#omaggio agli animali
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Ciao Joe di Maura Mantellino: un addio che racchiude amore eterno e ricordi indelebili. Recensione di Alessandria today
Il legame unico tra un gatto e la sua umana: una storia di affetto, complicità e nostalgia.
Il legame unico tra un gatto e la sua umana: una storia di affetto, complicità e nostalgia. Biografia dell’autrice Maura Mantellino, scrittrice e valida autrice di Alessandria Today, è originaria di Torino e si distingue per la sua capacità di raccontare emozioni autentiche attraverso storie intime e toccanti. Il suo stile, caratterizzato da una profonda sensibilità, riesce a catturare…
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Il 27 ottobre è la “Notte degli Spiriti Animali”, quando cani e gatti (e non solo) tornano a trovare chi li ha amati
Nel cuore delle celebrazioni che anticipano il “Día de los Muertos” (“Il giorno dei morti”), il 27 ottobre in Messico si celebra la “Noche de los Espíritus Animales” (“Notte degli Spiriti Animali”), un’antica tradizione che unisce il popolo messicano alla spiritualità e al mondo della natura. Questa ricorrenza rende omaggio agli spiriti degli animali che, secondo la credenza popolare, accompagnano l’anima umana nella vita e nella morte e che nella notte fra il 27 e il 28 ottobre tornano dall’aldilà per andare a trovare chi li ha amati.
La “Noche de los Espíritus Animales” affonda le sue radici nelle antiche tradizioni indigene del Messico precolombiano, in cui era diffusa la convinzione che ogni essere umano nascesse con uno spirito animale guida, chiamato “nagual” o “tonal”, secondo le diverse regioni del Paese. Questo spirito animale, una sorta di totem o alter ego, sarebbe stato un alleato spirituale che influenzava il carattere della persona, la proteggeva e le forniva guida nelle decisioni della vita quotidiana.
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Di Roberta Leotti La mostra Breaking Lines, in corso alla Estorick Collection of Modern Italian Art fino all’11 maggio, esplora il legame tra Futurismo e poesia sperimentale, con opere di Marinetti, Depero, Carrà e altri protagonisti dell'avanguardia italiana. La libertà delle parole nella mostra Breaking Lines della Estorick Collection dedicata al Futurismo e alle origini della Poesia Sperimentale Chissà se Filippo Tommaso Marinetti si sarebbe immaginato la portata e il successo riscosso dalla sua "chiamata alle arti" del suo Manifesto Futurista, pubblicato nel 1909 prima dalla Gazzetta dell'Emilia e due settimane dopo dal Figaro. L'abbandono della tradizione per la ricerca di esprimere la velocità e l'energia erano espressione di un Paese che muoveva passi importanti nell'industrializzazione (La fabbrica automobilistica FIAT era stata fondata vent'anni prima) e che in pochi anni l'avrebbe coinvolto nella prima di due guerre mondiali. Aldilà del suo credo politico e convinzioni antifemministe, Marinetti glorificava il nuovo che avanza, la bellezza della velocità e ineggiava l'abbandono di quella che definì nel suo Manifesto "l'Immobilità pensosa" per perseguire: "Il coraggio, l'audacia la ribellione saranno elementi essenziali della nostra poesia". Questo fervore è tangibile nelle riviste e nei libri di vari autori esposti alla come quadri alla Breaking Lines, la prima mostra del 2025 della Estorick Collection of Italian Modern Art di Londra. Il visitatore noterà che l'estasi e il sonno della poesia pre-futurista han lasciato posto a componimenti dinamici e fuori dagli schemi. Come se la guerra, argomento che spesso si insinua nelle tematiche delle opere, sia in primis quella della parola contro la bidimensionalita' della carta stampata. Dalla metrica e la rima si passa a un linguaggio frammentato svincolato dalla grammatica e dalla punteggiatura, si predilige l'onomatopea e la macchina da scriverere diventa di fatto un medium di arte figurativa. Parole in libertà non è solo un proclama, lo è di fatto. Le parole private delle costrizioni linguistiche e metriche diventano, come per l'Onomalingua di Fortunato Depero, un linguaggio universale senza bisogno di traduzione, perchè come dice lo stesso autore è il linguaggio delle forze naturali, degli esseri rumoreggianti creati dagli uomini e degli animali. Nella stessa sala, anche il collage di Carlo Carrà, Avvolgimenti atmosferici – scoppio di un obice, opera che fa parte della collezione permanente della Estorick Collection. Per chi volesse approfondire le arti figurative futuriste, vi consigliamo di estendere la vostra visita anche ai piani superiori della galleria, dove potrete ammirare opere di altri artisti che oltre a Carrà hanno aderito al movimento futurista: Gino Severini, Giacomo Balla, Luigi Russolo, Umberto Boccioni. L’esposizione, che si conclude l’11 maggio, si completa con un omaggio al poeta inglese Dom Sylvester Houédard, definito uno dei maestri della poesia concreta sviluppatasi nel secondo Dopoguerra e la cui attività ha poi influenzato la poesia sperimentale. Le parole sono disposte in forme e colori volti a suggerire immagini e evidenziare il tema della composizione, o forse più semplicente a “sfidare” il pubblico a rompere gli schemi per aprirsi ad un nuovo linguaggio e immagini. Nello stesso spazio espositivo, oltre al monaco e teologo Houédard, si segnalano anche le opere di Bob Cobbing, John Furnival e Hamilton Finlay. Nel programmare la vostra visita al n. 39a Canonbury Square (N1 2AN), oltre al consueto orario di apertura, vi segnaliamo che l’ultimo giovedì del mese la Estorick Collection of Modern Italian Art rimane aperta fino alle 20.00, con accesso gratuito agli studenti full-time dopo le 17.00. Maggiori informazioni su eventi e prenotazioni sul sito della Estorick Collection of Modern Italian Art. ... Continua a leggere su
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Ho preso in mano il libro "Il topo sognatore" di Franco Arminio quasi per caso, attratta dalla sua poetica e dal titolo che colpisce. Questo libro, pubblicato da Electa Kids in prossimità del Natale, parla di emozioni e amore, ed è pensato per i bambini, ma può affascinare anche molti adulti. Include 55 racconti di animali «di paese», narrati in prima persona e illustrati da Giulia Masia. Queste storie offrono un punto di vista unico, quello degli animali, arricchendo la narrazione con le loro esperienze e sentimenti. Tra i personaggi troviamo Filippo, il topo sognatore, che vive con uno scapolo ignaro della sua presenza. C'è anche un'asina bianca, un gatto innamorato di un'impiegata, un serpente nella vigna abbandonata, e un tacchino consapevole del suo triste destino. Il libro mette in luce la vita degli animali, che spesso consideriamo solo come utilità nella nostra esistenza, non rendendoci conto dell'importanza delle loro emozioni e delle loro storie. Gli animali, che ci accompagnano da sempre, sono i nostri compagni silenziosi e attenti, spesso maltrattati o ignorati. Franco Arminio, facendo eco a questa realtà, dà voce a creature che sono considerate solo come oggetti della nostra vita. Rende gli animali vivi, pieni di emozioni e significato, invitando il lettore a osservare il loro mondo e le loro storie. Il libro raccoglie ricordi di vita quotidiana, ponendo domande sulla nostra relazione con gli animali. Essi meritano la nostra attenzione e il nostro affetto, proprio come noi facciamo nei loro confronti. "Il topo sognatore" si fa portavoce di queste riflessioni, facendo emergere quante creature vivano intorno a noi, dalle formiche ai piccioni. Concludendo, l'opera di Arminio è un viaggio poetico che invita a comprendere e apprezzare la vita degli animali, rendendoli compagni di vita invisibili ma sempre presenti. La lettura di questo libro può rivelarsi una scoperta per chi non ha ancora considerato l'importanza di queste storie e di queste esistenze accanto alla nostra.
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Il settembre degli antichi Romani
Il mese di settembre nell’antica Roma era importante per due ragioni, la fine della raccolta dell’uva e i ludi romani o Magni, anche se in questo mese si festeggiavano i Ludi Fatali e i Ludi Trionfali. I Ludi Magni, detti anche Ludi Romani, erano i giochi pubblici dedicati a Giove che si svolgevano dal 4 al 19 settembre,la loro location era il Circo Massimo ed in occasione di questo evento erano inscenate delle tragedie teatrali ispirate a quelle greche. Questa festa era molto sentita dalla cittadinanza al punto che, come avveniva in Grecia, la presenza del popolo era fondamentale. La festività iniziava il 4 settembre con i��Ludi Scenici, spettacoli teatrali portati a Roma soltanto nel 300 a.C. introdotti per la prima volta per rendere omaggio agli dei e placare la loro ira che era stata ritenuta la causa di una pestilenza che aveva colpito la città. Dall’Etruria provenivano i ballerini che si esibivano accompagnati da un flauto e duravano fino al 13 settembre, quando veniva festeggiato l’anniversario del tempio Ottimo Massimo sul Campidoglio insieme all’Epulum Iovis, un banchetto cui erano invitati anche gli dei a partecipare, le cui statue erano disposte su dei letti accanto ai tavoli dei presenti. Il momento più atteso dei giochi erano i Ludi Circenses del 15 settembre che si aprivano con una processione che attraversava il foro per raggiungere il tempio di Giove del Circo Massimo dove si svolgevano poi i giochi e li venivano svolti dei sacrifici in onore degli dei, con buoi uccisi e offerti a Giove. Secondo Eutropio, i Ludi furono istituiti da Tarquinio Prisco e, per Tito Livio, dopo la conquista di una cittadina presso Albano laziale, ma Dionigi di Alicarnasso e Cicerone indicano la loro istituzione dopo la vittoria dei Romani sui Latini presso il Lago Regillo nel V secolo a.C. Dal 347 a.C. i Ludi vennero organizzati dagli aediles curules, cioè dai magistrati patrizi, con giochi come pancrazio, corsa, pugilato, lancio del giavellotto, lancio del peso, lancio del disco, corse equestri. I ludi hanno avuti differenti significati, a seconda di ogni celebrazione, per esempio c’erano ludi trionfali e ludi funerari, ma anche per la celebrazione di un tempio dedicato ad una divinità, oltre ai ludi gladiatorii, le venationes (caccia e uccisione di animali selvatici nell’arena) e i ludi scaenici (commedie, tragedie e musica). Il 20 settembre era la festa del giorno della nascita di Romolo, il cui tempio venne costruito come vestibolo di accesso al Tempio della Pace, considerando il fondatore della città come colui che portò gloria e pace a Roma e per questo venne divinizzato sin dai tempi della monarchia. Poi il 23 settembre si celebrava la nascita di Augusto imperatore al Tempio dedicato ad Apollo in Campo Marzio, risalente al 431 a.C. e costruito per ringraziare il dio di aver posto fina ad una epidemia che aveva colpito la città. Read the full article
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“Months” Serie
Acrylic on Wood
#gennaio :
Il primo mese dell’anno è legato al dio Giano (bifronte), antica divinità romana il cui compito sarebbe stato quello di presiedere ai passaggi, in senso ampio. L’iconografia classica lo vuole rappresentato con due volti: l’uno più vecchio che guarda il passato, l’altro più giovane che guarda al futuro. Giano presiederebbe le porte, i passaggi, i ponti, le soglie materiali e immateriali. È il dio della vita, della religione, degli inizi, del tempo storico e mitico. L'introduzione di gennaio, così come quella di febbraio, è venuta solo con Numa Pompilio.
