#diabolico. realmente diabolico
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osehun · 1 year ago
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las voces de mi cabeza y yo estamos de acuerdo de que la comida q consumen en esa pelotudes del día de acción de gracias es motivo suficiente para que les caiga una atómica a los disparos unidos
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papesatan · 4 months ago
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Giunti puntualmente a metà agosto, sento l'aria rarefarsi, serrandomi la gola. Scrivere, leggere, dedicarmi tempo e amore, lasciando tutto il resto fuori: a nulla valgono i miei buoni propositi di fine giugno. La realtà trova sempre il modo di scovarmi e legarmi a sé. Sembra anzi che quanto più remi in direzione ostinata e contraria, tanto più la corrente mi richiami indietro. Tra due settimane dovrò riaprire il doposcuola e ho la sensazione di non aver staccato un attimo. I clienti invidiosi mi pensano davvero capace di far un mese e mezzo di ferie, ma non sanno realmente cosa significa gestire un'attività, quando ogni settimana ti scrivono genitori in cerca di santi stregoni capaci di salvare i figli dai pluridebiti, mamme ansiose d'iniziare il nuovo anno e il diabolico duo Comune&commercialista cui anche quest'anno abbiamo lasciato oltre cinquemila cocozze di tasse e imposte d'ogni tipo. Chi vorrei mi scrivesse (i clienti morosi), ovvio, non scrive mai. E l'estate passa pensando agli altri, quando dovrebbe essere l'unico periodo in cui potrei (dovrei) pensare soltanto a me stesso. Mi chiedo, con queste premesse, come ci arriveremo a settembre. Staremo a vedere.
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lamilanomagazine · 2 years ago
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I film da vedere al cinema a Pasquetta
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I film da vedere al cinema a Pasquetta. Poche cose sono certe nella vita, tra queste possiamo menzionare il meteo del giorno di Pasquetta che non lascia mai scampo a piogge e nuvole sparse e minacciose. Il trucco per ricorrere ai ripari, da eventuali imprevisti metereologici, è senz’altro la sala di un cinema, che può regalarci senza ombra di dubbio, un momento di circa due ore, durante l’ultima giornata delle feste pasquali. Tra i film presenti in sala possiamo trovare: Il ritorno di Casanova di Gabriele Salvatores La pellicola racconta la storia di Leo Bernardi (Toni Servillo) un regista che non accetta la caducità del tempo e le inevitabili sfide degli eventi in continua evoluzione. In cerca di un successo che possa confermare e rilanciare la sua carriera, Bernardi decide di dedicarsi a un’opera ambiziosa, decidendo di portare sul grande schermo il Casanova di Arthur Schnitzler. Ben presto, però, nella costruzione di questo Casanova (Fabrizio Bentivoglio), il regista si rende conto di star guardando in realtà sé stesso, un uomo un po' in là con gli anni che non ha più una vera e propria passione. Messianico, un viaggio verso Venezia, che gli farà trovare nuovamente la propria esistenza.   Dungeons & Dragons - L'onore dei ladri Tratto dall'omonimo gioco di ruolo ambientato nei Forgotten Realms, Dungeons & Dragons - L'onore dei ladri è un film di intrattenimento, appropriato per passare un pomeriggio al cinema. La storia è quella di Elgin (Chris Pine), un liutaio che non crede più nella sua missione e che, dopo la perdita della moglie, si è dedicato a piccoli crimini, insieme all'aiuto dell'amica Holga (Michelle Rodriguez). Quando però si profila all'orizzonte la possibilità di rubare una reliquia sacra che potrebbe cambiare il suo destino, Elgin decide di provare il tutto per tutto. Tradito da un suo compagno (Hugh Grant) che gli ruba anche l'affetto della figlia, Elgin dovrà fare di tutto non solo per uscire di prigione. Air - La storia del grande salto Diretto da Ben Affleck, Air - La storia del grande salto è una pellicola incentrata su eventi realmente accaduti. Si parla della collaborazione tra un giovanissimo Michael Jordan e la divisione dedicata al basket del marchio Nike. Narrazione che si snoda tra il racconto del talento, sacrifici e di determinazione. Nel film è presente Matt Damon, Viola Davis e lo stesso Ben Affleck, che mettono in scena la memorabile rivoluzione sia del mondo dello sport che della cultura pop del Novecento. I tre moschettieri: D'Artagnan Tratto dal romanzo capolavoro di Alexandre Dumas, I tre moschettieri: D’Artagnan rappresenta il primo capitolo di una dilogia che affronta le avventure del giovane guascone D'Artagnan (François Civil), che sogna di diventare un Moschettiere del Re sotto Luigi XIII (Louis Garrell). Arrivato a Parigi, senza sapere di essere stato testimone di un complotto, il giovane spadaccino incrocia la strada di tre moschettieri leggendari: Athos (Vincent Cassell), Porthos (Pio Marmai) e Aramis (Romain Duris). L'incontro non avviene sotto la migliore delle stelle, dal momento che D'Artagnan riesce a sfidare tutti e tre, ma ben presto i quattro uomini si troveranno coalizzati per sventare un diabolico piano del Cardinale Richelieu che, con l'aiuto di Milady (Eva Green), vuole prendere il potere.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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moreusss · 2 months ago
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È notte Grace. Una silenziosa e interminabile notte. Una piccola luce illumina questo pezzo di carta che timidamente tengo tra le mani. Mani che tremano, sussultano a ogni pensiero che ho di te. Avrei voluto dirti tante cose e solo ora, dopo la tua morte, mi rendo conto che è tutto svanito, consumato dal tempo. Eppure qui, seduto su questa scrivania, la mente vaga, svuotata da ogni discorso provato, ogni parola analizzata, ogni emozione sentita.
L’averti persa è stato un imperdonabile errore. Un martellante dolore che mi logora giorno dopo giorno.
L’ultimo schiaffo di una vita che mi consuma, alla quale ho ceduto per mettermi in costante discussione. Sebbene abbia deciso io stesso di vivere così l’esistenza, la mia attuale inadeguatezza nei confronti degli affari e della gestione familiare mi attanaglia. La guerra è ancora oggi un demone che non riesco a uccidere, lo è per tutti qui. Dopo la tua morte sono in bilico e non riesco a perdonarmi.
Non sono bastate le continue lotte di potere, fuori e dentro dai Peaky Blinders.
Non sono bastati gli italiani e neanche gli ebrei. No, la vita è una sofferenza che va vissuta in silenzio, sporcando un vecchio foglio di inchiostro, lontano da sguardi indiscreti. Non possiamo mostrarci deboli. Non posso, non devo. Sei riuscita a frantumare i muri della mia fermezza, della mia determinazione e della mia forza. Per questo mi odio.
Io mi odio Grace.
Mi odio perché dopo tanti anni hai distrutto ogni mia certezza. Dopo tanti anni mi hai reso debole, scioccamente fragile. Mi hai dato un motivo per credere che la vita potesse ancora sorprendermi. Ero accecato, vivevo un’illusione. Nel mio lavoro, nel mio ambiente, non esiste spazio per cedere alla gioia. Non esiste spazio per credere all’amore. Ho ceduto lo ammetto, e con l’amore mi son trascinato dietro il rimpianto.
Il rimpianto di non aver dimostrato di amarti e mettere prima te. Prima di qualsiasi altra cosa. L’onore della mia famiglia, I’orgoglio e il mio ruolo come leader dei Peaky Blinders sono il mio più grande rimpianto. Cinque anni Grace. Cinque dannati lunghi anni per ritrovarmi in questa situazione.Tutto questo è diabolico, una bestia che ti si aggrappa sulle spalle e ti fa sprofondare lentamente.
Nei loro occhi ti vedo, Grace. Negli occhi di tutti.
Posso osservare il loro dispiacere, il loro malcontento, i loro dubbi sulle mie decisioni e sul mio stato fisico. Se solo mi vedessi ora, saresti spettatrice di un uomo distrutto. E adesso non so davvero cosa fare. Tuttavia ho deciso di non mentire più, né a te né a me stesso.
La verità è che l’odio non è altro che un pretesto. Un silenzioso rifugio per non ammettere a me stesso la verità. È semplicemente una maschera. Una proiezione di quello che penso nei miei riguardi. Della mia arroganza e spavalderia.
Ti ho sempre amata Grace, questa è la più grande delle verità.
Ed è con questa verità che urlo con disperazione il tuo nome. Con questa verità hai riportato in vita una parte di me, distrutta dalla guerra. Una fenice che risorge dalle ceneri. Perché in questa casa, ogni cosa è un ricordo di noi. Ogni muro, quadro, tavolo e tappeto. Questa casa siamo noi, in un mortifero dipinto che svanisce. I colori sembrano sempre più grigi e io sto perdendo lucidità, Grace. Non riesco ad affrontare come dovrei gli affari di famiglia. Sono pilotato dalla rabbia e dalla frustrazione.
Il mio freddo raziocinio brancola nel buio, lo stesso buio nel quale vivo dopo la tua scomparsa. Sei stata sfortunata a incontrarmi Grace, è la terrificante storia della mia vita. Chiunque sia vicino a me, prima o poi paga un prezzo per le mie azioni. In questo mondo crudele dove viviamo non esistono il bene e il male, la guerra me lo ha insegnato molto bene. In questa vita esistono solo il rispetto, gli affari e la famiglia, l’unica cosa realmente importante e da difendere.
La famiglia. Eri parte della mia famiglia. Lo ammetto, seppur in ritardo. E mi maledico. Maledico l’esserti stato lontano per tutti questi anni. Oggi, nel buio, riesco ancora a osservare i tuoi occhi. Riesco a vederti come se fosse la prima volta. Di fronte a me sei nitida, danzi con addosso ancora quei vestiti, camicetta bianca e gilet rosso. Un tulipano, splendente e solitario.
Riesco a sentire la tua voce e tu che canti per me. Un canto meravigliosamente triste. Quelle lacrime, ieri come oggi, solcano ancora il mio viso e annacquano il mio whisky. Maledetto whisky, mi brucia in gola come un fuoco. Un implacabile incendio che mi tormenta e allieta al contempo. Non mi fa pensare, non mi fa ricordare.
