#cura del corpo in Italia
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pier-carlo-universe · 1 month ago
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Il Rapporto degli Italiani con il Corpo: Tra Autostima e Influenza dei Media. Un sondaggio di Vamonos-Vacanze.it rivela che il 64% degli italiani si piace, ma l'importanza dell'aspetto estetico rimane alta con il 95% che lo considera fondamentale
Come vivono gli italiani il rapporto con il proprio corpo? Questa domanda ha trovato risposta grazie a un sondaggio commissionato da Vamonos-Vacanze.it, che ha coinvolto un campione rappresentativo di italiani, indagando quanto l'aspetto fisico influisca
Come vivono gli italiani il rapporto con il proprio corpo? Questa domanda ha trovato risposta grazie a un sondaggio commissionato da Vamonos-Vacanze.it, che ha coinvolto un campione rappresentativo di italiani, indagando quanto l’aspetto fisico influisca sulla percezione di sé stessi. I risultati sono chiari: il 95% degli italiani ritiene l’apparenza estetica un elemento importante nella propria…
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libero-de-mente · 1 year ago
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Questa è una storia vera.
Credo che fosse una notte estiva di circa diciassette, o forse diciotto, anni fa.
Avevo finito di lavorare abbastanza presto per gli standard a cui ero abituato in quel periodo. A mezzanotte chiusi il ristorante e a bordo della mia auto feci la strada per tornare a casa.
Non avevo cenato e i morsi della fame si facevano sentire, così decisi di fare sosta da Majd, un bravissimo e onesto kebabbaro che sapevo essere l'unico, in una città che chiude i propri locali sempre presto, che potesse darmi da mangiare. E poi il suo panino kebab "sensa salsa picante", come diceva lui, era buonissimo.
Una volta consegnatomi il "malloppo" caldo racchiuso con cura nella carta stagnola ci salutammo, uscii dal suo locale. Preferivo mangiarmelo a casa, non abitavo molto lontano da lui, con comodità e in relax. Mentre il resto della famiglia dormiva.
Appena uscito dal "Kebab di Aladino" sul marciapiede noto una ragazza, uno sguardo di sfuggita per non essere invadente ma che mi era bastato per notare il suo nei miei confronti.
La mia auto era a sette od otto metri da lei, appena oltre le linee gialle che delimitavano la fermala dell'autobus. Un autobus che lei stava aspettando.
Passandole vicino sento la sua voce chiedermi: - Disculpe, el autobús a Borgo Palazzo pasa por aquí?
- No - le risposi con il mio italspagnol - "Por aquí passa l'autobus por la Valle de Seriana Tu tienes la dirección al contrarios" (al contrarios, le dissi proprio così, vi rendete conto?)
Incredibile ma vero mi capì e mi guardò come se fosse terrorizzata per il suo errore.
- ¿Dónde está Via Borgo Palazzo? - mi chiese supplichevole.
Io con il dito le indicai la direzione. Puntando l'indice un po' in alto, visto che davanti a noi a un centinaio di metri passava un cavalcavia.
La ragazza rimase in silenzio e cominciò a guardarsi intorno stringendosi con le braccia incrociate davanti al petto. Avevo compreso che si era smarrita.
- Si quieres te porto io - le dissi.
Mi guardò con uno sguardo che sinceramente non saprei come definire ancora oggi, davanti a lei questo uomo buffo con un kebab fumante nella stagnola le stava proponendo un passaggio. Ed era quasi l'una di notte.
Le chiesi di getto - Come ti chiami? - al diavolo l'italspagnolo
- Maria - mi rispose
- Como mi madre - così d'istinto mi usci di dirle "come mia madre".
Credo che fu quella frase detta senza tanto pensarci, uscita con sincerità che la convinse ad accettare un passaggio da uno sconosciuto, vestito con un completo da uomo nero e una camicia grigia cangiante, con un kebab avvolto nella stagnola in mano.
In auto, mentre la portavo a destinazione, lei seduta al mio fianco stava con il suo corpo pigiata contro la portiera. Come per aumentare la distanza tra di noi.
