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IL PROCIONE, LA CHIAVE E LA MATITA
Questa volta niente etimologie, solo due o tre apocalissi (dal greco apo+calupto, togliere il velo, quindi svel... ok, scusate).
Non è un particolare mistero che negli ultimi mesi io abbia cambiato il modo di scrivere e di approcciarmi a voi, cosa che normalmente riflette un cambio di paradigma di visione della realtà, a volte ricercato, a volte capitato.
Senza entrere troppo nei particolari (la cosa diventerebbe noiosa e per chi non l’ha vissuta assomiglierebbe alla classica lamentela della persona scontenta del proprio ambiente lavorativo) posso dirvi che questi due anni di pandemia hanno infranto le fragili sicurezze tirate su a stuzzicadenti incastrati di chi aveva il compito di gestire e vigilare sulla salute dei pazienti di cui io e miei colleghi dovevamo prenderci cura.
L’adagio è sempre il solito, tutto umano (nel senso deteriore del termine): scegliere la via del guadagno a tutti i costi, prediligere l’apparenza alla sostanza, cedere al populismo della rincorsa all’indice di gradimento, il tutto condito da un’inadeguatezza caratteriale ed emotiva di chi doveva coordinare l’equipe di lavoro e invece la divideva in fazione da manipolare.
Niente che nessuno di voi non abbia vissuto in prima persona o sentito raccontare, in ogni ambito sociale e lavorativo e a ogni livello di competenza e/o di organigramma.
Dal momento che purtroppo ve la sto raccontando io senza contraddittorio e sia Dunning che Kruger potrebbero stare sfregandosi le mani, dovete fidarvi quando vi dico che tutto ciò che ho costruito in questi ultimi 14 anni - un servizio di riabilitazione neuro-motoria sul territorio riconosciuto dall’ASL come un punto di riferimento sanitario e sociale - è stato lentamente sgretolato, sminuito, ridimensionato e ridicolizzato da quelle persone (in realtà una) che a suo tempo se lo sono appuntate sul petto come la medaglia ricevuta per un proprio merito e che in seguito lo hanno usato come capro espiatorio su cui dirottare il malcontento dovuto alla loro sbigottente incapacità di far fronte anche al più banale degli imprevisti.
Figuriamoci poi quando è arrivato il Covid e abbiamo cominciato ad accatastare lungo i corridoi i cadaveri nei sacchi.
A Marzo 2020 tutti i servizi come il mio sono stati sospesi dall’ASL (la priorità era tenerle in vita le persone, non fare riabilitazione neuro-motoria) e io ho insistito per andare a lavorare lo stesso, facendo cose che non mi competevano minimanente ma che non c’era rimasto nessuno che potesse fare.
Cose che rifarei subito senza avere il minimo dubbio, anche se questo significherebbe tornare a dormire sul divano, isolato in salotto per paura di contagiare la mia famiglia.
Quando allora vi scrivevo di non avere paura è perché io ne avevo molta e avevo bisogno di provarne meno insieme a voi.
Non faccio questo lavoro perché mi piace il bianco del camice appena stirato... ho scelto questo lavoro perché è lo strumento con cui posso prendermi cura delle persone che hanno bisogno, la cosa che ho sentito appartenermi fin da quando ho ricordo di aver aperto gli occhi sul mondo.
Ma questo particolare capitolo della mia vita si è concluso ieri.
In una sorta di paradosso del sorite al contrario, lunedì c’è stata l’aggiunta dell’ennesimo granello di maligna stupidità al mucchio che stavo trasportando pazientemente sulle mie spalle e uscendo mi sono reso conto che quel peso immane era troppo tempo che io lo stavo portando a casa dalle persone a cui volevo bene.
Se nella tempesta la quercia forte si spezza e il giunco si piega per poi risollevarsi, io non ricordavo più da quanto durasse questa tempesta e quando era stata l’ultima volta che mi ero risollevato affinché il mio viso si scaldasse al sole.
E poi ho visto il procione, la chiave e la matita.
Voi lo sapete - vero? - che io considero il mondo una metafora di se stesso e questo strano mondo parla di se stesso a se stesso tramite i nostri occhi che lo vedono e la nostra bocca che dà il Vero Nome alle cose, però se questo mio misticismo 2.0 non vi torna, allora pensate pure che avevo bisogno di un segno (assolutamemente casuale) per confermare una decisione che in realtà dentro di me avevo già preso.
Davanti allo sportello della mia macchina, per terra, c’erano questi tre oggetti:
E io li ho presi, sono salito in macchina, li ho appoggiati sul cruscotto e li ho guardati per un tempo infinito, finché Figlia N.2 non mi ha chiamato per chiedermi se il pranzo che aveva preparato dovesse diventare la cena.
E l’indomani (cioè ieri) sono entrato a lavoro, mi sono infilato nell’ufficio della Direttrice e ho spiegato con un dettaglio lungo 14 anni perché mi stavo licenziando.
E il mucchio pesante che dalla schiena si era spostato sul cuore per tutto il tempo del colloquio, si è improvvisamente dissolto, lasciandomi tornare sereno a casa da quelle procione svuota-portafogli delle mie belle figlie e finalmente poter aprire la porta verso il resto della mia nuova vita, dove il futuro è già scritto perché lo sto scrivendo io di mio pugno.
- - -
Grazie delle pazienza che avete dimostrato a leggermi e vi voglio salutare con lo screenshot del messaggio che ho mandato sul gruppo di lavoro alle mie numerose colleghe OSS e infermiere
<3
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Dunning - Kruger
Da qualche settimana sono ufficialmente diventato il capo di qualcuno. Quel qualcuno è stato assunto da pochi mesi, è sveglio ma ha poca esperienza, e dovrà mettere mano al codice che scrissi io, ero stato assunto da pochi mesi, ero sveglio ma con poca esperienza. A mia volta, adesso sono capo ma senza alcuna esperienza per farlo.
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Hai presente quando nasci e tuo padre non ti vuole? Tua nonna diceva che non eri il meglio? Hai presente quando all’età di 3 anni e mezzo ti diagnosticano una malattia rara mortale? Quando a 4 anni e mezzo inizi a fare la chemio ogni giorno? Hai presente quando il cortisone ti gonfia fino a diventare una palla? La bambina che pesa quanto un adulto, ce l’hai presente? Quella che viene sempre presa in giro da tutti? Sai che significa crescere con la paura di essere giudicata, fissata? Non penso che tu sappia cosa significhi arrivare in prima media e capire di essere sola, di non piacere a nessuno, giusto? La scuola media: luogo dove tutti fanno le prime esperienze amorose e quindi tutte hanno il fidanzatino e tu sorridi per la loro “felicità” perché a 11 anni credi nell’amore e speri che quello della tua vita arrivi da un momento all’altro, come nelle favole. Ma ti guardi allo specchio e capisci perché al contrario delle altre, sei ancora sola; di conseguenza diventi “quella che non mangia” perché è così, ma tu ti vedi sempre orrenda, grassa. Non mangi per molti mesi e ti gira sempre la testa, svieni spesso; non mangi e sei facilmente irritabile; non mangi e inizi a rispondere ai tuoi genitori; non mangi, ma sei perennemente orribile. Hai presente quando con una mamma diversamente felice e attiva , devi occuparti della casa, di tuo fratello e devi crescere tua sorella di 1 anno da sola a 11 anni? Quando tutti danno attenzioni a lei e tu non vieni nemmeno calcolata.In quel momento immagini un oggetto tagliente, prendi un vetro e inizi a rigarti le braccia con tutta la forza e la rabbia che ti affliggono; le lacrime, invece rigano il tuo volto, ormai sempre triste;vuoi che qualcuno si accorga della ragazza che ormai non mangia più nulla, di quella che è cambiata un sacco, di quella che dà sempre tutto, ma non riceve mai niente. Nel frattempo la malattia è ancora lì per poi terminare, scomparire in terza media. I tagli poi diventano routine, giusto? Poi li scoprono i tuoi genitori, i quali non riescono a darti una mano e a capirti; ti mandano da una psicologa per risolvere il tutto; gli altri ti vedono sempre giù e invece di aiutarti, ti insultano, quindi inizi di nuovo ad ingozzarti, perché la rabbia non va totalmente via tagliandoti, serve un altro sfogo, quindi butti giù di tutto. Ti tagli ancora. La psicologa non riesce a capire cos’hai, tu non vuoi parlarne. Inizi a capire che la vita, forse, non è fatta per quelli come. I tuoi continuano a dire che non servi a niente, che di te si vergognano solo, che non sei degna per essere un membro della loro famiglia, perché loro sono perfetti; tuo fratello dice a tutti i tuoi segreti; i tuoi professori dicono che non ti applichi; i tuoi compagni ti bullizzano, ormai dalla 1 media, ti mentono; le “amiche fidate” ti deludono e ti senti puntualmente sola. Durante ciò ti tagli ancora e seri ingrassata . Inizi a pensare che la tua vita è solo una punizione. Tu sei quella che in pubblico non mangia mai? Quella che non vede più nessuno, quella che non vuole più andare a scuola, giusto? E ti tagli sempre. Arriva la terza media, la situazione non cambia, ma resisti, pensi che la scuola superiore possa darti un nuovo inizio e così sembra, ma è solo illusione, d’un tratto tutto torna buio, vero? Ti accorgi che il bambino di cui ti eri innamorata 8 anni prima è cambiato, è uno degli altri ormai.
In 15 anni hai provat tante volte a far capire la tua anima malandata, ma nessuno de n’è mai accorto, grazie al sorriso che pianti sul tuo volto quando stai con gli altri, sì, perché gli altri guardano il sorriso, ma non gli occhi, magari lucidi, magari tristi, magari stanchi. Nel primo superiore conosci finalmente qualcuno che sa come prenderti, qualcuno che promette di prendersi cura di te, ma tu hai paura, perché, infondo, l’unica volta che ci hai creduto, ti ha segnato i tuoi 12 anni. Ma lei c’è sempre, lei sembra diversa, lei è colei che hai sempre cercato, di fatti lo è: è la persona che mancava nella tua vita. Ma
Un po’ ti migliora la vita , ma la vita di una ragazza che fa schifo, deve fare altrettanto schifo, è legge! Sei tu, giusto? Ti rivedi in questa ragazza? In seguito nella tua vita entra qualcuno che c’è sempre per te, che nonostante parli sempre lui è come se esponesse i tuoi drammi, lui ti fa capire di non esser sola, lui in ogni momento ti dà forza. Il suo nome è ULTIMO: una parola, sei lettere, un omonimo e tanta perfezione.
Ora guardi le altre con gambe pazzesche, talmente fini, senza che le cosce si sfiorino tra loro. E ti vergogni. Mmh, che autostima, no? Le ragazze con un viso perfetto: senza brufoli, senza un punto nero, quella pelle liscissima! Quelle ragazze sì che starebbero bene col maglione della nonna, perché a loro si addice tutto.
Tu sei davvero così? Sei la ruota di scorta? La ragazza che tutti odiano? Quella che se la gente dovesse giudicare in generale, giudicherebbe solo per il carattere, perché il fisico è inguardabile. Tu sei colei che ha un sorriso fantastico, ma che non appena passa l’uscio della porta del bagno, scoppia in lacrime?
Beh, se solo ti rivedi in una di queste frasi, sappi che ti voglio bene piccola donna!!!
-ragazza con l’armatura
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4.11.2021 Perkukuhkan bahagian dengan mwnguatkan cawangan. Selesai perasmian mesy berkelompok UTK PDM2 di bawah DUN Kukusan #umnosabah #umnokalabakan https://www.instagram.com/p/CV2cXtvvTKg/?utm_medium=tumblr
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L’ADOZIONE DI UN CANE
Considerazioni Generali sull’adozione
Partiamo innanzitutto dall'adozione canonica di un cucciolo.
Dal secondo al terzo mese di vita il cucciolo verrà tolto alla sua famiglia naturale e affidato agli adottanti per il resto della sua vita.
Sembra terribile, vero? Forse non così tanto.
-Nota a margine sull'antropomorfizzazione (di cui parleremo in seguito)-
L'empatia generata da questo stimolo/immagine risveglia subito in noi la visione di neonati strappati alle braccia della madre. Immediatamente dopo i moduli cognitivi cercano conferme (molte) o smentite (poche) su abbandoni, adozioni, traumi ecc ma solitamente con parametri umani per poi generare conclusioni imperfette, attribuendo, per coerenza e carenza (di sufficienti informazioni), le stesse modalità di cure parentali ad entrambe le specie.
Una specie di effetto Dunning-Kruger con cortocircuito emotivo.
Per questo tendo a diffidare della coerenza autoreferenziale come unica arma di decisione (non me ne abbiano i terrapiattisti - vi lovvo comunque in quanto complottisti). -non è sarcasmo: seguo la legge del decimo uomo:
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Questa è antropomorfizzazione; non credere che il proprio cane possa offendersi o, più in generale, esibire emozioni complesse e sottili. Questo è capacità di comprensione empatica ed è quella che ci consente di essere così profondamente in sintonia con i nostri cani.