Eppure è giunto il momento di ricordare. È giunto il momento di affrontarti, per l’ultima volta e da uomo.
Nostro figlio Charles assomiglia sempre più a te. È un ragazzino in gamba, combatto e combatterò sempre per lui, un giorno prenderà con fierezza il mio posto. Anche per lui ti scrivo, anche per lui ti ricordo, con un ultimo tributo.
Questa sarà l’ultima notte in cui mi torturerò. Una lettera dall’America minaccia me, i Peaky Blinders e le mia famiglia. Queste poche parole sono il mio addio per te. Spero tu possa capire, solo tu ne sei in grado. Devo lasciarti alle spalle, per il bene di nostro figlio e dei nostri cari. Questo piccolo e insignificante sfogo rimarrà un segreto tra me e te, silenzioso, come le parole e i gesti che hanno caratterizzato la nostra storia.
Ti ringrazio per avermi ascoltato ancora, per l’ultima volta. Ti ringrazio per aver fatto parte della mia vita e ti ringrazio per avermi fatto dono della capacità di poter vedere il mondo con altri occhi. Poter vedere Thomas Shelby prima della guerra. Ricordarlo e ammirarlo. Lasciare dentro al mio cuore il giusto spazio che merita. Con questa consapevolezza ti ringrazio e ti lascio andare. 
Ti ringrazio, addio Grace.
Thomas Shelby
-La struggente lettere di Thomas per Grace
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soisbelle-et-soistriste · 5 months ago
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Oggi sono 21 giorni.
Si dice che in 21 giorni le abitudini cambino, che il cervello si abitua alla novità.
La mia novità è la sua assenza. Ne parlo lontano perché sto provando a farmi meno male possibile.
Stanotte il sonno è stato normale, non ho sognato nessuno di strano.
Le mie giornate scorrono, oramai mi sembra un'esistenza senza senso.
Non si sa le settimane di malattia che mi sono fatta, praticamente sento che è come se non lavorassi da quando ero in L. a Dicembre.
So che non è così.
Questo nuovo lavoro mi spaventa, non capisco se è realmente per me.
Io ho sempre lavorato nel lusso, diciamo anche con ritmi contenuti in realtà.
Non so se essere asm è la mia vita, nella mia testa vorrò sempre fare la buyer che gira per fare campionari.
Questo lavoro però mi salverà.
Devo dire che sto sicuramente meglio da quando prendo gli antidepressivi, comunque passo le mie giornate diciamo almeno questi giorni, senza quel macigno diabolico.
Adesso è appena accennato.
Anche l'università in qualche modo mi sta salvando, io personalmente non vedo l'ora di ricominciare a lavorare anche se mi spaventa un po', ma è assolutamente necessario.
Mi sto ricostruendo le fondamenta ed è impressionante quanto io abbia dato valore a quella persona.
Mamma mia quanto è difficile.
Però bisogna sempre ricordare che tutto è nel momento giusto perché l'Universo ci mette sempre nel miglior posto per noi.
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eternamenteromantica · 1 year ago
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Dieci anni di relazione. Dieci anni di menzogne.
Dieci anni buttati via, anche se la mia psicologa dice che ho una vita davanti e che tutti questi anni sono stati un insegnamento.
Ho scoperto in questi dieci anni cosa vuol dire l’amore tossico, la manipolazione, le prese per il culo, la delusione, ma anche la felicità, perché in tutto questo casino diabolico c’erano anche giorni felici, ma è normale quando qualcuno come l’amore della tua vita cerca di farti credere che è un altro tipo di persona, ci devono essere per forza momenti felici perché se no il gioco non vale la candela. Eppure io una vita insieme a lui me la immaginavo, me la sognavo, e anche adesso penso che forse l’1% delle cose che mi diceva, anzi che mi dice siano reali. Lo percepisco quando cerca di farmi ricadere nel tranello, e io da vera stupida e debole che sono mi aggrappo alla speranza che lui sia davvero così, che le bugie erano solo bugie in fin di bene, che il tradimento è stato fatto in un momento di crisi.
Le mie amiche mi dicono “finalmente l’hai capito” e si ve lo ammetto: ho capito finalmente che persona è realmente ma questo non vuol dire che io (per ora) non ricada nella tentazione di vederlo, di credere ancora alle sue parole, di volerci fare un futuro, un figlio, proprio io che a 26anni pensavo di diventare madre e invece mi ritrovo qui con una vita stravolta, senza di lui e ancora sono qui a dipingerlo come la persona perfetta per me, come il ragazzo giusto e il padre dei miei figli, ma dentro di meno so che non è così, non è reale ciò che immagino, non è la realtà dei fatti.
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desafiodeescritadiario · 4 years ago
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DIA 69 – O vilão (nem sempre) precisa ser o cara mau #100diasdeprodutividade
Bom dia! No post de hoje gostaria de falar um pouco mais sobre vilões, mas de um ponto de vista realista e que vem de experiência própria.
Esse não será como uma lista das características deles ou coisas que eles podem fazer, eu gostaria de... conversar um pouco com vocês. Quais são os seus vilões preferidos? São aqueles que são completamente diabolicos ou são aqueles mais cinzas, que poderiam pender pra lado do bem ou do mau?
Os meus preferidos são os que se redimem no final, e se eles não morrerem, seria o ideal. Quantos mais dúbios eles forem, melhor. Tá ai o Darth Vader, nosso Anakin, o Coringa, do Heath Ledger e do Joaquin Phoenix, e também o Agente Smith, de Matrix. O que eles tem em comum? O que os faz tão fora da curva?
Para mim é a noção de que eles poderiam mudar de ideia e fazer o contrário do que todos esperamos. Eles tem uma motivação consistente, motivos para estarem fazendo o que fazem e sempre há um tipo de psicologia por trás de seus atos. Pode ser o descaso da sociedade, uma infância traumática ou pela sobrevivência. Todos eles não fazem maldades só pelo prazer de fazer, isso se chama psicopata, porque, se a história fosse contada com a perspectiva deles, será que eles seriam tão maus assim? Sim, eu sei que esses exemplos são bem clássicos, então vejamos.
Há alguns anos escrevi uma história onde essa mulher dedicada ao marido e o filho, percebeu que estava sendo traída; ela tentou recuperar o casamento e fazer o marido dela parar de trai-la. Quando isso não funcionou, ela quis se vingar. Primeiro, ela tentou tirar tudo o que era dele e até começou a desviar dinheiro da empresa conjunta deles. No fim, ela acabou indo aos limites e foi pega pela polícia com a ajuda do marido. Tudo bem que ela se redimiu e tudo, porque eu não acredito em matar o cara mau. Na minha opinião devemos resolver o problema do protagonista e depois a do antagonista/vilão e só ai devemos concluir a história; porque matar um personagem que eu você não sabe mais o que fazer é fácil, agora faze-lo arcar com seus atos é outra completamente diferente, não?
Enfim, o que estou tentando dizer aqui é: nem sempre o vilão será o culpado por tudo de ruim que acontecesse na vida do protagonista. Em muitas das vezes, o protagonista que traz o vilão até ele, até porque o vilão tem seus próprios vilões. Então, porque não desenvolver esse vilão? Faze-lo aprender com seus erros e no fim, até ajudar o protagonista a resolver a história? Não estou dizendo que ele não deve pagar pelo que fez, porque ele deve. Mas que tal sair desse conceito de bom e mau e simplesmente pensar nos personagens como indivíduos que tem passados, sentimentos, morais e conclusão de problemas? Me parece uma forma mais interessante de escreve-los. Sem contar quando o vilão é o próprio protagonista, quando o problema está dentro do personagem, e quando menos percebe, o vilão é apenas um obstaculo, que no fim nem era tão difícil assim de desvendar. Pense nisso, o vilão realmente é o vilão ou ele é apenas algo que seu protagonista não quer encarar?
Com isso, encerro esse post, sempre pedindo com todo o carinho que vocês rebloguem e compartilhem o post, pois só assim terei uma visualizar maior, ok? Obrigada por ler e nos vemos na próxima!
Ana.
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paoloxl · 4 years ago
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Giorno della memoria: l’olocausto dei disabili
Il 27 gennaio si celebra il Giorno della Memoria per commemorare le vittime dell’Olocausto: il genocidio ideato con folle lucidità dalla Germania nazista e dai suoi alleati nei confronti degli Ebrei e non solo.
Infatti, sebbene venga spesso utilizzato il termine ebraico Shoah per ricordare questa pagina disumana della nostra storia recente, nei campi di concentramento sono stati uccisi migliaia di prigionieri politici, gay e zingari.
In pochi, però, sono a conoscenza della sorte toccata a oltre 300.000 di disabili, uccisi non nei campi di concentramento, bensì in apposite strutture che sarebbero dovute servire ad accoglierli e accudirli.
In realtà Hitler e la sua atroce teoria dello “spazio vitale” non si è inventato niente di nuovo nel campo delle “diversità”, ha “semplicemente” evoluto una tendenza largamente diffusa già da diversi decenni…
Per capire questo diabolico processo e come si sia arrivati a tanta malvagità, è necessario fare un passo indietro fino alla seconda metà dell’Ottocento, quando Galton ha dato inizio all’eugenetica, una scienza che ipotizzava di migliorare qualsiasi razza attraverso un intervento artificiale, più rapido e preciso della selezione naturale.
Chiaramente gli individui colpiti erano coloro che rappresentavano un costo sociale per la collettività, e in poco tempo l’eugenetica si è diffusa in oltre 30 paesi nel mondo, dei quali in 15 è stata istituzionalizzata (ad es. Gran Bretagna, Stati Uniti, Germania, Francia, Svizzera, Svezia, Russia…).
Così, all’inizio del Novecento, molti governi hanno approvato leggi che prevedevano la sterilizzazione obbligatoria. Negli Stati Uniti sono state effettuate oltre 40.000 sterilizzazioni solamente nel 1944.
L’accanimento contro i più deboli e “inadatti” allo sviluppo della società divenne “normalità” tra gli stati più avanzati: non c’è quindi da stupirsi se il regime nazista l’abbia adottato a sistema.