Era bellissima, davvero. Mi raccontò che veniva dalla Bolivia e che era giunta in Italia da pochi giorni.
Non mi ricordo bene quali parole usai in auto per rassicurarla, per accennare una conversazione con lei. Il lavoro che faceva e perché aveva fatto tardi quella sera.
Mi ricordo bene invece quello che successe quando lei vide che l'avevo portata proprio sotto il palazzo dove abitava. I suoi occhi si illuminarono, si sentì sicura a quel punto. A quel punto, già proprio a quel punto, quello dove mi fermai lei evidentemente capì che l'uomo con la camicia cangiante non era cattivo.
Così prima di scendere e dopo avermi detto "Gracias", fece un gesto che mai mi sarei aspettato. Mai. Mi baciò sulla guancia destra. Un bacio rapido, come rapido fu il suo dileguarsi verso il portone. Però io nel momento del contatto con le sue labbra, allora non avevo la barba, sentii tanto calore e la sua paura che svaniva.
Ogni volta che sento di un femminicidio mi ricordo di questo mio aneddoto, perché mi diventa sempre più chiaro il rischio che Maria corse, la paura che Maria aveva e che io trovavo esagerata.
Perché Maria ha avuto buona sorte quella volta con uno sconosciuto, mentre Giulia ha avuto sfortuna con uno che conosceva molto bene. O pensava di conoscere bene. Ma che, come spesso è accaduto a tante altre sventurate come lei, non si conosce mai bene fino a quando non esce la bestia che vive in quella persona.
Per via di un "no" o di un "è finita".
Quello che posso fare io da uomo, da padre, è educare i miei due figli maschi a essere come quell'uomo goffo e impacciato, con un kebab in mano, che voleva essere d'aiuto verso una ragazza. Non lasciandola sola nel buio in una notte d'estate di diciassette, o forse diciotto, anni fa.
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klimt7 · 10 months ago
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È bene che le persone aprano gli occhi sulla direzione che ha preso questo Governo di Destra.
Riprendo due articoli comparsi sulle pagine di Repubblica negli ultimi cinque giorni.
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Più disturbi alimentari e meno fondi dal governo: “Lasciano sole le Regioni”
LA TESTIMONIANZA
“Io, madre di un’anoressica, vi dico che questo governo se ne frega dei più deboli”
di Caterina Giusberti
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Niente più fondi per i disturbi alimentari che riguardano 4 milioni di italiani: “E’ la seconda causa di morte tra i ragazzi, senza sostegno sono perduti”
«Queste non sono devianze, sono malattie psichiatriche gravi. Queste ragazze e questi ragazzi non hanno più voglia di vivere, si trasformano. Senza la rete sui disturbi alimentari dell’Emilia-Romagna la mia famiglia sarebbe stata persa. Ma a questo governo dei fragili, dei deboli, non importa nulla: si vede dalle scelte che fanno». Claudia è mamma di una ragazza di 17 anni che si ammalata di anoressia a luglio 2020, in piena pandemia. All’improvviso al mare non voleva più mangiare il gelato, a cena litigava con la forchetta, sminuzzava tutto, ha iniziato a pesare sempre meno.
La situazione è precipita in pochi mesi, a ottobre 2020 ha vissuto il primo di una serie di ricoveri salva-vita. «E ne stiamo uscendo, faticosamente, adesso», dice Claudia.
