#ed io un cazzo
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tuportamiviareturn · 2 years ago
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Coldplay
😭
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ross-nekochan · 2 months ago
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Stasera sono appena stata alla festa di fine anno aziendale con i nostri partner aziendali.
C'era anche una lotteria e in palio c'erano premi di vario tipo: voli in business class per mete caraibiche o USA, voli nazionali, elettrodomestici, una fornitura di carta igienica per 1 anno (quanto so simpy sti giappi eh?!?!), 12 tipi di ramen istantaneo coreano ecc.
Primo premio: 2 biglietti aerei A/R per la Micronesia in business class.
Pescano il biglietto... "chi sarà mai il vincitore di questo premio?????
....
...
...
ROSSELLAAAAAAA"
😱😳🥴🤯
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thevampirearcher-md · 1 year ago
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Che esperienza talmente strana è guardare sto ballo
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deathshallbenomore · 2 years ago
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i hate men 2 electric boogaloo
[potenziale molestia/atteggiamento molesto nei tag siete avvisatə]
#allora recap: ieri incrocio collega sconosciuto e per educazione mi presento#NON L’AVESSI MAI FATTO (poi no. è anche questo un meccanismo che ci porta ad auto incolparci per nessun motivo)#cinque minuti dopo passa in stanza da me e mi fa ‘domani avresti voglia di venire in stanza da me alle 13 per discutere il tuo lavoro?’#e io tipo ‘guarda a quell’ora io mangio ma se tanto siamo sempre tutti qui si fa presto a beccarci in giro e fare due parole o prendere#un caffè. e lui un po’ scocciato per il mio rilancio comunque fa ok ok#A QUANTO PARE OKAY UN CAZZO perche oggi visto che alle 12:59 non ero da lui è stato lui a materializzarsi davanti alla mia stanza#senza bussare si è messo lì tipo ologramma solo che abbiamo le porte trasparenti quindi vedi se c’è uno che fissa dentro e che cazzo#va beh vado ad aprire e lo faccio entrare così che ci fosse anche la mia compagna di stanza#e questo praticamente era venuto a chiedere conto del mancato ritrovo delle 13 quando comunque non c’era stata alcuna conferma#fermo restando che comunque potrebbero essere sopraggiunti anche i cazzi miei e in assenza di accordi non vengo certo a comunicartelo#beh insomma farfuglia qualcosa di poco comprensibile (ci parliamo in inglese ma il problema non è linguistico ma è che lui è molto ambiguo#e non si capisce cosa intenda veramente) e io la butto sempre sul conviviale. che comunque possiamo parlare anche qui e ora (visto che ero#nella mia stanza e non ero sola) e che alla peggio ci si becca in giro senza doversi dare un orario fisso#continuano le incomprensioni e quindi gli faccio ‘what did you have in mind scusa’ e lui ‘you’#MA PRONTO POLIZIA MA QUANTO DEVI AVERE LE SINAPSI BRUCIATE#la cosa che mi fa incazzare è che io non mi aspettavo affatto questa situazione e quindi non è che avessi la risposta pronta. ero solo#estremamente a disagio#va beh alla fine se ne è andato ma non prima di essere ripassato tre volte mentre eravamo in corridoio ad aspettare di uscire per pranzo#ora non è certo una situazione nuova mai sentita prima ed è per questo che fa incazzare#perché poi si attivano tutti quei meccanismi del cazzo#per cui tendi a sminuire perché dai non è possibile che sia successo#poi questo tizio ha un fare abbastanza ambiguo tale per cui se poi ti lamenti pari tu la pazza perche lui mica intendeva quello che hai#capito tu. ma poi veramente cosa ti fa sentire legittimato a comportarti così#hai buone intenzioni ma sei disagiato? non è un problema mio#io mi sento molestissima a invitare una ragazza per un caffè anche se ci sto gradualmente facendo conoscenza e peraltro in senso generico#che potrebbe portare anche ‘solo’ all’amicizia#e questo perché io sono stata abbastanza educata da presentarmi con un collega pensa di avere delle pretese MA QUANDO MAI#io basita veramente mi fa incazzare non solo lui ma anche la sensazione di impotenza e disarmo che si ha in questi casi#per fortuna poi c’erano le colleghe che si sono prese a cuore la situazione🥲
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gotaholeinmysoull · 2 years ago
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io non sono schizzinosa, ma c’è la mia compagna di stanza che non ha ancora mai lavato le lenzuola da quando è qui e a me fa schifo solo a vederle
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francesca-70 · 5 months ago
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Viviamo tra le troie e gli stronzi, le teste di cazzo e gli esperti nelle prese per il culo. Siamo nel tempo del “Ti amo, ma non voglio storie serie.”, “Non è colpa tua sono io che voglio stare solo.” La societá va in giro con le etichette tra le mani. Troppo gay, troppo magra, troppo grassa, troppo ingenua, troppo depressa, troppo masochista. Viviamo di quei “Troppo" che si leggono “Non sei abbastanza.” Siamo quelli dei baci sul collo e non sulla fronte, delle maniche corte ed addio le felpe, delle amicizie false e costruite, delle storie senza fondamenta e pareti. Siamo nella generazione in cui si esce con gli amici mentre si chatta con altri su whatsapp. Siamo nella generazione in cui si va a cenare fuori e invece di catapultarsi sul piatto, si fa la foto della pietanza per caricarla su instagram. Siamo nella generazione in cui se si incontra una persona interessante la si cerca il giorno dopo su Facebook, invece di parlarle immediatamente. Siamo nella generazione in cui ci si innamora con un cuoricino rosa in chat e non davanti a un tramonto.
