Tumgik
#educazione gatto
klimt7 · 10 months
Text
La cattiva Educazione
MARGHERITA VICARIO
VINICIO CAPOSSELA
youtube
La cattiva educazione [testo]
Questa mattina non mi son svegliata
E l'invasore ce l'avevo in casa
Inseguita, controllata, minacciata
Nel tossico vestito dell'amore
Una camicia di veleno quel vestito
Che brucia il tempo e tutte le sue ore
Il pentimento e poi le scuse e il farò meglio
Sono le maschere che hanno armato
il coltello
Son stati i padri, è stato il sacrificio
Son stati i rifiuti a cui non si è educati
È stata la cattiva educazione
Che non ha mai insegnato l'emozione
È stato il falso romanticismo
Che non si romanzi più l'orrore e il disonore
Non c'è niente, niente da salvare
Chi ha ucciso, ha ucciso
e questo è criminale.
E l'abbandono, dicono, e la gelosia...
Come se in fondo, fosse un poco colpa mia.
E un'altra volta è lui a prendere la scena
È ancora lui ad invocare pena
Coi chiodi del possesso alza la voce.
La passione che ti porta in croce
Nel silenzio delle porte e poi ti uccide
Con tutto quello che al mondo non si dice
Son state le botte date a mia madre
Son stati i soldi in una mano sola
È stato il domicilio, è stato per mio figlio
Son stati i secoli di fischio al gatto
È stato il corpo esposto e nascosto
Son stati i secoli di cattiva educazione
e di prigione
Del corpo offeso dall'amore
Questa mattina non mi son svegliata
E il carnefice ce l'avevo in casa
Non è stata la sfortuna
è stata la maledizione
che procede di generazione in generazione.
Questa mattina non mi son svegliata.
Compositore: Vinicio Capossela
Tumblr media
.
7 notes · View notes
lamilanomagazine · 10 months
Text
Educazione, prevenzione al traffico illecito, abbandono e maltrattamento animale: i dati dell'attività operativa
Tumblr media
Educazione, prevenzione al traffico illecito, abbandono e maltrattamento animale: i dati dell'attività operativa. Roma. 545 le persone denunciate dai carabinieri del Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari (CUFA) per il reato d maltrattamento animale. Il dato è stato diffuso oggi nel corso della conferenza stampa di presentazione dei risultati dell’attività operativa del Comando che ha visto l’impegno dei militari nella prevenzione e contrasto all’abbandono, maltrattamento e traffico illecito di animali. Partecipanti, tra gli altri, il Gen. B. Antonio Danilo Mostacchi, Comandante Carabinieri per la Tutela della Biodiversità. Contestualmente, è stata presentata la guida pratica dal titolo “Amici fedeli”, realizzata dal periodico di ambiente e territorio #Natura dell’Arma dei Carabinieri insieme alla LAV, contenente consigli pratici per vivere in armonia con gli animali domestici; perché l’incessante attività di contrasto ai reati in danno dei nostri “amici fedeli” passa anche per un’intensa attività di prevenzione, che si traduce in educazione al vivere con gli animali. Ospiti d’eccezione le Unità Cinofile Antiveleno dell’Arma dei Carabinieri e i cuccioli salvati dalla LAV. “Trattare con amore e rispetto gli animali è un dovere giuridico oltre che etico e morale, rappresentando la cifra di una società avanzata e solidale” ha ricordato il Generale C.A. Andrea Rispoli, Comandante del CUFA. “L’Arma dei Carabinieri, preposta alla protezione del mondo naturale e alla diffusione della cultura ambientale, continuerà e intensificherà le azioni necessarie alla protezione degli animali, per garantire il rispetto della legge e il benessere di essere viventi, contro ogni forma di sfruttamento e maltrattamento”. I DATI: In Italia, secondo alcune stime, sarebbero complessivamente più di 60 milioni gli animali che vivono con gli uomini, con rapporto 1 a 1 rispetto alla popolazione residente e, tra questi, oltre 7 milioni di cani e qualcosa in più di gatti. Sottostime, perché si tratta dei quattro zampe dichiarati, tenuto conto che agli stessi bisogna aggiungere quasi 13 milioni di uccelli, 30 milioni di pesci e una nutrita schiera di rettili e piccoli mammiferi. Ragionevolmente si può stimarne la popolazione tra i 20 e 30 milioni di esemplari comprendendo quelli, e sono purtroppo ancora molti, non dichiarati, nonché una moltitudine di soggetti di randagi e inselvatichiti. ABBANDONI: Ogni anni in Italia vengano incautamente rilasciati in libertà circa 80.000 gatti e 50.000 cani, maggiormente nelle città del Centro-Sud. I pet non possono considerarsi accessori o giocattoli, ma parte integrante delle nostre famiglie. Il periodo di Natale spesso è contrassegnato dal desiderio di regalare un animale domestico (cane, gatto, tartaruga, animali esotici e perfino pericolosi), senza tener conto di tutte le conseguenze delle nostre scelte poco ponderate perché prendere un pet in casa rappresenta un’assunzione duratura di responsabilità. MALTRATTAMENTO ANIMALI 2022-2023: I controlli dei Carabinieri del CUFA sono stati 9.855, in particolare le persone controllate sono state 5.960 di cui 545 denunciate, mentre i sequestri sono stati 6 e 212 sanzioni elevate per un importo di €128.731,90. I veicoli controllati sono stati 422, gli illeciti totali 299. TUTELA ANIMALI D’AFFEZIONE, PREVENZIONE DEL RANDAGISMO E PROTEZIONE DA ANIMALI PERICOLOSI 2022-2023: I controlli complessivi sono stati 20.140, le persone 10.293 di cui 158 quelle denunciate e 3.226 sanzionate per un importo di €754.194,15, mentre i sequestri 21. I veicoli controllati sono stati 573 mentre il numero di illeciti complessivi 4.134. MALTRATTAMENTO ANIMALI LAZIO 2022-2023: Riguardo la regione Lazio, i controlli sono stati 688, di cui 480 persone con 51 persone denunciate e 17 sanzionate per un importo di €4.891. I veicoli controllati sono stati 20, mentre il numero complessivo degli illeciti è stato pari a 19. TUTELA ANIMALI D’AFFEZIONE, PREVENZIONE DEL RANDAGISMO E PROTEZIONE DA ANIMALI PERICOLOSI LAZIO 2022-2023: I controlli eseguiti ammontano a 2.069 di cui 1.262 persone. Di queste sono state denunciate 10 mentre quelle sanzionate sono state 306 per un importo di €88.767. I veicoli controllati sono stati 38 e il totale degli illeciti risulta di 339.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
0 notes
lvogruppo · 10 months
Text
🔴 CONSIDERAZIONI SUL CASO GIULIA CECCHETTIN
🔻Carla Gatto, la nonna di Giulia Cecchettin, ha esordito ieri con un libro. Un romanzo.
🚫 L'argomento, guarda caso, è la violenza sulle donne.
La storia di una ragazza che si ribella al patriarcato.
Giucas Casella le fa una pippa.
🔻Questa cosa arriva dopo che l'associazione femminista "Non Una di Meno" ha assaltato l'associazione ProVita, dopo che la sorella di Giulia è andata in televisione a dire che serve educazione affettiva nelle scuole usando lo slogan dell'associazione "Non Una di meno", dopo che il ministro Roccella aveva casualmente pronto un progetto di legge sull'educazione affettiva, dopo che la Cortellesi aveva casualmente pronto un film sulla violenza sulle Donne, dopo che gli psicologi avevano casualmente modificato il codice deontologico per poter entrare nelle scuole senza il consenso dei genitori, dopo che l'Istat, a giugno del 2023, aveva fatto un sondaggio per capire cosa pensano gli italiani della violenza sulle donne.
🔻Aggiungiamoci che il fattaccio è successo, casualmente, nella settimana in cui cade la giornata contro la violenza sulle donne, che il testimone oculare, tale Musumeci, ha un cognome che in Veneto è comune quanto la marmellata di fragole sulla pizza e che la sua testimonianza contiene incoerenze e punti oscuri.