Le ingenti spese derivanti dalla guerra portarono a considerare il mantenimento di tali individui un “inutile peso” per l’intera società e il passo verso la decisione di liberarsene fu piuttosto breve.
L’olocausto dei disabili
La Germania è stata la prima a porre fine alla sterilizzazione coatta sostituendola con l’eutanasia di Stato; in poco tempo fu costituito un comitato di medici con il compito di decidere se i pazienti dei centri psichiatrici o per disabili dovessero vivere o meno.
Tutto questo senza visitare le persone: era sufficiente una breve lettura delle sole cartelle cliniche per decretarne il futuro.
Il progetto, conosciuto come Aktion T4, è cominciato nel 1939 ed era inizialmente rivolto a bambini con menomazioni o malformazioni ricoverati nei reparti pediatrici, i quali venivano improvvisamente trasferiti in altre sedi con l’impossibilità da parte dei genitori di poterli rintracciare. Successivamente fù alzato il limite di età, fino a coinvolgere anche i disabili adulti.
I bambini erano uccisi con iniezioni di barbiturici, mentre gli adulti appena giungevano nel nuovo istituto di ricovero venivano spogliati e mandati direttamente nelle camere a gas.
Nella Germania nazista erano censiti cinque centri dislocati su tutto il territorio destinati a tale sterminio, tra questi uno era una prigione mentre gli altri erano raffinati castelli costruiti all’interno dei centri abitati.
Sembra che nessuno si fosse accorto che ogni giorno entravano in queste strutture pulmini pieni di persone uscendone sempre vuoti, almeno fino al 1941 quando un vescovo trovò il coraggio di denunciare tale mostruosità durante un’omelia.
Fino a quel momento, il bilancio delle vittime ammontava a 70.293 unità, persone uccise perché considerate un peso per la collettività.
Alla luce delle ripercussioni di tali denunce su un’opinione pubblica che avrebbe potuto porsi maggiori domande su ciò che realmente accadeva all’interno di questi istituti, proseguire il progetto secondo lo stesso schema risultava rischioso; i medici decisero così di continuarlo all’interno dei singoli ospedali lasciando morire i pazienti per edema da fame.
Non c’era più un centro di coordinazione, tant’è vero che si cominciava a parlare di eutanasia selvaggia. L’ultimo paziente è stato ucciso nel luglio del 1945 a Kaufbeuren, due mesi dopo che i soldati americani ebbero occupato la cittadina.
Durante il processo di Norimberga, avvenuto al termine della guerra, sono stati accusati solo i medici maggiormente coinvolti, poiché processare tutte le persone complici, direttamente o indirettamente coinvolte, sarebbe stato impossibile.
A causa dell’accanimento incontrollato avvenuto tra il 1941 e il 1945, non è possibile stimare il numero preciso delle vittime, ma si presume che superi le 300.000 unità, persone uccise per la colpa di non essere nate “perfette”.
Sembra quasi assurdo pensare che nel XXI Secolo possa ancora essere disconosciuto uno sterminio di siffatte proporzioni (come anacronistica la realizzazione di simili comportamenti ancora in essere in diversi e lontani angoli del mondo), ma non è azzardato domandarsi se tali eventi siano rimasti nascosti per innocente disinteresse o per volontaria intenzionalità.
D’altronde sono state le stesse grandi potenze a dare vita e sviluppo all’idea eugenetica di miglioramento della razza e a sterilizzare milioni di persone discriminate perché “imperfette”. Per di più, in alcuni Stati le leggi sulla sterilizzazione sono state mantenute fino agli anni ’80.
Un evento del genere non può essere dimenticato, anzi è necessario ricordarlo per cercare di abbattere quel muro di ignoranza e ipocrisia che ancora oggi troppo spesso isola e discrimina chi è “diverso dalla norma”.
dott.ssa Chiara Budai
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noncercosoluzioni · 5 years ago
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È notte Grace. Una silenziosa e interminabile notte. Una piccola luce illumina questo pezzo di carta che timidamente tengo tra le mani. Mani che tremano, sussultano a ogni pensiero che ho di te. Avrei voluto dirti tante cose e solo ora, dopo la tua morte, mi rendo conto che è tutto svanito, consumato dal tempo. Eppure qui, seduto su questa scrivania, la mente vaga, svuotata da ogni discorso provato, ogni parola analizzata, ogni emozione sentita.
L’averti persa è stato un imperdonabile errore. Un martellante dolore che mi logora giorno dopo giorno.
L’ultimo schiaffo di una vita che mi consuma, alla quale ho ceduto per mettermi in costante discussione. Sebbene abbia deciso io stesso di vivere così l’esistenza, la mia attuale inadeguatezza nei confronti degli affari e della gestione familiare mi attanaglia. La guerra è ancora oggi un demone che non riesco a uccidere, lo è per tutti qui. Dopo la tua morte sono in bilico e non riesco a perdonarmi.
Non sono bastate le continue lotte di potere, fuori e dentro dai Peaky Blinders.
Non sono bastati gli italiani e neanche gli ebrei. No, la vita è una sofferenza che va vissuta in silenzio, sporcando un vecchio foglio di inchiostro, lontano da sguardi indiscreti. Non possiamo mostrarci deboli. Non posso, non devo. Sei riuscita a frantumare i muri della mia fermezza, della mia determinazione e della mia forza. Per questo mi odio.
Io mi odio Grace.
Mi odio perché dopo tanti anni hai distrutto ogni mia certezza. Dopo tanti anni mi hai reso debole, scioccamente fragile. Mi hai dato un motivo per credere che la vita potesse ancora sorprendermi. Ero accecato, vivevo un’illusione. Nel mio lavoro, nel mio ambiente, non esiste spazio per cedere alla gioia. Non esiste spazio per credere all’amore. Ho ceduto lo ammetto, e con l’amore mi son trascinato dietro il rimpianto.
Il rimpianto di non aver dimostrato di amarti e mettere prima te. Prima di qualsiasi altra cosa. L’onore della mia famiglia, I’orgoglio e il mio ruolo come leader dei Peaky Blinders sono il mio più grande rimpianto. Cinque anni Grace. Cinque dannati lunghi anni per ritrovarmi in questa situazione. Tutto questo è diabolico, una bestia che ti si aggrappa sulle spalle e ti fa sprofondare lentamente.
Nei loro occhi ti vedo, Grace. Negli occhi di tutti.
Posso osservare il loro dispiacere, il loro malcontento, i loro dubbi sulle mie decisioni e sul mio stato fisico. Se solo mi vedessi ora, saresti spettatrice di un uomo distrutto. E adesso non so davvero cosa fare. Tuttavia ho deciso di non mentire più, né a te né a me stesso.
La verità è che l’odio non è altro che un pretesto. Un silenzioso rifugio per non ammettere a me stesso la verità. È semplicemente una maschera. Una proiezione di quello che penso nei miei riguardi. Della mia arroganza e spavalderia.
Ti ho sempre amata Grace, questa è la più grande delle verità.
Ed è con questa verità che urlo con disperazione il tuo nome. Con questa verità hai riportato in vita una parte di me, distrutta dalla guerra. Una fenice che risorge dalle ceneri. Perché in questa casa, ogni cosa è un ricordo di noi. Ogni muro, quadro, tavolo e tappeto. Questa casa siamo noi, in un mortifero dipinto che svanisce. I colori sembrano sempre più grigi e io sto perdendo lucidità, Grace. Non riesco ad affrontare come dovrei gli affari di famiglia. Sono pilotato dalla rabbia e dalla frustrazione.
Il mio freddo raziocinio brancola nel buio, lo stesso buio nel quale vivo dopo la tua scomparsa. Sei stata sfortunata a incontrarmi Grace, è la terrificante storia della mia vita. Chiunque sia vicino a me, prima o poi paga un prezzo per le mie azioni. In questo mondo crudele dove viviamo non esistono il bene e il male, la guerra me lo ha insegnato molto bene. In questa vita esistono solo il rispetto, gli affari e la famiglia, l’unica cosa realmente importante e da difendere.
La famiglia. Eri parte della mia famiglia. Lo ammetto, seppur in ritardo. E mi maledico. Maledico l’esserti stato lontano per tutti questi anni. Oggi, nel buio, riesco ancora a osservare i tuoi occhi. Riesco a vederti come se fosse la prima volta. Di fronte a me sei nitida, danzi con addosso ancora quei vestiti, camicetta bianca e gilet rosso. Un tulipano, splendente e solitario.
Riesco a sentire la tua voce e tu che canti per me. Un canto meravigliosamente triste. Quelle lacrime, ieri come oggi, solcano ancora il mio viso e annacquano il mio whisky. Maledetto whisky, mi brucia in gola come un fuoco. Un implacabile incendio che mi tormenta e allieta al contempo. Non mi fa pensare, non mi fa ricordare.
Eppure è giunto il momento di ricordare. È giunto il momento di affrontarti, per l’ultima volta e da uomo.
Nostro figlio Charles assomiglia sempre più a te. È un ragazzino in gamba, combatto e combatterò sempre per lui, un giorno prenderà con fierezza il mio posto. Anche per lui ti scrivo, anche per lui ti ricordo, con un ultimo tributo.
Questa sarà l’ultima notte in cui mi torturerò. Una lettera dall’America minaccia me, i Peaky Blinders e le mia famiglia. Queste poche parole sono il mio addio per te. Spero tu possa capire, solo tu ne sei in grado. Devo lasciarti alle spalle, per il bene di nostro figlio e dei nostri cari. Questo piccolo e insignificante sfogo rimarrà un segreto tra me e te, silenzioso, come le parole e i gesti che hanno caratterizzato la nostra storia.
Ti ringrazio per avermi ascoltato ancora, per l’ultima volta. Ti ringrazio per aver fatto parte della mia vita e ti ringrazio per avermi fatto dono della capacità di poter vedere il mondo con altri occhi. Poter vedere Thomas Shelby prima della guerra. Ricordarlo e ammirarlo. Lasciare dentro al mio cuore il giusto spazio che merita. Con questa consapevolezza ti ringrazio e ti lascio andare.
Ti ringrazio, addio Grace.
