#emozioni da scrittrice
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Rosa sei stronza ma ti adoro per questo, sei uno dei personaggi più fregni del racconto perché dai quel tocco di emozioni in più nel lettore, anche se per ora solo nella sottoscritta scrittrice che vorrebbe tirarti nu schiaffatone e dopo pochi istanti si mette a ridere da sola come una scema.
Non c'è altro da dire mi sto divertendo a scrivere questo racconto come una bambina al parco giochi e ora diamoci dentro con l'ultima parte: ce la posso fareeee
Carissimi affezionati e tumblerini se volete supportarmi in queste ultime battute al PC potete mettermi un cuoricino o scrivermi qualche frase motivazionale pleeeease? 🥹
#pensieri per la testa#persa tra i miei pensieri#scrivere#scrittrice#il regno dei diari segreti#fantasy#racconto fantasy#magia#alchimia#divertente#emozioni#sensazioni
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Vi giuro, amo le feste,
quelle tra amici
una pizza e una birra,
quelle in strada
a ballare e cantare a squarciagola.
In fondo così
dovrebbe essere la vita,
allegra, spensierata, serena.
Un raccolto di emozioni
da seminare e condividere.
Dovrebbe!
La fine di un anno
è solo il conteggio del tempo,
stagioni che passano, annaspando.
Anni sprecati a rincorrere
gioie irraggiungibili, proibite.
La fine di un anno
è solo lo specchio che riflette
il prossimo suo, uguale
uguale nei drammi, delle pesti
che divorano le anime fragili.
No, non sto a dirvi che mi
auguro che l’uomo scompaia.
Sarei ipocrita a dirlo
senza darne per prima l’esempio.
Né credo d’essere migliore di altri.
Sono qui per dirvi
di assaporare il divertimento di una notte,
ve lo dico a cuore aperto.
Ma gli auguri no, per quelli
servirebbe il miracolo delle fiamme
fiamme, nella notte nera,
distruttrici d’ogni potere, non
certo di popoli,
non certo di lavoratori, non certo
di mendicanti, né di fiumi, boschi e amori
Per gli auguri attendo, l’anno
delle galere in cenere, delle fabbriche occupate.
Attendo, le barricate nelle vie,
e i volti dei compagni, liberi dalle sbarre,
accanto a me.
Caterina Barbierato
Scrittrice e poetessa anarchica
da (Come Semi di Taràssaco)
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Pensavo che rileggere il libro la seconda volta non mi avrebbe fatto lo stesso effetto, invece come la prima volta mi ha fatto provare emozioni forti, troppo forti come la scorsa volta tanto che arriva un certo punto in cui devo fermarmi e prendermi tempo.
Anche questa volta come la prima ho bisogno di meditare, di prendermi un momento consapevole che tutti i libri che leggerò dopo non saranno all'altezza, saranno futili.
Non vedo l'ora di regalarmi la seconda storia di questa scrittrice ma devo fermarmi adesso, non sono pronta ad affrontare un altro suo libro, soprattutto se una nuova storia.
Ho ancora gli occhi gonfi da quanto ho pianto ieri sera, purtroppo io sono così troppe emozioni non so gestirle.
Però ogni anno lo rileggerò, avrò bisogno della dose di emozioni di questi libri e soprattutto dei personaggi che mi hanno insegnato tanto.
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Tanti Cari Auguri a Te
che sin dal Nostro primo scambio di commenti
ci siamo immediatamente capite,
scoprendo di avere parecchio in comune
L’Amore per la Scrittura come prima cosa
Tu sei una Scrittrice veramente fantastica
capace di far parlare il Tuo cuore sempre
ancor prima della Tua mente,
dando vita a pensieri unici e speciali
nei quali mi ci rispecchio
Sei un’anima veramente favolosa
bella sia dentro che fuori
con un’eleganza da far paura
Ed una creatività originale
che Ti porta addirittura a confezionare
abiti mozzafiato su misura per Te
per le Tue meravigliose serate
in compagnia della Tua Amata Famiglia
che ami più della Tua stessa vita!
Non c’è proprio niente che
Tu non sappia fare
e sappi che per questo Io Ti ammiro un sacco
So che la cosa è del tutto reciproca
infatti non perdi occasione di valorizzarmi,
donandomi complimenti da urlo
per come scrivo, per come sono
Ogni volta che Ti congratuli
mi doni commoventi emozioni
in grado di scaldare subito
il Mio inquieto cuore
Ecco perché oggi più che mai
Ti ringrazio per essermi accanto
Spero di poterti conoscere presto di persona
per suggellare ancor più
La Nostra profonda Amicizia
Buon compleanno Anna Maria Cara
Con affetto,
@elenascrive
#compleanno#compleanno amica#amica#buon compleanno#amicizia#auguri#auguri speciali#ispirazioni#ispirazione#dedica#dedicato a te#io#me stessa#poesia#versi#io scrivo#scrivo#scrivere#scrivendo#scrittura#mie parole#parole mie#riconoscenza#gratitudine
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Intervista a Marcella Maiocchi Quando si parla di “casa” non si fa riferimento solo ad un “luogo fisico” ma anche ad uno spazio metaforico e personale che dimora dentro la nostra anima e che esprime ciò che siamo in tutte le nostre innumerevoli sfumature. Riuscire a stare bene nella propria casa significa imparare a vivere in armonia e in equilibrio con ciò che si è, con i propri ideali, desideri, aspirazioni e sogni. Nella propria casa ricerchiamo la bellezza che si nutre di quella capacità di meravigliarci e di curiosare che non dovrebbe mai andare dispersa quando si diventa adulti e che ci pone in continua connessione con quella “parte bambina” che merita attenzione, ascolto e comprensione. La scrittrice, scouter e curatrice editoriale Marcella Maiocchi con “Le quattordici case della felicità” edito da Santelli nella collana Sundarta, da lei diretta, ci invita ad intraprendere un viaggio inedito ed emozionante nelle case che sperimentiamo e che abitiamo nel corso della nostra esistenza. Attraverso interviste, testimonianze ed esercizi pratici l’autrice ci fa esplorare dinamiche, concetti ed emozioni che ci riguardano in prima persona e sui quali non smettiamo mai di interrogarci e riflettere per rinnovare continuamente