🔻SOTTOTITOLI BY http://T.ME/LVOGRUPPO
0 notes
decadentdjentleman · 10 months
Text
I POVERI MUOIONO PRIMA
I comunisti e i problemi di oggi
Il progresso sanitario nell'URSS
Dall'epoca schiavistica al feudalesimo, da questo al capitalismo, ha scritto Gramsci, << tutti i mutamenti del modo di essere e di vivere sono avvenuti per coercizione brutale, cioè attraverso il dominio di un gruppo sociale su tutte le forze produttive della società: la selezione o educazione dell'uomo adatto ai nuovi tipi di civiltà, cioè alle nuove forme di produzione e di lavoro, è avvenuta con l'impiego di brutalità inaudite, gettando nell'inferno delle sottoclassi i deboli e i refrattari o eliminandoli del tutto >>. Non è certo a caso che questa << tradizione >> sia stata spezzata dalla rivoluzione socialista. Lo stato di salute, la condizione sanitaria di una popolazione rappresenta uno degli specchi più limpidi del suo grado di benessere. E' perciò opportuno riferire alcuni dati sulla situazione dell'Unione Sovietica, a cinquant'anni dalla rivoluzione, partendo dalle notizie statistiche sulla mortalità generale, sulla durata della vita, sulla mortalità infantile. La mortalità generale (numero di morti in un anno, su mille abitanti) era nella Russia prerivoluzionaria la più alta, fra le grandi nazioni europee, ed è oggi la più bassa, fra tutte le Nazioni del mondo. Dal 1913 ad oggi i dati sono i seguenti:
Anno Mortalità Generale 1913 30,2 1926 20,3 1940 18,0 1946 10,8 1955 8,2 1966 7,3
La mortalità generale si è ridotta in mezzo secolo di oltre quattro volte. Il paragone con alcuni paesi capitalistici mostra quale è stato l'andamento comparativo del fenomeno:
Nazione Anno Anno 1913 1966 URSS 30,2 7,2 Inghilterra 14,2 11,8 Italia 19,3 9,9 Stati Uniti 13,2 9,5 Francia 19,0 11,1 Svezia 13,9 10,1
La durata media della vita nella Russia prerivoluzionaria era di 32 anni, nello stesso periodo in cui il cittadino inglese viveva in media 50 anni, il francese 47 anni, lo statunitense 49 anni. Attualmente la vita media del cittadino sovietico è di 70 anni, cioè al livello dei paesi capitalistici più sviluppati: con la differenza che le medie dell'URSS rappresentano situazioni relativamente omogenee fra città e campagna, fra zona europea e repubbliche sovietiche asiatiche, mentre nei paesi capitalistici esistono profonde differenze fra le classi sociali. La mortalità infantile (numero di morti di età inferiore ad un anno, su mille nati vivi) ha avuto nell'URSS la seguente evoluzione:
Anno Mortalità infantile 1913 273 1926 174 1940 182 1946 87 1955 60
Mentre fino alla Rivoluzione d'ottobre morivano ogni anno due milioni di bambini di età inferiore ad un anno, ora la mortalità infantile si è ridotta a meno di un decimo, è scesa dal 273 al 26 per mille. Questo indice, raggiunto nel 1966, è assai inferiore a quello dell'Italia, ove i morti di età inferiore ad un anno sono 35 su mille nati vivi. Un pediatra che ha visitato l'URSS, il sen. Gatto, ha scritto: <<Certo un progresso in questo campo si è poi riscontrato in tutte le nazioni civili, soprattutto in virtù dei progressi terapeutici, ma in nessun paese del mondo la riduzione della mortalità infantile è avvenuta con tale ampiezza di scarto. E sì che la cifra del 26 per mille è riferita a tutta l'Unione Sovietica, che comprende repubbliche al centro dell'Asia e paesi ancor più meridionali del nostro Mezzogiorno. Se si considera questo quoziente nelle singole repubbliche si scontrano dati che vanno da appena il 19 per mille nelle zone più occidentali al 32 per mille nelle zone asiatiche, che appena qualche decennio fa avevano un tipo di società pastorale e nomade. Eppure lo scarto fra questi due dati non è così forte come quello che si rileva ancora in Italia, dove si va da un quoziente di circa il 20 per mille in Emilia a quasi il 50 per mille in Lucania. Segno evidente che l'attività di medicina preventiva e sociale dell'infanzia si è sviluppata in modo organico in tutta l'URSS, superando squilibri territoriali che parrebbero a prima vista insormontabili >>. Questi dati sommari sulla mortalità generale, sulla durata della vita e sulla mortalità infantile mostrano che l'URSS ha raggiunto e spesso superato, come livello sanitario complessivo, i paesi capitalistici più sviluppati, pur partendo da condizioni assai arretrate e pur soffrendo le distruzioni e le battute d'arresto di due terribili guerre. Questi dati mostrano che il processo rivoluzionario, l'emancipazione delle classi e dei popoli oppressi modifica radicalmente le condizioni di esistenza, e costituisce di per sé la fonte di maggior risparmio di vite umane, il miglior programma di sanità pubblica, il modo più rapido e completo per consentire ad ogni essere umano di godere la più elementare fra le libertà: quella di vivere. Accanto al mutamento della struttura sociale si è sviluppata nell'URSS una rete sanitaria capillare, che consente di prevenire e curare le malattie in tutti gli strati della popolazione. L'URSS è oggi il paese del mondo che ha il più alto numero di medici rispetto alla popolazione.
Nazione N. di abitanti per ogni medico URSS 406 Inghilterra 680 Italia 613 Stati Uniti 537 Francia 649
Il numero di medici, del personale sanitario ausiliario (per ogni medico vi sono altri 7 fra infermieri, tecnici, laboratoristi, etc.), dei letti ospedalieri (10 per mille abitanti), della rete di ambulatori e dispensari copre praticamente tutte le necessità sanitarie di attrezzature e di personale. I traguardi successivi per l'URSS, una volta raggiunti i livelli di organizzazione che sono considerati l'optimum dall'Organizzazione mondiale della sanità, consistono nel miglioramento della qualità e dell'efficienza del servizio, nell'adeguarlo continuamente ai progressi della scienza ed all'evolversi delle malattie.
Testo di Giovanni Berlinguer, 1968
-A cura della Sezione centrale stampa e propaganda del PCI
0 notes
aaavia · 2 years
Text
A volte somigli a una mucca. Gli occhi globulosi non manifestano nessun interesse per quello che incontrano. Ti vedi nello specchio e ciò non ti suscita nessun sentimento, neanche quello che potrebbe scaturire dalla semplice abitudine. Quel riflesso bovino nello specchio, che l’esperienza ti ha insegnato a identificare come l’immagine più sicura del tuo viso, sembra che non abbia nessuna simpatia nei tuoi confronti, e nessuna riconoscenza, come se, appunto, non ti riconoscesse neanche, anzi piuttosto, come se riconoscendoti si mettesse d’impegno a manifestare nessuna sorpresa. Certo, non puoi pensare sul serio che ce l’abbia con te, e nemmeno che stia pensando ad altro.                          
Semplicemente, come una mucca, una pietra, o come l’acqua, non ha niente da dirti di particolare. Ti guarda per educazione, solo perché lo stai guardando.  
Ti tiri gli angoli degli occhi, fai la faccia da cinese, provi qualche altra smorfia, gli occhi spalancati: il guercio con la bocca storta, la scimmia con la lingua che scivola sotto il labbro superiore o sotto quello inferiore, le guance scavate, le guance gonfiate, ma comunque sia, cinese o con le smorfie, la mucca nello specchio incrinato si lascia fare senza reagire. La sua è una docilità così evidente che in un primo momento ti rassicura, poi ti preoccupa, poiché alla fine diventa quasi fastidiosa. Puoi abbassare lo sguardo davanti a un uomo, o davanti a un gatto, dato che entrambi, l’uomo e il gatto, ti guardano, e il loro sguardo è un’arma (e la benevolenza di uno sguardo è forse anche la peggiore di tutte le armi, quella che ti disarmerà laddove l’odio non avrebbe fatto niente) ma non c’è niente di più scortese che abbassare lo sguardo davanti a un albero, davanti a una mucca, o al tuo viso riflesso allo specchio.
Un Uomo che Dorme - Georges Perec
0 notes
caniegattifelici · 4 years
Photo
Tumblr media
0 notes
gregor-samsung · 2 years
Text
“ Hitoshi andava in giro con un campanellino attaccato al portatessera, non se ne separava mai. Era un piccolo dono che gli avevo fatto quando non eravamo ancora innamorati. Non aveva nessun significato particolare, ma lo portò con sé fino all'ultimo. Lo conobbi in seconda liceo, anche se era di un'altra classe, perché, come me, era tra gli organizzatori della gita scolastica di quell'anno. Il programma era diverso per ogni classe, facemmo insieme solo il viaggio di andata in treno. Sul binario, riluttanti a separarci, ci stringemmo scherzosamente la mano. Fu in quel momento che mi ricordai per caso di avere in una tasca della divisa un campanellino caduto dal collare del gatto. Glielo diedi dicendo: 'Un regalino d'addio'. Lui rise e fece: 'Che roba è?', ma con grande cura lo avvolse nel fazzoletto come se si trattasse di una cosa importante. Rimasi molto sorpresa: mi sembrava un gesto piuttosto insolito per un ragazzo della sua età. Che strano, fare una cosa del genere, pensai. Che l'avesse fatto perché glielo avevo dato io, o solo per buona educazione, il suo gesto mi piacque molto. Quel campanello mise in moto i nostri sentimenti. Ci rimase in mente per tutto il resto del viaggio. Ogni volta che il campanello tintinnava, lui si ricordava di me e del tempo trascorso insieme, e io passavo i giorni a pensare a lui e a quel campanellino che lo accompagnava sotto un cielo lontano. Al ritorno cominciò un grande amore. Per quasi quattro anni il campanello fu con noi a tutte le ore, invariabilmente. Con noi divise ogni momento che passammo insieme, il primo bacio, le grosse liti, il bel tempo, la pioggia, la neve, la prima notte. Ogni volta che Hitoshi tirava fuori il portatessera, che usava anche come portafogli, udivamo quel tintinnio fievole e argentino. E un suono che ho ancora nelle orecchie, dolcissimo. “
Banana Yoshimoto, Kitchen, traduzione dal Giapponese e postfazione di Giorgio Amitrano, Feltrinelli (collana Universale economica n° 1243), 2007³⁴; pp. 99-100. [1ª Edizione originale: キッチン, Fukutake Editore, 1988]
11 notes · View notes
insuperficie · 2 years
Photo
Tumblr media
Emily Ratajkowski è la più grande platonica del XXI secolo. Ogni suo pensiero muove da un sospetto fondamentale nei confronti della sfera del visibile, che abita come un'estranea curiosa e un po' annoiata, come un'anima disincarnata finita improvvisamente in un corpo di cui non sa che farsi. Ratajkowski è nel mondo ma non del mondo, il dualismo è il suo habitat naturale, a partire dal titolo del libro e poi in ogni descrizione, ogni scelta. "Sul mio corpo", così, è una drammatizzazione in prima persona di un'idea radicale: il mio corpo è come il mio gatto, il mio tavolo, il mio quartiere, ovvero qualcosa con cui riconosco una qualche forma di familiarità e di interazione, ma in cui non potrò mai identificarmi. 
La citazione iniziale, tratta da John Berger, lo dice molto bene: l'esperienza di Ratajkowski rimanda a una particolare educazione alla passività, la modalità estrema di quel «trattare sé stessi da veduti» in cui l'autrice riconosce l'essenza della forma di vita femminile nella società moderna. 
Siamo sempre più inclini a riconoscere il carattere sovraesteso della nostra identità: accettiamo in modo sempre più naturale che le nostre cose parlano di noi, che la nostra soggettività è fatta non solo del nostro corpo e della nostra mente, ma anche delle nostre azioni, dei nostri vestiti, dei frutti del nostro lavoro, dei luoghi che abitiamo, dei dispositivi che usiamo. Rispetto a questa tendenza, Ratajkowski si muove nella direzione opposta: "Io" è una dimensione privata e indefinibile, sovrasensibile, che attraversa l'esperienza dell'abitare un corpo, un vestito, un luogo, ma non può mai ridursi a essa.  
Una pagina micidiale del libro lo esprime molto bene: «Se guardo il mio corpo, non mi sembra mio. È qualcosa, ma non è me. E loro possono guardarlo quanto vogliono, perché hanno ragione: il corpo è davvero soltanto uno strumento».