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Smail Forever
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scritti-di-aliantis · 1 month ago
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Threesome. Quando mesi fa me l'hai chiesto, mentre facevamo l'amore, sulle prime sono rimasto scioccato. Poi ci ho pensato a lungo. Infine t'ho fatto la sorpresa. Ieri sera te l'ho portato a casa. Non eri preparata. No: non tanto per la cena, che abbiamo fatto con quel che c'era in frigo. Quanto perché tu stessa come donna ti ritenevi impresentabile. Eppure, eri forse ancora più bella, così nature. Avevi qualche scrupolo e in viso eri di brace. Provavi vergogna. M'hai tirato da parte e quando poi t'ho detto che t'avremmo scopata in due, hai sgranato gli occhi e m'hai chiesto se per caso non fossi impazzito.
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Però ti mordevi il labbro inferiore. Vedevo i tuoi occhi brillare. Si stava concretizzando finalmente una tua fantasia ormai ricorrente. Avevi paura, vergogna e desiderio tutt'insieme. T'ho rassicurata sulla totale igiene, poi a proposito della grande discrezione e infine sulla assoluta signorilità di Michele. Abbiamo concordato che lui magari, come prima volta, ci avrebbe soltanto guardato scopare. Forse un'altra sera... A cena ci siamo rilassati, complice un buon vino. Tu lo studiavi. Poi siamo andati in camera e ci siamo spogliati tutt'e tre. Nudi completamente. Io e te abbiamo iniziato.
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Lui era seduto su una sedia a fianco del letto, molto vicino a noi. Ti piaceva da morire, farti guardare nuda da lui. Che vera puttana! Spesso, nei momenti di cambio posizione, offrivi alla sua vista il tuo seno dai capezzoli turgidi e la fregna totalmente aperta, guardandolo negli occhi. Quando eri ben riscaldata, molto eccitata, ho capito che stavi per cedere. Ti ho chiesto: "vuoi solo toccargli il cazzo, amore mio? Guardaglielo: è bellissimo e durissimo, perché ti vorrebbe entrare dentro." E allora tu timidamente, dapprima gli hai solo poggiato la mano sopra. Poi però subito a seguire, non potendo resistere, glielo hai impugnato e hai cominciato a masturbarlo, mentre io ti scopavo.
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Dopo un po', pian piano ci siamo spostati e strategicamente sono riuscito a farti stare con la testa a bordo letto, sul lato vicino a Michele. T'ho girata, così potevo incularti, mentre tu riprendevi a masturbarlo, stavolta guardandolo ogni tanto negli occhi. Ho sentito che t'allargavi sempre più e alzavi i fianchi, per farti inculare meglio. T'ho detto: "pensa che bello se mentre io ti inculo tu iniziassi a sbocchinarlo!" Non te lo sei fatto ripetere: sei avanzata, hai aperto la bocca e l'hai fatto entrare. Michele ha iniziato a pomparti la bocca, seppure in posizione scomoda. Godeva del sapiente lavoro della tua lingua da vera porca. Finalmente ho capito che il muro del tuo pregiudizio era finalmente caduto.
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Sono uscito dal tuo culo, mi sono messo supino e t'ho guidata sopra di me. Ho fatto cenno a Miki di salire sul letto e quando tu ti sei messa a cavallo, con il mio uccello dentro la passera, ti sei chinata sulla mia bocca per baciarmi. Allora ti ho ordinato dolcemente: "allarga le natiche, amore mio. Fallo entrare." E tu hai eseguito in maniera naturale, come se l'avessi sempre fatto. Eri rossa in viso e bellissima. La donna più bella al mondo. Quando insieme abbiamo iniziato a sfondarti, hai iniziato a urlare e gemere di gioia. Mi hai sorriso e hai detto: "grazie! Sai, volevo proprio farlo." Poi mi hai baciato con ancor più intensità. Dicevi ad alta voce: "sono troia, sono proprio una troia. Dai, Michele sborrami dentro anche tu..." Siamo venuti in tre una prima volta.
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T'abbiamo sfondata, t'abbiamo messo anche tutt'e due i cazzi in fregna. Sei stata riempita ovunque di sborra ed eri davvero felice. Per un minuto sono andato in bagno a fare pipì. Quando sono tornato in camera, Michele ti stava sfondando la passera e lo baciavi in bocca con trasporto, incrociando le tue gambe sulla sua schiena, da collaudata troia, per trattenerlo quando fosse venuto! Sono stato il tuo unico uomo da sempre, però in quel frangente ho avuto il forte sospetto che quella proprio non fosse la prima volta che prendevi un altro cazzo che non fosse il mio. Poi d'un tratto ti sei girata a pancia sotto e mi hai sorriso, dicendomi che mi ami da morire. E Michele... t'ha inculata a dovere! Che grande troia sei!
Aliantis
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vadaviaaiciap · 13 days ago
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Compagni contrordine!
Così in una nota l'Associazione nazionale magistrati (zecche rosse):
"Si segnala, al fine di fare chiarezza, il totale fraintendimento da parte di numerosi esponenti politici dell’attività svolta dalla procura di Roma, la quale non ha emesso, come è stato detto da più parti impropriamente, un avviso di garanzia nei confronti della presidente #GiorgiaMeloni e dei ministri #Nordio e #Piantedosi ma una comunicazione di iscrizione che è in sé un atto dovuto perché previsto dall’art. 6 comma 1 della legge costituzionale n. 1/89. La disposizione impone al procuratore della Repubblica, ricevuta la denuncia nei confronti di un ministro, ed omessa ogni indagine, di trasmettere, entro il termine di quindici giorni, gli atti al Tribunale dei ministri, dandone immediata comunicazione ai soggetti interessati affinché questi possano presentare memorie al collegio o chiedere di essere ascoltati. Si tratta, dunque, di un atto dovuto."
