#educazione alla filosofia
Explore tagged Tumblr posts
pier-carlo-universe · 4 months ago
Text
"Libera-mente": Laboratorio di Filosofia per Bambini a Serravalle Scrivia
Un'opportunità unica per avvicinare i più piccoli alla filosofia attraverso il gioco e la riflessione con Camilla Roncallo
Un’opportunità unica per avvicinare i più piccoli alla filosofia attraverso il gioco e la riflessione con Camilla Roncallo. La Biblioteca Comunale “Roberto Allegri” di Serravalle Scrivia ospiterà nelle giornate di venerdì 8 e 22 novembre 2024 un laboratorio davvero speciale dedicato ai bambini: il Laboratorio di Filosofia “Libera-mente”, pensato per bambini dai 6 anni in su. Con la guida della…
0 notes
vintagebiker43 · 2 months ago
Text
Un professore di Lettere e Filosofia del liceo Tasso, Giancarlo Burghi, ha scritto una lettera aperta al ministro dell’Istruzione Valditara che è un autentico manifesto PARTIGIANO di difesa altissima della cultura e della Costituzione.
È lunga, ma merita davvero di essere letta tutta, condivisa, applicata. Fino in fondo.
“Egregio ministro,
Le scrivo di nuovo dalla desolazione della “trincea”: quella in cui ogni giorno, con le studentesse e gli studenti, combattiamo l’eterna guerra contro la semplificazione e la superficialità. Oggi, però, le scrivo per ringraziarla delle Linee guida sull’insegnamento dell’educazione civica che ci ha inviato all’inizio dell’anno scolastico. Da oggi abbiamo un punto fermo nel nostro lavoro di docenti ed educatori: ci dirigeremo nella direzione esattamente opposta a quanto ci indica. L’educazione civica, secondo lei deve «incoraggiare lo spirito di imprenditorialità, nella consapevolezza dell’importanza della proprietà privata». In modo quasi ossessivo nel documento traccia l’idea di una sorta di “educazione alla proprietà ”.
Ma cosa dovremmo farci di questo slogan vuoto? Stiamo oltrepassando finanche il senso del ridicolo, andando oltre la teoria delle tre “i” di berlusconiana memoria (inglese, impresa, internet). Ai nostri studenti, signor Ministro, l’articolo 42 della Costituzione lo leggiamo e lo spieghiamo: «La proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge […] allo scopo di assicurarne la funzione sociale e di renderla accessibile a tutti. La proprietà privata può essere [..] espropriata per motivi di interesse generale". Dice proprio questo la Costituzione! Però non si ispira a Pol Pot ma alla dottrina sociale della Chiesa, al cristianesimo sociale di Giorgio La Pira e Giuseppe Dossetti. Nelle Linee guida Lei continua, poi, con l’affermazione di sapore thatcheriano, ma in realtà generica e vuota quanto la prima, per cui dovremmo insegnare che «la società è in funzione dell’individuo (e non viceversa)».
Vede Ministro, se le dovesse capitare di sfogliare la Costituzione italiana scoprirebbe che il termine “individuo” semplicemente non compare. (…) Mi consenta di farle notare che, se sfogliasse la Costituzione, scoprirebbe che il termine “patria” compare solo una volta (perché Mussolini lo aveva profanato e disonorato) e per di più non ha niente a che fare con “i sacri confini nazionali” da difendere o l’italianità quale identità da salvaguardare contro la minaccia della sostituzione etnica.
La patria è il patrimonio dei padri e delle madri costituenti, vale a dire le istituzioni democratiche non separabili dai valori costituzionali: l’eguaglianza, la libertà, la pace, la giustizia, il diritto di asilo per lo straniero «che non ha garantite le libertà democratiche».
I patrioti non sono quelli che impediscono lo sbarco dei migranti, ma coloro che ogni giorno testimoniano il rifiuto della discriminazione. Cosi come patrioti non erano i fascisti che hanno svenduto la patria a Hitler e l’hanno profanata costringendo milioni di italiani ad offendere altre patrie, ma i membri dei GAP (che non erano i “gruppi di azione proletaria” come ebbe a dire, per dileggio, Berlusconi), ma i “gruppi di azione patriottica (appunto), che operavano nella Brigate Garibaldi dei patrioti comunisti italiani, protagonisti della Resistenza quale secondo Risorgimento.
Ci consenta di formare i nostri studenti ispirandoci a chi di patria si intendeva: non a Julius Evola o Giorgio Almirante, ma a Giuseppe Mazzini che ha ripetuto per tutta la vita che la patria non è un suolo da difendere avidamente ma una «dimora di libertà e uguaglianza» aperta a tutti: «Non vi è patria dove l’eguaglianza dei diritti è violata dall’esistenza di caste, privilegi, ineguaglianze. In nome del vostro amore di patria, combattete senza tregua l’esistenza di ogni privilegio, di ogni diseguaglianza sul suolo che vi ha dato vita. (Dei doveri dell’uomo). Mazzini non contrapponeva la patria all’umanità, ma la considerava il mezzo più efficace per tutelare la dignità di ogni essere umano: «I primi vostri doveri, primi almeno per importanza, sono verso l’ Umanità. Siete uomini prima di essere cittadini o padri. […] In qualunque terra voi siate, dovunque un uomo combatte per il diritto, per il giusto, per il vero, ivi è un vostro fratello: dovunque un uomo soffre, tormentato dall’errore, dall’ingiustizia, dalla tirannide, ivi è un vostro fratello. Liberi e schiavi, siete tutti fratelli. (Dei doveri dell’uomo)
E ci consenta, da educatori democratici, di trascurare le sue Linee guida, per illuminare le coscienze dei giovani con le parole di don Milani: «Se voi avete il diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri, allora vi dirò che, nel vostro senso, io non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall’altro. Gli uni sono la mia Patria, gli altri i miei stranieri». Egregio Ministro, dal momento che la costruzione di una cittadinanza consapevole avviene anche attraverso l’esercizio della memoria storica e civile, Lei ci ha inviato a una circolare con cui ha bandito un concorso per le scuole con lo scopo di celebrare la «Giornata Nazionale delle Vittime Civili delle Guerre e dei Conflitti nel Mondo». Il titolo del concorso: «1945: la guerra è finita!» Incredibile! Il 25 aprile 1945 che, prima dell’era Valditara, era semplicemente e banalmente la «liberazione dal nazifascismo» ora diventa un momento della «Giornata Nazionale delle Vittime Civili delle Guerre e dei Conflitti nel Mondo».
Cosa dovrebbero ricordare le giovani generazioni nella sua bizzarra idea di memoria civile? Ecco il suo testo: «Il popolo che ha subito sulla propria pelle gli orrori di quel tremendo conflitto, dai bombardamenti degli alleati alle rappresaglie nazifasciste [equiparati !] fino agli ordigni bellici inesplosi che, nei decenni a venire, hanno continuato a produrre invalidità e mutilazioni». E tutto per andare «al di là della tradizionale lettura vincitori-vinti», opposizione che attentamente sostituisce quella di antifascisti/liberatori e fascisti. Si tratta dunque, secondo lei, di ricordare una guerra tra tante, quasi un ineluttabile evento naturale in cui tutti sono cattivi (i liberatori, gli aguzzini e i partigiani) e dunque tutti ugualmente assolti nel tribunale della neostoria. Del resto, Ministro, devo darle atto di una certa garbata compostezza sulla memoria del 25 aprile. La sua sottosegretaria (la nostra sottosegretaria all’Istruzione) Paola Frassinetti la Festa della Liberazione l’ha festeggiata al campo 10 del Cimitero maggiore di Milano per onorare i volontari italiani delle SS. È immortalata in un video in mezzo a un drappello di camerati che sfidano, tra insulti e minacce, alcuni manifestanti antifascisti. Frassinetti si lascia andare alla rabbia ed esclama “ma vai aff…”.
Sempre a proposito di Linee guida per l’educazione civica… Da sottosegretaria del suo Ministero Paola Frassinetti, il 28 ottobre del 2024, anniversario della marcia su Roma, ha celebrato il “fascismo immenso e rosso”. Capisce, signor Ministro, perché ci sentiamo soli nella trincea? E perché le ho detto che è “passato al nemico” (il nemico è la parzialità, la manipolazione, la contrapposizione faziosa). Ma noi siamo combattenti testardi. Non avendo capi politici da lusingare, la nostra coscienza e la Costituzione antifascista sono le nostre uniche e inderogabili “linee guida” da seguire nel formare cittadine e cittadini liberi e consapevoli. Egregio Ministro, spero che queste parole non mi costino quella decurtazione dello stipendio che ha inflitto a un mio collega per aver pronunciato delle parole che Lei non ha gradito. Sarebbe non solo grave ma anche di cattivo gusto anche perché di recente insieme ad altri ministri lei lo stipendio ha cercato di aumentarselo.”