quello che siamo e ricercare la felicità che inevitabilmente risiede prima di tutto dentro noi stessi. Il libro di Marcella Maiocchi è di semplice consultazione e propone tanti spunti di riflessione ed imput creativi. Una lettura piacevole che regala momenti densi di meraviglia, introspezione e soprattutto ispirazione. Abbiamo davvero bisogno di letture come queste che ci permettono di interrogarci su tematiche che risvegliano l’anima e che ci permettono di acquisire nuove ed inedite consapevolezze sulla propria esistenza. Di come è nata l’idea di scrivere questo ispiratorio libro e del suo legame con il suo concetto di “casa” e dell’inarrestabile ricerca della felicità che accomuna tutti gli esseri umani conversiamo con Marcella Maiocchi in questa intervista. Marcella, partiamo dall’origine, com’è nata l’idea di scrivere questo libro? Ho sempre amato scrivere, fin da piccola. Nel pieno degli anni 2000 sono diventata scouter editoriale di autrici anglo-indiane per ragazzi. Le facevo conoscere al pubblico italiano traducendo in anteprima i loro racconti e curando le edizioni con le case editrici che hanno collaborato con me. Infatti, sono inserita nella World Directory of Children's Book Translators della Fiera di Settore di Bologna. Poi, nel corso degli anni, ho scritto articoli e interviste di varia natura, ma sempre gettando un occhio privilegiato al benessere e agli stili di vita alternativi. Ho sempre amato cercare Case Editrici che fossero giovani e ambiziose e così, nel 2023, ho pubblicato il mio primo libro “My Inner om”, Edizioni Clandestine, del Gruppo Santelli di Milano. È un saggio, con meditazioni ed esercizi pratici, che approfondiscono un antichissimo detto indiano, molto suggestivo che paragona la vita a una casa con varie stanze intercomunicanti, suddivise a seconda degli ambiti della vita. Basta che a solo una di esse venga a mancare la bellezza e l’energia, che all’intera abitazione manchi la forza. Da qui ho pensato di proseguire nella ricerca della felicità e della bellezza attraverso il mio ultimo libro “Le 14 case della Felicità”, edito Gruppo Santelli di Milano. La “casa” è di nuovo protagonista, ma a un livello ancora più pratico e coinvolgente. Non si tratta solo di una serie di interviste a personaggi famosi e addetti ai lavori che ci raccontano la loro visione del “ben vivere”, ma anche offrono dei nuovi linguaggi per entrare in contatto con la propria abitazione. Se non viviamo bene con la nostra casa, potremmo avere anche un rapporto difficile con noi stesse, noi stessi e quindi vi sarà bisogno di un certo lavoro di cura e manutenzione. Inoltre, i capitoli sono stati suddivisi in “case”, affinché ognuno cerchi la propria e vi possa soggiornare, approfondendo magari il tema della “casa zen”, oppure quello dell’abitazione immersa nel verde, dove, in definitiva, si possa andare in vacanza con la mente, magari in una casa in Finlandia che descrivo nel libro o in un museo del giocattolo trasformato in sala da thè. Ho voluto che questo libro diventasse un relax per la mente, scegliendo le parole adeguate ad aiutare le lettrici e i lettori a riportare il proprio equilibrio dentro e fuori di sé. Qual è il tuo concetto ideale di “casa”? Il mio concetto di “casa” è molto legato a quello della mia infanzia. La mia casa “ideale” è quella che ho vissuto quando ero una bambina. Per motivi di lavoro di mia mamma, sono passati da noi personaggi di tutte le culture e nazioni; quindi, vivevo quelle esperienze con una fantasia fervida. A volte gli armadi nascondevano porte che conducevano a un pioppeto (che esisteva veramente), ma di cui io ero l’unica a possedere la chiave di accesso. Le lampade orientali mi parlavano e i divani erano navi sulle quali salpare per terre lontane. Ho vissuto tutto questo e, per me, la “casa” è ancora quel luogo creativo dove dare vita ai propri processi di crescita e riflessione. Insomma, un laboratorio molto intimo. Che rapporto esiste tra ricerca della felicità e casa? Mi rifaccio a quell’antico detto indiano che ho studiato per anni e cui mi rifaccio nel primo libro: La vita è come una casa con tante stanze intercomunicanti. Vi è quella del Sé, del lavoro, della famiglia, delle relazioni, della spiritualità, della creatività, e molte altre. Se a una di esse venisse a mancare la felicità, allora l’intera struttura perderebbe la sua energia. Ecco perché è importante che tutti quegli spazi siano in armonia e in equilibrio tra di loro. Che si parli di serenità o di pace o di ordine o di felicità, la nostra “casa”, sia essa esteriore o interiore, si merita di stare bene. Noi siamo la nostra “casa”, ce la portiamo dietro e la esprimiamo con le nostre scelte di vita. Che ruolo ha l’arte nella ricerca personale della propria felicità? Chi sceglierà di leggere questo libro, troverà un capitolo dedicato proprio a questo argomento. Qui ho intervistato la Dottoressa Cinzia Di Dio, Professoressa Associata presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore (MI), Facoltà di Scienze della Formazione, Centro di Ricerca sulla Teoria della Mente e sulle Competenze Sociali nell'arco di vita (CeRiToM), esperta in Neuroestetica e molto ancora. Abbiamo approfondito il ruolo dell’arte in relazione alla felicità e ammetto che, le scoperte relative a quest’area sono meritevoli di essere conosciute perché nel quotidiano possiamo cercare la bellezza e l’arte per aiutarci a stare bene ed essere felici. Ne “La casa del cuore”, racconto di un’esperienza che ho vissuto con i ragazzi con disabilità della Fondazione Piatti, Nucleo di Melegnano, e con le loro educatrici, a Brera. L’Associazione che porta il suo nome ha aiutato non poco a vivere quest’esperienza unica tra i quadri della Pinacoteca. La guida, la Dottoressa Paivi Biancolino, ci ha fatto quasi “toccare” il colore. Quel giorno sembrava che l’arte avvolgesse tutti noi in una sorta di