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Lega Alessandria: "Su AMAG avevamo ragione". Il Consiglio Comunale approva l'emendamento che blocca le consulenze con società legate al management del Gruppo
Un segnale forte e chiaro arriva dal Consiglio Comunale di Alessandria: con l’approvazione dell’emendamento presentato dal Gruppo Consiliare della Lega, viene sancito lo stop alle consulenze con società che hanno avuto rapporti con il management del Grupp
Un segnale forte e chiaro arriva dal Consiglio Comunale di Alessandria: con l’approvazione dell’emendamento presentato dal Gruppo Consiliare della Lega, viene sancito lo stop alle consulenze con società che hanno avuto rapporti con il management del Gruppo AMAG. Una decisione che, secondo i consiglieri leghisti, rappresenta non solo una vittoria delle loro posizioni sostenute nel corso dell’anno,…
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Ve li ricordate quando frignavano per il ponte Morandi?
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Ecco il Governo del popolo ma soprattutto vicino al popolo!
Qualche giorno fa questi due signori, Garavaglia e Borghi, ambedue Lega, hanno provato a far passare un emendamento che andava incontro alle esigenze della povera gente: la cancellazione dei rimborsi per chi estingue prima prestiti con cessione del quinto.
L'operaio, il pensionato, il precario che oggi accede a quel tipo di strumento, qualora fosse riuscito (mannaggia!) a estinguere prima il debito, grazie a questi due personaggi non si sarebbe visto rimborsare alcuni dei costi maturati come ad esempio l'assicurazione stipulata a inizio prestito, obbligatorietà invece prevista dalla normativa europea.
Una rapina legalizzata a danno di persone che spesso si trovano in difficoltà, perché la cessione del quinto viene spesso utilizzata da fasce di popolazione in condizioni di fragilità. E ovviamente un bel favore a banche e intermediari finanziari, che così avrebbero potuto lucrare ancora di più.
E allora io vi dico: COMPLIMENTI.
Complimenti per la sfacciataggine con cui fate gli interessi dei forti a danno dei deboli, riuscendo in questo a prendervi i voti di questi ultimi.
E a chi li vota ed è sotto una certa soglia di reddito uno sfogo, invece.
Cosa devono fare questi per smettere di farsi votare? Fare irruzione in casa vostra e portarvi via il mobilio? Proporre una legge per l'introduzione della servitù della gleba? Cosa? Ditecelo perché davvero questi ormai non provano neppure più a nascondere ciò che fanno. E quel che fanno è CONTRO DI VOI. A vostro danno, a vostro MASSIMO danno. E sta lì, nero su bianco. Non c'è interpretazione alcuna: è contro di voi e a favore dei forti.
Smettete di votarli e fatelo per istinto di sopravvivenza.
Leonardo Cecchi
p.s. ma soprattutto andate a votare CONTRO questa gente inqualificabile.
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Il governo italiano sta per introdurre una nuova regolamentazione che equiparerà la cannabis light alla cannabis tradizionale. Questo cambiamento è stato inserito in un emendamento al ddl Sicurezza, recentemente approvato dalle commissioni Affari Costituzionali e Giustizia della Camera. È stata ritirata, invece, la proposta della Lega per vietare l’immagine della pianta di canapa per fini pubblicitari.
La lotta del governo alla cannabis light sta assumendo proporzioni grottesche
L'esecutivo ha presentato nuove proposte per una stretta sul settore, che comprendono anche un divieto alle immagini che raffigurano la canapa
La legislazione italiana attuale, che risale al 2016, consente la coltivazione di canapa per scopi industriali, purché il contenuto di Thc – la sostanza psicoattiva della presente nella pianta – non superi lo 0,2%. La nuova normativa, invece, proibisce il commercio, la lavorazione e l'esportazione di foglie, infiorescenze, resine e di tutti i prodotti contenenti sostanze derivate dalla pianta di canapa. Ciò colpirà diversi ambiti, dalla cosmesi all'erboristeria, dagli integratori alimentari al florovivaismo. I negozi specializzati nella vendita di prodotti a base di cannabis light, sorti come funghi negli ultimi anni, sarebbero costretti a chiudere. Inoltre, le tabaccherie, che attualmente offrono alcuni di questi prodotti, non potrebbero più includerli nel loro assortimento.
