#educare con i libri
Explore tagged Tumblr posts
pier-carlo-universe · 5 months ago
Text
Storia di un Fiocco: La magia della natura e il ciclo dell’acqua raccontati ai più piccoli. Recensione di Alessandria today
Un viaggio delicato e poetico nella fragilità della neve e nella meraviglia delle trasformazioni naturali, a misura di bambino
Un viaggio delicato e poetico nella fragilità della neve e nella meraviglia delle trasformazioni naturali, a misura di bambino. Storia di un Fiocco è un incantevole racconto per bambini, scritto da Eleonora Traverso e illustrato da Michele Bosco, che invita i più piccoli a esplorare la bellezza e la transitorietà della natura attraverso gli occhi curiosi di un bambino. La storia inizia quando un…
0 notes
canesenzafissadimora · 2 months ago
Text
I sentimenti si apprendono. Gli antichi imparavano i sentimenti attraverso le storie mitologiche. Se guardiamo alla storia greca ci ritroviamo tutta la gamma dei sentimenti possibili, Zeus il potere, Afrodite l’amore, Atena l’intelligenza, Apollo la bellezza, etc. C’era tutta la fenomenologia dei sentimenti umani. Noi invece li impariamo attraverso la letteratura, che è il luogo dove si apprende che cosa sono il dolore, la noia, l’amore, la disperazione, il suicidio, la passione, il romanticismo. Ma se la letteratura non viene “frequentata” e i libri non vengono letti, se la scuola disamora allora il sentimento non si forma. E se la cultura non interviene, i ragazzi rimangono a livello d’impulso o al massimo di emozione.
Da qui la necessità di educare al sentimento, a partire dalle favole per bambini dove si impara cosa è bene e cosa è male, e poi, crescendo, con la scuola dove si apprende dalla letteratura tutta la gamma dei sentimenti, i loro nomi e i loro possibili percorsi. E solo grazie a questo corredo culturale si acquisisce quella sensibilità psichica capace di distinguere il bene dal male, l'amore dall'odio, la partecipazione dall'indifferenza.[...]. Non sentire più la differenza tra bene e male, tra il giusto e l’ingiusto, tra ciò che grave e ciò che non lo è, denota una mappa emotiva non costituita.
Umberto Galimberti
13 notes · View notes
diceriadelluntore · 1 year ago
Text
I Miei Libri del 2023
Leggere libri è il gioco più bello che l’umanità abbia inventato. Wisława Szymborska
1 - Benjamin Stevenson - Tutti nella mia famiglia hanno ucciso qualcuno
2 - Bernardo Zannoni - I miei stupidi intenti
3 - Michela Marzano - L'amore che mi resta
4 - Martin Griffin - L'impostore
5 - Eric Fouassier - L'ufficio degli affari occulti
6 - Wendy Doniger - L'anello della verità
7 - Peter Hopkirk - Il Grande Circo
8 - Carmine Pinto - Il Brigante e il Generale
9 - Susan Cain - Il dono della malinconia
10 - Dennis Duncan - Indice, Storia dell'
11 - Maria Grazia Calandrone - Dove non mi hai portata
12 - Eshkol Nevo - Tre Piani
13 - Marcus Du Sautoy - L'enigma dei numeri primi
14 - Pietro Trifone - Brutte, sporche e cattive
15 - Giuseppe Barbera - Agrumi. Una Storia del Mondo
16 - Gianrico Carofiglio - Della gentilezza e del coraggio
17 - Audrey Magee - La colonia
18 - Edith Wharton - L'età dell'innocenza
19 - Antti Tuomainen - Il fattore coniglio
20 - Geoff Dyer - Natura morta con custodia di sax
21 - Franco Lorenzoni - Educare controvento
22 - Toshikazu Kawaguchi - Finché il caffè è caldo
23 - Florian Illies - 1913
24 - Francesco Paolo De Ceglia - Vampyr
25 - Richard Osman - Il Club dei delitti del giovedì
26 - Giulio Boccaletti - Acqua
27 - Domenico Dara - Malinverno
28 - Alessandra Necci - Al cuore dell'Impero
29 - Andrew Verghese - Il patto dell'acqua
30 - J.F. Powers - Morte d'Urban
31 - Imma Eramo - Il Mondo Antico in 20 Stratagemmi
32 - Gianni Solla - Il ladro di quaderni
33 - Alice Cappagli - Niente caffè per Spinoza
34 - A.K. Blakemore - Le streghe di Manningtree
35 - A.J. West - La meccanica degli spiriti
36 - Eric Fouassier - Il fantasma del Vicario
37 - Beatrice Salvioni - La Malnata
Nel 2023, finalmente, ho superato le 10 mila pagine lette, arrivando a quota 11336. Era un piccolo limite personale, niente di competitivo, ma il fatto di aver cambiato metodo di lettura mi ha aiutato nell'intento. Quest'anno ho letto anche libri su consigli di amici di Tumblr, uno tra questi è stato un regalo graditissimo. Per quelle vie misteriose e magiche che i libri ti fanno seguire, a volte ho comprato, senza saperlo, libri che sono complementari per tematiche e trame. Obiettivo del prossimo anno è leggere un classico a trimestre. Se ci sono curiosità sui titoli, chiedete!
52 notes · View notes
smokingago · 2 years ago
Text
I sentimenti si apprendono. Gli antichi imparavano i sentimenti attraverso le storie mitologiche. Se guardiamo alla storia greca ci ritroviamo tutta la gamma dei sentimenti possibili, Zeus il potere, Afrodite l’amore, Atena l’intelligenza, Apollo la bellezza, etc. C’era tutta la fenomenologia dei sentimenti umani. Noi invece li impariamo attraverso la letteratura, che è il luogo dove si apprende che cosa sono il dolore, la noia, l’amore, la disperazione, il suicidio, la passione, il romanticismo. Ma se la letteratura non viene “frequentata” e i libri non vengono letti, se la scuola disamora allora il sentimento non si forma. E se la cultura non interviene, i ragazzi rimangono a livello d’impulso o al massimo di emozione. Da qui la necessità di educare al sentimento, a partire dalle favole per bambini dove si impara cosa è bene e cosa è male, e poi, crescendo, con la scuola dove si apprende dalla letteratura tutta la gamma dei sentimenti, i loro nomi e i loro possibili percorsi. E solo grazie a questo corredo culturale si acquisisce quella sensibilità psichica capace di distinguere il bene dal male, l'amore dall'odio, la partecipazione dal l'indifferenza. Ma la famiglia e la scuola oggi educano al sentimento? Questa è la domanda da rivolgere non a Dio, ma alle nostre istituzioni educative. Umberto Galimberti, Intervista
39 notes · View notes
lamemoriainfinita2023 · 1 year ago
Text
THE ETERNAL MEMORY
Tumblr media
✔️ 𝐒𝐓𝐑𝐄𝐀𝐌𝐈𝐍𝐆 𝐎𝐑𝐀 𝐐𝐔𝐈 ▶ https://t.co/mbVSpVihkt
:: Trama La Memoria infinita ::
L'attrice Paulina Urrutia e il giornalista e scrittore Augusto Góngora sono innamorati da oltre vent'anni. Paulina, nata nel 1969, nei primi anni Duemila è stata anche Ministro del Consiglio Nazionale per la Cultura e le Arti in Cile. Classe 1952, Augusto è stato un noto reporter e produttore. Con inchieste televisive e libri si è occupato a lungo del passato più nero del suo Paese, la dittatura del generale Augusto Pinochet, imposta nel 1973 e durata per tutti gli anni Ottanta. Quando nel 2014 gli viene diagnosticata la malattia di Alzheimer, Paulina assume il ruolo di sua caregiver, fino alla morte di Augusto, avvenuta il 19 maggio 2023.
Un film (in Italiano anche pellicola) è una serie di immagini che, dopo essere state registrate su uno o più supporti cinematografici e una volta proiettate su uno schermo, creano l'illusione di un'immagine in movimento.[1] Questa illusione ottica permette a colui che guarda lo schermo, nonostante siano diverse immagini che scorrono in rapida successione, di percepire un movimento continuo.
