#datore di lavoro
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Si chiamano 𝘥𝘢𝘵𝘰𝘳𝘪 𝘥𝘪 𝘭𝘢𝘷𝘰𝘳𝘰, perché il lavoro te lo danno; perché se la moglie rinco, i figli rinco, le sorelle, i fratelli, i cugini rinco e l'amante furba - che lui si scopa nello sgabuzzino, e prima o poi farà saltare la baracca - lavorassero, si chiamerebbero 𝘭𝘢𝘷𝘰𝘳𝘢𝘵𝘰𝘳𝘪.
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Le principali figure per la prevenzione del rischio nei cantieri
Per il buon funzionamento di un cantiere, quello della sicurezza è un requisito imprescindibile, per questo la normativa ha stabilito tutta una serie di misure di controllo e di responsabili per prevenire i rischi in agguato in questo tipo di attività.
I principali rischi per la sicurezza nei cantieri
Nei cantieri possono essere individuati due principali fattori di rischio: i rischi per la sicurezza e i rischi per la salute.
I rischi per la sicurezza sono tutti quei pericoli originati dai macchinari o dai materiali presenti nel cantiere. Stiamo parlando di pericoli come quello costituito dal ribaltamento di una macchina, oppure dalla possibilità di seppellimento in quei siti nei quali siano presenti scavi più profondi di un metro. Anche quello di folgorazione fa parte dei rischi per la sicurezza e il pericolo di lesioni, causate sia da sostanze tossiche, sia da cadute dall'alto.
I rischi per la salute, invece, sono costituiti da tutti quei fattori che possono mettere in pericolo il lavoratore causandogli malattie professionali. A questa categoria appartengono il rischio da rumore, che può provocare sia traumi all'udito che altri problemi a livello fisiologico e psicologico, e il rischio da movimentazione manuale dei carichi. Questi rischi possono verificarsi durante le attività di trasporto o sollevamento di un carico da parte del lavoratore, lo sforzo, oltre a determinare un aumento dei ritmi cardiaci e respiratori, incide negativamente su articolazioni e colonna vertebrale.
Le norme di legge che regolano la sicurezza in cantiere
L'ambiente del cantiere, per tutti i pericoli insiti, non può certamente essere trascurato nella normativa di riferimento in materia di salute e sicurezza sul lavoro: il Testo Unico.
Il dlgs 81/08, nel capo I del titolo IV e in particolare nell’allegato XIII, stabilisce le misure che devono essere messe in atto per la prevenzione dei rischi nei cantieri, nel settore delle costruzioni e nei lavori in quota.
La normativa prevede la redazione dei documenti di sicurezza e la messa in atto di prescrizioni di sicurezza (come l'adozione di dispositivi di protezione individuale - DPI) per scongiurare potenziali rischi. Oltre a questi sistemi di prevenzione, sono indicate precise figure che devono vigilare sulla loro attuazione e assistere i lavoratori.
Le figure chiave della sicurezza in cantiere
Queste figure chiave che hanno il compito di organizzare, gestire e monitorare la sicurezza nel cantiere sono:
Committente e/o responsabile dei lavori
Colui che commissiona il lavoro sull'immobile, ad esempio il proprietario. Egli dovrà verificare l'idoneità tecnico-professionale delle imprese coinvolte e richiedere la dichiarazione dell’organico medio annuo e il contratto collettivo applicato.
Sempre al committente sta la responsabilità di trasmettere all'amministrazione concedente, prima dell'inizio dei lavori, copia della notifica preliminare, il DURC (Documento Unico di Regolarità Contributiva), la dichiarazione della verifica dell'idoneità tecnico-professionale e quella dell'organico medio annuo.
Il committente potrà nominare un Responsabile dei lavori, affidandogli i suoi compiti.
Coordinatori per la sicurezza CSP e CSE
Nel caso in cui, nel cantiere siano presenti più imprese, il responsabile dell'impresa designa dei coordinatori alla scurezza per gestire il lavoro.
Il coordinatore alla sicurezza in fase di progettazione (CSP) si occupa di redigere il piano di sicurezza e coordinamento che riporta le informazioni essenziali per utili alla prevenzione dei rischi per i lavoratori del cantiere.
Il coordinatore della sicurezza in fase di esecuzione (CSE) verifica l'attuazione dei piani di sicurezza e vigila sullo stato del cantiere. In caso di bisogno può intervenire per riprogettare la sicurezza a fronte di modifiche al progetto.