L'impatto economico di questa decisione sarà significativo perché si tratta di un mercato in piena espansione in Italia. Attualmente, circa 800 aziende coltivano cannabis light nel nostro paese e 1.500 si occupano della sua trasformazione, generando un fatturato annuo di circa 500 milioni di euro e coinvolgendo circa 11.000 posti di lavoro. Secondo Davide Fortin, ricercatore all’Università Sorbona di Parigi e collaboratore di MPG Consulting (Marijuana Policy Group di Denver) il mercato della cannabis light in Italia nel 2021 era valutato circa 44 milioni di euro all’anno e sarebbe potuto crescere fino a 400-500 milioni con una regolamentazione adeguata, inserendosi in un mercato europeo potenziale di 36 miliardi di euro. Il prodotto coltivato in Italia, è infatti molto richiesto anche all'estero, con esportazioni verso Germania, Belgio, Olanda e Francia.Le reazioni della politica sono state in generale molto critiche. Cristiano Fini, presidente di Cia-Agricoltori Italiani, ha definito la decisione come una "grave sconfitta per la libera impresa". Anche Riccardo Magi, segretario di Più Europa, ha duramente criticato la misura su X: “Il governo Meloni ha appena ucciso il settore della cannabis light nel nostro paese", "in preda alla furia ideologica [il governo], cancella una filiera tutta italiana 11mila posti di lavoro. E pensano anche di aver fatto la lotta alla droga”.
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Taser alle forze dell'ordine anche nei Comuni sopra i 20mila abitanti, approvato emendamento
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La Lega continua a spingere per la riduzione del canone Rai. Fonti parlamentari affermano che domani il partito di Matteo Salvini presenterà un emendamento al decreto fiscale in discussione nella commissione Bilancio del Senato, proponendo di ridurre il canone a 70 euro. Un altro emendamento in programma riguarda la possibilità di rateizzare l'acconto Irpef di novembre. D'altra parte, Forza Italia esprime forti dubbi sulla proposta della Lega. Davide Damiani, senatore e capogruppo di Forza Italia in commissione Bilancio, ha comunicato all'Adnkronos le perplessità del suo partito. Damiani sottolinea che anche il segretario nazionale Antonio Tajani ha manifestato scetticismo riguardo a questa misura. Ricordando l'esperimento dello scorso anno, Damiani evidenzia che non ha portato i risultati economici sperati, sia per il sistema Rai che per l'andamento economico generale. Pertanto, Forza Italia continua a manifestare riserve sul drastico abbassamento del canone a 70 euro. La discussione sul canone Rai e le proposte delle varie forze politiche si inseriscono in un contesto più ampio di riforme fiscali e politiche economiche, dove la Lega cerca di capitalizzare il consenso su temi che colpiscono direttamente i cittadini. Le divergenze di opinione all'interno del governo e tra le forze politiche evidenziano la complessità delle decisioni economiche da prendere in un periodo di incertezze. L'incontro in commissione sarà cruciale per discutere queste proposte e valutare l'impatto che potrebbero avere sul bilancio del paese e sui servizi pubblici. La questione del canone Rai, in particolare, tocca un nervo scoperto poiché rappresenta una fonte importante di finanziamento per il servizio pubblico radiotelevisivo italiano. La tensione tra Lega e Forza Italia su questo tema potrebbe anche riflettere le sfide interne all’alleanza di centrodestra, con ciascun partito che cerca di mantenere la propria identità e rispondere alle aspettative dei propri elettori, il tutto in un clima politico in continua evoluzione.