Il processo di produzione cinematografica viene considerato ad oggi sia come arte che come un settore industriale. Un film viene materialmente creato in diversi metodi: riprendendo una scena con una macchina da presa, oppure fotografando diversi disegni o modelli in miniatura utilizzando le tecniche tradizionali dell'animazione, oppure ancora utilizzando tecnologie moderne come la CGI e l'animazione al computer, o infine grazie ad una combinazione di queste tecniche.
L'immagine in movimento può eventualmente essere accompagnata dal suono. In tale caso il suono può essere registrato sul supporto cinematografico, assieme all'immagine, oppure può essere registrato, separatamente dall'immagine, su uno o più supporti fonografici.
Con la parola cinema (abbreviazione del termine inglese cinematography, "cinematografia") ci si è spesso normalmente riferiti all'attività di produzione dei film o all'arte a cui si riferisce. Ad oggi con questo termine si definisce l'arte di stimolare delle esperienze per comunicare idee, storie, percezioni, sensazioni, il bello o l'atmosfera attraverso la registrazione o il movimento programmato di immagini insieme ad altre stimolazioni sensoriali.[2]
In origine i film venivano registrati su pellicole di materiale plastico attraverso un processo fotochimico che poi, grazie ad un proiettore, si rendevano visibili su un grande schermo. Attualmente i film sono spesso concepiti in formato digitale attraverso tutto l'intero processo di produzione, distribuzione e proiezione.
Il film è un artefatto culturale creato da una specifica cultura, riflettendola e, al tempo stesso, influenzandola. È per questo motivo che il film viene considerato come un'importante forma d'arte, una fonte di intrattenimento popolare ed un potente mezzo per educare (o indottrinare) la popolazione. Il fatto che sia fruibile attraverso la vista rende questa forma d'arte una potente forma di comunicazione universale. Alcuni film sono diventati popolari in tutto il mondo grazie all'uso del doppiaggio o dei sottotitoli per tradurre i dialoghi del film stesso in lingue diverse da quella (o quelle) utilizzata nella sua produzione.
Le singole immagini che formano il film sono chiamate "fotogrammi". Durante la proiezione delle tradizionali pellicole di celluloide, un otturatore rotante muove la pellicola per posizionare ogni fotogramma nella posizione giusta per essere proiettato. Durante il processo, fra un frammento e l'altro vengono creati degli intervalli scuri, di cui però lo spettatore non nota la loro presenza per via del cosiddetto effetto della persistenza della visione: per un breve periodo di tempo l'immagine permane a livello della retina. La percezione del movimento è dovuta ad un effetto psicologico definito come "fenomeno Phi".
2 notes · View notes
scienza-magia · 2 months ago
Text
Analisi sociologica della Wicca
Tumblr media
In questo articolo esploreremo la Wicca dal punto di vista sociologico esaminando come interagisce con la società contemporanea e come è influenzata dai cambiamenti sociali e culturali. Per comprendere la Wicca dal punto di vista sociologico è fondamentale esaminare le sue origini storiche e la sua rinascita nel XX secolo. Le pratiche spirituali nelle antiche religioni pagane europee sono alla base della Wicca moderna. Tuttavia è solo negli anni 50 che la Wicca ha iniziato a guadagnare popolarità che ha riportato alla luce queste antiche tradizioni in una epoca di grande mutamento culturale. Il contesto sociale degli anni 50 e 60 caratterizzato da movimenti di controcultura come il femminismo e il movimento New Age ha avuto un impatto significativo sulla diffusione della Wicca. Questi movimenti hanno promosso un ritorno alle pratiche spirituali naturali e un rifiuto delle rigide strutture religiose tradizionali. La percezione della Wicca nella società è cambiata notevolmente nel corso degli anni. Inizialmente vista con sospetto è spesso associata a pratiche esoteriche oscure la Wicca ha gradualmente guadagnato una maggiore accettazione. Questo cambiamento della percezione sociale della Wicca è stato influenzato in parte dalla rappresentazione della Wicca nei media. Senza nessun dubbio film serie tv e libri hanno determinato una maggiore comprensione pubblica della Wicca. Ad esempio la rappresentazione delle streghe nei mass media un tempo limitato a figure malvage e sinistre ha iniziato a rappresentare ritratti più propositivi e realistici dei praticanti wiccan. Tale evoluzione ha aiutato a demistificare la Wicca presentandola come una pratica spirituale legittima. In alcune nazioni la Wicca è riconosciuta come religione ufficiale. Ma il riconoscimento della Wicca come religione cambia da nazione a nazione. A livello sociale la Wicca continua a lottare contro stereotipi negativi e pregiudizi. Tuttavia la crescente visibilità e la rappresentazione positiva nei media stanno contribuendo a un lento ma costante cambiamento della percezione pubblica. Le comunità wiccan stanno anche elaborando attivamente per educare il pubblico e promuovere una comprensione più profonda delle loro pratiche e credenza. Riguardo le comunità wiccan dobbiamo dire che esse sono diverse e variegate riflettendo la natura inclusiva della religione stessa. I praticanti possono scegliere di unirsi a coven gruppi organizzati che offrono un senso di appartenenza e supporto spirituale oppure possono praticare da soli. I coven sonno guidati da leader spirituali e seguono rituali e cerimonie specifiche mentre i praticanti solitari godono di una maggiore libertà intellettuale. Le celebrazioni comunitarie come i Sabbat e gli Esbat rivestono un ruolo fondamentale nella coesione delle comunità wiccan. La tecnologia ha anche avuto un impatto significativo sulla formazione delle comunità wiccan. Infatti i gruppi online e le piattaforme di social media permettono ai praticanti di connettersi e condividere esperienze a livello globale superando le barriere geografiche. Uno degli aspetti più significativi della Wicca è la sua natura inclusiva. La Wicca accoglie praticanti di tutte le identità di genere orientamenti sessuali etnie e background culturali. Questo approccio inclusivo riflette i valori fondamentali della Wicca che promuove l’uguaglianza e il rispetto per tutte le forme di vita. Tuttavia le comunità wiccan devono affrontare sfide legate all’inclusività e alla diversità. Ad esempio i riti di passaggio possono essere adattati per riflettere nelle diverse identità di genere e le celebrazioni comunitarie possono includere pratiche e simboli che rispettano e tengono conto delle tradizioni culturali dei partecipanti. Le comunità wiccan sono anche coinvolte in iniziative per promuovere la diversità come seminari sull’inclusività e progetti comunitari che mirano a supportare le minoranze. Interessanti e importanti sono anche i rapporti tra la Wicca e il mutamento sociale. La Wicca non è solo una religione ma anche un movimento sociale che promuove valori di sostenibilità e giustizia. I praticanti wiccan sono spesso coinvolti in battaglie ecologiche promuovendo pratiche sostenibili e rispettose dell’ambiente. La connessione spirituale con la natura riveste un ruolo centrale nella Wicca e tale fatto si riflette nell’impegno della protezione dell’ambiente. Inoltre la Wicca promuove la giustizia sociale l’uguaglianza. I praticanti wiccan sono attivamente coinvolti in iniziative per i diritti umani l’uguaglianza di genere e la lotta contro le discriminazioni. Questo impegno si riflette nei valori della Wicca che promuove il rispetto e l’uguaglianza per tutte le persone indipendentemente dalla loro identità. Prenderemo ora in considerazione alcuni studi sociologici riguardanti la Wicca. Tale nuova religione è stata oggetto di numerosi studi sociologici che hanno preso in considerazione le dinamiche interne delle comunità wiccan l’evoluzione delle pratiche religiose e l’interazione con la società più ampia. Questi studi utilizzano diverse metodologie di ricerca tra cui l’etnografia l’analisi del discorso e le interviste qualitative. Tali metodologie di ricerca hanno lo scopo di comprendere meglio il fenomeno wiccan e il suo impatto sulla società contemporanea. Per