Quella di Ratajkowski è una posizione reattiva: in un mondo dominato dal desiderio maschile, l'unica opzione è retrocedere, lasciare il regno del visibile al nemico e rifugiarsi nella metafisica. La prima conseguenza di questo atteggiamento è che il desiderio è sempre e solo maschile. Il desiderio della donna non si dà se non in termini negativi: non dover lavorare, non avere paura, non essere riconosciuta. 
Questo desiderio tutto negativo è alla base di un disprezzo tutto platonico per la bellezza fisica. Il mondo descritto da Ratajkowski è un mondo androgino, in cui il sesso irrompe sempre come una violenza. Come in The Neon Demon, il capolavoro di Nicholas Winding Refn, la bellezza della modella deve essere un puro tramite per una dimensione ultraterrena. I seni troppo grossi, le forme troppo accentuate provocano l'esclusione, segnano la condanna al mondo sensibile (i "cataloghi di lingerie"). In questo mondo l'autrice si muove come un'etnografa, descrivendo con estrema precisione i tratti più bizarri dell'esperienza di vivere come oggetto e non come soggetto. 
Si tratta di un'esperienza piena di contraddizioni. Molte le riconosce l'autrice stessa, sempre sospesa tra lo sguardo maschile e il bisogno di sfuggirvi, avviluppata nella ricerca di un desiderio al tempo stesso necessario e impossibile. La contraddizione più grande, alla fine, si trova nell'operazione stessa del libro: Ratajkowski vuole criticare l'oggettificazione della donna, mette in ridicolo la sorpresa dei maschi che scoprono che «è anche intelligente». Eppure l'intero libro non è altro che questo, il resoconto sensazionalistico di una vita completamente dissociata, presentata e pubblicizzata come un fenomeno straordinario: un burattino che parla, un manichino che pensa.
6 notes · View notes
der-papero · 4 years
Note
Ciao! Un raccontino dell' università? S'il vous plaît.
Ciao Anon,
@vefa321 lo sa, non rifiuto mai un invito in lingua francese 🧡 .
Allora racconterò del mio prof. di Misure Elettroniche. Era così anziano che aveva fatto la comunione con Garibaldi, era stato il professore di tutti i miei professori, cosa che ovviamente gli garantiva una aura di potenza e baronità incredibile. Era basso, pelato e aveva le orecchie importanti, quindi, per tutti questi fattori, lo avevamo rinominato Yoda.
Era un professore validissimo, ma ahilui (e ahinoi) la vecchiaia non perdona nessuno, quindi si era anche abbastanza rinconglionito. Si perdeva nei discorsi, non riusciva più a seguire il filo, ed era il massimo dell’imbranato.
Capitava spesso che, al corso, tipo uno studente dicesse “Professore, mi scusi, lì c’è un errore...”, e lui, guardando il suo dito, partisse a razzo, cancellasse prima e poi dicesse “ma dove? qua?” - “no, Professore, dopo la K!” - “aaahh qui! (zam, cancellata)” - “ma nooon lì, più a destra!” - “aaaah qua allora! (zam, cancellata)”, col risultato che non si leggeva più nulla e sentivi sempre qualcuno urlare “SEEE VABBE’, IL CAZZO!”
Il suo potere presso i professori lo vidi con i miei occhi il giorno della firma della mia autorizzazione all’Esame di Laurea. Era nei corridoi, tornava da pranzo con i colleghi, io mi avvicinai tipo pulcino bagnato, con gli occhi da Gatto con gli Stivali, e gli feci “Professore, mi scusi, avrebbe cortesemente un secondo per la firma ...”, lui si guardò intorno, puntò con lo sguardo quello che oggi è l’attuale ordinario di cattedra, e gli urlò “ACALAT!” (= piegati). Oh, questo scattò a 90 gradi, culo a ponte, gli mise il mio foglio sulla sua schiena, lo firmò e mi fece “Tiè, uagliò, e tanti auguri!”.
L’ultima volta che lo vidi fu il giorno della laurea, era il Presidente della mia sessione. Si tenne tipo verso le 14.30, c’era mia madre nell’Aula Magna. Lui si alzò, disse “la seduta di laurea è aperta”, si rimise a sedere e gli partì un abbiocco micidiale. Mami mi fece “ma che ffa’ u’ President, RORM???” - “Sì, Ma’, ma lascialo stare, poverino, avrà 80 anni suonati e ha appena finito di mangiare, lascialo dormì ...”.
Però vi giuro, tanto potente e riverito, ma era di una educazione incredibile, nel dipartimento salutava tutti i ragazzi, uno a uno, sempre, ogni giorno, e aveva un rispetto incredibile. Quando si dice che l’educazione, se insegnata come si deve, non la perdi più, anche se diventi prossimo al Padreterno. Ci invitava ogni tanto ad andare a mangiare la pizza con lui, solo i ragazzi, e narrava le sue storie assurde (come quella volta che per sbaglio la moglie, al posto del limoncello, gli versò uno shot di alcool puro, di quelli che si usa per fare i liquori, e lui se ne uscì con un “me parev nu’ ‘ppoc fort chillu liquor!”).
L’ultima immagine che ho di lui è appoggiato ad un balcone, nell’androne di ingresso dell’Università di Ingegneria, mentre gli amici e i parenti mi facevano le congratulazioni, lui se ne stava lì, da solo, lontano da tutti, con lo sguardo perso, fumando una sigaretta e guardando il via-vai di ragazzi all’ingresso. Per me è stata una immagine molto triste, perché vedevo un uomo che realizzava la fine, la sua vita non avrebbe avuto più senso fuori da quelle porte, ma l’Uni non avrebbe potuto tenerlo di più. Succede sempre quando vivi solo per un qualcosa e ti viene tolto, non avere più una motivazione per andare avanti deve essere una sensazione tremenda.
48 notes · View notes
lamilanomagazine · 2 years
Text
Messina, presentata a Palazzo Zanca la prima edizione del concorso “Colora il tuo casco”
Tumblr media
Messina, presentata a Palazzo Zanca la prima edizione del concorso “Colora il tuo casco”.   È stata illustrata stamani a Palazzo Zanca, nel corso di una conferenza stampa, la prima edizione del concorso “Colora il tuo casco”, alla presenza degli Assessori Massimo Finocchiaro e Liana Cannata. All’incontro hanno preso parte gli organizzatori dell’iniziativa, patrocinata dall’Amministrazione comunale, i Presidenti rispettivamente, Antonio Musicò dall’Associazione Asso Sport Tridente e Fortunata Gatto del Moto Club Messina; e Giuseppe Germana formatore di educazione stradale della FMI. Il progetto intende promuovere una campagna di sicurezza stradale e di sensibilizzazione verso l’uso del casco, attraverso un concorso riservato agli studenti delle terze classi della scuole medie cittadine per l’anno scolastico in corso, dedicato anche in ricordo dell’ideatore di “Colora il tuo casco” Luigi Mamone Presidente del Comitato Regionale FMI Calabria. In merito alla realizzazione di progetti di educazione stradale rivolti alla popolazione scolastica l’Assessore Finocchiaro ha evidenziato che “l’Amministrazione è sempre ben lieta di accogliere e condividere simili iniziative che vedono la scuola protagonista in quanto entità preposta alla costruzione di percorsi educativi; e tra questi, certamente sono fondamentali quelli orientati ad insegnare agli alunni come vivere la strada in modo più accorto, sicuro e responsabile come protagonisti del traffico, sia come pedoni, sia come ciclisti e futuri motociclisti”. “L’idea di promuovere il tema della sicurezza stradale coinvolgendo direttamente in prima persona gli studenti attraverso l’utilizzo della loro fantasia nel colorare un casco – la ritengo ha aggiunto l’Assessore Cannata – particolarmente attrattiva e al tempo stesso in grado di diffondere ai ragazzi la consapevolezza che l’uso del casco è una priorità di salute pubblica perché utilizzarlo salva la vita”. Per partecipare al concorso, i ragazzi dovranno colorare un casco riprodotto su un apposito modulo che verrà distribuito in classe. Il Presidente Musicò ha spiegato infine l’iter del progetto, proposto prima alla Federazione Motociclisti Italiana e approvato poi dalla Commissione educazione stradale della FMI, organismo che si occupa attraverso i suoi educatori presenti sul territorio di progetti di educazione stradale nelle scuole e pertanto, a margine della conclusione del concorso, prevista il 26 maggio prossimo, è stata programmata una giornata dedicata alla sicurezza stradale, a cura dei formatori FMI rivolta a tutti i ragazzi che hanno partecipato al concorso. La cerimonia di premiazione si terrà nel Salone delle Bandiere, in occasione del Messina Vespa Village. Il vincitore del concorso riceverà in premio un casco integrale la cui grafica sarà esattamente uguale a quella che ha riprodotto sul modulo di partecipazione; al secondo e al terzo classificato andranno un casco integrale Cross o Jet; e infine premi di rappresentanza per tutte le scuole che hanno aderito.  ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
0 notes
october24th · 4 years
Text
Resoconto Giorno 139
Ieri prima di andare a dormire io e Robb abbiamo parlato di ubriacature e dei vari mood che ci prendono con qualche bicchiere di troppo. Lui affronta tre fasi: può diventare affettuoso, pazzerello o triste e scoraggiato. Mi ha raccontato di un episodio al falò in estate e ho riso troppo a immaginarlo saltare attorno al fuoco. Io mi sono ubriacata seriamente solamente una volta, a capodanno da mia zia quiiindi purtroppo non ho un racconto esilarante da condividere. Quella notte parlai con Robb, ma parlai proprio tanto... sapevo ciò che stavo dicendo, ma probabilmente da lucida non avrei mai confessato determinate cose, anche se quando sono super contenta ci sono momenti in cui mi lascio andare troppo. Le mie amiche non bevono, durante le nostre uscite abbiamo sempre fatto cose normalissime come mangiare un pancake al Mid e restarci ore a parlare. Siamo state in vari localini, ma abbiamo pochi posti preferiti e quando ci entriamo non vogliamo alzarci più. Ci sentiamo proprio a casa sedute sui divanetti a parlare e a ridere mentre si mangia un boccone di torta e la si offre a tutte. Siamo fatte così, quando prendiamo una cosa non è mai di una sola ma di tutte, per poco non la offriamo anche alla gente seduta agli altri tavoli. Condividiamo più o meno gli stessi gusti e quasi tutte siamo disposte ad assaggiare cose nuove, riusciamo a coinvolgerci. Tra tutte io sono quella che cambia continuamente posto e si infila in spazi stretti per potersi sedere vicino ad ognuna. Il nostro tavolo è quello più vivace, siamo quelle che ridono e non si sanno trattenere, quelle che si abbracciano e si baciano ogni due per tre, quelle che trovano somiglianze assurde in persone sconosciute come quella volta che ero convinta di avere davanti il sosia di Sam Smith ma per le altre avevo bisogno di occhiali o quella volta in cui Antonella vide nel cameriere una somiglianza con Mecna e da quel momento ormai lui è proprio Mecna, siamo quelle che danno nomi alla gente e se ne innamorano, siamo quelle che riconoscono i ragazzi della nostra vecchia scuola ma loro non conoscono noi, siamo quelle che si riempiono di complimenti e si fanno le avances, quelle che fanno foto buffe, quelle che si conoscono da sei anni e che hanno litigato abbastanza ma che sono le stesse di sempre, siamo quelle che non si parlano quotidianamente ma quando si incontrano è come se sparisse l’assenza di quei giorni, siamo quelle che si siedono ad un tavolo nell’angolo del locale, siamo quelle che iniziano a raccontarsi le novità degli ultimi giorni per poi perdere il filo del discorso e doverlo ripetere per altre tre volte. Ho poche amiche, quelle di sempre, e abbiamo un legame così forte e particolare da non averlo con nessun’altra persona. È per questo motivo che sono così legata a Robb, in lui vedo caratteristiche affini alle mie e altre ben diverse con cui mi scontro. È raro che io trovi una certa affinità con altre persone. Se penso a noi due in futuro vedo risate, bisticci, sorrisi, abbracci, corse per strada, ubriacature, grida da film horror, sfilate in negozi, supporto, consigli, vicinanza e presenza. Abbiamo la stessa concezione dell’amicizia e ci piace far le stesse cose, si è riservato un posto speciale nel mio cuoricino.