coperta calda e luminosa e i ragazzi erano felici. Che rapporto hai con l’arte e qual è la tua espressione privilegiata di essa? L’arte mi ha salvata tante volte. In realtà, ritengo che l’arte non sia solo un quadro o una scultura, ma anche un’azione, un gesto, un pensiero o un profumo espressi e usati con cura e attenzione. Perfino le rondelle e i dadi che si usano in metalmeccanica possono, a loro modo diventare “arte”. Conosco un tecnico che, nelle sue mani, tutto si trasforma e diventa “meraviglia”. L’arte e la creatività, in ogni loro possibile forma, sono le fonti cui attingo quando avverto il momento di rinascere. Nel tuo libro indaghi il concetto di bellezza tra galleristi, collezionisti d’arte, profumieri. Come allenarsi a riconoscerla? Per tutti loro, importantissimo è il verbo “osservare”. Possiamo farlo con gli occhi, ma anche con il naso e, perché no? Con tutti i sensi. L’importante è non vivere mai nella superficialità. Gli oggetti, ad esempio, hanno molto da raccontarci. Ho avuto il grande piacere di intervistare la Signora Roberta Tagliavini, Stefano D’Onghia, Ada Egidio, Giovanni De Santis, Giano del Bufalo, i conosciuti “mercanti” della trasmissione televisiva “Cash or Trash-Chi offre di più?” e tutti sottolineano il valore di essere sempre “in ascolto”, perché “le antenne” sensoriali che possediamo, possono migliorare costantemente, ma solo con la giusta costanza e allenamento. Meo Fusciuni, grande “naso” e Maestro del Profumo, invita le lettrici e i lettori a riconoscere i loro luoghi del cuore e imprimerli nell’anima con il profumo. E questo attraverso la bellezza della scelta. C’è una testimonianza del tuo libro che ti ha particolarmente colpita e perché? A dire il vero, amo tutte quelle testimonianze, perché fatte veramente con il cuore. Hanno parlato con me professori, designer, profumieri, una maestra conosciuta di Kintsugi, l’arte giapponese di riparare con l’oro, anche, metaforicamente, le ferite dell’anima, e tanti altri professionisti, e tutti non si sono risparmiati. Hanno voluto dare il loro contributo per rendere le “nostre” case più vive, più alla portata di tutti e di questo sono profondamente grata. Da dove nasce questa tua passione ed interesse sulle tematiche esistenziali e di crescita personale? Sono sempre alla ricerca di …Non smetto mai di risvegliare in me nuovi interessi e motivazioni relative alla nostra esistenza, ai nostri linguaggi espressivi che hanno bisogno naturalmente di emergere per aiutarci a trovare la nostra posizione nel mondo. Penso che siamo “forza” e come tale sempre in espansione e sempre in evoluzione. Devo ancora comprendere il senso della mia vita e una risposta, prima o poi, la troverò; mi auguro attraverso la scrittura e le splendide chiacchierate che intrattengo con i miei ospiti nel mio canale Youtube I Salotti di Marcella. Il confronto è sempre accrescente. Sei la direttrice della collana editoriale Sundarta della Santelli Edizioni. Quali sono gli obiettivi che ti sei prefissata con questa collana editoriale? Sundarta è una parola sanscrita che significa “bellezza”, soprattutto se relazionata alle persone. Ho scelto questo nome in omaggio al mio passato lavorativo con tanti professionisti e famiglie induiste di Milano. A loro devo il fatto di aver vissuto un bel periodo della mia vita. È una collana dedicata alla Felicità, ma non nel senso di “chimera”, ma intesa come ricerca evolutiva. La Felicità, com’è qui intesa, è creata, coltivata quasi come un seme da cui poi nascerà rigoglioso un albero. C’era bisogno di altri libri dedicati alla Felicità? Sì, certo che sì! E questo perché le persone hanno bisogno di promemoria, di segnali che ricordino loro che “possiamo farcela”, che esiste una certa bellezza dentro e fuori di noi. Le autrici e gli autori che hanno aderito a questo progetto hanno sviluppato un tema, per ogni loro competenza, in relazione alla Felicità: Troverete ovviamente il mio libro che fa da apripista; Kira Vanini, che si occuperà di meditazione: Sonja Collini, di comicità; Elisa Bussolo, di finanza; Giulia Astrella, di linguaggio in azienda. Questi libri sono “pratici”. Non sono manuali, ma esperienze di vita con esercizi finali e riflessioni importanti. Stai già lavorando alla scrittura del tuo prossimo libro? Progetti futuri… Certo! Ma non anticiperò ancora nulla sul nuovo progetto. Sarà un’opera di narrativa, questo sì. Attualmente, comunque, sono impegnata nella promozione del mio libro e nello sviluppo del mio canale YouTube I Salotti di Marcella, dove sto inserendo le interviste agli ospiti del mio libro e non solo, andrò oltre, approfondendo vari argomenti dedicati al benessere e alla bellezza. Sto sviluppando anche il mio canale Instagram dove potrete trovare commenti e immagini dedicate al mio campo d’azione e d’interesse. Proseguirò, poi, con la direzione della Collana Sundarta, sempre che l’Editore, Il Dr Giuseppe Santelli, sia d’accordo… E dove prevedo la partecipazione di altre persone interessantissime. Infine, proporrò sempre i miei corsi dedicati allo Hasya Yoga e alla Mindfulness. Read the full article
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“GNA FACCIO PIÙ”: il dialetto romanesco diventa poesia con Veronica Evangelisti
La silloge poetica della scrittrice che con la lingua del cuore racconta storie di vita

A gennaio 2025 è uscito “GNA FACCIO PIÙ”, la prima raccolta poetica della poliedrica scrittrice Veronica Evangelisti, una silloge in dialetto romanesco che porta il lettore a toccare con mano momenti di vita autentica, intrisi di sarcasmo e verità. Con uno stile diretto e schietto, le poesie affrontano temi che spaziano dalla quotidianità, alla società di oggi, fino alle emozioni più intime. Una narrativa poetica che Veronica ha sapientemente creato e costruito, attingendo al dialetto della sua città, Roma, che lei stessa definisce la “lingua del cuore”.
