#dubbie da don
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Wow! (Considerazioni multitasking.)
- di Nestor Halak
Gli americani sono riusciti a vendere il genocidio degli indiani per l’epopea del buon vecchio West, il bombardamento atomico di civili per un atto umanitario, l’occupazione militare dell’Italia per la “liberazione” dell’Italia, la mafia di New York per una storia di eroi romantici. Nulla di tutto ciò discredita mai il sistema nel suo complesso, che rimane infinitamente buono e giusto, protetto com’è dai sacri principi della “costituzione”, il problema è solo che alcuni essere umani nascono intrinsecamente cattivi e vanno eliminati. Tutta qui la filosofia di Hollywood. Se qualcosa di vagamente simile succede in qualsiasi altra nazione (eccezion fatta per i fratelli Anglo), la descrizione che ne fa Hollywood muta immediatamente nella condanna senza appello del sistema di potere di quello stato, del suo sistema sociale e persino della popolazione arretrata e, tra noi possiamo dircelo, anche razzialmente inferiore. Sono persino riusciti ad imporre in tutto il mondo una bevanda fatta d’acqua zuccherata colorata col caramello, un poco come hanno fatto i francesi col vino. Solo che i francesi si sono inventati qualità metafisiche vendendo a prezzi astronomici qualcosa di molto comune che nessuno sa veramente distinguere, mentre gli americani hanno incartato con un sogno un prodotto di nessun valore. Negli Stati Uniti può essere tranquillamente assassinato il presidente, poco dopo il capo dell’opposizione, un paio di leader dei movimenti per la liberazione dei negri, ma la colpa non sarà mai del sistema marcio e corrotto come avverrebbe se gli stessi fatti accadessero in qualsiasi altro posto al mondo, ma sempre per la follia criminale di un singolo, cattivo per nascita, sfuggito al sistema e al controllo delle anche troppo bonarie forze dell’ordine. Ogni volta si ripete lo stesso cliché ed ogni volta chiunque solleva dubbi è etichettato come complottista. Immaginatevi se in Cina qualcuno uccidesse Xi e due giorni dopo l’assassino venisse a sua volta ucciso in diretta televisiva mentre è nelle mani della polizia. Se i cinesi sostenessero che sia il primo che il secondo assassino sono solo dei pazzi criminali che hanno agito da soli, senza complici e per motivazioni personali qualche giornale main stream ci crederebbe o fingerebbe di crederci anche solo per un secondo? O le “teorie del complotto” non sarebbero tali ma diventerebbero la verità sacrosanta al di la delle “menzogne del regime tirannico e corrotto”? [...] Siamo rimasti solo noi, pochi increduli, che oramai l’inganno lo fiutano quasi per istinto, automaticamente, senza nemmeno pensarci, così come si guida una macchina. I più si bevono le allerta colorate con gli occhi incollati agli schermi ed esclamano "uao"!
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“ Mia cara Francesca, le tue lettere arrivano, per lo più, alla sera. Verso le nove. Una mano entra nel buco, dicono "posta", poi le aprono e me le danno. Così le tue parole sono le ultime che ricevo: e me le porto in sogno. [...] Ho lavato i piatti (una ciotola di plastica, un piatto di plastica, delle posate idem) e le pulizie le farò nel pomeriggio, nell'interminabile viaggio che va dalle 15 al mattino dopo. Oggi è giorno di doccia (qui ci si lava un giorno sì e uno no) e aspetto il mio turno. Poi mi vestirò, e andrò all'aria. Girerò in tondo fino alle 11. In questa giostra assurda s'incontra ogni genere di uomini: falsari, spacciatori, zingari, bancarottieri; è un mondo tutto suo, credimi. E pieno di assurde favole, di storie incredibili; è impressionante il numero di giovani, di ragazzi, quasi. Da fuori, non si ha la sensazione di quello che accade qui, e di come enormi siano oggi i problemi della giustizia. Mi chiedi se desidero un libro. Sì. Di Dostoevskij "Memorie da una casa morta": attenzione, non "Memorie dal sottosuolo", che è un altro suo libro. Dico quello (alcuni lo traducono "M dalla casa dei morti") che parla della sua prigionia a Semipalatinsk, in Siberia. Lo lessi anni fa, e siccome è pieno di pensieri sulla pena, la prigione, e altro, vorrei rileggerlo. Davvero. Va bene? E io che posso restituirti? Senti, sbaglio o con Renata sei in freddo? Non so, mi è parso di capire che, in quel suo tirarsi indietro ti desse della pena. Guarda: succede, e alle volte è meglio che un amico dica francamente il suo pensiero piuttosto che vederlo accettare per forza. E il resto del lavoro? E la vita? E Milano? Io sono disgustato all'idea che esistano "giornalisti" del tipo attualmente in circolazione: criminali della penna, analfabeti della vita, irresponsabili, folli. Adesso è di moda chiamare questo "il carcere dei vip": perché non vengono, per sette giorni, a questo Portofino delle manette? Credimi: il nostro non è un Paese. Ho gioito al ritrovamento delle reliquie del tuo S. Francesco: non avevo dubbi, credi, che il finale fosse quello. E troveranno il resto. Vuoi scommettere? Mi chiedi dei sogni? Beh, sono molto teneri, dolcissimi. Mi pare di essere accanto a te, e di perdermi nei tuoi occhi. È delizioso. Anche se è la sbiadita, pallida immagine del vero. Ma ti sogno spesso. Ti ho detto: ora sono sereno, niente può più toccarmi. Mi metterò a studiare storia, che e la mia passione. Storia italiana. Poi, mi interessa enormemente la "comune coscienza del peccato", che è cosa ancora più debole, da noi, del "comune senso del pudore". Parlo con delinquenti veri, Cicciotta: e mi interessa la loro psicologia, la loro relatività, il loro codice, che è, in molti casi, anche se patologico, regolato da leggi ferree. Sì, ho vissuto molte vite: so e conosco cose che nessun viaggiatore vede e vedrà mai, avrò da riempire sere e sere d'inverno. Non andrò mai più allo zoo: l'idea di una gabbia mi darà, per sempre, un fremito di disgusto. Tu dici che sono forte: io non lo so, Cicciotta. Sento che mi sentirei indegno di vivere, se fossi diverso. Non si può concedere loro niente: sono dei bari, capisci? Questo Paese ha sempre piegato la schiena, baciando la mano di chi lo pugnalava. E non ci sarebbero tiranni, se non ci fossero schiavi. Il vero patrono d'Italia (e non capisco perché non lo facciano) dovrebbe essere Don Abbondio. San Francesco poteva nascere benissimo in qualunque altra parte del mondo. Solo Don Abbondio è irresistibilmente, disgustosamente italiano. A me spiace parlar male del mio Paese: ma deve cambiare. È l'"odi et amo" di Catullo (traduzione di Ceronetti): e se vuoi un ritratto, che condivido, dell'Italia, leggi, sempre di Ceronetti "Viaggio in Italia" (Einaudi). È una barca cariata, un guscio vuoto, pieno di vermi, che galleggia su un mare inquinato. E per le anime, è peggio. Ti abbraccio, Cicciotta. Tanto tanto Enzo [Bergamo, domenica 9 Ottobre '83] “
Enzo Tortora, Lettere a Francesca, Pacini Editore, 2016¹; pp. 82-84.
#Enzo Tortora#Lettere a Francesca#Francesca Scopelliti#libri#Storia d'Italia del XX secolo#malagiustizia#caso Tortora#vita#intellettuali italiani del XX secolo#carcere#libertà#innocenza#raccolte epistolari#amore#lettere d'amore#giudici#anni '80#inchieste giudiziarie#leggere#citazioni#letture#calunnia#criminalità organizzata#camorra#diffamazione#magistratura#Memorie da una casa morta#Fëdor Dostoevskij#don Abbondio#Guido Ceronetti
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@blackmammaaa mi ha chiamato in causa... e come faccio a non rispondere?
dunque, pubblicare 10 canzoni che mi rappresentino... io boh, ho elencato queste dieci.
perché so' sognatore dentro, e dovremmo esserlo tutti.
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perché tra i violini si deve far la viola.
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perché Ozzy ha scritto la canzone che ogni adolescente dovrebbe sentire.
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perche vedere "diventare notte le tue sere" è quello che sempre mi capita...
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perché è rabbiosa poesia. la poesia non deve cullare, ma graffiare.
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perché ci sono posti da cui puoi uscire quando vuoi, ma da cui non puoi andartene davvero.
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perché era giusto sbagliare.
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perché il buio fa sempre paura... anche a chi dice di non averne.