#febbraio
:Il nome di febbraio deriva da “februare”, purificare, in onore del dio etrusco Februus, dio della morte e della purificazione (è da intendersi anche come “rimedio agli errori”). Passò poi nella mitologia romana e il nome venne modificato in Febris e associato alla guarigione dalla malaria. Febris (da intendersi come dea) è nota da iscrizioni in molte parti dell'impero, a volte accompagnata dalla dea Tertiana e la Dea Quartiana, le dee della malaria, ovvero la febbre terzana e quartana, così chiamate perché la febbre tornava ogni terzo o quarto giorno.
#marzo :
Il mese di marzo rendeva omaggio a Marte, dio della guerra ma anche della natura e della fertilità. Secondo la mitologia più arcaica era anche dio del tuono, della pioggia e della fertilità. Marte è il nome dato dai romani alla divinità greca Ares (non era una divinità benefica e benvoluta, assunse una diversa connotazione successivamente con il nome di Marte appunto). Secondo Ovidio, sua madre Giunone, moglie di Giove, lo avrebbe concepito senza il concorso del marito, ma semplicemente portandosi al cuore un fiore miracoloso, dono della dea Flora.
#aprile :
Qualcuno dice che prenda il nome dalla dea Apru o Aprus (derivazione di Afrodite che verrebbe da Aphrodite, da cui Aphro e da cui Apru), altri sostengono che l'origine del nome sia legato al verbo latino "aperire", cioè aprire, a segnare l'avvento della stagione in cui si schiudono i fiori.Non è da confondere con la dea Flora, la dea della fioritura delle piante per la produzione di alimenti, in particolare cereali e alberi da frutto. C'è da dire che anche Aprus si occupava di fioritura essendo in effetti la dea della Primavera.Poiché la dea provocava al suo passaggio l'apertura delle corolle si avviò una serie di rappresentazioni della stessa ornata di nastri e veli; al suo passaggio con piedi nudi sulla terra i fiori si schiudevano.
#maggio :
Per alcuni il nome potrebbe esser stato un omaggio alla dea Maia, protettrice della fertilità e dell'abbondanza. Maia è madre del dio Ermes (messaggero degli dei) e figlia di Atlante (titano) e Pleione (ninfa oceanica); fa parte delle ninfe Pleiadi (aveva sei sorelle: Alcione, Celeno, Elettra, Merope, Sterope, Taigete).Secondo un'altra tradizione sua madre è Sterope (cioè una di quelle che nell'altra storia sarebbe sua sorella). In antichità Maia aveva un nome che non poteva essere pronunciato ma se si può definire in qualche modo potremmo identificarlo con “Grande Madre”.
#giugno :
Il mese del Sole e della libertà; il suo nome rendeva omaggio a Giunone, dea del matrimonio, del parto, protettrice degli animali (in particolare il pavone che era a lei sacro). In antichità era anche legata al ciclo della Luna (di fatti è spesso rappresentata con un diadema a forma di spicchio lunare). Giunone rappresenta in senso molto ampio e sfumato la cosiddetta “femminilità dell'Universo”.
#luglio :
Nel 44 a.C. il nome originale del mese che era “Quintilis”, cambiò in Julius in onore del console Gaio Giulio Cesare (nato in questo mese).Secondo rituali pagani e neopagani dedicati al principio femminile della divinità (Esbat) questo è il mese della raccolta, della Luna piena (il rituale legato a luglio è chiamato anche “Luna di Paglia”, “Luna di Sangue” - ma ha anche altri titoli). Una divinità che spesso è associata al mese è Khepri (o Khepera); dio dell'antico Egitto, veniva raffigurato con un intero scarabeo al posto del viso. Rappresentava il sole del mattino (spingeva Ra, il dio Sole, fuori dall'oltretomba).
#agosto :
Il nome originale del mese che era “Sextilis”, cambiò in Augustus in onore dell'imperatore Augusto e gli fu aggiunto un giorno (di modo che potesse essere uguale a luglio). Mese associato in particolare ad Ecate (Hecate, Hekate, Hekat o Zea); in antichità questa era la dea delle terre selvagge, successivamente assunse anche altre connotazioni (per esempio dea della stregoneria e delle arti magiche, definita anche in alcuni casi “Regina degli Spettri”). La sua raffigurazione la vede tripartita (cioè tre corpi in uno – celeste, terrestre e marina) o con sembianze di cane (o cani vicini) dal momento che era considerata anche la protettrice di questo animale.
#settembre :
Il nono mese dell'anno secondo il calendario gregoriano prende in realtà il nome dal numero sette, in quanto nell'antica Roma prima che Giulio Cesare promulgasse il calendario giuliano spostando l'inizio dell'anno al 1° Gennaio questo era il settimo mese dell'anno. Per quanto riguarda il calendario celtico e neopagano, l’equinozio d’autunno prende il nome di Mabon. Questa festività veniva anche chiamata Michaelmas in onore dell’Arcangelo Michele. (Nell'Apocalisse di Giovanni l'Arcangelo è destinato a suonare la tromba che annuncerà il grande giudizio finale)
#ottobre :
questo mese mantiene il suo collegamento con l'originaria posizione occupata nel calendario di Romolo, cioè l'ottava. Per un breve periodo venne chiamato “Invictus”, in onore dell'imperatore Commodo, ma dopo la sua morte si tornò a chiamare con il suo nome originale. La divinità di riferimento di ottobre è ancora Marte.“Il cavallo di ottobre” (“October Equus”) era un sacrificio in onore di Marte che si celebrava il 15 ottobre, in coincidenza con la fine della stagione agricola e delle attività militari. Per i romani ottobre era in realtà un mese di feste dedicate anche ad altri dei (uno fra altri Fontus – dio delle fonti – che era figlio di Giano e una ninfa di nome Giuturna). A ottobre si tiravano le somme per prepararsi all'inverno.
#novembre :
prende il nome dalla sua posizione originaria sul calendario che lo vedeva come nono mese."Lu jornu di li morti" – Il 2 Novembre in Sicilia; incredibile a dirsi ma la Sicilia (tutta) viene identificata, da alcune correnti esoteriche, con una delle porte per l'Aldilà e spesso è considerata una delle ultime tappe del ciclo di reincarnazioni. La parola morte è associata sempre a qualcosa di terribile invece in questo caso ha una connotazione diversa; per principio generale: “Le anime sante dei loro cari non muoiono, non scompaiono: perché nessun essere vivente scompare finché esiste la memoria, il ricordo, il racconto di quella persona che, in questo modo, continuerà a vivere in noi.”I cari defunti, durante questa celebrazione “proteggono e portano doni” e nelle varie usanze hanno diversi “comportamenti” (che differiscono in base alla città di riferimento).Nel mondo anglosassone "novembre" era chiamato in antichità Blōtmōnaþ, il Mese del Sacrificio, perché si compivano offerte in onore agli dei.
#dicembre :
prende il nome dalla sua posizione originaria sul calendario che lo vedeva come decimo mese.Questo è il periodo dell’anno nel quale convergono maggiormente le tradizioni di moltissime religioni che hanno origine antica, con i loro rituali arcaici profondamente radicati. Il tema principale è sempre legato alla luce ed alle tenebre, al solstizio d’inverno, all'eterno passaggio da una condizione all'altra, dalla fine di un ciclo all'inizio di quello nuovo, allo scambio di ruolo e inversione.Un esempio: “Saturnalia”. Durante questi festeggiamenti (romani) si ribaltavano i ruoli tradizionali e gli schiavi comandavano e venivano serviti dai padroni.Anche la tradizione induista sembra avere qualche contatto con i miti romani e il principio di creazione/distruzione in un ciclo “cosmico” legato a Saturno; secondo tradizione Satyavrata riceve da Vishnu l’incarico di salvare l’umanità dalla distruzione di un cataclisma realizzando un’arca in cui salvare la forza vitale del mondo. Dopo la catastrofe Satyavrata rivelerà agli uomini la “Parola divina”, cioè il Veda e ricreerà così nuovamente il mondo.
*You can find me on my Facebook Page searching: martinadibellawork
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Sposta gli Oscar, sono i Pawscars
Pauley Perrette e Lou Wegner ospitano i premi annuali dell'American Humane Association, rivelando le migliori star degli animali dell'anno; Guardalo ora online! LOS ANGELES, CA 18 febbraio 2015 - Spostati, Oscar! Oggi, l'American Humane Association sta rivelando i veri vincitori dei migliori premi di recitazione di quest'anno con i PAWSCARS ™, in onore delle migliori star degli animali del cinema e della televisione. Presentato dalla superstar televisiva Pauley Perrette e Lou Wegner, l'American Humane Association 2015 PAWSCARS è ora disponibile per la visione online su americanhumane.org.
E i PAWSCAR 2015 vanno a ... Best Puppy Under Pressure - "The Interview"
Uno dei film più famigerati del 2014 è stato “The Interview”, e la sua star più carina è stata sicuramente Wolfie, un King Charles spaniel che è apparso nel film. L'American Humane Association si è sempre assicurata che Wolfie fosse tenuto al sicuro, specialmente in mezzo a tutto il caos e l'azione. Non è mai stato vicino a nessuna delle esplosioni, degli spari o del rumore forte: tutto ciò che è stato aggiunto in post-produzione o è stato utilizzato un doppio imbottito. Nelle scene in barca, Wolfie veniva sempre tenuto legato per sicurezza, mentre tra una ripresa e l'altra veniva tenuto al caldo con una borsa dell'acqua calda.
Best Magical Cow - "Into The Woods"
Sebbene "The Interview" non abbia ottenuto alcuna nomination agli Oscar, questo vincitore del PAWSCAR ha ottenuto anche tre nomination agli Oscar. "Into The Woods" è la versione Disney del musical mash-up di fiabe di Stephen Sondheim. Il premio per la migliore mucca magica va a “Milky White” interpretato dall'attore di animali Tug. Nel film, Jack scambia la mucca bianca della sua famiglia con fagioli magici. Nella scena in cui Jack la munge, i rappresentanti certificati per la sicurezza degli animali dell'American Humane Association ™ erano appena fuori dalla telecamera, assicurandosi che fosse ferma e che a Jack fosse stato insegnato come mungere la mucca prima di tentare di farlo davanti alla telecamera. Nella scena in cui Tug sta mangiando cose strane come capelli e scarpe vecchie, è stata effettivamente nutrita con sostituti commestibili e nella scena in cui collassa non era affatto lei, era una finta mucca.