fare un esempio studi etnografici hanno esplorato come le comunità wiccan si organizzano e come i praticanti costituiscono la loro identità spirituale. L’analisi del discorso esaminato come la Wicca viene rappresentata nei media e come queste rappresentazioni influenzano la percezione pubblica e sociale della Wicca. Le interviste qualitative hanno offerto approfondimenti sulle esperienze personali dei praticanti. Tali interviste hanno altresì rivelato le motivazioni le convinzioni che guidano la pratica degli adepti wiccan. Molto interessanti sono le teorie sociologiche applicate allo studio e alla comprensione di tale religione magica. Non esiste nessun dubbio che le teorie sociologiche possono offrire strumenti preziosi per comprendere la Wicca e il suo sviluppo. Ad esempio la teoria dell’interazione simbolica può aiutare a spiegare come i praticanti wiccan costruiscono significati condivisi attraverso rituali e simboli. Questa teoria sociologica mette in evidenza l’importanza delle interazioni quotidiane e dei simboli che emergono da queste interazioni nella costruzione della realtà sociale per la Wicca i simboli sono carichi di significati profondi e vengono utilizzati nei rituali per creare un senso di comunità e di appartenenza tra i praticanti. La teoria della costruzione dell’identità può far comprendere come i praticanti wiccan negoziano ed affermano la loro identità spirituale in un contesto sociale più ampio. Questa teoria prende in considerazione come le persone costruiscono e mantengono la propria identità attraverso processi sociali e culturali. Per gli adepti della Wicca l’identità wiccan è spesso costruita attraverso la partecipazione a rituali e l’utilizzo di pratiche ecologiche e sostenibili. La costruzione delle identità wiccan può anche implicare una resistenza agli stereotipi negativi e alla discriminazione. Infine le dinamiche di potere all’interno delle comunità wiccan possono essere studiate attraverso la lente delle teorie del potere e dell’autorità. Tali teorie esplorano come il potere viene distribuito esercitato e gestito all’interno delle comunità e come le relazioni di potere influenzano le pratiche sociali e religiose. Dobbiamo mettere in evidenza che nella Wicca il potere è spesso visto come qualcosa di fluido e condiviso. Infatti i praticanti wiccan sono soliti porre l’accento sulla collaborazione e sul consenso piuttosto che sulla gerarchia tradizionale. I sociologi sostengono che tale struttura di potere può rivelarsi molto utile per gli adepti della Wicca essendo funzionale al raggiungimento degli obiettivi che caratterizzano le comunità wiccan. Prof. Giovanni Pellegrino Read the full article
0 notes
cinquecolonnemagazine · 11 months ago
Text
Fumetti fascisti: Il Balilla
I Fumetti fascisti ebbero una grande fortuna durante il regime. Amati dai più piccoli, erano uno strumento di propaganda privilegiato. Tra questi, uno dei più famosi fu "Il Balilla" che fu pubblicato per tutto il ventennio. Fumetti fascisti come strumento di propaganda del regime Come diffusamente ci riportano i libri di storia, la propaganda fu l'anima del regime fascista. I vertici del regime sapevano che era assolutamente necessario far percepire alla popolazione che quanto stabilito e ordinato dal Duce Benito Mussolini fosse giusto. Questa necessità era espressa in ogni momento e attraverso qualunque strumento. La propaganda era diretta a tutti, uomini, donne, adulti, bambini con messaggi personalizzati. Da ex maestro elementare, Benito Mussolini sapeva quanto potesse essere utile alla causa educare i più piccoli per ritrovarsi adulti già inquadrati. Così decise di arrivare a questa tenera età, oltre che con lo sport, anche con un'altra attività molto amata: la lettura dei fumetti. Il fumetto tra i più famosi del periodo fu senza ombra di dubbio "Il Balilla" Il Balilla Nato come "Giornale dei Balilla", iniziò le sue pubblicazioni il 18 febbraio 1923 come organo ufficiale dei gruppi Balilla. Il direttore responsabile era Defendente De Amici che si avvalse della collaborazione di Filiberto Scarpelli e Filiberto Mateldi. L'editore fu la Casa Editrice Imperia di Milano. A partire dal giugno 1925, il periodico uscì come supplemento del quotidiano Il Popolo d'Italia, organo del Partito nazionale fascista. Dal 5 giugno 1931, invece, divenne organo dell'Opera Nazionale Balilla. Il periodico era dedicato ai bambini mentre per le bambine fu pubblicata la rivista "La Piccola Italiana". La rivista cambiò impostazione grafica diverse volte e poté contare sulla collaborazione di nomi quali: Antonio Rubino, Attilio Mussino, Edina Altara, Piero Bernardini, Enrico Novelli alias Yambo, Guido Moroni Celsi e Giovanni Manca. Adelmo e Trippardello furono alcuni dei personaggi che trovarono posto sulle pagine della rivista insieme a Tiradritto e Gambalesta. Immancabili i bravi Balilla sempre pronti a riportare l'ordine dopo il caos, ad allontanare da Pinocchio, a suon di bastonate, il gatto e la volpe per poi far indossare anche al burattino l'uniforme e trasformarlo in un fascista perfetto. Durante la guerra, De Seta disegnò diverse filastrocche con caricature del presidente americano Franklin Delano Roosevelt, detto "Rusveltaccio", del re Giorgio VI d'Inghilterra, ribattezzato "Giorgetto" e del suo primo ministro Winston Churchill, detto "Ciurcillone". La rivista uscì tutte le settimane dal 1923 al 1943 con oltre mille numeri. L'opera nazionale Balilla L'Opera Nazionale Balilla (ONB) era un'organizzazione giovanile istituita durante il regime fascista in Italia. Fondata nel 1926, l'ONB prendeva il nome da Balilla, un ragazzo genovese leggendario per aver scagliato una pietra contro le truppe austriache nel 1746 durante l'assedio di Genova. L'ONB era concepita come un'organizzazione paramilitare per ragazzi e ragazze di età compresa tra gli 8 e i 18 anni, con lo scopo di addestrarli fisicamente e mentalmente secondo i principi fascisti. I giovani membri dell'ONB venivano sottoposti a un rigido addestramento militare, che includeva esercizi di marcia, ginnastica, tiro al bersaglio e altre attività simili. Oltre all'addestramento militare, l'ONB promuoveva anche l'ideologia fascista tra i giovani, insegnando loro valori come disciplina, obbedienza, lealtà al regime e senso di appartenenza alla comunità nazionale italiana. La propaganda fascista veniva diffusa attraverso le attività dell'ONB, che includevano adunanze, discorsi politici, eventi culturali e attività ricreative. L'ONB era strettamente controllata dal Partito Nazionale Fascista (PNF) e svolgeva un ruolo importante nel controllo sociale e nell'indottrinamento dei giovani italiani secondo l'ideologia fascista. Dopo la caduta del regime fascista alla fine della Seconda Guerra Mondiale, nel 1945, l'Opera Nazionale Balilla fu sciolta e dichiarata fuorilegge, insieme al Partito Fascista e alle sue organizzazioni affiliate. In copertina foto di tunechick83 da Pixabay Read the full article
0 notes
la-memoria-infinita-cb01 · 1 year ago
Text
THE ETERNAL MEMORY/La Memoria infinita
Tumblr media
✔️ 𝐒𝐓𝐑𝐄𝐀𝐌𝐈𝐍𝐆 𝐎𝐑𝐀 𝐐𝐔𝐈 ▶ https://t.co/mbVSpVihkt
:: Trama La Memoria infinita ::
L'attrice Paulina Urrutia e il giornalista e scrittore Augusto Góngora sono innamorati da oltre vent'anni. Paulina, nata nel 1969, nei primi anni Duemila è stata anche Ministro del Consiglio Nazionale per la Cultura e le Arti in Cile. Classe 1952, Augusto è stato un noto reporter e produttore. Con inchieste televisive e libri si è occupato a lungo del passato più nero del suo Paese, la dittatura del generale Augusto Pinochet, imposta nel 1973 e durata per tutti gli anni Ottanta. Quando nel 2014 gli viene diagnosticata la malattia di Alzheimer, Paulina assume il ruolo di sua caregiver, fino alla morte di Augusto, avvenuta il 19 maggio 2023.
Un film (in Italiano anche pellicola) è una serie di immagini che, dopo essere state registrate su uno o più supporti cinematografici e una volta proiettate su uno schermo, creano l'illusione di un'immagine in movimento.[1] Questa illusione ottica permette a colui che guarda lo schermo, nonostante siano diverse immagini che scorrono in rapida successione, di percepire un movimento continuo.