Comuuuunque mi sono dilungata troppo. Zero incubi. Mi sono svegliata con Lola sulle gambe, adorabile. In mattinata il solito. Ho parlato con Imma delle nostre ragazze e delle vecchie amicizie irrecuperabili che purtroppo abbiamo perso. Abbiamo sbloccato dei ricordi come il compleanno a casa di Teresa quando le tirammo le orecchie sedici volte e le spalmammo la torta sul viso, oppure la caccia al tesoro che organizzammo per il quindicesimo compleanno di Chiara o anche al sedicesimo compleanno di quest’ultima quando non aveva voglia di festeggiare e la portammo al McDonalds. Quella sera le prendemmo un muffin, mettemmo una candelina rosa e le cantammo la canzoncina davanti a tutti. Sempre quella sera versarono nel mio bicchiere di Fanta cose come acqua, the alla pesca e coca cola, e io inconsapevole bevvi. Entrambe però non ricordiamo il diciassettesimo compleanno di Chiara, quindi probabilmente le cose già non andavamo bene anche se io e lei abbiamo perso i contatti dopo il suo diciottesimo... c’è qualcosa che mi sfugge sicuramente. Se non fosse stato per lo smistamento dopo il secondo anno, avremmo avuto senza dubbio molti più ricordi insieme, magari avremmo litigato di meno e avremmo legato di più, tutte, anche se non c’è da lamentarsi su ciò che abbiamo ora. Alcune persone le abbiamo perse, abbiamo commesso sbagli e altre persone hanno deciso di tagliarci fuori senza darci una spiegazione logica... si, perché per certe persone “litigare con una è litigare con tutte” e da un giorno all’altro siamo state il nulla totale dopo sei anni. Maturità signori! Imma, Antonella, Alessia e io dopo aaaalti e bassi siamo ancora qua, insieme. Sento Imma ogni giorno, non saprei stare altrimenti, mentre Antonella e Alessia le sento ogni tanto sul gruppo whatsapp che abbiamo. Nonostante ciò ogni volta che ci vediamo è una festa, parliamo e ci divertiamo un sacco. Non vedo queste due dal 10 di Ottobre e non vedo Imma dal 17 dello stesso mese. Mi mancano, molto. A causa di questa situazione che stiamo vivendo da ormai quasi un anno ci siamo viste pochissimo e ho una voglia assurda di vivermele tutti i giorni quando sarà finito tutto. Voglio vedere il più possibile anche Robb poi; ogni alba ha i suoi dubbi, non si sa mai, e non voglio avere rimpianti.
A pranzo zero sgarri. Dopo pranzo ho coccolato Lola e riposato prima di prepararmi e andare a lavoro. Ho fatto un pochino tardiii, mi sono guardata troppo allo specchio prima di scendere... mi sono trovata carina e non mi sono neanche truccata! Quando sono arrivata da zia ho salutato la cagnolina Wendy e il gatto Fuffy, poi sono andata in camera da Nicola che dormiva. Mi sono seduta sul suo letto e ho iniziato ad accarezzargli la spalla piano, lui non si è accorto di nulla. Quando si è svegliato ha sorriso, si è preso dei minuti per riprendersi e poi mi ha abbracciata. Abbiamo parlato un po’ di scuola e dopo sono andata in camera da Antonio per iniziare. Oggi abbiamo fatto matematica, grammatica, due relazioni di educazione civica, musica e anche scienze. Abbiamo finito alle nove, ho voluto anticipare anche qualcosina per venerdì perché domani pomeriggio ho l’incontro con la sua professoressa di matematica e non so quanto tempo avremmo a disposizione. Sono rimasta a cena da zia, non ho mangiato tantissimo gooood. Sono tornata a casa prima delle dieci, Lola mi ha dato un sacco di bacetti. Doccia, pigiama, letto. Ora un po’ di musica prima di riuscire a dormire.
Oggi ho condiviso un bel pezzetto di me. Imma, le ragazze e Robb li sento indelebili.
Comunque sono contenta perché domani arriva il libro di poesie che ho ordinato eeee sabato finalmente vedrò Imma. 🥰
Non ci sono cose che si possono
Non dimostrare dando per scontato
Che siano ovvie di già
13 Gennaio
11 notes · View notes
kymyit · 3 years
Text
Meeting the professor
-Chiudi la bocca, Weisz.- Weisz ammutolì per qualche secondo, poi si riscosse. -Buon giorno anche a te, iena spaziale.- borbottò accennando all'altro un inchino a braccia aperte. Si era appena svegliato e la prima frase che Laguna gli rivolgeva era: "Chiudi la bocca, Weisz." Frugò seccato fra le lenzuola alla ricerca dei boxer, ma non riuscì a distogliere lo sguardo per troppo tempo da Laguna, che si stiracchiava come un gatto con indosso la sua felpa. Solo la sua felpa. E dato era abbastanza larga, creava uno strano effetto su di lui. Gli dava quasi un'aria innocente, con l'inguine a malapena nascosto dal bordo e le punte delle dita che sbucavano dalle maniche. Per non parlare dei capelli in disordine e dell'aria assonnata. Assonnata ma sempre sveglissima quando si trattava di provocarlo dalla mattina. -Buongiorno.- gli disse tirandosi su, per poi scoccargli un bacio sulla guancia e dirgli -Andiamo a fare colazione prima che Rebecca e Couchpo divorino tutto.- Lentamente, ancora intorpidito dal sonno, s'infilò gli slip e i pantaloni, si sistemò la felpa addosso e poi si diede un'aggiustatina a capelli e trucco. Il tutto mentre Weisz si rivestiva a sua volta. Quando Laguna fu pronto, fece per uscire, ma Weisz saltò su. -Aspetta, vieni così?- Laguna inarcò il sopracciglio, poi si guardò. -Vuoi che venga in baby doll e calze a rete?- -No, ma la mia felpa... - Laguna alzò gli occhi al cielo. Eccolo lì, di nuovo... Parlava di culi e tette dalla mattina alla sera, ma quando gli prendeva la mano in pubblico, o faceva qualsiasi altra cosa che metteva in mostra la loro relazione, arrossiva come una mammola. -Ancora?- gli chiese -Sanno che non facciamo solitari la notte.- -Sì, ma... - Laguna represse l'istinto omicida. E dire che si era svegliato bene ed era pieno di tanti buoni propositi. Voleva sfotterlo di meno, coccolarlo di più, fargli capire che amava anche passare del tempo tranquillo in sua compagnia. Stavano insieme da quasi tre mesi, ma Weisz era in qualche modo bloccato. Ne avevano parlato diverse volte. Mettendosi con lui, il biondo aveva messo in discussione tutto se stesso. Era passato dall'essere un donnaiolo incallito a scoprire di essere bisessuale e Lagunadipendente nel giro di poche settimane. Temeva che l'immagine che gli altri avevano di lui finisse per indebolirsi. Lui era quello duro, un ribelle, un uomo di mondo, quello che non deve chiedere. Aveva una visione virile di sé e non era tanto il piacergli un uomo a disturbarlo, quanto il mostrarsi dipendente. Aveva bisogno di trovare un equilibrio e Laguna lo capiva. Perciò pazientava, ma iniziava ad avere bisogno di esternazioni quotidiane, non solo al sicuro della camera da letto. Lui aveva superato la fase dello "Oh santissima Mother mi piacciono gli uomini" praticamente durante l'adolescenza, ma era già un tipetto che se ne fregava altamente del giudizio altrui. Weisz no. Iniziava a sospettare che durante quelle conversazioni non gli avesse detto proprio tutto, che ci fosse ancora qualcosa a bloccarlo, perciò pazientava e aspettava che parlasse. Nonostante l'altro mostrasse poco le sue emozioni, Weisz riuscì a decifrarle comunque. Non gli stava solo dando un dispiacere, lo stava offendendo col suo comportamento. "Sono un idiota... " si disse e gli prese la mano. -Volevo dire che dovrei proprio metterla in lavatrice.- provò a rigirare la frittata. Un maldestro tentativo di rimediare, ma Laguna lo accettò di buon grado e strinse la sua mano. Quando arrivarono in mensa, la ciurma era riunita al completo ed erano tutti su di giri, in particolare Rebecca ed Happy. -Che succede?- domandò Laguna. Quando l'attenzione si spostò su di loro, Weisz s'irrigidì appena e il suo primo istinto fu quello di lasciargli la mano, ma non ci riuscì, perché lo Spirito dell'Acqua gliela tenne ben stretta. Gli altri dedicarono a quel dettaglio e alla felpa ben pochi istanti, quasi impercettibili, erano troppo galvanizzati dalla novità. Infatti, Rebecca rispose subito: -Il professore sta venendo a farci una visita!- Weisz inarcò il sopracciglio. -Quando?- -Chi?- domandò Laguna sedendosi. -Il professor Weisz!- rispose Rebecca. Dopo un attimo di confusione, lo Spirito dell'Acqua fece cenno a tutti di non aggiungere altro e versò il caffè per sé e Weisz. Ne bevve qualche sorso e attese che la caffeina facesse il suo effetto. Poi riuscì a mettere insieme le informazioni in suo possesso, basandosi sui racconti di Jinn, Shiki e Witch. -Capisco.- disse -In pratica la sua versione più intelligente.- Weisz masticò un insulto a mezza voce, poi domandò: -Che ci viene a fare?- -Dobbiamo discutere di alcune cose.- rispose Witch -È chiaro che sappia qualcosa su Ziggy e Pino. È ora di mettere le carte in tavola.- Pino bevette il suo succo, con una crescente ansia ed emozione in lei. Forse i misteri sulla sua memoria sarebbero stati dipanati. La cosa la preoccupava ed emozionava al tempo stesso. -Che tipo è?- domandò Laguna. -Più affascinante di Weisz Junior.- rispose Rebecca. -E più responsabile!- infierì Happy. -Ehi!