Ve la traduco semplice io:
Finito il momento orgiastico facilmente immaginabile nei salotti del PD💩, qualcuno di loro ancora in grado di far funzionare 3 o 4 neuroni in parallelo, deve aver chiamato i compari per dirgli
"Oh ma che cazzo fate???
Guardate che per un avviso di garanzia che tanto finirà nel vortice del sifone, a questa così le fate prendere un altro 10% entro il fine settimana."
Da qui, la "precisazione" in retromarcia sgommata da parte dei compagni in toga.
PS: Se mai servisse precisarlo, come è buona pratica fare con i sinistroidi, non credo ad una sola parola della "precisazione".
E' in atto un palese ennesimo tentativo di far cadere un governo democraticamente eletto ma non per questo meno inviso al PD💩, perchè l'avviso di garanzia alla Meloni c'è eccome.
Solo che si son resi conto che forse ne hanno pestata una talmente grossa, che per uscirne gli toccherà farsi verricellare dagli elicotteri della protezione civile.
- Fabio Armano
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raccontidialiantis · 27 days ago
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Il mio posto dell'anima
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Senza i peccatori non avrebbero ragione d'esistere i confessionali e le chiese. Devo confessare quindi la mia trascurabile storia. Si sappia che la mia segreta passione, il mio posto dell’anima sul suo corpo, era l’attaccatura della coscia al corpo. Uno spettacolo solo a vedersi. Avrei potuto passarci delle ore. A baciarla, leccarla lì e quindi farla morire di desiderio. Iniziavo il nostro amplesso sempre lavorandola e annusandola in quell'area, dalla sua parte destra. Vi indugiavo a lungo e poi giravo con la lingua attorno alla sua fica; le passavo dapprima sopra, poi a sinistra e di nuovo a destra: strettamente di fianco alle sue grandi labbra, il mio altro posto preferito. Infine, ripassavamo insieme l’intera lezione della passione più intima: le ordinavo di alzare le cosce e, indugiando sotto di lei, le leccavo per bene tutto l'insieme di ano e perineo.
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Sotto ogni colpo di lingua la sentivo aprirsi, allargarsi e offrirsi. Quando poi mugolando dal piacere iniziava a muovere i fianchi, così facendo mi dava la misura del suo desiderio crescente. Alla fine, allargava da sola le gambe al massimo, mi prendeva la testa decisa con entrambe le mani e me la forzava, mi costringeva a incollare le mie labbra alla sua vulva bellissima e saporita. Non potevo scappare, quasi non respiravo e allora la leccavo il più dentro possibile come se non ci fosse un domani. Veniva gemendo e quindi mi ordinava di scoparla immediatamente. Io eseguivo, pazzo di lei. Venivo regolarmente dentro la sua fregna. Non voleva che uscissi. In tutto questo scenario, scopandola facevo l’amore coi suoi capezzoli e lei ogni tanto grata, in cambio se ne aveva mi dava il suo latte. Soprattutto quando aveva partorito da pochissimo e non vedeva l’ora che le succhiassi le mammelle.
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In quel periodo, di latte ne aveva tantissimo e le mammelle le scoppiavano, quasi. Quando la succhiavo al seno, regolarmente dopo poco veniva. Per me era godimento puro. L’avrei voluta solo per me. Ma lei amava più di ogni cosa i suoi figli e per questo sopportava un matrimonio finito, con un uomo gran lavoratore ma sessualmente spento e disinteressato. Uno che non la scopava neppure più. Giusto ogni tanto rapidamente, per dovere e senza troppo entusiasmo. Per punizione, lei non gli concedeva di baciarla lingua in bocca: serrava le labbra pur carnose e bellissime. Così, per negargliele, lei girava la testa a destra e sinistra. Solo per quelle labbra l’avrei sposata io stesso, fosse stata sul mercato. Ma lei invece era tutt'altra indole, rispetto al marito. Io lo so bene. Era una donna calda, piena di passione e voglia di vivere.
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A volte arrivava decisa, incazzata, ma con me comunque sempre allegra. Mi ordinava delle cose che mi lasciavano a bocca aperta dallo stupore. Tipo: “Dai, abbiamo solo un’oretta. Muoviti: inculami, ché quello stronzo non mi guarda neppure più. Ho semplicemente un grandissimo bisogno di sentirmi femmina bramata e vinta, usata. Voglio che tu non desideri altro al mondo che sborrarmi dentro. E allora spaccami, fammi tua con la forza. Oggi mi devi fare maleeee: fammi sentire che mi sottometti. E se ti dico basta, tu sii maschio: inchiodami col tuo cazzo e fammi soffrire. Voglio piangere dalla rabbia per l'umiliazione della sottomissione.”  Dio quanto mi piaceva, quella donna! Poi, poco più di un anno fa il marito ha avuto una promozione e hanno dovuto spostarsi.