Il processo di produzione cinematografica viene considerato ad oggi sia come arte che come un settore industriale. Un film viene materialmente creato in diversi metodi: riprendendo una scena con una macchina da presa, oppure fotografando diversi disegni o modelli in miniatura utilizzando le tecniche tradizionali dell'animazione, oppure ancora utilizzando tecnologie moderne come la CGI e l'animazione al computer, o infine grazie ad una combinazione di queste tecniche.
L'immagine in movimento può eventualmente essere accompagnata dal suono. In tale caso il suono può essere registrato sul supporto cinematografico, assieme all'immagine, oppure può essere registrato, separatamente dall'immagine, su uno o più supporti fonografici.
Con la parola cinema (abbreviazione del termine inglese cinematography, "cinematografia") ci si è spesso normalmente riferiti all'attività di produzione dei film o all'arte a cui si riferisce. Ad oggi con questo termine si definisce l'arte di stimolare delle esperienze per comunicare idee, storie, percezioni, sensazioni, il bello o l'atmosfera attraverso la registrazione o il movimento programmato di immagini insieme ad altre stimolazioni sensoriali.[2]
In origine i film venivano registrati su pellicole di materiale plastico attraverso un processo fotochimico che poi, grazie ad un proiettore, si rendevano visibili su un grande schermo. Attualmente i film sono spesso concepiti in formato digitale attraverso tutto l'intero processo di produzione, distribuzione e proiezione.
Il film è un artefatto culturale creato da una specifica cultura, riflettendola e, al tempo stesso, influenzandola. È per questo motivo che il film viene considerato come un'importante forma d'arte, una fonte di intrattenimento popolare ed un potente mezzo per educare (o indottrinare) la popolazione. Il fatto che sia fruibile attraverso la vista rende questa forma d'arte una potente forma di comunicazione universale. Alcuni film sono diventati popolari in tutto il mondo grazie all'uso del doppiaggio o dei sottotitoli per tradurre i dialoghi del film stesso in lingue diverse da quella (o quelle) utilizzata nella sua produzione.
Le singole immagini che formano il film sono chiamate "fotogrammi". Durante la proiezione delle tradizionali pellicole di celluloide, un otturatore rotante muove la pellicola per posizionare ogni fotogramma nella posizione giusta per essere proiettato. Durante il processo, fra un frammento e l'altro vengono creati degli intervalli scuri, di cui però lo spettatore non nota la loro presenza per via del cosiddetto effetto della persistenza della visione: per un breve periodo di tempo l'immagine permane a livello della retina. La percezione del movimento è dovuta ad un effetto psicologico definito come "fenomeno Phi".
0 notes
thesoulofkira · 2 years ago
Text
I sentimenti si apprendono. Gli antichi imparavano i sentimenti attraverso le storie mitologiche. Se guardiamo alla storia greca ci ritroviamo tutta la gamma dei sentimenti possibili, Zeus il potere, Afrodite l’amore, Atena l’intelligenza, Apollo la bellezza, etc. C’era tutta la fenomenologia dei sentimenti umani. Noi invece li impariamo attraverso la letteratura, che è il luogo dove si apprende che cosa sono il dolore, la noia, l’amore, la disperazione, il suicidio, la passione, il romanticismo. Ma se la letteratura non viene “frequentata” e i libri non vengono letti, se la scuola disamora allora il sentimento non si forma. E se la cultura non interviene, i ragazzi rimangono a livello d’impulso o al massimo di emozione.
Da qui la necessità di educare al sentimento, a partire dalle favole per bambini dove si impara cosa è bene e cosa è male, e poi, crescendo, con la scuola dove si apprende dalla letteratura tutta la gamma dei sentimenti, i loro nomi e i loro possibili percorsi. E solo grazie a questo corredo culturale si acquisisce quella sensibilità psichica capace di distinguere il bene dal male, l'amore dall'odio, la partecipazione dal l'indifferenza.[...]
Non sentire più la differenza tra bene e male, tra il giusto e l’ingiusto, tra ciò che grave e ciò che non lo è, denota una mappa emotiva non costituita.
Umberto Galimberti
0 notes
nusta · 2 years ago
Text
Questa sera sono andata di nuovo a fare un'esplorazione in libreria per cercare regali. Mi segno il link all'altro post che avevo fatto tempo fa per averlo comodo per le prossime occasioni. Questa volta stavo cercando qualcosa per un ragazzo di seconda media, un target relativamente inedito per me, anche perché mi ricordo cosa leggevo io, ma non ho abbastanza confidenza con lui da sapere se è roba che potrebbe apprezzare (e non so nemmeno se ci siano ancora in circolazione i miei titoli preferiti... ecco, ora che ci penso devo controllare se le raccolte di racconti della super junior mondadori siano ancora pubblicate e in che veste grafica, c'era serie di "storie di giovani ..." che mi piaceva un sacco e tipo quella degli alieni era a cura di Asimov e un paio di storie mi fanno ancora emozionare se ci penso *_*)
Intanto stasera volevo sfogliare un libro di cui avevo sentito parlare per mio papà e con l'occasione ho fatto una prima raccolta di titoli interessanti, poi vedremo.
Ho trovato questo "Noi inarrestabili" di Yuval Noah Harari che è una strana versione della storia dell'umanità e delle sue interazioni col mondo, con un filo conduttore del tipo qual è il nostro superpotere, ha anche delle belle illustrazioni ed è fitto di testo ma mi pare molto scorrevole e vorrei leggerne qualche altra pagina per capire meglio il taglio. Quello di Michela Murgia l'avevo già visto e mi era piaciuto, mi sa che lo volevo regalare anche a una mia amica e non ricordo se poi l'ho fatto per davvero, ma prima o poi lo prenderò sicuramente. Di libri come Lost in translation invece ne ho già regalati e ne ho pure io e mi piacciono un sacco, e sarebbe forse anche particolarmente adatto, considerato che il destinatario ha già vissuto in tre paesi con tre lingue diverse.
Tumblr media
Questi sulla lotta alla mafia e sulla vita di Gino Strada me li segno qui, ma sono troppo impegnativi per questa occasione, così come altri sulla Resistenza, i migranti e la storia delle battaglie sociali e del femminismo che per fortuna ormai riempiono scaffali interi. Mi piacerebbe un giorno essere nella condizione di regalarli, ma ancora non ci sono le premesse.
Tumblr media
Questi due romanzi me li sono salvati a promemoria degli autori: La figlia della luna di Margaret Mahy l'ho letto un sacco di volte (è uno degli ex Gaia Mondadori, una delle mie collane preferite da ragazzina) e vorrei vedere se ci sono altre opere della stessa autrice, invece quello di Gaiman non l'avevo mai sentito e vorrei provare a trovarlo in inglese, magari per l'anno prossimo.
Tumblr media
Per il mio giovane destinatario ho pensato anche alla serie di pseudo-diari di Keri Smith, che mi guardano sempre dallo scaffale e che non ho ancora avuto l'occasione di regalare a nessuno >_< anche se ogni Natale mi cade l'occhio perché sono bellissimi secondo me. Forse il più interessante per cominciare è anche il più comodo da portare, la versione pocket del diario da distruggere, però anche quello degli sbagli mi piace molto - così come quello del museo - insomma, ho letteralmente l'imbarazzo della scelta u_u
Tumblr media
Per le mie nipotine invece per una delle prossime volte mi sono segnata questi, che sono dei fumetti, dato che un vero e proprio fumetto loro l'hanno sperimentato poche volte e sarebbe anche ora di cominciare seriamente, dico io *_*
Tumblr media
A proposito di fumetti, personalmente ho lasciato un pezzo di cuore davanti ai ricettari di ramen e dumpling a fumetti, sono bellissimi *_* il ricettario ispirato a LOTR potrebbe essere interessante pure lui, ma non ho avuto tempo di sfogliarlo (e purtroppo credo non ci sia nessun fumetto >_<)
Tumblr media
E per finire, la Storia dell'editoria è il libro che ho preso per mio papà, ne avevo sentito parlare in un podcast e mi pare molto scorrevole e perfetto per lui. "Educare controvento" di Lorenzoni lo vorrei leggere io, così come quello di Munroe, che è una specie di esercizio mentale di quelli che mi tengono sveglia la notte ma nel senso buono, tipo le lunghe discussioni di approfondimento qui sul tumblr su roba assurda. Gli ultimi due li ho salvati proprio pensando chi qui sul tumblr è appassionato di flora e fauna come me (anzi anche di più, direi, a giudicare da alcuni post): il librone sui vermi è tutt'altro che breve, è un bel malloppo rosa fitto di informazioni, mentre il Bestiario selvatico stava nel reparto delle robe dei musicisti e della musica per via dell'autore, Massimo Zamboni, e ha delle belle illustrazioni realizzate da Stefano Schiaparelli raccolte tutte insieme alla fine.