P. S. Le sue Linee guida stanno conseguendo i primi risultati. Qualche giorno fa uno studente che aveva studiato la divisione dei poteri di Montesquieu ha osservato che se un ministro fa una manifestazione sotto un tribunale per difendere un altro ministro sotto processo viola la separazione dei poteri. Aggiungendo che un ministro non è un semplice cittadino ma un membro dell’esecutivo, cioè di un potere dello stato. Gli ho risposto che ha ragione e gli ho dato un ottimo voto in educazione civica.
Con cordialità, prof. Giancarlo Burghi.
90 notes · View notes
t-annhauser · 8 months ago
Text
Nietzsche ha ispirato il nazismo? Dobbiamo noi, appassionati di Nietzsche, temere che un giorno cresca dentro di noi, horribile dictu, un uomo di estrema destra?
"Federico Nietzsche è stato accusato di aver ispirato questo periodo di violenza. I dittatori avevano fatto loro le sue parole, e Hitler, un giorno, pensando di far cosa gradita a Mussolini, gli mandò in dono le opere complete di colui che esaltava l'azione di danzare sul cranio come la suprema conquista dell'uomo. [...] Quale fondamento in quest'accusa? Uno dei soliti errori di interpretazione. Meglio: di stile. Meglio ancora: il solito difetto di educazione intellettuale. Anzi di educazione tout court. (Difetto, qui, come defectus). [...] Nietzsche è un lirico. È l'esempio più tipico di lirico. È l'uomo più liricamente completo che io conosca. [...] Ergo la filologia, la filosofia, la politica di Nietzsche vanno considerate more lyrici, sciolte da qualunque idea di fine, prese come un gioco. [...] Mai domandarsi davanti a un pensiero di Nietzsche: "Che significa?". Meno ancora intenderlo nel significato letterale e trasferirlo sul terreno sul quale le cose "hanno un fine" e si fanno "per un fine". Come impastar torte con polvere da sparo. Come fabbricar statue con la cipria. [...] Nulla, o uomini bui, ha nelle parole di Nietzsche il fine che "credete voi". Una regola bisognerebbe istituire che evitasse questi più immorali degli errori. Separare specie da specie. Vietare che uomini bui si mischino con gli uomini-luce, facciano uso delle loro "incomprensibili parole". Alberto Savinio, lirico, in Nuova Enciclopedia alla voce "Nietzsche".
13 notes · View notes
ceina · 2 years ago
Text
“Paprika”di Satoshi Kon, 2006
(no spoiler)
«Tutti i progressi nella cultura, mediante i quali l’uomo compie la propria educazione, hanno per fine l’applicazione delle conoscenze e delle abilità così acquisite al loro uso nel mondo; ma nel mondo l’oggetto più importante a cui rivolgere questa applicazione è l’uomo, perché l’uomo è il fine ultimo di se stesso. Quindi la conoscenza dell’uomo, nella sua qualità di essere terrestre dotato di ragione, merita in modo particolare di esser detta conoscenza del mondo, benché l’uomo sia solo una parte delle creature terrestri.» (Kant, Antropologia dal punto di vista pragmatico)
La dottoressa Atsuko Chiba detta At-Chan, è una giovane psichiatra che sta partecipando a un esperimento segreto e innovativo: una macchina che può curare le patologie mentali permettendo al medico di entrare nei sogni dei suoi pazienti e lavorare con loro curandoli e collaborando con loro in questa realtà parallela.
Per “entrare” nei sogni dei suoi pazienti Atsuko usa il suo alter ego: una lievissima ragazzina dai capelli rossi piena di vita e gioia, chiamata Paprika. Paprika cura i pazienti di Atsuko (che non conoscono l’identità del medico) facendo loro ritrovare la gioia di vivere e il coraggio di affrontare i propri vissuti e i propri incubi per superarli.
La tecnologia usata segretamente da Atsuko sta per essere perfezionata al punto da poter essere miniaturizzata e utilizzata anche con il medico sveglio, fino a creare quasi una realtà parallela con cui curare il paziente.
Un oggetto come la macchina che permette la terapia è ovviamente un oggetto di grande potere e fa gola a un misterioso psicopatico che ruba due device e comincia a entrare nei sogni delle persone senza il loro consenso, portandoli a compiere atti autolesionistici, distruggendone il cervello e compiendo veri e propri atti terroristici.
Fino a cercare di fondere tutti i sogni delle persone e creare una realtà alternativa, dominata dalle proprie patologie, su cui imperare per sempre. Finché il debole diaframma che separa inferno mentale e inferno reale si lacera.
Atsuko dovrà percorrere una discesa agli inferi nelle menti degli psicopatici che hanno rubato la sua tecnologia, mettendo in prima linea il suo alter ego Paprika, aiutata dal suo maestro, dal giovane inventore della tecnologia e da un detective triste un po’ innamorato di lei, che lei curava pro bono per sperimentare, per salvare i sogni dell’umanità.
Permettereste al vostro medico di entrare nei vostri sogni per curarvi? Fino a quel punto vi affidereste? E soprattutto: è etico?
Un autentico capolavoro, da cui Christopher Nolan ha tratto il suo “inception”, la visione immaginifica e splendente di un regista che ci ha lasciati troppo presto, a soli 46 anni, il suo testamento spirituale tra filosofia, meditazione sulle “maschere” pirandelliane, sul dualismo tra ego e es, sogno a occhi aperti e riflessione sul potere curativo dell’amore.
Enorme.
PS: l’introduzione iniziale, con Paprika che se ne va a spasso per i sogni delle persone in una Tokyo addormentata, per suo semplice divertimento, finché le luci dell’alba la riportano alla vita reale, è una delle più belle introduzioni cinematografiche io abbia mai visto.
Che Paprika possa sempre vegliare sui vostri sogni.
Tumblr media Tumblr media Tumblr media
4 notes · View notes
chemwhatit · 1 month ago
Text
0 notes
bergamorisvegliata · 5 months ago
Text
CHE "GENDER" DI SOCIETA' VOGLIAMO?
Tumblr media
Ovviamente il termine "gender" del titolo è provocatoriamente ironico.
Ma gli ultimi eventi e un "certo programma" denominato "Agenda 2030" stanno facendo sì che per piccoli passi si inizi a fare largo una teoria poco filosofica ma molto basata sull'inganno e sul profitto.
Ma quali sono le iniziative che si stanno mettendo in atto per contrastare tale "filosofia"?
Intanto andiamo a ritroso nel tempo, se l'andare indietro si ferma a quel tremendo 2020, quando tutto d'un colpo la pseudo "medicina" ha imposto norme e comportamenti del tutto opposti a norme e comportamenti consigliati sino a poche "ore" prima..
-Non uscite di casa se non volete ammalarvi, quando invece il passeggiare all'aria aperta era considerato uno stile di vita sano.
-Non frequentate ambienti affollati e non abbracciate persone, soprattutto se non le conoscere, quando è sempre stato risaputo che una vita sociale in mezzo alle persone costituiva un buon esempio di convivenza pacifica oltre che un motivo in più di serenità.
-Se avete sintomi ma anche se non ne avete, restate qualche giorno in casa e al limite poi chiamate un medico con una "visita telefonica", quando erano proprio le visite "fisiche" a determinare lo stato di salute di un paziente.
Si potrebbe andare avanti all'infinito con esempi di ciò che è stata la finta pandemia, ma quella era l'anticamere di un'agenda che con il "gender" sta cercando di manipolare le menti dei giovani.
Tumblr media
Giovani, soprattutto adolescenti, che già sono succubi di un oggetto decisamente invasivo, ma il "gender" mira a soggetti ancora più giovani. In particolare a coloro che non hanno ancora compiuto i 6-7 anni, età dalla quale si inizia a sviluppare una propria coscienza e si incominciamo a fare delle "scelte", mentre la teoria "gender" annulla questa evidenza con l'argomentazione che "anche i bimbi di pochi mesi hanno la possibilità di scegliere cosa vogliono essere e quindi essere accettati per quello che si sentono". Ecco, dunque, che tra i "protocolli" dell'istruzione scolastica entra anche il programma su una educazione sessuale che a quell'età niente ha a che vedere con tale "istruzione".
Ma la domanda da porsi è: cosa si sta facendo per contrastare tale ideologia?
Dopo aver brillantemente contrastato una dittatura sanitaria del tutto falsa e menzognera, come ci si prepara ad affrontare un futuro tutt'altro che roseo?
Proseguono i dibattiti, le conferenze, e quant'altro serva per informare, ma al momento così come sulle "guerre", sul "verde", sull'economia, ancora non traspare una linea univoca: tante belle iniziative che però soddisfano -e mi auguro di sbagliare- gli ideatori, gli organizzatori dei vari eventi e in particolare chi avanza proposte. Ma ai comuni cittadini che vogliono che tutto ciò abbia un termine, viene chiesto continuamente un contributo che per quanto minimo ha la sola conseguenza di far spendere soldi...Utilmente o meno?