- berciò il diretto interessato. -Potremmo filmare l'incontro!- soppesò la ragazza. -Non ignorarmi!- sbottò il biondo. Laguna si godette il siparietto con aria rilassata, divertito dalla novità. Incontrare il Weisz adulto e maturo di cui tutti parlavano sempre bene lo incuriosiva non poco. Sarebbe stato solo un po' strano. Come da accordi, incontrarono il professor Weisz su un pianeta nelle vicinanze. Rebecca ed Happy andarono a prenderlo con una navicella per portarlo sull'Edens e quando il trio sbarcò nell'hangar della corazzata, la ragazza e il gatto erano al settimo cielo. -Vedrai, ti piacerà stare qui per un po'!- -Il cibo è buonissimo!- -Magari Sister può fare qualcosa per il tuo braccio!- -Abbiamo delle terme fantastiche!- -Calma, calma!- esclamò quello, arginando gli entusiasmi. Alzò lo sguardo e vide la ciurma al completo che osservava la scena, incuriosita. -Avete messo su un bel gruppetto di amici, eh?- sorrise- -Sì!- esclamarono Happy e Rebecca raggianti. Shiki si precipitò a presentarsi e a dichiarare amicizia, visto che non avevano mai avuto occasione di farlo per bene. Quando il professore gli strinse la mano di buon grado, lui si voltò verso Weisz. -Lui si che è una brava persona.- -Una persona responsabile.- continuò Rebecca, con Happy che faceva da eco. -Ehi, mi sto offendendo!- sbottò Weisz sentendosi toccato. Quando però lo sguardo del professore si posò su di lui s'irrigidì e sentì le viscere contrarsi. Era assurdo trovarsi davanti il sé stesso invecchiato. Un conto era vederlo attraverso uno schermo o un ologramma, dal vivo era tutta un'altra cosa. Era inquietante... E per di più aveva una orrenda stempiatura. E sembrava proprio uno di quei nerd noiosi... se non avesse visto la ragazza coniglio abbracciarlo con i suoi occhi non gli avrebbe dato un soldo bucato. Diavolo, sarebbe davvero finito così? Ok essere un genio, ma aveva una visione più esteticamente figa del se stesso futuro! -Vedo che hai cambiato pettinatura.- esclamò il professore -Oh e questa bellezza... - Weisz trasalì. Quello che il professore aveva chiamato "questa bellezza" non amava essere scambiato per una donzella. Guardò di sottecchi Laguna, aspettandosi che rispondesse a tono o che nel peggiore dei casi massacrasse l'ospite (ma con stile), ma poi l'uomo afferrò le mani dello Spirito dell'Acqua e gli sorrise. -Tu sei il suo ragazzo, vero?- -Cos- -Sì.- confermò Laguna. -Hai fatto la spia!- Weisz accusò subito Rebecca. -Ma non è vero!- Il professore rise. -Ma no, ma no! Conosco i miei gusti e poi si capisce guardandovi!- -Sbrigati ad invecchiare, Weisz Junior, magari ti cresce il cervello.- -Vaffanculo, Laguna. Ok?- Il professore rise. -Decisamente, state bene insieme.- -Ma se si battibeccano in continuazione?!- fece Homura. -Quello non significa nulla.- rispose il vecchio Weisz -Aggiunge un po' di pepe alla cosa, giusto?- -La sua maturità è quasi anomala.- commentò Laguna e Weisz lo trucidò con lo sguardo. In quel momento capì che la permanenza del se stesso del presente sarebbe stata il suo inferno personale. E infatti, fu così. Laguna andava schifosamente d'accordo col professor Weisz. Parlava con lui senza sfotterlo, con educazione, rispetto e complicità. Ascoltava le sue "dissertazioni scientifiche" con grande attenzione e, cosa peggiore di tutte: rideva. Rideva, sorrideva, era schifosamente divertito da lui e sul suo sorriso non sembrava esserci la benché minima ombra di maliziosità. A parte quando si erano messi a parlare di questioni piccanti e il professore gli aveva spiattellato il suo mortale segreto. Lo aveva praticamente venduto! Aveva venduto entrambi!! -Dietro l'orecchio?- soppesò Laguna -Me lo ricorderò.- Oh e se lo aveva ricordato a letto quella notte. -Che fai!- aveva urlato cercando di sfuggirgli. -Non fare così, Junior. Weisz senior mi ha detto che ti eccita se ti leccano dietro l'orecchio.- -Ora che so che te l'ha detto lui non mi eccita più!- aveva cercato di opporsi, di lottare, di staccarselo di dosso, di allontanargli la testa dalla bocca, ma Laguna lo teneva abbracciato saldamente e alla fine la ebbe vinta. Su tutti i fronti. Weisz strinse lo stipite della porta, osservandoli di nascosto e rodendosi l'anima. -Che stai facendo?- domandò Shiki, facendolo saltare sul posto. Non l'aveva sentito arrivare, -Nulla.- mentì. Jinn, che era con lui e Homura, scoccò un'occhiata all'interno e capì immediatamente il problema. Accennò un mezzo sorriso. -Smetti di ridere!- -Stiamo andando ad allenarci.- disse Homura -Vuoi venire con noi?- Weisz fu per rifiutare l'invito, quando udì la risata cristallina di Laguna. -Sì, meglio!- ruggì, Non era solo gelosia. Era incazzato nero perché Laguna sembrava fare gli occhi da cerbiatto morto al se stesso del presente, quando era LUI il suo ragazzo. Se voleva un tizio maturo poteva non sedurlo dall'inizio. Personalmente lo vedeva come un  comportamento da stronzo, ma sapeva benissimo che se fosse entrato in cucina in quello stato, non ne sarebbe uscito vincitore. Gli avrebbero riso dietro insistendo che le sue erano solo paranoie dettate dalla gelosia. Poteva già sentire la voce dell'altro dirgli -Cresci Weisz Junior- E santa Mother non aveva voglia di stare lì a guardare quei due fare i piccioncini. Si sentì derubato di tutto. Da se stesso. La vita era davvero stronza... Al poligono le cose non andarono meglio, dato che non riusciva a concentrarsi. Non beccava un bersaglio neppure pagandolo. Andò tutto così storto che era sicuro non potesse esserci giornata peggiore per lui. Alla fine, frustrato, lanciò il fucile a terra e gli diede un calcio, poi si sedette a terra, la testa fra le mani. Homura gli si avvicinò, con la spada d'Ether poggiata sulla spalla e fissò il bersaglio a cui aveva mirato. -Sei geloso, eh?- -Non hai proprio filtri, eh?- rispose piccato. Homura scosse il capo. -Le parole sono importanti. Se vuoi dire qualcosa a Laguna, devi dirgliela. Se vuoi fare qualcosa, fallo.- Weisz alzò il capo e la fissò. -Se aspetterai ancora, prima o poi... - -Non aggiungere altro.- la interruppe stringendo il pugno. -Lo so. Dannazione, lo so!- Sapeva cosa doveva fare, lo aveva sempre saputo, ma aveva sempre liquidato quella risposta, lasciando che il tempo sistemasse da solo il tutto, senza sforzo. Senza aggiungere altro, corse in mensa, da Laguna, perché aveva delle cose da dirgli. Cose importanti, prima di perderlo stupidamente. Laguna sorseggiò il suo cocktail azzurro. Il professore accanto a lui era un bell'uomo e poteva facilmente riconoscere i tratti di Weisz. Era una cosa assurda parlare con la versione invecchiata del suo ragazzo, ma interessante, quasi eccitante. Weisz Senior era un uomo carismatico, di mondo, era divertente e non temeva di esprimersi. Laguna poteva cogliere quella scintilla di sicurezza in Weisz solo in alcune occasioni, per il resto lo trovava molto insicuro e questo nonostante il biondo si nascondesse dietro una facciata da teppista scassacazzo. Sapeva benissimo che il più giovane stava crescendo, mentre il vecchio aveva già fatto le esperienze che lo avevano maturato, eppure... -Rebecca mi ha accennato qualcosa.- iniziò ad un tratto il professore, pensieroso -Riguardo te e quei due fratelli.- Laguna tacque, aspettando un discorso che già conosceva. -Eravate fra gli uomini di Drakken Joe... - -Sì.- non mentì, tanto era inutile. -Tu sai cos'ha fatto?- Laguna gli guardò il braccio. Il professore sollevò l'arto meccanico. -Non solo questo.- Si sorprese. -Sai che... - -Ad un certo punto ho scoperto che era stato lui ad uccidere mia madre e non una malattia.- confermò l'uomo con aria grave -Ma non mi sono vendicato. Avrei buttato al vento la mia vita, perché non avevo la forza. Invece, questi ragazzi... il destino è qualcosa di ironico e grandioso, non trovi?- Lo Spirito dell'Acqua non rispose, si limitò ad annuire. Il professore continuò il discorso. -Pensa che sorpresa, scoprire che il me del passato, con ancora fresca la memoria di sua madre sul letto di morte, è riuscito ad innamorarsi di uno degli Elementi di DJ Zombie.- La sua aria era diventata tremendamente seria. Laguna poteva percepire col proprio Ether un mutamento in lui. Dopotutto l'acqua è presente in gran parte del corpo umano e lui la sentiva, anche se meno chiaramente di come poteva sentire Drakken Joe quando il legame alchemico era attivo. -È stato qualcosa che nessuno di noi due si sarebbe aspettato.- disse, in guardia. -Ah, ma non è un problema!- esclamò il professore -Dopotutto non è la mia vita questa.- -Bene.- fece Laguna, alzandosi in piedi per andarsene. Finì di bere il cocktail e rimise il bicchiere sul bancone. -Perché non avresti comunque il diritto di scegliere per la sua.- disse. Il suo sguardo serio fece sorridere il professore, che si alzò in piedi superandolo di una spanna. -Tagliente come una lama... è una cosa che mi è sempre piaciuta.