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Maternità surrogata e detenute madri, maggioranza spaccata: bocciato in commissione emendamento Lega
Maternità surrogata e detenute madri, maggioranza spaccata: bocciato in commissione emendamento Lega. Maggioranza spaccata sul disegno di legge contro la maternità surrogata, al Senato, e sul ddl sicurezza sulle detenute madri alla Camera. A Palazzo Madama l'emendamento della Lega, che chiedeva un inasprimento delle pene per la maternità surrogata, è stato bocciato in commissione Giustizia.... Leggi articolo completo su La Milano Read the full article
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Dai grattacieli di Milano ai soffitti, Salvini vuole allargare il salva-casa Non solo la norma ad hoc per risolvere il caso Milano, ma anche modifiche ai requisiti per l’abitabilità, dall’altezza dei soffitti alla superficie minima. Il decreto salva-casa non è ancora stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale, ma già si studiano gli interventi destinati ad allargarne il perimetro. Ad annunciarli è il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, che non intende fermarsi qui: il provvedimento è solo «l’inizio di un percorso», assicura, dopo l’edilizia privata lo step successivo sarà «l’edilizia pubblica, popolare e sociale». Il testo del decreto Salva-casa, approvato venerdì in Consiglio dei Ministri, è stato oggetto di una forte mediazione sotto l’occhio vigile del Quirinale e da più parti si attendono ora migliorie in fase di conversione in Parlamento. L’iter dovrebbe partire dalla Camera, in commissione Ambiente. In attesa della pubblicazione in Gazzetta, al Mit si preparano nuove misure: «Lavoreremo subito come gruppo Lega agli emendamenti perché ci sono alcuni interventi che io ho già pronti, che i parlamentari hanno già pronti», promette Salvini parlando a Milano. Ci sarà innanzitutto l’attesa norma che salva i grattacieli meneghini, tenuta fuori dal decreto ma con la promessa di inserirla nell’iter parlamentare. Arriverà come emendamento, conferma il vicepremier parlando a margine di un evento di Assimpredil Ance. «Sul pregresso non entro nel merito delle inchieste giudiziarie, però una città come Milano non può fermare le autorizzazioni edilizie, non può fermare lo sviluppo della città», sostiene Salvini, indicando la linea: «andiamo a fare un intervento per aiutare le centinaia di famiglie che che vivono oggi in palazzi che non possono essere abbattuti». Altro tema allo studio è quello dell’abitabilità. «Penso all’altezza dei soffitti, penso alla riduzione della superficie minima per l’abitabilità», dice il leader leghista. Rivedere al ribasso i requisiti per l’abitabilità, aprirebbe alla possibilità di render abitabili cantine, seminterrati o soffitte. Un tema non nuovo, su cui ha provato a muoversi a settembre il centrodestra della Regione Lazio, con tre proposte di legge in commissione regionale, poi ritirate. Entra intanto nel vivo un’altra sfida che riguarda il mercato immobiliare: la transizione verso la riqualificazione energetica degli edifici. E’ in vigore da oggi la nuova direttiva europea sulle ’Case green’. I Ventisette avranno due anni di tempo per adeguarsi alle norme Ue che puntano a un parco immobiliare a emissioni zero al 2050. Ventiquattro mesi di tempo in cui tutte le capitali, compresa Roma, dovranno stabilire una tabella di marcia per ridurre i consumi medi di energia delle case del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035. Quanto agli edifici non residenziali, almeno il 16% degli edifici pubblici con le peggiori prestazioni andrà ristrutturato entro il 2030 e il 26% al 2023.
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Spaccatura in Parlamento: Bocciato l'Ordine del Giorno del PD per la Tutela dell'Accesso all'Aborto
Nuovo post pubblicato su https://wdonna.it/spaccatura-in-parlamento-bocciato-lordine-del-giorno-del-pd-per-la-tutela-dellaccesso-allaborto/117496?utm_source=TR&utm_medium=Tumblr&utm_campaign=117496
Spaccatura in Parlamento: Bocciato l'Ordine del Giorno del PD per la Tutela dell'Accesso all'Aborto
La Camera ha bocciato l’ordine del giorno avanzato dal Partito Democratico (Pd) relativo al decreto PNRR, che mirava a prevenire eventuali limitazioni nella piena applicazione della legge 194 sull’aborto, a seguito di un emendamento proposto da Fratelli d’Italia (FdI) per includere i comitati Pro-Life nei consultori.
Il voto ha visto 93 favorevoli, 117 contrari e 18 astensioni, evidenziando una notevole divisione all’interno della maggioranza: 15 deputati della Lega si sono astenuti, incluso il capogruppo Riccardo Molinari, il quale ha dichiarato che la decisione è stata lasciata alla libertà di coscienza su temi etici.