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Abbiamo continuato per un po’ a vederci, con mio grande sacrificio: dovevo fare quattrocento chilometri solo per un pomeriggio con lei. Con enorme dolore, soprattutto da parte mia, man mano la cosa s’è diradata ed è finita. Ogni tanto mi scrive e mi dice che uno che la faccia godere come me ancora non l’ha trovato. Che mi pensa spesso. Ogni sua frase per me è una coltellata dritta al cuore. La mia lingua ancora ha nostalgia del suo sapore. Però intanto sperimenta, cambia, cerca. Sono contento per lei, alla fine. Io un po’ soffro. Un po’ tanto direi, perché comunque sono ancora molto innamorato…
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RDA
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dicono tutti che fuori si sta meglio. dicono tutti che in italia non ci sia lavoro e che fuori sia tutto perfetto. la verità è che chi non lo ha mai provato non ha la minima idea di come cazzo sia vivere all'estero. e non parlo dei sei mesi di erasmus di cui praticamente non ricordi un cazzo perché eri sbronzo cinque giorni su sette. parlo di provare a vivere veramente in uno stato che non sia il tuo, parlo di vivere veramente da "straniero". ci sono una serie infinita di meccanismi che si attivano che voi non avete neanche idea di che cazzo stia parlando. il problema più grosso rimane e rimarrà sempre il lato sociale.per chi non fa altro che sperare di andarsene dall'Italia perché non c'ha una lira e crede che fuori ti tirino i soldi li direi di fermarsi un po' a pensare che cosa sta facendo prima di partire veramente. forse il problema sta anche nel fatto che io non ho mai avuto problemi di soldi e non ho mai avuto problemi ad arrivare a fine mese, può essere. ma l'incompatibilità che provo quotidianamente da sette anni con il popolo con cui vivo non avete idea di cosa sia. la settimana scorsa sono stata mezza giornata a Verona e mi sono ritrovata per caso su una strada qualunque e stavo bene. io non sto mai bene. la gente attorno a me era sulla strada, stava fuori, all'aperto, era sulla strada e faceva chiasso. la gente parlava ad alta voce, le macchine andavano di qua e di la, i bus si fermavano alla fermata in cima alla strada. c'erano macchine, vespe, bus e tanta tanta gente fuori sulla strada che camminava e andava a passeggio. ed era tutto bello. la gente sembrava proprio felice. c'era quell'odore di estate che si sentiva a scuola verso fine maggio. quando alle nove c'era ancora il sole e la gente era felice. felice. cazzo che bella che era la vita. se solo avessi fatto qualcosa o tutto diversamente. se solo avessi capito quanto sarebbe stato poi difficile rivivere momenti come quelli.
con chiunque parli e dica che voglio tornare mi guarda malissimo e mi riempie di frasi senza fine per farmi capire di quanto si stia male qua. gli unici che mi capiscono sono quei poveri sfigati come me, che vivono incastrati in un posto che da fuori sembra incantato, invidiato da tutti ma che poi dall'interno è pieno di cose che non vanno. inutile quanto tu ci provi ma questa non è casa tua e mai lo sarà. e sinceramente, ti dirò, va anche bene. va anche bene perché io non ho più nessunissima intenzione di 'integrarmi', anche se questa parola alla fine non vuol dire un cazzo. sono pochissimi i tedeschi o gli austriaci con cui esco volentieri nel mio tempo libero, forse due, e uno di questi è il classico austriaco estremamente impacciato e timido che mi mette totalmente a disagio e con cui esco due volte all'anno perché è il mio massimo livello antidisagio. non è una brutta persona, ma semplicemente 'non funzioniamo', non c'è vibe come direbbe mio fratello da figo. e ripeto va bene perché lo ho capito da tipo due anni che per vivere da voi non devo necessariamente vivere con voi. ma già dietro questa frase si capisce il livello di solitudine estrema di una persona. vivo in austria e non ho nessun legame profondo/serio con nessun austriaco. condizione che, lo dico per sentirmi meglio, è condivisa da circa 2 su 3 degli stranieri residenti in austria. ovviamente non sono sola, ho conoscenti e amici. credo che però qualunque persona normale capisca che non sia proprio il massimo. la mia vita a 27 anni è totalmente differente rispetto a quello che mi ero immaginata. e quindi decidi di restare in un posto che non ha nulla, ma proprio nulla a che fare con te, ma dove però funziona bene o male tutto e dove hai un lavoro. il mio lavoro in Italia neanche esiste o meglio si c'è, ma la maggior parte delle volte è su base volontaria o gestito da Onlus che ti pagano male e poco, se ti pagano. mesi fa ho conosciuto questa ragazza che ha fatto lo stesso mio lavoro ma in Calabria. le sono arrivati i soldi dello stipendio cinque mesi dopo. io con il mio lavoro arrivo a 2000/2100 mensili netti. questa prendeva si e no 1200 al mese.
dove vivo io fanno tutti sport. ho sempre trovato gli austriaci molto poco attraenti ma hanno tutti dei fisici quasi perfetti. la gente continua a fare sport. è l'unica cosa che puoi fare. vai al lavoro e dalle 5 in poi ti chiudi da solo con le tue cuffiette in mezzo ad altri 100 depressi per due ore in palestra. non c'è altro. il weekend esci per modo di dire... fai una passeggiata il sabato, se hai fortuna trovi qualcuno con cui mangiare insieme anche a cena. la domenica non ve la descrivo neanche. per chi non è mai uscito dall'Italia prima la domenica in una paese germanofono è un'esperienza surreale. la domenica qui è il giorno per la famiglia, nonostante io mi chieda che cazzo faccia una famiglia di cinque tutta la domenica chiusa in un appartamento da 60 mq dato che trovare qualcosa da fare è impensabile. è tutto chiuso. a Vienna la domenica ci sono 4 supermercati aperti in tutta la città. l'unica cosa che puoi fare la domenica è indovina cosa? sport. O andare magari al cinema due ore il pomeriggio.
chi vive in questi posti e ha origini mediterranee, africane o viene dal medio oriente vive una vita a metà. la cultura di questi posti non ha assolutamente nulla a che fare con la nostra essenza. la gente è di un piatto che non si può descrivere. esattamente come le loro domeniche.