Lettera di ThomasShelby a Grace
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arreton · 4 years ago
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A ventisette anni ci concediamo ancora il desiderio adolescenziale (forse anche prima dell’adolescenza) ed ingenuo di voler piacere alle persone, sprecando un mare di energie nel  fare qualcosa che piaccia loro e/o allontanandoci da tutti perché ‘consapevoli’ che non piacciamo. Perseverare è diabolico, pericoloso. Che poi è pure curioso associare la parola ‘desiderio’ alla nostra persona. Difficile che sia effettivamente un ‘desiderio’, un qualcosa che vorremmo sul serio, dato che noi non sappiamo cosa vogliamo ‘realmente’. Dio mio, come se fosse davvero possibile saperlo, poi. 
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mukamicdramas · 5 years ago
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Diabolik Lovers Chaos Lineage Animate Tokuten Drama CD [Diabolico★ Disolución de la vida~ Melancolía del hijo mayor ~]
Pues este es el primer Tokuten que traduzco así disculpen los errores que cometa, Agradezco a @anshiva por permitirme traducir esto al español (thank you sweetheart
(00:05)
Ruki: Terminé mis tareas domésticas habituales y ahora tengo un descanso para tomar café. Mientras disfruto del aroma del grano de café, estoy mirando el libro de filosofía. Este momento es la oportunidad perfecta para recuperar mi fuerza. Especialmente cuando mis hermanos menores salieron a algún lugar esta madrugada y la mansión se volvió mucho más tranquila que antes. Me siento un poco solo, pero ha pasado mucho tiempo desde que disfruté mi día libre solo.
*Bebé café, pasa la página, los cuervos comienzan a sonar* (uyy como que no se va a poder :v)
Ruki: ¿Hm? Hace mucho ruido afuera. Tengo un mal presentimiento sobre esto. Espero que sea solo mi imaginación.
*Comienza a caminar*
(01:15)
Ruki: ¿Mmm? ¿Qué es esa gran figura ahí afuera?
*Se acerca*
Shu: Zzzz… Zzzz…
Ruki: ¿¡Shu!? ¿Estas Dormido?
Shu: Zzzz…
Ruki: Reiji y sus hermanos lo usan como cebo, y atacarán la mansión cuando no esté esperando esto. Ese debe ser su plan, pero no siento su presencia, ¿No tengo más remedio que ver eso por mí mismo?
*Va hacia Shu*
Ruki: Si viniste a matarme, entonces actúa directamente, Shu.
Shu: Zzzz … ¿Mh? … Zzzz …
Ruki: Si sigues durmiendo, te mataré.
Shu: Zzzz …Ruki: ¿Realmente solo está durmiendo? Hm … Tal vez es demasiado temprano para matarlo. Tengo muchas preguntas que hacerle. Sobre la estrategia de Reiji y los movimientos de sus hermanos. No se puede evitar. ¿Debería llevarlo a la sala de estar?
(02:50)
*El reloj suena*
Shu: Mh … *Bostezo* ¿Eh? ¿Qué es este lugar? ¿Mmm? ¿Por qué estoy atado?
Ruki: Esta es mi mansión. Y te até para que no puedas hacerme daño. Shu, tengo una pregunta para ti. ¿Por qué dormiste en la puerta de la entrada? ¿Viniste aquí por sugerencia de Reiji?
Shu: Sentí sueño mientras caminaba, y me quedé dormido. ¿De qué estás hablando?
Ruki: Ha, ya veo. Reiji es realmente capaz de hacer esto. ¿Entonces no planeas hablar? Pero tengo mucho tiempo. Me contarás todo lo que sabes.
Shu: No se nada. ¡Escucha lo que otros dicen!
Ruki: Eso no puede ser verdad. Tu información sobre el plan de Reiji, los movimientos de sus hermanos y la estrategia adicional se convertirán en datos valiosos.
Shu: Oh, ¿En serio? Ah, no voy a correr, así que puedes hacer lo que quieras. De todos modos *Bostezo* hablar me molesta, me voy a dormir.
Ruki: ¿Entiendes que estás en territorio enemigo?
Shu: Si. ¿Y que? No hay nadie en casa excepto tú, ¿Verdad? Entonces no necesito preocuparme por nada. Puedo vencerte por mi cuenta.
Ruki: ¡No te metas conmigo! ¿Estás tratando de insultarme?
*El timbre suena*
Shu: Suena el timbre. ¿No vas a abrir la puerta?
Ruki: Desafortunadamente, no espero invitados hoy. Quizás eso es parte del plan de Reiji que hizo para rescatarte del cautiverio.
Shu: ¿En serio? Dudo que me salve. (te creo :v)
*El timbre suena*
Shu: Mh? ¿No vas a abrir la puerta? Parece que quieres saber quién está tocando tanto el timbre.
Ruki: Tch … No intentes desatar la cuerda hasta que vuelva. Si intentas escapar, sabes lo que sucederá.
Shu: *Bostezo* Muy molesto. Dije que no voy a correr. Zzzz …
*El timbre suena*
Ruki: Heh, mi precioso día libre.
*Empieza a caminar*
(05:47)
*Ruki abre la puerta*
Ruki: ¿Qué?
Kino: Yoo-hoo, Ruki. Llegas tan lentamente a la puerta. Yo pensé que no había  nadie en casa.
Ruki: ¿Kino? Tch, así que este es el truco de Reiji después de todo.
*Intenta golpear a Kino*
Kino: Wow … ¡Hey, eso es peligroso! ¿Por qué me atacas de repente?
Ruki: Viniste a salvar a Shu por instrucciones de Reiji, ¿Verdad? Para que lo sepas, no voy a darte mi prisionero tan fácilmente.
Kino: ¿Eh? ¿Qué? ¿Entonces Shu también hizo una visita?
Ruki: ¿Eh? ¿Entonces no sabes nada?
Kino: Para nada. Solo vine a tomar lo que olvidé. Ayer, cuando llegué a esta mansión, olvidé mi teléfono inteligente.
Ruki: ¿Qué …? ¿Entraste?
Kino: ¿A quién le importa? Entraré, ¿De acuerdo?
*Entra*
Ruki: ¡Oye, espera!
Kino: No te preocupes, me iré cuando termine de buscar. Bueno … teléfono inteligente, teléfono inteligente … (jajaja lo llama como si fuera un perro xD)
(07:00)
Kino: Mh … ¿Baño? … Entonces no está aquí. *Abre la puerta* Entonces … tampoco aquí. *Cierra la puerta* Mh … ¿Quizás aquí? *Abre la puerta*
¿Tampoco esta aquí? Hm? ¿Este sucio desastre es la habitación de Ayato? Eso significa que … *Abre la puerta* Ja, ja, esta debe ser la habitación de Shin. Oh, sorprendentemente, Shin es una persona limpia.
Ruki: Oye, no te atrevas a invadir el espacio personal de los demás sin permiso. ¿Quieres que te maten?
Kino: Desde el principio querías matarme, ¿No? Entonces no puedo preocuparme por cada detalle. *Abre la puerta* Ah, finalmente lo encontré. Aquí está la sala de estar. Esta mansión tan grande que me perdí.
Ruki: Oye, está por allá.
(8:04)
*Abre la puerta*
Kino: Entonces, teléfono inteligente, teléfono inteligente … Oh … ¿Qué? Shu, ¿Realmente te has vuelto un prisionero?
Shu: Llegas justo a tiempo. Desate esta cuerda.
Kino: No me importa, pero deberías agradecerme más tarde. ¿Bueno?
*Rompe la cuerda*
Ruki: ¡No te atrevas a hacer lo que quieras!
Shu: ¿Y ahora qué? Cállate.
Ruki: Dos contra uno son probabilidades largas, pero no tengo otra opción. Los llevaré a todos a la vez.
Kino: ¿Eh? En realidad no voy a pelear hoy. Te dije que vine aquí para recuperar mi teléfono inteligente que olvidé, ¿No? Aquí está. Así que estoy cansado y me voy a casa.
Shu: Yo también me voy. Aquí hace demasiado ruido.
Ruki: ¡Espera! No te dejaré escapar de aquí. O pelearás conmigo hasta la muerte o te convertirás en mi prisionero y servirás de cebo para atrapar a Reiji. Elige lo que te gusta.
Kino: ¿Eh? Oye, ¿Qué haremos, Shu? Eres mi hermano, así que haz algo.
Shu: No me importa
Ruki: Solo para hacerte saber, desarrollar cualquier estrategia es inútil.
Kino: Ni siquiera pensamos en eso. Pero no estoy de humor para pelear. Cuando acababa de despertar había escuchado la conferencia de Reiji, así que estoy cansado.
Shu: Pelear es problemático, no me interesa eso.
Ruki: En ese caso, ustedes dos obedientemente se convierten en mis prisioneros. ¿Estás de acuerdo?
Shu: Haz lo que quieras. Simplemente no me ates con una cuerda.
Kino: Hm, tienes razón. Me volveré prisionero obedientemente, entonces, ¿Qué condiciones de encarcelamiento nos pueden ofrecer?
Ruki: No se puede evitar. Estarás aquí en la sala de estar.
Kino: Entonces, está de acuerdo. *Se sienta en el sillón* Jugaré con mi teléfono inteligente.
Shu: Y yo me voy a dormir otra vez.
Ruki: Y volveré a leer … ¡Espera un minuto! Te dije que eres mi Presionar, ¿No? ¿Qué crees que estás haciendo?
Shu: Zzzz … Zzzz …
Ruki: Ejem … Acabas de aceptar ser mi cautivo, ¿Verdad?
Kino: Hm … ¿Dije eso? No lo recuerdo. En realidad, estoy ocupado ahora, ¿Podemos hablar más tarde?
Shu: Zzzz …
Ruki: ¡Nh!
*Agarra a Kino y Shu*
Kino y Shu: ¡Wuaa!
Ruki: Nuestro Código de Familia. Artículo 2: Toda persona debe ayudar con la limpieza, la cocina y otras tareas tanto como sea posible. Cuando ves algo lo vas a hacer (esta parte no sabia como traducirla así que le tuve que cambiar el significado :v).
Ahora que se convirtieron en mis prisioneros, obedezcan las reglas de nuestra familia. Ahora, comencemos con la lavandería.