Tra gli astenuti figurano anche Paolo Emilio Russo di Forza Italia e altri rappresentanti di Azione e del Gruppo Misto. Questa decisione ha suscitato forti reazioni dal Pd, con la deputata Ilenia Malavasi che ha criticato aspramente il governo e la maggioranza per non aver sostenuto la piena attuazione della legge sull’interruzione volontaria di gravidanza e per altre politiche ritenute restrittive nei confronti delle donne.
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Terzo mandato, Lega ritira emendamento per sindaci grandi città
La Lega ha ritirato l’emendamento al decreto elezioni che chiedeva il terzo mandato per i sindaci delle grandi città. Lo riferisce Andrea Giorgis, senatore Pd, a margine dei lavori della commissione Affari Costituzionali di Palazzo Madama. Resta sul tavolo, invece, la proposta sul terzo mandato ai governatori. source
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Palermo, emendamento bipartisan per la Stabilizzazione del Personale Asu: Obiettivo di Garantire Stabilità Economica
Con l'obiettivo di garantire stabilità economica al personale Asu, l'onorevole Carmelo Pace, capogruppo della DC all'Ars, è il promotore principale di un emendamento bipartisan presentato alla Legge Finanziaria della Regione Sicilia. Questa iniziativa, sostenuta da rappresentanti del centro destra e del centro sinistra, mira a stanziare i fondi necessari per la stabilizzazione del personale precario nei prossimi tre anni. L'emendamento, sottoscritto da esponenti come Abbate della DC, Laccoto e Caronia della Lega, Leanza del PD, Pellegrino e Lantieri di Forza Italia, De Luca dei Cinque Stelle, Zitelli e Galluzzo di Fratelli d'Italia, prevede che i fondi regionali consentano agli enti pubblici di assorbire il personale Asu indicato nell'apposito elenco. Carmelo Pace sottolinea che questa iniziativa offrirà ai lavoratori precari la possibilità di uscire dalla situazione di incertezza lavorativa, assicurando nel contempo serenità economica alle loro famiglie. Read the full article
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Il nuovo Ponte Bormida ad Alessandria: Protopapa risponde alle polemiche e sottolinea l’impegno della Lega
20 milioni di euro garantiti per il ponte, grazie al lavoro di Riccardo Molinari. Protopapa replica al 5 Stelle Coluccio: “Informarsi prima di criticare.”
20 milioni di euro garantiti per il ponte, grazie al lavoro di Riccardo Molinari. Protopapa replica al 5 Stelle Coluccio: “Informarsi prima di criticare.” Marco Protopapa, consigliere regionale della Lega, ha voluto fare chiarezza sulle polemiche sollevate dal consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Coluccio, in merito ai 20 milioni di euro destinati al nuovo Ponte Bormida ad Alessandria.…
#Alessandria#Alessandria today#circonvallazione di Gavi#Coluccio#comune di Alessandria#Consiglio regionale#critiche al Movimento 5 Stelle.#critiche politiche#emendamento Legge di Bilancio#finanziamenti pubblici#fondi pubblici#Google News#governo e infrastrutture#infrastrutture in Piemonte#interventi socio-assistenziali#investimenti ambientali#investimenti pubblici#italianewsmedia.com#Lavori pubblici#Lega#Lega Nord#legge di bilancio 2025-2027#Marco Protopapa#metropolitana Torino#Molinari Lega#movimento 5 stelle#Novara#opere infrastrutturali#Opere pubbliche#opere strategiche
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8 ago 2023 15:27
TE LO DICO IO COS’È IL CSC – "MARTA DONZELLI PERCEPIVA 100 MILA EURO. IL REGISTA DANIELE LUCHETTI, CHE SULLA ‘STAMPA’ HA RILASCIATO UN’INTERVISTA CONTRO L’EMENDAMENTO DELLA LEGA, È DOCENTE, HA IL CORSO. 36 MILA EURO - SU ‘REPUBBLICA’, L’ARTICOLO SULLA PROTESTA DEL CSC, È STATO SCRITTO DA PAOLO DI PAOLO CHE È CURATORE DELL’ULTIMO NUMERO DI ‘BIANCO E NERO’, QUADRIMESTRALE DEL CSC. LA COPERTINA ERA DEDICATA A NANNI MORETTI, IL PRIMO REGISTA A PROTESTARE CONTRO IL DECRETO DELLA LEGA, MENTRE IL DIRETTORE DI ‘BIANCO E NERO’ È ALBERTO CRESPI, EX CRITICO DELL’UNITÀ, OGGI DI ‘REPUBBLICA’”… -
Estratto dell’articolo di Carmelo Caruso per “il Foglio”
Sembra un film di Paolo Virzì, ma girato da Checco Zalone: I rivoluzionari a Salina. Trama: “La formidabile resistenza di una generazione allo scoglio”. Motore. Sono giovani, e belli, di sinistra, sono in lotta contro il governo Meloni, che si sta “impossessando” del Centro sperimentale di cinematografia (il presidente e due membri della Fondazione si sono dimessi, per protesta) ma, al momento, i rivoluzionari sono in vacanza, fino a settembre, mese in cui la lotta riprenderà.