Miglior spettacolo acquatico - "Dolphin Tale 2"
In questo sequel di "Dolphin Tale", Savannah, la compagna di Winter, muore di vecchiaia e l'acquario ha solo 30 giorni per trovare un nuovo compagno a Winter. Quando un cucciolo di delfino ferito viene trovato arenato su un banco di sabbia, la chiamano Hope nella "speranza" che diventi la nuova compagna di Winter. L'American Humane Association ha controllato tutte le aree di balneazione per potenziali pericoli e ha visto che i delfini non hanno mai lavorato più di un'ora senza interruzione. Quando il pubblico ha visto Savannah sdraiata sul fondo della vasca, non era un vero delfino, ma un oggetto animatronico.
Miglior sequenza di inseguimento - "Sex Tape"
In questo film, Jason Segel e Cameron Diaz cercano di rintracciare il loro sex tape personale che è stato accidentalmente inviato ai loro amici. Mentre Segal sta cercando la casa di un amico, incontra un pastore tedesco - interpretato sia da Nicki che da King - e la caccia è aperta; Rappresentanti per la sicurezza degli animali certificati dalla American Humane Association erano sul set per quelle scene. Nella gag del tapis roulant, la macchina non era mai in funzione quando il cane era su di essa; animali di peluche e CGI sono stati usati per tutte le parti pericolose e l'intera scena è stata messa insieme in post-produzione.
Miglior cavallo non protagonista - "Dawn of the Planet of the Apes"
"Dawn of the Planet of the Apes" fa parte di un franchise di enorme successo che riceve regolarmente premi per i suoi effetti visivi. Ora vince un PAWSCAR, non per le sue scimmie, ma per un cavallo di nome Dale cavalcato dal leader delle scimmie, Caesar. Sembra che lui - e le altre scimmie - stiano cavalcando senza sella, ma questo è solo un altro esempio di magia cinematografica. Gli attori che interpretavano le scimmie a cavallo usavano le selle, quindi Dale e gli altri cavalli erano punteggiati di indicatori di effetti speciali che permettevano di eliminare le selle in post-produzione. L'American Humane Association si è assicurata che quei pennarelli non fossero tossici e hanno anche dotato i cavalli di zoccoli di gomma per le scene quando erano sul marciapiede. Nelle scene in cui c'erano colpi di arma da fuoco, fiamme o esplosioni, i cavalli venivano sempre filmati separatamente da quell'azione. Anche quando hanno saltato il "fuoco", i cavalli stavano semplicemente saltando sopra una sbarra alta un piede con luci tremolanti.
Best Young Animal Performer (s) - "The Drop"
"The Drop" è un teso dramma mafioso noto per essere l'ultimo film di James Gandolfini. Al centro della sua storia c'è un cucciolo di pitbull di nome Rocco. Poiché i cuccioli crescono così rapidamente, la produzione ha dovuto impiegare tre cuccioli separati T, Puppers e Ice, per mantenere la continuità dell'età. Poiché sono stati usati cuccioli diversi per interpretare lo stesso personaggio, è stato necessario un po 'di trucco per farli combaciare. L'American Humane Association si è assicurata che il trucco utilizzato non fosse tossico. I rappresentanti certificati per la sicurezza degli animali hanno assicurato che nessuno dei cuccioli fosse sovraccarico di lavoro, chiedesse di fare qualcosa al di fuori delle loro capacità e che avessero un ambiente sicuro e confortevole sul set e fuori.
Miglior ensemble - "Wild"
Questo premio può sembrare una scelta strana considerando che il film parla del personaggio di Reese Witherspoon che percorre da solo il Pacific Crest Trail. Ma non è sola, e lungo il percorso incontra un cavallo interpretato da Muffet, una volpe interpretata da Dharma, un serpente a sonagli interpretato da Fred, un cane interpretato da Tess, un coniglio interpretato da Sport e persino un lama interpretato da Taiga. I rappresentanti per la sicurezza degli animali certificati dalla American Humane Association hanno controllato ogni area in cui gli animali lavoravano e hanno supervisionato le scene per assicurarsi che nessuno fosse messo in pericolo. Nella scena in cui le rane vengono rilasciate a Witherspoon, l'area era circondata da una barriera alta un piede in modo che nessuna di loro riuscisse a scappare e tutte e 40 le rane fossero tenute al sicuro.
Quest'anno, il programma "No Animals Were Harmed®" dell'American Humane Association celebra 75 anni come l'unico gruppo ufficiale autorizzato dall'industria cinematografica a garantire la protezione umana, la sicurezza e il benessere degli attori animali sui set di film, programmi televisivi e riprese commerciali. Ogni anno il programma sovrintende alla protezione di oltre 100.000 attori di animali su più di 2.000 set negli Stati Uniti e in tutto il mondo. In onore di questo anniversario speciale, l'American Humane Association ha riflettuto sulla storia degli attori animali e ha chiesto all'America chi fossero le sue star di cani e gatti preferite di tutti i tempi. Con 2.527 voti, i risultati sono stati….
Top Dog Star di tutti i tempi - Lassie
Questo adorabile collie esiste da più di 75 anni. Il suo primo film è stato "Lassie Come Home" con Elizabeth Taylor nel suo primo ruolo da protagonista. Taylor è stato pagato $ 100 a settimana, ma Lassie ha ottenuto $ 250. Da allora ci sono stati molti altri film e una serie televisiva di grande successo. Lassie è stata la prima attrice di animali a ottenere una stella sulla Hollywood Walk of Fame e la prima entrata nella Animal Actors Hall of Fame. Ha una lunga relazione con l'American Humane Association, vincendo 11 dei suoi Animal Television Star Awards, i PATSY.
Top Cat Star di tutti i tempi - Sassy
Questo gatto himalayano ha recitato in "Homeward Bound: The Incredible Journey" della Disney e nel sequel "Homeward Bound 2: Lost in San Francisco". In entrambi i film, Sassy è stato interpretato da un gatto di nome Tiki e doppiato dalla vincitrice dell'Oscar Sally Field.
Infine, un premio alla carriera molto speciale è stato assegnato a….
Vincitore alla carriera Diva Achievement - Crystal
Questa adorata scimmia cappuccino è stata una star animale per 18 anni recitando in più di 25 film tra cui la serie "Una notte al museo", "Una notte da leoni: parte 2", "American Pie" e "Dr. Doolittle ”, oltre a programmi televisivi e spot pubblicitari. Un fatto sorprendente di Crystal è che è un animale da salvataggio. Crystal è ben lungi dall'essere l'unico animale di salvataggio che lavora oggi: circa l'80% dei cani e dei gatti che vedi sullo schermo grande e piccolo sono soccorsi o adottati dai rifugi. Questa scimmia è così amata che il compianto Robin Williams l'ha definita "la sua protagonista preferita".
"Tutti i nostri vincitori di Pawscars 2015 meritano davvero questo onore per tutto ciò che hanno fatto per intrattenerci non solo nell'ultimo anno, ma in effetti, nel caso di Lassie, per decenni e decenni", ha affermato il dottor Robin Ganzert, American Humane Association Presidente e AD. "Le star degli animali sono una parte così importante dei film e dei programmi TV che guardiamo ogni giorno e i PAWSCARS di quest'anno sono il nostro modo speciale per rendere omaggio alla ricca storia degli attori animali. I nostri più sentiti ringraziamenti a Pauley Perrette e Lou Wegner per aver co-ospitato lo spettacolo di quest'anno e a tutti coloro che hanno votato per i loro cani e gatti preferiti di tutti i tempi. "
Per dare agli spettatori uno scoop interno su ancora più Garbos e Gables di attori animali, è stato pubblicato un nuovo libro in concomitanza con il 75 ° anniversario del programma "No Animals Were Harmed". Il presidente e CEO dell'American Humane Association, il dottor Robin Ganzert, ha scritto e pubblicato il libro "Animal Stars: Behind the Scenes with Your Favorite Animal Actors", con Allen e Linda Anderson, marito e moglie fondatori dell'Angel Animals Network. Con una prefazione di "America’s Veterinarian", il dottor Marty Becker, "Animal Stars" offre uno sguardo all'affascinante mondo degli animali e degli addestratori di animali nell'industria cinematografica e televisiva di oggi e alle celebrità con cui lavorano. I proventi della vendita del libro sostengono il lavoro e i programmi salvavita dell'American Humane Association che proteggono i bambini e gli animali d'America. Lo scorso autunno il Dr. Ganzert ha viaggiato per il paese in un tour per autografi di "Animal Stars". Per guardare i PAWSCARS 2015 completi, visitare www.americanhumane.org, visitarli su Facebook all'indirizzo www.facebook.com/americanhumane o @americanhumane su Twitter. I media possono ottenere filmati di qualità broadcast su https://bit.ly/2015pawscars-video. Per ulteriori informazioni sul programma "No Animals Were Harmed®", comprese le recensioni dei film che ha monitorato nel corso degli anni, visitare il sito www.humanehollywood.org.
Informazioni sull'American Humane Association
L'American Humane Association è la prima organizzazione umanitaria nazionale del paese e l'unica dedicata alla protezione di bambini e animali. Dal 1877, l'American Humane Association è stata in prima linea in quasi tutti i principali progressi nella protezione dei nostri più vulnerabili dalla crudeltà, dagli abusi e dall'incuria. Oggi stiamo anche aprendo la strada alla comprensione del legame uomo-animale e del suo ruolo nella terapia, nella medicina e nella società. L'American Humane Association raggiunge milioni di persone ogni giorno attraverso ricerche, istruzione, formazione e servizi innovativi che abbracciano un'ampia rete di organizzazioni, agenzie e imprese. Anche tu puoi fare la differenza. Visitate oggi l'American Humane Association su www.americanhumane.org.
Foto in primo piano di AHLN, utilizzata con una licenza Creative Commons.