Non ci rinuncerei per niente al mondo.
(complimenti! avete appena partecipato ad una delle mie onidivagazioni(tm) per le quali, la mia ex-moglie, amante di Benni, mi aveva soprannominato Dottor Divago)
Ebbene, sì! Per il cucciolo l’adozione da parte di una famiglia di homo sapiens sarà di certo una delle esperienze più significative ed estreme della sua vita.
Apparentemente il cucciolo viene "rapito dagli alieni" e portato in una nuova dimensione, da solo, senza nessun punto di riferimento nella sua nuova realtà, non c'è più mamma né fratelli. Continuo?
...ambiente circostante pieno di stimoli uditivi, visivi, olfattivi, luce forte, scimmie glabre e schiamazzanti ovunque che mi si gettano addosso urlando e tirandomi da tutte le parti, apparentemente impazzite...stanco, frastornato da un viaggio impossibile... senza correre...
(Fonte: https://markingourterritory.com/page/65/)
Agghiacciante, vero? Fortuna vuole che l’evoluzione, o meglio i meccanismi di co-evoluzione così complessi tra le nostre due specie abbiano fornito ad entrambe gli strumenti necessari per ridurre il trauma dell’evento e anzi rafforzarlo in un binomio emotivo-relazionale unico e riccamente elaborato.
Se vi sembra troppo elaborato per la mente di un animale -a meno che non parliate di alcuni esseri umani- per ora fidatevi, la mente di un’ape è già una struttura cognitivamente complessa, figuratevi quella di un cane. Ne parleremo a lungo, spesso più di quanto ci piacerebbe, ma soprattutto non costringetemi a citare di nuovo Bloch.
Di cosa stiamo parlando? Se il cucciolo ha passato i 2/3 mesi precedenti in un contesto sano con relazioni stabili e serene con la sua famiglie di riferimento, quella biologica e quella umana di provenienza -lo so, un enorme se- avrà ottime disposizioni e fiducia per affrontare le nuove sfide.
In più, se i nostri rapitori alieni ci forniscono un contesto di risorse primarie e secondarie più che adeguato: affetto, sicurezza, cibo, contatto (in medio stat virtus) , gioco, riparo ecc... ci adatteremo facilmente alla nuova situazione; nel senso: vi voglio molto bene, ma se dovessi scegliere tra restare in questo mondo e seguire Spock e Kirk con 2 balene... Ciaone terra!
Ci sono rapimenti alieni e rapimenti alieni, non è che si possa fare di tutta l’erba un fascio... visto? se inquadrato correttamente, anche un evento così orribilmente, potenzialmente traumatico può diventare una fantastica avventura, where no man has gone before. at least, without dog...
Inoltre l’evoluzione ha fornito al canis familiaris un intero set di strumenti di adattamento al lento ed emotivamente ottuso primate, dalla capacità di interpretare in modo corretto, fin dalle prime settimane di vita, i nostri schemi emotivi, un’impregnazione (analoga all'imprinting ma per mammiferi e specie con cure della prole articolate) ancora estremamente plastica, un sistema MOLTO versatile di apprendimento e spiccate capacità di adattamento anche a situazioni estreme *sigh*.
Il cucciolo è arrivato sul ponte di comando, la prossima volta parleremo di cosa significa in realtà e di cosa fare.
Aye, aye, sir
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Everybody is talkin’ about BIAS
C’è una parola in particolare che ho sentito e letto molte volte negli ultimi cinque mesi: bias. Tutti parlano di bias. E questa cosa è essa stessa un bias. Come quando ti metti a cercare casa e all’improvviso il tuo occhio diventa un ninja nell’intercettare cartelli di case in vendita mentre sei per strada, convincendoti di essere nel pieno di un boom delle vendite immobiliari. È un bias selettivo, questo, quando si iniziano a notare cose a cui prima non facevi caso e ti convinci – sbagliando – che queste cose accadono più spesso del solito.
Prima di tutto, cos’è.
Bias è un termine inglese e significa obliquo, inclinato. Garzanti Linguistica lo definisce “in psicologia, errore di interpretazione, giudizio arbitrario o distorto”. Cambridge Dictionary riporta: "The fact of allowing personal opinions to influence your judgment in an unfair way".
“In psicologia il bias cognitivo indica una tendenza a creare la propria realtà soggettiva che non necessariamente corrisponde all'evidenza, e viene sviluppata sulla base dell'interpretazione delle informazioni in possesso, anche se non logicamente o semanticamente connesse tra loro, portando quindi a un errore di valutazione o a una mancanza di oggettività di giudizio”.
(Bias cognitivo, Wikipedia)
I bias cognitivi sono meccanismi di pensiero che si basano su pregiudizi, esperienze soggettive o percezioni sbagliate che compromettono l'esito di un'attività critica del nostro cervello impattando sulle nostre decisioni e i nostri comportamenti quotidiani.
Ecco un po’ di contesto e di approfondimento per alcuni bias cognitivi.
1. Bias di conferma
C’è un articolo del 2009 di Dario Bressanini, chimico e divulgatore scientifico, che si intitola Cercasi conferma disperatamente. Attraverso un gioco di logica, Bressanini spiega cos’è il bias di conferma:
“il nostro cervello si fa un’idea di come funziona un certo fenomeno, e poi cerca degli esempi che confermano questo nostro modo di interpretare il mondo. Cerchiamo una “conferma”. Dal punto di vista logico invece è fondamentale anche cercare di falsificare una ipotesi: provare a vedere se è falsa.”
Come il tormentone del cucchiaino infilato nella bottiglia di spumante aperta, che secondo la leggenda ne conserverebbe la frizzantezza. Bressanini dice che se vuoi verificare l’efficacia del cucchiaino e testare l’affermazione: per mantenere frizzante lo champagne devo mettere il cucchiaino
“quello che devo fare non è prendere una bottiglia, infilarci un cucchiaio e aspettare 24 ore. Anche se ripetessi l’esperimento cento volte e per cento volte trovassi che lo champagne è ancora frizzante il giorno dopo non avrei ancora dimostrato nulla. Così come se lavo cento volte con la Biowash ball e sono contento del risultato non ho dimostrato nulla. O così se prendo una pillola omeopatica e dopo un paio di giorni mi passa il raffreddore non ho dimostrato nulla. Questo è esattamente il bisogno della conferma che ci suggerisce il nostro cervello. Quello che devo fare è cercare di falsificare la teoria: mi aspetto che non mettendo il cucchiaino l’effervescenza svanisca o, comunque, sia ridotta, quindi provo a lasciare una bottiglia aperta senza cucchiaino. E per meglio verificare l’effervescenza la confronto con una bottiglia con cucchiaino. È solo questa prova che ci permette di dimostrare che la teoria è falsa.”
È bias di conferma quando acquisiamo nuove informazioni e tendiamo a dare più credibilità a quelle che confermano la nostra idea, facendoci ignorare o sminuire quelle che la confutano.
Quando incontriamo il bias di conferma? Nei dibattiti politici, nella discussione su temi di interesse pubblico, nelle teorie complottiste per esempio.
A proposito dell’impatto del bias di conferma sulla nostra quotidianità, soprattutto quando si tratta di imparare un metodo di ragionamento:
[…] In my Critical Thinking classes, the Confirmation Bias is the one I constantly warn students about. We all favour ideas that confirm our existing beliefs and what we think we know. Likewise, when we conduct research, we all suffer from trying to find sources that justify what we believe about the subject. […] That is, we must overcome confirmation bias and consider both sides (or, if there are more than two, all sides) of the story. Remember, we are cognitively lazy – we don’t like changing our knowledge (schema) structures and how we think about things.
(12 Common Biases That Affect How We Make Everyday Decisions, psychologytoday.com)
2. Effetto Dunning-Kruger
L'effetto Dunning-Kruger è quella situazione per cui chi ha un basso livello di conoscenza in un ambito, sopravvaluta le proprie capacità.
“Il paradosso è che con l’aumentare delle conoscenze l’effetto decresce. Raggiunge un picco bassissimo che andrà lentamente risollevandosi, ma senza ritrovare mai la self-confidence del grado 0 di conoscenza. Perché più ci si addentra nella complessità, meno si è propensi a credere che le cose possano essere definite.
Curiosamente, dunque, gli esperti si fanno più timorosi, hanno la tendenza a sottostimare le proprie conoscenze e capacità, pensano che se qualcosa riesce loro facile, sia così per tutti. Fino a sfociare nella sindrome dell’impostore, la patologia di chi, nonostante i riconoscimenti e le alte performance, attribuisce il proprio successo a fattori che non lo riguardano. Il tempismo, oppure la fortuna. E l’impostore per definizione convive con l’ansia di essere scoperto, quindi tende al low profile.”
(Il successo dell’incompetenza spiegato con l’effetto Dunning-Kruger, alleyoop.ilsole24ore.com)
3. Bias di negatività
Questo bias entra in gioco quando nel prendere una decisione ci si concentra maggiormente sui possibili esiti negativi, dando loro più peso rispetto che a quelli positivi.
Nell’articolo Perché sottovalutiamo le notizie positive ed enfatizziamo le negative, Annamaria Testa scrive:
“È, infine, il bias della negatività (negativity bias) a far sì che gli elementi negativi catturino la nostra attenzione in modo più prepotente: questo, tra l’altro, vuol anche dire che li ricorderemo di più, e più a lungo, cortocircuitando negatività, disponibilità, conferme. Ed eccoci al punto.
[…] Sarebbe giusto e utile trovare un po’ più spesso sui mezzi d’informazione notizie buone, non solo per sentirci meno insoddisfatti, ma anche per farci un’idea più equilibrata del mondo, rompendo il cortocircuito: attenzione alle cattive notizie/ricordo esclusivo di cattive notizie/previsione di ulteriori cattive notizie/attenzione alle cattive notizie...”
4. Bias del senno di poi (hindsight bias)
Quando si recepisce un’informazione e la si dà come ovvia. Così, quando si verifica un evento, il bias del senno di poi porta a credere di aver saputo prevedere proprio il verificarsi di quell’evento. Alessandro Manzoni scrisse: "Del senno di poi son piene le fosse".
5. Apofenia e pareidolia
L'apofenia è la tendenza a individuare schemi tra dati casuali. Estremizzando: i grafici delle morti per annegamento in piscina e il numero di film in cui compare Nicholas Cage dal 1999 al 2009 hanno lo stesso andamento, ergo, sono collegati.
La forma visiva dell'apofenia si chiama pareidolia: un famoso esempio è il “Volto su Marte”, ritratto in una foto del 25 luglio 1976 dalla sonda spaziale Viking 1 che si trovava in orbita sul pianeta Marte. Il “volto” è un’area della superficie del pianeta Marte, la regione di Cydonia.
Possono esserci bias nell’intelligenza artificiale?
Tra il 2014 e il 2017 Amazon ha utilizzato un sistema di intelligenza artificiale (AI) per valutare le candidature lavorative. L’obiettivo era quello di diminuire gli errori di valutazione dei reclutatori dovuti alla soggettività. Tale sistema ha rivelato molto presto un grosso problema: l’intelligenza artificiale stava penalizzando palesemente i curricula di donne. Questo perché l’intelligenza artificiale era stata “allenata” con curricula dei dieci anni precedenti, provenienti per lo più da uomini che al tempo occupavano il maggior numero di posti di lavoro nel settore tecnologico.
Si tratta di un caso di AI bias e dimostra come il processo di raccolta dei dati sia uno dei punti più delicati per non cadere in una distorsione del meccanismo. Su MIT Technology Review c’è un articolo che spiega molto bene questo problema: This is how AI bias really happens—and why it’s so hard to fix.
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DUN Melaka - Kau babi..babi..barua..babi...Aku YB..YB..YB...
DUN Melaka - Kau babi..babi..barua..babi...Aku YB..YB..YB....
Dewan Undangan Negeri (Dun) Melaka kalut kerana berebut jawatan speaker. Speaker sedia adalah Omar Jaafar, (bukan Jaafar Kamaruddin) hendak dicopot dan diganti dengan speaker baru daripada Umno. YB UMNO maki speaker,tunjuk perangai penyangak..
Untuk selamatkan diri, Omar menghentikan sidang. Tetapi Umno yang menguasai Dun Melaka kini setelah penembak babi bersama, meneruskan sidang dan memilih spekaer baru dari Umno.
Speaker nk baca doa dihalang oleh adun2 yg mngaku Kerajaan Melayu Islam. Padahal ianya ada didlm agenda mesy. Malah Adun DAP pulak ingatkan adun2 Melayu Islam haprak ni utk mengaminkan doa yg sdg dibacakan.
Yb Tembak Babi Adun Pengkalan Batu diblok Kerajaan Melayu Islam maki hamun dlm dewan dgn mnyebut babi babi babi babi babi babi babi babi babi babi babi babi babi habi..