Tumblr media Tumblr media
E insomma, più ne vedo e più ne vorrei e la scelta è davvero difficile! Mi sa che dovrò fare almeno un altro giro u_u
(Ma a chi la racconto, starò come minimo qualche altra dozzina di ore a girare tra gli scaffali XD)
10 notes · View notes
artide · 3 years ago
Text
Mi ricordo che da piccolo passavo interi pomeriggi nel soggiorno di casa mia che era composto da due divani, un tavolno basso ed una libreria nera. In quella libreria erano perlopiù sistemati libri di biologia, zoologia, anatomia, diagnostica per immagini, libri di mia madre biologa e mio padre medico. Ho passato ore a sfogliarli quando non sapevo ne leggere ne scrivere ed ore a risfogliarli, quando acquisite le capacità di lettura, imparavo le ossa, i muscoli o il funzionamento di un apparato digerente del serpente. Mi sono chiesto oggi, un bambino moderno, senza la mediazione di un adulto, possa avere lo stesso allestimento di ambiente di apprendimento con un computer. Cioè il computer andrebbe allestito con una serie di app, come fosse una libreria che il bambino può esplorare: mappe, mappe del cielo, atlanti gallerie di immagini. Un adulto può sicuramente pensare di mettere a disposizione in tal senso un dispositivo in modo tale che il bambino possa avere accesso a qualcosa che vada oltre la sua realtà che gli permetta di spingersi oltre il suo livello di sviluppo attuale, ma avrebbe lo stesso significato di un luogo fisico, dedicato più o meno intenzionalmente a questo? L’accesso alla libreria permette intrinsecamente di sviluppare una serie di motricità dalle più grossolane, prendere un libro, alle più fine, sfogliarne le pagine, allestisce di rimando uno spazio interiore in cui il bambino co-costruisce significati, ordina e riordina questo dispositivo fisico in tanti modi. Può dirsi lo stesso con uno smartphone?
Nella progettazione al nido si pensa molto a come allestire lo spazio, dove situare i materiali, dividendo con cura non solo gli ambienti principali ma anche ogni singola parte. Un’architettura di senso che da significato. Quale è ora il significato del dispositivo? Un qualcosa di cui possiamo disporre.Ma esso da chi è stato disposto e per chi? Non sono contro la tecnologia, la uso ogni giorno. Sono del parere che però non dovremo gioire così superficialmente al fatto che un bambino sappia usare uno scroll o aprire youtube. Queste sono competenze elementari che non hanno nulla a che vedere con la vera capacità di usare un dispositivo o programmare, ma rientrano nelle specifiche di apprendimento di qualsiasi individuo a tutte le età. Lo dimostra il fatto che anche i 70 enni imparano ad usare agevolmente lo smartphone. Dovremo soffermarci su cosa questo dispositivo fornisce incidentalmente al bambino e se è in grado di fornirgli sfide educative che possano essere affrontate e superate in quella precisa fascia d’età e quali sono i significati che veicola col suo uso alla strutturazione di una mente di un tre enne.
Se la tecnologia non ragionata e non allestita diventa il punto focale dell’educazione, purtroppo lo diventa perché il bambino è attratto dal punto focale degli adulti, che usano pc e smartphone in continuazione, dovremmo assolutamente ed urgentemente ripensare gli stessi ed educare sopratutto genitori ed insegnanti al loro allestimento, come si penserebbe per qualsiasi ambiente dedicato ad un piccolo. Senza perdere di vista che qualsiasi dispositivo, come Focault insegna disciplina, soggettiva ma anche soggioga.
20 notes · View notes
levysoft · 4 years ago
Link
«Paola Lombroso è stata la donna che ha ideato e battezzato il Corriere dei Piccoli, sottrattole mentre veniva alla luce.» La definisce così il critico Giulio C. Cuccolini, in un testo a lei dedicato nella raccolta di saggi Qua la penna! Autrici e art director nel fumetto italiano (1908-2018).
Nata a Pavia 150 anni fa, il 14 marzo 1871, Paola Lombroso avrebbe inconsapevolmente influenzato il fumetto italiano con le sue idee e il suo desiderio di avvicinare i bambini alla lettura, grazie all’ideazione del Corriere dei Piccoli (soprannominato anche Corrierino). Il suo nome non comparve mai sulla pubblicazione perché fu estromessa dalla direzione del giornale e, nello spazio che le fu affidato, dovette firmarsi con uno pseudonimo.
Primogenita dell’antropologo Cesare, Paola Lombroso (in Carrara, cognome che assunse dopo aver sposato il medico Mario, allievo del padre) crebbe a Torino. Abbandonò gli studi dopo il diploma, iniziando a scrivere per l’Archivio di psichiatria, la rivista scientifica fondata dal padre nel 1880, la Fanfulla della domenica, Gazzetta letteraria e Vita moderna. [...]
Come afferma Matteo Maculotti, Paola Lombroso sentiva «l’esigenza di diffondere la cultura agli strati della popolazione che ne erano stati esclusi: un pubblico di bambini, secondo la sua lungimirante intuizione, sarebbe stato il protagonista di questo mutamento, a patto però di riconsiderare la letteratura dell’infanzia a partire dai gusti dei piccoli lettori e adeguandosi al principio dell'”insegnare divertendo”».
Fino ad allora, l’editoria italiana aveva dedicato ai bambini prodotti troppo inamidati (Il Novellino, Il Giovedì, Il Follettino, La Domenica dei fanciulli, Il Giornale dei Fanciulli). Anche il pur pregevole Giornalino della Domenica, con cui Lombroso collaborava, era troppo snob e per lettori più che adolescenti. Paola Lombroso pensò quindi di creare un progetto che fosse emanazione diretta di un quotidiano nazionale, di modo da assicurare buona distribuzione e un costo contenuto.
Propose l’idea al quotidiano più venduto dell’epoca, nonché quello più vicino alle sue idee social-progressiste, Il Secolo, che rifiutò, e poi al quotidiano liberal-conservatore (meno aderente ai valori di Lombroso) Corriere della Sera, il cui direttore Luigi Albertini rispose positivamente, interessato dalle finalità educative del progetto. Ottenuto il via libera, Lombroso studiò i periodici europei, in particolare anglosassoni e francesi, intuendo il ruolo centrale che avrebbero dovuto avere le immagini e il fumetto. Immaginò uno spazio per i concorsi (diffusi all’esterno ma una novità assoluta per l’Italia), giochi per educare i lettori alla manualità, rubriche curate da scrittori – e non da specialisti – che sapessero raccontare il mondo con stile accattivante. Individuò una rosa di potenziali collaboratori e strutturò la rivista nella forma che rimarrà pressoché inalterata quando raggiungerà il pubblico, nel 1908.
Anche di fronte all’esitazione di Albertini, che non credeva ci fossero abbastanza disegnatori per soddisfare le richieste del giornale, Lombroso non si limitò a rassicurarlo ma contattò alcuni disegnatori torinesi commissionando loro immagini che fugassero i dubbi del direttore. Temendo la fuga di notizie, Albertini incaricò Lombroso di «organizzare i primi numeri», senza però precisare il ruolo ufficiale della donna all’interno del periodico.
Tuttavia, quando si decise di iniziare i lavori veri e proprio sulla pubblicazione, Albertini, con il quale Lombroso aveva discusso perché lui avrebbe voluto ampliare la componente d’intrattenimento, pensò di nominare come direttore del Corriere dei Piccoli un uomo – che si sarebbe poi rivelato Silvio Spaventa Filippi, coadiuvato nella gestione amministrativa da Alberto Albertini, fratello di Luigi.