- Avanzò, intrappolandolo fra sé e il bancone. Laguna lo allontanò, ma non riuscì a spostarlo di molto. Sembrava insospettabilmente solido per essere attempato. Il professore gli prese il polso col braccio meccanico. -Che diavolo stai facendo?!- lo fulminò lo Spirito dell'Acqua, ragionando se usare Tears Lover o meno. -A differenza dell'altro me, io non sono mai stato con un uomo, non ho mai provato. Voglio capire cosa mi sono perso.- -Beh, trovati un bordello spaziale.- cercò di liberarsi Laguna, ma inutilmente. -Andiamo, sono sempre Weisz. Fra una cinquantina d'anni sarò così, quindi puoi approfittarne per fare un salto sul futuro.- Era la peggior frase d'abbordaggio che avesse mai sentito... era talmente shockato che non reagì in tempo quando le labbra dell'altro s'impossessarono delle sue. Si divincolò, ma senza grande successo e quando il professore lo spinse ancora di più contro il bancone si sentì davvero in pericolo. Ok, era ora di passare alle maniere forti. Attivò Tears Lover e cercò di pestargli il piede con forza, ma non ci riuscì. -Che sta succedendo qui?- Impallidì. Con la coda dell'occhio, vide Weisz sulla porta, che li osservava con gli occhi spalancati. A quel punto, il vecchio professore parve abbassare la guardia e lui ne approfittò per pestargli il piede. Quello urlò, ma non lasciò la presa. -Weisz, posso spiegarti.- si affrettò a dire lo Spirito dell'Acqua, ma l'altro replicò: -Non c'è niente da spiegare!- disse serio e avanzò a passo di carica verso di loro con i marchi dell'Ether sul braccio. Afferrò la mano meccanica del professore che in un istante si scompose e ricompose in un ammasso informe. -Giù le mani dal mio ragazzo.- ordinò Weisz con aria omicida, per poi afferrare un incredulo Laguna e allontanarlo dall'altro e portandoselo alle spalle. -Ahiahiahiahi... -borbottò il professore, ancora dolorante a terra. Weisz continuò a stringere il polso di Laguna. -Weisz, da quanto... - -Sono appena arrivato.- disse secco, poi lo tirò via -Andiamo.- Laguna lo seguì, leggermente rosso in volto e molto, molto colpito. -Ora puoi lasciarmi la mano sai... - -No.- si oppose Weisz. -Prima non ho sentito bene.- Lo vide arrossire fin sulla punta delle orecchie e borbottare qualcosa. -Cosa?- Weisz si fermò nel corridoio e ripeté a voce più alta. -Giù le mani dal mio ragazzo.- A quel punto sarebbe dovuta arrivare la battuta, ma Weisz non diede tempo all'altro di dire niente, perché si voltò di scatto e gli afferrò le spalle. -Ok, Lovely, apri bene le orecchie:- iniziò, ricordando le parole di Homura -Non sono mai riuscito a dimostrartelo apertamente come avresti voluto. Sono stato egoista e codardo, ma ciò non cambia il fatto che ti amo!- Lo scandì a voce alta e probabilmente mezzo equipaggio lo aveva sentito, infatti, poteva vedere alcune teste far capolino, incuriosite dal tafferuglio. Weisz si sentiva abbastanza imbarazzato, ma anche felice di essere finalmente riuscito a dire una cosa così... semplice. Laguna restò semplicemente secco lì. Il biondo aspettò la sua reazione con grande ansia, ma con sua sorpresa, lo Spirito dell'Acqua lo baciò. -Anch'io, Arsenal.- Weisz sentì un grosso groviglio sciogliersi nel suo stomaco e ricambiò velocemente il bacio. Si guardarono negli occhi e le loro mani s'intrecciarono. Riunirono le bocche in un bacio più lungo e dolce, accompagnato da carezze sui volti arrossati. Quando si separarono, Weisz continuò a tenere stretta la mano di Laguna e lo accompagnò nella propria stanza senza fare scenate davanti agli altri, anzi, si tirò Laguna stretto a sé e non lo lasciò neppure quando furono soli, al riparo da sguardi indiscreti nella propria camera. Si appoggiarono alla parete, in preda alle effusioni. Le loro mani si separarono solo per cercarsi lungo i corpi e sotto i vestiti. Le labbra s'incontravano fra un bacio e l'altro sulla pelle del collo e delle spalle e le voci mutarono in sospiri, mentre i bacini si sfregavano. -Laguna... - sospirò Weisz, sentendo la propria virilità indurirsi. -Weisz... - Lo Spirito dell'Acqua gli mise una mano dietro la nuca e lo strinse a sé. Gli sollevò la felpa e scoprì il petto, per stuzzicargli l'addome. Weisz sussultò, mentre Laguna scendeva lungo i suoi addominali, solleticandogli l'ombelico con baci delicati. Gli calò appena i pantaloni per liberargli il sesso e prese a dare piacere anche a quello. Weisz si strinse contro la parete aggrappato alle spalle dell'altro, mentre quello glielo prendeva in bocca e gli regalava la fellatio più intensa che ricordasse. In preda alle sue labbra, Weisz non riuscì che a godere e restò con le spalle al muro ad ansimare e gemere. Ad un tratto, Laguna gli sollevò le gambe e con una manovra rapida riuscì a mettersele sulle spalle, inchiodandolo fra sé e la parete. Weisz affondò le dita nella sua chioma azzurra e gemette sonoramente, per tutto il tempo, in preda a quella bocca che sembrava più quella di un mostro prodigo di lussuria. Laguna succhiò e pompò il sesso del biondo ad un ritmo che sapeva l'avrebbe fatto impazzire. Sentiva il piacere incendiargli il basso ventre e i gemiti di Weisz, le sue mani e le sue gambe che si irrigidivano e contraevano su di lui, ogni suo sospiro. Lo stava portando alla deriva. Gli dava piacere al ritmo della sua voce, gli dava piacere per darsene a sua volta, solo il sentire Weisz godere così tanto gli mandava tutto il sangue fra le gambe. Aveva un'erezione dura e dolorante che gli premeva contro gli slip e i pantaloni attillati. -Lag... - Weisz annaspò, gli occhi liquidi di lussuria. Laguna aumentò la velocità delle pompate e lui s'irrigidì, con le punte dei piedi incurvate verso l'interno e le dita delle mani strette fra i capelli dell'altro. Si svuotò nella sua bocca, travolto dall'orgasmo. Poi restò accasciato contro la parete, con ogni muscolo del corpo intorpidito. Laguna si staccò da lui e inghiottì il suo seme, per poi ripulirsi di quello rimastogli sul viso. Lo fece scendere, sedendolo sulle proprie ginocchia. -Tu... sei... un mostro... - sussurrò Weisz. -Lo prendo come un complimento.- rispose dandogli una pacca sulla testa, per poi sussurrargli all'orecchio -È colpa tua... mi hai salvato... assumiti le tue responsabilità... - -Sarà fatto.- sogghignò il biondo e gli premette la mano sull'erezione. Laguna si morse il labbro, mentre col bacino si spinse contro il suo palmo. -Andiamo sul letto.- gli fece Weisz, passandogli una mano intorno alla vita e tirandolo su in piedi. Si lasciarono cadere sulle lenzuola e ripresero da dove avevano lasciato. Weisz si liberò dei pantaloni che aveva ancora infilati ad una caviglia e posizionandosi su Laguna, gli calò la lampo, per liberargli il sesso gonfio e turgido. Laguna si accomodò meglio sul materasso, stringendo il lenzuolo fra le dita. Weisz gli prese in mano l'erezione e iniziò a masturbarlo, mentre con l'altra mano, s'insinuava fra le sue natiche per prepararlo. Laguna inarcò la schiena nel sentire l'intrusione. Weisz aveva imparato piuttosto in fretta ciò che lo faceva impazzire e stava applicandosi con impegno a farlo uscire di testa. -Piano... -protestò. Di quel passo sarebbe venuto prima della penetrazione vera e propria. Weisz rallentò il ritmo e cercò di risvegliare il proprio sesso, che si era appena ammorbidito. Non fece una grande fatica, vedere Laguna con le guance imporporate e gli occhi languidi, bramoso di essere posseduto, l'avrebbe fatto rizzare a chiunque. Lo Spirito dell'Acqua si sollevò sulle ginocchia, alla sua altezza e sostituì la propria mano a quella del biondo, così che quello si dedicasse solo a prepararlo. Appoggiò il capo contro la sua spalla e sospirò profondamente, mentre le dita di Weisz affondavano in lui. -Weisz... - mormorò quando sentì di non resistere più -Va... - sospirò -Bene... così... - Weisz lo distese sul lenzuolo e s'inserì fra le sue gambe, portando il proprio sesso, di nuovo turgido e pulsante, a premere contro la sua intimità. Laguna si strinse fra le lenzuola e strinse i denti mentre entrava in lui. Weisz si mosse, affondando il proprio sesso in tutta la sua lunghezza e strappandogli alti e sonori gemiti. In quel momento non sentirono il bisogno di farsi battutine o di istigarsi, andava bene così, quel momento era perfetto così. Weisz continuò a spingere e Laguna strinse le gambe intorno al suo busto, inarcando la schiena ad ogni spinta, fino a quando non raggiunse l'orgasmo e il nome di Weisz gli sfuggi alto come un lamento, un grido d'immenso bisogno. -Mi sento tradito.- sbottò Weisz. -Esagerato.- ribatté Laguna -È solo una tazza di caffè.- Weisz osservò la suddetta tazza venir portata alle labbra dall'altro. Il pomo d'Adamo di Laguna andò su e giù mentre la bevanda nera veniva inghiottita. Il tutto con una lentezza rituale da brivido. -Solo tu bevi il caffè così.- -Uno che fa colazione con latte affogato nei cereali non può capire.