La silloge nasce da un’esigenza di espressione naturale dell'autrice, appassionata osservatrice delle persone e dei luoghi che la circondano. Veronica ha iniziato a scrivere le poesie per gioco, sperimentandole nei locali durante reading pubblici e scoprendo inaspettatamente l’entusiasmo di un pubblico eterogeneo. Molti componimenti trovano ispirazione nei viaggi, come quelli scritti tra Petra in Giordania, in aereo al ritorno da Cipro, addirittura sul Monte Olimpo, ma anche nei piccoli frammenti della vita quotidiana, come un pensiero sorto sul divano di casa davanti al camino.
Non mancano riflessioni critiche e ironiche sulla società moderna, sui social media e accenni di autoironia che rendono la lettura leggera e avvolgente. Ogni poesia è uno spaccato della complessità umana e sociale, raccontata con l’occhio arguto di una scrittrice che non teme di dire ciò che pensa.
La copertina e le immagini all’interno sono state create dall’autrice stessa. Infatti, Veronica ama fotografare posti e monumenti per poi ridisegnarli in chiave pop: un hobby che ha voluto inserire nella raccolta per dare un’impronta diversa a un libro del tutto nuovo. La prefazione è stata scritta da Stefano Tarquini, talent scout di poeti con il quale la scrittrice ha collaborato per un anno, nel gruppo Attacco Poetico insieme ad alcuni poeti della nazionale italiana calcio.
Acquista il libro
Veronica Evangelisti è un nome già noto nel panorama letterario. Nata a Roma nel 1983, si è diplomata all'Istituto Professionale Grafico Pubblicitario di Monterotondo. Autrice di romanzi, racconti e storie illustrate per bambini, ha debuttato nel 2018 con il romanzo “Un posto per Victoria”. Nel 2019 escono le raccolte di racconti in collaborazione con altri autori, “Ombre e I colori dell’anima” e nel 2020 il suo secondo romanzo“Donne Fenice”e i libri illustrati per bambinidi“Pina la lumachina” a cui sono seguite altre pubblicazioni partecipando inoltre a reading letterari, poetry slam e organizzando laboratori di scrittura. Con “GNA FACCIO DI PIÙ”, Veronica Evangelisti dimostra che la poesia in dialetto può essere universale e arrivare a tutti, dai più giovani ai meno esperti, trasmettendo emozioni sincere e senza filtri. Un libro pensato per chi cerca autenticità e un sorriso dal sapore romanesco.
Instagram: https://www.instagram.com/veronica_evangelisti/
Facebook: https://www.facebook.com/home.php
TikTok: https://www.tiktok.com/tiktokstudio/upload?lang=it-IT
E-mail: [email protected]
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Dino Campana: la vita tormentata e l’eterno viaggio nella poesia
Dino Carlo Giuseppe Campana (Marradi, 20 agosto 1885 – Scandicci, 1° marzo 1932) è stato un poeta italiano che ha segnato un profondo solco nella letteratura del Novecento grazie alla sua opera intensa e visionaria. La sua produzione, spesso incentrata sulla poesia, rappresenta una fusione unica tra musica, colori e suoni, espressione di un animo irrequieto e travagliato.
Le origini e la giovinezza
Campana nacque a Marradi, un piccolo borgo situato nella Romagna fiorentina, il 20 agosto 1885. Figlio di Giovanni Campana, un insegnante remissivo, e di Francesca Luti, una donna dal carattere severo e affetta da disturbi compulsivi, Dino trascorse un’infanzia apparentemente tranquilla ma segnata da un rapporto complesso con la madre e dalla nascita del fratello minore Manlio. Sin dall’adolescenza, Dino manifestò i primi segni di disturbi nervosi, che avrebbero segnato profondamente la sua esistenza e la sua poesia.

Frequentò diverse scuole, tra cui il collegio dei Salesiani di Faenza e il liceo Baldessano di Carmagnola, dove consegu�� la maturità nel 1903. Nonostante le difficoltà personali, proseguì gli studi universitari a Bologna e Firenze, dove si iscrisse prima a Chimica pura e poi a Chimica farmaceutica. Tuttavia, la sua irrequietezza lo spinse a intraprendere una vita errabonda, lontana dai binari tradizionali.
Il viaggio come metafora della poesia
La poesia di Dino Campana è intrisa del suo irrefrenabile desiderio di fuggire e scoprire il mondo. I suoi viaggi, sia reali che immaginari, sono al centro della sua opera. Durante la sua vita, si spostò in vari paesi europei e in Sud America, affrontando spesso situazioni difficili e vivendo ai margini della società. La poesia divenne per lui un mezzo per esprimere il suo rapporto conflittuale con la realtà e per esplorare le profondità della sua anima.
Nel 1907, Dino intraprese un viaggio in Argentina, probabilmente per sfuggire all’oppressione familiare e alla monotonia di Marradi. Questo viaggio, avvolto nel mistero, ha contribuito a creare il mito del “poeta dei due mondi”, anche se alcuni critici, come Giuseppe Ungaretti, hanno messo in dubbio la reale presenza di Campana in Sud America. Tuttavia, l’esperienza del viaggio rappresenta un tema centrale nella sua poetica, dove il movimento fisico si intreccia con un’esplorazione interiore.
L’opera: i “Canti Orfici”
La raccolta “Canti Orfici”, pubblicata nel 1914, è il capolavoro di Dino Campana e rappresenta una delle più alte espressioni della poesia italiana del XX secolo. Il titolo evoca gli inni orfici dell’antica Grecia e suggerisce un legame profondo tra poesia e mito. Nei “Canti Orfici”, Campana amalgama suoni, colori e immagini, creando una sinfonia di emozioni che riflette il suo tormento interiore.
Il manoscritto originale dell’opera, intitolato “Il più lungo giorno”, andò perduto dopo essere stato consegnato ai redattori della rivista Lacerba. Dino, disperato, riscrisse l’intera opera affidandosi alla memoria e alle bozze sparse, un processo che richiese un immenso sforzo mentale. Questo episodio evidenzia il legame viscerale tra Campana e la sua poesia, intesa come un atto di creazione e rinascita.