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perché il sole deve splendere forte da far male
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perché... metti che ci siano dubbi sul fatto che sia di destra o di sinistra...
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a chi passare la palla... beh... la passo a:
@ilguardianodelfaro @dune-mosse @gattadeicarpazi @nonpiuinquieta @alex76alblog @bicheco @io-pentesilea @immutabilemutevole @nelle-pieghe-della-mia-anima @meryweird77
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CONSIDERAZIONI SEMISERIE SULLA PASQUA DI NOSTRO SIGNORE (E SULLA NOSTRA)
Da bambino per me la Pasqua era qualcosa di assolutamente misterioso, non solo per la Resurrezione di nostro Signore, ma della Pasqua mi stupiva lo schiacciamento temporale, per così dire. Erano passati solo tre-quattro mesi dal Natale (a seconda se la Pasqua fosse “bassa” o “alta”) e trovavo quel bambino nato in una mangiatoia, già uomo e uomo perseguitato e messo in Croce. Eppure io andavo a Messa tutte le domeniche e non mi perdevo una sola “puntata” della vita di Gesù Bambino. Però, per me c’era qualcosa che non tornava proprio nell’anno liturgico. Non riuscivo mai a capire come il neonato Gesù, dopo pochi mesi, fosse un trentatreenne a cui molti volevano male. Più che “come”, non riuscivo a capire “quando” fosse diventato grande senza che io me ne accorgessi. Ma il dopo-Pasqua era anche peggio, perché fino alla Resurrezione non c’erano problemi. Deposto il corpo di Gesù dalla Croce, portato nel sepolcro con quel pietrone davanti, sapevo che dubbi non potevano essercene. Poi Gesù risorge ed io non riuscivo a farmi una ragione, non tanto che Gesù fosse risorto (io tifavo per lui perché sapevo che sarebbe risorto, visto che Gesù e Zorro erano i nostri due supereroi), ma non riuscivo a immaginare le donne che fecero la scoperta. Le identificavo con le tante vedove di Sant’Agabio, il quartiere dove sono nato e vissuto, che andavano al cimitero a trovare i loro mariti. Come avrebbero reagito se sul cancello del cimitero avessero trovato il custode che diceva: “I vostri mariti non sono più qui…” Comunque dopo Pasqua il mistero si infittiva perché il Mariulin, pur seguendo tutte le nuove avventure di Gesù risorto, non si capacitava di come, verso il principio dell’estate con l’Ascensione, Gesù Cristo sparisse di nuovo, ma questa volta chiamato dal suo papà vero, quel Dio che noi bambini avevamo timore al solo nominarlo. Durante il “tempo ordinario” della Chiesa, il sacerdote alla domenica continuava con i Vangeli e le letture che lo riguardavano come se niente fosse, ma io nei banchi della chiesa di Sant’Agabio a Novara, non mi davo pace e mi chiedevo dove fosse finito. Poi verso l’autunno, alla prima domenica di dicembre o anche all’ultima di novembre, incominciava l’Avvento e Gesù doveva ancora nascere. Mi mancava sempre un pezzo, ma cominciavo a capire che la storia era circolare e si sarebbe ripetuta sempre così. Naturalmente noi bambini, contravvenendo a quello che ci diceva Don Carlo, consideravamo il Natale più importante della Pasqua, non tanto perché considerassimo il nascere più credibile del risorgere, ma per il fatto che era praticamente l’unica occasione dell’anno nella quale ricevevamo un giocattolo in regalo. La Pasqua comunque tornava come il Natale, ed io il venerdì Santo, me lo immaginavo sempre come un oscuro giorno di pioggia (e spesso lo era, perché una volta in primavera pioveva davvero) e passavo poi un paio di giorni in ansia perché mi chiedevo se Gesù ce l’avrebbe fatta, anche questa volta, a resuscitare. Da quando sono bambino (ma mi dicono anche prima), ci è sempre riuscito. Il problema vero è che oggi per i bambini, per i loro papà e per le loro mamme, la Pasqua è un ponte con il mare, le città d’arte e le piste da sci e nessuno è più sconvolto da quell’uomo sulla Croce (eppure ce ne sono ancora tantissimi intorno a noi) e tantomeno è più in ansia nell’attesa di sapere se anche questa volta Gesù ce la farà a resuscitare. Comunque ce la farà, ve lo dico io. Buona Pasqua a tutti.
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I pacifisti sono i peggiori nemici della pace. Una riflessione filosofica
Quest’affermazione così estrema, che potrebbe risultare provocatoria, appartiene, invece, a secoli di riflessione filosofica rafforzata dall’esperienza storica.
È un concetto che incrocia grandi pensatori, alcuni si potrebbe dire “insospettabili” nel senso che per indole e vicenda personali erano lontani da ogni apologia della guerra. Quindi lasciando da parte un grande scrittore come Giovanni Papini che scrisse “Amiamo la guerra!” vale la pena fare una sintetica ricognizione.
La parola pace, dal latino pax, pacis ha una radice che deriva dal verbo “pangere” che significa “fissare, pattuire”. Dunque, il grande diritto romano, che tutti i giuristi continuano a ritenere la base della civiltà occidentale, ebbe chiara una nozione: non c’è pace se non nella giustizia.
La pace, in altre parole, non significa solo uno stato di non belligeranza ma significa soprattutto giustizia. Del resto appartiene alla latinità il celebre motto “si vis pace para bellum”, se vuoi la pace prepara la guerra.
La netta distinzione tra pace e pacifismo, non solo semantica, ma soprattutto concettuale, appartiene a secoli di filosofia e di pensiero. I primi furono Omero e Tucidite, Ulisse è l’eroe della libertà e della giustizia, non ama la guerra, sogna la pace, ma imbraccia le armi perché deve difendere il suo onore. Lo storico della filosofia Emilio Bodrero in proposito scrisse un famoso saggio.
Tra le virtù che Macchiavelli chiede al Principe c’è quella di defensor pacis, di fare il difensore della pace ricorrendo alle armi quando è necessario.
La guerra, per il fiorentino che fu il primo politologo, della storia è uno strumento dialettico della politica.
L’estremo realismo di Macchiavelli può far inorridire ma chiarisce bene che alla pace si lavora, spesso, “mostrandosi forti e decisi”.
Thomas Hobbes nella sua opera fondamentale, il Leviatano, chiarisce che pace e sicurezza camminano insieme e che spesso nella storia si può “decidere di fare la guerra per difendere la pace”.
Quello che appare subito chiaro nella storia del pensiero è la lotta tra libertà e pace, perché spesso per difendere il diritto ad essere liberi e sicuri occorre prendere le armi.
Non ha dubbi da che parte stare il sommo poeta, Dante Alighieri.
Gli ignavi, coloro che non hanno voluto prendere posizione, sono nell’inferno “senza infamia e senza lode”. E c’è appunto Ponzio Pilato.
Non solo, nel Paradiso fra i santi ci sono alcuni che hanno combattuto una guerra per una giusta causa.
Del resto Dante è il poeta della cristianità e per secoli la teologia e la Chiesa hanno riconosciuto non il pacifismo come valore assoluto, bensì la pace giusta, per cui spesso è lecito, anche nella morale religiosa, doversi difendere. Il proposito si esprimono San Tommaso d’Aquino e Sant’Agostino.
In anni molto recenti, tre studiosi come Norberto Bobbio, Nicola Matteucci e Gianfranco Pasquino, distinguono nel Dizionario della politica, alla voce “pace”, fra una “pace negativa e una positiva”, nel senso che spiegano come “fare la pace non significhi solo cessare dalle ostilità e non fare più la guerra, ma anche instaurare uno stato giuridicamente regolato che tende ad avere una certa stabilità”.
Il pacifismo non piace a tutta la generazione d’intellettuali che anima il Risorgimento, a cominciare da Ugo Foscolo e Vittorio Alfieri. Di pacifismo non vuol sentir parlare Giuseppe Mazzini per il quale “il primo dovere è la Patria”. Ma il più chiaro sarà Alessandro Manzoni, per il quale contro le prepotenze di Don Rodrigo e quelle dei dominatori spagnoli è lecito prendere la spada. Il Don Chisciotte di Miguel de Cervantes difende con le armi la sua dignità. Nietzsche che contempla la “guerra come rimedio”, ricordando il diritto alla difesa quando “la fauce protesa dell’Asia vuole inghiottire la piccola Europa”.
Alla vigilia della Prima guerra mondiale su tutti i grandi giornali italiani invalse l’uso di un aggettivo di cui oggi si è persa la memoria: “pacifondai”. Era il termine con cui gli interventisti indicavano polemicamente coloro i quali in nome di un’astratta pace non volevano la partecipazione dell’Italia alla Grande guerra.