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dio baro
Le straordinarie qualità fisiche e spirituali donate ad Adamo suscitarono l’invidia degli angeli. Tentarono di annientarlo col fuoco, ed egli sarebbe perito, se la mano di Dio non l’avesse protetto e riconciliato con le schiere celesti. Particolarmente invidioso del primo uomo era Satana, che alla fine ne causò la caduta con le sue perfide trame. Dopo aver dato l’anima ad Adamo, Dio invitò tutti gli angeli a venire a rendergli omaggio. Satana, che era il più grande degli angeli del cielo e aveva dodici ali, anziché sei come gli altri, rifiutò di obbedire al comando di Dio dicendo: “Tu hai creato noi angeli dallo splendore della Sekinah (la presenza divina, ndr) e ora ci ordini di prostrarci al cospetto della creatura che hai modellato con la polvere del suolo!”. Dio rispose: “Questa polvere del suolo ha in sé più saggezza e raziocinio di te”. Satana chiese allora di essere sottoposto ad una prova di ingegno insieme ad Adamo, e Dio assentì dicendo: “Ho creato animali, uccelli e rettili. Li farò comparire tutti davanti a te e Adamo: se tu saprai dare a ciascuno un nome, Io ordinerò ad Adamo di onorarti e tu rimarrai accanto alla Sekinah della Mia gloria. Ma se invece sarà Adamo a chiamarli coi nomi che Io ho assegnato loro, tu gli dovrai obbedienza ed egli sarà posto nel Mio giardino e lo coltiverà”. Così parlò Iddio, e poi si recò al paradiso seguito da Satana. Quando Adamo lo scorse, disse a sua moglie: “Venite, adoriamo e prostriamoci, inginocchiamoci al Signore che ci ha fatti” (Sal. 95, 6). Satana tentò allora di assegnare un nome agli animali, ma non vi riuscì con i primi due che si presentarono, il toro e la vacca. Dio ne condusse altri due davanti a lui, il cammello e l’asino, e il risultato fu lo stesso. Allora Dio si rivolse ad Adamo e gli chiese i nomi di quegli stessi animali, formulando le Sue domande in modo che la prima lettera della prima parola corrispondesse alla prima lettera del nome dell’animale che si trovava davanti a lui. Fu così che Adamo indovinò il nome giusto e Satana dovette riconoscere la superiorità del primo uomo. da L. Ginzberg, Le leggende degli ebrei - 1. Dalla creazione al diluvio
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Aria - “A Christmas Letter”
Il nuovo progetto del producer e compositore Mariano Schiavolini
Un brano corale, dedicato al Natale, alla pace e alle donne, ispirato alle sonorità della Motown. “Christmas letter” è una canzone di Natale, un’invocazione alla pace, all’armonia e allo stare insieme, ma è anche soprattutto un brano dedicato alle donne e ai loro figli.
«Sono moltissime le donne che per motivi differenti si trovano lontane da casa e sono obbligate a rinunciare alla famiglia in un giorno così importante. Penso in particolare a tutte le donne che vivono condizioni di difficoltà, immerse nei conflitti e nel dolore che generano. Questa canzone è dedicata a loro.» Aria
Il testo, nato dalla penna dall’autrice e scrittrice di Cambridge Nicolette Turner, racconta di una mamma militare che è stata inviata in estremo oriente, presso un territorio di guerra, e scrive al proprio figlio promettendogli che farà tutto il possibile per essere presente a Natale e festeggiare insieme. A Christmas Letter, è una fusione tra musica soul e musica classica, con sonorità e arrangiamenti di ARIA che richiamano lo stile di George Gershwin. Lo sottolineano l’uso del clarinetto solista che accompagna la voce della cantante e gli archi armoniosamente dissonanti, tipici della musica atonale e nella musica sperimentale nei primi del 900.
Il nuovo brano realizzato dal produttore e compositore polistrumentista è stato registrato in South Africa, nel famoso studio di registrazione Downtonw recording studios di Johannesburg, dove è stato girato anche il video. Una seconda parte della produzione è stata invece svolta al recording studios di Los Angeles da Jack Rouben, produttore di Gloria Gaynor, Aretha Franklin, Céline Dion, Earth, Wind & Fire. Alla registrazione del disco hanno preso parte la cantante afroamericana Sherita-o, The City of Prague Philharmonic con il violino solista della violinista Lucie Svehlova, oltre al coro macedone di voci bianche “Heruvimi” e un coro in lingua Zulù. Gli arrangiamenti orchestrali e l’orchestrazione sono stati realizzati da Aria.
Aria è ambientalista e animalista, attivo sostenitore di diverse associazioni, tra le quali Animals Asia Foundation impegnata a porre fine all'allevamento di orsi nelle “fattorie della bile” allevamenti intensivi di orsi tibetani, detti anche orsi della luna, dove tali animali vengono rinchiusi in gabbie strettissime per estrarne la bile, ingrediente utilizzato nella medicina tradizionale cinese. Nel 2013 Aria ha realizzato il sito www.ilvolodellaquila.it, un progetto multimediale che unisce musica e protezione dell'ambiente, in cui propone spezzoni di video sul regno animale accompagnati dalle sue musiche. Usandola come punto di partenza, Aria ha creato una prospettiva toccante e a volte stimolante sugli animali, e il pubblico assiste ai momenti più belli della natura e ai pericoli creati dall'uomo che la minacciano. Con oltre 1,5 milioni di visualizzazioni, il progetto ha riscosso un enorme successo nell'educare sulle questioni ambientali con il potere della musica. Aria è forse meglio conosciuto come membro fondatore della band prog-rock italiana originale Celeste (soprannominata "i King Crimson italiani") ed ha una lunga e ricca storia in varie culture musicali. È un punto fermo del festival musicale di Sanremo, dove vive, ponendosi quale ponte tra il mondo della musica italiana e quella britannica. Il suo personale percorso musicale abbraccia la creazione della principale etichetta discografica rock italiana Dischi Noi (RCA Distribution), arrivando a collaborare con artisti del calibro di Kit Woolven (David Bowie, Thin Lizzy) e Nick Griffits (Pink Floyd, Roger Waters) e Daniel Boone (The Who, Kraftwerk), fino alla produzione di concerti su Rock at Midnight per Italia1 Tv.
Aria è il nome d'arte di Mariano Schiavolini. Il concept e lo pseudonimo del nome sono nati come omaggio agli elementi della natura che ci ispirano a vivere e creare in armonia con ciò che ci circonda. Una volta che si perde il contatto con la natura non si è più sé stessi. Questa connessione, questo legame, è ciò che spinge Aria a dare vita a produzioni che spesso traggono una profonda ispirazione dal mondo naturale. Gli inizi di Aria sono stati molto più con i piedi per terra. Figura chiave della scena rock progressiva italiana e membro fondatore dei celebri Celeste (alias The King Crimson of Italy), Aria ha affinato la sua arte nei generi più sperimentali, collaborando anche con innumerevoli artisti e produttori del suo tempo: Kit Woolven, Nick Griffiths, Pete Hinton, Guy Bidmead, Daniel Boone, Simon Fraser, Dennis Herman e Will Reid Dick, per citarne alcuni. Negli ultimi anni Aria è tornato all'ovile, inserendosi nell'industria musicale con la musica “contaminata”. Con profondi temi lirici come la difficile situazione dei rifugiati in tempo di guerra, la devastazione dell'ambiente e la tragica scomparsa della fauna selvatica del nostro pianeta, fonde argomenti importanti con un melange di elementi musicali, come il rock progressivo, il soul e orchestre dal vivo. Collaborazioni più recenti sono il risultato di un recente viaggio in Sud Africa, dove Aria ha avuto il piacere di registrare con i membri della band della compianta Miriam Makeba, con Thuthukani Cele (di Lucky Dube fama) e il famoso Soweto Gospel Choir.
Lo scorso 22 aprile è uscito sul mercato internazionale, a supporto dell’evento della Giornata della Terra, il brano The next life, facente parte del doppio singolo contenente Lady in white. The next life è una canzone dedicata all’ambiente e agli animali in estinzione, il cui testo è stato scritto dall’autrice e cantautrice di Los Angeles Britt Warner ed ospita l’interpretazione del giovane rapper e ambientalista americano Ray Reed, di Huston.
Etichetta: Assieme
Instagram
www.instagram.com/ariathecomposer/
Sito web
www.ariamusicworld.com
l’altoparlante – comunicazione musicale
www.laltoparlante.it
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vimeo
Musiche da un piccolo mondo (SUB ENG) from dimitri/canessa on Vimeo.
Durante il lockdown il Comune di Livorno, attraverso la figura dell’Assessore alla Cultura, ha avviato un dialogo con alcune delle compagnie del territorio nel tentativo di sostenerle in un periodo così difficile, durante il quale la loro attività era (ed è !!!) fortemente compromessa. Data la necessità di evitare qualsiasi forma di evento “in presenza”, il video è subito apparsa la soluzione più sensata e praticabile. Agli artisti veniva dunque chiesto di parlare della propria città, o di un personaggio ad essa legata. Il tema era evidente... Ma ci serviva uno slancio verso il futuro. Da qui l’idea di MUSICHE DA UN PICCOLO MONDO, un itinerario immaginario/poetico, un omaggio d'amore (malgrado tutto) a questa città. Una poetica del togliere, del cogliere il piccolo gesto che rimanda allegoricamente alla storia che lega tutte e tutti quelli che ritengono che sia essenziale ricordare. Tutte e tutti: umani, non più umani, mai stati umani.
MUSICHE DA UN PICCOLO MONDO: Nel 1977, a bordo della sonda spaziale Voyager, viene spedito il Voyager Golden Record. Si tratta di un disco per grammofono che contiene suoni e immagini selezionate al fine di portare le diverse varietà di vita e cultura della Terra. E' una sorta ci capsula del tempo ed è concepito per qualunque forma di vita extraterrestre o per la specie umana del futuro che lo possa trovare. Nel disco sono presenti una varietà di 115 immagini e un gran numero di suoni naturali, come quelli prodotti dalle onde, dal vento, dai tuoni e suoni prodotti da animali, come il canto degli uccelli e quello delle balene. Con questi venne inserita una selezione musicale proveniente da diverse culture e diverse epoche tra cui il Primo movimento, Concerto brandeburghese no. 2 in Fa di Bach, la Danza sacrificale da La sagra della primavera di Stravinskij, la Sinfonia no. 5 di Beethoven. Johnny B. Goode di Chuck Berry, il Canto Notturno degli Indiani Navajo e molti altri. “Questo è un regalo di un piccolo e distante pianeta, un frammento dei nostri suoni, della nostra scienza, delle nostre immagini, della nostra musica, dei nostri pensieri e sentimenti. Stiamo cercando di sopravvivere ai nostri tempi, così da poter vivere fino ai vostri.” Jimmy Carter Questo antefatto storico è il punto di partenza del nostro progetto. In una Livorno deserta, un padre e una figlia vagano per le strade. Armati di macchina fotografica e strane attrezzature per la registrazione, raccolgono suoni e immagini da lanciare nello spazio. I suoni reali, ma anche quelli della nostra memoria. Il rumore del vento e del mare, certo, ma anche l'Intermezzo di Cavalleria Rusticana, quasi evaporasse dalle pietre assolate dei nostri palazzi. Le gru e i suggestivi profili del porto, Piero Ciampi ma anche i Pink Floyd... come se il suono della loro musica fosse rimasto imprigionato sugli spalti dello stadio dopo il mitico concerto del 1989. In ogni luogo attraversato, il suono di un tempo che fu si fonde con i suoni del nostro presente. Una sorta di capsula del tempo, un dono da un piccolo e distante pianeta per qualsiasi forma di vita extraterrestre che un giorno, chissà, potrebbe raccoglierla... Un itinerario poetico, un percorso immaginario attraverso squarci, frammenti, musiche, poesie della nostra città.
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Salve amici!
Il negozio online di profumi di equivalenza più grande del mondo è divain, ha più di 550 fragranze da donna uomo e bambino ispirate alle più prestigiose ad un costo davvero contenuto. Sono ispirate a marche riconosciute nel mondo della moda. Come sapete spesso vi racconto dei miei acquisti del periodo ed oggi vi scrivo per invitarvi ad acquistare i prodotti che sponsorizzo con il mio codice: BBMAR98 potrai avere il 15% di sconto sui profumi divain.