Nei “Canti Orfici”, la città di Genova assume un ruolo simbolico: il porto diventa il luogo del continuo movimento, delle partenze e dei ritorni, metafora della condizione umana e del viaggio esistenziale. La poesia, per Campana, è un mezzo per trascendere la contingenza e raggiungere una dimensione superiore, un percorso conoscitivo che coinvolge memoria, sensi e immaginazione.
La relazione con Sibilla Aleramo
Un altro capitolo significativo nella vita di Dino Campana è la sua relazione con la scrittrice Sibilla Aleramo. L’intensa corrispondenza tra i due, raccolta nel carteggio “Un viaggio chiamato amore”, testimonia una storia d’amore tormentata e appassionata. La loro relazione, durata dal 1916 al 1918, fu segnata da incomprensioni e tensioni, ma anche da una profonda condivisione intellettuale.
Nelle lettere, emerge il desiderio di Campana di essere compreso e accettato, ma anche la sua difficoltà nel gestire i rapporti umani. La poesia, ancora una volta, diventa l’unico strumento attraverso cui il poeta riesce a esprimere i suoi sentimenti e la sua visione del mondo.
Gli ultimi anni e la morte
Gli ultimi anni di Dino Campana furono segnati dal progressivo aggravarsi dei suoi disturbi psichiatrici. Dopo essere stato internato in vari ospedali psichiatrici, nel 1918 venne ricoverato presso l’ospedale di Castelpulci, vicino a Scandicci. Qui trascorse gli ultimi anni della sua vita, trovando una sorta di pace nella routine del manicomio.
Campana morì il 1° marzo 1932, probabilmente a causa di una setticemia. Le sue spoglie furono inizialmente sepolte nel cimitero di San Colombano, ma nel 1946 furono traslate nella chiesa di San Salvatore a Badia a Settimo. La sua figura è stata successivamente rivalutata da numerosi intellettuali, tra cui Eugenio Montale e Carlo Bo, che hanno riconosciuto l’importanza della sua poesia.
La poetica di Dino Campana
La poesia di Campana è caratterizzata da un linguaggio visionario e musicale, che mescola immagini potenti e simboli suggestivi. Il poeta cercava una “poesia europea musicale colorita”, capace di unire la tradizione latina con la speculazione filosofica e la cultura mitteleuropea. La poesia, per Campana, non era solo un’arte ma una via di conoscenza e redenzione, un mezzo per esplorare il rapporto tra l’uomo e il mondo.
La parola poetica si intreccia con i suoni e i colori della natura, creando un universo sensoriale in cui il vento, il mare e le attività umane si fondono in un’unica sinfonia. La poesia diventa un faro che illumina le tenebre dell’esistenza, guidando l’uomo verso una dimensione più alta.
Conclusione
Dino Campana rappresenta una figura unica nel panorama letterario italiano, un poeta che ha saputo trasformare il dolore e il tormento della sua vita in poesia. La sua opera, seppur limitata, continua a ispirare lettori e studiosi, dimostrando l’eternità del suo messaggio. La poesia, per Campana, non era solo un mezzo espressivo ma una vera e propria filosofia di vita, un viaggio senza fine verso la conoscenza e la bellezza.
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Ciao Joe di Maura Mantellino: un addio che racchiude amore eterno e ricordi indelebili. Recensione di Alessandria today
Il legame unico tra un gatto e la sua umana: una storia di affetto, complicità e nostalgia.
Il legame unico tra un gatto e la sua umana: una storia di affetto, complicità e nostalgia. Biografia dell’autrice Maura Mantellino, scrittrice e valida autrice di Alessandria Today, è originaria di Torino e si distingue per la sua capacità di raccontare emozioni autentiche attraverso storie intime e toccanti. Il suo stile, caratterizzato da una profonda sensibilità, riesce a catturare…
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Edna O’Brien

Ogni libro bello dev’essere autobiografico, in una certa misura, perché non possiamo fabbricare le nostre emozioni.
Edna O’Brien è la scrittrice irlandese che negli anni Sessanta ha dato voce ai desideri e alle passioni delle donne.
La più grande scrittrice vivente in lingua inglese, come amava ripetere Philip Roth.
Autrice di venti romanzi, raccolte di racconti, poesie, saggi e opere teatrali tradotti in tutto il mondo, ha raccontato l’emancipazione femminile scavando a fondo nella coscienza dei suoi personaggi, celebrandone l’esuberanza e la generosità con una prosa sempre elegante, raffinata e priva di forzature stilistiche. Tutti i suoi scritti sono ambientati in Irlanda, nonostante abbia abbandonato il paese e vissuto per tutta la vita a Londra.
Le sue eroine sono tormentate, oppresse dai sensi di colpa, vittime di un’educazione bigotta oppure ribelli, scanzonate, provocatorie, in aperto conflitto con l’ambiente in cui sono cresciute.
Scrivere per lei è stata un’occupazione perversa in cui ha dato voce al conflitto tra anima e mente.
Tra i premi più prestigiosi di cui è stata insignita spicca la nomina a Dama dell’Ordine dell’Impero Britannico, del 2018, e di Comandante dell’Ordine delle Arti e delle Lettere della Repubblica Francese, nel 2021.
Era nata col nome di Josephine Edna O’Brien a Tuamgraney, un villaggio irlandese, il 15 dicembre 1930 in una famiglia numerosa con una madre rigida e un padre dedito ad alcol e scommesse. In una casa piena di libri religiosi, da ragazzina scriveva di nascosto perché osteggiata dalla genitrice che non approvava le sue aspirazioni letterarie. Da dopo gli studi in collegio è fuggita a Dublino per scappare da quell’ambiente soffocante e bigotto e a ventitré anni ha sposato un uomo molto più anziano di lei, il romanziere di origine ceca Ernest Gébler, con cui si è trasferita a Londra, dove è iniziata la sua vera vita e ha potuto finalmente diventare se stessa e dedicarsi alla scrittura.
Nel 1960 ha pubblicato il suo primo libro, scritto in soli tre mesi, The Country Girls, che racconta l’educazione sentimentale e sessuale di due giovani donne che cercano emozioni in città, fuggendo dal collegio di suore dove erano rinchiuse. Come i due successivi, The Lonely Girl del 1962, poi diventato un film, e Girls in Their Married Bliss del 1964, venne proibito e censurato in Irlanda e spesso bruciato pubblicamente da preti e fanatici cattolici.
