorso, e conduce il lettore/lettrice in un viaggio attraverso la vita e l’opera di uno fra i musicisti italiani più amati di sempre, mettendo in luce gli aspetti più intimi e personali del suo carattere e della sua anima. Dopo il successo della prima edizione, pubblicata quattro anni fa, l’autrice ha arricchito e completato il suo lavoro con interviste esclusive a nuovi personaggi che hanno fatto parte della vita del Battisti uomo, prima ancora che del Battisti artista. Ignorato da una parte della critica di quel tempo, ma non per questo meno meritevole, Battisti, ad un certo punto della sua vita, si è ritirato dalle scene, lasciandoci però le sue emozioni e sensazioni per l’eternità. Il libro permette una panoramica documentata, avvalendosi di interessanti e ben concertate interviste, mettendo in luce verità inattese e accenni psicologici sul complesso itinerario di vita del grande Lucio. «Ho dovuto affrontare una lunga fase di ricerca nei luoghi e nel passato dell’artista, culminata con un’intervista esclusiva a Giulio Rapetti, in arte Mogol, l’autore dei testi che hanno contribuito a rendere immortali i brani di Battisti, con la condivisione delle memorie di una tra le amicizie più controverse della musica italiana. Il loro è stato il sodalizio più celebre e discusso della canzone italiana. Legati come furono da una profonda amicizia, all’inizio degli anni Ottanta i due artisti decisero di interrompere il loro rapporto, proseguendo su strade diverse.
Mogol mi ha svelato molti segreti dell’amicizia e della fertile collaborazione con Lucio, un artista tanto discreto nella vita pubblica quanto espressivo e sincero in quella musicale», ha raccontato l’autrice fin dall’uscita della prima edizione del volume. «Non posso fare a meno di ammirare anche il secondo viaggio musicale di Lucio, quella straordinaria collaborazione con Pasquale Panella. Le canzoni che ne sono scaturite sono veramente degne di nota». Il filosofo francese Henri Bergson sosteneva che l’arte di scrivere è far dimenticare al lettore che ci stiamo servendo di parole. Eccolo il mondo letterario di Amelie: ricco soprattutto di sensazioni e sentimenti. Che si trovano appieno anche in Emozioni Private – Lucio Battisti. Una biografia psicologica. Amalia Mancini, giornalista, scrittrice, sceneggiatrice e critico musicale, ha partecipato a numerosi concorsi letterari, ottenendo sempre significativi consensi. Ha conseguito numerosi premi a carattere nazionale, quali il Premio letterario Corrado Alvaro, conferito dalla Presidenza del Ministero per i Beni e Attività Culturali e dalla Fondazione Corrado Alvaro; Premio Borromini dedicato alla celebrazione del quarto centenario dalla nascita dello stesso, conferito dal Ministero dei Beni e le Attività Culturali, Ufficio Centrale per i Beni Archivistici; Premio alla cultura rilasciato dalla C.I.F.A.A. (comitato laico organizzatore) di Toronto; Premio Capit Terzo Millennio consegnato da Piero Angela; Premio internazionale Altiero Spinelli; Premio Viareggio Carnevale e Premio Unpli (Unione Nazionale Pro Loco d’Italia). Collabora con varie testate, ed è autrice di venti Sillogi Poetiche inedite e dei volumi Lucio Battisti l’enigma dell’esilio, L’amore piace a tutti, La Tata dei Divi. È inoltre coautrice del volume Giovani e Droga, Perché? e curatrice del libro Le mie Prime vere Scarpe. Con la prima edizioni di Emozioni Private, che diversi siti specialistici hanno posto in testa alla classifica dei 10 migliori libri su Lucio Battisti, l’autrice ha vinto il Premio Internazionale Spoleto Art Festival Letteratura 2021. Ad Emozioni private, uscito in occasione degli 80 anni dalla nascita di Lucio Battisti, sono stati assegnati anche il Premio Scriptura artistico letterario internazionale di Nola (Na), fondato, promosso e organizzato da Anna Bruno, ed il Premio Internazionale Salvatore Quasimodo per la sezione Saggio o Tesi di laurea (presidente di giuria Alessandro Quasimodo, figlio del Premio Nobel), il Premio Cartesar Carlo de Iuliis, Premio Internazionale Spoleto Art Festival Letteratura 2023. Su Lucio Battisti, Amalia Mancini ha pubblicato ben tre volumi, con tre decenni di studio dedicati: Lucio Battisti: L'Enigma dell'Esilio (1999); Emozioni Private: Lucio Battisti, una Biografia Psicologica, (2019); nel 2023, la NUOVA edizione ampliata di questo capolavoro. Tra le numerose attività culturali in cui è coinvolta, ricordiamo la presidenza di giuria del Campionato Nazionale Cittadinanza e Costituzione. Di prossima pubblicazione l’ultima sua fatica letteraria, di cui al momento è stato annunciato solo il titolo: FALCONE E VESPAZIANI - Un'Alleanza per la Verità. La Straordinaria Collaborazione tra il Magistrato e l’Avvocato. Questo libro svelerà una storia avvincente di impegno per la giustizia e la verità, con al centro il giudice Falcone ed il suo incontro con l’avvocato Vespaziani.