Il datore di lavoro, il dirigente e il preposto dell’impresa affidataria
Il datore di lavoro è il responsabile dell'impresa a cui sono affidati i lavori. Agisce di persona o tramite i dirigenti o i preposti responsabili al fine di garantire l'integrità e la corretta informazione dei lavoratori oltre alla nomina delle figure chiave per la sicurezza.
Il RSPP
Il responsabile del servizio di prevenzione e protezione (RSPP) ha il compito di mettere in atto tutte le procedure di sicurezza previste per la tutela del lavoratore e la prevenzione dei rischi. Si confronta direttamente con datore di lavoro, medico competente e RLS per delineare la migliore strategia. I corsi di formazione per RSPP si dividono in due moduli per la formazione specifica e richiedono corsi di aggiornamento ogni cinque anni.
Medico competente
La figura in possesso dei titoli professionali e dei requisiti previsti dal Testo Unico che collabora con il datore di lavoro per disporre il protocollo di sorveglianza sanitaria, per la tutela della salute dei lavoratori.
Il lavoratore
Svolge materialmente il lavoro nei cantieri e ha il compito di osservare le disposizioni di sicurezza per prevenire danni a lui e ai suoi colleghi, oltre che segnalare eventuali malfunzionamenti.
Il RLS
Il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (RLS) rappresenta i lavoratori in merito alle questioni che riguardano salute e sicurezza sul lavoro. Da voce alle esigenze degli altri dipendenti e può proporre soluzioni a eventuali pericoli individuati (ma non si occupa della messa in atto delle misure di sicurezza).
Addetti alle emergenze
Lavoratori che vengono incaricati di mettere in atto tutte le misure di sicurezza previste. Vengono designati dal datore di lavoro e si dividono in addetti antincendio ed evacuazione e addetti al primo soccorso.
Quali documenti è necessario compilare?
Oltre alle figure che vigilano sulla sicurezza, il dlgs 81/08 stabilisce anche una serie di documenti da compilare:
Pimus: piano di montaggio uso e smontaggio dei ponteggi, obbligatorio quando vengono impiegati i ponteggi nel cantiere. Deve essere redatto dal datore di lavoro;
PSC: piano di sicurezza e coordinamento; viene compilato prima che inizino le attività lavorative quando, nel cantiere, saranno impiegate più imprese esecutrici. Serve a stabilire i potenziali rischi alla sicurezza. Il documento dovrà anche riportare l'identificazione e la descrizione dell'opera e una descrizione delle caratteristiche idrogeologiche del terreno;
POS: piano operativo di sicurezza, elenca invece tutte le misure di sicurezza da adottare all’interno del cantiere.
Preparare PSC e POS necessita di attenzione, anche per non incappare nelle sanzioni previste per eventuali irregolarità o inadempienze. Per questo motivo potete affidarvi a imprese esperte per la redazione dei documenti PSC e POS e per la consulenza in sicurezza sul lavoro, che si avvalgono di professionisti adeguatamente formati in materia di salute e sicurezza sul lavoro.
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Mobbing sul luogo di lavoro: analisi del fenomeno da un punto di vista giuridico
Mobbing sul luogo di lavoro: analisi del fenomeno da un punto di vista giuridico
Con il termine mobbing si intende quell’insieme di comportamenti vessatori perpetuati sul posto di lavoro a danno di una specifica persona. Lo scopo è sicuramente quello di emarginarla, minandone la dignità personale e professionale, nonché certamente la salute psicofisica. (more…)
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Quando sei l'elemento diversamente etero del gruppo e trovi un'immagine stupenda dopo che il papa ne spara una delle sue, la domanda in chat sorge spontanea:
E il gruppo è subito pronto ad accontentarti:
#france' regalaci altre gioie prima del tuo inevitabile meet & greet con il tuo datore di lavoro#frociaggine#pope#pope francis#italy
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ho buttato la frecciatina sul darmi l'aumento, ma ahimè il direttore è così cretino che per capire dovrei fargli il disegnino.