La trilogia dello scandalo è stata a lungo oggetto di attacchi violenti e ripetute accuse di immoralità, mentre nel resto del mondo era osannata. Solo in anni recenti, il presidente irlandese le ha presentato le scuse ufficiali a nome di tutta la nazione, per la feroce ostilità e l’invidioso disprezzo di cui è stata oggetto, definendola una narratrice coraggiosa che ha sempre raccontato la verità.
La sua celebrità ha segnato la fine del matrimonio con un uomo che mal sopportava il suo successo e le si è aperta una nuova prospettiva di vita, dopo il divorzio ha frequentato i salotti letterari e mondani della Swinging London, diventando un’icona ribelle degli anni ‘60, capace di sondare senza retorica le vertigini della passione amorosa e politica.
Al centro dell’attenzione mediatica anche a causa di alcune prese di posizione sul conflitto anglo-irlandese, negli anni ‘90 è stata accusata di aver sostenuto la lotta armata dell’IRA.
Tra i suoi scritti compaiono due saggi biografici su Joyce e Byron, una sceneggiatura teatrale su Virginia Woolf e romanzi più maturi come Uno splendido isolamento, Le stanze dei figli, Un feroce dicembre e La luce della sera.
In Country Girl, del 2012, ha raccontato la sua vita, ricca di incontri ed esperienze straordinarie, vissuta tra le aree rurali dell’Irlanda e le luci sfavillanti delle grandi città statunitensi.
La sua ultima fatica, del 2019, è Ragazza, sugli orrori subiti da migliaia di giovani donne rapite dai fondamentalisti islamici di Boko Haram in Nigeria.
Edna O’Brien si è spenta il 27 luglio 2024, dopo una lunga malattia.
Nella sua vita ha vissuto proprio come le sue ragazze di campagna appena arrivate in città, seguendo tutto quello che luccicava, assecondando i suoi desideri più oscuri e impulsivi. Spirito ribelle e coraggioso, ha lottato per aprire nuovi orizzonti artistici e scrivere in modo veritiero, da un luogo di sentimenti profondi.
Ha rivoluzionato la letteratura irlandese. La straordinaria qualità della sua prosa l’ha resa un’autrice di culto dal successo planetario rispettata anche dalle accademie e dai più raffinati circoli letterari.
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La mostra “Infinite Emozioni” inaugurata a Spazio5 È stata inaugurata martedì 3 dicembre 2... #annaritasantoro #infiniteemozioni #maddalenamaglione #mariapatriziaklum #massimolamolinara #maurolamolinara #mostra #serenalamolinara #spazio5 #VittorioEsposito https://agrpress.it/la-mostra-infinite-emozioni-inaugurata-a-spazio5/?feed_id=8452&_unique_id=6751912437f17
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Letizia Caiazzo - Piane di Sorrento, grande successo per l'evento artistico - poetico "Compiuta Donzella" curato nei particolari e da qui gli eccellenti risultati ottenuti, pubblicazione di Elisa Mascia -Italia
Foto cortesia dell’evento Insieme si può sempre, perché la Cultura è di tutti. Il 15 settembre 2024, a Piano di Sorrento (NA), si chiuderà la mostra “Emozioni a confronto”. L’ organizzatrice dell’ Evento è stata la Prof.ssa Letizia Caiazzo, pittrice e scrittrice di adozione sorrentina, ma di origine salernitana, che è stata premiata ad Agrigento tra le Eccellenze italiane, insieme al…
#Albania#Alessandria today Magazine#Algeria#Argentina#Arte#Asti#Campobasso#Grecia#India#Italia#Napoli
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Capire i sentimenti

Questa volta, Vortici.it vuole invitarvi a scoprire o riscoprire il libro: Capire i sentimenti - Per conoscere meglio se stessi e gli altri (Mondadori) di Vera Slepoj, venuta a mancare recentemente.
Sentimenti, affetti, emozioni lo sappiamo, accompagnano la nostra esistenza influenzandone il percorso verso sviluppi più o meno felici. Eppure li abbiamo sempre vissuti come ineluttabili. Tale è il loro impatto sull'esistenza umana che, per comprenderne il senso, la natura, le dinamiche, sono state coinvolte le scienze umane e sociali, la medicina e perfino la biologia e la chimica del corpo. Da qualche decennio, invece, la psicologia ci ha insegnato a conoscerli, più che a dominarli come si voleva in passato. Nel bel mezzo di una miriade d'informazioni, tuttavia, ci siamo sentiti dire tutto e il contrario di tutto a causa di un’informazione farraginosa, imprecisa, spesso fuorviante. Mettere un po’ d’ordine nella conoscenza dei sentimenti appare ormai indispensabile a molti di noi: ed è ciò che offre questo libro, ricco di esperienze maturate nel diretto contatto con chi si rivolge allo psicologo per sbrogliare la matassa ingarbugliata del proprio mondo emotivo. Tentarne un'analisi descrittiva è lo scopo di questo libro, frutto di una vasta esperienza maturata in anni di studio e di pratica terapeutica. Vera Slepoj come psicologa, ha approfondito negli anni lo studio e la pratica dei sentimenti traendone appunto il libro "Capire i sentimenti", uno strumento importante per capire noi stessi e chi ci sta intorno. Ed ecco dunque una rassegna completa di sentimenti positivi (l’amicizia, l’amore, la simpatia, la socialità, la felicità) e negativi (l’angoscia, l’aggressività, la cattiveria, la gelosia, l’invidia, il narcisismo, o la paura, il senso di colpa, l’odio e la violenza). L'autrice ci invita a prestare una particolare attenzione ai sentimenti nelle età evolutive (l’adolescenza, la vecchiaia), quando l’identità di ciascuno elabora mutamenti essenziali. Esprime una sintesi dei sentimenti che travagliano la coppia e la famiglia. E introduce nella sua analisi una categoria di sentimenti spesso trascurati, eppure determinanti nella formazione dell’individuo, soprattutto oggi che la comunicazione di massa e la disgregazione delle culture ideologiche, etniche o religiose impongono sradicamenti e scelte che affondano troppo spesso nell’irrazionale: i sentimenti collettivi, come l’idea di civiltà e di progresso, il pensiero conservatore e rivoluzionario, l'integralismo e il fondamentalismo, che ci costringono a complesse mediazioni tra passato, presente, futuro. “Sui sentimenti si è costruita l’arte di ogni tempo, dalla musica alla poesia, dalla letteratura alla pittura. E i sentimenti sono qui, in noi, e lì, fuori di noi, e con i sentimenti dobbiamo confrontarci per conoscere chi siamo, da dove veniamo e dove stiamo andando”. Leggi qui un estratto...