Il filosofo Benedetto Croce che per latri motivi non auspicava l’intervento, volle precisare di non aver nulla a che vedere con i pacifisti – pacifondai.
E, infatti, allo scoppio della guerra si schierò dalla parte della nazione.
Il pacifismo peloso era stato bersaglio preferito si tutta una generazione d’intellettuali e di avanguardie, a cominciare da D’Annunzio, passando per Papini, Prezzolini, Marinetti, Soffici, Corradini, Missiroli, Boccioni, Serra, Slataper, e tutti gli altri futuristi e vociani.
Molti fecero seguire alle parole i fatti, Prezzolini che si era fatto riformare, grazie a una “raccomandazione” all’età della leva, partì volontario negli arditi. Molti di questi scrittori moriranno sulle trincee del Podgora.
Anche autori insospettabili presero posizione: Riccardo Bacchelli, l’autore del mulino del Po, scrisse che la “pace è civile e corrompe”, mentre talora la “guerra è barbara ma promuove la civiltà”. Oppure Luigi Einaudi che fu aperto interventista alla vigilia della Prima guerra mondiale, nel 1950 poi l’economista liberale scrisse un aperto intervento a favore del mantenimento delle spese militari.
Palazzeschi, invece, è chiarissimo quando scrive:” gridare: evviva questa guerra, vuol dire anzitutto: abbasso la guerra”.
Marx e soprattutto Lenin si scagliano contro la guerra borghese ma in nome della violenza rivoluzionaria proletaria. Che Guevara, invece, la cui immagine vediamo spesso campeggiare nelle manifestazioni pacifiste, fu il teorico della guerra che esporta la rivoluzione!
Tutti gli studiosi di diritto internazionale sono concordi nel ritenere che lo Statuto di San Francisco delle Nazioni Unite del 1945 e altri fondamentali trattati come la Convenzione di Ginevra del 1949 e i Protocolli aggiuntivi del 1977, riconoscano un jus belli ac pacis, un diritto alla guerra per la pace. In altre parole il diritto al mantenimento della sicurezza internazionale attraverso operazioni militari.
FOTO. dipinto di GIORGIO DE CHIRICO- il pensatore, 1973
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L'indovinello pietracupese
Risulta davvero arduo poter trovare un qualche significato univoco, nella piccola epigrafe posta nello spigolo destro del portale trecentesco di San Gregorio Magno, chiesa ex-parrocchiale nell'agro antistante il centro abitato di Pietracupa.
" R • I • TR • I - TR • C^ • G "
Le lettere, leggibili ancor oggi, annerite dalla patina del tempo, parrebbero recitare, come si era già detto mesi fa, due acrostici con una unica affermazione, che, se contestualizzata al tipo di opera, una commissione, mostrerebbe l'uso comune di rimembrare illustri figure del potere laico ed ecclesiastico, esistite al tempo dell'esecuzione.
Di solito si tratta di pontefici, oppure di Regnanti e di Conti, ed in questo caso, potremmo già trovare una mezza soluzione.
Questo perché, essendo il cantiere stato commissionato dal feudatario Roberto di Pietracupa, al magister Riccardo, per il quale già si era ipotizzata l'appartenenza degli stemmi ai lati dell'Agnus Dei, viene da sé, volontariamente od involontariamente, il collegamento delle lettere nel suo nome, con quelle della prima frase.
Potrebbero infatti voler recitare la parola:
"R(obertus) (comit)I (pe)TR(acupensi) (fieri) (fec)I(t)".
Prendendo per buona questa via identificativa, seppure ipotetica, il collegamento alla frase successiva dovrebbe mantenere il medesimo senso, e di solito in queste epigrafi, la dedica, come già si era detta, avrebbe riguardato delle alte cariche, sotto la cui reggenza, o mandato, venne posto in essere il cantiere.
Con ciò, si potrebbe postulare la lettura della parola " T(empo)R(e) ", o "pro Tempore", seguita dalle iniziali del nome rimembrato dallo scalpellino.
Credevo di aver trovato una strada meno tortuosa, ed invece sono spuntate le radici delle sequoie, perché problematiche sono proprio quelle lettere C^ e G, divise da un punto, perciò parti di due parole, e con un trattino verso l'alto, a destra della C, che potrebbe attestare l'importanza che rivestiva questo individuo sconosciuto.
Dopo alcune chiacchierate con l'amico don Domenico Fazioli a Trivento, proprio nei riguardi del contesto diocesano, ci ha voluto rendere noto un suo parere, per cui il l'architrave potrebbe essere più antico della data trascritta dal Riccardo, oppure l'epigrafe stessa, successiva a tutto il resto, con l'idea che volesse pronunciare le iniziali di C(arolus) (re)G(ie), ipoteticamente Carlo II d'Angiò o Carlo III di Durazzo.
Naturalmente è impossibile se non insensato tutto ciò, perché l'asimmetria del frammento, le caratteristiche dell'epigrafe e il senso del testo, non lasciano dubbi sul fatto che si tratti solo e soltanto di un individuo vissuto al tempo di Roberto e Riccardo, ed in carica nel 1360.
Non è da escludere una importantissima informazione tratta, come molte altre, dal saggio storico; "Quelli della Pietra Cupa, mille anni di una comunità molisana", pubblicato dalla storiografa locale Aurora Delmonaco nel 1989, un testo essenziale, che nei confronti del signore Roberto, parla di un documento davvero molto importante.
Una bolla episcopale, dell'anno 1361, conservata nel fondo dei Caracciolo di Torchiarolo, Archivio di Stato di Napoli, e dove si elevava alla carica di abate di Sant'Alessandro in Pietracupa, il napoletano Giannotto Coppola, tutto rogato in presenza del feudatario Roberto.
Fino ad ora, il nome di questo esponente del clero locale, parrebbe essere l'unico che più si avvicina alle lettere abbreviate, però solo se questi fosse stato, per qualche svariato caso, inciso all'inverso, come C(oppola) G(iannotto), ed è una prospettiva davvero inusuale.
La possibilità è comunque da scansare in quanto, l'architrave venne ultimata nel 1360, ed il Coppola venne nominato abate solo nell'anno seguente.
Da questo punto partono solo dei vicoli ciechi, poiché nessuna signoria od alta carica di quel tempo a noi pervenuta, possiedono dette iniziali.
Tra i rappresentanti del potere secolare vi era il papa di origine francese, Innocenzo VI, mentre il vescovado di Trivento, era presieduto ancora da monsignor Pietro dell'Aquila, dell'ordine minorita.
Resta un'altra ipotesi, seppure molto forzata, che vedrebbe la dedica, non ad un personaggio singolo, ma ad una istituzione, religiosa per esempio, come un Capitolo (Capitolo Diocesano e Capitolo Abbaziale di S.Alessandro), per cui le iniziali, potrebbero completare le parole "C(apitulo) G(eneralis).
Una prospettiva insolita, che resta per altro sospesa nell'assenza di ulteriori dettagli, sul tipo di Capitolo, sulla direzione stessa di questo, di un pontificato, di un episcopato, e così via.