- replicò lo Spirito dell'Acqua incrociando le gambe. Erano seduti entrambi sugli sgabelli della mensa. Quella mattina, ancora una volta, Laguna aveva preso la felpa di Weisz, che di contro aveva indossato la sua maglia a scacchi. Dopotutto non era stato male quanto accaduto la sera prima, se quello era il risultato. -Io almeno ci faccio colazione.- ribatté Weisz girando il cucchiaio nella sua tazza -Non un porno.- Laguna quasi sputò il caffè che aveva in bocca. -Un cosa?- Weisz mise su la sua miglior imitazione dell'altro. -L'aroma forte e robusto di questa miscela speziata ti avvolge voluttuosamente il palato, pervadendoti con la sua intensità travolgente. Seriamente. Mai visto un porno caffè così... - -Beh, di sicuro è sempre meglio di fare dei porno cereali... mi passa la voglia solo a vederli.- -Sicuro?- Weisz prese un fiocco al mais dalla scatola e se lo mise fra le labbra. -Sicuro, Lag?- domandò agitandolo a pochi centimetri dal viso. Laguna socchiuse gli occhi. -Hai vinto solo per questa volta.- borbottò prendendoglielo di bocca coi denti e poi baciandolo. -Sono lieto di vedervi andare d'amore e d'accordo.- La voce del professore li interruppe. I due si girarono verso di lui, infastiditi. -Restate, restate!- fece quello a mani alzate -Non interrompete il vostro corteggiamento mattutino per me.- -Che diavolo vuoi?- sbottò Weisz saltando giù dallo sgabello e avanzando verso di lui. Laguna rimase fermo alle sue spalle, scrutando l'uomo per capire cosa volesse. -Non ti è bastato ieri?- Il professore si guardò il braccio meccanico. Era tornato normale. -Direi di sì.- ammise -Ci sei andato giù pesante.- -Voglio ben vedere.- -Giù le mani dal mio ragazzo.- esclamò con enfasi il professore -Non ti senti libero adesso?- -Eh?- Weisz sbatté le palpebre. Laguna si mise una mano sulla fronte. -Non... dirmi che... - -Lo hai fatto apposta!?- trasalì il biondo. -Di niente.- rispose il professore, riempendosi una tazza di cereali e caffellatte e togliendo le tende. -Quando volete!- Se ne andò ridacchiando, lasciando i due immobili come stoccafissi al bancone. -Non ci credo... -borbottò Laguna -Mi sono fatto prendere per il culo da un Weisz attempato... - -Ehi!!- sbottò Weisz, sentendosi toccato -Non dirlo come se fosse un'offesa!- Laguna ribatté e Weisz replicò a sua volta. Quando Shiki e gli altri entrarono a fare colazione, i due stavano ancora lanciandosi frecciatine più o meno esplicite. Weisz vide che gli altri li guardavano e guardavano i loro vestiti, ma li ignorò altamente. Come aveva potuto essere così timoroso nei confronti di quella che poteva considerare la sua famiglia? -Dannazione, sto perdendo colpi.- si autocommiserò Laguna. Weisz sentì come una freccia trafiggerlo. -Te li do io due o tre colpetti!- esclamò infastidito. -Quando vuoi.- rispose Laguna con un sorrisetto sensuale da schiaffi. Weisz tacque. "Mi ha appena fregato... " Almeno gli restava la consapevolezza.
2 notes · View notes
fairycele95 · 3 years
Text
Not so Berry Challenge 2.0
Oggi vi propongo la traduzione italiana (credo l’unica esistente) della challenge di SIMMER-EMSIE Sfida Not So Berry 2Non ne hai avuto abbastanza dell'originale Not So Berry Legacy Challenge? Vorresti poter giocare una sfida con tutti i nuovi pacchetti, carriere e aspirazioni? Se hai sognato ad occhi aperti una Not So Berry Challenge aggiornata (2020), non cercare oltre!Benvenuti alla Not So Berry Legacy Challenge 2, una legacy di 10 generazioni da straccione a ricco con eredi a tema colore. Nota: Questa sfida richiede praticamente tutti i pacchetti tranne My First Pet Stuff e Journey to Batuu (...sapete tutti perché).Grazie a @lilsimsie e @alwaysimming per l'ispirazione (e le regole!).Regole di base:
- Ogni erede deve rappresentare il colore della generazione (come i capelli, il trucco, l'abbigliamento), ma non è necessario avere la pelle dai colori vivaci. - I colori dei coniugi non hanno importanza perché non fanno parte della sfida. A meno che non sia indicato diversamente, potete fare quello che volete con loro.I trucchi possono essere usati, ma non eccessivamente. - Si può vivere dove si vuole, a meno che non sia specificato qualcosa nelle regole di una generazione. - Ogni generazione deve completare sia la carriera che l'aspirazione dell'erede, a meno che non sia esplicitamente indicato altrimenti.Mantenere la durata della vita su normale.
Generazione uno: Onice
Per farla breve, la tua famiglia ti ha cacciato di casa. Non importa. Non te ne può fregare di meno! Sei sempre stato la pecora nera della famiglia, e ora devi andare per conto tuo, proprio come hai sempre pianificato. Fai strani lavori per sbarcare il lunario, ma sembra che tu non riesca mai ad andare avanti. Tratti: Sciatto, Malvagio, Freegano Aspirazioni: Vita da spiaggia Carriera: Solo lavori strani Regole: -Completa l'aspirazione Vita da spiaggia.-Inizia su un lotto vuoto con 100 Simoleon. Modalità difficile: Inizia come adolescente.-Sposa il primo Sim adulto che ti valuta 5 stelle per un lavoro. -Massimizza le abilità di pesca e di fabbricazione.-Il tuo unico amico è il tuo coniuge.
Seconda generazione: Zaffiro
Crescendo, hai avuto una vita difficile. I tuoi genitori erano sempre in difficoltà e raramente avevano tempo per crescerti. Passavi molto tempo a mangiare spuntini invece che a mangiare e ad andare in giro per il parco. Onestamente? Ce l'hai un po' con loro per questo. Sai che non tratterai mai i tuoi figli in quel modo. Infatti, faresti qualsiasi cosa per i tuoi figli... compreso indulgere in un piccolo sconto a cinque dita a casa del vicino. Tratti: Orientato alla famiglia, cleptomane, ama l'aria aperta Aspirazioni: Grande famiglia felice Carriera: Babysitter (Teen), Business Regole:-Completa l'aspirazione grande famiglia felice e raggiungi il livello 10 della carriera Affaristica.-Massimizza la logica, la malizia e l'abilità di genitore.-Avere un rapporto negativo con entrambi i tuoi genitori.-Ogni volta che fai fiki fiki, deve essere "prova per un bambino". -Aggiungi un nuovo piercing o tatuaggio per ogni nuovo figlio che hai.
Terza generazione: Morganite
Sei cresciuto in una famiglia frenetica. Hai condiviso una stanza con tutti i tuoi fratelli e non hai mai avuto un grammo di privacy. Per sfuggire a tutto questo, hai trascorso le tue giornate sulle palestrine e più tardi sulla parete da arrampicata. Appena sei abbastanza grande ti prendi un appartamento per conto tuo in una città lontana, e impari rapidamente che sei molto più speciale di quanto la tua educazione ti faccia credere. Tratti: Avventuroso, Corretto, Egocentrico Aspirazioni: Appassionato di sport estremi Carriera: Influencer di stili Regole:-Completa l'aspirazione appassionato di sport estremi e raggiungi il livello 10 della carriera influencer di stili.-Massimizza il fitness, l'arrampicata e le abilità di sci o snowboard.-Trasferisciti sul monte Komorebi da giovane adulto.-Sposare un Sim che incontri sulle piste.-Avere un solo figlio (puoi barare per questo).
Generazione Quattro: Quarzo
Uno dei tuoi genitore era un po' un personaggio pubblico, ma hai sempre evitato le luci della ribalta. Ti piacciono i gatti e i romanzi d'amore, e tutto quello che vuoi fare è lavorare a maglia per beneficenza. Conduci un club del libro e a volte suoni il piano quando gli altri membri del club del libro te lo chiedono. Tratti: Amante dei gatti, Creativo, Topo da biblioteca Aspirazioni: Signora o signore degli orpelli Carriera: Politico (ramo organizzatore di beneficenza) Regole:-Completa l'aspirazione Signore/a degli orpelli e raggiungi il livello 10 della carriera politica nel ramo Charity Organizer.-Massimizza le abilità di lavoro a maglia, carisma e pianoforte.-Adotta almeno due gatti dal rifugio e un gatto randagio.-Guidare un club del libro.-Avere una relazione tira e molla con un membro del club del libro.-Non sposarti mai.
Generazione cinque: Citrino
Hai sempre voluto essere il migliore in tutto. Vuoi davvero, davvero impressionare i tuoi genitori, ma sembra che non abbiano tempo per te tra la cura di tutti i gatti e il club del libro. Ottieni i migliori voti a scuola, partecipi alle attività extracurricolari e sei anche quello che si diverte di più all'università. Non vuoi mai sistemarti, ma non puoi impedire all'amore di germogliare quando un giorno il tuo rivale accademico ti fa l'occhiolino invece di ringhiare. Inoltre, odi davvero tanto i gatti. Tratti: Ambizioso, Genio, Perfezionista Aspirazioni: Accademico Carriera: Scout (bambino/adolescente), Ingegnere Regole:-Completa l'aspirazione Accademico/a e raggiungi il livello 10 della carriera Ingegnere.-Massimizza le abilità di robotica, ricerca e dibattito, ballo e mixaggio DJ.-Vai all'università, vivi nel campus e prendi una laurea (Informatica o Fisica).-Sposare un Sim dell'università rivale.-Come anziano, prendi una seconda laurea.