Ma prima di parlarvene voglio spiegarvi meglio cosa sono i profumi equivalenti. Sono dei profumi molto simili agli originali di marca, sono realizzati da maestri profumieri che a loro volta formulano con miscele ed essenze di qualità i nuovi profumi basandosi sulla composizione olfattiva dei profumi più popolari.Il pagamento può essere effettuato in molti modi, da paypal a Googlepay o Applepay oppure semplicemente con la carta di credito.
Dal momento dell’acquisto, seguiranno varie mail che ci avvisano dello stato dell’ordine e successivamente della spedizione e della consegna dei profumi.
Ho avuto la possibilità di provarli e devo dire che sono rimasta più che soddisfatta, un acquisto che farò di nuovo al più preso. Il packing è molto semplice ma elegante, ci piace molto. Una delle cose che ho preferito è proprio il packing, come potete notare dalla foto che ho pubblicato. L'azienda quindi produce profumi di equivalenza di altissima qualità, realizzati con il 5% in più di essenza di altri profumi equivalenti. Non si tratta di volgari contraffazioni, che potremmo trovare su qualsiasi bancarella, ma semplicemente i profumi sono ispirati a profumi più blasonati, pur mantenendo una loro linea estetica. Scordatevi quindi le pallide imitazioni delle scatole e dei flaconi originali. I profumi, esteticamente sono tutti uguali, si contraddistinguono solo dal tappo ( bianco per i profumi femminili, nero per quelli maschili ) e dal numero al posto del nome. Scelta che ho apprezzato moltissimo, quella di ricreare uno stile personale. Scopri le altre 500 differenti fragranze acquistabili sul sito. 🥰 potrete trovare quella che fa al caso vostro per ogni occasione. Io ho già acquistato questa fragranza in occasione della festa della mamma e la sto letteralmente adorando 😍 a mia madre è piaciuto davvero molto, oramai mi sono innamorata di questa azienda e spero che piaccia molto anche a voi quanto è piaciuta a me. E non vedo l'ora di acquistarne altre, se volete potete acquistarle sul sito con lo sconto del 15%. Ovviamente per qualsiasi informazione potete trovare tutto sul sito di divain che vi lascio in allegato.
Www.divaindivainparfurms.it
Vi lascio di seguito alcune informazioni sul profumo che ho Acquistato;
Note olfattive. TESTA: gelsomino, gardenia, ylang-ylang, bergamotto, limone di Amalfi, mandarino, ribes nero e tartufo. II CUORE: spezie, note fruttate, fiore di loto, orchidea, gardenia, gelsomino e ylang-ylang. II FONDO: vetiver, sandalo, patchouli, ambra, incenso, vaniglia, cioccolato messicano e muschio bianco.
Flacone 100 ml.
Fragranza con il 5% in più di essenza di altri simili. PREZZO: 19,90€ + 3,95€ di costo di spedizione. Spedizione gratis se compri 2 o più. SE NON RESTI SODDISFATTO TI RIDIAMO IL 100% dell’importo, garantito. Campioni in omaggio ad ogni acquisto. Mentre i due campioncini ricevuti sono il numero 628 che equivale a fucking fabulous di Tom ford versione unisex e il numero 196 invece equivale a Sahara noir di Tom Ford un profumo femme. Entrambi sono molto buoni e ho intenzione di comprarli.
C'è un ottimo rapporto qualità e prezzo. L'ideale per regalare emozioni ai nostri cari. Prodotti non testati sugli animali, e come sapete questo argomento dovrebbe stare caro a tutti. Penso che sia anche un regalo perfetto, sia per uno che per donna. Nel catalogo ho anche trovato la collezione per bambini e per cani, un regalo carino anche per loro. Davvero fantastici questi profumi un valido compromesso tra qualità e prezzo! Non sempre le persone possono permettersi di spendere quasi € 100 per un profumo di marca, quindi perchè negarsi il piacere di un buon profumo? Grazie a DIVAIN possiamo avere tutti il nostro profumo preferito.. Ottimo no? Io ho faticato a realizzare che fosse l'equivalente e non l'originale, sono rimasta davvero stupita e soddisfatta.
Con questo abbiamo finito amici, spero che vi sia piaciuta questa chiacchierata 🌺
Link diretto al profumo che ho acquistato: https://divainparfums.it/products/divain-542-black-orchid-di-tom-ford-donna?variant=13872065151034¤cy=EUR&utm_medium=product_sync&utm_source=google&utm_content=sag_organic&utm_campaign=sag_organic&gclid=CjwKCAjwj6SEBhAOEiwAvFRuKH-LSO3bNDMoQX7UfmdTkw30Q7hNeudkKqmZhP4d21QLNoHnns8TQRoCgmYQAvD_BwE
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Un anno fa sono andata a vedere il progetto di Wes Andersson e di Juman Malouf : “Il sarcofago di Spitzmaus e altri tesori” in Fondazione Prada.
Milano
Wes Andersson Juman Malouf : “Il sarcofago di Spitzmaus e altri tesori”
Mostra organizzata in collaborazione con il Kunstustorisches Museo di Vienna in mostra sono state presentate 538 opere d’arte e oggetti selezionati dal regista Wes Anderson e dall’illustratrice, design e scrittrice Juman Malouf. Il titolo della mostra rende omaggio a uno dei reperti, bara di uno Spitzmaus, una scatola di legno egiziana del IV secolo a.C.
Il racconto della mostra è formato da gruppi di opere: dagli oggetti, dalle miniature, dalle scatole agli oggetti in legno, dai ritratti di nobili e gente comune a soggetti naturali come il giardino oltre a meteoriti e animali presentati come mostre scientifiche o rappresentazioni artistiche.
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Chi ama il mare e il suo fantastico mondo, avrà sognato almeno una volta di dormire insieme a squali e delfini. Oggi è possibile, grazie alla nuova esclusiva esperienza offerta dall’Acquario di Genova: una full immersion all’interno del mondo marino da vivere di notte. Da luglio a settembre infatti, gli appassionati del mondo marino potranno conoscere il mare e i suoi abitanti, trascorrendo una notte nel suggestivo scenario del padiglione dei cetacei o davanti alla vasca degli squali. Un’esperienza dedicata a viaggiatori solitari e famiglie, a disposizione infatti anche una camera totalmente dedicata a Spongebob, il famoso cartone animato che ha conquistato il cuore dei più piccoli. L’acquario di Genova, offre la possibilità a gruppi ristretti di persone, massimo quattro, di addormentarsi e risvegliarsi osservando gli animali nelle grandi vasche dove vivono. Una volta arrivati in loco, la struttura mette a disposizione un kit marino brandizzato Spongebob per un’esperienza immersiva che inizia già dall’arrivo. L’utilizzo del protagonista del noto cartone animato, non è un caso. Il progetto infatti è ispirato proprio a una notte all’acquario con Spongebob, iniziativa nata dalla collaborazione con Nickelodeon in occasione del concorso indetto per tutti i fans della spugna gialla. L’acquario di Genova, ha pensato bene di rendere omaggio quindi al cartone animato, dando la possibilità ai viaggiatori di vivere il mondo marino senza filtri. L’esperienza infatti, è organizzata per far conoscere il dietro le quinte del percorso espositivo dell’acquario che tutti conosciamo.�� Un tour unico che consente, a chi lo vive, di conoscere gli animali nel loro habitat naturale e di osservarli durante la quotidianità, ma non solo. Sarà possibile vedere dal vivo, biologi e veterinari mentre svolgono le loro attività con la fauna marina. Una delle attività più belle a cui, i viaggiatori, sono chiamati a partecipare, è proprio quella del tour di controllo delle vasche al risveglio. Chi dormirà all’acquario di Genova, potrà prima dell’apertura al pubblico, assistere alle operazioni mattutine che lo staff svolge, tra queste, anche la preparazione della “colazione” agli animali. Un’esperienza immersiva e sensoriale, dedicata agli amanti del mare, da non perdere. https://ift.tt/2JvfuZG Una notte speciale all’acquario di Genova: l’esperienza di dormire con delfini e squali Chi ama il mare e il suo fantastico mondo, avrà sognato almeno una volta di dormire insieme a squali e delfini. Oggi è possibile, grazie alla nuova esclusiva esperienza offerta dall’Acquario di Genova: una full immersion all’interno del mondo marino da vivere di notte. Da luglio a settembre infatti, gli appassionati del mondo marino potranno conoscere il mare e i suoi abitanti, trascorrendo una notte nel suggestivo scenario del padiglione dei cetacei o davanti alla vasca degli squali. Un’esperienza dedicata a viaggiatori solitari e famiglie, a disposizione infatti anche una camera totalmente dedicata a Spongebob, il famoso cartone animato che ha conquistato il cuore dei più piccoli. L’acquario di Genova, offre la possibilità a gruppi ristretti di persone, massimo quattro, di addormentarsi e risvegliarsi osservando gli animali nelle grandi vasche dove vivono. Una volta arrivati in loco, la struttura mette a disposizione un kit marino brandizzato Spongebob per un’esperienza immersiva che inizia già dall’arrivo. L’utilizzo del protagonista del noto cartone animato, non è un caso. Il progetto infatti è ispirato proprio a una notte all’acquario con Spongebob, iniziativa nata dalla collaborazione con Nickelodeon in occasione del concorso indetto per tutti i fans della spugna gialla. L’acquario di Genova, ha pensato bene di rendere omaggio quindi al cartone animato, dando la possibilità ai viaggiatori di vivere il mondo marino senza filtri. L’esperienza infatti, è organizzata per far conoscere il dietro le quinte del percorso espositivo dell’acquario che tutti conosciamo.�� Un tour unico che consente, a chi lo vive, di conoscere gli animali nel loro habitat naturale e di osservarli durante la quotidianità, ma non solo. Sarà possibile vedere dal vivo, biologi e veterinari mentre svolgono le loro attività con la fauna marina. Una delle attività più belle a cui, i viaggiatori, sono chiamati a partecipare, è proprio quella del tour di controllo delle vasche al risveglio. Chi dormirà all’acquario di Genova, potrà prima dell’apertura al pubblico, assistere alle operazioni mattutine che lo staff svolge, tra queste, anche la preparazione della “colazione” agli animali. Un’esperienza immersiva e sensoriale, dedicata agli amanti del mare, da non perdere. Un’avventura esclusiva nel mondo marino: da oggi potrai dormire insieme a squali e delfini all’interno dell’Acquario di Genova
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Il tesoro delle scienze occulte. Il Sabba
Il tesoro delle scienze occulte Il Sabba Una volta compiuti tutti i preparativi nelle loro riunioni parziali, streghe e stregoni potevano avviarsi verso la grande assemblea plenaria, manifestazione importante e famosa nella storia: il sabba. Questa adunata maledetta, aveva luogo, per l'Europa occidentale, nelle pianure dei menhir di Carnac in Bretagna, o in Germania sulla vetta del Bloksberg, o nella chiesa demoniaca di Blakula in Svezia, o ancora, sulla cima del Puy de Dome in Auvergne. Il primo a parlarne nel IX secolo fu il benedettino Réginon de Prum, nel suo De ecclesiasticis disciplinis, in cui raccomanda di indagare se per caso non esistano nella parrocchia persone che affermano di andare alle assemblee di demoni e che di notte vanno a cavallo di animali, perché in tal caso si deve provvedere ad allonatanarle dalla comunità. Il sabba più conosciuto era quello della montagna di Brocken o Bloksberg nell'Hartz. Fa parte della Foresta Nera e proprio là, nel paese di Schierke, Goethe pose, attenendosi alla tradizione, il sabba del suo Faust, che è più una scena di fantasia e di critica c he non un vero documento. L'importanza del sabba di Brocken era così grande che verso la metà del secolo XVIII i geografi che disegnavano carte di quella regione non omettevano di disegnarvi anche delle streghe a cavallo del loro manico di scopa. Una di queste strane carte tedesche fu realizzata nel 1732 da un ingegnere di nome L.S. Bestehorn, e poi fu pubblicata nel 1749 e nuovamente nel 1751 da un editore di Norimberga che fa qualche riserva sulle eventuali aggiunte fantastiche dell'incisore. In mezzo alla carta si innalza maestosamente il monte Brocken, dominante tutte le circostanti montagne. Per il cielo giungono a cavallo di scope, sei streghe da Halbestardt, da Wernigerode, da Zellerfeld e da tutta la Germania. La didascalia amena alla carta ci informa che vicino si trova il famoso <<Spiazzo delle Streghe>>, dove si svolge il sabba; vicino, un altare consacrato nel passato a un falso dio dei pagani e una fontana, ambedue utilizzati nelle cerimonie diaboliche,
L'arrivo al sabba, di Teniers, inciso da Aliamet
Il sabba si teneva, nel cuore della notte e l'arrivo delle streghe doveva essere piuttosto sinistro se giudichiamo dall'incisione di Aliamet tratta dal quadro di Taniers, che è complementare alla Partenza per il sabba desso stesso maestro. La strega, avanza tra i diavoli e, consegnando il manico di scopa a un demone a forma di ornitorinco, ne riceve in cambio una torcia con cui si rischiara il cammino. Esseri fantastici, pipistrelli e barbagianni la circondano, uno strano amuncolo se ne sta ritto nella minuscola statura davanti a una lanterna posta a terra, mentre un cartello, che si staglia contro il cielo come un patibolo, indica il limite del territorio satanico.