secondo me l'unico modo di sopravvivere più o meno bene e quella di trovarvi un partner. se state pensando di andarvene non fatelo da soli. in questi sette anni ho visto tanta di quella gente venire qua e vivere i primi due anni in una sorta di trance psichedelica perché guadagnavano 3000 euro al mese e poi al terzo anno cadere in una depressione pesante a causa della solitudine che ti offrono questi posti. non è una solitudine che si può spiegare. passi la tua esistenza in maniera alienante in mezzo a persone da tutto il mondo che sai che prima o poi se ne andranno per non tornare più e poi ricominci a conoscere sempre nuova gente e così via in in ciclo infinito di cene e pomeriggi passati a parlare del più e del meno con gente che sai che non si fermerà mai nella tua vita e con cui appunto non puoi che parlare del tempo
i primi quattro anni che stavo qua pensavo sempre che più sarebbe passato il tempo più mi sarei abituata e avrei fatto meno fatica. sinceramente ho sempre pensato che l'integrazione andasse a pari passo con la lingua. che gran cazzata. ora so la lingua e bene o male so dire tutto ma faccio più fatica ogni giorno che passa. e ogni volta che parlo con qualcuno che vive qui da anni come me mi confermano la stessa cosa. dieci anni fa mai e poi mai mi sarei immaginata di fare questa vita qua.
nessun di noi sta male male. hai uno stipendio, se sei fortunato fai pure un lavoro che ti piace, hai le tue cinque settimane di ferie all'anno, hai il tuo appartamento, hai il tuo cerchio di amicizie, hai l'amico argentino che fa sempre figo tornare a casa a natale e parlare allo zio che non è mai andato oltre Trento dell'amico argentino eppure vivi sempre a metà e tutto ciò è impossibile da spiegare a chi non viva o abbia vissuto nella stessa situazione.
boh. come tutta la mia vita, boh
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miciagalattica · 1 month ago
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Un sogno che sembrava troppo reale.
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Avvertenza:
Non si tratta di un racconto auto-biografico.
Ogni riferimento a persone o a cose è puramente casuale, perché è un racconto di fantasia.
È un racconto crudo, che va a toccare dei tabù. Alle persone che sono particolarmente sensibili consiglio di fermarsi qui, o alla prima sensazione di disgusto o di imbarazzo.
PRIMA PARTE
Ero appena tornata a casa dal lavoro e avevo lasciato che Dicky, il pastore tedesco di mia cugina, uscisse nel cortile sul retro per fare i suoi bisogni. Si, mi ero prestata alle suppliche di Carla per poterle tenere il suo cane per due settimane perché doveva fare una seconda luna di miele con suo marito. Dicky era un bellissimo pastore tedesco di un anno e mezzo, mia cugina mi rassicurò dicendo che era già addestrato e addomesticato e che non dovevo avere nessuna paura di Lui, anzi le sarei stata grata perché mi avrebbe protetta da qualsiasi minaccia e poi è abbastanza amichevole, cercò di indorare la pillola dicendomi che io già gli piacevo. Nonostante queste raccomandazioni ero pervasa da uno stato d’inquietudine perché non ero abituata a vedere un cane in giro per casa. Appena i due piccioncini varcarono la porta mi assali un senso di disagio dovuto al fatto che d’ora in poi sarei rimasta sola con questo cane. Non riuscivo a spiegarmi il motivo di questo nervosismo. Forse tutto questo era dovuto al fatto che avevo avuto sempre sentimenti contrastanti nei confronti dei cani.
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La ragione era dovuta al fatto che quando ero all’università una mia amica mi confessò che si era lasciata leccare la figa dal suo cane e aveva avuto un orgasmo da favola. Rimasi sconvolta dalla sua confessione. La notte successiva sognai che stavo a letto e il cane della mia amica si era intrufolato nel mio letto e ha cominciato a leccarmi la figa, mi sono svegliata di soprassalto e mi sono ritrovata madida di sudore, la mia figa fracida di succo ed era bastato che toccassi con le dita il clitoride per arrivare in un modo pazzesco. Subito dopo mi sentii mortificata. "Come ho potuto lasciare che ciò accadesse?” fu la domanda che mi posi. Rimossi subito tutto e non ebbi più sogni di questo tipo.
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Guardando Dicky, tutti quei sensi di colpa, di imbarazzo e di lussuria, provati per quel sogno mi tornarono in mente. Ebbi improvvisamente paura. Paura di ciò che avrei potuto fare, di ciò che avrei potuto voler fare ora che ero sola con quel cane. Ero consapevole del disagio che avevo provato quando mia cugina mi lasciò il cane. Dopo questo smarrimento iniziale, giusto per tranquillizzarmi guardai il cane e gli dissi “Immagino che siamo solo tu ed io, Dicky" per smorzare il nervosismo mi versai un bel bicchiere scotch e sorso dopo sorso lo bevvi tutto. Dicky si avvicinò e si sdraiò a terra accanto a me. Pochi minuti dopo, cominciò a sentirmi molto più rilassata mentre lo scotch si diffondeva nel mio corpo. Sentivo un piacevole calore diffondersi dentro di me. A un certo punto sentì i la zampa di DIcky appoggiarsi sul mio piede. "Adesso non iniziare a farti venire le idee", gli dissi ridacchiando, mi alzai per andare a letto, e guardandolo improvvisamente arrossii guardando il cane e pensai "È decisamente maschio". La punta rosa del suo cazzo sporgeva! Ero totalmente imbarazzata. "Non posso credere che lo sto guardando!" pensai.