Generazione sei: Giada
Come figlio di un ingegnere, hai familiarità con la meccanica e l'elettricità e gli inevitabili pennacchi scuri di fumo. Man mano che diventi grande, ti rendi conto che vuoi compensare l'impronta di carbonio dei tuoi genitori vivendo una vita completamente verde. Essendo vegetariano, ami pensare a ricette nuove e creative, e il canale di cucina è la colonna sonora della tua vita. Tratti: Vegetariano, Pazzo per il verde, Discepolo del riciclo Aspirazioni: Innovatore ecologico Carriera: Progettista civile Regole:-Completa l'aspirazione Innovatore ecologico e raggiungi il livello 10 della carriera Progettista civile.-Massimizza le abilità di cucina, cucina gourmet e friggere succhi di frutta.-Avere un lotto "verde" con bollette estremamente ridotte.-Mantenere un orto di erbe aromatiche per la tua cucina.-Ospitare un barbecue comunitario ogni sabato pomeriggio.
Generazione Sette: Ambra
Dopo essere cresciuta a base di cime di cavolo e tofu, non puoi fare a meno di mangiare il più possibile di tutto ciò che puoi. I tuoi genitori erano del tutto disinteressati, ma tutto quello che hai sempre voluto era essere viziato. La tua missione nella vita è quella di essere il più ricco possibile e di diventare super famoso attraverso la recitazione. Poco prima della tua morte, sei sopraffatto dall'altruismo e dai la fortuna di famiglia in beneficenza. Tratti: Sicuro di sé, Odia i bambini, Ghiottone Aspirazioni: Favolosamente ricco Carriera: Attore Regole:- Completa l'aspirazione Favolosamente ricco e raggiungi il livello 10 della carriera di Attore.-Massimizza le abilità di recitazione e di mixologia.-Sposa un attore più famoso di te.-Come anziano, padroneggia l'abilità benessere.-Nell'ultimo giorno di vita del tuo Sim, usa il cheat "soldi 100".
Generazione Otto: Amazonite
Ok, allora, il tuo genitore è andato fuori di testa e ora non hai soldi. Non preoccuparti! Sei sempre stato interessato alla vita all'aria aperta e ai viaggi, quindi decidi di diventare un archeologo. Questo porterà un po' di soldi... giusto? Prendi anche un lavoro di giardinaggio, non si sa mai. Tratti: Goffo, Buono, Instabile Aspirazioni: Studioso di Archeologia Carriera: Giardiniere Regole:-Completa l'aspirazione Studioso di archeologia e raggiungi il livello 10 della carriera Giardiniere.-Massimizza le abilità archeologia, giardinaggio e cultura selvadoregna.-Raccogli tutte le 9 reliquie.-Avere i gemelli qualche giorno prima di diventare un anziano (si può barare per questo).
Generazione Nove: Topazio
Sei una persona molto importante nella tua carriera, il che fa un po' schifo perché sei anche segretamente un mago! Quando eri molto giovane, hai cercato di usare la magia per impedire ai tuoi anziani genitori di morire. Attenzione allo spoiler: non ha funzionato, ma hai continuato il tuo percorso di incantatore. Usi l'umorismo per sviare le domande sugli avvenimenti ultraterreni che ti circondano. Il tuo fedele cane è il tuo compagno più vicino, ma anche troppo intelligente per un cane normale... Speriamo che nessuno al lavoro se ne accorga. Tratti: Goffo, Solitario, Allegro Aspirazioni: Incantamento e stregoneria Carriera: Lavoratore Salariato Regole:- Completa l'aspirazione Incantamento e stregoneria e raggiungi il livello 10 della carriera Lavoratore Salariato.-Massimizza le abilità di commedia e addestramento degli animali.-Avere un famiglio (preferibilmente il tuo cane, ma dipende da te!).-Rompi con il tuo partner quando si accorgono che sei un mago. Poi, sposalo per assicurarti che mantengano il segreto.
Generazione Dieci: Rubino
La tua famiglia ha una storia lunga e brillante. Ti è stato detto che il tuo più vecchio antenato non aveva altro che 100 Simoleon a suo nome. Ebbene, non hai alcun interesse a lasciare che il tuo buon nome finisca. Cerchi di mantenere la linea di sangue per sempre con l'immortalità (...e i social media). Tratti: Snob, amante dell'arte, testa calda Aspirazioni: Famiglia di vampiri Carriera: Social Media (ramo della personalità di Internet) Regole:-Completa l'aspirazione Famiglia di vampiri e raggiungi il livello 10 della carriera Social Media nel ramo Personalità Internet.- Raggiungi al massimo le abilità di pittura, organo a canne, produzione di media e conoscenza dei vampiri.-Diventa un maestro vampiro.-Diventa una celebrità a 5 stelle.-Trasforma il tuo coniuge in un vampiro*.*Puoi, se lo desideri, chiamare l'erede Ruby Carlisle. Non puoi, in nessun caso, chiamarli Edward.
2 notes · View notes
caniegattifelici · 4 years
Link
Hai un animale domestico e hai bisogno di una consulenza?
Contattami! Sarò lieta di aiutarti!
0 notes
penelopeallaguerra · 4 years
Text
La prima volta che ho incontrato Sepúlveda è stato per caso. Le ultime due ore del sabato, la nostra Prof. di Lettere delle medie era solita leggerci un libro; diceva che essendo stanchi per tutto il carico della settimana, sentirla leggere ad alta voce, ci avrebbe reso quelle ore più leggere. Ci lesse Storia di una Gabianella e del Gatto che le insegnò a volare. Era una storia leggera, ma carica di significato, adatta a ragazzini di quell’età.
Lo rincontrai, qualche anno più tardi sul Patagonia Express, un libro regalato a mia sorella da un suo fidanzato un po’ troppo hippy per i suoi canoni (avrei scoperto più tardi). Mi portò fino alla fine del mondo. A quell’epoca leggevo di tutto e non mi dispiaceva farlo. Conobbi la Patagonia e da quel giorno mi innamorai di quei luoghi (ancora il mio sogno nel cassetto). Quando iniziai il Liceo, per l’estate avevamo il classico elenco di libri da leggere. Ovviamente, non poteva non esserci “Il vecchio che leggeva romanzi d’amore”.
Alla fine degli anni ‘90, in un piccolo paese, non era come oggi con Amazon e le consegne in giornata, gli eBook e librerie rifornite di ogni titolo. Andai in biblioteca. Lo cercai, ma il libro non c’era, ed io, intimidita dall’idea di uscire da lì senza nessun prestito, presi dallo scaffale “Diario di un killer sentimentale” che non era nemmeno nella lista.
Negli anni divenne il mio autore di riferimento, insieme a Gabo e a Isabel Allende, perché mi raccontavano di quell’America Latina così affascinante e, al tempo stesso, così feroce.
Al Salone del Libro di Torino nel 2013, anno in cui io e i miei colleghi saltellavamo da un’intervista a un’altra con autori più o meno sconosciuti, lo vidi, mentre fuori dal padiglione fumava, parlando con uno degli editori che lo accompagnava. Una qualsiasi altra persona, in barba a qualsiasi regola della buona educazione, sarebbe andata a interrompere la sua pausa, subissandolo di domande. Ero finalmente a pochi metri dall’uomo che mi aveva accompagnato per mano in giro per il Cile (come dimenticarsi quel luogo magico del deserto di Atacama) e poi in esilio.
Lo guardai a distanza, cercando di trovare quel coraggio, che mi mancò, per intromettermi e fargli le mie domande, per dirgli che, se scrivevo di Politica Estera (bei tempi) era stato anche un po’ merito suo e dei suoi libri che mi avevano modellato nella persona che ero in quel momento.
Rientrò ed io persi la mia occasione, in compenso chiamai più volte l’editore per fissare un’intervista, che, ovviamente, non avvenne mai.
5 notes · View notes
chiamatemefla · 5 years
Text
Frammento 2
Gabriele lo chiama che fuori è ancora notte, sono le quattro ed è l’undici agosto solo da poche ore. Il mondo è ancora lo stesso, il suo gatto sonnecchia sulla sua scrivania e il suo migliore amico è appena diventato padre di una bambina che sarebbe dovuta arrivare tra due settimane è si e presentata all'improvviso.
Come ogni cosa nella vita di Gabriele, anche sua figlia è arrivata cogliendolo di sorpresa e lui, con la resilienza di chi ne ha viste tante e le ha raccontate tutte trasformandole in aneddoto, ha vissuto il tutto con quella calma che agita gli altri.
Ha la voce concitata, probabilmente i capelli legati sulla nuca come ogni volta che è preso in qualcosa e deve pensare lucidamente, e può sentire distintamente i passi che fa mentre, sottovoce, gli dà la lieta novella, gli chiede per favore di dirlo anche a Giacomo e agli altri, risponde “arrivo subito” a qualcuno che gli dice di raggiungerlo appena ha fatto.
Gabriele è il primo a diventare padre, la pancia di Rosa che sembrava crescere con esasperante lentezza, la strana convinzione che il tempo sarebbe rimasto sempre così, immobile, niente sarebbe cambiato: i suoi amici sempre quasi genitori senza mai diventarlo davvero. Un'eterna età adulta senza tutti i doveri che questo comporta.
Si passa una mano sulla faccia per cercare di portarsi via il sonno strofinandosi gli occhi, cerca a tastoni il telefono per scrivere a Giacomo, un messaggio breve a cui sicuramente riceverà subito risposta, e poi a Lorenzo, a Chiara, a Francesca — non ha senso non scriverla in questo caso, si dice, dopotutto Gabriele e Rosa sono ancora amici suoi.
Le spunte blu non tardano ad arrivare, il telefono che vibra di messaggi sulla chat di gruppo che non ha usato per educazione nei confronti di quei pochi fortunati che di notte hanno tempo per dormire.
Vede Lorenzo inviare l’ennesimo vocale che nessuno ascolterà con grande delusione del suo animo narcisista, toglie anche la vibrazione prima di buttare il telefono da qualche parte sul materasso e si ritrova ad avere un solo pensiero in mente: è come l’ultima puntata di Friends e lui è Joey.
15 notes · View notes