#arte#italia#medioevo#storia#archeologia#cultura#storia dell'arte#molise#pietracupa#architettura#Arte#Riccardo di Simone#Roberto di Pietracupa#Papa Innocenzo VI#Diocesi di Trivento
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Sono d'accordo con te su tutto. Edoardo è un personaggio che fa proprio ribrezzo ma questa è una cosa "positiva" perché vuol dire che era sopravvissuto all'appiattimento generale di tutti gli altri personaggi. Sono d'accordo che non poteva cambiare assolutamente per Teresa e non so se ci sarebbe mai stata una possibilità di cambiamento perché a differenza di un Ciro, non è nato figlio di un boss e quella scelta di essere dentro il sistema l'ha fatta con una determinazione che va oltre il senso di appartenenza degli altri. Anzi penso a Saviano che sottolinea come a diventare i più spietati in quel mondo lì sono quei ragazzi che non nascono figli di pezzi grossi ma vengono dalle famiglie che magari gravitano intorno al sistema ma fanno il lavoro sporco, sono i servi e stanno ai vertici così bassi da essere considerati dei pezzenti come probabilmente era considerato lui da Ricci senior. quella consapevolezza di sapere che non conti niente diventa la motivazione più grande di tutti, perché essere nel sistema non è un'eredità familiare ma una scelta e secondo me la serie poteva tirarla per le lunghe su questa dinamica e sul suo personaggio che era rimasta veramente la cosa più interessante. Lo stesso Saviano ricordava come poi, purtroppo in piccola percentuale, è proprio questo profilo di camorrista che si fa venire i dubbi proprio perché si rende conto di non contare fondamentalmente un cazzo e qualcuno si salva pure. Non so se lui fosse recuperabile ma c'era altro da tirare fuori, gestione immonda dell'ultimo personaggio rilevante
Esattamente! E stavano facendo dei passettini per fargli fare questo viaggio, cazzo sviluppala l'emozione che ha provato quando ha detto a Carmela di avere ucciso Don Salvatore!!! Era paura? Rimorso perché comunque era un padre? Sollievo? Vittoria? Fagliela esplorare, no che dopo due giorni se n'è scordato. Oltre al fatto che si è fatto sparare sedicimila volta è sopravvissuto a tutto ma alla sprangata in testa no
E poi tra l'altro il rapporto con il comandante che aveva tutto un mondo dietro completamente sfanculato. Vabbè
#Poggi un profe insegna che si sopravvive alle sprangate in testa ma Edoardo Conte ci crepa for some reason#mare fuotag
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1 dic 2023 18:35
“IL PAPA NON SAPEVA DEI SOLDI” - LO SCANDALO DEI 2 MILIONI DI EURO DI ELEMOSINE DEI FEDELI FINITE ALL’EX LEADER NO GLOBAL CASARINI FA INCAZZARE BERGOGLIO CHE ORA VUOLE UNA VERIFICA INTERNA - L’UOMO SU CUI LA BANDA DELL’EX LEADER DELLE TUTE BIANCHE, FINITO ALLA SBARRA CON L’ACCUSA DI FAVOREGGIAMENTO DELL'IMMIGRAZIONE CLANDESTINA, PUNTAVA ERA L’ATTUALE PRESIDENTE DELLA CEI, IL CARDINALE MATTEO ZUPPI - I DUBBI DELLA BANDA SULL’ELEMOSINIERE DEL VATICANO: “KRAJEWSKIJ È PAZZO, È LA CAROLA RACKETE DELLA SANTA SEDE” - L’INCHIESTA DI “PANORAMA” E “LA VERITA’”
Giacomo Amadori e Fabio Amendolara per La Verità -Estratti
L’uomo su cui la banda di Luca Casarini puntava maggiormente era l’attuale presidente della Conferenza episcopale italiana, il cardinale Matteo Zuppi. Era lui la loro arma segreta. O perlomeno i Casarini boys si auguravano potesse diventarlo. Con in prima fila don Mattia Ferrari, il cappellano di bordo della Mare Jonio, il rimorchiatore dell’associazione Mediterranea che, a causa di una missione a scopo di lucro, ha portato alla sbarra a Ragusa Casarini, il sodale Giuseppe Caccia e altre quattro persone, accusati a vario titolo per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e violazione delle norme del codice della navigazione.
(…)
All’inizio del progetto, Caccia lo afferma senza esitazioni: «Se la situazione finanziaria diventa drammatica, bisogna andare da Zuppi e Lorefice e battere cassa. Loro hanno soldi e personalmente gli arcivescovi hanno sempre una dotazione di cui dispongono liberamente. Dopo tutta la gratuita pubblicità che gli abbiamo fatto...». Casarini sul punto della «pubblicità» è d’accordo e consiglia a don Mattia: «Scrivi, così la vedono tutti, quella considerazione lì».
Già quando Zuppi era stato creato cardinale i nostri avevano esultato, in particolare don Mattia:
«Devo dire che comunque in questo nostro progetto che stiamo costruendo abbiamo anche un bel po’ di fortuna (o di Provvidenza): Krajewskij accende la luce a Spin time (noto palazzo della capitale occupato dai centri sociali, ndr), costringendo tutti a riconoscere la positività di quello che Spin time e amici compagni (cioè noi) fanno; Francesco crea cardinali Zuppi, Czerny (Michael, ndr) e Hollerich (Jean-Claude, ndr) che sono nostri supporter; il Vaticano si decide proprio ora, finalmente, ad accettare che la Chiesa possa sostenere i movimenti popolari. Insomma abbiamo un incastro perfetto».
Zuppi si era in effetti messo a disposizione all’inizio del progetto. In un dossier interno di Mediterranea si legge che «nella sua azione pastorale a Bologna ha costruito un’amicizia sincera e profonda con tutte le persone di buona volontà […] e quindi anche con i centri sociali (abbattendo, va detto, muri secolari)». In una chat don Mattia riferisce i suggerimenti di Zuppi per portare avanti il progetto di una nuova nave e di finanziamenti da parte della Chiesa: «Dice che è ottimo parlarne con Krajewskij, Czerny, Hollerich, sia perché tutti e tre sono molto in gamba, sia perché Krajewskij vede quasi tutti i giorni il Papa, Czerny lo vede spesso, e Czerny e Hollerich lo vedranno quasi ininterrottamente per tutto il mese di ottobre per il Sinodo. Quindi è sicuro che gli parleranno del nostro incontro».
(…)
Infatti vedete che ci aprono praterie». «Noi siamo pronti», ribatte fra’ Tac Casarini. Il prete continua: «Non a caso i vescovi tedeschi stanno finanziando da anni le Ong tedesche e le stanno sostenendo a go go.
Qui è stato come sempre geniale Zuppi che ha avuto l’idea di proporci per Mediterranea di aggirare la Cei e di passare attraverso Czerny e Hollerich.
L���intelligenza politica di Zuppi è sempre geniale. Abbiamo degli ottimi alleati».
A dicembre don Mattia riporta un dialogo con Zuppi.
«Vi faccio la trascrizione del nostro colloquio telefonico di stasera (registrava, ndr?).
Zuppi: “Ciao Mattia, ascolta. Ho visto il testo di Luca ed è buono, per me va bene. Il problema è che ho parlato con Krajewskij e lui è dubbioso”. Io: “Dubbioso su cosa?”. Zuppi: “Dubbioso sull’operazione. Non si è sbottonato. Ha detto solo che è dubbioso”. Io: “Quindi che si fa?”.
Zuppi: “Dobbiamo pensarci , ma ce la facciamo, perché da quanto avete detto il Papa era d’accordo con voi. Provo a parlare con Lorefice e gli altri. Dobbiamo trovare il modo per convincere Krajewskij. Bisognerebbe che ricevesse il mandato direttamente dal Papa». Don Mattia fa un esempio: «Tenete presente questo: quando il Papa ha pagato Open arms, non erano passati per Krajewskij, ma erano arrivati direttamente dal Papa».
Per Mediterranea l’ostacolo, in quel momento, sembra essere Krajewskij: «Ormai abbiamo capito che più che altro non è sul pezzo. Uno che si fida della Lamorgese (Luciana, allora ministro dell’Interno, ndr) che gli dice che torneranno le navi militari e che, quando gli dico che all’epoca delle navi militari c’erano anche le Ong, cade dal pero, vuol dire che non è sul pezzo». In un altro messaggio il giudizio è ancora più duro: «Il problema di fondo ragazzi è che Krajewskij è la Carola Rackete del Vaticano. È pazzo. È capace di mosse coraggiosissime, decise in autonomia, come quella di Spin time, e al tempo stesso a seconda di come gli gira può piantare delle grane se non vede che le cose vanno come vuole lui».
Casarini posta un articolo dell’Espresso sulla presunta «furia sovranista contro papa Francesco» e don Mattia commenta: «Pensa come saranno contenti questi che vogliono fermare Francesco e che invece vedono che i nuovi cardinali sono anche più spinti di lui…
(…)
Ma, nel racconto dei nostri eroi, Zuppi a un certo punto diventa una specie di re Tentenna sebbene, lontano dai riflettori, cerchi di aiutare la banda di Mediterranea. È il momento di far partire le donazioni e i vescovi sono pronti, ma don Matteo, come lo chiama Casarini, non spingerebbe abbastanza: «Tutti loro sono compatti dietro Zuppi. Ma lui evidentemente sta fermo». A suo giudizio il cardinale sarebbe «prudente» e vorrebbe «la botte piena e la moglie ubriaca». Nel 2020 il prete è insofferente: «Capisco che sia incasinato per il coronavirus, però deve darsi una mossa il buon Matteo». Spiega: «L’ho richiamato 7 volte, continuo fino a 70 volte 7 finché non mi risponde.
A questi qua bisogna tallonarli sennò confondono i tempi della realtà con i tempi biblici». E a un certo punto il cardinale fa perdere la pazienza anche al suo grande fan, don Mattia: «Per quanto sia un grande a me Zuppi con ’ste lentezze ha un po’ rotto i coglioni». Casarini ha un’idea: «Scrivigli che l’hai visto e che era bello e così gli chiedi».