Vera Slepoj (1954 Portogruaro - 2024) è stata una psicologa e scrittrice italiana. Si è laureata in Psicologia presso l'Università di Padova nel 1977, si è poi specializzata in psicoterapia individuale e di gruppo e oggi è psicologa psicoanalista con diploma in sofrologia medica. Ha vissuto e lavorato tra Padova, Milano e Londra. Molte le attività che l’hanno impegnata negli anni: tra le altre, l’insegnamento presso l’Università di Siena, la presidenza della Federazione Italiana Psicologi dal 1989 e dell’International Health Observatory, la direzione di importanti scuole di formazione in psicologia. Autrice di pubblicazioni scientifiche e divulgative, partecipa a programmi televisivi e collabora con diverse testate, tra cui «Diva e donna». Alcuni dei suoi libri sono stati tradotti da case editrici internazionali, tra cui Payot. Ha pubblicato Capire i sentimenti (Mondadori 1996), Cara TV con te non ci sto più (insieme a Marco Lodi, Alberto Pellai che voi lettori avete conosciuto attraverso le nostre pagine e Franco Angeli 1997), Legami di famiglia (Mondadori 1998), Le ferite delle donne (Mondadori 2002), Le ferite degli uomini (Mondadori 2004), L'età dell'incertezza. Capire l'adolescenza per capire i nostri ragazzi (Mondadori 2008), La psicologia dell'amore (Mondadori 2015). Vera Slepoj si è spenta il 21 giugno 2024 a Padova. «Ci mancheranno il suo entusiasmo e la sua simpatia, così come la sua capacità di trattare in modo chiaro e divulgativo temi importanti come le relazioni affettive e altre complesse problematiche sociali.» così l'ha ricordata il sindaco di Padova Sergio Giordani su Repubblica. Scoprite la nostra rubrica Libri Consigliati Foto: https://www.lafeltrinelli.it/Immagine di copertina: freepik.com Read the full article
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Il romanzo onirico di Elisabetta Tagliati: Lacrime di eternità
Una storia “ultraterrena” Il romanzo di Elisabetta Tagliati, Lacrime di eternità, edito da Aurea nox, è il sequel di Oltre l’Abisso, il primo libro dell’autrice. Non vi aspettate di leggere il solito romanzo storico ambientato nel magico e suggestivo mondo dei celti con descrizioni di conflitti e battaglie. Queste ultime ci sono, ma di altra natura. Si tratta di conflitti interiori, di logoramenti dell’anima e dello spirito che segnano tutti i personaggi del romanzo. Il libro di Elisabetta Tagliati è un testo che possiamo definire “spirituale”, è una storia in cui le emozioni e i sentimenti dei protagonisti guidano la narrazione. Il lettore sarà catturato dalla profondità con cui la scrittrice indaga l’animo di ogni singolo personaggio, facendone emergere qualità e difetti, raccontandone la storia presente e passata, e coinvolgendoci nello slancio emotivo che lo conduce al cambiamento. I personaggi (che sono gli stessi del primo romanzo) sono ben caratterizzati, ulteriormente approfonditi e sviscerati maggiormente, al fine di far emergere in essi le contraddizioni proprie di ogni essere umano. L’Amore è il sentimento che pervade tutto, anche se i personaggi si troveranno ad affrontare molta sofferenza e a fare i conti con la parte bestiale di se stessi. Il lettore, infatti, verrà catturato dalla capacità con cui Elisabetta Tagliati ha saputo dipingere le numerose sfumature dell’Amore: si va dall’amore incestuoso a quello passionale e distruttivo fino ad arrivare a quello materno (amorevole nonostante tutto) e a quello sincero e rispettoso. Lacrime di eternità di Elisabetta Tagliati L’eroina del libro è Bethel, capoclan Celta, che in questo romanzo si presenta in una veste insolita, quella di puro spirito. Le angosce di Bethel e la sua impossibilità all’azione perché “intrappolata” in un salice, evocano la prigione fisica e spirituale in cui si trova la protagonista. Bethel, infatti, vorrebbe aiutare i propri figli, che stanno per affrontarsi in una guerra sanguinosa a causa delle sue scelte passate, ma è impossibilitata. La protagonista è una donna angosciata per le sorti dei propri figli e che vive impotente i tormenti che lacerano le loro anime. La mente della protagonista è tutt’uno con il flusso di consapevolezza universale che la mette in contatto con l’intero Creato. Il libro, infatti, è esso stesso impostato alla stregua di un continuo flusso di coscienzache permette al lettore di esplorare l’animo di tutti i personaggi e di riflettere, in generale, sulla natura umana. Bethel è un salice, un albero che inizia a diventare meta di pellegrinaggio per tutte le persone che gravitano nella sua vita. Un flusso ininterrotto di pensieri, emozioni e angosce transita dai personaggi al salice, al quale chiedono consiglio, ristoro per i propri smarrimenti, forza e supporto. Figli miei non fate i miei errori: non sprecate l'esistenza realizzando ciò che gli altri si aspettano da voi. Solo Una voce è Vera ed essa è un sussurro nascosto nell'anima. Molto interessanti sono anche le Appendici che arricchiscono di contenuti extra la lettura, lasciando che il lettore si immerga a poco a poco nell’atmosfera celtica, ricca di rituali magici, credenze e tradizioni. Mappe, disegni, simboli e risorse on line rendono il libro una vera miniera di informazioni per tutti gli amanti della cultura Celta. Inoltre, Lacrime di eternità di Elisabetta Tagliati è un’opera fortemente legata all’artista, nella quale l’autrice riversa le proprie passioni, emozioni e le visioni oniriche. Ricordo, infatti, che la particolarità della genesi dell’intera saga è legata proprio a una serie di sogni che ha fatto l’autrice e che potete approfondire attraverso le interviste che le abbiamo fatto sia su Lacrime di eternità sia su Oltre l’Abisso. Inoltre, una dettagliata descrizione delle trascrizioni dei sogni è presente anche alla fine del romanzo, all’Appendice VII. Interessantissimi sono infine i contributi musicali che Elisabetta Tagliati mette a disposizione dei suoi lettori. La musica, insieme alla scrittura, è una delle passioni più grandi di Elisabetta. Alla fine del libro, è presente una playlist che consentirà al lettore di immergersi totalmente nelle atmosfere “Abissali”. Read the full article