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Agitata, andai velocemente nella mia camera. Ero confusa e mi sentivo piuttosto calda per il rapido consumo di scotch. "Ho bisogno di una doccia fredda o di un bagno caldo", sorrisi. Mi spogliai completamente e mi sdraiai I sul letto quando fui presa da un’eccitazione inspiegabile. All’improvviso, sentii uno schianto nel soggiorno, a quel punto mi ricordai che non ero sola e un piccolo brivido mi percorse la schiena. Uscii dalla camera e mi diressi in soggiorno. Una delle lampade era rovesciata. Niente di rotto. "Fortuna per te, Dicky", e mentre lo dicevo, un piccolo brivido mi percorse tutto il corpo. Dicky si avvicinò, sbattendo la coda e strofinandosi contro la mia gamba. “Anch'io sono felice di vederti, pazzo. Ora smettila di rompere le cose”, mi voltai per tornare in camera e vidi Dicky che mi seguiva da vicino. "Dove pensi di andare?" Dicky mi guardò con entusiasmo. "No, tu resta qui." si voltò e raggiunsi la porta. In un lampo, Dicky mi fu dietro, lo spinsi via e mentre mi chinai per farlo il cane si spinse in avanti e mi leccò un seno, gli urlai contro.
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Dicky perpretò un secondo attacco e con la lingua mi sfiorò l’inguine, lo respinsi ancora una volta ma con meno risolutezza, Dicky ne approfittò per fare un successivo attacco e mi sfiorò il clitoride, sentii una scossa elettrica attraversarmi tutto il corpo. Una volta entrata mi sdraiai sulla schiena con le gambe penzolanti oltre il bordo. Dicky mi segui e spinse il muso in avanti, costringendomi ad aprire le gambe. "Ehi, aspetta ragazzo, comando io qui", dissi con un po’ d’incertezza. Dicky m’infilò la lingua nel mio inguine bagnato. Ben presto cominciò a leccare con gusto. Sentì che mi stavo rapidamente avvicinandomi all'orgasmo. Dicky spinse insistentemente la lingua dentro di me. Sentì di cedere alle sensazioni impetuose mentre un orgasmo mi travolgeva, fui sopraffatta dal senso di colpa. Allontanai il cane e afferrandolo per il collare, feci uscire la sua testa dal mio inguine Dicky opponeva resistenza si avvinghiava a me e intravidi il suo cazzo ,era eccitato, io rabbrividii al solo pensiero, lo sentii scivolare lungo la gamba. "Oh Dio, allontanati da me", urlai, improvvisamente fui presa dal panico. Gli tirai di nuovo il collare, cosa che non fece altro che tirare il cane più in alto sul mio corpo. Lo sentivo, ora premeva contro la mia coscia. Avvertii un'improvvisa ondata di paura, unita a un'incredibile e improvvisa lussuria. Lo sentivo duro... e scivoloso! "Quando la punta mi toccò l'inguine, venni una seconda volta senza preavviso. Abbracciai il cane mentre le onde pulsavano attraverso il mio corpo. All'improvviso, l'orgasmo si calmò e spinsi via Dicky e corsi in bagno, sopraffatta dal rimorso e dal senso di colpa. Tremavo come una foglia. Sbattei la porta del bagno e la chiusi a chiave. Tremavo, sopraffatta dalla vergogna. Mi guardai allo specchio e distolsi lo sguardo. Non potevo credere a quello che era quasi successo e pensare che ero pronta a lasciare che accadesse. Mi sedetti sulla tazza del water stavo ancora tremando. Pensai all'orgasmo che fu improvviso e potente... e sbagliato. “Una cosa era”, pensai, “lasciarmi leccare finché non arrivassi. Ma questo…” sapevo nel mio cuore che tremavo non solo per la vergogna. Era anche lussuria e desiderio. Ma così sbagliato, così vergognosamente sbagliato. Rimasi seduta in bagno per più di un'ora, piangendo e torcendosi le mani, sperando che Dicky tornasse nel suo letto in soggiorno. Alla fine mi decisi a uscire e Dicky non c’era, era davvero nell'altra stanza. Corsi in camera e mi fiondai sul letto, dove immediatamente crollai sopraffatta.
P.S.
Le parti che seguono le posterò solo su richiesta e in privato, a meno che ci siano un numero importante di likes (almeno 10). In questo caso proseguirei a postarli in pubblico.
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kon-igi · 1 day ago
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POST PER VERI UOMINI
e non per lagnosi poeti, fragilini pittori, rachitici musicisti o nerd informatici miopi con allergia a sapone e deodoranti. E nemmeno per ingegneri disorientati spazio-temporalmente con episodi di derealizzazione e distacco fobico dalla realtà. Per non parlare di matematici pavidi, pretestuosi filosofi ed economisti, sociologi e tutti gli STEM a cui vengono sciatalgia ed epicondilite con lussazione di spalla se provano ad alzare un attrezzo che sia più pesante di una pinzetta per francobolli.
Io parlo di veri uomini, di quelli che si radono a secco con il bowie e tra una guancia e l'altra ne devono riaffilare la lama perché pure i peli si radono la barba ma con la motosega. Di quelli che prendono gli integratori di ferro sottoforma di frammenti roventi di acciaio che si conficcano sotto la pelle mentre tagliano e fresano putrelle. E gli integratori di calcio sono la polvere di cemento e sabbia che aspirano mentre gettano le fondamenta di grattacieli. Dispositivi di Protezione Individuale? Pelle, calli, bestemmie e tasso alcolico costantemente sopra la media. Infortunio sul lavoro? Raro momento per riposarsi uno o due minuti e poi ricominciare.