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Negoziare il Salario: Tecniche per Ottenere un Aumento
Negoziare il salario è essenziale per crescere nella tua carriera. Non è solo per la sicurezza finanziaria, ma anche per dimostrare il tuo valore all’azienda. Con buone tecniche di negoziazione, puoi ottenere un aumento significativo. È importante prepararsi bene, facendo ricerche sul mercato e la situazione aziendale. Questo ti aiuterà a chiedere l’aumento nel momento giusto, con dati a…
#Aumento stipendio#Contrattare il salario#Miglioramento salariale#Negoziare con il datore di lavoro#Negoziazione salario#Rimborso salariale#Strategie di aumento#Tecniche di negoziazione
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Siamo al paradosso.. Nel nostro Paese abbiamo imprese che hanno ormai piu' della meta' della loro forza lavoro composta da immigrati ( ex irregolari); abbiamo imprese agricole che campano sulle spalle di una immigrazione completamente irregolare pagata 3-5 euro l'ora, quando va bene ; un'edilizia che senza questa gente sarebbe un ricordo come lo sono i dinosauri; grandi e piccoli proprietari immobiliari che affittano le loro case agli immigrati perche' rendono il doppio; ristoratori, pizzerie, alberghi e artigiani vari che senza quel tipo di manodopera non alzerebbero piu' le loro serrande; famiglie a cui servono domestici e badanti per curare le loro case e i loro anziani altrimenti sarebbe una catastrofe sociale ma poi, tutti insieme e tra scroscianti applausi, sono la base militante di un governo che ha come bandiera principale la cacciata degli stranieri dal sacro territorio italico, dando la colpa di "certe presenze indesiderate" ai partiti di sx. Un appoggio convinto e inossidabile. Dire paradosso lo trovo anche limitante. A me pare roba da alta psichiatria. Come e' da psichiatria una opposizione che non sa evidenziare certe condizioni di un popolo "chiagni e fotti", non sa usare l'arma del sarcasmo o non la vuole usare per non irritare il "buon patriota". Una come la Schlein non la sveglia nemmeno la tromba di Rin-tin-tin perche' non sa proprio di cosa parla e non conosce i trucchi del fare opposizione. Per esempio, il decreto flussi in approvazione. Cosa costa proporre un emendamento piccolo ma che puo' creare scompiglio? Visto che parliamo di manodopera da far venire in Italia richiesta dagli imprenditori, il documento principe dovrebbe essere il passaporto (o documento simile) e piu' di tutti, il visto d'ingresso. Sei entrato in Italia dopo la data di richiesta? Ok..Eri in Italia da prima o non hai un documento? Allora sei un clandestino! Niente regolarizzazione e il datore di lavoro multato per 10mila euro per non aver rispettato le norme di richiesta che vanno fatte solo per persone che arrivano dai loro Paesi di origine.... Ci vuole un genio per certe proposte come opposizione? Fa schifo vedere poi i fan di certe propagande barcollare come vecchi ubriachi e balbettare ma..ma..ma.. perche' sanno che il Paese andra' a catafascio senza certa manodopera? E dai, cavolo!! Svegliaa !!! @ilpianistasultetto
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Discorso tenuto da Daniele Leppe davanti al papa nella Basilica San Giovanni in Laterano, in data 25 ottobre 2024.
Ringrazio Sua Santità e ringrazio il Vicariato di Roma per questa opportunità unica. Nel ringraziarLa Le rappresento una realtà invisibile, quella di una trincea dove anche Dio ha abbandonato tutti.
Credo di essere la persona meno adatta a raccontare il disagio che vivono le nostre periferie.
Nella vita di tutti i giorni faccio l’avvocato. Sono nato in un quartiere popolare di Roma, figlio di un impiegato e di una casalinga, una famiglia semplice che mi ha dato la possibilità, con molto sacrificio, di studiare. Per questo ho deciso di restituire ai quartieri dove sono nato e cresciuto un po’ della fortuna che ho avuto. Ho messo a disposizione la mia professionalità per aiutare le persone più semplici, gli ultimi quei dannati che non sanno di esserlo, gli abitanti dei quartieri popolari di questa città, troppo spesso dimenticati, che troppo spesso tornano ad essere cittadini come gli altri solo in occasione delle campagne elettorali.
Al di fuori della mia attività lavorativa, esercito il mio volontariato professionale in due quartieri difficili di Roma: Tor bella monaca e il Quarticciolo.
Il primo, nato nei primi anni ‘80, rappresenta l’ultimo intervento di edilizia pubblica fatto nella capitale, che doveva essere un quartiere modello e che, invece, è diventato il terzo carcere a cielo aperto della capitale: ci vivono ben 800 persone agli arresti domiciliari.