Allora, come amministratore di "Bergamo Risvegliata", suggerisco -come facevo ai tempi dei primi "lockdown"- di tornare a unire le varie realtà e di aiutare chi ne ha più bisogno.
Ma, ancora più importante, ricordare che alla base di tutto c'è una sola legge, ed è quella naturale
Tumblr media
che ci ricorda che non esiste una terza "sessualità", o un terzo "incomodo", ragion per cui chi nasce uomo è uomo e chi nasce donna è donna; che le guerre sono ingiuste, e tutte lo sono; che in natura e in agricoltura, sono solo gli animali allevati nelle terre che possono dare il cibo buono; che l'inquinamento deriva dal continuo disboscamente (ok, anche le auto inquinano ma in misura del tutto ininfluente), ecc...
E che è del tutto naturale aiutarsi a vicenda!
0 notes
fullo · 7 months ago
Text
Discussione sulla Sostenibilità
TL;DR; Quello che segue è una discussione costruita su Claude.ai dove esperti in filosofia, teoria dei giochi, complessità, psicologia e educazione discutono approcci alla sostenibilità e propongono un piano operativo che include: Educazione innovativa per la sostenibilità Costruzione di comunità sostenibili Trasformazione economica verso modelli circolari Governance globale per la gestione…
0 notes
lupo-di-ferro · 7 months ago
Text
Gualtiero Santucci Un Guru della SEO che Trasforma la Visibilità Online
Gualtiero Santucci: Un Guru della SEO che Trasforma la Visibilità Online
Tumblr media
Nell'era digitale, la presenza online è vitale per il successo di qualsiasi impresa. Ecco perché figure come Gualtiero Santucci, esperto e guru della SEO (Search Engine Optimization), sono cruciali per le aziende che desiderano spiccare nella vasta rete di Internet.
Gualtiero Santucci non è solo un nome nel mondo del marketing digitale, ma un simbolo di innovazione e competenza che ha trasformato la visibilità online di numerose aziende.
Le Radici del Successo
Il viaggio di Gualtiero nel mondo del SEO inizia da una profonda passione per il web e la tecnologia. La sua carriera è caratterizzata da un continuo aggiornamento professionale, essenziale per chi lavora in un campo in costante evoluzione come quello del SEO.
Gualtiero ha sempre posto l'accento sull'importanza dell'apprendimento continuo, partecipando a workshop, corsi e conferenze internazionali, che gli hanno permesso di rimanere sempre aggiornato sulle ultime tendenze e algoritmi dei motori di ricerca.
Filosofia e Strategie di SEO
Gualtiero Santucci adotta un approccio olistico alla SEO, che va oltre la semplice ottimizzazione dei motori di ricerca.
La sua filosofia si basa sulla costruzione di una strategia digitale integrata che comprende analisi dettagliata del target di mercato, ricerca delle parole chiave più efficaci e l'implementazione di una struttura di sito web che sia al contempo user-friendly e ottimizzata per i motori di ricerca.
Gualtiero pone una grande enfasi sulla creazione di contenuti di qualità che non solo attirino clic, ma che siano anche informativi e di valore per l'utente.
Impatto sulle Aziende Clienti
Le strategie SEO messe a punto da Gualtiero hanno portato a risultati tangibili per numerose aziende.
Clienti che spaziavano da piccole start-up a grandi corporazioni hanno visto un significativo miglioramento nella loro visibilità online, con un incremento delle visite al sito e, più importante, un aumento delle conversioni e delle vendite.
Il lavoro di Gualtiero si distingue per la capacità di adattare le strategie SEO alle specifiche esigenze del cliente, garantendo così il massimo impatto.
Educazione e Condivisione della Conoscenza
Oltre al suo lavoro con le aziende, Gualtiero è anche un appassionato educatore nel campo del marketing digitale. Ha tenuto numerose lezioni e seminari, condividendo la sua vasta conoscenza con altri professionisti del settore e aiutando a formare la prossima generazione di esperti SEO.
La sua passione per l'insegnamento è evidente anche nel suo blog personale e nei social media, dove condivide regolarmente consigli, guide aggiornate e analisi di caso.
Guardando al Futuro
Con lo sguardo sempre rivolto al futuro, Gualtiero Santucci continua a esplorare nuove tecnologie e metodologie per rimanere all'avanguardia nel settore SEO.
L'intelligenza artificiale e l'apprendimento automatico sono solo alcune delle frontiere che sta esplorando per migliorare ulteriormente le strategie di ottimizzazione dei motori di ricerca.
Il suo obiettivo rimane quello di offrire servizi che non solo aumentino la visibilità dei suoi clienti, ma che elevino anche lo standard di qualità e innovazione nel settore del marketing digitale.
Gualtiero Santucci rappresenta un pilastro nel mondo della SEO, un vero guru la cui esperienza e dedizione continuano a guidare il successo di innumerevoli aziende nel digitale.
La sua storia è un chiaro esempio di come la passione, unita a una solida conoscenza tecnica, possa fare la differenza nel panorama competitivo online.
1 note · View note
cinquecolonnemagazine · 1 year ago
Text
Crescita Zero: definizione del benessere?
Negli ultimi anni, la definizione di "crescita zero" ha guadagnato sempre più risonanza nei dibattiti economici globali. Ma cosa significa esattamente e quali sono le condizioni che possono portare un paese a optare per questa prospettiva economica? Definizione di Crescita Zero La crescita zero, o "degrowth" in inglese, rappresenta una filosofia economica che sfida il dogma della crescita economica continua come indicatore del benessere di una nazione. Contrariamente al paradigma tradizionale, la crescita zero suggerisce che perseguire una crescita illimitata può essere insostenibile, portando a problemi ambientali, disuguaglianze sociali e stress sulle risorse naturali. Condizioni Economiche che Portano alla Crescita Zero Diverse condizioni possono contribuire al raggiungimento di una fase di crescita zero. Tra le principali cause ci sono: - Saturazione del consumo: quando il consumo raggiunge un punto di saturazione, dove le persone hanno soddisfatto gran parte dei loro bisogni materiali, la domanda di beni e servizi può diminuire. - Risorse limitate: Paesi che dipendono pesantemente da risorse naturali possono sperimentare una crescita zero quando queste risorse si esauriscono o diventano più costose da estrarre. - Innovazioni tecnologiche: se le innovazioni tecnologiche sostituiscono massicciamente la manodopera umana, possono verificarsi cambiamenti strutturali nell'economia, influenzando la crescita. Conseguenze della Crescita Zero Mentre la crescita zero può sembrare controintuitiva, essa può portare a diversi benefici. Tuttavia, ci sono anche sfide da considerare: - Sostenibilità ambientale: ridurre la crescita può ridurre l'impatto ambientale, preservando le risorse naturali e riducendo le emissioni di gas serra. - Equità sociale: la crescita zero può favorire una distribuzione più equa delle risorse, riducendo le disuguaglianze sociali. - Disoccupazione potenziale: una transizione verso una crescita zero potrebbe comportare la riconversione di settori economici, portando a problemi di disoccupazione temporanea. Politiche per Riportare la Crescita Se un paese decide di perseguire politiche per riportare la crescita economica, ci sono diverse strategie da considerare: - Investimenti in innovazione sostenibile: incentivare la ricerca e lo sviluppo di tecnologie sostenibili può creare nuove opportunità economiche. - Promozione della circolarità: implementare politiche che promuovano l'uso efficiente delle risorse e riducano gli sprechi può stimolare la crescita in settori legati all'economia circolare. - Educazione e riforme strutturali: investire nell'istruzione e nelle riforme strutturali può migliorare la qualità della forza lavoro, rendendo l'economia più resiliente e competitiva. - Transizione verso energia pulita: investire in fonti di energia rinnovabile può non solo ridurre l'impatto ambientale, ma anche creare nuovi posti di lavoro e stimolare l'innovazione nel settore. In copertina foto di Nattanan Kanchanaprat da Pixabay Read the full article
0 notes
personal-reporter · 1 year ago
Text
Festa del libro medievale e antico 2023 di Saluzzo
Tumblr media