Sidang Dun Negeri Melaka di bulan Ramadhan. Lihatlah aksi Adun yg mnjadi pengkhianat atau yg dikenali sbg Adun penembak babi. Tidak henti2 mulutnya mrnyebut "babi" binatang kegemarannya.
Semangat betul.. Baca doa pun tak bagi. Inilah melayu/Isle yg kita mau! Nampak tak betapa semangat nya depa nak kerja?
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Sidang DUN Melaka kecoh isu singkir speaker...
Adun Sg Udang yg mewakili Kerajaan Melayu Islam melempar buku aturan dewan kearah Speaker Dewan. Nasib baik mangkok Sg Udang tu tengah pegang Buku Peraturan. Kalau masa tu 'dia' pegang Quran, melayang juga Quran tu. Doa pun tak mau dibaca... Inikah perangai ahli Yang Berhormat? Inikah layanan mereka kepada dewan yang mulia? Adakah ini balasan kepada rampasan kuasa dan pengkhianatan terhadap amanah rakyat? Adakah mereka yang memaki-hamun itu wakil rakyat atau wakil syaitan? Apa yang hendak dibanggakan dengan Melaka negeri tua, negeri bersejarah kalau inilah standard Dewan Undangannya.Hangpa adili sendiri - a.kadir jasin/f/bk
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Hanya babi2 tulen yang gamak buat perbuatan yang sekeji dan tidak bertamadun itu. Inilah jenis babi2 belaan parti pemerintah - jika tidak mampu berhujah secara manusia, perangan kemanusiaannya terus berubah jadi babi2 ganas! - f/bk
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Isu perkauman dan kebencian,bukan realiti tapi fantasti...
Will it or will it not?...
Allowing is one thing. But the question now is when? And more importantly will it see the light of day? I'm of course talking about Tun Mahathir Mohamad's no-confidence motion against the prime minister. Yes, the speaker of the Dewan Rakyat has allowed for it to be tabled when the Parliament reconvenes, meaning the motion is accepted. So, when will it be tabled? Obviously not on May 18 when the Parliament sits. First of all because it is just a one-day sitting. The government has decided on that. Because of the COVID-19 pandemic, they had said. The opposition and civil societies are not amused, to say the least. De facto Parliament and Law minister Datuk Takiyuddin Hassan has made it clear that only government matters and government business would be prioritized during the one-day sitting. Hence, he said if time runs out before motions from MPs can be debated, outstanding matters would be brought to the next sitting scheduled for July 13. Time indeed is a constraint taking into account the order of events for May 18 as outlined by Takiyuddin. The minister said the Yang di-Pertuan Agong would officiate the sitting. After that he said the House would sit to settle government matters and it would adjourn. However, we are hearing that Dewan Rakyat Speaker Tan Sri Mohamad Ariff Md Yusof has accepted an emergency motion to decide whether to extend the one-day parliamentary sitting on May 18 to eight days. We'll see how that plays out but in the meantime, we are looking at July for Mahathir's no-confidence motion to be tabled and debated. From now till July is a long time. A lot can happen in between. Takiyuddin is right to say it's up to Speaker Tan Sri Mohamad Ariff Md Yusof. Since the Speaker has accepted the motion he must surely let it be tabled. But perhaps he will be burdened to let other matters to take precedence even in the July sitting. A political observer can't help but wonder what if Ariff is replaced before July and his successor being elected by the Perikatan Nasional "blocks the motion from being tabled"? "I don't think so. He or she has to carry out what has been decided. But it's quite unlikely there will be a new Speaker. Politically not viable, it makes Perikatan Nasional looks terrified and desperate," says constitutional expert Dr Aziz Bari.
Ariff, as we know, was elected by a Pakatan Harapan majority House after GE14. A Speaker is elected when the House meets for the first time after a general election by members of the House. And the Speaker is elected to a term that lasts for the length of the term of the Dewan Rakyat that elected him. His term ends when the House is dissolved and a general election is called. Based on that, a Speaker cannot be sacked, I would say. In the case of Ariff, it was reported that he has rejected Mahathir's bid for a motion to keep him in the post for the entire term of 14th parliament. So can he quit midway? "He is free to quit but he cannot be sacked. Perikatan Nasional can only change Speaker through another election which may not be possible now," according to Aziz. Therefore, let it be said once again it all boils down to the Speaker. The motion can be put to MPs for a vote, exerting pressure on Tan Sri Muhyiddin Yassin's already "fragile" government. However, Mahathir, the man who initiated the motion, has admitted he is fine if parliament has no time to debate his motion of no confidence against Muhyiddin, saying he only wants Malaysians to know there was such a motion. The Malaysian Insight reported that Mahathir said via a short video message, "If the Speaker feels there is not enough time or it is not a priority, then it is all right if the motion is not debated. "However, I feel it is important a public statement be made so that the people will be aware that there is such an opinion. If it is not debated, we still want it to at least be mentioned." And that's not all. Mahathir also conceded that he did not have the numbers now to command the majority support of the parliament as his supporters had been "paid off" by Muhyiddin. He said Muhyiddin did not have majority support of Members of Parliament when he appeared before the Yang di-Pertuan Agong in February. But now he said the situation has changed because "Muhyiddin has given government positions to my supporters, so the number of those who support me has been reduced. Maybe we will lose (the motion in Parliament)." That being the case, why then did he go through all the trouble to come up with the motion of no confidence against Muhyiddin? Why bring up something which he "knows" he will lose? Many are now asking if Mahathir has got something up his sleeves. Remember we are talking of a man who many people--friend or foe--see as a politician extraordinaire? - Mohsin Abdullah
cheers.
Sumber asal: DUN Melaka - Kau babi..babi..barua..babi...Aku YB..YB..YB... Baca selebihnya di DUN Melaka - Kau babi..babi..barua..babi...Aku YB..YB..YB...
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🚲 A quanti anni hanno imparato a pedalare senza rotelle i vostri bambini? Salvatore ha 3 anni e 8 mesi e sfreccia sulla sua #balancebike ma comincia a chiedere di avere i pedali. Ci raccontate le vostre esperienze? 😊🚲 #nikuniku #nikunikusicilia #kiddimoto #duns #bambini #biciclettasenzapedali #equilibrio #gioco https://www.instagram.com/p/B_mnfCIIosS/?igshid=942w67srzlai
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Mi ricordo come se fosse ieri, era il 1988 e mia madre aveva fatto il grande passo: con uno dei venditori della ditta in cui lavorava, aveva deciso di mettere su la sua azienda nello stesso settore, dopo anni a far fare i soldi agli altri. Questo Amstrad 9512 fu il primo PC che entrò in casa nostra, era un “Elaboratore di testi” e a quello serviva. A scrivere lettere alla banca, ai Clienti ed ai Forntori, come una macchina da scrivere. C’era anche la stampante, ma non me la ricordo. Inizialmente mettemmo tutto nella stanza dell’ex-ufficio di mio padre, che si usava da un po’ come stanza dello stendino per i panni, dato che mio padre era ormai in pensione e non gli serviva più (gli bastavano la TV e La Settimana Enigmistica® per essere felice). Ebbene, io avevo l’età di mio figlio oggi. E ammiravo il coraggio di mia madre ad aver dapprima guidato una macchinina, una Opel Corsa 1000 bianca, per andare da Cologno Monzese a Vizzolo Predabissi, rischiando quotidianamente la vita (ma la sua volontà era più forte). La aspettavo alle 19.30 sul pianerottolo di casa, sperando arrivasse. Ed è sempre arrivata, forse solo un paio di volte un po’ più tardi… non vi dico i pensieri…
Ebbene, il Word Processor entrò in casa nostra e fu tutto una scoperta… non aveva ancora il mouse, era solo tastiera e Floppy Disk (credo non avesse nemmeno un Hard-Disk), ma era già da 1,44 Mbyte, quindi “modernissimo”. Lo accendemmo, credo a mia madre tremassero le gambe come quando le dissero che avrebbe avuto una macchina per andare in ufficio invece di fare tre ore di mezzi pubblici. Quello che so è che sia a lei che a me sudavano i palmi delle mani. Ah, le mani di mia madre, così noccute, e sudavano. Ridevamo di questa cosa, guardandoci come per dire “e adesso cosa si fa?”. Questo strumento di lavoro (perché tale era e tale doveva restare), me lo fece annusare, studiare, usare. Mi coinvolse e volle che io le spiegassi come avrebbe fatto a scrivere le lettere. Lei però fu più caparbia di me, e da necessità fece virtù: devo ammettere che un po’ lo spiegò lei a me, che alla fine ci prese dimestichezza (e io ne ero fiero). Lo usò e finalmente lo portò in ufficio, quando di lì a pochi mesi ne ebbe uno tutto suo, col suo nuovo socio. Come andarono i venti anni successivi, non ve lo racconto oggi. Vi racconto solo che con questo strumento di lavoro conobbi il concetto di “campi”, ovvero gli spazi di testo vuoto, destinati ad essere riempiti AUTOMATICAMENTE con del contenuto, e che grazie a dei “segnaposto” (se non ricordo male erano del tipo “[{Nome} {Cognome}]”), a seconda di come si impostava un qualcosa, tutta la lettera poteva essere modificata con un solo comando (oggi si direbbe con un click).
Ebbene, quando poi mia madre rinnovò il parco macchine con dei potentissimi 286, io iniziai a usare Excel e costruii un foglio di calcolo che realizzava, a seconda della necessità, un foglio da stampare e da presentare in banca con tutti i dati del Cliente, del Fornitore, della merce, dell’importo dell’operazione e in banca dicevano a mia madre che era ben fatto.
Se ci penso bene, allora avrei potuto farne una professione, quello che mi mancò (forse a causa di quei due deficienti di Dunning e Kruger), fu la consapevolezza che questo meccanismo fosse alla base di ogni tipo di comunicazioni industrializzata e che ne avrei potuto trarre grandi benefici, sapendolo ammaestrare.
Oggi, con questa consapevolezza, sto recuperando il tempo perso, e forse è stato meglio così, perché in questi decenni ho fatto esperienze di vita che altrimenti - da ricco imprenditore della new economy - mi sarebbero state precluse (magra consolazione).
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Türkiye’nin İlk Ekolojik Eğitim Deneyimi: Köy Enstitüleri
İklim krizinin etkilerini gün geçtikçe daha fazla hissedip ekosistemi bozduğumuzu farkına vardığımız günümüzden çok önce; henüz 1992 Rio Konferansı gerçekleşmemiş, ekosistemi koruyucu birçok uluslararası sözleşme imzalanmamışken; Türkiye’de 1940’lı yıllarda ekolojik bilince sahip köy öğretmenleri yetiştiriliyordu. Hem de bir Dünya Savaşı başlamış, Türkiye’de yeni devrim olmuş ve halk ekonomik olarak zayıf ve okuma yazma oranı çok bilmiyorken. Köy Enstitüleri, doğayla uyumlu bir yaşamın her koşulda bir zorunluluk olduğunu bugün bizlere gösteriyor.
1940’lı yıllarda kurulan köy enstitüleri, köye sadece öğretmen göndererek öğrencileri yetiştirmek, nüfusunun %80’inin köylerde yaşadığı halkı okur-yazar yapmak gibi bir öğretmenden bekleyebileceğimiz amaçları gütmüyordu. Bu sebeple kurumların adı da köy öğretmen okulları değildi. Köyden aldığı öğrencileri köylere öğretmen olarak gönderen Köy Enstitüleri köyü her yönden kapsayıcı şekilde ve köyü kendi içerisinden başlatacağı bir hareketle canlandırmayı amaçlıyordu.
Köy Öğretmenlerine Ekolojik Görevler
1940 yılında çıkarılan kanunla kurulmasından üç yıl sonra, 1943 yılında 4274 sayılı Köy Okulları ve Köy Enstitüleri Teşkilat Kanunu çıkarıldı. Kanun’un 10. Maddesinde köy öğretmenlerinin görevleri düzenlenmiş ve köy öğretmenlerinin görevleri okulla ilgili ve köy halkını yetiştirmekle ilgili olarak iki ayrı şekilde düzenlenmişti. Köy öğretmenlerinin köy halkını yetiştirmeye ilişkin olarak; köy halkının milli kültürünü yükseltmek, onları sosyal hayat bakımından asrın şartlarına ve icaplarına göre yetiştirmek, köyün ekonomik hayatını geliştirmek için ziraat, sanat, teknik alanlarında köylülere örnek olabilecek işler yapmak, kooperatif kurma ve işletme gibi hususlarda köylülerle işbirliği yapmak gibi görevler yüklenmişti. Tüm bunlarla birlikte “neslinin tükenmemesi ve körelmemesi lazım gelen hayvan ve bitki cinslerinin tespiti ve korunmasıyla ilgili işlerde muhtarla, köylülerle ve ilgili diğer kuruluşlarla beraber çalışma”, “ormancılığa ait bilgilerin artırılmasına çalışmak ve ormanların faydalarını ve korunmalarını anlatmak, kurulmuş köy ormanlarının bakımıyla korunmasında ve yeniden kurulacakların kurulmasına yardım etmek” görevlerinin de köy öğretmenlerine verildiği görülüyor.