Gli Albertini affermarono che avrebbero preferito nominare un collaboratore interno che risiedesse a Milano ma che soprattutto fosse un maschio: «Con una donna non potremmo avere quella libertà di rapporti necessaria con tutti colori ai quali si affida una simile responsabilità e che invece si può avere con un uomo». Inoltre, Luigi non se la sentì di delegare l’impresa a una direttrice perché «mai è stata finora affidata a una donna la responsabilità di un giornale sia pure per ragazzi» e «le famiglie non capirebbero e non gradirebbero». In realtà, già a partire dalla fine dell’Ottocento, giornaliste come Matilde Serao, Ida Baccini e Emma Perodi avevano diretto quotidiani e periodici. La motivazione di Albertini era forse più politica – in quanto le idee socialiste della scrittrice non si allineavano con quelle del Corriere – ma l’uomo fece comunque leva sul genere di Lombroso per screditarne la candidatura.
Albertini si offrì di pagarla per il lavoro svolto fino ad allora, o restituirle tutto il materiale, impegnandosi a non utilizzarlo nella pubblicazione, oppure ingaggiarla come collaboratrice, anonima, per un periodo di prova. Lombroso rifiutò ogni trattativa. Si aprì un arbitrato che vide coinvolto, dalla parte di Lombroso, Filippo Turati, leader dei socialisti. Gli Albertini furono perentori: «Lei si è incaricata “a suo rischio e pericolo” degli studi preliminari» le scrissero. «È vero che le era stata affidata l’organizzazione dei primi numeri ma nel senso che le era affidata la linea di proposte», per poi aggiungere che «noi non abbiamo impegni formali sul suo avvenire».
L’intransigenza degli Albertini fecero capitolare perfino Turati, che consigliò all’amica di accettare la modesta proposta di collaborazione, pur di tenere un piede dentro il giornale che aveva creato. Con lo pseudonimo di Zia Mariù, Paola Lombroso curò la rubrica Corrispondenze, e scrisse alcuni racconti. Nel piccolo spazio che si era ritagliata, riuscì comunque a lasciare il segno. Varò l’idea delle “Bibliotechine rurali” per promuovere la lettura e raccogliere fondi per famiglie e scuole disagiate. L’iniziativa era nata in seguito alla richiesta di una maestra che aveva chiesto se qualche lettore avrebbe potuto inviare alla loro scuola di campagna dei libri per gli alunni.
La redazione malsopportava lo spirito intraprendente di Lombroso, che aveva fatto diventare la rubrica un angolo quasi indipendente del giornale. La scrittrice era a sua volta scocciata dalle censure preventive che la direzione operava sulla posta. A una lettrice che non aveva ricevuto risposta, scrisse: «Io non salto mai la Corrispondenza, ma ci sono i Minosse, i censori russi al Corriere dei Piccoli che cestinano la Zia Mariù. […] Arrivederci se il signor Minosse lo permetterà la settimana prossima». La direzione impedì la pubblicazione di queste righe e minacciò di concludere la collaborazione con Lombroso, la quale, piccata, si dimise per prima: «La mia Corrispondenza era rigorosamente intonata alla verità ed alle lettere rimandatemi da loro stessi» scrisse ad Albertini, concludendo il messaggio con un serafico «tolgo il disturbo». [...]
si impegnò in attività culturali, come il prosieguo delle “Bibliotechine rurali”, e letterarie (pubblicò alcuni libri di storie per bambini con lo pseudonimo che l’aveva resa famosa, Zia Mariù) che vennero interrotte dall’arrivo del Fascismo e poi della Seconda guerra mondiali. In quanto ebrea, Lombroso fuggì in Svizzera. Rientrò dopo la Liberazione e continuò i suoi studi sull’infanzia fino alla morte, nel 1954.
Il suo contributo, noto agli addetti ai lavori, rimase sconosciuto al pubblico fino agli anni Settanta, quando Giorgio Licata ne fece accennò nel libro Storia del Corriere della Sera (1976).
6 notes · View notes
canesenzafissadimora · 9 months ago
Text
I sentimenti si apprendono. Gli antichi imparavano i sentimenti attraverso le storie mitologiche. Se guardiamo alla storia greca ci ritroviamo tutta la gamma dei sentimenti possibili, Zeus il potere, Afrodite l’amore, Atena l’intelligenza, Apollo la bellezza, etc. C’era tutta la fenomenologia dei sentimenti umani. Noi invece li impariamo attraverso la letteratura, che è il luogo dove si apprende che cosa sono il dolore, la noia, l’amore, la disperazione, il suicidio, la passione, il romanticismo. Ma se la letteratura non viene “frequentata” e i libri non vengono letti, se la scuola disamora allora il sentimento non si forma. E se la cultura non interviene, i ragazzi rimangono a livello d’impulso o al massimo di emozione.
Da qui la necessità di educare al sentimento, a partire dalle favole per bambini dove si impara cosa è bene e cosa è male, e poi, crescendo, con la scuola dove si apprende dalla letteratura tutta la gamma dei sentimenti, i loro nomi e i loro possibili percorsi. E solo grazie a questo corredo culturale si acquisisce quella sensibilità psichica capace di distinguere il bene dal male, l'amore dall'odio, la partecipazione dal l'indifferenza. Ma la famiglia e la scuola oggi educano al sentimento? Questa è la domanda da rivolgere non a Dio, ma alle nostre istituzioni educative.
Tumblr media
Umberto Galimberti
4 notes · View notes
arreton · 4 years ago
Text
Volevamo scrivere un post-lamentela su una cosa che abbiamo visto qua su tumblr, ma ci siamo detti che è meglio non buttarci tempo dietro alle minchiate. In realtà noi buttiamo tempo dietro a moltissime minchiate, però ecco alcune minchiate sono meno minchiate di altre e questa era proprio una minchiata di quella grossa quindi abbiamo deciso di lasciar stare e pensare a quelle un poco più decenti.
Il nostro laboratorio delle idee, comunque, si è trasformato in fabbrica di regali o laboratorio artistico — stavamo per scrivere "ma l'idea stessa non è già una forma di arte" ma poi ci siamo resi conto che sembrava una di quelle frasi da pubblicità, vuote ma d'effetto, ed infatti la è — ché Babbo Natale è in crisi economica, quest'anno, e piuttosto che pagare gli elfi si è messo a farli lui, i regali. Abbiamo rimesso mano, quindi, a pennelli e acrilici e questa piacevole riscoperta di una nostra vecchia passione ci sta entusiasmando. Stiamo con la speranza che successivamente torneremo a dipingere e disegnare e cercare di educare la nostra mano a riportare su carta o tela quello che il nostro occhio vede e la nostra testa immagina. Facendo ciò avremo anche la possibilità di poter ascoltare e scoprire nuova musica, ché male non ci fa visto che non conosciamo niente — di niente. Però dobbiamo metterci a leggere pure dei bei testi perché abbiamo bisogno di rinnovare il nostro registro linguistico e dare una scossa ai neuroni che pare che si stiano atrofizzando (ed i nostri ultimi post lo confermano). In realtà c'è il bel testo di Baudrillard, al momento, più il romanzo di Bellow ma quest'ultimo ci sta dando un poco fastidio perché... pare non finire mai (che frase brutta da dire in riferimento ai libri). L'abbiamo iniziato sul treno quando siamo tornati nella nostra stanza della noia, ma abbiamo perso la nostra già fragile e precaria attenzione, in questi ultimi mesi, quindi dopo qualche pagina o la mente vaga nel nulla cosmico della nostra anima, o ci addormentiamo come vittime di un violento sonnifero.