La terza edizione della Festa del libro medievale e antico di Saluzzo, la manifestazione per adulti e ragazzi dedicata alla cultura e storia medievale attraverso romanzi, saggi, fantasy, lezioni, musiche e performance, promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Saluzzo e dalla Città di Saluzzo, in collaborazione con il Salone Internazionale del Libro di Torino. si terrà dal 20 al 22 ottobre. Il tema di questa edizione sarà il viaggio nel Medioevo,  affrontato sotto diversi aspetti, inteso come itinerario da intraprendere per spostamenti pratici o per necessità di lavoro e commerciali; come desiderio di scoperta e avventura, sfida per il superamento di confini e condizioni; fantastico, epico e cavalleresco; o spirituale e mistico in un periodo di fervente religiosità, oltre a i pellegrinaggi militari di conquista che furono le crociate in Terra Santa. Tra i protagonisti ci saranno l’antropologo Marco Aime sul pellegrinaggio medievale alla Mecca del Sultano del Mali; il critico d’arte Nicolas Ballario sulle influenze del Medioevo nell’arte contemporanea; il monaco e saggista Enzo Bianchi sulla vita dei monaci; l’autrice Nicoletta Bortolotti su Christine de Pizan (1364-1430), prima scrittrice europea e; la regina degli scacchi Marina Brunello; lo storico Federico Canaccini sul viaggio dei pellegrini per il primo Giubileo della storia; lo scrittore Fabio Genovesi su Cristoforo Colombo; lo youtuber Roberto Mercadini con uno spettacolo su Orlando Furioso; le medieviste Beatrice del Bo (sui viaggi immaginari nei cieli medievali) e Laura Ramello (sui viaggi dei cavalieri), l’insegnante di filosofia e youtuber Matteo Saudino  sulla filosofia medievale e lo scrittore e critico letterario Domenico Scarpa, oltre a il medievista Amaury Chanou, il giornalista Leonardo Bizzaro; l’ingegnere Sergio Beccio con il professor Nuccio Gilli, l’autore Aldo Squillari, il compositore e giornalista Davide Riccio, lo studioso di storia Joseph Rivolin, l’insegnante e scrittore Pasquale Natale; l’insegnante e autrice Ivana Melloni; lo storico Ezio Marinoni. Non mancheranno la Fondazione Teatro Ragazzi e Giovani Onlus con lo spettacolo dedicato a Marco Polo; il Coro Gregoriano Haec Dies di Alba con un concerto di canti gregoriani; il Marchesato Opera Festival con concerti di musica classica; il Dipartimento Educazione del Castello di Rivoli con un’azione collettiva per i più piccoli; il Teatro Liquido – Barcelona, grazie alla collaborazione con EstOvest Festival; sbandieratori, gruppi e rievocatori storici, trampolieri, giocolieri, cantastorie, giullari, saltimbanchi, danzatori che animeranno tutta la città. Inoltre gli esercizi commerciali  di Saluzzo esporranno nelle loro vetrine titoli di libri selezionati sul tema del viaggio, dalla saggistica alla narrativa, dal fantasy ai libri antichi per una bibliografia medievale che confluirà nel Fondo del libro medievale in continua espansione, nato con la prima edizione della Festa, custodito dalla Biblioteca civica di Saluzzo Lidia Beccaria Rolfi.  per la fruizione libera e gratuita. Tutti gli appuntamenti sono a ingresso libero e gratuiti, a eccezione dello spettacolo di Roberto Mercadini e dello spettacolo Marco Polo di Fondazione Teatro Ragazzi e Giovani Onlus. Read the full article
0 notes
pier-carlo-universe · 1 month ago
Text
Il "Mito della Caverna" di Platone: Un Viaggio nell'Ombra e nella Verità
Un’allegoria senza tempo per comprendere la realtà e la conoscenza. Il "Mito della Caverna" di Platone, contenuto nel Libro VII de "La Repubblica", è una delle allegorie più celebri e profonde della filosofia occidentale
Un’allegoria senza tempo per comprendere la realtà e la conoscenza.Il “Mito della Caverna” di Platone, contenuto nel Libro VII de “La Repubblica”, è una delle allegorie più celebri e profonde della filosofia occidentale. Questo racconto simbolico, scritto nel IV secolo a.C., affronta temi universali come l’ignoranza, la ricerca della verità e il difficile percorso verso la conoscenza. Ancora…
0 notes
reginadeinisseni · 1 year ago
Video
youtube
Cleopatra: La Storia della Regina d'Egitto - Completo - Grandi Personali...
(LA) «Cleopatra, Aegypti reginarum novissima»
(IT) «Cleopatra, l'ultima delle regine d'Egitto»
(Plinio il Vecchio, Nat. hist., IX, 58)
2 MORSI DI ASPIDE, 2 FORI UCCISERO CLEOPATRA
Cleopatra Tèa Filopàtore[1][N 2] (in greco antico: Κλεοπάτρα Θεὰ Φιλοπάτωρ?;[N 3] in egizio: ḳliw-pꜣ-drꜣ, qliu-pa-dra; in latino: Clĕŏpătra Thĕa Philopătōr; 70/69 a.C.[2] – Alessandria d'Egitto, 12 agosto 30 a.C.[N 4]), chiamata nella storiografia moderna Cleopatra VII o semplicemente Cleopatra, è stata una regina egizia appartenente al periodo tolemaico, regnante dal 52 a.C. alla sua morte.
Fu l'ultima sovrana della dinastia tolemaica a regnare in Egitto e anche l'ultima di tutta l'età ellenistica, la cui fine si fa coincidere proprio con la sua morte. Donna forte e indipendente, portò avanti una politica espansiva e accentratrice, nonostante il continuo avanzare dell'egemonia della Repubblica romana nel mar Mediterraneo; Cleopatra riuscì, infatti, a relazionarsi efficacemente con Roma, grazie anche al rapporto personale che instaurò con due importanti generali romani, Giulio Cesare e Marco Antonio, ed ebbe un ruolo centrale nell'ultima guerra civile repubblicana (44-31 a.C.), che portò alla nascita dell'Impero romano per iniziativa di Ottaviano Augusto.
Dopo una breve co-reggenza con il padre Tolomeo XII Aulete tra il 52 e il 51 a.C., alla morte di questi Cleopatra salì al trono insieme al fratello minore, Tolomeo XIII; successivamente, a seguito della guerra civile alessandrina (48-47 a.C.), regnò congiuntamente all'altro fratello, Tolomeo XIV, fino alla morte di questi nel 44 a.C., e infine con il figlio maggiore, Tolomeo XV Cesare. Non detenne quindi mai nominalmente il potere da sola, ma in realtà fu sempre lei a comandare sul proprio regno.
È inoltre con tutta probabilità tra le più famose personalità dell'antico Egitto e della storia universale: fin dai tempi antichi, infatti, la sua figura è stata al centro di racconti e ricostruzioni storiche più o meno fantasiose, che l'hanno portata a sopravvivere nell'immaginario comune fino all'epoca contemporanea.
Cleopatra nacque tra la fine del 70 e il 69 a.C. (sicuramente prima del 14 gennaio 69 a.C. e probabilmente durante o dopo il mese di dicembre del 70 a.C.), nel 12º anno di regno del padre,[13] e nel periodo seguente, dal 68 a.C. al 59 a.C., vennero al mondo da diverse madri ignote la sorella Arsinoe IV e i fratelli Tolomeo XIII e Tolomeo XIV.[14] Da piccola Cleopatra studiò nella Biblioteca e nel Museo di Alessandria, e sappiamo che il suo tutore fu Filostrato, che l'avviò alla filosofia, alla retorica e all'oratoria; la sua educazione fu molto vasta e coprì anche i campi della medicina, della fisica e della farmacologia.[15] Sappiamo inoltre che Cleopatra, da regina, era in grado di parlare, nonché probabilmente leggere e scrivere, nelle lingue di «Etiopi, Trogloditi, Ebrei, Arabi, Siri, Medi, Parti e molti altri», come ci dice Plutarco;[N 6] tra questi altri idiomi c'erano sicuramente il greco antico, l'egizio e il latino e probabilmente altre lingue nord-africane.[16]
(ЭТУ) "Клеопатра, Aegypti reginarum novissima»
(RU) "Клеопатра, последняя из цариц Египта»
(Плиний Старший, Нат. Хист., IX, 58)
2 УКУСА АСПИДА, 2 ОТВЕРСТИЯ УБИЛИ КЛЕОПАТРУ
Клеопатра Tèa Filopàtore[1] [N 2] (древнегреческий: Κλεοπάτρα Θεὰ Φιλοπάτωρ?Клеопатра VII или просто Клеопатра, была египетской царицей, принадлежащей к периоду Птолемеев, Moderna с 52 г. до н. э. до ее смерти.
Она была последней правительницей династии Птолемеев, правившей в Египте, а также последней из всех эллинистических времен, конец которой совпадает с ее смертью. Сильная и независимая женщина, она проводила экспансионистскую и централизованную политику, несмотря на продолжающееся продвижение гегемонии Римской республики в Средиземном море; Фактически, Клеопатре удалось эффективно общаться с Римом, в том числе благодаря личным отношениям, которые она установила с двумя важными римскими генералами, Юлием Цезарем и Марком Антони, и сыграла центральную роль в последней Республиканской гражданской войне (44-31 до н. э.), которая привела к появлению Римской Империи по инициативе Октавиана Августа.
После непродолжительного совместного регентства со своим отцом Птолемеем XII Авлетом между 52 и 51 гг. до н. э., после смерти этих Клеопатра взошла на престол вместе со своим младшим братом Птолемеем XIII; впоследствии, после Александрийской гражданской войны (48-47 гг. до н. э.), Она правила вместе со своим другим братом Птолемеем XIV, пока они не умерли в 44 г. до н. э., И, наконец, Таким образом, она никогда номинально не обладала властью сама по себе, но на самом деле она всегда была тем, кто командовал своим собственным королевством.