Kino: ¿Eh? ¿Qué estás diciendo?
Shu: Argh, estoy cansado. ¿Por qué yo?
*Ruki jala de Kino y Shu*
Kino: Hey, eso duele. ¡No me jales!
Ruki: El día no dura mucho. No tenemos tiempo para hablar en blanco.
Kino: ¿Eh? ¡Eres muy molesto! Oye, Shu, ¿por qué acordamos eso? Ahora tenemos un gran problema.
Shu: No lo se. Eso no es mi culpa. No lo vi venir.
(11:48)
Kino: Uh … puse el detergente aquí y …
Ruki: ¡No! ¡Es obvio que el detergente debe ponerse en la máquina después de medirlo con una taza! ¡No lo desperdicies!
Kino: ¿Por qué debería saber eso? Todas las tareas del hogar las dejo a Reiji. En ese caso deberías hacer eso, Ruki.
Ruki: Entonces, ¿Qué sentido tiene ser prisionero? Y cómo usar detergente en polvo está escrito en la lista con nuestro código de familia, que les di. ¿No te dije que lo leyeras correctamente? Shu, lee el párrafo revelador en la página 12.
Shu: Ah, ¿Por qué yo? *Pasa las páginas* Artículo 8, párrafo 2. : ”Cuando use un detergente en polvo, mídalo necesariamente con una taza de medir. Está prohibido llenar una taza de medir incluso en 1 milímetro más alto”.
Ruki: Sí, exactamente. Como dice el refrán, “mira los centavos, y las libras se cuidan solas” (what?? xD). Nuestra familia economiza regularmente. Solo por eso …
Kino: ¡Argh! ¡Suficiente! ¡No voy a hacer eso! ¡Paso! Deja que Shu se encargue de esto.
Shu: ¿Por qué me presionas? El que quería ayudar eras tu, ¿Verdad? No voy a hacer eso.
Kino: ¿Qué? Creo que el trabajo no es rentable. Prefiero usar personas. Hazlo.
Shu: De ninguna manera! No quiero trabajar.
Ruki: Hm, piensas como niño después de todo. Como perdedor.
Shu: No me importa. Si eso me facilita la vida, que así sea. Sabes que no somos aptos para las tareas domésticas.
Ruki: Mis hermanos tampoco son adecuados, pero nos ayudamos todos los días. Si eres prisionero, ¡haz lo mejor que puedas!
Shu: No lo creo. Además, es molesto cuando alguien se enoja conmigo. Me niego a trabajar. Ruki, haz el resto.
Kino: Yo también estoy fuera. Pensé que sería un gran mata tiempo, pero ya terminé. *Shu y Kino se alejan*
Ruki: ¡Espera, no los dejaré escapar!
Shu: Entendemos que somos prisioneros, acabamos de regresar a la sala de estar.
Kino: Exactamente. No te preocupes. No conocemos los secretos de nuestra familia, pero podemos informarte sobre el punto débil de Reiji.
Ruki: ¿Dijiste “el punto débil de Reiji”?
Kino: Yeap. ¿Quieres saberlo, verdad? Entonces te dejo el resto. ¡Haz tu mejor esfuerzo! *Se aleja*
Ruki: Tch! Por eso odio a los perros perezosos (jajajaja perros perezosos xD). ¡Acabo de perder mi tiempo! ¡Maldición!
(14:54)
Kino: Mmh … Si no puedo conectarme a Internet, me iré.
*El reloj suena*
Kino: Wow, ¿Ya es tan tarde? Oye, Shu, ¿Ruki todavía lava la ropa o que? Shu! Shu!
Shu: Cállate. ¿Qué deseas?
Kino: Te pregunto si Ruki todavía no regresa.
Shu: No me preguntes. Si tienes tanta curiosidad, búscalo.
Kino: De ninguna manera!. Entonces podría tener trabajo de nuevo. Y además *Bostezo* estoy aburrido. Juega conmigo.
Shu: Me niego. No tengo ninguna razón para codearte.
Kino: Eres tan insociable. Bueno lo que sea. ¿Hay algo aquí con lo que pueda jugar … *Abre un estante* Oh, ¿son los libros favoritos de Ruki? *Pasa las páginas* Demasiadas letras, se ve aburrido. Te vuelves insensible, si lees esto.
*La puerta se abre*
Ruki: Bueno, perdóname por ser un vampiro de cabeza gruesa.
Kino: Oh, no, es broma. Por cierto, te tomó mucho tiempo. ¿Dónde está la comida?
Ruki: ¿Eh?
Kino: Estoy preguntando si la comida aún no está lista. ¿O tal vez tu familia es tan pobre que ni siquiera puedes proporcionar una comida?
Ruki: Por supuesto que no. Pero “Si no trabajas, no comes”. No tengo comida para ti.
Shu: Hm, parece que eres tacaño.
Ruki: ¡¿Qué …?! Un tacaño? Maldición … está bien. Luego calentaré una sopa que comimos ayer para la cena. ¿Estás de acuerdo con eso?
Shu: Filete raro.
Ruki: ¿Filete?
Shu: Filete raro A5. Estoy comiendo solo esto.
Ruki: ¿Me estás tomando el pelo? ¿Una carne de res? ¿Más, rango A5? ¿Y creen que ustedes dos merecen tal comida?
Shu: Si.
Kino: ¡Ahaha! Shu, dices cosas tan graciosas.
Ruki: Tch, exigir una comida sin hacer nada … No sorprende que Reiji te llame “Bueno para nada”.
Kino: Oye Ruki. No me importaría un bistec también. Y jugo de guayaba al 100% por favor. Ah, no compre jugo empacado, solo pon guayaba en la licuadora. Y…
Ruki: Hm, eso es absurdo. No tengo que escucharte.
Kino: ¿Qué? ¿No eres tú el que quería saber sobre el punto débil de Reiji?
Ruki: ¡Ha! Tch … Para que lo sepas, lo haré solo esta vez. Y no te atrevas a hacer algo innecesario. ¿Entendido?
Kino: Sí, sí, lo entendemos. Ok Ruki, hasta luego.
(18:09)
*Cierra la puerta*
Ruki: Me tomó mucho tiempo encontrar una guayaba. Es mejor almacenar estos productos. *Mira el reloj* Una carne para filete, que saqué del refrigerador, ya debe estar descongelada. Necesito volver rápidamente y cocinar la carne para ellos. He … ¿Por qué resultó así? Como prisioneros son absolutamente inútiles. ¿Debo sacar rápidamente todo lo que saben sobre el punto débil de Reiji y matarlos?
*Explosión* (¿Pero que hicieron animales >:v?)
Ruki: ¡Whoo! ¿Que fue ese ruido? Parece que venía del primer piso. ¡De ninguna manera! *Empieza a correr*
(19:00)
*Ruki irrumpe en la cocina*
Ruki: ¡Oigan, ustedes dos! ¡¿Qué estás haciendo?!
Shu: “¿Qué” preguntas? ¿No puedes decirlo?
Kino: Había una carne para filete y decidimos cocinarla primero. Ah, sobre esa explosión … Bueno … allá … Cuando comencé a tocar todo en la cocina, voló … Un poco …
Ruki: ¡¿Voló?!
Kino: Sabes … Hay … um … gran agujero en la pared …
Shu: decírtelo de inmediato, no es culpa nuestra. Es su culpa que haya dejado de lado los productos y que haya llegado tarde.
Ruki: Oh …
Kino: Ah, Shu, ¡La carne! ¿Todavía no está listo?
Shu: ¿Eh? Ah en serio.
Ruki: Me estás … ¿Me estás tomando el pelo? … ¡¿Me estás tomando el pelo? *Se acerca* Hiciste un agujero en la pared de la cocina, trataron la sala como su hogar. ¿Crees que te perdonare? ¿Y cuál es este tono de voz? ¿Mh? El aire acondicionado a 18 grados? ¿No se supone que debe establecerse a 28 grados? *Aumenta la temperatura*
Kino: Oye, ¿Qué estás haciendo?
Ruki: No uses el plato aquí. Si enciendes todos los dispositivos eléctricos, ¡Se fundirán los fusibles!
Shu: Oye, no toques mi carne.
Ruki: Tch, vete. ¡Eres una molestia!
Shu: Quiero decirte lo mismo. Si apagas la estufa, la carne se echará a perder.
Kino: Gracias a Ruki ahora hace calor. Encenderé el aire acondicionado y el ventilador.
Ruki: ¡Te dije que no enciendas los dispositivos! ¡No hagas lo que quieras! *Agarra el control remoto y accidentalmente lo arroja a algún lugar y  toda la mansión explota* (LOL XD QUE MALA SUERTE¡¡¡)
Ruki: Ah … Mi … Mi mansión … ¿Por qué me está pasando esto?
Shu: Heh … Ahora la mansión está bien ventilada.
Kino: ¡Dios mío! P-pero no es mi culpa.
Shu: Es hora de regresar.
Kino: S-sí, tienes razón. Estoy cansado de ser un prisionero de todas formas, de todos modos.
*Ruki agarra a Shu y Kino*
Ruki: ¿A dónde vas?
Kino: ¿Dónde? A nuestra casa.
Ruki: ¿Quién dijo que puedes irte? Ustedes son mis cautivos y deben cumplir con sus obligaciones.
Kino: ¿Eh? ¿He hecho algo?
Shu: Es tu culpa. No debiste sacar el control remoto. Eso no es culpa nuestra.
Ruki: Pero eso sucedió porque viniste aquí. Solo porque mantuve un perfil bajo, eso no significa que puedas forzar tu suerte.
*Ruki va tirando de Kino y Shu*
Ruki: Primero, taparás un agujero en la cocina y la sala de estar. Cuando termines, estarás limpiando el baño y el inodoro. Luego ventanas.
Kino: ¡Espera! ¿Quieres obligarme a hacer un trabajo físico? ¡¿Estás loco?!
Shu: Basta. No voy a hacer esto. Ahh, eso es. ¿Quieres saber sobre el punto débil de Reiji, verdad? En ese caso, puedo decirte eso de inmediato …
Ruki: Lo contarás después de que termines de reparar la mansión. Mientras estés aquí, yo soy la regla. Ahora vamos.