Ma il gruppetto continua comunque a fare il tifo per il futuro presidente della Cei: «Non so cosa pensino gli altri vescovi di fatto è il più lanciato e visibile dei vescovi italiani».
A un certo punto Zuppi risponde a Casarini e don Mattia commenta: «Si conferma che Luca è il preferito e tutti noi veniamo dopo». L’ex capo delle Tute bianche rassicura gli amici: «Ora manda messaggio a tutto il nostro giro perché partano richieste di soldi a Krajewskij». Un altro messaggio registra i progressi: «Domani Zuppi chiama Lorefice, Mogavero (Domenico, vescovo emerito di Mazara del Vallo, ndr) e Montenegro per procedere con la richiesta scritta». Per la combriccola «i bergogliani fanno gruppetto» e Zuppi lo avrebbe confermato quando, di fronte a nomi di vescovi disponibili ma fuori dal loro giro, avrebbe risposto: «No no, facciamo noi».
(…)
LO SCANDALO FA INFURIARE FRANCESCO CHE ORA VUOLE UNA VERIFICA INTERNA
Giorgio Gandola per La Verità - Estratti
«Il Papa non sapeva dei soldi». La frase percorre le sacre stanze ed è la versione di velluto per proteggere Francesco dalla tempesta perfetta uscita dalle intercettazioni dell’inchiesta della Procura di Ragusa.
C’è silenzio e c’è imbarazzo in Vaticano dopo le rivelazioni di Panorama e della Verità; le notizie non compaiono negli organi ufficiali ma la copertina del settimanale è la più fotocopiata oltre le mura leonine.
Quel «il Papa non sapeva dei soldi» pronunciato da un cardinale vorrebbe essere la versione 2.0 del «troncare, sopire» di manzoniana memoria ma diventa a suo modo una velata accusa. E alimenta il sospetto che nella Chiesa vengano prese decisioni così impattanti bypassando l’inquilino con la veste bianca che abita in Santa Marta. Per questo si fa strada l’ipotesi di una verifica interna per capire se ci sono stati coinvolgimenti diretti di alcuni dirigenti vaticani.
La scoperta dei 2 milioni di euro della pesca miracolosa di «fratello Luca» (così il Pontefice chiamava Luca Casarini) suscita infatti il fastidio di parte della Curia romana. Innanzitutto perché svela la destinazione impropria delle elemosine dei fedeli. Napoli, Palermo, Brescia, Pesaro, Ancona: il finanziamento con destinazione finale ambigua arriva dalle diocesi, quindi dalle chiese frequentate dalla gente comune, che durante la Messa ritiene di donare il proprio piccolo contributo al bene della parrocchia, dei poveri, degli indigenti della porta accanto.
Anche se l’Obolo di San Pietro nel 2022 ha incassato 107 milioni, prende corpo il timore di una disaffezione sempre più grande.
Con un esempio concreto che lascia stupefatti: mentre monsignor Matteo Maria Zuppi, come presidente della Cei, dava la sua benedizione all’operazione Casarini, in una delle diocesi citate (Brescia), l’abate di Montichiari, don Cesare Cancarini, lanciava un appello drammatico: «Rimbocchiamoci le maniche o dovremo chiudere le chiese». Il forte calo delle offerte ha messo il sistema con le spalle al muro anche nella ricca provincia lombarda. Su 20.000 euro di spese di gestione di Santa Maria Assunta, le offerte mensili dei fedeli nel 2023 ammontavano a 6.000 euro, di cui 1.000 per la colletta alimentare e 500 per le candele.
«Senza contare che ormai, in occasione di battesimi, cresime e funerali non si dona più nulla». Ora quelle stesse famiglie che nonostante tutto continuano a sostenere il loro luogo di culto, sanno che i denari potrebbero finire nelle tasche dell’ex leader delle Tute bianche imputato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Ma in Vaticano, più che dai 2 milioni, lo schiaffo alla buona fede arriva dalla sensazione di essere stati manipolati. Confermata dalle parole del fondatore di Mediterranea e del suo braccio destro Giuseppe Caccia, storico leader politico della sinistra veneziana legato ai centri sociali. Tutti i «vescovoni» - così vengono citati dai due campioni delle traversate umanitarie nelle conversazioni registrate dai pm - hanno letto le frasi delle intercettazioni. «La Chiesa cattolica sta diventando il nostro Soros» (don Mattia Ferrari); «Devo ancora riprendermi dallo sforzo che ho fatto per avere la faccia da culo di dire al Papa di mettere di soldi» (don Mattia Ferrari); «Posso dire che i nostri amici vescovi bergogliani sono un po’ dei coglioni a decidere di non vestirsi pubblicamente alla grande il rapporto con noi?» (Caccia).
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Francesco Boselli "Gli avventurieri dell'Apocalisse. Il prete, il pastore e l'antico medaglione", NeP Edizioni
In un futuro imminente minacciato da tempeste solari e violente rivolte socio-politiche, due uomini dalle virtù inconciliabili sono chiamati a risolvere un antico mistero che cambierà le sorti del Pianeta.In tutta Roma non potrebbero esserci due figure più diverse e incompatibili, eppure i membri della segreta Commissione Apocalisse del Vaticano non hanno dubbi: don Diego Mensa e il pastore…
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#Francesco Boselli "Gli avventurieri dell&039;Apocalisse. Il prete#il pastore e l&039;antico medaglione"#NeP Edizioni
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Decreto Caivano: le prime reazioni tra maggioranza ed opposizione
Decreto Caivano: le prime reazioni tra maggioranza ed opposizione Le prime reazioni dopo l’approvazione del decreto contro la violenza giovanile emesso a seguito degli avvenimenti di Caivano. Dopo l’approvazione di giovedì del decreto Caivano emergono le prime dichiarazioni dell’opposizione, contrarie alla maggioranza che ha definito la sua azione una risposta concreta all’emergenza. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha dichiarato a sostegno del provvedimento “Questo provvedimento mostra come lo Stato c’è”. Diversa la posizione del governatore della Campagna Vincenzo De Luca che ha definito la decisione di istituire un commissario dedicato alla situazione di Caivano “sconclusionata”. Giorgio mulè, esponente di Forza Italia si è espresso in merito, affermando “Non basta un decreto punitivo, se non metti anche più scuole, più insegnanti, più agenzie di lavoro. Un anno di pena in più non risolve, riempite il tempo dei giovani". Anche Don Patriciello, sacerdote punto di riferimento della situazione di Caivano, ha dichiarato "Abbiamo avuto questo decreto, certamente poteva essere fatto meglio. La realtà non è fatta solo di arresti, ci vuole altro, ci vuole un supporto alle famiglie che non c'è, abbiamo solo tre assistenti sociali". "è un bene se non resta da solo, perché da solo è un'anatra zoppa che non va da nessuna parte", ha aggiunto il parroco di Caivano, che avrebbe dato un posto nel decreto anche alla pornografia, ritenuta una problematica rilevante annessa all’utilizzo dei telefonini. Parere simile è giunto anche dalla magistrata Giuliana Tondina, del Tribunale dei minori di Brescia, che spiega "l'intervento penale, repressivo, dev'essere l'ultima fase di un processo sociale". I maggiori dubbi emergono in riferimento ad uno strumento che verrà fornito gratuitamente dal governo: il parent control alle famiglie, filtri che permettono ai genitori di monitorare o bloccare l’accesso a determinati contenuti ai quali potrebbero essere esposti i minori. Oltre i contenuti limitabili, il parent control offrirà la possibilità di impostare il tempo di utilizzo dello smartphone, del tablet, del computer o della televisione. Un sistema già previsto dalle piattaforme social. Già l’anno scorso si era dato il via libera alla delibera che obbligava la predisposizione dello strumento sui dispositivi, a tutela della fascia minorenne. Mentre emergono dichiarazioni e giudizi annessi al nuovo decreto, il ministro dello Sport, Andrea Abodi, è già stato a Caivano per un sopralluogo al Parco Verde, località dove si vuole realizzare un impianto sportivo all’interno del progetto per la riqualifica del territorio.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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«La fede è dei testimoni: ecco il mio don Milani». Intervista a Marina Salamon
Don Lorenzo Milani con alcuni dei suoi ragazzi di Barbiana Sono gli incontri che cambiano la vita, che ci riaprono allo Spirito. Marina Salamon ci racconta della fede giovanile, e di quella ritrovata da adulta. Una fede più che mai incarnata di Andrea Musacci Per chi nutre ancora dubbi sulla possibilità, in una sola anima, di unire un forte senso del sacro con una mentalità imprenditoriale,…
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#Casa Cini#Chiesa Cattolica#Cristianesimo#Don Lorenzo Milani#Educazione#Ferrara#Impresa#Lavoro#Marina Salamon#Religione
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La mia top ten dei film di Keanu Reeves e i libri da cui sono stati tratti
La mia personale top ten di questo stupendo (fuori e dentro) attore:
1. Speed
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Trama:Nella città di Los Angeles due agenti della SWAT (squadra speciale anticrimine), Jack Traven (Keanu Reeves) e Harry Temple, sono impegnati a disinnescare un ordigno piazzato da un terrorista in un ascensore pieno di persone. Dopo aver mandato in fumo il piano dell’attentarore, che sperava di ottenere dallo Stato un ingente riscatto in cambio della vita degli ostaggi, i due poliziotti partono immediatamente all’inseguimento del terrorista, identificato successivamente come Howard Payne (Dennis Hopper). Quest’ultimo, pur di non essere catturato, fa esplodere una bomba fingendo di morire durante l’esplosione. Un paio di giorni dopo, il dinamitardo, sopravvissuto alla deflagrazione, contatta Jack su un telefono pubblico informandolo della presenza di una bomba simile su un altro autobus pronta ad armarsi al raggiungimento delle 50 miglia orarie (80 km / h) e ad esplodere al di sotto della medesima velocità. Questa volta il terrorista richiede un riscatto maggiore minacciando di far saltare l'autobus se i passeggeri dovessero scendere. Fortunatamente Jack riesce a salire sull'autobus in movimento, ma si accorge che l’ordigno si è già attivato essendo stata raggiunta la velocità prevista per l'esplosione. La situazione si complica ancor di più quando un piccolo criminale presente nell'autobus, temendo che Jack stia per arrestarlo, spara ferendo accidentalmente l’autista. Prontamente un altro passeggero, Annie Porter (Sandra Bullock), si mette alla guida del mezzo ma Jack deve trovare velocemente una soluzione: non c’è alcuna certezza che Payne, ricevuti i soldi, non faccia comunque saltare il mezzo e presto l’autobus si fermerà...