Gli stregoni rendono omaggio al diavolo. Padre Guaccius, Compnedium maleficarum, Milano, 1626
L'assemblea del sabba non seguiva tuttavia un rito fisso e invariabile. Se è pur vero che in sostanza la cerimonia era sempre la stessa, non seguiva però un rituale fisso. Satana vi presenziava di persona, sotto forma di rospo piumato, di corvo, di gatto nero o più spesso di caprone. L'imprigionamento avvenuto nel 1460 ad Arras di diversi indiviui accusati di <<vaulderie>>, cioè di patto col demonio, era motivato dal fatto che essi andavano al sabba <<e lì trovavano un diavolo a forma di caprone, di cane, di scimmia, e qualche volta d'uomo>>. Alcuune di queste forme bizzarre le vediamo nelle incisioni, tratte da un libro del R.P. Guaccius intitolato Compendium Maleficarum, pubblicato a Milano nel 1626. Nella prima illustrazione in cui riceve l'omaggio degli stregoni giunti al sabba, il diavolo siede su un trono e presenta fattezze inequivocabilmente caprine.
Satana rivolge un discorso agli stregoni. Padre Guaccius
Nella seconda, in cui rivolge un discorso edificante ai suoi seguaci, pur mantenedno più o meno quella forma, ha un muso più lungo, che rassomiglia quasi a un becco d'uccello. Nell'altra ancora, in cui richiede imperiosamente un patto ai nuovi adepti, presenta un muso più schiacciato, quasi scimmiesco. Abbiamo una descrizione del sabba che avveniva tutti i mercoledì e venerdì dell'anno sul Ruy de Dome; tale descrizione è opera d'un consigliere del Parlamento di Bordeaux del XVII secolo, Florimond de Rémond. Nel suo libro, L'Antipapesse, egli racconta che in un campo, verso la mezzanotte della vigilia di san Giovanni, si riuniron circa sessanta persone intorno a un caprone che era il diavolo; egli fece far loro il segno della croce con la mano sinistra e quindi tutti andarono a porgergli uno sconcio saluto. Il caprone aveva una candela nera tra le due corna, ch'egli aveva acceso <<provocando i fuoco con la coda>>, e tutti i presenti portavano una candela simile l'accesero a quella del caprone. <<In quell'assemblea si diceva la messa in cui colui che officiava volgeva le spalle all'altare, er vestito d'una cappa nera senza croce e innalzava una fetta di rapa colorata di nero invece dell'ostia>>. Una testimonianza ancora più attendibile è quella della reverendissima madre Francoise-Madeleine de Chaugy, che fu segretaria di santa Giovanna di Chantal e superiora del primo monastero della Visitazione. In un libro sulla vita delle religiose di questo monastero, che elal pubblicò ad Annecy nel 1659, si trovarono i seguenti particolari a proposito di Anne-jacqueline Coste, una delle più devote di quelle monache. Era una donna di montagna e <<durrante la notte della festa di san Giovanni Battista, questa devota contadina e le sue consorelle udirono un rumore e un frastuono spaventoso; guardando da tutte le parti per vedere da dove potevano venire quelle urla orribili e quelle strida d'anmali d'ogni genere, scorsero ai piedi della montagna figure di gatti, caproni, serpenti e draghi, e d'ogni altro tipo di animali impuri e immondi, profferendo le parole più infami e sacrileghe che si possano immaginare e riempiendo l'aria delle più esecrabili bestemmie>>.
Il sabba, di A. Ziarnko. De Lancre, Tableau de l'incostance des mauvais Angers, 1610
Ci sono due principali rappresentazioni del sabba. Una è una stampa dell'incisore polacco I. Ziarnko, che si trova talvolta accostata ad alcuni esemplari dell'oscuro libro di Pierre de Lancre: Tableau de l'incostnce des mauvais anges et démons, où il est amplement traicté des sorcièrs et de la sorcellerie, Parigi 1610; l'altra è quella del quadro di Spranger, di cui è andato perso l'originale ma di cui esiste un'eccellente incisione nela bizzarra opera dell'abate Bordelon, Histoire des imaginations extravagantes de Monsieur Oufle, Amsterdam, 1710. Queste due composizioni son animate da quel movimento impetuoso, da quell'irresistibile turbinio e da quella febbrile agitazione scomposta e folle che trascina tutti i personaggi in un girotondo infernale. Ambedue racchiudono le stesse cose e particolari identici; la prima, quella di Ziarnko, è accompagnata da una scritta che ci permette di esaminarla traendone nozioni precise, come ben di rado avviene in questo campo. Il sabba è presieduto da Satana che, è seduto <<su un seggio dorato e ha forma di caprone, con cinque corna di cui quella mediana arde per accendere tutte le candele e i fuochi del sabba>>. Questo caprone contrassegnato con la lettera A è veramente e completamente un animale. L'aspetto di caprone conferito a Satana nel sabba è un evidente retaggio dell'antichità: il Mendès dell'Egitto decadente è un miscuglio di fauno, satiro e Pan che tende a diventare la sintesi definitiva dell'antidivinità. Il caprone è talvolta la cavalcatura di Venere ed è anche l'animale sacrificato a Dioniso che si veste con la sua pelle; presso gli ebrei esso era il capro espiatorio di tutti i peccati d'Israele; per questo miscuglio di paganesimo e storia biblica, esso è l'entità invariabile e consacrata che presiede tutti i sabba dell'Europa.Al di ssopra della lettera B, <<La regina del sabba incoronata>> e, a sinistra del diavolo, <<una meno favorita>>. Sono le streghe privilegiate che appaiono nel sabba di Spranger, e una delle quali è curva verso il braccciolo del trono di Satana. Egli ha infatti tra le streghe le favorite con le quali spesso tiene anche commercio amoroso. L'intimità dei diavoli con le donne è cosa frequente e infatti Ulrich Molitor nel suo severo libro ci mostra una strega che stringe amorosamente tra le braccia un uomo che non sospetteremmo essere un domonio se non fosse per gli artigli da uccello rapace che tradiscono la ua vera identità. Davanti al trono del caprone satanico, segnsto con la lettera C, vediamo una strega che presenta un bambino, certamente rubato. Satana è molto avido di queste reclute in tenera età, tanto che le streghe, erano costrette a portare al sabba, se ne avevano, i propri figli, a rischio altrimenti di fare cattiva figura agli occhi del padrone dell'inferno. Nel quadro di Spranger una delle due streghe favorite presenta infatti un bambino al diavolo. Il diavolo dava un padrino e una madrina al bambino, gli faceva rinunciare a Dio e gli apponeva sull'cchio sinistro un marchio con la puntaa d'una delle sue corna. Ed ecco ora nell'angolo di destra in basso il pranzo del sabba, contrassegnato con la lettera D. Alcune streghe sostenevano che la tovaglia era dorata e che le vivande e i vini serviti erano squisiti, mentre molti autori tra cui il de Lancre descrivono la scena in termini poco invitanti: <<Ecco le convitate dell'assemblea, ciascuan con un demonio vicino e in questo pranzo non si serve altra carne che di carogne e di impiccati, cuori di bambini non battezzati e animali immondi; di tutto insomma all'infuori delle cose comuni dei cristiani, e tutto insipido e senza sale>>. Sono proprio le membra squartate d'un bambino che si vedono nel nefasto piatto, ma il pasto di cui il buon padre Guaccius ci ha lasciato una presiosa illustrazione: è servito da diavoli maschi e femmine e i piatti ch'essi portano sono numerosi e appetitosi e sembrerebbe quindi rendere ragione a quelle streghe che sostenevano di ricevere al sabba un trattamento di prim'ordine. Vicino ai convitati si notano in E dei personaggi amessi soltanto a titolo di spettatori: sono, <<parecchie povere streghe confinate negli angoli che non osano avvvicinarsi alle gradi cerimonie>>. A proposito della lettera F <<dopo il pasto viene il ballo, perché infatti dopo essersi saziati di carni, o evanescenti e illusorie o dannose e abominevoli, ciascun demonio conduce la sua vicina di tavola sotto quall'albero maledetto e là, l'uno col viso verso il centro della danza, e l'altro verso l'esterno, danzano, ballano e si divertono con i movimenti più indecenti e spudorati>>. In H l'artista ha messo un secondo gruppi di danzatrici <<dame e fanciulle che danzano, ballano e si divertono con i movimenti più indecenti e spudorati>>. In H l'artista ha messo un secondo gruppo di danzatrici <<donne e fanciulle che danzano tutte col volto verso l'esterno del circolo>>, in G ni musicanti suonano gli strumenti comuni dell'epoca: viola ad arco ricurvo, violoncello, corno, flauto e arpa. anche nel sabba del padre Guaccius si balla al suono d'un violoncello, che un musicista strimpella standosene accovacciato tra i rami di un albero ma con meno foga che nel quadro si Spranger, dove la danza ha veramente l'andamento scatenato e galoppante che conviene a una tregenda. I quattro personaggi che davanti al trono diabolico eseguono danze acrobatiche con pericolose piroette, il vero ballo satanico, il vero tripudium degli antichi, in cui l'individuo, sotto l'influenza dello spirito che lo possiede, scopre in se stesso risorse muscolari ignote e si lancia in esercizi che sarebbe incapace di compiere in condizioni normali; come quello stregone che con grande stupore dei suoi vicini e delle comari della cittadina olandese esegue sul proprio letto un ballo da sabba. Abbiamo già parlato del crogiuolo delle streghe che appare in tutte le assemblee preliminari del sabba. Lo ritroviamo anche nel sabba e de Lancre fornisce la seguente spiegazione: <<Ecco sul fuoco la caldaia per preparare ogni sorta di veleni che facciano morire o soffrire l'uomo che danneggino il bestiame; una tiene i serpenti e il rospo in una mano, l'altra taglia loro la testa e li scortica, quindi li getta nel crogiuolo>>.