Per un periodo sua figlia è stata seguita anche dal centro Gruber. «Ma i posti in residenza erano pieni - racconta - quindi ci avevano prese in day hospital: io la portavo tutti i giorni alla mattina e la andavo a prendere la sera. Dopo un po’ però ci dissero che non era il posto per lei, perché era troppo grave, stava perdendo troppo peso. Così alla fine abbiamo trovato posto a Parma, in una struttura residenziale che si chiama Il Volo». Sua figlia c’è rimasta nove mesi. «Quando è arrivata lì non mangiava niente, pesava 37 chili. Poi lentamente, piano piano, hanno iniziato a farle riprendere un pochettino di peso. Col tempo ha iniziato a potere uscire un po’ e alla fine è tornata a casa». Ma ancora adesso è seguita da uno psicologo, un dietista e un neuropsichiatra. In casa, a ogni pasto, misuriamo quello che mangia con la bilancia o con un mestolo. La rassicura sapere che lo facciamo», spiega Claudia
Sapere del taglio del fondo nazionale sui disturbi alimentari l’ha molto allarmata. «Penso a mia figlia che ha ancora bisogno di essere seguita - prosegue - Ma penso anche chi ha un ragazzo o una ragazza che precipita in questo problema oggi. Senza una rete di sostegno sei perso. Il rischio al quale esponi i tuoi figli è elevatissimo. È la seconda causa di morte per i ragazzi in Italia, dopo gli incidenti stradali. Servono risorse strutturali, stabili, sicure».
Disturbi alimentari, rete di cura più fragile
di Jessica Muller Castagliuolo
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Le strutture dedicate alla cura dei disturbi alimentari e della nutrizione in Italia sono 126, frammentate a livello regionale. Senza il finanziamento molte rischiano la chiusura
Negoziare una tregua. Fermarsi prima che sia troppo tardi.
È complesso quando teatro di battaglia politiche è il proprio corpo che, chilo dopo chilo, finisce per identificarsi con la malattia che lo divora. Un percorso feroce, che svuota o sedimenta troppo. A camminare su questo filo sospeso sono sempre più ragazze e ragazzi che dai disturbi alimentari stanno cercando di uscire. Un grido collettivo che proviene da corpi silenziosi, la cui traccia evapora davanti a uno specchio.
Nel riflesso, l’immagine di un’epidemia: i disturbi alimentari sono la seconda causa di morte tra i giovani dopo gli incidenti stradali.
Oltre 3 milioni le persone prese attualmente in carico in Italia.
“Oggi il disturbo prevalente è la bulimia nervosa. I disturbi mutano rapidamente perché sono collegati a contesti culturali e sociali del nostro tempo. Sono sofferenze profonde, c’è un desiderio di morte dentro”. Laura Dalla Ragione, direttrice della Rete disturbi alimentari Usl 1 dell’Umbria, ci racconta che negli ultimi anni la situazione è cambiata, non solo per l’aumento dei casi, che dai 680.456 del 2019 sono cresciuti di un milione nel 2023, per arrivare a 1.680.456, “a cambiare è la psicopatologia: in questo momento i quadri dei disturbi alimentari puri sono il 40%, il 60% sono invece quadri di comorbilità con altre patologie. Ad esempio, l’autolesionismo, un fenomeno che è aumentato moltissimo”.
Vale anche per le malattie del nostro tempo: anoressia, bulimia nervosa e disturbo da alimentazione incontrollata, sono sempre più presenti nell’immaginario collettivo, ma i connotati clinici faticano ancora a trovare residenza stabile e un “paesaggio" concreto.
Susan Sontag scriveva che “è quasi impossibile prendere residenza nel regno dei malati senza lasciarsi influenzare dalle sinistre metafore architettate per descriverne il paesaggio”. Vale anche per le malattie del nostro tempo: anoressia, bulimia nervosa e disturbo da alimentazione incontrollata, sono sempre più presenti nell’immaginario collettivo, ma i connotati clinici faticano ancora a trovare residenza stabile e un “paesaggio" concreto.
Il Fondo cancellato
Tuttavia, l’emendamento votato dal Senato il 21 dicembre 2021 sanciva un passo in avanti con l’istituzione di un Fondo presso il Ministero della Salute di 25 milioni di euro (15 milioni di euro per il 2022 e 10 milioni per il 2023) dedicato all’apertura di centri specializzati e alla creazione di una rete di sostegno per pazienti e famiglie. Ma la Legge di Bilancio 2024 taglia il finanziamento e i centri di assistenza, già pochi e frammentati a livello regionale, rischiano la chiusura il 31 ottobre prossimo.