Yine 4274 sayılı kanunun 1. maddesinde köylerde resmi, mecburi ve parasız ilköğrenim okulları ve kursları düzenlenmiş; bunlar arasında sayılan köy meslek kurslarına ilkokulu bitirdikten sonra yüksek okullara devam etmemiş olan köylülerin devamı mecbur tutulmuştur.
Meslek kurslarında eğitim verilmesi planlanan köy işleri arasında kooperatifçilik, traktör kullanımı, konservecilik gibi köy hayatına ilişkin birçok köy işleri sayılmıştır. Aralarında dikkat çeken köy işleriyse “orman bakımı ve kuruculuğu” ile “köye mahsus hayvan ve bitkilerin koruyuculuğu” olmuştur. Yani yukarıda belirttiğimiz, köy öğretmeninin işbirliği yapacağı köylü, sadece köy öğretmenini izlemeyecek, aynı zamanda bu hususların da eğitimini alacaktır.
Eğiticinin Eğitimi
Peki, böylesine güç görevlerin yüklendiği köy öğretmenleri köy enstitülerinde öğrenciyken nasıl eğitim alıyorlardı? Köy Enstitüleri, kentlerden uzakta çorak araziler üzerinde 1000-2000 dönümlü araziler üzerinde kurulmuştur. Bu yer seçimiyle birlikte, enstitülerde eğitimlerin hemen hepsi zorlu doğa koşulları içinde verildi. Üretim içinde üreterek yapılan eğitimin ders programlarında, öğrencilere verilecek dersler, derslerin içerikleri ve amaçları düzenlenmiş ve yazının konusuyla ilgili olarak tabiat bilgisi ve coğrafya derslerinin, konuları ve amaçları incelendiğinde ekosistemi tanıyan öğretmenlerin nasıl yetiştiği görülebilir.
Coğrafyadan başlarsak bu dersin amacı şöyle tanımlanmış: “Öğrenciye, bulundukları yakın çevreden başlayarak insan topluluklarının içinde doğup büyüdükleri tabiata ne suretle uyduklarını öğretmek, insanla yerküre arasındaki münasebetleri tanıtmak, üstünde yaşadığımız yerküreyi türlü ihtiyaçlarımız için hayat kaynağı oluşu bakımından inceleyerek öğrenciye iyice öğretme”.
Tabiat Bilgisi dersi için ise amaç şu şekilde kayda geçmiş: “Öğrenciye tabiata dair her konu üzerinde birçok incelemeler, gözlemler, deneyler, karşılaştırmalar yapmak suretiyle onlarda görme, düşünme, gördüğünü iyi anlatabilme ve güzel yazabilme ve nihayet bütün bunlardan sonuçlar çıkarabilme, tabiat sırlarını çözebilme yeteneği kazandırmak”.
1940 tarihli “Köy Enstitülerinin Eğitim ve Öğretimle İlgili İşleri” başlıklı ve Hasan Âli Yücel imzalı yazıda ise, her enstitüde o enstitünün bulunduğu bölgeye dahil vilayet, köy, kasaba ve şehirlerden toplanacak tarihi, etnografik, jeolojik ve zirai kıymeti haiz eşya ile bir yurt müzesi tesis edileceği belirtilmiş. Ayrıca bu müzenin bir çatı altında ölü bir halde bırakılmayıp her türlü faaliyette istifade edilebilir bir hale getirilmesi amaçlanmış. Yazının devamında müzede “örnek nebat tohumları gibi maddelerin şişeler içinde kapalı bulundurulmayarak mümkünse müze dahilinde, değilse dışarıda tecrübe saksısı veya tarhlarda yetiştirilmek suretiyle canlı ve etüde müsait bir halde bulundurulmasının göz önünde tutulacağı” ve bu müzenin “Enstitü için sadece eşyası seyredilen bir yer değil, öğretmen, talebe ve muhit halkının bilgilerini kökleştirmeye, artırmaya yarayacak hayati bir laboratuvar olacağı” üzerinde durulmuştur. Köy Enstitülerinin öğrencilerinden ve Hasanoğlan’da eğitim görmüş Abdullah Özkucur, Hasanoğlan’da inşa ettikleri Tohum Saçan Çiftçi Heykelinin altında, yurdun her yerinden getirilecek tohumların burada sergileneceği bir müze oluşturmayı planladıklarını, ancak kapatılmalarının ardından bunun hayata geçmediğini anılarında anlatmıştır.
Tonguç’un Vizyonu
Köy Enstitülerinin kurucusu İsmail Hakkı Tonguç’un doğaya ilişkin görüşlerine de burada yer vermek gerekir ki, hem kanunun hem de öğretim programlarının özü daha iyi kavranabilsin. Tonguç’a göre köyde eğitimin önemli görevlerinden biri, doğaya akılcı yoldan yüklenebilecek, verimliliğine zarar vermeden doğadan yararlanabilecek donanımlı insanı yetiştirmektir. Bu ilke evrensel eğitimin olduğu kadar, köyde eğitimin de amacı olmalıdır. Tonguç bu yüzden, öğrencinin doğa ve toplum olaylarının yasalarını bilmesi gerekeceği görüşünü savunur. “Köyde Eğitim” ve “Canlandırılacak Köy” kitaplarında doğaya ilişkin görüşlerini detaylı olarak açıklayan Tonguç’un, “Köyde Eğitim” kitabında, doğa filozoflarının görüşlerine yer verdiği, “orta hadler yasasını” açıkladığı görülüyor.
Köy Enstitülerinin doğayla olan ilişkisi; enstitü mezunlarının anıları, öğrencilerin Hasanoğlan’da çıkardıkları dergideki yazıları, İsmail Hakkı Tonguç’un enstitülerin çevresinin yeşillendirilmesine ilişkin sürekli yazdığı mektupları, öğrencilerin her dersini doğa içerisinde almasını defalarca vurguladığı talimatları, enstitülü öğretmenlerin gittikleri köylerde yaptıkları, enstitülerdeki sorunlara öğrencilerin bulduğu çözümlere bakılarak çoğaltılabilecek çok geniş bir konu. Köy Enstitülerinin, iklim krizinin yaşandığı bugünün eğitimine de toplumsal hayata da ışık tutması gereken noktalarından birisi de budur. Bu yazıda oluşturmaya çalıştığım bu farkındalığa bir anıyla nokta koyalım.
Enstitü eğitim programındaki derslerden birisi olan “Arıcılık ve İpekböcekçiliği” ile ilgili Pakize Türkoğlu’nun “Tonguç ve Enstitüleri” kitabından aynen aktaralım: “Köylünün bin bir güçlükle yaptığı kütük ve kovan arıcılığının sağlam gelenekleriyle, tekniğin yeni olanakları birleştirilerek, uygun enstitülerde çok verimli arıcılık çalışmaları yapılıyordu. Enstitü çiftlikle-rinde arıcılık öğretmenleri, usta öğreticileri ve arıcı öğrenciler bir grup oluşturdu. Kendilerince bağımsız bir arıcılık bölümü yaratanlar olmuştu. Küçük öğrencilerden bile gerçek arıcılar çıkıyor, onlara herkes saygı duyuyordu. Milli Eğitim Bakanı Yücel, Tonguç’la birlikte Kastamonu Gölköy Köy Enstitüsü’ne yaptığı bir inceleme gezisinde bunlardan biriyle karşılaştı. İş ve üretim alanlarını dolaşırken, sıra arıcılık bölümüne geldiğinde, küçük bir öğrenci onlar daha uzaktayken bağırıyor: ‘Yaklaşmayın, sizde kolonya kokuyor. Arılarım hoşlanmaz. Onları dağıtacaksınız, geri çekilin!’ diyor. Büyük adamların geldiğini, enstitüyü gezdiklerini bilmiyor değil arıcı öğrenci. Ama bakan ya da vali gelmiş dinlemiyor, arılarını koruyor. Öğrencinin bu davranışına hayran kalan Yücel, onun-la tanışıyor. Arıcılık odasındaki defterlerini görüp karıştırınca iyice şaşırıyor. Defterinde arıcılık ve bal kültürüyle ilgili birçok bilgi, deyimler ve şiirler görünce hayranlığı artıyor. (s.228-229) Sadece kolonya kokusundan rahatsız olacağı için bakanı arılarına yaklaştırmayan arıcı öğretmenleri yetiştirebilseydik, bugün dünyadaki arıların katili olan tarım zehirlerini (pestisitler) bu kadar rahatlıkla kullanılabilir, ekosistemi bu şekilde bozabilir miydik?
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Lega in crescita, il Pd cala e si allontana
Lega in crescita, il Pd cala e si allontana
Inversione di tendenza, dopo mesi di calo della Lega e leggero progresso del Pd. Il sondaggio settimanale di solito più ottimista degli altri circa la forza del centrosinistra, dà una crescita del M5s, un recupero del partito di Salvini e la discesa del Pd di Zingaretti. Cala, pur mantenendo gran parte del gradimento accumulato negli ultimi mesi, la fiducia nel governo Conte.
Carroccio in…
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Sia chiaro, Houellebecq è un grande narratore, ma sul coronavirus ha detto un mucchio di banalità. A quanto è schifosa la vita penseremo più tardi, ora vogliamo solo vivere
Sia chiaro, Houellebecq è un grande narratore. La vivacità e l’energia della sua prosa non sono in discussione. La sua resa del sentimento di decadenza non ha pari. Come ce lo ricorda lui, che la vita fa schifo, nessuno mai: è un vero gigante della pars destruens. Con le sue provocazioni e il suo tono dissacrante, riesce a risultare pure simpatico. Divertente come solo certi depressi sanno essere, cattivo ma forse no, volgare ma con stile, maschilista ma chi se ne frega.
Ora, di fronte a tutto un mondo culturale da mesi in attesa del suo sguardo sulla pandemia, Houellebecq finalmente si pronuncia, in una lunga lettera a France Inter. Ma del virus dice poco, e per lo più cose già dette. Houellebecq, a ben guardare, parla solo di Houellebecq.
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Il coronavirus è per lui “banale”, “senza qualità”, come se tra le righe gli rimproverasse di non essere in grado di sterminarci tutti sul serio. Afferma che a suo parere non è vero che “nulla sarà più come prima”, e qui è coerente nel ricordarci che la vita già faceva schifo, e rimarrà uguale, forse giusto un po’ peggio. Possiamo essere d’accordo, ci piace, in fondo, la sua ironia nichilista. Poi però, quando si addentra nelle motivazioni, finisce per piegare i fatti alla sua narrazione preesistente: l’obsolescenza delle relazioni umane, i danni della tecnologia, l’Occidente in declino. Un processo già in corso, che il virus può solo accelerare. Ma questa volta sbaglia bersaglio. Perché questa volta la tecnologia è stata ossigeno per le relazioni umane, e l’occidente ha dimostrato di voler vivere.
Con tutti i ritardi, le mancanze, le inefficienze, gli errori che sappiamo, le colpe su cui è sacrosanto indagare, ogni paese, chi più chi meno, a seconda della gravità del contagio e delle peculiarità sociali, ha chiuso battenti e serrande a tutela dei più fragili, gli anziani e i malati. L’ipotesi darwiniana del fare come se niente fosse perché tanto “muoiono solo i vecchi” è stata messa presto in minoranza. Ragion per cui quando Houellebecq parla di limiti di età per essere rianimati, affermando che “mai prima d’ora avevamo espresso con una sfrontatezza così tranquilla il fatto che la vita di tutti non ha lo stesso valore”, pone di certo un tema interessante (per quanto già abusato), ma trascura il fatto che si è trattato di drammatiche scelte contingenti.
Il tema è quello eterno dell’Arca di Noè, o delle scialuppe del Titanic. Quando non è possibile salvare tutti, chi ha più diritto di vivere? I forti, i deboli, le donne e i bambini, o si salvi chi può? Ai tempi dell’Arca, i predestinati scelti da Dio, ai tempi del Titanic, si dice, i favoriti dal censo. Oggi, di fronte a una malattia improvvisa e sconosciuta, i medici, se costretti a scegliere, salvano chi ha maggiori probabilità di sopravvivere, e l’età diventa un parametro rilevante anche se non l’unico. Questo è di certo crudele, ma chiunque abbia stipulato un’assicurazione, ricevuto un indennizzo per la morte di un parente o atteso la donazione di un organo per un trapianto, sa già bene che non tutte le vite hanno lo stesso valore, e che vivere o morire spesso dipende da numeri e probabilità. Possiamo migliorare i nostri sistemi sanitari in vista di nuove epidemie, fare di tutto perché ci siano sempre più posti sull’Arca e sulle scialuppe, ma questo non toglie che possa arrivare qualcosa di imponderabile cui di nuovo non saremo preparati. Trovo però profondamente ingiusto affermare che sia proprio della cultura occidentale sacrificare gli anziani, tanto che dopo l’iniziale smarrimento sono stati curati e a volte guariti anche centenari.