La mia opinione: Questo film lo riguardo spessissimo, all’apparenza è un semplice film d’azione, ma se ci si bada è scritto benissimo e recitato benissimo e i protagonisti hanno gran chimica. Da rivalutare. Ha superato Matrix in questa classifica solo perchè lo riguardo più spesso in quanto è meno impegnativo di una trilogia e meno denso di contenuti, e a volte uno vuole solo rilassarsi davanti alla tv.
2. Matrix (la trilogia)
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Trama: Seguendo un tatuaggio sulla spalla di una ragazza, l'hacker Neo scopre che la cosiddetta 'realtà' è solo un impulso elettrico fornito al cervello degli umani da un'intelligenza artificiale. La Terra era sopravvissuta alla catastrofe ma l'umanità ha avuto bisogno delle macchine per sopravvivere. E queste hanno vinto. Ma le macchine necessitano degli uomini e della loro energia. L'illusione in cui li fanno vivere è finalizzata a 'coltivarli' meglio. Nessuno è a conoscenza del tempo che è passato da quando il neurosimulatore ha assegnato una data fittizia al tempo. Solo Neo, con l'aiuto del pirata informatico Morpheus e della bella Trinity, può tentare di scoprire la verità. Ma non sarà facile.
La mia opinione: Non c’è bisogno di giustificare questa scelta, qui si parla di film che hanno fatto storia e basta. Ma l’avrebbero fatta senza Keanu nel ruolo?
3.Constantine
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Trama: basato sulla serie di fumetti Hellblazer edita da Vertigo, etichetta della DC Comics. John Constantine nasce col potere che gli consente di vedere tra gli umani angeli e demoni che si occultano tra noi. Spaventato dal suo potere si suicida, ma verrà riportato in vita e costretto a guadagnare il perdono divino, che ad un suicida di norma non è concesso, spedendo nel loro mondo i demoni che infestano la terra.
La mia opinione: Ho sempre trovato iconico Keanu in questo film, lui per me è Constantine, e basta.
4. Johnny Mnemonic
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Trama: liberamente tratto dal racconto Johnny Mnemonico di William Gibson (raccolto in La notte che bruciammo Chrome). Johnny è un corriere neurale, un uomo con un impianto nel cranio che gli consente di usare il suo cervello come un hard disk. Per fare spazio si è fatto cancellare i ricordi della sua infanzia ed ha raddoppiato la capacità della sua memoria con una espansione, ma la massa di dati che per una grossa somma ha accettato di recapitare supera i suoi limiti, e lo porterà alla morte se non sarà in grado di scaricarla entro breve tempo. Ciò che Johnny ignora è che sta trasportando la formula criptata della cura del male del secolo, il NAS (Sindrome da Attenuazione del Sistema Nervoso), trafugata da alcuni ricercatori della Pharmakom che vogliono renderla pubblica. Ma l'azienda farmaceutica che ne è proprietaria è intenzionata invece a trarne il massimo profitto, ed ha incaricato la Yakuza di recuperarla a qualsiasi costo. Accompagnato dalla bella Jane, guardia del corpo contagiata dal NAS, ed inseguito dai sicari giapponesi che dopo aver trucidato gli scienziati ribelli vogliono ora letteralmente la sua testa, Johnny trova rifugio tra i Lotek, e nella loro base riesce
La mia opinione: Film di fantascienza che visivamente è invecchiato molto, ma come idea è ancora attualissimo.
5. Le riserve
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Trama: Quando nel 1987 i giocatori professionisti indissero uno sciopero, la NFL (National Football League) decise di rimpiazzarli con semiprofessionisti e dilettanti della palla ovale per non danneggiare gli interessi di società e sponsor. A Washington D.C. il presidente (Warden) della squadra (immaginaria) dei Sentinels affida a un allenatore in pensione (Hackman) il compito di improvvisare una squadra di rimpiazzi tra cui spicca Shane Black (Reeves), quarterback fallito che fa il lavoratore portuale.
La mia opinione: Perchè Keanu dove lo metti sta bene, in qualsiasi genere di film persino uno ironico sportivo.
6. La casa sul lago del tempo
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Trama: Se si domanda a Kate Forster (Sandra Bullock) quale sia la casa della sua vita, la donna non ha dubbi: la casa sul lago, quella che ha dovuto lasciare per trasferirsi a Chicago per lavoro. Prima di andare via, Kate decide di lasciare nella cassetta delle lettere un biglietto indirizzato all'inquilino successivo. Si tratta di Alex Wyler (Keanu Reeves), un architetto di talento ma frustrato, che va a vivere lì per progettare un condominio nelle vicinanze. Tra i due comincia uno scambio epistolare molto intenso che sfocia in una bellissima storia d’amore a distanza. La donna dà appuntamento ad Alex, che però non si presenta, spezzandole il cuore. Cosa c’è dietro questo incontro mancato? Kate e Alex scopriranno un’amara verità: non vivono nello stesso spazio temporale. Lui data le sue lettere 2004 mentre lei scrive nell'anno 2006. Il mistero della casa sul lago troverà una soluzione quando Kate conoscerà la sola persona che la lega ad Alex...
La mia opinione: Non sono una gran fan dei viaggi nel tempo nei film, ma qui torna la coppia Keanu/Sandra Bullock di Speed, perciò mi piace di riflesso.
7. Point break
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Trama: Johnny Utah è un nome noto tra gli youtubers appassionati di sport estremi. È famoso per non aver mai avuto paura di nulla e per la tragedia che lo ha colpito e allontanato dal giro. Spinto dalla volontà di entrare nel FBI, per dimostrare le proprie capacità investigative, Johnny ritorna nell'ambiente e riesce a farsi coinvolgere dal gruppo di atleti estremi capeggiato da Bodhi. È convinto che siano loro i responsabili di alcune tra le più spettacolari rapine degli ultimi tempi, così come è convinto di aver intuito il loro piano: portare a compimento le "otto prove di Ozaki", un percorso verso l'illuminazione spirituale che spinge la sfida fisica oltre gli umani limiti.
La mia opinione: Non ho mai amato alla follia questo film, ma resta veramente un gran bel film oggettivamente con Keanu forse all’apice della sua bellezza.