Il secondo, il Quarticciolo, anch’esso ultimo quartiere popolare edificato, ma questa volta durante il fascismo, negli anni 40, che è rimasto tale e quale a 80 anni fa.
A Tor bella monaca collaboro con l’associazione Tor Più Bella di Tiziana Ronzio; una donna che da sola combatte una lotta senza sconti, e per questo paga lo scotto dell’isolamento umano, contro gli spacciatori, che dispensano la vita e la morte in quel quartiere. Tiziana è riuscita, da sola, a liberare dal controllo della criminalità organizzata il suo palazzo, in via santa Rita da Cascia, con un effetto domino su tutto il comprensorio di case che costeggiano la via.
Ha lottato per i suoi figli e per le persone che vivono nel suo palazzo, e per questo paga un prezzo altissimo.
Vive sotto scorta ogni ora della sua giornata perché la sua vita è in pericolo. Non può uscire da sola nel quartiere. Riceve continue minacce da parte della criminalità organizzata mentre le Istituzioni non riescono ad andare al di là di una solidarietà formale.
Non sappiamo nemmeno quante persone abitino in quel quartiere.
Le statistiche parlano di 28000 persone, ma poiché molti degli immobili pubblici sono occupati, i dati non corrispondono alla situazione reale. Nel quartiere ci sono 14 piazze di spaccio. Gli spacciatori, il primo datore di lavoro del quartiere, pagano le vedette, i pusher; le famiglie che nascondono la droga nel proprio appartamento, corrompono l’anima dei giovani e privano le persone di un futuro dignitoso.
C’è una presenza altissima di ragazze madri con figli nati da relazioni diverse, con mariti ristretti in carcere. Di anziani disabili. Di povertà, educativa e alimentare. Accanto a un tessuto sociale straordinario colpisce, nell’anno giubilare, l’assenza delle Istituzioni, che intervengono nel quartiere solo come forza repressiva e per questo sono viste come nemiche, incapaci di comprendere il disagio e le difficoltà di chi vive nella povertà.
Sembra di assistere ad una sorta di tacito patto sociale in questa città.
Nei quartieri poveri della capitale viene lasciata vita facile alla criminalità organizzata più invadente, per consentire agli abitanti della Roma bene di vivere in tranquillità.
La mia attività, in realtà, non è tanto giuridica: il più delle volte mi occupo di collegare i fili immaginari fra i poveri diseredati e le Istituzioni, per risolvere problemi che altrove sarebbero semplici, ma che in condizioni di povertà diventano insormontabili.
Le condizioni di degrado umano, abiezione, povertà, sono indicibili.
Donne che vendono il proprio corpo per comprare la droga, genitori in mano ad usurai per pagare i debiti contratti dai figli, bambini che crescono con i nonni, famiglie distrutte dalla droga e dalla povertà.
Quattro mesi fa ho partecipato ad una messa tenutasi in ricordo di un bimbo morto nel quartiere a causa dei ritardi nei soccorsi provocati dalla rottura di un ascensore e di una ragazza morta investita lungo via di Torbellamonaca.
La messa si teneva di domenica mattina, dietro la famigerata R5, un complesso popolare situato in via dell’Archeologia attualmente in ristrutturazione. Per entrare nel complesso ho contato 4 ingressi. Ognuno di questi ingressi era presidiato da spacciatori che, come in una sorta di confine immaginario, segnano l’ingresso fra il dentro e il fuori. Questo accadeva in pieno giorno, senza alcun imbarazzo, a pochi chilometri da qui.
Quando iniziai a lavorare nel quartiere ho conosciuto una donna che viveva prigioniera degli spacciatori. Il figlio aveva contratto un debito con uno di essi. Non riuscendo a pagarlo, è fuggito. Alla madre hanno bruciato l’attività imprenditoriale per vendetta. Non sa dove è andato a vivere il figlio e non vuole saperlo. Lo fa per proteggerlo. Lo sente solo con telefoni usa e getta. Lei continua a vivere nello stesso quartiere dove è cresciuto il figlio e dove riceve le minacce dei criminali per il debito contratto del figlio. Sembra un altro mondo. Siamo a 10 km da San Giovanni. Non sembra di essere in un paese ricco, in una democrazia liberale.