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micro961 · 3 months ago
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Marta Brioschi - Il nuovo romanzo “Ballo in fa minore”
L’uscita del libro è curata da Be Strong Edizioni
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La scrittrice Marta Brioschi pubblica, il 29 luglio 2024, il suo nuovo libro “Ballo in fa minore” con Be Strong Edizioni. La protagonista Chantal si ritrova in difficoltà dopo la misteriosa morte di un uomo al Teatro dell’Opera, nell’inverno di Budapest. È accusata di colpevolezza e cerca qualcuno che possa dimostrare la sua innocenza. Una vecchia conoscenza della donna, Mae Son-Jun, si offre di aiutarla: egli è uno scrittore di gialli ed un investigatore a tempo perso, in grado di indagare su questo mistero e scovare il vero omicida. Delitti, furti e tentati omicidi si alternano nel corso della storia e, pian piano, il puzzle inizia a combaciare, facendo venire a galla un oscuro passato. Mae Son-Jun si trova ad analizzare non solo le vicende, ma anche le zone più profonde del proprio animo, attraverso un vero e proprio turbinio di emozioni. Il libro è in grado di creare curiosità e suspence, tenendo il lettore con il fiato sospeso fino all’ultima pagina.
«Per quanto possa sembrare esagerato, io credo che in realtà ci siano molti più misteri di quanti ne vengano rivelati…»
Acquista il libro
https://bestrongedizioni.it/prodotto/ballo-in-fa-minore/
Storia della scrittrice
Marta Brioschi è nata a Milano nel 1967 e, attualmente, abita a Bolzano. Ha da sempre amato i libri, soprattutto i classici e quelli di Topolino, grazie ai quali ha imparato a leggere. È appassionata del mondo orientale, tanto da aver imparato le lingue asiatiche e tradurre i sottotitoli delle sue serie TV preferite. Per Be Strong Edizioni ha già scritto altri tre romanzi gialli.
Facebook: https://www.facebook.com/MaeSonJunMysteries
Instagram: https://www.instagram.com/marta.brioschi_official/
Blog: unpodiraplapla.blogspot.com
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personal-reporter · 2 years ago
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La storia tra le righe a Legnano
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Da venerdì 14 a domenica 16 aprile  a Legnano è il momento di La storia tra le righe, prima edizione del festival di Letteratura Storica ideato da Fondazione Palio e del Comune di Legnano, con Incipit Eventi culturali e letterari di Amanda Colombo e la collaborazione di Università Cattolica del Sacro Cuore, Università Statale di Milano, Università degli Studi Milano Bicocca e Fondazione Arte della Seta Lisio-Firenze. A inaugurare il Festival venerdì 14 aprile alle 21 sarà Marcello Simoni, che guiderà gli spettatori alla scoperta di come nasce un romanzo storico, tra fatti veri ed elementi narrativi, nell’incontro La Storia nelle storie: la magia del romanzo storico. Sabato ci saranno Paola Cereda alle 15, vincitrice del Premio Wondy-Giuria popolare, su una storia di Resistenza ambientata fra le miniere di ferro dell’Isola d’Elba, e Federico Canaccini alle 17, noto storico medievista, che ripercorre le 21 battaglie più importanti del Medioevo, le evoluzioni tecnologiche, le trame politiche e le strategie militari. Arriveranno poi Fulvio Ferrario alle 19, che illustrerà la storia di Lutero e della Riforma, e dei risvolti che questa ha avuto sulla contemporaneità, e Marco Buticchi alle 21, che in occasione del centenario della scoperta della tomba di Tutankhamon, racconta cosa ha portato al celebre ritrovamento e la storia del Faraone bambino. Domenica ci sarà il giornalista e storico Luigi Barnaba Frigoli  alle 15, che dalla straordinaria figura di Bona Lombardi racconterà la forza delle donne nei secoli, tra la loro capacità di combattere, la fine abilità politica e l’astuzia e la scrittrice Carla Maria Russo alle 17), presenterà l’avvincente storia di due donne italiane nell’America del Primo Novecento, una che uccide per difendersi e la prima avvocata che si batte per salvarle la vita. Chiuderà Alessandro Milan alle 19), giornalista di Radio 24, che partendo da una pietra d’inciampo ripercorre le storie di partigiani silenti nella Milano della Resistenza. Saranno tre i laboratori a tema storico dedicati ai più piccoli: Mistero al Castello, un giallo medievale per giovani investigatori, nel quale i piccoli partecipanti si trasformeranno in Giovani Cavalieri del Quinto Sigillo, Dov’è finito il tesoro degli Allahakbarries, con enigmi, trucchi e misteri da risolvere per arrivare all’agognato scrigno, con Luca Crovi e Alla scoperta del Castello: storia e storie delle contrade, una lettura animata sul Palio e le Contrade, tra risate, emozioni e tanta fantasia, a cura di Fortuna Nappi. Read the full article
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