8. Molto rumore per nulla
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Trama: ispirato all'omonima commedia di William Shakespeare, ambientata a Messina alla fine del 1500. Tutto ha inizio quando alla corte di Leonato fa ritorno da una battaglia il principe Pedro d’Aragona (Denzel Washington), che assiste alla promessa d’amore tra Hero (Kate Beckinsale), figlia del cortigiano, e il conte fiorentino Claudio (Robert Sean Leonard), presto suo futuro marito. Tutto procede al meglio, tra intrighi e tranelli di corte ma soprattutto attrazioni fugaci, come quella tra Beatrice (Emma Thompson), nipote di Leonato, e il signor Benedetto da Padova (Kenneth Branagh), che si scontrano in astuti battibecchi divertenti, celando un forte interesse l’uno per l’altra. Mentre i preparativi per le nozze vanno avanti a gonfie vele, Don Juan (Keanu Reeves), il fratello del principe, decide di spezzare l’idillio tra i due amanti, architettando un piano che metterà fine alla loro storia d’amore. L’uomo riesce infatti a screditare la dolce Hero agli occhi del conte, facendogli credere che lei lo abbia tradito, concedendosi a qualcun altro prima ancora che al suo sposo.
La mia opinione: Perchè Keanu non solo è bravo e bello, ma sa pure fare il cattivo all’occorrenza, e poi è Shakespeare, che dire di più.
9. Il profumo del mosto selvatico
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Trama: Un soldato torna dalla seconda guerra mondiale e scopre che la moglie si è fatta una vita senza di lui. Si separano e lui, in cerca di se stesso torna a fare il commesso viaggiatore di cioccolato. Durante un viaggio incontra una ragazza incinta che non ha il coraggio di affrontare la famiglia. Lui accetta di fingersi il marito.
La mia opinione: Ok, non è forse la trama più innovativa del mondo, ma è un romance che funziona sempre e con Keanu ha qualcosa in più da offrire.
10. La notte prima
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Trama: Los Angeles. Il giovane Winston Connelly (Keanu Reeves) si sveglia confuso e disorientato in un vicolo della città e non si ricorda più dove si trova e quel che gli è successo. Poi, a pezzi, riaffiorano i ricordi: diretti in auto alla festa del liceo per la promozione, lui e la compagna Tara Mitchell (Lori Loughlin) si sono persi nei bassifondi, hanno fatto brutti incontri e si sono cacciati nei guai. Della ragazza però non c'è traccia, mentre un gangster locale gli ha dato appuntamento per una resa dei conti.
La mia opinione: Forse questo film lo conoscono in pochi. Vede protagonista un Keanu giovanissimo e dovrebbe essere adolecenziale, ma in realtà tratta temi pesanti, in modo assurdo e scanzonato come fosse tutto uno scherzo, e portandoli così oltre, da riuscire a farti ridere pur nelle perplessità. Lo metto in classifica perchè credo vada rivalutato e Keanu così giovane è così tenero.
Onorevole menzione per il film Reazione a catena, dove ritroviamo la coppia Keanu/Rachel Weisz che mi piace molto. Film d’azione un poco prevedibile, ma che funziona e che prova che la pettinatura attuale di Keanu non è alla John Wick, ma la portava già molto ma molto prima.
Libri da cui sono stati tratti alcuni dei film con Keanu Reeves:
La notte che bruciammo Chrome, di William Gibson (Da uno dei racconti di questa antologia è stato tratto il film Johnny Mnemonic)
Link: https://amzn.to/3C8Mtg6
Trama: Raccolta di racconti cyberpunk ambientati in un mondo in cui assassine professioniste con protesi incorporate, tecnocrati e yakuza sono al servizio delle multinazionali, tutti alla ricerca di un'affermazione personale, costi quel che costi. Un mondo degradato e immiserito, in cui la nuova cultura dei computer e delle realtà virtuali sostituisce tutti i valori, dove non sembra più esserci spazio per concetti come amore, lealtà, benessere, amicizia.
Molto rumore per nulla, di William Shakespeare (da cui il film Molto rumore per nulla)
Link: https://amzn.to/3996DtJ
Trama: Messina alla fine del 1500. Tutto ha inizio quando alla corte di Leonato fa ritorno da una battaglia il principe Pedro d’Aragona (Denzel Washington), che assiste alla promessa d’amore tra Hero (Kate Beckinsale), figlia del cortigiano, e il conte fiorentino Claudio (Robert Sean Leonard), presto suo futuro marito. Tutto procede al meglio, tra intrighi e tranelli di corte ma soprattutto attrazioni fugaci, come quella tra Beatrice (Emma Thompson), nipote di Leonato, e il signor Benedetto da Padova (Kenneth Branagh), che si scontrano in astuti battibecchi divertenti, celando un forte interesse l’uno per l’altra.
Enrico IV, di William Shakespeare (da cui si sono liberamente ispirati per il film Belli e dannati)
Link: https://amzn.to/3AfE0XV
Trama: La tragedia comincia durante il terzo anno di regno (siamo nel 1402) di re Enrico IV. Dopo aver deposto con l'aiuto di molti nobili Riccardo II, re Enrico si trova a dover fronteggiare il malcontento degli stessi nobili che lo hanno portato sul trono. Un altro grosso problema che il re deve affrontare è la vita dissoluta che suo figlio Enrico (futuro Enrico V) conduce facendosi accompagnare da personaggi come Falstaff. La tragedia è suddivisa in due parti : la parte I si conclude con la battaglia di Shrewsbury in cui buona parte dell'esercito ribelle è sconfitto, la parte II prosegue con la morte di re Enrico e l'ascesa al trono di Enrico V che contro ogni aspettativa conclude le lotte e rinnega il suo passato pronto ad essere re.
Dracula, di Bram Stoker (da cui il film Dracula di Bram Stocker)
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Trama: In Transilvania per concludere la vendita di una casa londinese al Conte Dracula, discendente di un'antichissima casata locale, il giovane agente immobiliare Jonathan Harker scopre che il suo cliente è una creatura di mistero e orrore... Dracula, archetipo delle infinite storie di vampiri narrate dalla letteratura e dal cinema, mette in scena l'eterna lotta tra il Bene e il Male, ma anche tra la ragione e l'istinto, tra le pulsioni più inconfessabili e il perbenismo non solo vittoriano.
Addio al padrone, di Harry Bates (racconto lungo contenuto nell’antologia Le grandi storie della fantascienza 2 curata da Isaac Asimov, da cui il film Ultimatum alla Terra)
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Trama: Un’astronave si materializza all’improvviso sulla Terra con a bordo un uomo e un robot gigantesco. L’uomo viene ucciso da un fanatico che vede in loro il demonio. Preoccupati delle reazioni del robot, si cerca di tenerlo sotto controllo e si onora in tutti i modi il morto. Il robot rimane immobile e inattivo di giorno ma di notte, scopre un giornalista, compie strani esperimenti tramite i quali tenta di riportare in vita l’uomo da ciò che si era registrato delle sue ultime parole pronunciate. Tutti naturalmente pensano che l’uomo morto fosse il padrone del robot… ma, invece, è esattamente il contrario.
Un oscuro scrutare di Philip K. Dick (da cui il film A scanner darkly)
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Trama: Los Angeles, 1994: una droga misteriosa, la sostanza M, invade il mercato seminando follia e morte. La sua origine è ignota, come la sua composizione e l'organizzazione che la diffonde. Bob Arctor, agente della sezione narcotici, si infiltra tra i tossici che ne fanno uso, per scoprire chi dirige le fila del traffico illegale: un abito speciale nasconde ai colleghi la sua identità e una sofisticata apparecchiatura elettronica gli consente addirittura di spiare se stesso nella sua nuova condizione di drogato. Bob giungerà alla verità solo dopo essere sprofondato nel buio e nella disperazione della dipendenza.
La zia Julia e lo scribacchino, di Mario Vargas Llosa (da cui il film Zia Julia e la telenovela)
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Trama: Vi si narra la vicenda o meglio la carriera, di Pedro Camacho, fecondissimo produttore boliviano d'intrecci (lo chiamano anche Balzac creolo) che, chiuso in una mefitica stanzetta, sforna trame melodrammatiche e truculente per un programma di feuilleton di Radio Lima. Tutti attendono con impazienza le puntate della sua fantasia, ma improvvisamente le differenti trame di appendice prendono a confondersi tra loro. Camacho è impazzito e sarà degradato a galoppino d'una rivista di sicuro fallimento. D'altro lato, ecco invece la storia di Mario, giovane aspirante scrittore attratto da questa curiosa macchina dell'immaginario che ci racconta una sua complicata storia: s'innamora di una zia vedova e più matura che finirà per sposare.