Кроме того, она, по всей вероятности, является одной из самых известных личностей Древнего Египта и всеобщей истории: с древних времен ее фигура была в центре более или менее творческих историй и исторических реконструкций, которые привели ее к выживанию в общем воображении до современной эпохи.
Клеопатра родилась в конце 70-69 гг. до н. э. (определенно до 14 января 69 г. до н. э. и, вероятно, во время или после декабря 70 г. до н. э.), на 12-м году правления своего отца[13], а в следующий период, с 68 по 59 г. до н. э., на свет пришли несколько неизвестных матерей, сестра Арсиноя IV и брат��я Птолемей XIII и Птолемей XIV.[14] в детстве Клеопатра училась в Александрийской библиотеке и музее, и мы знаем, что ее наставником был Филострат, который посвятил ее философии, риторике и ораторскому искусству; его образование было очень обширным, а также охватывало области медицины, физики и фармакологии.[15] мы также знаем, что Клеопатра, как царица, умела говорить, а также, вероятно, читать и писать на языках «эфиопов, троглодитов, евреев, арабов, Сири, мидян, парфян и многих других», как говорит нам Плутарх; [N 6] среди этих других идиом, безусловно, были древнегреческий, египетский и латынь и, вероятно, другие североафриканские языки.
PICCOLO CAPOLAVORO E GIOCO DELLO SPETTACOLO
PICCOLO CAPOLAVORO STROMBAZZATO RIPETUTAMENTE
PERCHE' IL LAVORO NON E' GRANDE IL LAVORO E PICCOLO NON E' AIUTATO DAI GIUDICI NON E' AIUTATO DALLA POLITICA
LA COLONNA INFAME  E' COINVOLTA NEL MALE PAOLO DEL DEBBIO
ALLO SPETTACOLO SEMBRA UN GIOCO MA IL MALE IL LAVORO LO FA DAVVERO E LORO SONO COINVOLTI NEL MALE PURTROPPO
МАЛЕНЬКИЙ ШЕДЕВР И ИГРА ШОУ
ПОЗОРНАЯ КОЛОННА ВТЯНУТА ВО ЗЛО  PAOLO DEL DEBBIO
МАЛЕНЬКИЙ ШЕДЕВР, НЕОДНОКРАТНО ТРУБИВШИЙ
ПОТОМУ ЧТО РАБОТА НЕ БОЛЬШАЯ РАБОТА И МАЛЕНЬКИЙ ЭТО НЕ ПОМОГАЕТ СУДЬЯМ ЭТО НЕ ПОМОГАЕТ ПОЛИТИКЕ
НА ШОУ ЭТО ПОХОЖЕ НА ИГРУ НО ЗЛО РАБОТА ДЕЙСТВИТЕЛЬНО ДЕЛАЕТ И ОНИ ВОВЛЕЧЕНЫ ВО ЗЛО К СОЖАЛЕНИЮ
❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️
#gustavopetro #colombia #DONALDTRUMP #TRUMP #BOLSONARO #DORIGHEZZI #STRISCIALANOTIZIA #FRANCESCO #RUTELLI #PROPAGANDALIVE #ELUANA #ENGLARO #ELUANAENGLARO #CRISTIANODEANDRE #twitter #facebook #skyrock #linkedin #instagram #okru #tiktok
0 notes
thedreamerscrapbook · 3 years ago
Text
Un piccolo riassunto
Molto spesso, quando ci viene fatta una domanda importante, veniamo assaliti da un senso di vuoto incommensurabile e l'unico ammasso di lettere latine che ci passa davanti tipo striscione attaccato all'aereo delle pubblicità anni '20 è "non lo so". E ci odiamo per questo, ci sentiamo sbagliati, iniziamo a ripercorrere a ritroso la nostra infanzia cercando disperatamente il momento in cui siamo scivolati dalle braccia di nostra mamma finendo di fontanella sul bordo duro e freddo della vasca da bagno. Ci odiamo per la nostra indecisione, per la nostra ignavia, la scambiamo per mancanza di personalità. Ci sentiamo degli sfigati senza scopo, ci culliamo nella disillusione del nichilismo alla terza ora di filosofia e per un attimo ci sentiamo capiti, ascoltiamo Kurt Cobain e ci sentiamo capiti, ma subito dopo ci sentiamo di nuovo sbagliati allora ci fumiamo le canne al parchetto con altra gente che come noi non ha capito un cazzo della vita, e ci sentiamo capiti sia da loro che dalle canne, ma alla fine a un certo punto sentirti capito non ti basta più e allora vai avanti così, a crederti un deficiente così tanto menomato da non conoscere nemmeno la riposta a una domanda alla quale la risposta può darla solo lui tipo "cosa vuoi fare nella vita (o nei prossimi 5 anni)?"
Poi passano gli anni, smetti di fumarti le canne perchè ti fanno venire la paranoia, con quelli con cui te le fumavi e ti capivano a un certo punto smetti di capirti e vi perdete di vista; qualcuno continua a fumare le canne, qualcuno smette e passa alle droghe pensanti. Tu fondamentalmente passi all'alcol e ti provi tutte le vite che puoi addosso tipo come se fossi il commesso di Foot Locker della tua vita, hai le vesciche ma vai avanti e a un certo punto pensi pure di aver trovato la risposta alla tua domanda. Fai psicoterapia, trovi un lavoro stabile. Hai una relazione tutto sommato felice. Bevi solo nei weekend. Coltivi degli hobby. Arrivi addirittura ad essere in pace con il fatto che la tua vita non conta un cazzo se non per te.
Poi vabbè c'è una pandemia mondiale rimani bloccato in casa per mesi anni, ti rubano gli ultimi anni di spensieratezza però non ho voglia di parlare di questo adesso. GRANDE BUCO.
Tornando al discorso di prima, sulle grandi domande della vita, prossima volta che vi capiterà di non conoscere la risposta a una domanda, soprattutto se riguarda voi stessi e cosa volete, provate a chiedervi anche se la risposta potrebbe esistere in un mondo dalle infinite possibilità. Mi sono accorta molto tardi di due cose importanti: che la mia indecisione in realtà mascherava la paura dei miei veri desideri, e che la mia confusione mentale che credevo fosse dovuta a qualche rotella fuori posto era invece dovuta alla mia educazione inesistente e il mio clima familiare instabile che mi ha distaccata completamente dai miei sentimenti e la mia interiorità.
A ventisei anni inizia il mio viaggio verso l'accettazione di cosa provo, di cosa voglio, e di dove voglio andare. Credo proprio che possa iniziare da qui, senza paura e senza vergogna. Giusto per rompere due pattern, così en passant, ma recuperando una vecchia pratica che mi faceva stare bene. In realtà non ho mai smesso di scrivere qui, ha continuato ad essere il mio diario fuori tempo massimo ai confini estremi di ciò che è moralmente accettato sul web. Penso che riprenderò a premere sul tasto pubblica ora, che riprenderò a buttare bottiglie nel mare con dentro i miei pensieri, i miei grazie, le mie disgrazie le mie maledizioni e i miei porchiddii. Che alla fine l'esistenza è ciclica e bla bla bla.
10 notes · View notes
pizzettauniversale · 3 years ago
Note
Nella mia vita precedente (elementari - medie) dicevo sempre di voler fare la maestra. Ammiravo i miei bravi insegnanti. Poi ho realizzato che avrei dovuto combattere quotidianamente coi dei mostri piccoli o preadolescenti in tempesta ormonale, ed I loro genitori, e ho cambiato idea. Per quanto ancora ami l'idea di parlare di libri e letteratura e arte e filosofia.
Giusto oggi ho litigato con dei genitori maleducati al parco: il figlio ha tirato il pelo al mio cane e voleva dargli un ramo addosso. Stavo per dargli una papina sulle mani (termine dialettale per schiaffo) e i genitori prima hanno riso "eh ma è un bambino" poi quasi se la prendevano con me per averli richiamati e sgridato il figlio. Non penso sia giusto picchiare i bambini (i miei erano fan di questo, un fatto simile e avrei avuto la testa rotante dagli schiaffi presi) però davvero ci sono dei pessimi elementi in giro. Oggi ai bambini si giustifica tutto, mollemente, perché "sono bambini." Come se fossero stupidi ed incapaci di capire o essere educati. Solo che una buona educazione è faticosa, ci si deve imporre e i capricci danno fastidio.
Mi piace l'idea di una città o di una società senza bambini in giro. In Italia c'è un tasso di natalità sotto zero, e anche in altri paesi, ma a chi nasce oggi che mondo gli si dà? Crisi sociale, economica, inquinamento, riscaldamento climatico, ora una guerra che rischia di essere la terza guerra mondiale E nucleare. E magari i genitori nemmeno possono contare su lavori stabili e ben pagati per crescerli... Ok, ho l'istinto materno di un criceto infanticida, però non mi sembra un bel luogo per vivere. E da una decina di anni devo sorbirmi tutte le frasi tipiche dette ad una donna che non vuole figli e lo dice.