[…] Il cineasta italiano tipo si trova infatti nella piccola isola eoliana dove si sta “rigenerando”. Se lo chiamate al telefono vi rilascia 80 righe indignate contro “il sacco”, l’aggressione della destra: “Questi ministri sono peggio di Mussolini”. E’ l’opinione del regista Marco Tullio Giordana. Questa è invece la sentenza di Nanni Moretti, Ecce Bombo: “Dal governo, violenza e rozzezza”. Hanno voluto esprimere solidarietà anche Sorrentino, Guadagnino, Bellocchio, Garrone, Golino, Mastandrea, Trinca, Salvatores, Elio Germano e naturalmente c’è sempre Virzì che sta ovunque come Pino Insegno in Rai.
[…] Sono 280 gli studenti del Csc, che ha ben cinque sedi in Italia, 280 ventenni che qui, in questo stato-palazzina, che fu un tempo libero, e democratico, del Pd, imparano il mestiere di sceneggiatore, montatore, fotografo, addetto luci, e il più ambito: quello del maestro. Tra di loro ci può essere il nuovo Bernardo Bertolucci, non si esclude il prossimo Luchino Visconti.
[…] Quando il vile piano, ripetiamo, un emendamento della Lega, impilato nel decreto Giubileo (e approvato) è stato scoperto, quando il vile piano, che prevede il cambio di natura, una nuova governance della Fondazione Csc, è stato smascherato dai giornali progressisti, ebbene, orde di leoni, pardi e palme d’oro sono venute a parlare, a rraggionare. Elly Schlein in una conferenza stampa ha anticipato: “Siamo di fronte a una battaglia per le prossime generazioni. Dobbiamo allargare la lotta anche ad altre istanze”. Ingrao è tornato.
Ma illustriamo meglio la natura del disegno spregevole, il decreto Lega (deve essere ancora convertito in legge) che avrebbe come obiettivo quello di “gestire ben 37 milioni di fondi Pnrr oltre ai 14 milioni di euro ogni anno destinati dal governo al Csc”. Il Csc si compone della Scuola nazionale di Cinema e della Cineteca nazionale. E’ già un film di Francesco Rosi: Le mani sulla poltroncina.
L’emendamento lo ha pensato il leghista Igor Iezzi che siede in Commissione Affari Istituzionali. Iezzi contro Sorrentino: a questo siamo arrivati. Il Csc ha un cda nominato, quasi interamente, dal ministero della Cultura (4 membri su cinque, uno lo esprime il Mef). Il Cda in carica è stato indicato dall’ex ministro della Cultura, del Pd, Dario Franceschini. La presidente, fino a ventiquattro ore fa, era Marta Donzelli, produttrice cinematografica, e il suo mandato scadeva fra due anni, così come scadeva, fra due anni, quello dell’attrice Cristiana Capotondi e di Guendalina Ponti.
[…] Uno vorrebbe fare arte, ma non può esserci arte senza organizzazione. Il cda della Fondazione Csc, nominato dal governo, nomina a sua volta i membri del comitato scientifico del Csc: il comitato scientifico governa la scuola di cinema. La scuola rilascia titoli di studio a tutti gli effetti, come un’università. Si entra al Csc tramite selezione, un bando. Il titolo è “equipollente”. Ogni studente ci tiene a farlo sapere. E’ come il Dams, ma meglio.