Ad ogni modo, riguardo la scrittura, abbiamo notato che ci sono due tipi di scrittura: lo scrivere per abilità e lo scrivere per necessità. Per abilità è semplicemente una capacità di accostare parole, frasi, periodi che stanno bene tra loro e creare un qualcosa di scorrevole lettura ma fondamentalmente vuoto, privo di contenuto. È puro estetismo, non ha nulla di realmente pensato sotto; è come una macchina che produce in serie gli oggetti: belli e precisi ma tutti uguali e vuoti, senza un elemento che li contraddistingua. La maggior parte dei romanzi in commercio sono così. Lo scrivere per necessità, invece, è un pensare con e attraverso la scrittura e si nota il pensiero sotto. Eccome se si nota! Non c'entra solo la raffinatezza e la cura nella scelta delle parole, lì è già uno stadio avanzato. Nello stadio primario il linguaggio può essere pure semplice, scorrevole, ma pregno di pensiero: tu leggi e lo senti, lo vedi, lo percepisci che quello che è scritto è stato pensato, che c'è un ragionamento, non importa se giusto o sbagliato. Il nostro errore è stato credere che sia tutto uno scrivere per necessità, invece è esattamente il contrario. Scrivere non viene utilizzato per pensare, così come il parlare non viene utilizzato per pensare. Chissà com'è che la gente pensa. Forse, evidentemente, non pensa affatto. D'altronde tutti i like sotto i post stupidi che vediamo su tumblr — al di là dell'essere sgrammaticati, senza punteggiatura, sono pure di una banalità insultante, ipocriti — lo dimostrano. Diciamo tumblr solo perché lo frequentiamo un poco di più, ma ci sono pure Facebook, twitter e compagnia bella.
L'avere la possibilità di avere tempo libero, ci ha dato anche la capacità di buttare tempo e sprecarlo dietro l'inutile e la banalità.
7 notes · View notes
swapmuseum · 6 years ago
Text
Piano adolescenti all’Istituto Marcelline di Lecce
Ricordate il primo laboratorio partecipato “Piano Adolescenti” di qualche mese fa presso Masseria Tagliatelle? (ve lo avevamo raccontato qui)
Venerdì 4 ottobre l’abbiamo fatto di nuovo! 
Abbiamo invitato la 5 AL del Liceo Marcelline di Lecce a prendere parte ai nostri laboratori e abbiamo immaginato, con 9 studenti, come dovrebbero essere gli spazi culturali della loro città ideale. 
Durante la fase di tavoli di lavoro abbiamo ascoltato i bisogni e le esigenze dei ragazzi che, armati di cartelloni, post it e pennarelli colorati, hanno costruito 3 idee progettuali sulla fruizione di musei, biblioteche e spazi verdi all’aperto nella loro città ideale. Il dibattito con i giovani permette di effettuare un'ampia esplorazione dei luoghi, delle abitudini e delle esigenze degli adolescenti e ci da la possibilità di immaginare la città a misura di teenager. 
- il museo che Jasmine, Pierandrea e Simone vorrebbero:
Feel the culture - esperienza di realtà aumentata nel museo: Feel the culture è un'idea hi-tech per ringiovanire i musei della nostra città, per rendere l'esperienza culturale più innovativa grazie all'aiuto della realtà aumentata.
Feel the culture permette un'immersione al 100% nelle opere più significative della collezione museale, innovando l'esperienza con la tecnologia, grazie all'utilizzo di visori 3D per scoprire l'opera e il suo contesto storico e ambientale. 
Il visitatore, durante l'esperienza immersiva, avrà l'opportunità di scoprire alcuni enigmi presenti nelle opere che, se risolti, consentiranno l'accesso a premi speciali. 
Tumblr media
- la biblioteca che Chiara, Francesca e Maria Grazia vorrebbero:
Bibliosound - la biblioteca rumorosa: Bibliosound è una biblioteca "rumorosa" per ragazzi, nella quale si legge, ci si diverte tra voci, suoni e luci.
Bibliosound offre grandi spazi luminosi, luoghi di incontro e ristoro dove si possono svolgere diverse attività innovative come: consultare riviste internazionali di attualità, ascoltare musica e suonare alcuni degli strumenti musicali messi a disposizione dei ragazzi in apposite aree relax; ascoltare e studiare testi musicali, organizzare eventi con artisti, rapper e influencers per attrarre un pubblico giovanile, leggere e consultare fumetti, organizzare incontri di cosplay e comics, infine ci saranno anche corsi di illustrazione, grafica e testi. 
Bibliosound è gestita tramite un sito che permette l'aggiornamento della disponibilità dei testi, la programmazione di eventi e servizi e il suggerimento di libri ed eventi in base alle proprie preferenze.
Tumblr media
- lo spazio pubblico all’aperto che Caterina, Federica e Marco vorrebbero:
Sharing food & green: Il parco tematico è incentrato su:
CULTURA INTERNAZIONALE DEL CIBO: creare integrazione, condivisione e trasferimento di conoscenze della cultura mondiale. Nel parco saranno presenti chioschetti street-food internazionali, QR code o cartelli esplicativi che raccontano ricette e provenienze, negozi di prodotti tipici, rassegne di musica internazionale legate a festività di tutto il mondo.
AMBIENTE: il parco è attento all'eco-sostenibilità ambientale ed è ricco di vegetazione che tende a preservare le specie. Verranno messi a disposizione dei mezzi eco-sostenibili per raggiungerlo  facilmente da tutti i punti della città, ad esempio biciclette, monopattini o pattini ecc. Uno dei nostri obiettivi è quello di educare alla pulizia dell'ambiente, con distruttori di rifiuti che daranno in cambio come premio dei codici sconto per cibo e prodotti. Ci saranno poi percorsi personalizzati per sportivi, animali e area eventi notturni in una serra naturale con musiche provenienti dai suoni della natura.
Tumblr media
Le 3 proposte dei gruppi di lavoro sono state inserite sulla piattaforma e-democracy, nell’ambito del progetto Polis2020, per essere condivise.
Tumblr media
A seguito dell’inserimento, ciascun rappresentante di ogni tavolo ha esposto le proprie idee in plenaria avendo a disposizione circa 1-2 minuti. 
Tumblr media Tumblr media
Ogni ragazzo, attraverso il proprio profilo precedentemente registrato sulla piattaforma, ha letto tutte le idee presenti relative al Piano (sia quelle emerse nel corso della giornata sia quelle precedentemente inserite da altri studenti durante i laboratori di progettazione partecipata), ha votato la sua preferita e ha commentato le idee più interessanti. 
Tumblr media
L’adozione di un manifesto cultura può avere delle ricadute strategiche di sviluppo dei luoghi, chiamando le istituzioni culturali a dotarsi di progettualità e strumenti volti alla valorizzazione e promozione dell’identità di un territorio in modo più innovativo, stimolando la crescita, l’occupazione, la competitività, la coesione sociale e territoriale.
 Il futuro è dei ragazzi!
1 note · View note
cristianesimocattolico · 6 years ago
Text
Sarà beato Fulton Sheen, colui che annunciò Gesù in tv
Il Papa ha autorizzato a promulgare il decreto che riconosce il primo miracolo attribuito all’intercessione di Fulton Sheen (1895-1979), il vescovo e telepredicatore che espose la verità e la bellezza della fede in un’America in piena secolarizzazione, guadagnando innumerevoli anime a Dio. Il primo compito del sacerdote? «Annunciare Gesù, farlo conoscere e amare».
Tumblr media
di Ermes Dovico (07-07-2019)
Per anni i fedeli americani, e in generale i suoi devoti sparsi in tutto il mondo, hanno atteso che venisse ripresa la causa di beatificazione del venerabile Fulton Sheen (1895-1979), sospesa a tempo indefinito nel 2014 per una controversia sulle reliquie sorta tra la Diocesi di Peoria e l’Arcidiocesi di New York. A giugno l’annosa disputa sul telepredicatore più famoso e ispirato degli Stati Uniti è stata finalmente risolta, e ieri papa Francesco ha potuto autorizzare la Congregazione delle cause dei santi a promulgare il decreto per il riconoscimento del miracolo dovuto all’intercessione dell’arcivescovo Sheen, che quindi potrà essere presto proclamato beato.