Il crogiuolo della strega. Frontespizio del libro di H. Grosius, Magica de Spectris, Leyda, 1656
Alcuni addirittura dicono che esso sia l'essnza stessa del sabba ed è per questo che lo ritrovaiamo in primo piano sul frontespizio di due opere del XVII secolo in cui si parla diffusamente dei diavoli e del sabba: il primo di Hennigus Grosius intitolato Magica de Spectris et apparitionibus Spirituum, Leida, 1656; il secondo di Louis Lavater, eminente teologo come dice il titolo, e che tratta De Spectris, Lemuribus varisque presagitionibus, Tractatus vere aureus, Leida, 1659. Durante tutto il tempo del sabba, streghe arrivano sui manici di scopa e altre su caproni: queste ultime, più rare, sembra rappresentino le privilegiate. I becchi che esse monano noon sarebbero altro che demoni trasformati e su un caprone montò la strega della cattedrale di Lione di cui abbiamo già fatto conoscenza, e ancora su un giovane caprone, a cui non sono ancora spuntate le corna, cavalca lo stregone, che, attraverso un paesaggio della Svezia, si reca a qualche misteriosa riunione dei suoi confratelli. Altre streghe lasciano il sabba <<e se ne vanno sui mari>> dice de Levre, <<o altrove, per scatenare uragani o tempeste>>. Più oltre vedremo questi interessanti personaggi all'opera sulla terra, dove nel passato la loro potenza era tanto temuta. Il becco è anche la cavalcatura che padre Guaccius assrgna alle streghe e ce le mostra, mentre superano colline e valli per accorrere al richiamo del padrone. Pare che streghe e stregoni abbiano un marchio impresso da Satana su qualche parte segreta del corpo dove una specie di dolorosa fitta li avvere quando devono recarsi al sabba. Nell'incisione del sabba di Ziarnko un gruppo compatto di personaggi molto eleganti se ne stanno, contrassegnati dalla lettera L, sena partecipare apparentemente a nessuna di quelle attività. <<Sono i grandi signori e le grandi donne, e le altre persone ricche e potenti che trattano gli affari del sabba, nel quale comapiono velati le donne amscherate per rimanere sempre nascosti e incogniti>>. Il sabba era frequentato da persone d'alto rango e sis baglierebbe se si pensasse che gli spetttori e gli attori fossero soltanto <<misere streghe>> o gentucola ignorante. Si può vedere nelle numerose incisioni che qui presentiamo dell'opera di padre Guacius che i personaggi del sabba sno vestiti riccamente, alla moda opulenta dell'epoca di Luigi XIII: brache a sbuffo con nastri alle giarrettiere, sottane con guardinfante, colli e collari rigonfi e pieghettature, la cui complicata inamidatura incornicia il viso in uno spumeggiare di merletti, come nei ritratti di Pourbus, Mierevelt e van Dyck. Molti signori e <<donne onorate>> andavano nondimeno al sabba e ritenevano un onore grande quello di essere prescelti a reggere la coda del diavolo nelle processioni grottesche che vi avvenivano; ci fu persino un certo curato d'Ascain in Guascogna, oggi ridente località del cantone di Saint-Jean-de-Luz, che rinunciò al sacerdozio divin per officiare solamente al sabba. la didascalia, descrive il gruppo M dove, second quanto spiega de Lancre, <<ci sono piccoli bambini chhe con bacchette e verghe, a una certa distanza dalle cerminie, custodiscono i greggi di rospi che le donne hanno l'abitudine di portare al sabba>>. A questa occupazione infatti erano messi i novizi già presentati al diavolo, ma ia qali la tenera età non permetteva di partecipare attivamente ai veri e propri riti demoniaci. Vi venivano ammessi più tardi, e i diavoli approfittavano persino di questa occasione per unirli, come qui vediamo, in vincoli incestuosi. Avvenivano al sabba altre cerimonie particolari, la maggior parte delle quali erano abitudinarie nei patti conclusi con il demonio al di fuori del sabba. I nuovi arrivati venivano marcati dal diavolo con un segno d'unghia sotto la palpebra sinistra. Nella stampa dell'incisione la sua tavola sarebbe stata capovolta, c presenta qui un Satana che incide il suo segno sull'occhio destro del novizio.
Alcuni addirittura dicono che esso sia l'essnza stessa del sabba ed è per questo che lo ritrovaiamo in primo piano sul frontespizio di due opere del XVII secolo in cui si parla diffusamente dei diavoli e del sabba: il primo di Hennigus Grosius intitolato Magica de Spectris et apparitionibus Spirituum, Leida, 1656; il secondo di Louis Lavater, eminente teologo come dice il titolo, e che tratta De Spectris, Lemuribus varisque presagitionibus, Tractatus vere aureus, Leida, 1659. Durante tutto il tempo del sabba, streghe arrivano sui manici di scopa e altre su caproni: queste ultime, più rare, sembra rappresentino le privilegiate. I becchi che esse monano noon sarebbero altro che demoni trasformati e su un caprone montò la strega della cattedrale di Lione di cui abbiamo già fatto conoscenza, e ancora su un giovane caprone, a cui non sono ancora spuntate le corna, cavalca lo stregone, che, attraverso un paesaggio della Svezia, si reca a qualche misteriosa riunione dei suoi confratelli. Altre streghe lasciano il sabba <<e se ne vanno sui mari>> dice de Levre, <<o altrove, per scatenare uragani o tempeste>>. Più oltre vedremo questi interessanti personaggi all'opera sulla terra, dove nel passato la loro potenza era tanto temuta. Il becco è anche la cavalcatura che padre Guaccius assrgna alle streghe e ce le mostra, mentre superano colline e valli per accorrere al richiamo del padrone. Pare che streghe e stregoni abbiano un marchio impresso da Satana su qualche parte segreta del corpo dove una specie di dolorosa fitta li avvere quando devono recarsi al sabba. Nell'incisione del sabba di Ziarnko un gruppo compatto di personaggi molto eleganti se ne stanno, contrassegnati dalla lettera L, sena partecipare apparentemente a nessuna di quelle attività. <<Sono i grandi signori e le grandi donne, e le altre persone ricche e potenti che trattano gli affari del sabba, nel quale comapiono velati le donne amscherate per rimanere sempre nascosti e incogniti>>. Il sabba era frequentato da persone d'alto rango e sis baglierebbe se si pensasse che gli spetttori e gli attori fossero soltanto <<misere streghe>> o gentucola ignorante. Si può vedere nelle numerose incisioni che qui presentiamo dell'opera di padre Guacius che i personaggi del sabba sno vestiti riccamente, alla moda opulenta dell'epoca di Luigi XIII: brache a sbuffo con nastri alle giarrettiere, sottane con guardinfante, colli e collari rigonfi e pieghettature, la cui complicata inamidatura incornicia il viso in uno spumeggiare di merletti, come nei ritratti di Pourbus, Mierevelt e van Dyck. Molti signori e <<donne onorate>> andavano nondimeno al sabba e ritenevano un onore grande quello di essere prescelti a reggere la coda del diavolo nelle processioni grottesche che vi avvenivano; ci fu persino un certo curato d'Ascain in Guascogna, oggi ridente località del cantone di Saint-Jean-de-Luz, che rinunciò al sacerdozio divin per officiare solamente al sabba. la didascalia, descrive il gruppo M dove, second quanto spiega de Lancre, <<ci sono piccoli bambini chhe con bacchette e verghe, a una certa distanza dalle cerminie, custodiscono i greggi di rospi che le donne hanno l'abitudine di portare al sabba>>. A questa occupazione infatti erano messi i novizi già presentati al diavolo, ma ia qali la tenera età non permetteva di partecipare attivamente ai veri e propri riti demoniaci. Vi venivano ammessi più tardi, e i diavoli approfittavano persino di questa occasione per unirli, come qui vediamo, in vincoli incestuosi. Avvenivano al sabba altre cerimonie particolari, la maggior parte delle quali erano abitudinarie nei patti conclusi con il demonio al di fuori del sabba. I nuovi arrivati venivano marcati dal diavolo con un segno d'unghia sotto la palpebra sinistra. Nella stampa dell'incisione la sua tavola sarebbe stata capovolta, c presenta qui un Satana che incide il suo segno sull'occhio destro del novizio.