Il Quarticciolo, invece, è l’esempio dell’abbandono pubblico - né più né meno come Tor bella monaca - e della capacità delle persone di reagire, costruendo una speranza concreta per i più poveri.
Li collaboro con un’associazione; Quarticciolo ribelle, composta da ragazzi e ragazze che, finita l’università, hanno deciso di andare a vivere in quel quartiere, cui si dedicano giorno e notte.
Anche il Quarticciolo è una nota piazza di spaccio di Roma.
Come tutti i quartieri di edilizia popolare, la povertà economica e sociale e l’abbandono del patrimonio pubblico da parte delle Istituzioni costituiscono l’humus ideale per la proliferazione della criminalità.
In quel quartiere gli spacciatori smerciano la loro roba seduti su comode sedie agli angoli delle strade, in particolare vendono crack, che trasforma i ragazzi che ne fanno uso, in zombie che girano come morti per il quartiere. È un quartiere dove la polizia di Roma capitale ha paura ad entrare e ha bisogno di un parcheggio privato per i propri poliziotti per evitare che le macchine siano vandalizzate, dove gli spacciatori minacciano gli operai delle ditte dell’Ater in occasione dei interventi per la manutenzione degli stabili, e tanto altro ancora.
I ragazzi di Quarticciolo Ribelle costruiscono, invece, giorno per giorno, un’alternativa possibile, con il loro esempio e con le loro attività.
Nel quartiere hanno realizzato una palestra popolare dove i bambini e le bambine sono seguiti, direi accuditi, e tenuti fuori da ambienti malsani.
I familiari i che non possono permetterselo, non pagano rette. Questi ragazzi, che come detto si sono soprannominati Quarticciolo Ribelle, hanno organizzato il doposcuola per i bambini.
Hanno creato, nel deserto, un ambulatorio sociale che interviene laddove lo Stato arretra.
Cercano di creare lavori, fornendo un’alternativa concreta, con un birrificio, una stamperia.
Come dicono loro, dove tutto chiude, noi apriamo.
Supportano le famiglie nei colloqui con i servizi sociali e nei colloqui scolastici.
Collaborano con l’università nell’immaginare un possibile alternativa.
Coprono buchi.
Danno ovviamente fastidio. Innanzitutto alla criminalità, che prospera laddove è maggiore il bisogno. Ma anche alle Istituzioni. Sono sentinelle attive che denunciano, senza sconti, le loro mancanze, le loro lacune.
Raccontano di come i prezzi delle case, sempre più insostenibili, allontano i poveri dalla loro città, trasformata in una Disneyland per ricchi e turisti.
Collaboro con associazioni scomode con problematiche insostenibili.
Perché la povertà e l’abbandono sono scomode.
È più facile costruire una cancellata, un recinto, un ghetto, per occultare la realtà che dare risposte concrete ai bisogni dei poveri.
Con tristezza infinita sono costretto a constatare che gran parte degli interventi pubblici delle Istituzioni per onorare il giubileo, nato anche per la promozione della dignità di ogni persona e per il rispetto del creato, non siano stati investiti e utilizzati per dare dignità agli abitanti più sfortunati della nostra città ma per rendere più comodi, belli e sicuri i quartieri bene della Città Santa che santa non può essere se non apre gli occhi sulle povertà diffuse che la popolano.
#roma
#giubileo
#periferie
#realtà_vs_belleparole
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Nel 1999, la riforma Bassanini sull'organizzazione del governo istituì l'Agenzia delle entrate, una delle quattro agenzie fiscali, insieme all'Agenzia delle dogane, l'Agenzia del territorio e l'Agenzia del demanio, preposte a svolgere le attività tecnico-operative che prima erano di competenza del Ministero dell'economia e delle finanze. Queste entrarono in attività a partire dal 1º gennaio 2001.
I nostri politici hanno permesso ad una sorta di "Agenzia" definita delle Entrate, di potersi sostituire allo Stato per poter vessare contribuenti di ogni genere.
Chi nel periodo definito "del covid" a avuto problemi di blocco del lavoro e mancati guadagni si è "attaccato al tram" ma una istituzione statalizzata è diverso...
Questa notizia è indicativa di come il "pregiudizio" nei confronti di un agenzia (a delinquere) ad essere inadempiente nei confronti dello Stato stesso, ovvero del suo datore di lavoro.
Il pregiudizio nei loro confronti si conferma del tutto reale e confermato dai fatti.