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Forse è proprio il contrario, invece: vorremmo non morire più, e in questo chiediamo aiuto proprio a quella scienza e tecnologia che Houellebecq tanto disprezza. Allo stesso modo, dicendo che “la gente muore in solitudine nelle stanze di ospedale o delle case di riposo”, sembra dimenticare che in caso di malattia infettiva l’isolamento diventa necessario, per tutelare i sani, i vivi. Ancora una volta, sovrappone un presunto decadimento morale a un triste stato di necessità. Preso dal furore di dimostrare le sue teorie, chiama in causa situazioni come il car-pooling o la procreazione medicalmente assistita, che con il virus nulla hanno a che fare.
In un caos a infinite variabili non lineari, Houellebecq è una linea retta. I fatti contingenti per lui non esistono, se non per venire sottomessi alle sue già note teorie sulla decadenza dei rapporti umani. A Houellebecq non interessa l’evento, che infatti definisce “non-evento”. È oltre la realtà. Houellebecq, come il Dio aristotelico, pensa sé stesso.
È un bravo creatore di distopie della solitudine, basta leggere La possibilità di un’isola. Ma questa distopia è la nostra realtà, non la sua narrazione. E, mai come in questo caso, la tecnologia è venuta in supporto alle relazioni umane. Cosa sarebbe stata la quarantena senza tecnologia? Houellebecq critica il telelavoro, gli acquisti su Internet, i social media, ma proprio grazie a queste cose abbiamo potuto continuare a vedere i volti, sentire le voci dei nostri cari, dei nostri amici. Siamo riusciti, per quanto possibile, a portare avanti il lavoro, a dare una continuità allo studio. A intrattenerci, con libri e cinema, anche tra quattro mura. La tecnologia ha diminuito la solitudine di chi era troppo solo, riportato al sé interiore quelli che erano troppo insieme.
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I social, il web, è pure innegabile che un po’ ci confondano. Stiamo sul picco dell’effetto Dunning-Kruger, vagamente informati di tutto, davvero competenti quasi di nulla, e sempre più diffidenti verso un potere oscuro, difficile da identificare. Così vaghiamo nel caos, eternamente arrabbiati, come se la potenza dell’incazzatura fosse metro del nostro senso di giustizia: verso i politici, i virologi, i runner, gli altri in genere. Pretendiamo che la scienza sappia già quel che non ha potuto studiare. E che la politica decida, senza sapere. Strepitiamo di laboratori cinesi segreti, di pipistrelli mutati collusi con Bill Gates, dell’economia italiana che verrà messa in ginocchio da Trump o dalla Cina o dal MES o da tutte queste cose insieme. Del 5G che ci controlla e ci inocula il virus e forse ci inocula anche il vaccino con la complicità delle multinazionali farmaceutiche e, intanto, cerca di venderci mascherine griffate Apple, però ci tiene nascosto il plasma, che è gratis ma non lo è, e soprattutto, non ce lo tengono nascosto affatto, infatti ne parliamo tutti. Il virus, come una sorta di Freddy Krueger, prende la forma della paura che in quel momento ci attanaglia di più: perdere la salute, o il lavoro, o la libertà, e chi vive una paura diversa, pur se altrettanto lecita, diventa il nemico, come se non fosse un’altra vittima come noi, in una quarantena che un giorno sembra protezione, il giorno dopo schiavitù.
*
Ma a Houellebecq il caos in cui versiamo non interessa, lui ha già la sua distopia personale, in cui la tecnologia è il male, mentre il caos, in fondo, fa parte della nostra voglia di capire, e quindi di vivere. O forse anche lui, come noi, proietta le sue paure, e allora ci sembra già più umano. Allora possiamo rassicurarlo, non ci faremo inglobare nei social con l’intera coscienza, abbandonando i nostri corpi al destino mortale. È già forte, e non ha mai smesso di esserlo, il richiamo del sole. Non ci chiuderemo nel sesso virtuale, gli amanti già si incontravano, di notte, violando la quarantena, forti dell’immunità dell’amore. Siamo, per fortuna, umani e sciocchi come prima. C’eravamo ripromessi di leggere Proust, e perlopiù non l’abbiamo fatto. Abbiamo urlato “moriremo di fame!” e siamo quasi tutti ingrassati. Ma sotto le mascherine, già torniamo a sorriderci, desiderosi di nuove prime volte. Siamo stati lontani per forza maggiore, ma l’istinto è riunirci, forse fin troppo, forse al punto di rimetterci in pericolo. Abbiamo riscoperto i veri valori del passato impastando farina e lievito in famiglia, poi i veri valori ci han rotto le palle, e appena possibile ci siamo messi in coda per un panino al McDrive, un panino che sa di libertà, di normalità, o forse solo di salsa al bacon. Il capitalismo, torneremo a criticarlo poi. Ora addentiamo la nostra speranza, con buona pace di Houellebecq, che non mancherà di continuare a ricordarci quanto la vita fa schifo, ché non rischiamo di dimenticarlo, magari ce lo segniamo, come diceva il grande Troisi, noi fragili forme di vita a base di carbonio e di illusioni, ma ancora capaci di produrre abbastanza serotonina da dimenticare per qualche minuto – il tempo di una schitarrata al balcone, del primo gelato dell’estate, di un abbraccio ritrovato – il pensiero della morte.
Viviana Viviani
Editing di Luisa Baron
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ITAN ORANMIYAN BABA NLA GBOGBO YORUBA AWON EYA TO WA NILE TABI ORILEDE ODUA
ITAN ORANMIYAN BABA NLA GBOGBO YORUBA AWON EYA TO WA NILE TABI ORILEDE ODUA Loni opo enia mo nro pe gbogbo awa ti awa ni ipinle mefa yi Oyo, Osun, Ogun, Ondo, Ekiti, Eko pelu ipinle Kwara to nka ara won mo ara ipinle Hausa ni o nje Yoruba, ko ri be o, eya kan ni Yoruba nile Odua bi Ekiti se je eya kan ti Egba naa je eya kan be pelu ni Awori naa je Eya kan pelu, koda awon Egun to wa ni badagiri leko ko ba awon omo Odua tan rara (e lo wo Itan Badagiri) Ki oro ba le ye wa dada e je ka salaye ohun to nje eya fun wa, eya ni ohun to ya lati ara odidi nkan kakari agbaye si ni eya po si, Odua ni baba nla gbogbo eya to wa ipinle mefa yi pelu Kwara sugbon gbogbo wa koni Yoruba. Eya to ya lara Odua le ni merindilogun ti olukulu si mo baba nla re bi eya Yoruba se mo pe Oranmiyan ni baba nla won. Odua lo so gbogbo won po akojopo awon eya yi lo wa nje orilede iyen ni ibi ti won ti nso ede to sunmorawon, iyato diedie yio mo wa nibi ede siso latari alafo ona jinjin to wa larin won, sugbon ti enia ba fi ara ba le yio si gbo ohun ti ede kan nba ede keji so. ORUKO AWON EYA ORILEDE ODUA OWU EGBA YORUBA IFE EKITI IJEBU EGBADO SABE ONDO KETU IJANA IJESA IGBOMINA AWORI EPO IBOLO A o ri pe gbogbo awon eya yi lo gba pe omo Odua ni awon bi won si ti wa saaju ki awon Oibo to wa mu ile Odua sin nu, ni odun 1919 ni awon Oibo pe ipade gbogbo awon Oba ati awon ekan lorile Odua lori oruko ti gbogbo omo Odua yio ma je ibe ni won ti fi enu ko lori Yoruba ti opo awon enia ti mo gbogbo omo Odua si sugbon Ooni Ile Ife Oba Ademiluyi Ajagun (1910-1930) tako pelu alaye pe yio pa oruko eya to ku re, o duro lori ki a mo je omo Odua dipo omo Yoruba. Sugbon ni kehin Ooni Ademiluyi papa gba bi oruko Yoruba to je ti eya kan se di ti gbogbo eya to wa lorilede Odua nu. ORANMIYAN ODEDE Opo awon ti won npa itan loni ni ko mo itumo Oranmiyan to wa je pe alo lasan ni won npa, opo ki ti se iwadi Kankan ti won ba ti ka iwe itan kan awon naa ti di opitan nu, won o ni se iwadi Kankan lori iwe ti won ba ka tabi itan ti won ba so fun won, koda itan ti elomiran ba gbo ninu oko lodo ero ti won jo wo oko ti di itan nu. Isele kan lo fa oruko Oranmiyan, Okanbi je omo Kankan soso to gbehin Odua nitori opo awon omo re ku tan loju aye re nigbati o wa bi awon onimimo won je ko ye pe ila to nko awon omo re lodi si iseda Ile Ife to wa bi kose ko Okanbi ni ila niyi, Okanbi si dagba o fe iyawo awon iyawo re si bi omo fun lehin naa lo wa ri omobirin arewa kan o si ba soro ife omobirin yi si gba lati fe Okanbi sugbon nigbati Odua naa ri omobirin arewa yi oju re wo, o wa bi Okanbi pe se o ti ba omobirin na ni ajosepo Okanbi sini oun e de ibe rara bayi ni Odua se fe omobirin yi to si loyun a mo nigbati o bi omo okunrin omo yi wa je alawo meji lati ori de le, apakan je funfun apakeji je dudu, Odua je enia funfun nitori Sudan to ti wa je ara eya funfun sugbon Okanbi je enia dudu nitori awo iya re to je enia dudu lo mu. Nigbati Odua ri omo alawo meji yi o wa pe Okanbi omo re o si wi fun pe, “Oran mi yan ju bayi pe awa mejeji la jo de be” o to ba ruju ni Yoruba npe ni Oran nitori Odua fura tele mo pe omo oun ti ba omobirin naa ni asepo tele, bi won se so ni Odede nu sugbon Oranmiyanju ni Odua mo npe to yi pada di Oranmiyan. YORUBA Kiise bi won se npe oruko yi Yoruba loni ni won npe nikan bi egberun odun sehin ede awon ara ile Sudan ni nitori ile Sudan ni Odua ti wa kiise Meka ni Saudi ati Egypt bi opo awon opitan se so, iwadi ijinle to fi ese mule je kan mo pe awon iran yi si wa ni Sudan di oni. Yariba ni won npe Yoruba tele , iran yariba si wa ni Sudan di oni. Odua pelu awon omo iya re meji to je egbon re lo jo kuro ni Sudan awon naa ni awon eya Boronu to je Beriberi ati eya Gogobiri (Gabari) ni Oke Oya ti won wa larin awon Hausa, di oni Yaribawa ni awon Beriberi to wa ni ipinle Nasarawa ti Lafia je olu ipinle naa npe Yoruba, a o ri pe WA ti won fi kun Yariba-wa naa ni won fi kun Nasara-wa (ise nlo lowo lori itumo ati ohun ti won mo nlo WA yi fun) awon miran a tun mo pe Yoruba ni Beribe ni Oke Oya, lati ara titun oro se lo so di Yoruba. Itan je ka mo pe ajose po wa larin awon eya meteta yi dada, lehin opo odun ti awon baba nla won ti ku ti won si ri pe, awon o fe mo ara won lokan mo ni won ba se pasiparo awon nkan isura ati isura to je ere ide, idi niyi ti ere Oriolokun Ajana Oro ( ohun ni opo awon alaimokan mo npe ni ere Odua) fi ni ila awon Boronu loju. Sugbon ti iwadi lori lati se ayewo DNA larin awon eya meta yi ba wa ye yio tunbo fi ododo han, a ni lati se fun awon enia ogorun kokan larin awon to je idile Oba eya meteta. Sugbon eri kan pere ti a si le fi idi oro yi mule bayi ni ti ila to wa loju ere Oriolokun to wa je ila awon Boronu. ITAN ORANMIYAN Bayi ni Oranmiyan se je alawo meji omo, eyi wa je ki awon enia mo beru re nibikibi to ba lo kosi ohun to nba Oranmiyan leru afi ohun ti eru Oranmiyan to je alawo meji yio mo ba, nigbati to pe ogbon odun o legun lo ilu Benin o si je olori won ni o wa fe omobirin oloye kan to je Ego, omobirin naa si bi omokunrin fun won so ni Eweka iwadi je ka mo pe ogbon odun ni Oranmiyan lo ni Benin. Nigbati Odua ku won ranse pe Oranmiyan o wa fa akoso Benin le Eweka lowo, apakan itan tun je ka mo pe kiise Eweka nikan ni Oranmiyan bi si Benin sugbon eyi to gbajumo ju