Non si sa mai, magari un concorso pubblico… Ma non facciamo spirito. Il comitato scientifico decide i prestigiosi corsi da tenere in questo palazzo che, bisogna dirla tutta, è un palazzo di architettura fascista, con tanto di font modello Dux, sulla facciata, dove adesso svolazza uno striscione da centro sociale: “La cultura non si lottizza. Il Csc non si lega”.
[…] Hanno studiato al Csc maestri come Antonioni, Steno, Germi, Bellocchio, pure Gabriel García Márquez, che però ha lasciato per protesta. La protesta nella scuola dove si impara a fare cinema di protesta. Sarebbe come minimo Orso d’Oro a Berlino. Coproduzione con i sudamericani.
Che sceneggiatura.
L’ultimo grande maestro venuto fuori dal Csc è sempre lui: Virzì. L’altra è Francesca Archibugi. Ce lo confida il regista dissipato. Nel mondo cinematografaro romano esiste una figura che si contrappone al regista tipo di sinistra. Si tratta del regista dissipato.
Niente a che vedere con l’intellettuale di destra che vi spalma Tolkien sul divano. Il regista dissipato conosce a memoria tutte le opere di Carmelo Bene, Ciprì e Maresco, e, instancabile, da anni, combatte contro lo “strapotere del Csc che, devi sapere, è una Rai più speciale.
E’ la Normale di Pisa dei figli di, quelli che vogliono fare i registi per rimorchiare al Pigneto. Alle pischelle, la sera, dicono, ‘so regista’. Rimorchiano alla grande”.
Il dissipato ha sicuramente subìto violenze (forse costretto a rivedere, con la forza, tutti i film di Bellocchio) ma vi offre numeri e, almeno lui, conosce tutto il sito del Csc dove, ci fanno sapere, quelli del Csc, “basta navigare e trovate le informazioni che ci chiedete”.
Dunque, ancora il dissipato: “Te lo dico io cos’è il Csc. Marta Donzelli percepiva 100 mila euro. Il regista Daniele Lucchetti, che sulla Stampa ha rilasciato un’intervista contro l’emendamento della Lega, è docente, ha il corso. 36 mila euro. Su Repubblica, l’articolo d’autore , sulla protesta del Csc, è stato scritto da Paolo di Paolo che è curatore dell’ultimo numero di Bianco e nero, quadrimestrale del Centro Sperimentale.
Ogni pubblicazione ha valore scientifico. L’ultima copertina di Bianco e Nero era dedicata a Nanni Moretti, il primo regista a protestare contro il decreto della Lega, mentre il direttore di Bianco e Nero è Alberto Crespi, che è stato critico dell’Unità”.
Aveva capito già tutto titolare del chiosco Cine Bar: “La trama è sempre la stessa. Quelli de’ destra ce’ levano quelli di sinistra, quelli de’ sinistra, che dieci anni fa c’hanno levato quelli de’ destra, se lamentano che ce stanno a levar er cinema italiano. […]
C’è però qualcosa che non torna. Facciamo notare a Francesca che l’attrice Carolina Crescentini, meglio nota come “la cagna maledetta”, nel film cult Boris , il 2 agosto, in una pagina della Stampa, ha raccontato della sua visita al Centro Sperimentale insieme al marito Francesco Motta, cantautore e pure lui docente al Csc. Il titolo era inequivocabile: “Contro il centro un intervento brutale, pronta a lottare insieme agli studenti”. E noi con lei. Ma se sono pronti a lottare perché, qui, a via Tuscolana, c’è solo il bibliotecario argentino Augusto che domani chiuderà?
Il mistero, come in Match Point , sta nei titoli di coda. Spiega Francesca: “Crescentini è venuta cinque giorni fa, ma l’intervista è uscita cinque giorni dopo”. Sarà il tempo cinematografico. Nei film è tutto veloce e si ripete. Anche la rivoluzione. Nel 2010, il governo Berlusconi aveva nominato presidente del Csc il sociologo Francesco Alberoni, e anche allora scattarono le proteste per alcuni fondi dimezzati.