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Indignatevi per i vivi.
Trent’anni senza vederli
di Fabrizio Tesseri
Facile indignarsi per i morti. Al massimo dura fino al funerale, poi tutto come prima.
Bisognerebbe indignarsi per i vivi.
Ma noi non li vediamo, i vivi. Letteralmente.
A volte non li vediamo al punto da travolgerli di notte sulle strade di campagna, scaraventandoli nelle scoline con le loro biciclette, quando va bene. Quando li vediamo è perché indossano quei gilet catarifrangenti che noi abbiamo in macchina in caso di incidente. Quando li vediamo è, appunto, un caso, un incidente.
Però non è che li abbiamo rimossi, propio non li abbiamo mai considerati.
Eppure sono decenni che sono qui, almeno tre decenni. Trent'anni fa, per esempio, alcuni singalesi e indiani, molto giovani, erano ospitati in un piccolo hotel fuori mano, trasformato da allora in una sorta di residenza per stranieri. È in campagna, ma era appiccicato ad un paio di grandi industrie, allora.
Da anni, al posto della più grande, la Goodyear, è rimasto un rudere e, con ogni probabilità, amianto e altri rifiuti sepolti sotto terra e sotto una memoria labile che ha cancellato i morti e i disoccupati.
È rimasta la fabbrica di alluminio, la sola piscina da 25 metri sul territorio e quel vecchio hotel malandato.
Beh, trent'anni fa, un misto di delinquenti e fascistelli (si lo so, è ridondante, sono sinonimi) andarono a picchiare i rifugiati in quel vecchio alberghetto. Per la verità, le presero per bene.
Ci fu tensione, venne organizzata una manifestazione di solidarietà, la polizia schierata in forze manco fosse un derby di quella che era la serie D del tempo, riuscì a picchiare chi manifestava solidarietà e il risultato fu che tutti ci distraemmo. Quasi tutti.
Alcuni da anni seguono e denunciano le condizioni dei migranti nella Pianura Pontina, su tutti Marco Omizzolo.
La maggior parte di noi però, semplicemente, non li ha mai visti.
Eppure sono tanti, lavorano nelle serre, nelle campagne, quasi tutti maschi, dormono in vecchie case o stalle, quando va bene. A decine, tutti insieme.
Qualcuno però ha fatto il salto sociale e ha aperto un negozietto oppure è stato fortunato e non solo è sopravvissuto, ma ha trovato anche un buon datore di lavoro, non un padrone, e ha messo su famiglia.
E allora vivono per lo più nei centri più o meno storici e ci sono i ragazzi nelle nostre scuole e per la quasi totalità dei nostri figli sono loro compagni, senza aggettivi o caratterizzazioni. Loro li vedono.
Noi queste famiglie, non gli altri, le vediamo solo perché vivono accanto a noi. Più colorati nei vestiti, odori diversi, magari più confusione, e in alcuni quartieri quelle donne e quegli uomini arrivati da lontano sono i soli a parlare con i "nostri" vecchi, soli dietro le persiane accostate al sole. Sono gli unici che si affacciano a vedere come mai la signora oggi non si è vista e magari sta male e ha bisogno.
Però, gli altri non li vediamo.
Ma vediamo il prodotto della loro esistenza.
Vediamo i prezzi della frutta e verdura in offerta sui banchi dei supermercati. Compriamo contenti il Sottocosto. Ammiriamo la villa e la fuoriserie dei loro Padroni.
Questi, spesso ma non sempre, hanno cognomi tronchi, che finiscono per enne, si tratta di famiglie che hanno avuto la terra nel ventennio, pezzi di famiglie del nord smembrate e portate a colonizzare la terra redenta. Coloni. Ma di cosa? Qui ci vivevano i Volsci, forse anche avanguardie di Etruschi e i Romani, di sicuro, che hanno lasciato il loro segno e la Regina Viarum. Coloni di cosa, dunque?
Gente che ha conosciuto la povertà, la fame, la guerra, la malaria, i lutti, la fatica indicibile.
Uno si aspetterebbe che se uno ha vissuto questo, mai farebbe vivere lo stesso o di peggio ad altri esseri umani e invece...ma allora, come è possibile? Perché?
Forse perché abbiamo dimenticato. Forse perché negli ultimi trent'anni abbiamo buttato nell'indifferenziato il concetto di comunità.