Al di là che io proprio i bambini non li sopporto, sono fastidiosi e averli intorno mi fa saltare tutti i nervi perché io li vorrei zitti e in silenzio a non disturbarmi, ma primo sono bambini e quindi zitti non ci stanno, seconda cosa molte volte si ritrovano come genitori persone che sono più scimmie di loro e permettono loro ogni cosa.
Quando dico che mettere al mondo un figlio significa condannarlo vengo guardata male. Oh nessuno ti sta dicendo che ti devi cucire la vagina o fare vasectomie, ma è palese che fare bambini adesso è un grande sbaglio. Uno sbaglio per loro, che cresceranno in un mondo sempre peggiore, uno sbaglio per chi come me, come tante altre persone al mondo c'è già, significa utilizzare per il nuovo nascituro, risorse che potrebbero essere benissimo destinate e ripartite tra altre persone. Faranno loro, la mia scelta di non fare figli sarò un contributo alla società.
5 notes · View notes
ilquadernodelgiallo · 4 years ago
Quote
Le difficoltà di un'arte appaiono negli esemplari meno riusciti o addirittura cattivi di essa, i buoni danno invece la certezza di una facile riuscita, proprio perché tutto vi è risolto e la fatica non appare. Ci sentiremmo capaci di provare anche noi; siamo convinti, perlomeno, di avere la chiave del segreto; l'intelligenza e la calma faranno il resto. Nei cattivi esemplari, invece, le torture dell'idea che non riesce ad esprimersi sono di solito tanto evidenti da toglierci ogni coraggio. La materia non è diventata forma, invecchierà male, scoprirà la sua povera natura. Leonardo mi invogliò a diventare pittore, me ne distolse la mostra personale di... ____________________ Ero appena un ragazzo e non sopportavo, allora, quegli ammonimenti sconsolati che un paesaggio pieno di esperienza dà volentieri a chi sa guardarlo. ____________________ Nei miei ritratti infantili sempre mi colpisce uno sguardo di rimprovero, che non può essere diretto che a me. Sarei stato io la causa della sua futura infelicità, lo presentivo. ____________________ Cogliere l'incredibile nel gesto più solito, meravigliarsi sempre. Succede che la vita è piena di spettacoli non conformi alle nostre abitudini visive, spettacoli e forme che dovrebbero turbarci per la sconnessione col mondo circostante o per le allegorie che così hanno voluto disporli. Ma perdiamo forse tempo a notarli e a meravigliarcene? Se così fosse, ad ogni momento ci chiederemmo un perché, e forse niente e nessuno potrebbe risponderci. ____________________ È ancora necessario parlare correttamente per conseguire il successo nella buona società? Non viviamo forse in un'epoca in cui è doveroso esprimersi crudamente per sottolineare la propria spregiudicatezza? Oggi è la brava signora che si sforza di parlare come la fioraia. La famosa attrice parla invece come un vetturino; tutti l'ammirano, centro attrici minori si danno subito a imitarla per non apparire da meno; e il loro gergo entra nelle scuole medie. È anche doveroso nutrire ambizioni semplici e plateali, e giudicare il prossimo con sufficienza. [...] Gli uomini politici raccolgono consensi soltanto in virtù del turpiloquio che sanno sfoggiare. Nelle polemiche si tirano in ballo le famiglie e i parenti. Le ingiurie più sanguinose sono entrate nel dizionario giornalistico: servono per indicare gli avversari, chiunque siano. [...] Ecco spiegato perché un tale perde aderenti il giorno che comincia ad esprimersi con una certa correttezza: la sua politica, senza turpiloquio, è capace di farla chiunque. [...] La lingua corretta è oggi il malinconico distintivo della borghesia intellettuale, rovinata dalle buone letture e dalla buona educazione. ____________________ La politica, l'arte, la letteratura, il pensiero contemporaneo possono dormire tranquillamente: la mondanità li protegge. In un salotto scopriamo infine che in fondo a questi istruttivi giochi contemporanei si erge tuttavia, maestoso come un iceberg, l'antico buffet. Qui i convenuti depongono il loro ipocrita fervore davanti al volto impassibile dei camerieri. Non avranno mai la loro complicità. ____________________ Quando esco dal cinema, vado al caffè: eccoli qua, i bamboccioni di casa, cresciuti attorno al bigliardo, nel loro cifrario di scherzi: tutti "mammaroli", come dicono al mio paese di un ragazzo viziato. Per debolezza o inclinazione naturale hanno accettato l'amore esclusivo e feroce dei genitori, vi si sono adagiati, lasciando decidere a loro su tutto ciò che li riguarda: amicizie, carriere, amori; e assumendone la gretta filosofia, tutta volta alla conservazione, al disprezzo per i poveri (lo sono stati), al conformismo. Non sono nemmeno fascisti, perché può essere pericoloso e richiede un certo impegno. È certo difficile, vivendo qui, vincere la dolcezza dell'irresponsabilità, rifiutare la pappa pronta: e perciò questi giovani attorno al bigliardo, che si danno scapaccioni scherzosi, urlano e citano gli eroi della radio, hanno tutti l'aria di prigionieri incanagliti in un benessere senza speranze, reso anzi losco dalla paura dell'evasione, che in famiglia sono riusciti a inculcargli. ____________________ Furono insomma quei sorrisi a convincermi che Orwell ha sbagliato il suo 1984, mostrandoci, sotto la dittatura, un'umanità tetra e spaurita. Non è così: nelle dittature popolari tutti sorridono, sempre. Si può obiettare: Meglio! - Nient'affatto. La condanna a sorridere è più feroce, insopportabile, agghiacciante di quella creata dallo scrittore inglese, che ci permetterebbe almeno di restare seri. Se ne può dedurre che Orwell non aveva grande immaginazione, tale da superare la realtà di una dittature. Non ha saputo vedere quel che semplice funzionario della Propaganda sovietica ha realizzato: i "suoi" personaggi costretti a dormire con la paura che il loro sorriso possa spegnersi nel sonno. ____________________ Qualche volta ha un dubbio: tornare indietro, ai classici? Ma da che parte si comincia? Avanti, allora, sempre avanti. ____________________ Di una città, arrivandoci, mi piace la parte più evidente e comune. So che ogni città ha i suoi quartieri e i suoi angoli, che il passeggero non scoprirà mai e che fanno invece la delizia di chi vi abita: io preferisco ignorarli, sono luoghi, sensazioni che bisogna meritarsi con un lungo soggiorno. [...] Da tutto questo io deduco che sono un pessimo viaggiatore; di ogni nuova città mi resta solo un ricordo futile e straziante. ____________________ Ciò che mi piace di questo museo provinciale di Siviglia, messo in un vecchio convento secentesco, è il suo ricco disordine. Non c'è catalogo - lo stanno facendo. informa il custode - e nessun sovrintendente ha creduto di dover escludere dalle pareti le pere di minor valore che sono il sale di ogni raccolta, perché ci mostrano l'aspetto segreto di un secolo attraverso la cattiva pittura di tutti i giorni. Niente mi rattrista più della raccolta scelta e ordinata dello studioso che vuol dimostrare soltanto la sua tesi. I quadri preferisco vederli nell'ordine di acquisto, che è il migliore. La buona pittura viene esaltata dalla compagnia di quella più modesta, la quale a sua volta serve a metterci a nostro agio. ____________________ Sono gli "altri" che fanno apparire squallida e intollerabile la solitudine. ____________________ Più tardi il pensarci ci rattrista, facciamo varie ipotesi: chi sarà, come è arrivata a quel punto, come vive. E quella sua incrollabile sicurezza! È una sicurezza che la allontana dalla pazzia e dal suicidio o, forse, più semplicemente, la difende dalla solitudine. In queste donne la solitudine si ammanta di orpelli e di continui vani richiami, come quelle zattere che, andando alla deriva, inalberano le camicie dei naufraghi e sembrano, agli uccelli di mare, persino festose. ____________________ L'altra morale delle favole: - Nelle favole il principe si innamora di una contadinella, la sposa, vivono felici. È possibile. Ai tempi cui si riferiscono le favole, il principe poteva, anzi doveva innamorarsi della ragazza povera, perché in essa si condensavano simbolicamente l'innocenza, la bontà, la grazia naturale, la fede; o almeno si doveva pensare che così fosse. Non a caso, incontrandola, il principe le chiedeva per dissetarsi un semplice bicchier d'acqua. Oggi la ragazza povera ha tutte le ambizioni della sua coetanea ricca; e spesso la possibilità di realizzarle meglio; è più aggressiva, sente meno il ridicolo. Oggi, la diffusione delle notizie e delle immagini, così rapida da chiedere sempre nuove notizie e nuove immagini, porta fin nella capanna di Biancaneve l'eco delle volgari e comuni aspirazioni, l'eco della pubblicità, della lotta per la vanità e per l'esibizione, che appare l'unica lotta degna di essere combattuta. La pastorella si tiene al corrente, sogna il possibile, vi si addestra; e, se il principe si presenta, lo rattrista con la sua ammirazione per gli eroi del giorno, con la petulante conoscenza di quanto succede negli ambienti che ella vorrebbe frequentare, e che il principe vorrebbe dimenticare.