nipe Eweka nikan ni. Nigbati o de Ile Ife awon egbon re yan lati je Olofin (Olofin ni won nje ni Ile Ife nigbana kiise Ooni) nitori omo enia meji ni iyen Odua ati Okanbi (Okanbi ku ki Odua to ku) bi Oramiyann se je Olofin Ile Ife nu o wa pe awon egbon re pe ki won lo te ilu miran ko mo je pe oun aburo won ni yio mo pase fun won kosi eni to fe kuro ni Ile Ife ninu won nikehin Owu to je agba to si je obirin lo te ilu o si so oruko re ni Owu, o si je Olowu sibe ( gbogbo orile Owu ati ilu Owu ti Owu tedo ti di ara ilu Ibadan loni) bi Ake naa se lo te ilu tire nun to si so ni oruko tire naa bi ti egbon re Owu oun naa si di Alake leyi to tumosi eni to ni ilu Ake (ilu Ake akoko yi naa ti di ara ilu Ibadan lo ka itan Ibadan) be gege ni gbogbo won se lo te ilu won. Sugbon awon opitan mo nse asise nibi oruko awon omo Okanbi oruko oye ni won mo fi npe won dipo Oruko won gan Owu ni oruko Olowu ni oruko oye, Ake ni oruko Alake ni oruko oye re, Ketu ni oruko kiise Alaketu Alaketu je oruko oye. Popo ni oruko kiise Onipopo, Saabe ni oruko kiise Oni Saabe, Orangun sini Oba Ila, awon opitan je ka mo pe ara awon Ekiti ni won ka ilu Ila mo nigba lailai sugbon a ti se iwadi ijinle le lori ka to ko itan ilu Ila Orangun ao ti se iwadi naa dada. Owa Obokun to te Ilesa je aburo Oranmiyan lati ara iya kanna a mo boya Odua wa ju iya Oranmiyan sile fun Okanbi ni boya Odua lo si bi Owa Obokun fun, sugbon eyi to se gbamu nipe aburo Oranmiyan lo je. Lehin ti orile Odua ti fe si Oranmiyan wa pe Adimu to je olotoju isura Ile Ife, Adimu yi je omo oluwo (oluwo ni eni ti won ba fe pa bo orisa) omobirin kan lo gba okan lara Olobatala leti to si wa je ese nla, Obatala ni Odua ba ni Ile Ife larin awon onilu Obatala gan ko lo tun te Ile Ife amo o ti nse olori ki Odua to de, oran obirin naa wada waala sile papa nigbati won gbo pe oloyun, nikehin won gba pe ko bi omo inu re tan ki awon to wada ejo iku fun pelu adeun pe awon Olobata ni o ni omo naa ti won ba gba pe ka won mo pa ti yio fi bi omo lehin to bi omo re, won pa lehin to bimo awon Olobatala gbe omo naa won si so ni Adimu nitori ija to waye larin tani yio ni ni omo naa boya oko re ni tabi awon igun Odua tabi igun Olobata. Nigbati awon enia ri pe omo naa dagba to tun wa je eni to mo nipa Orisa Obatala won o wa mo pe ni Adimu Omo-Oluwo-Ni. Adimu yi ni Oranmiyan wa pe lati ko itoju isura Odua le lowo lati mo mu oju to bi Oranmiyan se tun ranse pe gbogbo awon egbon re lati lo be awon ibatan won to wa ni Oke Oya wo nu, nigbati awon enia gbo pe Adimu ni Oranmiyan yan ni alamojuto won so pe “ Adimu la” iyen nipe Adimu ti di olola bi Adimu La se wa di Adimula niyi oriki ni Adimu. Bayi ni won se lo Oke Oya ti won si ko ebun pupo dani lo nigbati won npada bo ni ni Oba tapa fi omo re obirin fun Oranmiyan ni aya, o wa gba Oranmiyan ni yanju ki iyawo re bi omo ko to ma tesiwaju ninu irin re. idi ti Oba Tapa fifi omo re fun Oranmiyan nipe alujonnu lo pe nitori awo re o si ro pe, ti o ba bi omo alawo meji bi re lo ma bi lati wa ri omo naa lo se ni ki Oranmiyan duro, bayi ni awon egbon re se pada si ilu won ti o si duro lodo ana re. Ni ojo ti Ejide Torosi bimo naa lo ku, o dun Oba Tapa ati Oranmiyan nigbati won gbo pe Ejide ku bi o se bimo tan Oba Tapa si so omo naa ni Sango Oranmiyan si so ni Olufihan nitori o papa mo pe o fe mo bi Oranmiyan se je lo se fi omo re fun. Oba Tapa wa gba Oranmiyan nimoran lati lo te ilu tire bi Oranmiyan se lo duro ni agbegbe Katunga nu to si te ilu sibe Eyo ni won koko npe ko to wa di Oyo, ibi to te ilu si je ile to dara fun ise agbe o tun wa je oju ona ti awon to nse karakata kakari ile enia dudu mo ngba koja eyi wa je ki ilu naa tete mo kun awon egbon re naa wa fi awon enia sowo si lati mo gbe pelu re, lehina lo wa pase fun aboru re lati lo te ilu ti e to nse Ilesa. Oranmiyan ni Oba Yoruba akoko ni Oyo o ti bi Ajaka ko to wa te Oyo. DIDA ESO SILE Oranmiyan lo da Eso sile awon ni won si mo nso Oranmiyan adorin ni gbogbo won akoni enia to je omo ilu ni won mo yan lati je Eso kiise oye ajewo (baba si omo) won si pin won si mewa ti awon mesan yio si wa labe eni kokan sugbon laye Alafin Ajagbo ni won wa da oye Are Ona Kakanfo sile ko mo je olori Eso lapapo. Oye ogun ni Eso awon ni won si tele awon Oyo Mesi koda won mo npe awon Eso ni Iba, awon Eso gbodo koju ohunkohun to ba fe ba Oba koda ko je iku, idi oriki Eso ti won mo nki won niyi Ohun meji lo ye Eso Eso ja o le ogun Eso ja o ku sogun Eso ki gba ofa lehin Eso to ba gba ofa lehin Ojo lo se Ewo ni ki Eso ku ki won wa ri pe ehin ni ofa ti ba. Ilu Oyo kun dada itan si je ka mo pe Oranmiyan lo le ni ogbon odun ko to wa lo be Ile Ife to nse ilu re wo papa egbon re Owu si moyo lenu latari awon Igbo to nyo Ile Ife lenu nigbati Oranmiyan de kia o gbogun ti awon Igbo o si gbe ogun duro ti won nikehin won se adehun pe awon o tun ni gbogun wo Ile Ife mo laialai. Itan pe Moremi fi omo Ela Oluorogbo kansoso jeje lodo omi Esinmirin je ipa alo po mo itan. Sugbon o wa le je pe eyi ti sele ki Odua to wa gba akoso Ile Ife sugbon Oranmiyan to ko won loju ti a ba si wo bi won nse ko ile ni Ile Ife nigba lailai ao ri pe eto iloro si iloro ni kiise Agbole ti awon ilu Ile Yoruba igba laialai yoku nko. Lehin to segun igbo tan o wa tun fakoso ilu le Adimu lowo o si lo lati sure fun awon omo re o wa bere lati odo Eweka lehinna o ya odo Owa Obokun aburo re ko to wa fi Ori le Oyo, nigbati o de Oyo o ba Sango to wa wa lati ile Tapa ni Oyo, o sure fun Ajaka ati Sango o si so fun Sango ki o mo pada si ilu Tapa mo nitori Oyo yio tobi yio si ni oruko ju ilu baba iya re lo atipe Sango ni ko je Oba lehin Ajaka lehina lo wa pe gbogbo awon enia pe enikankan ko gbodo mu isura Kankan jade ni Ile Ife, o si fi ase lele pe ti won ba ti fe je Oba ni Oyo ki won lo mu ida oun lati Ile Ife wa ki won fi le Oba lowo lehin naa ki won da pada si Ile Ife, lehin eyi lo sure fun gbogbo omo Odua o si pada si Ile Ife itan so pe oju ona lo ku si apa kan ni Oyo lo ku si omiran ni o de Ile Ife ko to ku atipe ibi ti won sin si ni Opa Oranmiyan wa ni Ile Ife di oni, sugbon awon to fara mo pe Oyo lo ku si ni irun ori re ati ekanna owo pelu ti ese ni won ge ti won si sin si Ile Ife nitori be ni won se mo nse fun eni to ba ku si ona jinjin won si fi ara mo pe oun ni Oba akoko ti won koko sin si Oyo. Kiise oyo toni o koda ki se Oyo Igboho nitori Oyo kerin ni toni ti Alafin Atiba gba lowo awon omo Oja to te Ago to wa di Oyo loni. Sugbon to ba je Oyo ni Oranmiyan ku si to si pase ki won gbe oun lo Ile Ife awon omo re ni lati se be, nitori nigbati Are Latoosa ku si ogun Ekiti-Parapo fun odun meta won gbe oku re lo Ibadan lehin odun kerin ni won to sin, won mo ona ti enia fi ngba se oku lojo bi ti awon ara Sudan ati Egypt. Bakanan ohun to tun le je ka gba pe won le ge ori Oranmiyan nikan wa si si Ile Ife ni, nigbati Eweka to je Oba Benin ti nse omo Oranmiyan ku ori re ni won ge wa sin si Ile Ife titi di igba ominira Naijiria lowo awon Oibo amunisin be ni won nge Ori awon Oba Benin wa si sibi to je Orun-Oba-Ado lati je pe orirun Eweka ni o sun ati aromodo re, yato si alo ti Oba Benin kan npa nibi odun meje sehin pe eru awon kan to sa ni Benin lo wa te Ile Ife oun sini Odua. Iro nla ni eyi bawo ni won se le lo mo sin ori Oga si odo eru re, gbogbo itan to fi ese mule gba pe Oranmiyan ni baba nla awon Oba Benin. Ti Oba Benin ba si wa Ile Ife ti Oba Alafin Oyo naa si wa Apa otun Ooni ni Oba Benin yio joko si ti Oba Alafin yio si joko si apa osi lati le fihan pe Egbon ni Oba Benin je si Oba Alafin Oyo OPA ORANMIYAN ORI OLOKUN Opa Oranmiyan je ami kan ti ise iwadi kun ara re fun awon oluwadi ese bata mejila ni Opa yi fi ga, won wa kan iso mo ara opa yi lati se onka tabi ewa apapo onka yi je etalelogofa (123) ona ti won gba to onka ara Opa Oranmiyan je meta awon opitan je ka mo pe, lati owo isele de arin je odun ti Oranmiyan lo ko to je Oba Benin, onka apa otun ntoka si odun to je Oba Benin tarin nkota si Igba to fi je Olofin Ile Ife nigbati ti apa osi ntoka si odun to fi je Oba Oyo, ti enia ba si gbogbo onka yi po a wa mo pe odun metalelogofa (123) ni Oranmiyan lo laye, emo to wa lara Opa yi ni bi awon onka to je irin se le wole si ara apata ko si duro lati bi igba odun ti iwadi ti bere lori Opa yi ko ti si enikan to le so pe o ti ri alaye lori Opa yi, opo itan ti awon ara Ile Ife nso nipa re ni iwadi ijinle ko si gba wole loni. Sugbon iwadi ti mo nse lowo nipa Opa Oranmiyan je ki mo pe ojo Opa yi ju ti Oranmiyan ti won ni oun lo ni Opa yi lo, mo si duro lori nkan meji nipa re akoko o le je pe asise wa lara igba ti Odua ti de si Ile Ife nitori itan ni ko ti ju egberun odun kan lo sugbon ti Opa si ti loo to egberun meta si egberun marun, ekeji o le mo je pe Oranmiyan lo ni Opa yi ko je pe o ri he tabi ki won fun gegebi ebun fun enia Pataki tabi ki o fi ogun gba, nitori ni Eshie ni ipinle Kwara awon okuta ti won fi gbe enia po ni ibe nigbati won ri awon ere yi, won ba won ni oju kanna ti won ko won si apapo gbogbo won si je egberun kan abo. Eyi yio wa je ka mo pe o sese ki awon ara Ile Ife ri Opa yi lehin ti Oranmiyan lo tan ki won wa fi sori re tabi ko je pe Oranmiyan gan lo ti ri Opa yi, sugbon egberun odun meta si merin wa larin Opa yi ati Oranmiyan lori itan to nbe lori onka awon Oba Ile Ife, ti a ba si wo abo iwadi ti Oibo Frank Willet lori awon afoku Ikoko ti won fi se titi to wa ni Yemoo, iwadi je ka mo pe o ti le legberun meta si marun ti awon Ikoko afoku yi ti wa nibe Yemoo ti won lo ni ibe je Iyawo Obatala ti Odua ba ni Ile Ife. Ko to wa kan Titi Luwoo lehin Odua, Okanbi ati Oranmiyan si Oba Luuwo se awon titi yi ko to wa kan titi interlock ti awa wa sese nse loni (lo ka iwe mi Titi Luuwo). Iwadi mi nlo lowo nipa Opa Oranmiyan yio gbe mi de ile Hausa, Sudan ati Egypt lati le tan imole si Opa yi ati awon nkan isura miran to wa ni Ile Ife. Ju gbogbo re lo igbagbo awon enia Ile Ife di oni nipe onkan odun ti Oranmiyan fi je Oba ni ilu meteta ni won fi ka. Lehin onka to je irin won tun wa gbe okuta meji si owo arin leyi to tumosi awo meji ti Oranmiyan ni. Opa Oranmiyan nse afihan isokan ti Oranmiyan fi sile ko to kuro laye ni. Laisi je pe Oba ba de idi re ni Ile Ife Ooni ko ti ni ase lenu, ewo ni fun enikeni lati bura eke nidi Opa Oranmiyan. AWON AFOKU IKOKO YEMOO BIBE OPA ORANMIYAN WO Ofe ni wiwo Opa Oranmiyan ni Ile Ife fun enikeni nitori gbangba lo wa koda ki enia to wole sinu ogba to ni enia yio ti mo ri nitori pe o ga soke dada ni ese bata mejila. Amo ti enia ba fe to dada ko koko lo National Museum to wa ni Afin OOni Ile Ife yio gbo alaye nipa re ati opo nkan miran ti wa nibe, titi di odun yi adota naira pere ni enia fi nwo isura isenbaye ni Afin Ile Ife.