Shu: Ahh, eso realmente apesta. No hay lugar como el hogar, después de todo.
Kino: ¡No! No quiero trabajar ¡Déjame ir! Déjame ir, dije! ¡Maldición! Ruki, ¡te odio!
Fin
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marquise-justine-de-sade · 4 years ago
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Una delle cose che non sopporto è il "Vittimismo".
Fa parte di quella schiera di persone che hanno quella maledetta convinzione che le proprie situazioni e i propri problemi siano sempre più importanti e gravi di quelle altrui. Soffrono di vittimismo anche coloro che pur di non riconoscerti la ragione si auto identificano come vittime assolute del caso. Abitudinari nell'usare un meccanismo quasi diabolico, lento, ma prevedibile che poco a poco può condurti a sentirti realmente colpevole.
Essi, nella loro "Piccolezza" non capiscono che in realtà sono VERAMENTE VITTIME, ma di se stessi e dei loro atteggiamenti.
𝑺𝒊𝒍𝒗𝒊𝒂 𝑵𝒆𝒍𝒍𝒊 © Frasi&Citazioni di Silvia Nelli.
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otxoa-german · 5 years ago
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Lo malo de ser soltero
Vale como dice el titulo; en estos días estuve meditando mucho sobre cosas que tienen que ver con la soltería y todo ese cuento. Capaz si me animo (Apuesto que no), busque también poner lo bueno de estarlo, que seguro hay muchas cosas, pero vamos... ¿Quien putas tiene ánimos de escribir lo bueno?, en definitiva no yo. Quien me empeñare justo ahora en este escrito, en dar una sarta de ideas y situaciones que reconozco, vivido o eh sentido. 
Antes que nada aclaro, me ahorro el cuento de la soledad y esas cosas, porque en verdad eso no es tan malo. Ya que considero que hay que amarse a si mismo y demás, pero eso lo dejo al criterio suyo. 
Bueno ire colocando unos puntos y al final resumire el , lo primero pero no menos importante viene siendo;
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Los amigos:
Bueno estoy seguro que esto lo entenderá mas de un pardillo de turno, pero es un poco incomodo en muchos sentidos esta parte para ser preciso. Venga, que es horrible que todos tus amigos y demas avance y parezcan que han logrado hacer “Clic” con alguien. ¿Por que es pésimo?, porque te deja en esa posición donde por mas bien que te encuentres con tu “Yo” actual, empiezas a cuestionarte. Venga que lo suelo hacer yo que literalmente casi todos los que conozco tiene una pareja super “Perfecta”; obvio quiero creer que en el fondo son un caos y les va pesimo, porque me hace sentir mejor conmigo mismo, pero no quita esa sensacion de “Oh carajo... ellos son tan felices y compenetrados, ¿que carajos estoy haciendo con mi vida?” es que cuestionarse... vaya que es algo que puedo hacerlo con facilidad.
Venga que es un hecho que por mas que lo intente ignorar, cuando alguien cercano tuyo es feliz con una persona de manera sentimental y tu tienes que andar con ello es como si todos tuvieran la comida hecha por sus padres para ir al cole y tu tuvieras que conformarte en comprar en la cantina de turno, por ser un desdichado. Básicamente ello, dejándote un sabor de boca de lo mas agrio por mas que quieras desearle lo mejor, es natural tener un mínimo de envidia.  Es que en verdad es culpa de uno el ponerse en esa posicion, claro no es todo el tiempo y la mayor parte del tiempo eres feliz con la idea de que tus cercanos lo sean y con la persona indicada, mucho mejor... pero igual mosquea, quieras o no.
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Interactuar con el sexo opuesto  (O si eres gay, pues igual con otra persona que lo sepa y sea consciente de tu preferencias): 
Vale seguro no soy el mejor para hablar, ya que quienes me conozcan saben que cuando veo una tia que me agradable, voy tras ella cual diabolico planificador, pero intentare ponerlo lo mejor posible de manera neutral. Estoy seguro que estando solteros les ha pasado que uno tiene modismos o confianza con personas de la cual lo ven normal, hasta que esa persona se casa o tiene una relacion muy “Compenetrada”; donde un ejemplo “Hola baby, como estas?”, donde obvio este es el caso mas diluido-exagerado por asi decirlo. Pero puede pasar que te topes con la pareja de esa persona, dandote una mala cara, bien un disgusto obvio o hasta un “Ella no es tu baby”, porque venga uno es territorial, algunos silencioso y otros muy notorios, pero somos celosos en diferentes escalas. Y obviamente que un sujeto que sea amigo o peor aun, no lo sea le este hablando bonito a tu pareja, siempre causa un poco de mal royo.
Es que esto no solo va con las personas que tienen pareja, sino tambien en el caso de conocer a alguien y querer solo hablar para no sentirte un poco solo o bien pasar el rato. Quieras o no, esta esa sensacion de que la otra persona cree si o si, estas ligando. Es que es como si naturalmente alguien te vea y diga “Bueno, no le veo pareja y me esta hablando muy campante y alegre, capaz quiera marcha conmigo”, y no carajo. Venga capaz solo te hablo porque eres simpatica/o, y queria pasar un buen rato haciendo el capullo con ideas de turno, pero no quitas esa cara de que o bien crees que te dare un cuento de romeo y julieta para seducirte y andas a la defensiva, o bien crees que todo es un “Luego de esto abra royo”; no wey. Capaz solo queria ser amable y simpatico, no por que seas x o z, te querer meter el choripan.
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Eventos sociales:
 Ok, no estoy seguro de a cuantos les habrá pasado esto. Pero a mi si, muchas para ser exacto. Comencemos por el mas comun, es que ir a discotecas o un bar con amigos... siempre va a un sentido raro si esta persona sola o bien con su pareja.
Me ha pasado mas veces de la que quiera contar donde si voy a un bar con amigos, estos si tienen pareja o algo asi... invite a una tercera persona casi por inercia en muchos casos o en otro, terminan por ni siquiera dejar la mesa porque se sienten como “Culpable de dejarte solo”Carajo esto es agobiante, yo lo dire siempre soy muy selectivo con mis gustos, para mi todo depende de que mi instinto me diga “Esta persona, le hablare de mil cosas y me va atraer”, pero cuando me presentas a alguien para ver que surge, enseguida te mirare en plan “No hagas de dios intentando hacer que dos peces se besen”; por que la verdad a mi personalmente no me gusta que me dejen con la otra persona igualmente sola de turno. Porque estoy seguro que igual que muchas otras personas, uno a veces solo quiere pasarla bien con los demas, pero si te meten a otra persona es como ese vistazo de lastima que uno detesta. 
Pero peor es cuando se trata de parejas y van juntos contigo, venga que capaz tu eres super cercano a uno de estos dos o bien los dos, entonces estos no salen a bailar con su pareja, o no dejan la mesa o se les ve realmente buscando una intimidad porque creen que te sentiras desplazado. Dios mio que sean felices, uno disfruta ver a sus amigos en buen royo con sus parejas, nadie le gusta tener a alguien que no sea sus padres con uno en plan incomodo, porque creen que te moriras en pleno trago de chupitos. Me acuerdo que en una salida con una amiga, salimos y esta trajo a su pelo. Y se notaba que no queria dejarme solo porque vine pues, solo. Y yo estaba por dentro “Carajo, salga a besarse o algo, estoy hace media hora viendo a esa chica con Look emo que tiene pinta de besar rico, pero no puedo hacerlo si tengo que fingir ser social con ustedes, vaya larguense a bailar”, pero no pasa.
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Comercio diverso;
 Miren esto es lo que realmente mas me cabrea en la vida... muchas veces eh visto anuncios de diversa formula comercial, pero algo que si es bastante jodido es que a veces las mejores ofertas vienen para las parejas. Me acuerdo cuando estuvo el estreno de los Vengadores End Game, yo realmente queria ver esa peli ese dia en cine. Por lo que fui con dos amigos y uno de estos trajo a su novia, pasandola bomba los cuatro. Hasta que al llegar al sitio, habia una cola impresionante como tambien el visto de que las entradas estaban... EXTREMADAMENTE CARAS, exceptuando si llevabas tu pareja. A lo que casi considere el hecho de hacerme pasar de novio junto el otro chavo, preparando mi mejor interpretacion LGBT si era necesario para no pagar esa pasta. Pero termine por rehusarme ya que realmente no me van para nada esas cosas ni en broma, pero aquello me ha pasado en infinidades de situaciones. 
Sali a un restaurante una vez donde salia con una chica “Genesis, cabrona si alguna vez lees esto va para ti”, la chica en especial fue un polvo terrible... realmente fue un sexo tan caotico que al dia siguiente planeaba el comer con esta para no verme tan mal cuando le dijera “No quiero volver a verte de esa manera”; entonces buscando un sitio agradable para comer un domingo cualquiera... HABIA un maldito restaurante donde decia “Ten uno de los platos a la carta gratis si vienes con tu pareja y os tomais una foto”, esa cabrona me obligo entrar alli y tomarnos la foto. La cual estuve en todo momento con esa sonrisa tipica y incomodad de mi persona, pensando a mis adentros “La sorpresa que se llevara cuando sepa que la mandare a pastar”; cabe aclarar que aquella mujer por obvias razones preferi el dejar el contacto cuando me fui de ese pais. Eso y que estuvo diciéndome que queria hijos, asi que la verdad me dio panico “Idiota no vez que estaba chikito”, doy gracias a ello. Ya que la chica tengo entendido que en la actualidad ha intentado quedar embarazada con cual sujeto se topase, doy gracias a que no fui una victima mas.