Ed è a questi veri uomini - il cui dopobarba si chiama Polvere&Sudore™ (sono gli unici due ingredienti, letteralmente) - che chiedo consiglio sull'acquisto di una decente
SALDATRICE A ELETTRODO CON INVERTER
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utilizzo frequente (3-4 volte al mese) ma non giornaliero
a elettrodo MMA, mi raccomando, non a filo MIG/MAG
che sia portatile (che non debba portarlo in giro con un transpallet)
che non superi i 100 euro (massimo 150 se ne vale la pena)
che preferibilmente sia su Amazon con spedizione Prime perché questo mese ho esaurito la mia ora di esposizione a realtà non virtuale andando in un centro commerciale con delle persone dentro.
I suddetti veri uomini sono inoltre pregati di spiegarmi la differenza pratica dei vari amperaggi con esempio comprensibile ('Con 100 ampere ci saldi lo stagno per 1 minuto e poi la macchina esplode', 'Con 400 ampere ci saldi la torre Eiffel per 1134 ore filate').
So che ci siete perché vi ho visto più volte corrermi incontro con il temperamatite per farmi la punta al cazzo quando magari mettevo 2 grammi di cemento in meno nella betoniera o aprivo un quadro elettrico senza aver tolto la tensione a tutta l'Italia settentrionale.
Ma io vi voglio bene per questo e gioirò del vostro maschio aiuto.
Se invece non appartenete a questa categoria, non ve ne faccio una colpa perché al mondo ci vogliono anche gli artisti come Sfera Ebbasta e gli ingegneri come Elon Musk, però magari contribuite con un gentile reblog... fatto con delicatezza sennò magari vi lussate un dito e la trap non arriverà più su Marte ❤
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omarfor-orchestra · 1 year ago
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ahahahahah no ma tipo lo fa soprattutto nelle caption dei post e delle storie. Anche se sembra un po’ tipo troppo?
Allora secondo me il fatto di buttarci a caso le parole in inglese è un po' una cosa generazionale quindi non mi dà troppa noia, a volte lo faccio anche io. Se diventa eccessivo però effettivamente sì
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3nding · 1 month ago
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SPACE XXX
La prossima volta che mi venite a raccontare che non ci sono soldi per la Sanità, per la Scuola, per il rinnovo degli stipendi pezzentiali del Pubblico Impiego - chi si prende cura di voi, dei vostri diritti, salute, istruzione, sorveglianza, sicurezza, prende il 30% in meno di un operaio non qualificato, e manca almeno la metà del personale che sarebbe necessario, poi chiedetevi il perché dei disservizi - la prossima volta, dicevo, non aspettate la risposta, consideratevi automaticamente mandati a fare in culo, nel senso più proprio di "mavvamorìammazzato".Perché già la marchetta da 1 mld di Euro, in costante crescita, del centro di detenzione in Albania, decisione presa a cazzo di cane in maniera del tutto autonoma, era indicativa di tutto uno stile.Ma come se non bastasse, qui si parla di un qualcosa che avrebbe dovuto essere sottoposto intanto al Parlamento, poi alla Corte dei Conti, e poi proposto in gara d'appalto al miglior offerente a parità di costi; non certo deciso sua sponte in base a, a, ricordatemi, quale è la competenza tecnica della Meloni in materia di sicurezza digitale, o se è per questo dell'intero esecutivo preso nella sua interezza? Alla faccia della trasparenza. Ma non avevo particolari dubbi. Gli amici di destra mi dicono sempre di guardare i fatti prima di farmi prendere dall'ideologia, a quanto pare comodamente dimenticando che, io, una ideologia non ce l'ho mai avuta.In realtà, come diceva quel tale nel film, " i modi definiscono l'uomo", e pure la donna. Se sei fracassone, arrogante, tracotante, bullo, perculante, falso, da te non può venire niente di buono, mai, senza eccezioni. Ed ecco che, salvo cadute sulla via di Damasco (fatali, si spera), si invola un altro miliardo e mezzo di Euro che sarebbe stato di una certa qual utilità; e se proprio ce n'era bisogno, lo sviluppo e l'acquisizione di una simile tecnologia restando in area Euro avrebbe avuto importantissime ricadute sull'occupazione, sul PIL (e quindi su pensioni, stipendi, disavanzo eccetera), sulla innovazione e non ultima, data la materia, sulle garanzie di sicurezza. Ché affidare simili dati a uno dei cretini più corrotti, menefreghisti e inaffidabili dell'era contemporanea (era peraltro già ricca di simili talenti) non appare sotto alcun profilo la scelta migliore. Comunque; avanti così, Rated XXX, perché gli stupri fanno sempre audience, però per un pubblico dal palato forte. - via fb
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lunamarish · 30 days ago
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Uno dei momenti più tristi della nostra vita è quando la porta della casa dei nonni si chiude per sempre. Una volta chiusa quella porta non ci saranno più i pomeriggi felici con zii, cugini, nipoti, genitori fratelli e sorelle. Ve lo ricordate? Non era necessario andare al ristorante la domenica. Si andava a casa dei nonni. A Natale la nonna bucava l’ozono con le sue fritture mentre il nonno si dedicava all’arrosto facendo puntualmente bruciare la canna fumaria. La tavola era lunghissima e veniva apparecchiata nella stanza più grande. Adesso la casa è chiusa ed è rimasta soltanto la polvere. Un cartello vendesi. Nessuno la vuole quella casa. È vecchia. Va ristrutturata. Costa troppo. Cazzo ne sapete di quanto vale la casa dei nonni. La casa dei nonni non ha un valore. E così passano gli anni. Non ci sono più regali da scartare. Frittate da mangiare. Verdure da pulire. Quando la casa dei nonni si chiude ci ritroviamo adulti senza capire quando abbiamo smesso di essere bambini. Certo per i nonni saremo sempre piccoli e indifesi. Sempre. I nonni avevano sempre il caffè pronto. La pasta. Il vino. Le caramelle. Poi finisce tutto. Non ci sono più le canzoni. Non si fa più la pasta fatta in casa. La nonna non friggerà più le patatine e io non potrò più rubarle di nascosto dal forno. Siete andati via troppo presto porca miseria. Io volevo fare la salsa ancora una volta. Il mirto. Le chiacchiere. E il liquore all’alloro. Io volevo ancora accatastare la legna con te nonno, anzi grazie per avermelo insegnato. E grazie per gli insegnamenti sulla vita. E sulla campagna. E sul giardinaggio. Ora quando passo guardo quella casa e mi viene sempre l’abitudine di parcheggiare. E di buttare giù il campanello. E di sentire la nonna gridare che porco giuda non sono modi quelli. Scusa nonna. Non suonerò più il campanello. Al massimo quando mi capiterà di pensarvi di nuovo, come ora, canterò una canzone. Quella preferita dal nonno. Un amore così grande.