Abbiamo smesso di vedere l'altro ma solo quello che l'altro ha. E abbiamo voluto arricchirci o almeno illuderci di farlo. Abbiamo smesso di dare valore e iniziato a dare un prezzo, a tutto.
E quando dai un prezzo a qualsiasi cosa vuol dire che sei in competizione e la competizione porta a voler prevalere e finisce che bari pure con te stesso quando fai i solitari.
E tutti siamo contenti di comprare le zucchine a 0,99 euro al chilo e il Padrone compra un altro ettaro e abbassa la paga da 4,50 euro l'ora a 4 euro, preserva il margine di profitto, la grande distribuzione apre nuovi scintillanti ipermercati, noi oltre le zucchine compriamo i pomodori maturi, si fa per dire, a marzo.
È una magia!
Qualcosa di inspiegabile. Qualcosa di invisibile.
Tranne che ogni tanto.
Quando sotto una macchina non finisce una volpe ma un ventenne troppo stanco da scordare il gilet catarifrangente.
Tranne che ogni tanto, per un incidente sul lavoro o una rissa tra disperati.
Ma dura poco, meno della pubblicità tra il TG e i Talk Show della sera.
C'è il volantino delle offerte nella cassetta postale, sabato si fa spesa.
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Quando mi capita di fare domande che potrebbero essere interpretate come domande retoriche in senso polemico, normalmente premetto: "È una domanda vera, non sto facendo polemica".
Ecco, questa è una "domanda vera".
La storia di quel povero bracciante indiano massacrato da un macchinario e buttato in strada come un rifiuto perché "non in regola" penso sia tristemente nota a tutti. Stavo distrattamente ascoltando uno dei tanti dibattiti a colpi di retorica in televisione sull'avvenuto, dove c'era chi dava contro alla Bossi-Fini, chi agli imprenditori, chi al sistema giudiziario (sembra che il datore di lavoro di quel ragazzo fosse già indagato per caporalato da cinque anni) e una delle affermazioni dell' appartenente a un qualche sindacato, era che gli imprenditori dovrebbero richiedere al governo il numero di lavoratori stranieri di cui hanno bisogno in modo che il governo possa regolare i flussi migratori in base a queste richieste ed eventualmente formare i lavoratori prima di farli venire in Italia per portarli direttamente presso le aziende che li hanno richiesti. Che detto così sembra un metodo fantastico. E naturalmente (com' è giusto e sacrosanto che sia) tutta questa forza lavoro dovrebbe essere messa in regola, secondo norme e leggi dello Stato Italiano. Giustissimo. Al che il commento della presentatrice è stato "Sì, così un kg di pomodori li paghiamo 5€". Ecco. E non solo. Io immagino il commercio mafioso di "posti di lavoro" che fiorirebbe (Siamo in Italia!) se una tale normativa venisse realizzata.
Solo a me tutta questa sembra un' assurdità senza soluzione?
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UCCISI VS MORTI
Non pensavo fosse necessario ma dopo alcuni commenti e messaggi legati al mio post precedente (soprattutto su FB e IG) devo specificare alcune cose: OVVIAMENTE Hamas è una merda e non rappresenta il popolo palestinese (c'era veramente bisogno di dirlo?!) La resistenza palestinese esiste ed è eroica perché il popolo palestinese rappresenta esso stesso il concetto di resistenza eroica se da 75 anni ti violentano la famiglia e la terra che ti appartiene. E non mi riferisco ovviamente alle azioni di una formazione armata fascista islamica che fa gli interessi di altri. Sarò sempre dalla parte delle donne che urlano in faccia ai soldati e ai bambini che lanciano molotov contro i blindati, se volete una versione più "romantica", ma la storia parla da sé, la creazione forzata di Israele è stata l'inizio di una guerra infinita che tutt'oggi porta beneficio a chi vuole mantenere l'assetto mondiale squilibrato. È (e sarà sempre) una questione di potere, militare e d'informazione. Per i giornalisti italiani gli israeliani continueranno a essere stati "uccisi" mentre i palestinesi saranno sempre "morti". È una differenza enorme, per chi legge/ascolta. Ecco perché siamo il 41esimo Paese per libertà di stampa. Servi e lecchini verso ogni tipo di potere, che sia il datore di lavoro, l'Europa, gli USA o quei poveri israeliani che piangono mentre sganciano bombe al fosforo. Saluti.