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El punto general de todo esto, que obviamente se imaginaran hay otras tantas pero preferi mientras tuviera el calor del momento y las ganas de escribir, que bueno... ser soltero realmente para mi tiene muchas cosas buenas, porque al fin de cuenta yo prefiero estarlo y disfrutar con alguien siendo claro, que sentir que estoy con alguien por el miedo de estar solo. El problema es el contexto general, social y político que toma el hecho de estar soltero, donde siempre parece que las cosas se trastorna en algun punto. La verdad siempre eh sido creyente que las personas estamos muy podridas, venga que dependemos de etiquetas y situaciones en especifico para no sentirnos incomodos o bien, despachado. Pero ese mismo sistema natural de las personas actualmente, termina causando que hayan tantas situaciones innecesariamente agobiante que seguro pasarian si todo fuera mas facil de entender. Pero claro lo entiendo y mas por ser hombre, hay muchos sujetos que prefieren hacerse pasar por un coloquial amigo y meterte toda la amistad hasta las paredes del estomago, asi que la desconfianza y prejuicios estan justificados por una mayoria, lastimosamente... pero no quita el hecho que a veces deseo, que las cosas fueran mas sencillas y no hubiera tantos prejuicios de buenas a primeras. 
En fin, como siempre dire gracias por leer  quien lo aguanto hasta el final mis quejas o divagaciones, asi que besos y abrazos, os deseo lo mejor como siempre a todos. 
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noaaaahblack · 7 years ago
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Mi review sobre Eldarya
Eldarya.
En esta review voy a hablar del episodio 19 de Eldarya, lo que significa que voy a hacer spoilers de capítulos anteriores y de dicho episodio. Si no conoces los episodios y no quieres spoilers, abstente de leer esta review.
©       REPITO: CONTIENE SPOILERS.
Apresurado.
Completamente apresurado, desde que el equipo de Chino y ella, hicieron aquel episodio 13, han metido la pata una vez tras otra. Si bien amo Eldarya –incluso más que corazón de melón a nivel de madurez y trama- y no me quejo,demasiado, porque espero que nos sorprendan, soy capaz a destacar errores por doquier de cosas que quizás no se han pensado para darle un poco de hype a la gente o un poco de odio para esperar ansiosos la próxima entrega del episodio.
El primero fue dicho beso con la poción de Mnémosyne. Gardienne es obligada a olvidar a sus familiares y cuando se niega, la fuerzan a ello. Podemos decir, claramente, que, si son una institución que se supone que está preparada para proteger y ayudar a los demás, que tienen recursos y contactos, ¿cómo, a la primera de cambio, ya actúan presos del pánico? Sí, los humanos los pueden tener asustadisimos por el antiguo ataque que recibieron cuando vivían en la Tierra, pero esos humanos están en Eldarya, que es su planeta. En Eldarya habrá un grupo reducido de humanos  y los demás todos criaturas mágicas y eldaryanos. Disculpame, pero creo que todos los humanos son más débiles que Kitsunes que expulsan fuegos o ogros que te llevan dos o cuatro cabezas y una masa corporal que los cuadriplicaría. No creo que sean tan peligrosos y más si los eldaryanos saben alquimia, tienen poderes y esas cosas, solo tendrían que prepararse y ya. Al menos eso es lo que yo supongo, y más si hablamos de la Guardia de El, que supuestamente, es una sede que protege.
El segundo fue que, en seguida, se esfuma el odio que Gardienne tiene y en el siguiente capítulo, Leiftan y los demás tratan de hacerse las victimas para convencerla de que su odio no la llevara a nada, cuando realmente que ella esté enfadada tiene un montón de justificación. Odie ese episodio.
De un día para otro, automáticamente, todo está mejor, Gardienne lo supera un poco, o demasiado diría yo, y de repente vuelve a ser todo como antes solo que con ligeros toques de te compensaré por parte de los chicos. Aunque parece que Gardienne es fuerte porque no suele pensar demasiado en ello, personalmente, a mí no me parece una conducta normal. Mi madre me olvida y mis amigos, mis gatos y perros o se borra todo y, mi única esperanza, que es volver a casa se ve eliminada, me estaría muriendo, si, tendría que superarlo algún día, resignarme o buscar miles de alternativas en la alquimia, pero los odiaría  tanto y por tanto tiempo. Supongo que juegan con el hecho de que ellos son los únicos que tiene en este mundo y sí, es así, y ella no sabe alquimia, pero joder, te acaban de quitar todo. Si vuelves a casa, no estarás en el mundo humano. Si no te recuerdan, nunca has existido. No eres una persona legal, no tienes papeles, ni dinero, ni un hogar al que regresar, ¿qué harás entonces?
Sinceramente, deberían haberlos puesto a arreglarlo y no bajo las ordenes de Huang Hua, que solo te conoce de un PUTO EPISODIO, o sea, hello, ¿vosotros convivis con Gardienne mil años y una desconocida viene y la respeta más que vosotros? De verdad, que asco. Eso fue otro error, un error completamente de los chicos de la guardia y Miiko, que no tienen realmente buena mano para los problemas. El beso del episodio 18, me hizo sentir realmente un poco extrañada, me parecía que estaban intentando ablandar más la relación, incluso en el anterior, en el picnic en la playa… Gardienne ya estaba como menos susceptible y se “esforzaba” con los chicos, incluso con Miiko, me pareció completamente bonito pero absurdo. Yo aún los odio un poco, sobre todo si me paro a pensar que ella ya no existe en la Tierra y solo los tiene a ellos. ¿Con “novios” como esos… para qué enemigos? Casi prefiero a Naytili.
En fin, básicamente, para mí, lo único que lo ha salvado ha sido Leiftan y Chrome. Chrome que sea malo le da una chispa de misterio al porqué, que se puede intuir por aquello de que su madre murió, pero me emociona, me quedé en shock, me encantó, quizás también me entristeció un poco, sin embargo, es un giro muy dramático, sobre todo porque él parece ser un trocito de pan, incluso mojado, o sea, mira si es blando. Y luego, Leif, dios, de verdad. Lo amé, tanto.
Un daemon, dios mío, creo que podría llorar y todo. Hasta pensé en cambiarme de ruta, el intenso y el diabolico Leiftan me hacen desearlo. Siempre he sido #TeamMalos y Leif lo tiene todo. Me recuerda un poco a un Yandere y sus celos, su posesividad me hacen desear ver como sería si alguien pone una mano en ella. Eso es hype.
Lo de follarse, “prácticamente”, es apresurado.
Los odiabas hace nada, ¿cómo puedes olvidarte de ello solo por palabras bonitas? ¿Y tú dolor? O sea, no me quejó. De hecho amé profundamente esa parte y estaba completamente enloquecida por las cursiladas y los momentos hot pero… si fuera yo, estaría quemando Eldarya o yendome. Prefiero morir a estar en un lugar como ese. O eso pensaría yo. Quiero decir, mejor sola que mal acompañada.
Pero bueno, me gustó igual, supongo que los meses entre medio de episodios, me hacen perder la noción del odio y esas cosas.
Después, solo quería mencionar lo mal que están los de la Guardia. En el episodio HOT, Huang Hua y Ewelein tienen una conversación como diciendo “enviarla a casa no sirve de nada… bla bla bla”. ¿A qué casa? ¡ME LA ROBASTEIS! Y espera, ¿cómo que enviarme a la Tierra? ¡Si estáis hablando de mí, os recuerdo que me dijisteis que no podías hacerlo!
Joder, os juro que odio a la guardia.
Sinceramente, esto hace aguas por todos lados… Huang Hua, creí que me amabas… Ay…
En fin, ¿y vosotras que opináis?
Yo personalmente sacó de este episodio que hay demasiada mierda en el cuartel, que la guardia es una mierda en algunas cosas y que ni siquiera confian en si mismos y que el miedo los domina a la primera de cambio… y Gardienne es una cosita blandita y que yo, desde lo fondo de mí, quiero que Nevra me castigué con esos azotes y que Leiftan me secuestre ya. Y que como persona empática que soy, los sigo odiando, sobre todo a Miiko.
Dejadme notes o opiniones. 
Espero que os haya gustado una yo indignada y encantada despotricando. 
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ginnyoceane · 4 years ago
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.     🔮          #ʀᴀᴠᴇɴғɪʀᴇʀᴘɢ         𝖓𝖚𝖔𝖛𝖆 𝖗𝖔𝖑𝖊!  ◌  the spooky halloween town
Aveva scelto un travestimento semplice e pratico (pigro, come lo aveva definito Cece) per la serata di Halloween. Gli era bastato indossare una t-shirt bianca e sporcarsela di sangue finto, per dire, a chiunque glielo avesse chiesto, che si era ispirato a Billy Loomis di Scream. Da qualche parte nel suo appartamento, ricordava, teneva anche la maschera di Ghostface, ma quella sera Leander non era riuscito a trovarla, ed era andato all’evento senza. Il resort, anche attrezzato in quel modo, gli procurava un certo effetto che avrebbe voluto silenziare con l’alcol, nonostante si fosse autoimposto di non bere oltre un bicchiere o due di birra, rimanendo cosciente e trascorrendo una serata – più o meno – tranquilla. E Ginny l’aveva incontrata durante il suo secondo giro di birra. “Dì a Rossella che francamente me ne infischio.” Citò l’iconico film diretto da Chuck Russell, ‘the mask’, riconoscendo il travestimento dell’amica. “The Mask. Scelta originale la tua, piccola Ginny. Ti stai divertendo?”