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Torna Sara Boringhieri con le sue recensioni letterarie; per il mese di Novembre ha scelto un'atmosfera british: "La Signora in tweed" di Charles Exbrayat

di Sara Boringhieri
“LA SIGNORA IN TWEED” di Charles Exbrayat
Londra, anni Cinquanta. L’Ammiragliato è un mondo di soli uomini, che indossano sobrie uniformi scure. Ma c’è una macchia di colore in quelle cupe stanze, una donna dalla folta chioma fulva che veste un caratteristico tailleur di tweed, corredato da una sciarpa tartan rossa e verde. Si chiama Imogene McCarthery. Da vent’anni lavora come dattilografa in quell’ambiente declinato al maschile, fiera e caparbia come le Highlands della sua lontana patria, la Scozia. Ad averle infuso tale sicurezza è stato il padre, che le ha raccontato la storia della sua terra raccomandandole di difenderla a ogni costo. Un giorno, finalmente, Imogene può mettere in pratica i suoi insegnamenti. Il suo capo, David Woolish, ha una missione per lei: dovrà recarsi a Callander, il paese in cui è nata, e consegnare dei documenti segreti a un funzionario del governo. Imogene non esita un secondo e sale sul treno con la busta sottobraccio, ma non sa che ci sono persone che vogliono approfittarsi della sua presunta ingenuità. Eppure, grazie a intuito, destrezza e un pizzico di fortuna, Imogene difenderà l’onore della croce di sant’Andrea, tornando a casa trionfante.
Imogene McCarthery rappresenta l’archetipo della “protagonista controversa”. È un personaggio che nel bene e nel male non lascia indifferenti, la sua presenza e la sua personalità sono ben delineate fin dalle prime pagine e permangono ben caratterizzate nel corso dell’intero romanzo.
Legatissima alle proprie origini scozzesi, non fa nulla per nascondere il suo attaccamento al proprio Paese natale. E’ una donna energica, determinata, schietta e sincera prima di tutto (non manda a dire alcunché) ma al contempo anche una protagonista che dà spazio alle emozioni e che nella sua determinazione è irruente e istintiva, ironica e irascibile: attraverso i suoi occhi e il suo particolare modo di agire, il lettore viene catapultato nell’Inghilterra e nella Scozia degli anni Cinquanta del secolo scorso con tutte le contraddizioni, i pregiudizi e le difficoltà dell’epoca e della società di quel momento storico.
Charles Exbrayat, francese d’origine, crea un personaggio femminile difficile da dimenticare: Imogene o la si ama o la si odia.
Le avventure di Imogene Mc Carthery (da cui nel 2010 è stata tratta anche una versione cinematografica che vede l’attrice Catherine Frot interpretare la beniamina scozzese) vengono pubblicate per la prima volta nella collana “Le Masque” tra il 1959 e il 1975, mentre sono di recente pubblicazione nel resto del mondo.
“La signora in tweed” è la prima opera pubblicata in Italia nel 2023.
Degna di nota è la prefazione del libro a cura di Alice Basso, nota scrittrice che vive nel torinese e che presenta il romanzo incuriosendo il potenziale lettore.
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“Emozioni” di Paul McGregor: un’opera che celebra l'animo umano nelle sue più intime sfumature
Lo scrittore presenta un libro che intreccia profondità e sensibilità umana

L’uscita editoriale di Paul McGregor, “Emozioni”, è molto più di una semplice raccolta di poesie e brevi racconti. Pubblicato dalla collana “Nuove Voci” di Albatros e arricchito dalla prefazione della scrittrice Barbara Alberti, “Emozioni” si propone come un viaggio unico e introspettivo dell'animo umano, con componimenti che racchiudono sentimenti universali e riflessioni personali di straordinaria intensità. Già riconosciuto a livello culturale, il libro è stato selezionato come finalista al prestigioso premio ARGENTARIO 2024 e presentato alla Fiera Internazionale del Libro di Francoforte, dove quest'anno l'Italia è stata ospite d'onore.
“Ogni componimento”, racconta McGregor, “è un viaggio nel viaggio, il riflesso di diverse fasi della mia vita, ognuna plasmata da esperienze ed emozioni che mi hanno trasformato profondamente”. Il libro esplora tematiche che spaziano dall’amore all’amicizia, dal riscatto personale al potere rigenerativo della natura, e affronta problemi sociali di rilievo come la lotta contro il cancro e la memoria dell’Olocausto. Attraverso questi scritti, emergono valori fondamentali come la speranza e la bellezza nascosta dietro ogni esperienza.
Acquista il libro
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Feltrinelli: https://bit.ly/4ifeq5f
“Emozioni” non è soltanto una testimonianza artistica, ma un’opportunità per i lettori di sincronizzare il battito delle proprie emozioni con quelle dell'autore. McGregor alterna introspezione personale e riflessioni universali, trovando ispirazione in temi come la musica e la natura. Tra i componimenti spicca un toccante tributo alla grande Carla Fracci, che sottolinea ulteriormente la profondità culturale e umana di questa raccolta. Rivolto a un pubblico che cerca narrazioni autentiche e stimolanti, “Emozioni” si distingue anche per il tocco di speranza che connette ogni parola. Paul McGregor dona con questo libro un’esperienza unica di commozione e introspezione, capace di toccare il cuore di lettori di ogni generazione.
Instagram: https://www.instagram.com/paul_mcgregor_autore/
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