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Alcuni posti dove si nascondono la motivazione e la crescita.
Nell'amico che rivela le tue confessioni a qualcun altro. Nel datore di lavoro che ti tratta come una pezza. Nel professore che ti bolla come uno sfigato. Nel vicino che oggi ti saluta e domani finge di non vederti. Nel professionista che abusa del suo ruolo. Nel bugiardo che ti considera un suo strumento. Nel partner che rimanda continuamente la responsabilità di una relazione. Nello specchio, ogni volta che credi che a cambiare devono essere gli altri.
La motivazione, al contrario del potere, è il focus che serve a inquadrare un problema e a rispondere (non reagire) in modo funzionale.
Cioè a migliorare te stesso in una direzione evolutiva.
Tutte le altre opzioni ti fanno diventare come coloro che ti hanno trattato di merda. La maggioranza così si comporta, ed è per questo che la società fa tanto schifo.
#zombie#società#società malata#svegliatevi#aprite gli occhi#sistema#manipolazioni#verità#schiavi#mondo marcio#rincoglioniti#crescita personale#crescita interiore#consapevolezza#auto osservazione#volontà#discernimento#responsabilità#motivazione#lavoro su di sè#conosci te stesso
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È successa una cosa talmente assurda che riguarda il mio ex datore di lavoro, che io ancora non riesco a crederci. Ed è da due ore che scuoto la testa e dico di essere shockata ma davvero io boh è assurdo. E devo raccontarlo a tutti. E domani esco con mio moroso a pranzo e non vedo l'ora di raccontarglielo e farglielo sapere (e se la sua reazione non sarà adeguata ci rimarrò malissimo), poi dovrò vedermi con ex collega e pure chiamare i miei per dirglielo perché è una cosa talmente fuori di testa che boh
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questo agosto si chiuderà con il mio probabilissimo licenziamento, con una causa contro il mio datore di lavoro e con una vertenza.
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L'anno delle raccomandate
Ottobre 2023: Arriva una cartella dell'agenzia delle entrate. 2800 € per la dichiarazione dei redditi di 2 anni prima. Chiamo l'AdE e si scopre che hanno sbagliato di 2300 € ("eh sa questi sono controlli automatici, a volte ai computer certe cose sfuggono", MAH) . Comunque devo saldare i rimanenti 500 €, perché il mio CAF aveva sbagliato la provincia di residenza e quindi le addizionali comunali e regionali erano sbagliate.
Novembre 2023: Arriva un'altra cartella da 1000 €. Chiamo di nuovo: "ah sì, questo deriva sempre dall'errore nei controlli, la può ignorare".
Luglio 2024: Quando suona il postino per la raccomandata ormai è panico. Questa volta l'AdE mi chiede 330 € per tasse non pagate sul TFR ricevuto nel 2020. Stavolta dall'assistenza mi spiegano questo meccanismo geniale: quando il datore di lavoro ti paga il TFR, non sa esattamente quante tasse dovrà trattenere. Fa una stima approssimativa e ti toglie quelle. Si chiama tassazione provvisoria. Poi, a distanza di anni l'Agenzia delle Entrate fa il calcolo definitivo e poi ti chiede il resto, se la stima del datore di lavoro era in difetto. Ovviamente la stima nel mio caso era in difetto. Settembre 2024: Ormai quando arriva la busta verde non scappo neanche più, accetto rassegnato il mio destino. Stavolta non è l'Agenzia delle Entrate, ma la società di riscossione comunale. E' un "Atto di pignoramento di fitti e pigioni" (chi dice "pigione" nella vita reale?). Sono io che devo dei soldi al comune? No. Un'altra persona non ha pagato tributi comunali per 850 €. Si dà il caso che questa persona dal 2013 al 2015 mi abbia affittato casa. Adesso, alla società di riscossione risulto "essere debitore di un canone mensile di locazione" a questa persona, e quindi mi pignora le somme a debito. Questa cosa si chiama Pignoramento Terzi. Solo che sono passati quasi dieci anni da quando vivevo lì. Non ho avuto debiti o controversie, ho pagato l'affitto sempre in tempo e non ho mai più sentito la proprietaria dopo la fine del contratto. Ora, la mia unica spiegazione per questa serie di eventi è che ci sia qualcuno che ha fatto una mia bambolina voodoo, e che ci stia infilando nel culo tanti fogliettini verdi.
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