Satana consegna un libro nero agli adepti, in cambio del libro dei vangeli
Satana spoglia i suoi seguaci
Il demonio poi obbligava i nuovi amici a camminare sulla croce; essi vengono rappresentati come dei ciechi, in quanto i loro occhi erao effettivamente chiusi alla luce divina, Veniva quindi consegnato loro un libro nero in cambio del libro dei Vangeli, a cui essi rinunciavano, e venivano persino ribattezzati con qualche misterioso liquido. Satana infine incominciava personalmente a spogliare i nuovi stregoni e li invitava a mettersi nel costume adamitico, lo stessso adottato da molti dei partecipanti al sabba, nonostante non fosse questa una regola generale. Quando streghhe e stregoni arrivavano al sabba si affrettavano ad andare a rendere omaggio al diavolo, omaggio che consisteva in una cerimonia, ammessa volontariamente dallo Ziarnko nella sua magistrale opera sul sabba, ma che Spranger ha rappresentato senza vergogna. Tale ccerimonia consisteva nel dare un bacio sul posteriore al diavolo, insigne onore in cambio del quale il diavolo donava alla fedele un pidocchio d'argento. C'erano streghe fanatiche che ripetevano questo rito diverse volte nel corso del sabba e anz baciavano il deretano di tutti i demoni che incontravano: nell'incisione dello Spranger ne vediamo una che, con una candela in mano, bacia quella specie di secondo volto d'un demonio. Le streghe giustifcavano questo loro gesto: <<Non è un deretano>>, diiccevano con santa indignazione, <<ma un secondo viso che egli ha sotto la coda!>>. Esse avevano perfettamente teologicamente ragione; abbiamo già segnalato l'esistenza di questo secondo volto del diavolo delle cattedrali, che spesso ne aveva uun terzo sul ventre. Padre Guaccius tuttavia non ha tenuto conto di questa sottigliezza e quello che la nobile dama bacia nella figura ch'egli disegnò per il suo libro, era un deretano senza altri ornamenti. Questa era nelle sue grandi linee l'inimitabile, augusta e grotesca cerimonia del sabba, che stende un velo d'orrore su tutta l'Europa del XV secolo sino al XVII secolo e che trascina nel turbine i personaggi più umili e quelli più illustri che turba le menti di teologi e magistrati che ispira agli artisti le loro più efficaci composizioni, perché inquieta persino sovrani e re, come Giacmo I d'Inghilterra, che si preoccupò di scrivere una feroce requisitoria contro le streghe. Esistevano a Parigi sottto Carlo IX, a quanto si dice, trentamila stregoni, e centomila in tutta la Francia. Non è difficile immagianre quale spaventoso ballo scatenato doveva fare una tale orda nelle notti fatidiche, sula vetta delle montagne maledette o ai crocicchi nelle grandi sfide!La descrizione è conforme a quanto ci hanno tramabdato su tale argomento da una parte i demonologi e dall'altra le numerose rappresentazioni che di secolo in secolo si rinnovano con scrupolosa esattezza, il che dimostra il eprsistere d'una tradizione e di forme rituali scrupolosamente osservate. Nel corso del sabba avevano luogo anche alcune cerimonio particolari, ma avremo occasione di descriverle nel parlare dei patti e di altre opere sataniche. Qui ci limitiamo a menzionare, alcune illustrazioni del sabba, disegnate e incise nel XVIII secolo, che si distaccano totalmente dal sabba tradizionale e sono patto gratuito dell'immaginazione di artisti che non si sono curati di documentarsi nemmeno in minima misura. Appartiene a questa categoria il dabba di Gillot; si tratta d'una bellissima composizione di innegabile effetto decorativo, ma nella quale non si ritrovano gli elementi essenziali del sabba classico. Vediiamo, a destra un caprone incoronato di fiori che dà la mano a una dama che probabilmente è la regina del sabba. ma egli dirige il bello in modo strano, senza scomodarsi dal sedile di pietra sul quale troneggia. Appollaiata su un'alta roccia e con un gufo sulla testa e lo zodiaco a bandoliera legge il libro di magia, con grande gioia dei diavoli e di quel caprone dimile a un onagro che sembra ridere dello scherzo del diavolo.
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FUEGUIA 1833 • THAYS • Collezione Personajes - Edizione I-XVI - Edizione Limitata con flacone numerato - Parfum - Julian Bedel, fondatore di Fueguia 1833, rende omaggio al celebre architetto paesaggista Charles Thays nella sua composizione Thays. Sul finire del XIX secolo Thays fu artefice di una imponente opera di ristrutturazione paesaggistica nel cuore di Buenos Aires, ampliando e configurando architettonicamente l'identità "verde" della capitale argentina. Julian Bedel ha personalmente sperimentato il talento di Thays, che progettò una delle vaste proprietà di famiglia. La fragranza è un concentrato di emozioni olfattive liberamente ispirato agli aromi delle piante native che lo stesso Thays selezionò per abbellire il giardino di casa Bedel, un'inedita armonia vegetale nel segno di uno straordinario talento espressivo e creativo e genesi della passione botanica che anima da generazioni la famiglia Bedel. Il jus, floreale, soavemente fruttato ed erbaceo, splendidamente luminoso nella sua avvolgenza, restituisce una scansione aromatica di note languide ed energizzanti, Tè verde, Osmanto e fiori del Mate si susseguono in un divenire brioso, fuse in un sillage corroborante e potentemente evocativo. Le fragranze Fueguia 1833 sono realizzate con ingredienti di origine vegetale e biodegradabili, non contengono composti policiclici di muschio, filtri UV, conservanti sintetici, coloranti, ingredienti di origine animale, ingredienti testati sugli animali. Creata da Julian Bedel. La fragranza è realizzata nel formato Parfum 100 ml. e disponibile presso la boutique di Milano, via della Spiga 50. ©thebeautycove
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Com’è difficile staccarsi dai luoghi. Per quanta attenzione facciamo, ci trattengono. E lasciamo pezzetti di noi stessi sui paletti delle staccionate, piccoli stracci e brandelli della nostra vita. (Katherine Mansfield)
Non solo. Ci sono luoghi che appartengono a noi molto prima di visitarli. E’ qualcosa di speciale, arriviamo in un luogo e i nostri occhi (assieme al cuore) entrano quasi in risonanza con quel posto: questo per noi è stato il Residence Cà Beregana.
Un weekend a Vicenza per un bellissimo evento, di cui presto vi racconterò, ci ha visto ospiti di Cà Beregana per una notte. E ne siamo rimasti affascinati. Non solo io, non solo mio marito, ma soprattutto Sissi! E non stiamo parlando di un family hotel con giochi e attrazioni per bambini: Cà Beregana è uno splendido residence di charme dove tutto è elegante, misurato con sobrietà: dall’arredo alle decorazioni, dall’illuminazione ai prodotti per il bagno.
Spesso la differenza la fanno le persone: ancora una volta possiamo confermarlo! Giulia, la giovane figlia dei proprietari del Residence Cà Beregana, ti accoglie con tutta la dolcezza, educazione e competenza di chi conosce il territorio, rivolge a Sissi un sorriso ed è sempre pronta e presente per qualsiasi necessità. Grazie a Giulia abbiamo cenato benissimo e ci siamo orientati con facilità per il centro storico di Vicenza. Grazie a lei abbiamo parcheggiato in posizione strategica vicino alle attrazioni principali e visitato la città secondo i suoi – preziosi – consigli.
Residence Cà Beregana: i servizi per un soggiorno in pieno relax
Anzitutto Cà Beregana è un residence: una formula che rappresenta una scelta sempre azzeccata per chi ha bimbi, anche piccoli! La comodità di avere un angolo cucina (ben equipaggiato e soprattutto perfettamente pulito) permette di preparare latte, pappe o colazioni/spuntini anche ai più piccini, che spesso non gradiscono gli orari rigidi di ristoranti e locali!
Le stanze sono ampie, davvero ampie: un bimbo ha la libertà di muoversi e giocare, mentre voi potrete rilassarvi con un film sulla TV a schermo piatto, potrete leggere un libro o scrivere e lavorare a pc nell’angolo con scrittoio. Il bagno è ampio, comodo, dotato di ogni comfort e soprattutto con prodotti da bagno di ottima qualità! Tutte le stanze hanno aria condizionata e il Wi-Fi ha un segnale eccellente in tutta la struttura.
La colazione, con una ricca scelta tra dolce e salato, può essere consumata ad orari flessibili, anche in camera.
Il parcheggio privato è disponibile gratuitamente in loco e senza prenotazione e inoltre, se necessario, si può prenotare una navetta aeroportuale con supplemento. L’ubicazione di Cà Beregana è strategica: a 5 minuti in auto dal centro storico. Dista appena 4,2 km da Fiera di Vicenza, Giardino Salvi è a 3,2 km, mentre la Chiesa di S Maria in Foro o dei Servi si trova a 3,5 km di distanza. L’aeroporto più vicino è l’aeroporto di Verona, a 52 km.
Relax: basta già una passeggiata nel bel giardino fiorito o nella veranda di Cà Beregana per sentirsi in pace con il mondo. Ma nel caso in cui la passeggiata e l’aria fresca non siano sufficienti… potete usufruire della piscina all’aperto e di una mini-SPA e centro benessere con sauna e hammam.
Visitare Vicenza in un weekend
Vicenza è una città a misura d’uomo: un centro storico piccolo e raccolto, servito bene dai mezzi pubblici e da parcheggi nelle immediate vicinanze, che si visita con una piacevole passeggiata.
…sono giunto da poche ore, ma ho già fatto una scorsa per la città e ho visto il Teatro Olimpico e gli edifici del Palladio … soltanto avendo innanzi agli occhi questi monumenti, se ne può comprendere il grande valore. Con la loro mole e con la loro imponenza essi devono, per dir così, riempire gli occhi, mentre con la bella armonia delle loro dimensioni, non solo nel disegno astratto, ma in tutto l’insieme della prospettiva, sia per quello che sporge, che per quello che rientra, appagano lo spirito. E questo è proprio, secondo me, il caso del Palladio: un uomo straordinario, e per quello che ha sentito in sé, e per quello che ha saputo esprimere fuori da sé. (Goethe, Viaggio in Italia)
Certamente non potete mancare di rendere omaggio all’uomo di questa città, per cui viene definita anche città d’autore, riferendosi proprio all’architetto padovano Andrea Palladio. La città e le ville palladiane nei dintorni sono Patrimonio dell’Umanità UNESCO: semplicemente perdetevi nel centro e fotografate questi splendidi monumenti.
Per mangiare nel centro storico di Vicenza avrete l’imbarazzo della scelta, ma vale la pena menzionare sicuramente Angolo Palladio, in Piazzetta Palladio (ottime carni e pizze davvero uniche), e Tonazzo 1888, appena fuori dal centro (carneria e veggeria si uniscono in un locale moderno, in cui la qualità del cibo si coniuga con il moderno allestimento).
Per un aperitivo potete scegliere uno dei tanti bar e caffè che si affacciano sulla centralissima Piazza Dei Signori: noi abbiamo scelto un spritz con degli amici nel Bar Borsa, proprio sotto una loggia della Basilica Palladiana.
E se avete voglia di visitare un luogo unico in collina, perchè non fare un salto all’agri-ristorante Le Vescovane, sui colli Berici? Sicuramente ne godrete voi, per il menù unico e di alta qualità ma anche per la location in un casolare del quattrocento sapientemente ristrutturato, ma anche i vostri bambini, per gli animali da fattoria e l’ampio spazio verde.
Ogni promessa è debito!
Sissi ha lasciato Cà Beregana in lacrime: si è affezionata molto alla dolcezza e affabilità di Giulia (UNICA con i bambini)! Le abbiamo solennemente promesso che torneremo, magari con i nonni, per fare un tuffo in piscina e godere ancora di più, con il caldo, degli spazi esterni.
#travel Un weekend a Vicenza in un residence di charme: Residence Cà Beregana #vicenza #visitvicenza #caberegana Com’è difficile staccarsi dai luoghi. Per quanta attenzione facciamo, ci trattengono. E lasciamo pezzetti di noi stessi sui paletti delle staccionate, piccoli stracci e brandelli della nostra vita.
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