Ginny R. Océane Lagarce
Scegliere di partecipare all'evento era un qualcosa che era venuto fin troppo naturale alla veggente, soprattutto perché sapeva che il vestito da lei scelto beh, avrebbe attirato non poco l'attenzione. Un giallo brillante, infatti, brillava nella sera di Halloween, dove il resort sembrava ospitare la scenografia più spaventosa che potessero creare. Sangue finto, occhi iniettati di sangue, ragni, qualunque cosa che potesse incutere timore era presente, per non parlare dei drink e del buffet che era stato preparato, tutto faceva paura. La maschera verde era la scelta più azzeccata per quella festa, la musica era assordante e la sala da bello sembrava essere gremita di persone. Corpi ammassati l'uno sull'altra danzavano a ritmo di musica, metre il corpo della veggente odeggiava lievemente a seguito dei numeros drink bevuti. Non era ancora mezzanotte ma il livello di quella serata avrebbe portato di certo a qualche conseguenza spiacevole. Osservò l'amico di sempre avvicinarsi, con quella maglietta spruzzata di sangue, e un sorriso diabolico comparve sulle di lei labbra. « Piccola Ginny, eh? Non mi chiamavi così da quanto? Ora ho capito, il sangue ti ha dato alla testa, non è vero? » Commentò ridacchiando prima di prendere un altro sorso del suo drink color del sangue. Non sapeva che cosa fosse esattamente, ma il gusto era dolce, intenso e scivolava che era un piacere. « E sì, non è male la festa... Almeno sono uscita di casa e mia madre non mi dà il tormento. Tu, piuttosto? Non dirmi che non avevi trovato altro travestimento... »
Leander Wescott
Le persone intorno a loro ballavano, chiacchieravano tutte con il più alto tono di voce, si dimenavano vorticosamente e ridevano come se partecipare a un evento come quello fosse la cosa più divertente al mondo; ma secondo Leander erano soltanto ubriache. Troppo, per riuscire a capire che non era sicuro bere in quel modo. Anche l’amica sembrava un poco ciucca, e vederla trincare un liquido rossastro dal proprio bicchiere stava diventando un tormento. Lui che non voleva osare perdere il proprio ritrovato autocontrollo mandando giù qualche bicchierino di troppo nel suo stomaco ancora malato, cominciò ad avvertire un principio di quello che sembrava essere un vero e proprio attacco d’ansia: mani sudaticce, labbra secche, cuore sprofondato nello stomaco, improvviso tremore. “Cos’ha che non va il mio costume? Sono l’assassino più spietato di Woodsboro.” Provò a nascondere il suo disagio sorridendo. Tuttavia, gli occhi non smettevano di guardare il bicchiere di Ginny. “Non volevo nemmeno venire a questa festa,” ma sottovoce aggiunse, rivolgendosi a se stesso: “Sarei dovuto restare a casa.” Lo pensava davvero. Ne era convinto anche in quel momento, sotto lo sguardo attento di Ginny. “Tu.. ti stai divertendo?”
Ginny R. Océane Lagarce
Essere brilli ad una festa doveva essere una cosa normale, eppure quando lo faceva Ginny c'era sempre il retro della medaglia. Aveva partecipato a centinaia di feste, il più delle volte addirittura non ricordava nemmeno dove si trovasse eppure ultimamente il fatto di poter ripercorrere quel tipo di vita di tanti anni prima sembrava essere un qualcosa di accattivante. Lasciare andare il controllo era un qualcosa che appateneva al passato, Leander lo sapeva bene, ma sapeva di aver bisogno di lasciarsi un poco andare. Aveva bevuto uno, non più di due drink ma fu quando osservò con più attenzione gli occhi dell'amico che Ginny comprese. Bastava uno sguardo per comprenderlo, quel velo che sembrava gridarle di portarlo via da quel luogo, di salvarlo dalla sua stessa esistenza. Istintivamente la veggente si avvicinò, posò una mano sul volto dell'amico e lo guardò negli occhi, tenendo quel tono di voce che sembrava dover infondere fiducia. « Ehi... Va tutto bene, siamo a una festa, è vero ma possiamo andarcene in qualunque momento. Ma sarebbe un peccato non spaventare ancora qualcun altro... » Commentò con un debole sorriso sulle labbra. A poco a poco il sorriso scemò mostrando così un lato che a poco persone permetteva di conoscere la Lagarce. « Voglio solamente non pensare... Ho bisogno di fare cose normali, partecipare a una festa, stare qui con te... Non è un vero e proprio divertimento nel senso lato del termine, ma sto bene. Vuoi andare a casa? »
Leander Wescott
Quel contatto che non aveva chiesto né preveduto lo scosse, a tal punto che dovette arretrare per impedirle di farlo di nuovo. Non se l’era aspettato – che qualcuno riuscisse a capire come si sentiva in quel momento e che lo evidenziasse in quel modo. Dannazione. Era avanzato di livello da poco più di qualche mese e ancora non si capacitava di come non fosse in grado di prevenire determinate situazioni, vivendole prima del tempo o anche solo intuendo il momento in cui sarebbero accadute. Non voleva che Gin pensasse male di quel suo improvviso allontanamento, si sentiva soltanto... strano, e scosso. “Va tutto bene, posso restare”, nel dirlo qualcosa lo tradì. Forse il tono di voce, un po’ incrinato, o forse il sorriso tirato che provò a rivolgere alla sua amica. Non era da Leander mentire in quel modo così tanto palese, eppure lo aveva appena fatto; e continuò a farlo, mandando avanti una farsa che fungesse a coprire ogni possibile motivo del suo malessere. “Davvero. Sono solo nervoso perché mi sono ripromesso che non avrei bevuto, ma..” rise appena, guardandosi intorno e indicando le persone già ubriache che danzavano e saltavano e urlavano eccitate. “Non è facile, con tutto quest’alcol che c’è in sala. Tu non preoccuparti per me, ok?” Le prese una mano e la strinse, adesso, dolcemente; un tocco amichevole e fraterno nella speranza che non gli venissero fatte domande e che non continuassero a parlare di tutto ciò che lui stava volutamente, ed egoisticamente, evitando. “Solo... non bere troppo.”
Ginny R. Océane Lagarce
La mano, che aveva allungato su quel bel viso, inevitabilmente cadde quando Leander fece un passo indietro, allontanandosi. La veggente si sentì in qualche modo ferita da quel comportamento, eppure lo capiva, forse meglio di quanto non avesse mai potuto farlo chiunque altro. Ogni volta che sentiva qualcuno avvicinarsi più del dovuto, era la stessa bionda a fare un passo indietro, a proteggersi da qualsiasi insidia che si fosse potuta infiltrare nella sua corazza. Osservò quel volto che conosceva così bene eppure così poco con un velo di tristezza negli occhi, ma con un semplice cenno del capo, ella si ritrovò ad annuire. « Okay... » Mormorò la bionda pensando che fosse assolutamente impossibile non preoccuparsi per lui. Tante cose si potevano dire della Lagarce, perfino infinite falsità, ma quando teneva realmente a una persona, ci teneva con tutta se stessa. Osservò le loro mani poi intrecciate, occasione perfetta per distogliere lo sguardo dai quegli occhi prima che potessero scorgere il magone che era nato in lei. Sentiva crescere dentro di lei un nodo in gola, una sensazione quasi di soffocamento che la portò a schiudere le labbra e successivamente a cercare le parole giuste che comunque non sarebbero mai arrivate. « Non lo farò. E Leo? Basta una parola e andiamo via. » Non ebbe il coraggio di guardarlo negli occhi, non voleva mostrarsi debole, come lui non volle mostrare ciò che lo stava turbando in quel momento. Ella indossò il sorriso migliore che poté, fece un lungo sospirò e lasciò andare quelle dita intrecciate che in quel momento sembravano un'ancora.
❪ 𝑭𝒊𝒏𝒆 𝑹𝒐𝒍𝒆. ❫
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martasagts · 5 years ago
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«El hombre que sabía demasiado», se llama una película filmada por el genial, Alfredo Hitchcock, hay un libro sobre sus filmografías y algo de su personalidad [que estoy leyendo], escrito por Gulliermo Del Toro. Esto es para quien le guste las películas macabras y satíricas ácidas, como también para los estudiantes de cine o audiovisual, se lo recomiendo. Bueno me iba por la tangente, en realidad mi tema se trata del poder de información, es un poder que acarrea que muchos intenten y a veces consigan asesinarte. Sucede, también,que no sabes qué hacer con ella, como cuando alguien te cuenta un secreto, pero tú aún no sabes qué lo es, hasta llegar al final de la historia y te escupe un «no se lo digas a nadie». Pienso que nadie debería llevar el yugo o la carga de otro, ya bastante nos vale con los que nosotros mismos tenemos . Ahora bien, puede resultar una acción común en que los dos sujetos están unidos por la misma acción y deciden antes de ejercerla mantenerla de ese modo, ahí deriva un contrato de lealtad. [“Yo hago esto, si tú...», y el otro afirma], pero no puedes obligar a alguien a guardar un secreto sin saberlo o qué no sepa qué garantía tienen saberlo o guardarlo. Muchos piensan que el dinero lo es todo, yo creo que es la información, y justamente qué ahora vivimos en un «tambaleante seguridad »tecnológica, nadie sabe a ciencia cierta quién es quién, o qué sabe este qué se yo.
Hay muchas personas, a veces pienso que son trolls informáticos, parecen ser muy agradables, y no dan la verdadera cara, pueden que quizas yo esté equivocada, de cierta manera, pero no estaré nunca segura quién o quienes son. Esa incertidumbre de no formar y formar parte de esa información o juego que se traen muchos, desgasta el sistema emocional. Aunque no soy muy de inmiscuirme, me gusta intentar imaginarme que se algo, que otros no saben. Es una sensación fantástica, de la cual no necesito hacer entrever mi sabiduría, porque no es necesario. Lo sabes y ya, y eso basta.
Hay que utilizar táctica de «run for cover», porque situaciones inconvenientes, inconstantes e inconvergentes crean dentro de la cotidianidad una inseguridad, te cuestionas si realmente hablas con la persona que quieres o es un usurpador de personalidades, eso en caso extremos, genera una confusión tal, que ya no se puede más, quizás la respuesta sea, obviar todos los parámetros concebidos y volver a empezar tecnológicamente desde cero. Es un vacio, si, porque después de haber deambulado por los pasillos y abrir tantas puertas posibles, en donde todos compartieron y respondieron, pero con ese pero que te paraliza porque te preguntas ¿cómo así?, o afirmas es así. No lo sabes a ciencia cierta. ¿Es un timo, complot, verdad , mentira, soborno, burlas, un juego, amistad o nada?. La información que recibes deja en ese preciso momento, en que te cuestionas e investigas, que es más grande de lo que te imaginas, y parece ser ya un ente burocrático, muy organizado que no se llega a ninguna parte. Información «desinformante», bulos y fakes y luego New fakes, se ha creado como un diabolico juego para dejar más interrogante qué respuestas ,aparte de crear más ignorancia propuesta. Hasta los juegos de las ortografías entran también en este remake. Ya no sé en qué creer. Lo mejor es guardar todos los libros de estudios que puedas, te servirán para rastrear la verdad.
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