A protestare c’era già allora Crescentini e come attrice non protagonista la premier Giorgia Meloni, ministro della Gioventù, che dichiarava: “Questa è la scuola di cinema più antica insieme a quella di San Pietroburgo. Non farò mai mancare il mio sostegno”. […]
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“Non rinunciare alla lotta armata, costi quel che costi”. È quello che ha scritto Cospito. A mio avviso la frase è di una gravità censurabile. Ma censurare una persona non significa metterla in galera. Una volta valutatane la reale pericolosità, una persona può essere controllata in mille modi e, diciamolo pure, la sponda jihadista del terrorismo, alle parole fa seguire fatti preoccupanti, lo fanno meno queste dichiarazioni di virilità. Io non lo so se Cospito sia veramente implicato nell’assalto alla caserma di Fossano, dicono che lo sia, lui e la compagna, utili idioti per la propaganda conservatrice; ma è curioso che un attentato che non ha fatto nessuna vittima venga definito “strage”. Quello che so è che attacchi di quel genere, per quanto gravi e odiosi per chi aborre la violenza, come me, non sono certo un attacco allo stato, non riescono ad esserlo.Detto questo, la frase di cui sopra non prevede un carcere restrittivo, non nel nostro ordinamento giuridico. E lo sapete perché? Ricordate quel gruppo di mona che sono arrivati in Piazza San Marco a Venezia col tanko? Anche loro, a mio avviso, non erano pericolosi per lo stato, ma qualcuno pensò che in effetti quello poteva considerarsi un atto terroristico, rischiavano il carcere duro. Furono salvati, indovinate un po’, da un emendamento voluto dalla lega che ha appunto declassato quel tipo di dichiarazioni a “propaganda sovversiva”, un reato depenalizzato. Nella commissione allora c’era Nordio, sì, quello che adesso è ministro. Ora le cose sono due: o i mona erano terroristi o c’è qualcosa che non va. Le cose cambiano, come sa chi (con intenzioni sovversive) voleva dividere il nord dal sud ed ora vuole unirli con un ponte che, visto come procede la Salerno-Reggio Calabria, sarà una bella avventura.
Natalino Balasso
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Porto, fondi statali ex Covid a sostegno del lavoro portuale grazie all'emendamento del senatore Potenti
Livorno, 09 febbraio 2023 – Buone notizie da Roma sul fronte del lavoro portuale. La riformulazione da parte del Governo di un emendamento a prima firma del Senatore della Lega Manfredi Potenti e presentato al decreto Milleproroghe, è inerente alla distribuzione del residuo avanzo dei fondi ex Covid stanziati nel 2020, da applicarsi sui porti danneggiati dalla crisi ucraina. L’emendamento è stato…
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col favore delle tenebre...la manina....
arièccoci: emendamento 41.01! La priorità di una manica di ladri era togliere il tetto dei 240000 euro agli stipendi dei super dirigenti di Stato!
"Che i partiti fossero consapevoli che quell’emendamento contenesse qualcosa di inopportuno e impopolare si evince quando il testo arriva nell’aula del Senato. In tanti si astengono. Così tra emendamenti approvati (quasi tutti) e altri respinti, arriva il turno del “41.0.1 (testo 2)”. A presiedere la seduta è il vicepresidente Ignazio La Russa e sui 226 senatori presenti, votano in 220: 77 a favore, 14 contrari e 129 astenuti. A favore votano Pd, Forza Italia, Italia viva e Impegno Civico. Astenuti Fratelli d’Italia, Movimento 5 stelle e Lega. Contro i senatori del gruppo “Uniti per la Costituzione”, due del Pd e alcuni del Misto. Tra loro anche il presidente della Commissione parlamentare Antimafia Nicola Morra. “Se chi si è astenuto avesse votato contro, l’emendamento non sarebbe stato approvato”, ha commentato Morra. Infatti, nonostante i soli 77 voti a favore il testo è approvato e la frittata è servita.
Dopo una serie di commenti critici, il “disappunto” di Palazzo Chigi e lo scarica barile tra governo e partiti (con tanto di “perplessità” espresse da Mattarella), alla fine è stato necessario il nuovo emendamento per mettere la parola fine a un blitz mal riuscito".
Ora il testo dovrà tornare al Senato il 20 settembre.
mentre l'Italia muore....sti schifosi...maledetti.....
p.s (a onor del vero non ho verificato nomi e cognomi ma il tentato "crimine" resta).
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