Le strutture sul territorio nazionale, secondo l’ultimo censimento al 2023, sono 126 di cui 112 pubbliche 14 appartenenti al settore del privato accreditato. 63 i centri al Nord (20 in Emilia-Romagna e 15 in Lombardia), 23 al Centro (di cui 8 nel Lazio e 6 in Umbria), 40 quelli distribuiti tra il Sud e le Isole (12 in Campania e 7 in Sicilia). “Ci sono regioni che hanno attivato degli ambulatori con questi fondi perché non avevano nulla: il Molise, l’Abruzzo, le Marche, la Campania, la Puglia. È stato assunto personale a termine che non potrà essere rinnovato”, commenta Dalla Ragione.
Ma cosa implica per una persona affetta da un disturbo alimentare interrompere le cure?
“L’interruzione delle cure è un elemento di aggravamento del quadro e significa lasciare i pazienti in balia di sé stessi. Quando si inizia un trattamento si instaura un rapporto di fiducia.
Non puoi dire a un paziente, dopo averlo a fatica convinto che questo sia il percorso giusto, che l’ambulatorio ora chiude.
Ci sono pazienti delicati che possono anche rapidamente avere un’evoluzione negativa”
Stefano Tavilla, co-fondatore della Fondazione Fiocchetto Lilla, spiega: “Le liste d’attesa si allungheranno e purtroppo si inizierà a pensare a una risoluzione della cura verso il basso. In quel contempo, la malattia va avanti. A quel punto la condizione di salute del paziente si aggrava e quando si è finalmente presi in carico la malattia non sarà più certificata da un percorso di guarigione, ma di raggiungimento di minimi obiettivi, che possono essere un particolare peso o la scomparsa di sintomi. Questo vuol dire che andiamo a creare una generazione di malati a lungo termine”.
I livelli essenziali di assistenza [L.E.A.]
È intanto in corso la revisione dei Lea (livelli essenziali di assistenza), ferma al 2017, e sono state fatte proposte dalle società scientifiche e dalle associazioni dei familiari, per inserire finanziamenti vincolati e permanenti per i Disturbi dell’alimentazione e della nutrizione e di allargare le prestazioni gratuite necessarie al monitoraggio della patologia, vista la complessità e la durata delle patologie.
“La nostra istanza è nata già con una manifestazione di piazza ad ottobre 2021, in pieno Covid – continua Tavilla - Attualmente su 21 regioni solo 9 hanno una rete completa.
Si finisce per peregrinare in Italia alla ricerca di un sistema di cura e si creano lunghe liste d’attesa.
L’inserimento nei L.e.a. permetterebbe a tutte le regioni di avere le risorse dedicate per creare una rete minima di cura che va dall’intercettazione del paziente in ambulatorio, alla comunità residenziale o all’ospedale”. Laura Dalla Ragione aggiunge: “Ci devono essere dei fondi vincolati per i disturbi alimentari, esattamente come per l’autismo.
Sono patologie dove il tasso di mortalità e molto alto e dove, essendoci una componente psichica e medica, la mortalità non è solo legata al suicidio (come avviene per le salute mentale), ma anche a conseguenze organiche”.
Dai disturbi alimentari si può però guarire. Ma, come conclude Laura Dalla Ragione: “Non c’è in letteratura un caso di remissione spontanea da queste patologie: non si guarisce senza cure.
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fashionbooksmilano · 2 years ago
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Italia Cinquanta moda e design
Nascita di uno stile
a cura di: Carla Cerutti, Enrico Minio Capucci, Raffaella Sgubin
antiga edizioni, Crocetta del Montello 2023, 364 pagine, 20 x 27 cm, Cartonato, ISBN  978-88-8435-368-9
euro 33,00
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Mostra aperta dal 21 marzo al 27 agosto 2023 presso Palazzo Attems Petzenstein Gorizia 
Il mito dell’Italian Style prese corpo negli anni Cinquanta quando l’Italia, reduce dalle ferite della guerra, scelse di aggredire il futuro. Il volume racconta quel momento storico alla luce di due specifiche componenti: la moda e il design, comprendendo in quest’ultimo anche la tradizione delle arti applicate, punto di forza della produzione italiana, evoluzione della tradizione artigianale delle epoche passate. Si dipana, quindi, un itinerario tra le eccellenze più significative del periodo: dai mobili alle lampade, dalle ceramiche ai vetri, dai metalli alle stoffe d’arredamento.