Antonio Cotardo
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scritti-di-aliantis · 3 months ago
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Nora, mia suocera, è ancora una bellissima donna di cinquantadue anni. Molto curata e palestrata. Mia moglie Luisa purtroppo due anni fa se n'è andata lassù per un incidente stradale. Lei quindi mi aiuta coi due bimbi e con la casa. Luisa era figlia unica e quindi dopo lo shock iniziale, ora gli equilibri delle due famiglie si sono assestati.
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Viviamo a distanza di pochi isolati in un piccolo paese; al mattino mio suocero Berto dopo colazione va via, apre il suo negozio di autoricambi in una cittadina vicina e torna a casa solo alle nove di sera. Quindi, di fatto, dopo avviate le cose di casa sua, Nora diventa il fulcro di casa mia.
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Da un mese però le cose tra noi due si sono fatte più intense: va detto che sono sempre stato il "cocco delle signore" sin da quando avevo diciotto anni. In un momento di tenerezza e relax, una domenica, subito dopo pranzo, lei era passata per vedere se era tutto a posto e per aiutare i bambini coi compiti, come sempre fa.
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Ero sul divano, con un'aria un po' triste. Lei aveva finito di dare una sistemata alla cucina. Dopo la doccia avevo addosso l'accappatoio. Nora s'è seduta sul divano un momento accanto a me. I bambini ancora stavano facendo il riposino. Mi sono lasciato andare: in un impulso di estrema intimità le ho detto che come maschio sentivo molto forte la mancanza di una "femmina". Non avevo cattive intenzioni, giuro.
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Lei però, un po' materna e un po' porca, mi ha accarezzato, poi ha lasciato scivolare la mano sul mio torace nudo e peloso. Era chiaramente attratta. Sentendo una dolcezza femminile indugiare forse un po' troppo sul mio corpo, m'è venuto spontaneo aprire l'accappatoio. Lei mi ha potuto vedere torace, ventre, inguine nudi e... il mio uccello bello reattivo al tocco di una donna attraente.
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Senza pensare forse troppo, rispondendo a un impulso naturale, la mia suocera sexy s'è chinata e me l'ha preso in bocca. Per pochi secondi solo, perché io cominciavo a muoverlo nella sua testa. Mi piaceva. Molto. Allora, deciso, le ho preso la testa, l'ho baciata sulle labbra con trasporto e l'ho accompagnata in camera da letto. La volevo. La desideravo.
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Lei capiva di non poter più scappare. Le tenevo la schiena e la spingevo. Diceva debolmente: "ma che fai? N-nooo... Non si può... Dai... Non dobbiamo..." Ma procedeva senza esitazioni. Ho chiuso a chiave per precauzione, lei si scusava: era imbarazzata. Rossa in viso da mangiarla di baci. Si mordeva le labbra dal senso di imbarazzo e rimorso. Parlava nervosamente. Ma non vedeva l'ora di farsi scopare. Lo capivo chiaramente.
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Mi diceva che Berto non la tocca più. Che però lei non l'aveva mai cornificato. Le ho tolto le mutandine bagnatissime, le ho sollevato la gonna, tappato la bocca dapprima con l'indice, poi baciandola di nuovo con trasporto e alla fine infilandole l'uccello in fregna con un solo colpo violento. Ha chiuso gli occhi mugolando di piacere e infine s'è lasciata scopare. Mi ha detto un bellissimo: "siiii... fottimi forte!" Per cui, da un po' lei per ciò che riguarda le mie esigenze di sesso provvede alla grande. Mi dà tutto ciò che posso desiderare. Ingoia la mia sborra di gran lena. Le piace da morire il mio sapore. Si passa la lingua sullle labbra. Annusa il mio inguine, rapita dal mio odore. E lecca i residui.
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Gliene posso scaricare in gola quanta ne produco. Non fa una piega e manda giù tutto. Se lo voglio, mi dà il suo buco del culo da leccare e sfondare a piacere. Mi allatta materna, se lo desidero; le posso riempire la fregna elastica e accogliente col mio cazzo a lungo quanto voglio. Non potrei chiedere di meglio. Sono sicuro che Luisa da lassù approvi: sua madre così non è che proprio tradisca suo padre, perché sta solo aiutando me e la nostra famigliola in tutto! Provvede a tutte le nostre esigenze. E mi fa scopare perché è solo molto generosa. Poi, io non sostituisco la mia moglie defunta con un'altra donna giovane ed estranea. Tutto resta in famiglia e viviamo felici.
Aliantis
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