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Multipl (yaygın) skleroz sık görülmesi ve kronikleşerek genç erişkinlerde önemli sakatlıklara yol açması nedeniyle sinir sistemi hastalıklarının en önemlilerinden biridir. Multipl skleroz akmaddedeki sinir hücrelerinin uzantılarını çevreleyen yalıtkan miyelin kılıfını yıkıma uğratan hastalıklardan en yaygın olanıdır. Ak-maddeyi yaygın olarak etkilediğinden yaygın ya da multipl skleroz adını alır. Hastalık adını, dokuların hastalık süreci sonunda büzüşüp sertleşerek nedbe dokusu haline gelmesinden alır. Merkez sinir sisteminde oluşan nedbe dokusu eski haline dönmez ve sinir lifi boyunca miyelin kılıfında yıkım görülür. Sinir lifinin kopmasına neden olabilen değişiklikler sinir dokusunun işlevlerini tümüyle yitirmesine yol açar. GÖRÜLME SIKLIĞI Genellikle (olguların yüzde 50’sinde) 20-40 yaş arasında başlar ve 30 yaşlarında en ağır duruma ulaşır. Hastaların yüzde 5′inden azı 10 yaşından küçük ya da 50 yaşından büyüktür. Erkeklerde kadınlara oranla daha sık görülür. Bazı ülkeler ile bazı coğrafi bölgelerde daha çok rastlanır; görülme sıklığı genellikle ekvatordan uzaklaştıkça artar. İskandinav ülkeleri, İngiltere, Almanya ve Avusturya’da oldukça yaygındır; Çin ve Japonya’da çok ender görülür; Sibirya ve Mısır gibi bazı ülkelerde ise hemen hiç bilinmemektedir. ABD’de geçmişte çok az görülen multipl skleroz olguları son yıllarda artmıştır. NEDENLERİ Nedenleri henüz kesin olarak anlaşılmamıştır. Bütün olasılıklar incelenerek geliştirilen çeşitli varsayım ve kuramlardan bazıları yaralanma, aşırı bedensel yorgunluk, zehirlenme, yapısal etkenler ve heyecan gibi nedenlerin üzerinde durmaktadır ama bunların hiçbiri kanıtlanamamıştır. Bununla birlikte, söz konusu etkenlerin hastalığın gelişimini kolaylaştırdığı ya da gidişini değiştirdiği kabul edilir. Araştırmalar multipl skleroz oluşumunda çevresel etkenlerin önemi olduğunu düşündürmektedir. Ayrıca, etkenin yavaş üreyen bir virüs olabileceği de sanılmaktadır. 1943-60 yıllarında Faroe Adaları’nda olduğu gibi, zaman zaman “salgınlara” neden olması bu görüşü desteklemektedir. Ayrıca, hastalığın daha sık görüldüğü bölgelerden daha az görüldüğü bölgelere göç edenlerde, görülme sıklığının göç yaşı ile orantılı olarak değiştiği saptanmıştır. On beş yaşından önce göç edenler arasında hastalığa yakalanma oram yeni geldikleri bölgedeki oranla aynıdır; 15 yaşından sonra göç edenler arasında ise ilk yerleşim yerindeki oran görülür. Gene de multipl sklerozlu hastaların beyninde herhangi bir virüs aynştınlamamış-tır. Virüsün hastalık yapıcı etki kazanıp miyelin dokusunda yıkıma yol açmadan önce uzun süre sessiz kaldığı anlaşılmaktadır. Yavaş üreyen virüs varsayımı dışında, genetik yapıdaki bir özelliğin özba-ğışıklık yaratarak hastalığın ortaya çtfa-şını kolaylaştırdığını düşündüren kuram da tartışılmaktadır. Virüs ve özbağışık-lık kuramları bir arada da ele alınabilir; virüs hastalığın ortaya çıkmasına neden olurken genetik yatkınlığı olan bireylerde alevlenmeler kolaylaşabilir. Multipl skleroz gibi öteki miyelin-sizleştirici (sinir lifleri çevresindeki miyelin kılıfım yıkıma uğratan) beyin-omurilik iltihaplan da (ensefalomiyelit) virüs kökenlidir. Bu hastalıklarda virüs, herhangi bir enfeksiyon etkeni gibi hastalığı başlattıktan sonra bir özbağışıklık süreci ortaya çıkar. Bu sürecin karmaşık yapısı, öteki virüs hastalıklannda gözlenmeyen ve yavaş giderken aniden alevlenmelerle beliren klinik tabloya neden olur. BELİRTİLERİ Multipl skleroz, hastalanmadan önce tümüyle sağlıklı olan bireylerde, hızla gelişen sinir sistemi belirtileriyle ortaya çıkar. En önemli belirti, gözyuvan ardında görme sinirindeki iltihap sonucunda tek gözde ortaya çıkan görme bulanıklığıdır. Bu iltihabın görüldüğü hastaların yaklaşık yüzde 50’sinde er ya da geç multipl skleroz geliştiği saptanmıştır. Başlangıçta çok belirgin olmayan tekil belirtiler görülebilir. Bunlardan bazısı gençlerde, yüzün her iki yansında da görülen trigeminus nevraljisi, başın zorla bükülmesiyle omurga boyunca duyulan elektriklenme, bedensel yorgunlukla ya da sıcak ortamda kaldıktan sonra ortaya çıkan görme bulanıklığı ve başka sinir sistemi belirtileridir. Kural olarak kol ve bacaklar ile kafa sinirlerinin etkilenmesinden kaynaklanan hareket bozuklukları ön plandadır. Erken evrede, hasta özellikle bacakla-nndaki güçsüzlükten ve aşın yorulmadan, elleriyle ince hareketleri yapamamaktan yakınır. Daha sonra bacaklarda ve çok ender olarak kollarda hafif felçler görülür; buna güç kaybı ve hareketlerde sınırlanma eşlik eder. Özellikle bacak kaslarının gerginliği artar, bu durum kasların kasılıp kalmasına kadar ilerleyebilir. Hastalığın başlangıcında “yalancı tabes” olarak adlandırılan tabloda, kasların gerginliğinde azalma gözlenebilir. Sıklıkla ıstençli hareketler sırasında ortaya çıkan titremeler (tremor) görülür. Genellikle hareketlerin başlangıcında ortaya çıkan ve giderek belirginleşen titreme, hasta dinlenirse tümüyle kaybolur; kol ya da bacak boyunca, kimi zaman da baş ve gövdede görülür. Ağır olgularda hastanın kısa bir süre ayakta durması baş ve gövdede titremenin başlaması için yeterli olurken daha hafif olgularda, elindeki bardağı ağzına götürmesi ya da işaretparmağıyla burnunun ucuna dokunmasıyla titreme başlar. Hastanın eli yüzüne yaklaştıkça titremeler genişler, düzensizleşir; titreme heyecanla artar. Belirgin titreme olmayan hastalarda, beyincik işlevlerinin bozulduğunu gösteren belirtiler saptanabilir. Kol ve bacak kaslarının gerginliğinde bozukluk vardır. Genellikle kol ve eller gerginken ve avuçlar yere bakarken parmaklar düz tutulamaz; bütün parmaklarda gerginlik artar. Hasta kollannı gergin, avuçlarını yukarı dönük tutarak ellerini başının üstüne kaldırdığında başparmaklarım birleştirmekte güçlük çeker. Yürürken zaman zaman kasılmalar görülür. Kısa adımlarla ve ayaklarını yere sürterek yürürken bacaklar gergindir; kimi zaman da gövdeyi her iki yere sallayarak ve bacakları açıp sendeleyerek yürür. Daha sık olarak da yürürken kol ve bacaklarda katılaşma, sendeleme görülür; adım atarken bacak istemeden daha ileri gider ve ayak tabanı kuvvetle yere çarpar. Konuşma bozuklukları oldukça sık görülür. Hasta yavaş ve hecelen ayırarak konuşur. Bazen de sözcükler ağzından patlarmışçasına çıkar ve farklı tonlamalar kullanır. Kimi zaman ses telle-rindeki titreme konuşmada titremeye yol açar. Multipl skleroz, ender olarak hafif ruhsal bozukluklara da neden olur. Duygulanım bozukluklan ön plandadır; kişilik yapısında değişme, genel durumun ağırlaşmasıyla çelişen aşın coşku (öfori) ya da ruhsal ve bedensel huzursuzluğa eşlik eden bunaltı (anksiyete) görülebilir. Spastik gülme ve ağlama nöbetlerine de rastlanabilir. GİDİŞİ Multipl sklerozda belirtilerin şiddeti değişkendir, ani iyileşme ve alevlenme dönemleri vardır. Hastalık kendine özgü belirtilerle başlayabildiği gibi, birdenbire ortaya çıkıp birkaç gün sonra yok olan tek bir belirtiyle de kendini gösterebilir. Kimi zaman yıllar sonra yeniden ortaya çıkar ya da yerini başka süreçler alır. Tek başına görülebilen geçici başlangıç belirtileri arasında çift görme (diplopi), baş dönmesi, düzensiz yürüme, konuşma güçlüğü (dizartri), yüzde, bir kol ya da bacakta ya da vücudun bir yarısında duyu azalması ya da duyu kaybı sayılabilir. Kimi zaman belirtilerin tümü bir aradadır, aniden ve hızla başlar, uzun bir duraklama döneminden sonra ağırlaşır. Akut başlangıç ve ani ağırlaşmanın nedeni, multipl sklerozun temelinde yatan iltihap sürecinin ani alevlenmesidir İNCELEMELER Lezyonlann ortaya konmasını sağlayan özel incelemelerin en önemlisi magne-tik rezonanstır (MR). Bu yöntem beyin gövdesi ve omurilik boyunca yayılan miyelinsiz alanların görüntülenmesini sağlar. Ayrıca paramagnetik kontrast aygıtlarla miyelinsizleşme süreci görüntülenebilir. Son yıllarda MR ile elde edilen veriler hastalığın tipik belirtilerinin, multipl skleroz tablosunun yalnızca görünen bölümü olduğunu göstermiştir. MR vücuda zarar vermez, ışınım kullanılmadığından gerekirse birkaç kez yinelenebilir. MR ile elde edilen sonuçlar genellikle klinik tabloyu yansıtır. Son yıllarda nörofizyolojide, çevrel görme sinirleri, beyin sapı ve işitme sinirleri boyunca iletiyi araştıran uyarılmış potansiyel (EP) yöntemi de inceleme amacıyla kullanılmaya başlamıştır. Kafatasından verilen bir ağrısız uyarının beyin kabuğunda görme ve işitmeyle ilişkili bölümü uyarması sonucunda bu uyarının iletim süresi ölçülebilmektedir. AYIRICI TANI Klinikte birden fazla tablo görüldüğünden, doğru tanıya ulaşmak için sinir sistemi hastalıklarının tümü dikkate alınmalıdır. Ayırıcı tanı yapılacak hastalıklar arasında histeri unutulmamalıdır. Bilindiği gibi histeride çok sayıda ve çeşitli tablolar vardır. Multipl sklerozun başlangıç belirtilerine kişilik değişikliği de eklenirse, histeriyi de düşündüren bir görünüm ortaya çıkar. TEDAVİ Multipl skleroz, en zor tedavi edilen sinir sistemi hastalıklarından biridir. Birçok tedavi yöntemi önerilmiş ve denen-mişse de hiçbiri evrensel olarak kabul edilmemiştir. Hastalığın nedenleri ve gelişimine ilişkin çeşitli varsayımların yanında birçok tedavi önerisi geliştiril-mişse de, henüz başarılı sonuçlar elde edilememiştir. Bazı tedavi yöntemleriyle elde edilen olumlu sonuçlar ve belir-tilerdeki gerilemenin yanı sıra, hastalığın kendiliğinden gerilemesi olasılığı da her zaman düşünülmektedir. Bazı olgularda belirtilerin hızla gerilemesi, uygulanan tedavi açısından umut verse de, er ya da geç alevlenme dönemleri ortaya çıkmaktadır. Günümüzde kullanılan ya da deneme aşamasında olan tedavi yöntemlerinin başlıca amacı etkilenen dokularda ödemin azaltılması (ACTH ve korti-kosteroit grubu ilaçlarla); sinir lifinin iletim potansiyelinin artırılması; bağışıklık sisteminin ketlenmesi (siklofos-famit, azatiyoprin, siklosporin gibi ilaçlar ve plazmaferez ya da lenf dokularının ışınlanması gibi yöntemlerle) ve immünomodülasyondur (monoklo-nal antikorlar, interferon, timus özütle-riyle). Virüs öldürücü ilaçlarla da araştırmalar yapılmıştır. Görüldüğü gibi, multipl sklerozda önerilen ve uygulanan birçok tedavi yöntemi olsa da, hiçbiri iyi ve uzun süreli sonuç vermemiştir. Özellikle gerilemeye başlayan ya da alevlenme gösteren olgularda çok kullanılan tek tedavi yöntemi kortizon grubu ilaçlardır. Kronik ve ilerleyici olgular bu tedaviye daha çok direnç gösterir. Steroitler öncelikle ödemin çözülmesini sağlar; büyük bir olasılıkla doğrudan sinir dokusunu ya da dolaylı olarak bağışıklık sistemini etkilediği düşünülmektedir. Öte