Ennio Flaiano, Diario notturno [Diario notturno]
11 notes · View notes
khrenek · 4 years ago
Text
Tumblr media
Dalla pagina facebook di AGEDO NAZIONALE
https://www.agedonazionale.org/
"L'ideologia del gender non esiste davvero. È una trovata propagandistica dei cattolici conservatori e della destra reazionaria che distorce gli studi di genere per creare consenso su posizioni sessiste e omofobe."
Si salvi chi può da coloro che, per combattere le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere, vogliono colonizzare le menti di bambini e bambine con una visione antropologica distorta, con un’azione di indottrinamento gender. Il monito l’ha lanciato, a più riprese, il mondo cattolico.
Lo ha fatto, per esempio, il cardinale Angelo Bagnasco in apertura del Consiglio della Conferenza episcopale italiana. Il Forum delle associazioni familiari dell’Umbria ha stilato addirittura un vademecum per difendersi dalla pericolosa introduzione nelle scuole italiane di percorsi formativi e di sensibilizzazione sul gender. Che si parli di educazione all’effettività, educazione sessuale, omofobia, superamento degli stereotipi, relazione tra i generi o cose simili, tutto secondo loro concorre a un unico scopo: l’indottrinamento. E anche l’estrema destra a Milano (ma non solo) ha lanciato la sua campagna “contro l’aggressione omosessualista nelle scuole milanesi” per frenare eventuali seminari “diseducativi”.
La diffusione dell’ideologia gender nelle scuole, secondo ProVita onlus, l’Associazione italiana genitori, l’Associazione genitori delle scuole cattoliche, Giuristi per la vita e Movimento per la Vita, è una vera emergenza educativa. Perché in sostanza, dietro al mito della lotta alla discriminazione, in realtà spesso si nasconde “l’equiparazione di ogni forma di unione e di famiglia e la normalizzazione di quasi ogni comportamento sessuale”. Tanto che, nello spot che ProVita ha realizzato per promuovere la petizione contro l’educazione al genere, una voce fuori campo chiede “Vuoi questo per i tuoi figli?”. Ma cos’è la teoria/ideologia gender?
La teoria del gender
Non esiste. Nessuno, in ambito accademico, parla di teoria del gender. È infatti un’espressione usata dai cattolici (più conservatori) e dalla destra più reazionaria per gridare “a lupo a lupo” e creare consenso intorno a posizioni sessiste e omofobe.
Significativa, per esempio, la posizione di monsignor Tony Anatrella che, nel libro La teoria del gender e l’origine dell’omosessualità, ci mette in guarda da questa fantomatica teoria, tanto pericolosa quanto oppressiva (più del marxismo), che si presenta sotto le mentite spoglie di un discorso di liberazione e di uguaglianza e vuole inculcarci l’idea che, prima d’essere uomini o donne, siamo tutti esseri umani e che la mascolinità e la femminilità non sono che costruzioni sociali, dipendenti dal contesto storico e culturale. Un’ideologia (udite, udite) che pretende che i mestieri non abbiano sesso e che l’amore non dipenda dall’attrazione tra uomini e donne. Talmente perniciosa, da essersi ormai insediata all’Onu, all’Unesco, all’Oms, in Parlamento europeo.
“Ma non ha alcun senso parlare di teoria del gender e men che mendo di ideologia del gender”, sostiene Laura Scarmoncin, che studia Storia delle donne e di genere alla South Florida University. “È un’arma retorica per strumentalizzare i gender studies che, nati a cavallo tra gli anni 70/80, affondano le loro radici nella cultura femminista che ha portato il sapere creato dai movimenti sociali all’interno dell’accademia. Così sono nati (nel mondo anglosassone) i dipartimenti dedicati agli studi di genere” e poi ai gay, lesbian e queer studies.
In sostanza, come spiega Sara Garbagnoli sulla rivista AG About Gender, la teoria del gender è un’invenzione polemica, un’espressione coniata sul finire degli anni ’90 e i primi 2000 in alcuni testi redatti sotto l’egida del Pontificio consiglio per la famiglia con l’intento di etichettare, deformare e delegittimare quanto prodotto in questo campo di studi. Poi ha avuto una diffusione virale quando, in particolare negli ultimi due-tre anni, è entrata negli slogan di migliaia di manifestanti, soprattutto in Francia e in Italia, contrari all’adozione di riforme auspicate per ridurre le discriminazioni subite dalle persone non eterosessuali.
“È un blob di slogan e di pregiudizi sessisti e omofobi”. Un’etichetta fabbricata per distorcere qualunque intervento, teorico, giuridico, politico o culturale, che voglia scardinare l’ordine sessuale fondato sul dualismo maschio/femmina (e tutto ciò che ne consegue, come subordinazione, discriminazione, disparità, ecc.) e sull’ineluttabile complementarietà tra i sessi.
Secondo gli ideatori dell’espressione teoria/ideologia del genere, nasciamo maschi o femmine. Punto. Il sesso biologico è l’unica cosa che conta. L’identità sessuale non si crea, ma si riceve. E il genere è una fumisteria accademica, come scrive Francesco Bilotta, tra i soci fondatori di Avvocatura per i diritti Lgbti – Rete Lenford.
In realtà gli studi di genere costituiscono un campo di indagine interdisciplinare che si interroga sul genere e sul modo in cui la società, nel tempo e a latitudini diverse, ha interpretato e alimentato le differenze tra il maschile e il femminile, legittimando non solo disparità tra uomini e donne, ma anche negando il diritto di cittadinanza ai non eterosessuali.
L’identità sessuale
Gli studi di genere non negano l’esistenza di un sesso biologico assegnato alla nascita, né che in quanto tale influenzi gran parte della nostra vita. Sottolineano però che il sesso da solo non basta a definire quello che siamo. La nostra identità, infatti, è una realtà complessa e dinamica, una sorta di mosaico composto dalle categorie di sesso, genere, orientamento sessuale e ruolo di genere.
Il sesso è determinato biologicamente: appena nati, cioè, siamo categorizzati in femmine o maschi in base ai genitali (a volte, però, genitali ambigui rendono difficile collocare il neonato o la neonata nella categoria maschio o femmina, si parla allora di intersessualità).
Il genere invece è un costrutto socioculturale: in altre parole sono fattori non biologici a modellare il nostro sviluppo come uomini e donne e a incasellarci in determinati ruoli (di genere) ritenuti consoni all’essere femminile e maschile. La categoria di genere ci impone, cioè, sulla base dell’anatomia macroscopica sessuale (pene/vagina) e a seconda dell’epoca e della cultura in cui viviamo, delle regole cui sottostare: atteggiamenti, comportamenti, ruoli sociali appropriati all’uno o all’altro sesso.
Il genere, in sostanza, si acquisisce, non è innato, ha a che fare con le differenze socialmente costruite fra i due sessi. Non a caso nel tempo variano i modelli socioculturali, e di conseguenza le cornici di riferimento entro cui incasellare la propria femminilità o mascolinità.
L’identità di genere riguarda il sentirsi uomo o donna. E non sempre coincide con quella biologica: ci si può, per esempio, sentire uomo in un corpo da donna, o viceversa (si parla in questo caso di disforia di genere).
Altra cosa ancora è l’orientamento sessuale: l’attrazione cioè, affettiva e sessuale, che possiamo provare verso gli altri (dell’altro sesso, del nostro stesso sesso o di entrambi).
Educare al genere
“Nelle nostre scuole – sottolinea Nicla Vassallo, ordinario di filosofia teoretica all’Università di Genova – a differenza di quanto si è fatto in altri Paesi, non c’è mai stata una vera e propria educazione sessuale e anche per questo l’Italia è arretrata rispetto alla considerazione delle categorie di sesso e genere. Eppure, educare i genitori e dare informazioni corrette agli insegnanti affinché parlino in modo ragionato, e non dogmatico, di sesso, orientamento sessuale, identità e ruoli di genere, a figli e scolari è molto importante perché sono concetti determinanti per comprendere meglio la nostra identità personale. E per essere cittadini occorre sapere chi si è”.
Educare al genere (come si legge nel bel saggio Educare al genere) significa, in fondo, sostenere la crescita psicologica, fisica, sessuale e relazionale, affinché i bambini e le bambine di oggi possano progettare il proprio futuro al di là delle aspettative sulla mascolinità e la femminilità.