Piccolo Buddha di Gordon McGill (da cui il film Piccolo Buddha)
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Trama: Lama Norbu, anziano monaco buddhista tibetano scappato dal Tibet in seguito all'occupazione cinese, scopre che la probabile reincarnazione di lama Dorje, suo maestro e educatore del Dalai Lama, è stata trovata in Jesse, un bambino di Seattle
Le vite private di Pippa Lee, di Rebecca Miller (da cui il film La vita segreta della signora Lee)
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Trama: "Placida, altruista, intelligente, bella. Grande cuoca. Pippa è la moglie del grande editore ottantenne Herb Lee. Trent'anni più giovane di lui, completamente dedita da quasi altrettanti al grande leone dell'editoria, Pippa lo accompagna nella sua ultima imprevedibile decisione: trasferirsi da Manhattan a Marigold Village, un comprensorio per pensionati fuori città, fra i tagliaerbe rumorosi del quartiere residenziale e i caffè suburbani consumati in fretta la mattina. E da quella prospettiva percepita come una velata anticamera della morte, Pippa, come una Mrs Dalloway contemporanea, si sposta tra i ricordi pericolanti di una memoria incerta. Dietro l'immagine olimpica della donna perfetta del presente, compare all'improvviso la ragazza dall'infanzia sofferente che la fuga a New York e gli incontri con un'umanità variamente "spostata" mettono a rischio di naufragio. Fino all'incontro con Herb, che le regala l'agio, i figli, la sicurezza, la salvezza. Ma sarà stata davvero una fortuna incontrare quest'uomo?
Hollywood trema, di James Ellroy (dal racconto Sesso, lusso e soldi di questa antologia è stato adattato il film La notte non aspetta)
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Trama: E’ una Città degli angeli crudele e corrotta a fare da sfondo a questi racconti. In ''L'assassinio di mia madre'' Ellroy riprende il fascicolo dell'indagine sull'omicidio della madre, lo studia attentamente, osservando con cura le foto, anche le più orribili e impressionanti. In ''Dubbio letale'', un uomo viene ucciso durante una rapina in un negozio e un giovane afroamericano viene condannato alla pena di morte sulla base di una sola testimonianza oculare. Partendo dai dubbi di uno dei giurati, Ellroy costruisce un'investigazione parallela che ci conduce nel profondo orrore di un omicidio. O ancora, in ''Sesso, lusso e soldi'' l'autore ripercorre in modo personale quel ''gigantesco romanzo russo ambientato a Los Angeles'' che fu il caso O.J. Simpson.
Devil’s advocate, di Andrew Neiderman
da cui è statao tratto il film L’Avvocato del Diavolo, è purtroppo inedito in italiano.
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ci siamo persi tra banchi di nubi, da fiumi di dubbi siamo usciti zuppi, un po’ disillusi, un po’ più insicuri
e le nostre anime inquiete torneranno quelle di due sconosciuti, e gli attimi passati insieme mi sembrerà un’altro ad averli vissuti
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Ehi tu, Cristo, mi senti? Vorrei venissi un attimo giù, vicino a me. Ho bisogno di parlarti. Guarda, mi metto qui di fronte al mare, che magari passi leggero sulla sabbia e lasci il segno. Ho bisogno di sapere, di farti mille domande perché io non ci credo a questo caos che si fa di te. Dimmi, tu che sai, tu che sei, ma davvero la signora Angela, che vuole aiutarli a casa loro e poi pubblica Amen con la faccia di Maria vale per te più di Giorgio, che non si ricorda il tuo nome ma al giovedì sera molla tutto per correre a fare i piatti alla mensa dei poveri? O Emma che due volte a settimana mette la fede nel cassetto per due ore d'amore col suo collega e poi la domenica si mette in fila per la comunione perché don Fabio l'ha assolta, vale più di me che ho fatto esplodere un matrimonio perché era inferno? Tu volevi l'inferno per me? Io la fila per la comunione non la posso più fare. Sai chi la fa però? Simone, quello pelato. Quello che ti prega, fa tutto in tuo nome e poi odia gli omosessuali pubblicamente. A proposito. Che ne pensi di Luca? Quel ragazzo gay che ha adottato Alba, la bimba abbandonata in culla con la sindrome di Down. Lui ci viene in Paradiso? Non so, sono confusa. È che non ti offendere ma ultimamente mi viene sempre in mente quella frase di Jessica Rabbit:" Non sono cattiva, è che mi disegnano così." Ecco, dimmi che ti disegnano male. Perché io non ti ritrovo nelle loro parole. A proposito. Becciu, il cardinale, Paradiso? E Gino Strada? Non so se ti abbia mai pregato ma lui di anime ne ha salvate. E Matteo? Non mio figlio, di lui non voglio sapere. Quello che si affida a tua Madre e si fotografa mentre dona il sangue. Non sappia la tua destra cosa fa la sinistra dicevi o mi sbaglio? Vale più una preghiera o una buona azione? Paradiso o inferno per Anna che ha preso la pillola del giorno dopo perché non può permettersi un figlio in più e stamattina aveva una dannata paura di aver fatto un casino? Lei ti prega tutte le sere nell'amore che mette sul viso di sua figlia, in una vita di corsa spesa per gli altri dimenticandosi di sé, guardando una vetrina e rinunciando a quel profumo che vuole da un anno perché meglio pagare la rata della cucina. Davvero inferno? No dai, io non ci credo. Io ricordo amore per Maddalena, una festa per il figlio perso e ritrovato, io ricordo Pietro che ti ha rinnegato e oggi ha tutte le chiavi e sai cosa ricordo? Ricordo anche te, che hai dubitato di tuo Padre. Dico, se hai avuto dubbi tu cavolo, potremmo vacillare noi. Potrò farti domande io. Facciamo così. Io ora vado che ho mille cose da fare. Cammino cammino ma le orme sono solo le mie. O forse mi hai presa in braccio mentre parlavo e non me ne sono accorta. Ho letto da qualche parte che hai risposto così una volta. Io vado e aspetto un segno. Di cosa devo fare, di come devo amare. Faccio quello che posso come posso. Sbaglio, risbaglio e ci riprovo. E poi ti prego così. Ti cerco cosi. Ti trovo spesso per strada, lontano dalle Chiese, nei ragazzi che amo, nelle vite che accolgo. A me piace pensare che tu lì ci sei. Che dire. Speriamo che piaccia anche a te. Irene Renei www.donnechepensano.it
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La Rassegna teatrale In Scena A … chiuderà la sua stagione a Piedimulera al teatro Don Musetta Aprirà la rassegna il prossimo 19 marzo la compagnia di Pernate “Tanto di Cappello” che metterà in scena un classico “Sarto per Signora” di G. Feydeau” considerato, dopo Molière, uno dei più grandi autori della commedia francese. Abbonamenti e Prenotazione in biblioteca a Piedimulera oppure telefonando al numero 3519707852 I personaggi dell’opera sono quelli tipici della commedia degli equivoci. Scambi d’identità, sotterfugi e amori segreti sono gli elementi base per questo divertente vaudeville. La commedia è ambientata a Parigi e narra del Dott. Moulineaux, fresco di matrimonio, ma dai dubbi comportamenti coniugali. Il protagonista in questione, infatti, avendo un animo libertino, tradisce la moglie con un’avvenente signora, e per poter incontrare la sua amante senza destare alcun sospetto si finge sarto, creando così una serie di simpatiche ed esilaranti gag che coinvolgono i protagonisti della pièce. In “Sarto per signora” c’è già tutto l’estro e lo stile di Feydeau. La trama è basata sul classico triangolo adulterino: lui, lei, l’altro o l’altra, ma soprattutto quello che non manca mai, è la concentrazione di tutti i personaggi in un solo luogo, dove si incontrano tutti quelli che non si sarebbero mai dovuti incontrare. Al centro di molte opere di Feydeau c’è la coppia coniugale in cui si consumano tradimenti, ipocrisie e malintesi. L’irresistibile comicità di Feydeau nasce da situazioni reali che derivano da equivoci paradossali. In “Sarto per signora” il bugiardo dott. Moulineaux prima si giustifica con la moglie Yvonne per aver passato la notte fuori casa, poi cerca di tradirla con Susanna, la moglie del generale Aubin, In un dismesso atelier sartoriale prestato a Moulineaux dall’amico Bassinet per le sue scappatelle, a causa di una porta che non si chiude i due amanti vengono scoperti. A Moulineaux non rimane altro che fingersi sarto con conseguente inizio di una serie di episodi paradossali che sono portati avanti fino alle estreme conseguenze. (presso Piedimulera) https://www.instagram.com/p/Ca4vFmmNcu0/?utm_medium=tumblr
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