yandan, hastalığın doğal gidişini yavaşlatmadığı saptanan steroitlerin uzun tedavi programlarında yararsız oldukları kabul edilir. Fizik tedavi de yararlı olabilir. Orta derecede egzersizler aşırı yorgunluktan kaçınmak koşuluyla yarar sağlayabilir. Başarıyla yürütülen bir fizik tedavi kasılmalar ve ataksinin (sistemli kas hareketinde eşgüdüm bozukluğu) düzeltilmesinde şaşırtıcı sonuçlar verebilir. Etkili bir tedavi için doğru bir yöntem ve çalıştırılacak kas gruplarının iyi seçilmesi gerekir. Çeşitli kasların bir dizi hareketi yinelemesi sağlanmalıdır. Bu tedavi yalnız yeterli donanım bulunan merkezlerde uygulanabilir. En yararlı egzersizlerin başında yüzme gelir; ileri düzeyde ataksi olan hastaların 15-30 dakika kadar havuz ya da denizde yüzdükten sonra çok daha iyi yürümeye başladığı saptanmıştır. Multipl sklerozlu hastayı bekleyen gelecek nedir? Beklenen yaşam süresi önceleri 3-12 yılken, günümüzde büyük Ölçüde uzamıştır. Gerçekten de multipl sklerozda ölüm nedeni hemen her zaman sinir sistemi dışı komplikasyonlardır. Özellikle solunum sistemi ve idrar yollarında enfeksiyonlar görülür. Antibiyotik kullanımı ve etkili önlemler, bu komplikasyonları hemen tümüyle yok etmiştir. Günümüzde multipl sklerozlu hastalarda beklenen yaşam süresi 25-27 yıl, hatta daha da uzun olabilmektedir. Hastaların dörtte üçünden çoğu hastalığın başlangıcısmdan sonra 20 yıl yaşar, 30-35 yıl yaşayanlar da görülebilir. Ayrıca yaygın görüşün aksine, multipl sklerozda gidiş önlenemez değildir. Hastaların çoğu uzun yıllar sonra bile işlerini ve toplumsal yaşamlarım rahatlıkla sürdürebilirler. Olguların çoğunda sinir sistemindeki yetersizliklere karşın belirli bir yaşam standardı korunabilir. Multipl skleroz tanısı güç bir hastalık mıdır? Eskiden inceleme yöntemlerinin yetersizliği ve bu hastalığa ilişkin bilgilerin azlığı nedeniyle multipl skleroz tanısı ancak birkaç yıl kadar ilerleyen olgularda konabiliyordu. Uzman hekim hastanın şikâyetlerini dinledikten ve öbür hastalık olasılıklarını dışladıktan sonra multipl skleroz tanısına ulaşabiliyordu. Günümüzde geliştirilen aletler ve bu hastalığı daha İyi değerlendirebilecek bilgi birikimi sayesinde multipl skleroz tanısı oldukça kolaylaşmıştır. Magnetik rezonans yöntemi hastalığın merkez sinir sisteminde hangi olayları etkilediğini göstermekte, uyarılmış potansiyel (EP) yöntemiyle görme ve işitme sinirleri ile omurilik işlevleri sınanabilmektedir. Ayrıca bel ponksiyonuyla alman omurilik sıvısı incelenerek hastalığın varlığı ve derecesi saptanabilmektedir. Alternatif Tıp ve Alternatif Tedavi, bitkisel ürünler, sifamarket
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Vestitino a Maniche Corte Duns Radish Pink
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Blogtour: Outlander - Il mio nome è Jamie: Approfondimento Serie Tv Outlander
UN BELLISSIMO SPIN-OFF SU JAMIE DA GIOVANE E SUL SUO MIGLIORE AMICO IAN: UNA SPLENDIDA STORIA DI AMICIZIA E FRATELLANZA Titolo: Outlander. Il mio nome è Jamie Formato Kindle Autrice: Diana Gabaldon Formato: Formato Kindle Lunghezza stampa: 91 Editore: Corbaccio Data Pubblicazione: 2 febbraio 2017 1740: Il giovane Jamie Fraser, orfano di padre ucciso dagli inglesi e a sua volta ferito, ha lasciato la Scozia e sta andando in Francia con l’amico Ian Murray per raggiungere un gruppo di mercenari. Entrambi hanno delle ottime ragioni per stare lontani dalla loro patria ed entrambi, nonostante facciano di tutto per rimediare alla situazione, sono ancora vergini. E così, quando un medico ebreo li recluta per portare due tesori a Parigi, entrambi accettano con entusiasmo: uno è una rarissima e preziosissima Torah, l’altro è la splendida nipote del medico, Rebecca, destinata a un matrimonio combinato. Jamie e Ian si innamorano a prima vista di Rebecca, ma dovranno mostrarsi molto cauti perché non sanno veramente con chi hanno a che fare… Salve, in questa tappa vi parlerò del telefilm ispirato ai romanzi della serie Outlander di Diana Gabaldon. Una serie davvero bellissima e fedele ai libri da cui è tratta, con attori straordinari che hanno saputo portare questi incredibili personaggi sullo schermo. Trama della Prima Stagione
L'anno è il 1945. Claire Randall, un'infermiera militare, si riunisce al marito alla fine della guerra in una sorta di seconda luna di miele nelle Highlands scozzesi. Durante una passeggiata, la giovane donna attraversa uno dei cerchi di pietre antiche che si trovano da quelle parti. All'improvviso si trova proiettata indietro nel tempo, di colpo straniera in una Scozia dilaniata dalla guerra e dai conflitti tra i clan... nell'anno del Signore 1743. Catapultata nel passato da forze che non capisce, Claire viene coinvolta in intrighi e pericoli che mettono a rischio la sua stessa vita e il suo cuore. L'incontro con il giovane e affascinante cavaliere scozzese James Fraser la costringe a una scelta radicale tra due uomini e due vite, in epoche così diverse tra loro.
Già dalle prime puntate ti conquista e (se si è già fan della serie, in particolar modo) non ci si può staccare dallo schermo. Ho fatto il "piccolo errore" di guardarla tradotta su FoxLife (su Sky, che l'ha portata in Italia dopo pochissimi mesi dall'uscita Americana). Alcuni errori di traduzione e adattamento fanno pesare alcune scene, come Sassenach, che diventa Sassone....Orrore! E poi credetemi, sentirlo dire da Sam ha il suo fascino... Attori straordinari che (penso come sempre) rendono mille volte di più sentiti recitare (con questo non mi scaglio contro i doppiatori, sono bravi...sono alcuni adattamenti che non sono proprio perfetti, come certi fan vorrebbero). Ovviamente non conoscendo un cavolo ho dovuto leggere i sottotitoli, ma per la magia che mi hanno regalato le loro voci, ne è valsa la pena. A rendere tutto più magico ci pensa il resto della trouppe: atmosfere e luoghi meravigliosi, musiche che ti incantano, costumi e trucco davvero realistici,....insomma, un lavoro enorme e per cui ognuno dovrebbe esser ringraziato, come tanti tasselli di un puzzle che uniti creano questo spettacolo unico e difficile da dimenticare.
Attenzione
da quì potrebbero esserci Spoiler Involontari sulla Trama
Trama della Seconda Stagione: Ho dovuto prenderla dal secondo volume italiano (ovvero la prima metà del secondo volume originale), perchè raccontarla potrebbe risultare complicato.
Scozia, 1945: Claire Randall, infermiera militare, attraversa un antico cerchio di pietra e si trova proiettata indietro nel tempo, nell’anno del Signore 1743, in un mondo radicalmente diverso. Stati Uniti, 1968: per vent’anni Claire ha mantenuto il suo segreto ma ora, divenuta vedova, torna con la figlia a Craigh na Dun, in Scozia. In quel luogo fatato svelerà il mistero della sua vita e racconterà a Brianna, una splendida ragazza dai capelli rossi, la magia di quel cerchio di pietre, un amore che trascende i confini del tempo e la storia di James Fraser, un guerriero scozzese che l’aveva conquistata al punto da farle abbandonare la propria epoca e mettere in gioco la propria identità. Ed è proprio nel tentativo di ritrovare James che Claire si ritufferà nelle vertigini di un passato che l’aveva portata fino alla corte di Versailles nel tentativo di cambiare corso alla Storia. Ma la strada è ancora lunga e piena di sorprese, e Claire dovrà prima affrontare il ritorno.. Nella serie hanno adattato questi due romanzi (L'Amuleto D'Ambra e Il Ritorno) per creare qualcosa di fedele al romanzo, ma con alcuni accorgimenti che lo hanno reso davvero stupendo da vivere e vedere. Parte straziandoti il cuore e si chiude allo stesso modo. Tre puntante mi sono rimaste impresse, come pugnali nel petto. E se lo avete visto, potete immaginare quali. Hanno dimostrato la grandezza e la potenza di questi attori...davvero straordinari!
Hanno saputo rendere epica questa seconda stagione (sceneggiatori, attori, cast, costumisti, e tutto il resto della trouppe) e assicurare già la conferma per una terza e quarta stagione, che non aspetto da morire. Vorrei dirvi di più, ma...merita di essere guardata senza saper nulla o, se avete letto i libri, senza ulteriori impressioni che rovinino le soprese che vi attenderanno. E la Terza Stagione? Per ora si sa poco, qualche pettegolezzo e qualche informazione vaga, ma è in lavorazione. In primavera andrà in onda in America, grazie al canale Starz, mentre per l'Italia si dovrà attendere l'autunno. La terza stagione, che sarà composta da 13 episodi, porterà su schermo le pagine del terzo volume americano, Voyager, che in Italia è stato pubblicato suddiviso in due libri, Il cerchio di Pietre e La collina delle Fate, e rappresenterà una grande sfida in termini di produzione e location, come annuncia lo stesso Ron Moore. (Da MondoFox) “Stiamo girando altro sulla Battaglia di Culloden” ha detto il produttore esecutivo Ronald D. Moore: “È come se lo stessimo promettendo da un po’. Dobbiamo dare al pubblico le sensazioni di ciò che è successo in quella landa“. Anche Sam Heughan ha parlato delle scene di guerra: “Tobias [Menzies] e io adoriamo le scene di battaglia. Sono molto intense, cariche di emozioni per entrambi i personaggi. Qualcosa che entrambi cercavano” ha svelato a EW, aggiungendo che “Tutti volevano essere in questa battaglia“, e che “Si tratta di una grossa fetta della nostra cultura e della nostra storia“.
Caitriona Balfe, che interpreta invece Claire Randall, ha parlato della linea del tempo della terza stagione di Outlander: “Per i primi episodi, mostreremo i viaggi paralleli che Jamie e Claire hanno compiuto durante i loro vent’anni di lontananza” ha detto l’attrice irlandese.
[...] ha poi svelato la quarta new entry dei nuovi episodi, sebbene il suo personaggio sia già noto ai fan della serie: si tratta di César Domboy, 26 anni, che darà il volto all’ormai non più piccolo Fergus, il bimbo francese che abbiamo conosciuto nella seconda stagione. [....] nuovo acquisto del cast è anche la giovane attrice Lauren Lyle, che darà il volto a Marsali, una delle figlie di Laoghaire. Diciotto anni, bionda e adorabile, proprio come sua madre, che abbiamo conosciuto nella prima stagione con una cotta per Jamie Fraser.... (l'articolo completo http://ift.tt/2jOCoja) Nuove avventure, nuovi personaggi e location nuove...insomma, molte novità che ci attendono e che sono curiosa di scoprire il prima possibile.
Continuate a seguire tutte le altre tappe per scoprire di più su questa saga unica!
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