Basti pensare, come scrivono le curatrici nell’introduzione, all’appellativo effeminato che viene usato per descrivere quegli uomini che non si comportano da “veri maschi” (coraggiosi, determinati , tutti di un pezzo, che non devono chiedere mai) e danno libero sfogo alle emozioni tradendo lo stereotipo dominante. E la scuola può (deve) avere un ruolo fondamentale per scalfire gli stereotipi di genere, ancora fin troppo radicati nella nostra società, offrendo a studenti e studentesse gli strumenti utili e necessari per diventare gli uomini e le donne che desiderano.
Educare al genere significa dunque interrogarsi sul modo in cui le varie culture hanno costruito il ruolo sociale della donna e dell’uomo a partire dalle caratteristiche biologiche (genitali). Contrastare quegli stereotipi e quei luoghi comuni, socialmente condivisi, che finiscono col determinare opportunità e destini diversi a seconda del colore del fiocco (rosa o azzurro) che annuncia al mondo la nostra nascita.
Concedere diritto di cittadinanza ai diversi modi di essere donna e uomini. E significa anche riflettere “sul fatto che le attuali dicotomie di sesso (maschio/femmina) e di genere (uomo/donna) non sono in grado, di fatto, di descrivere la complessità della realtà” sottolinea Vassallo. E dietro questa consapevolezza non ci sono le famigerate lobby Lgbt, ma decenni di studi interdisciplinari.
A scuola per scalfire stereotipi e pregiudizi
Trasmettere ai bambini e alle bambine, attraverso alcune attività ludico-didattiche, il valore delle pari opportunità e abbattere tutti quegli stereotipi che, fin dalla più tenera età, imprigionano maschi e femmine in ruoli predefiniti, granitici, e sono alla base di molte discriminazioni, è l’obiettivo del progetto Il gioco del rispetto.
Dopo la fase pilota dello scorso anno, sta per partire in alcune scuole dell’infanzia del Friuli Venezia Giulia. Accompagnato però da non poche polemiche alimentate, ancora una volta, da chi vuole tenere lontano dalle scuole l’educazione al genere. Come se possa esserci qualcosa di pericoloso nell’illustrare (lo fa uno dei giochi del kit didattico) un papà alle prese con il ferro da stiro e una mamma pilota d’aereo. Alcuni l’hanno definito “una pubblica vergogna”, un tentativo di “costruire un mondo al contrario“, l’ennesima propaganda gender, “lesivo della dignità dei bambini” e inopportuno, perché non avrebbe senso sensibilizzare i bambini contro la violenza sulle donne, “come se un bambino di 4 o 5 anni potesse essere un mostro, picchiatore o stupratore“.
Eppure, poter riflettere sugli stereotipi sessuali, combattere i pregiudizi, sviluppare consapevolezza dei condizionamenti storico-culturali che riceviamo, serve anche a prevenire comportamenti violenti e porre le basi per una società più civile.
Le esperienze italiane
Lungo lo Stivale sono diversi i progetti che si prefiggono di abbattere pregiudizi e stereotipi in classe. Per esempio, l’associazione Scosse ha promosso l’anno scorso a Roma La scuola fa differenza, per colmare, attraverso percorsi formativi rivolti a educatori e insegnanti dei nidi e delle scuole dell’infanzia, le carenze del nostro sistema scolastico in merito alla costruzione delle identità di genere, all’uso di un linguaggio non sessista e al contrasto alle discriminazioni. Da diversi anni lo fa anche la Provincia di Siena nelle scuole di ogni ordine e grado.
Così come “da un po’ di anni ”, spiega Davide Zotti, responsabile nazionale scuola Arcigay, “attività di prevenzione dell’omofobia e del bullismo omofobico sono organizzate nelle scuole italiane da Arcigay, Agedo e altre associazioni, attraverso percorsi di educazione al rispetto delle persone omosessuali”.
In Toscana, per esempio, la Rete Lenford ha coordinato una rete di associazioni impegnate in percorsi didattici contro le violenze di genere e il bullismo omotransfobico, per una scuola inclusiva. E a Roma l’Assessorato alla scuola, infanzia, giovani e pari opportunità ha promosso, in collaborazione con la Sapienza, il progetto lecosecambiano@roma, rivolto alle studentesse e agli studenti degli istituti superiori della Capitale. Apripista, però, è stato il Friuli Venezia Giulia, dove da cinque anni Arcigay e Arcilesbica portano avanti il progetto A scuola per conoscerci, che nel 2010 ha ricevuto l’apprezzamento da parte del Capo dello Stato, per il coinvolgimento degli studenti nella formazione civile contro ogni forma di intolleranza e di discriminazione.
Inoltre, il ministero per le Pari opportunità e l’Unar (Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali a difesa delle differenze) hanno elaborato una strategia nazionale per la prevenzione, rispondendo a una raccomandazione del Consiglio d’Europa di porre rimedio alle diffuse discriminazioni legate all’orientamento sessuale e all’identità di genere (nelle scuole, nel mondo del lavoro, nelle carceri e nei media). In quest’ambito, l’Istituto Beck ha realizzato degli opuscoli informativi per fornire ai docente strumenti utili per educare alla diversità, facendo riferimento alle posizioni della comunità scientifica nazionale e internazionale sui temi dell’orientamento sessuale e del bullismo omofobico. E sono stati organizzati dei corsi di formazione per tutte le figure apicali del mondo della scuola, al fine di contrastare e prevenire la violenza, l’esclusione sociale, il disagio e la dispersione scolastica legata alle discriminazioni subite per il proprio orientamento sessuale.
Da qui la levata di scudi contro l’ideologia gender che destabilizzerebbe le menti di bambini e adolescenti. Perché non solo tra moglie e marito, ma anche tra genitori e figli non si deve mettere il dito: guai a mettere in discussione la famiglia tradizionale e a istillare domande nella testa di bambini e adolescenti che abbiano a che fare con l’identità (sessuale), l’affettività o la sessualità.
Il genere come ideologia
“Se qualcuno del gender ha fatto un’ideologia è stata la Chiesa cattolica”. Non ha dubbi in proposito la Vassallo che, nel suo ultimo libro Il matrimonio omosessuale è contro natura (Falso!), ci mette in guardia dall’errore grossolano di far coincidere la femmina (quindi il sesso, categoria biologica) con la donna (il genere, categoria socioculturale), o il maschio con l’uomo: negando, in questo modo, identità e personalità a ogni donna e a ogni uomo.
“Nei secoli, infatti, la Chiesa cattolica ha costruito l’idea che uomo e donna siano complementari e si debbano accoppiare per riprodursi”. Questo, in pratica, sarebbe il solo ordine naturale possibile. “Invece, se oggi parliamo di decostruzione del genere, non lo facciamo per una presa di posizione ideologica, ma partendo dalla costatazione che, di fatto, non ci sono solo due sessi (ce lo dice la biologia, si pensi all’intersessualità), ci sono più generi e non c’è un unico orientamento sessuale: ovvero quello eterosessuale, che la Chiesa ha sempre promosso, etichettando come contro natura quello omosessuale”.
Ma la natura non è omofoba. Anzi. Nel libro In crisi d’identità, Gianvito Martino, direttore della divisione di Neuroscienze del San Raffaele di Milano, spiega (e documenta) che è un gran paradosso etichettare l’omosessualità, ma anche il sesso non finalizzato alla riproduzione, come contro natura. Ci sono infatti organismi bisessuali, multisessuali o transessuali, la cui dubbia identità di genere è essenziale per la loro sopravvivenza. Additare quindi come contro natura certi comportamenti significa ignorare la realtà delle cose, scegliendo deliberatamente di essere contro la natura.
“Inoltre, – aggiunge lo psichiatra e psicoanalista Vittorio Lingiardi, ordinario di psicologia dinamica alla Sapienza di Roma – non solo ciò che è considerato caratteristico della donna o dell’uomo cambia nel corso della storia e nei diversi contesti culturali, ma anche il concetto di famiglia ha conosciuto e sempre più spesso conosce configurazioni diverse: famiglie nucleari, adottive, monoparentali, ricombinate, omogenitoriali, allargate, ricomposte, ecc. Delegittimarle significa danneggiare le vite reali di molti genitori e dei loro figli. Ci sono molti modi, infatti, di essere genitori (e non tutti sono funzione del genere). Non lo affermo io, ma le più importanti associazioni scientifiche e professionali nel campo della salute mentale dopo più di quarant’anni di osservazioni cliniche e ricerche scientifiche, dall’American Academy of Pediatrics, alla British Psychological Society, all’Associazione Italiana di Psicologia”.
“In sostanza – conclude Lingiardi – adulti coscienziosi e capaci di fornire cure, che siano uomini o donne, etero o omosessuali, possono essere ottimi genitori. Ciò di cui i bambini hanno bisogno è sviluppare un attaccamento verso genitori coinvolti, competenti, responsabili. Una famiglia, infatti, non è soltanto il risultato di un accoppiamento riproduttivo, ma è soprattutto il risultato di un desiderio, di un progetto e di un legame affettivo e sociale”.
Simona Regina
3 notes · View notes