IL MIRACOLO
Il miracolo riguarda l’inspiegabile risurrezione nel 2010 di un bambino nato morto, il piccolo James Fulton Engstrom, che per 61 minuti non aveva né avuto un battito rilevabile né respirato, iniziando a emettere il suo primo respiro nel momento stesso in cui i medici ne stavano dichiarando ufficialmente la morte. In quei 61 minuti la madre e il padre avevano pregato per l’intercessione del Servo di Dio, Fulton Sheen. I dottori avevano poi predetto che il bambino sarebbe cresciuto con gravi insufficienze a livello di organi e con una paralisi cerebrale, ma dopo cinque mesi di vita del piccolo si era constatato che James Fulton aveva uno stato di salute normale. Nel 2014 c’era stato il via libera al riconoscimento del miracolo da parte di una commissione medica e poi teologica. Nel frattempo, due anni prima, Benedetto XVI aveva riconosciuto le virtù eroiche di Sheen.
NEL SEGNO DELLA PUREZZA
Infine, ieri c’è stato appunto l’ulteriore fondamentale passo verso la beatificazione, nel giorno di santa Maria Goretti, la «martire della purezza» come la chiamò Pio XII quando la canonizzò nel 1950, sottolineando una virtù che Sheen andava più volte insegnando in quella stessa epoca. Come in una catechesi sul perché del matrimonio verginale tra Maria e Giuseppe, in cui diceva: «L’amore della donna determina quello dell’uomo. La donna è educatrice silenziosa della virilità del suo sposo. Essendo Maria il simbolo della verginità e la sublime ispiratrice della purezza per tutti, perché non avrebbe dovuto impiegare questa sua caratteristica con il suo Giuseppe, il giusto? La Vergine conquistò il cuore del suo giovane sposo non con la diminuzione dell’amore, ma sublimandolo». La purezza nasce da Dio, è stare alla Sua presenza, proprio come avveniva per Maria e Giuseppe che avevano in mezzo a loro Gesù, provavano già «la gioia senza pari che è il possesso dell’amore eterno del Cielo», a cui ogni matrimonio deve tendere, e quindi «non desideravano nient’altro» (cfr. Aleteia).
I PRIMI PASSI, DAGLI STATES ALL’EUROPA
Battezzato con il nome di Peter John Sheen (Fulton era il cognome da nubile della madre), il futuro beato era venuto alla luce l’8 maggio 1895 a El Paso, nell’Illinois, primo dei quattro figli di una coppia con origini irlandesi. La famiglia si era poi trasferita nella vicina Peoria, dove Fulton aveva fatto il chierichetto e a 24 anni era stato ordinato sacerdote. Desideroso di approfondire il pensiero di san Tommaso d’Aquino, venne in Europa, dove conseguì il dottorato in filosofia all’Università Cattolica di Lovanio, in Belgio, e in teologia all’Angelicum di Roma. Quando fece ritorno negli Stati Uniti aveva insomma acquisito una formazione solidissima, unita a una fervida fede. Già nel 1929, consapevole del necessario legame tra fede e cultura, incoraggiava gli insegnanti della National Catholic Educational Association a «educare per una rinascita cattolica».
EVANGELIZZAZIONE VIA RADIO E TV
Sapeva che questa rinascita, nel mezzo della galoppante secolarizzazione, era necessaria per ricondurre quante più anime a Dio. Dopo l’avvio della sua prolifica attività da scrittore (tra i suoi 73 libri c’è anche una Vita di Cristo) e brillanti predicazioni in parrocchia, la prima grande occasione in tal senso gli si presentò nel 1930. Alla radio. La NBC gli affidò una trasmissione notturna domenicale, chiamata The Catholic Hour. Parlava di fede e di morale, senza trascurare le notizie d’attualità. Al culmine del suo ventennio in radio il suo pubblico arrivò a 4 milioni di ascoltatori settimanali. Il laico Time, nel 1946, lo definì «la voce d’oro», «il famoso predicatore del cattolicesimo statunitense», e riferì che per la sua trasmissione riceveva settimanalmente dalle 3.000 alle 6.000 lettere di ascoltatori.
Non temeva di affrontare temi scomodi. Parlando di Hitler, lo aveva definito un esempio di «Anticristo» e non meno netto fu quando, già in televisione, aveva denunciato il regime comunista di Stalin. Era il febbraio 1953 e lo spunto l’aveva tratto dal Giulio Cesare di Shakespeare, sostituendo i nomi di Cesare, Cassio, Bruto e Antonio con quelli di alcuni dei principali leader sovietici, Stalin incluso. Concluse la sua catechesi con questo ammonimento: «Stalin dovrà un giorno andare incontro al suo giudizio». Pochi giorni dopo il dittatore venne colpito da un’emorragia cerebrale e il 5 marzo morì.
L’approdo di Sheen in televisione era avvenuto due anni prima, chiamato dalla DuMont per un programma in prima serata, Life is worth living («La vita vale la pena di essere vissuta»), in onda il martedì. Nella stessa fascia oraria agivano giganti dello spettacolo come Frank Sinatra e il comico Milton Berle. Quest’ultimo, chiamato familiarmente «Zio Miltie», così disse a proposito del suo nuovo ‘rivale’ televisivo: «Se devo essere vinto da qualcuno, è meglio che perda da Colui per cui parla il vescovo Sheen». Il prelato stette al gioco, dicendo che le persone potevano chiamarlo «Zio Fultie»; e quando poi, nel 1952, vinse un Emmy Award, accettò il premio imitando, a modo suo, i ringraziamenti che faceva Berle agli operatori dietro le quinte: «Sento che è ora di rendere omaggio ai miei quattro scrittori – Matteo, Marco, Luca e Giovanni».
Le sue catechesi televisive arrivarono a raggiungere circa 30 milioni di spettatori a settimana. La marcia in più di questo eccezionale predicatore, che guardava in camera con uno sguardo penetrante e parlava a braccio servendosi a volte di una lavagna, non era figlia di mera eloquenza, bensì frutto della sua gratitudine e del suo stupore per il mistero di Dio. Al di là dei microfoni la sua era infatti una vita di preghiera e di adorazione, con lunghe soste a contemplare il Santissimo Sacramento, da cui attingeva la grazia per parlare secondo il cuore di Dio. Solo Lui sa quante anime si sono convertite grazie a questo Suo figlio prediletto, che portò o riportò in seno alla Chiesa cattolica anche diversi personaggi famosi. Presentando alla società, che si allontanava progressivamente da Dio, la ragionevolezza e insieme la bellezza della fede. Ci fu molto merito suo se la parte di America cattolica, in tempi ormai di sottile persecuzione ed emarginazione culturale, si sentì fiera di essere, davvero, cattolica.
PASTORE FEDELE. E PROFETICO
Lo stesso clero, si sa, viveva in quegli anni una vasta crisi di fede, con molti consacrati volti a inseguire il mondo e dimentichi del trascendente. Ma Sheen, che fu vescovo ausiliare di New York e poi arcivescovo di Rochester, ricordava ai sacerdoti che il loro primario compito è santificare attraverso i sacramenti e unirsi al sacrificio di Gesù «offerto sulla croce e sull’altare. Non basta alleviare le necessità materiali dei fratelli, occorre annunciare Gesù, farlo conoscere e amare». Da lucido profeta, lesse i nostri tempi come apocalittici, in cui le forze che combattono con Cristo e quelle che combattono con Satana «stanno cominciando a elaborare le linee di battaglia per la fine». E osservò: «La terza tentazione in cui Satana chiese a Cristo di adorarlo e tutti i regni del mondo sarebbero stati suoi, diventerà la tentazione di avere una nuova religione, senza una Croce, una liturgia, senza un mondo a venire, una religione per distruggere una religione, o una politica che è una religione - quella che rende a Cesare anche le cose che sono di Dio».
NELLA GLORIA CON LO SPOSO
Il 20 settembre 1979, alla Messa per il 60° anniversario della sua ordinazione sacerdotale, disse: «Non è che io non ami la vita, ma ora voglio vedere il Signore. Ho passato tante ore davanti a Lui nel Santissimo Sacramento, ho parlato a Lui nella preghiera e di Lui con chiunque mi volesse ascoltare. Ora voglio vederlo faccia a faccia». Due mesi e mezzo dopo, era il 9 dicembre, Fulton Sheen fu chiamato per sempre a contemplare il Volto di Colui al quale aveva anelato per tutta la sua vita terrena.
1 note · View note