Gli anni Cinquanta rappresentano anche per la moda un decennio di fondamentale importanza: con la prima sfilata fiorentina del febbraio 1951 nasce ufficialmente la moda italiana. Il volume dà conto di questa emozionante traiettoria: i più celebri modelli del periodo, abiti e accessori, firmati da talenti creativi destinati a grandi successi. Nella promozione della nascente moda italiana sul piano internazionale si miscelano sapientemente ingredienti unici, come il patrimonio culturale italiano, un’artigianalità di altissimo livello e la vetrina offerta dalle produzioni cinematografiche, dal momento che le migliori firme italiane annoverano tra la propria clientela le stelle del cinema hollywoodiano. Nasce così l’Italian Style, all’insegna dell’entusiasmo e della gioia ritrovata.
27/04/23
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bongianimuseum · 2 years ago
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Memorial Shozo Shimamoto / Avere un’idea per capello Decennial 2013-2023
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Sandro Bongiani Arte Contemporanea
Memorial Shozo Shimamoto / Avere un’idea per capello
Decennial 2013-2023
a cura di Sandro Bongiani e Ruggero Maggi
Presentazione di Sandro Bongiani
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 Una Mostra Collettiva Internazionale condivisa in due gallerie a cura di Sandro Bongiani  e Ruggero Maggi con la partecipazione di 137 artisti e 357 opere per il decennale dedicato a Shozo Shimamoto 2013-2023
Sandro Bongiani Arte Contemporanea  di Salerno è lieta di inaugurare presso la galleria Sandro Bongiani Vrspace e nello Spazio Ophen  Virtual Art Gallery la mostra collettiva internazionale dal titolo: “Memorial Shozo Shimamoto 2013-2023”. Un progetto e una mostra  indipendente, a cura di Sandro  Bongiani e Ruggero Maggi. A distanza di 10 anni dalla dipartita di Shozo Shimamoto (25 gennaio 2013), viene organizzata in Italia una mostra collettiva internazionale con la partecipazione  di 137 artisti internazionali per il primo decennale della sua scomparsa. Una parte del lavoro svolto dall’artista giapponese risulta ancora poco noto al grande pubblico, e precisamente la ricerca svolta negli anni 80 e 90, con le particolari azioni e  le proiezioni di spezzoni di film sulla sua testa rasata utilizzata come spazio performativo e luogo per ospitare l’opera. Quasi una galleria del corpo e forse “la più piccola galleria al mondo attiva negli anni 80”. Per ricordarlo a dieci anni esatti dalla scomparsa abbiamo ritenuto utile inviare  per posta alcune silhouette della testa vista da dietro di Shozo Shimamoto invitando gli artisti a fare il loro intervento, come aveva fatto lui  a partire dal 1987 invitando  gli artisti a  realizzare  il proprio personale atto  performativo con ciò che ritenevano utile  per completare degnamente l’opera. In questo senso sono esemplari le operazioni  “Head”  realizzate da  Ray  Johnson, Ben Vautier, G. Achille Cavellini, Mayumi Handa, Allan Kaprow e da diversi altri protagonisti internazionali dell’arte che sono intervenuti nel tempo sulla testa dell’artista giapponese disegnando, incollando carte, adesivi, materiali diversi e persino proiettando frammenti di film percepiti come flusso immateriale perfettamente in linea con le idee  di ricerca portate avanti  dal grande artista giapponese pronto  a ricevere in se l’apporto comunicativo di altri autori.
Un progetto - scrive Sandro Bongiani -  in cui la collaborazione diventa il momento prioritario dell’agire con  le idee che si integrano in un insieme unitario e collettivo. Ecco il modo come si può raccordare la provvisorietà dell’idee individuali per divenire  nella condivisione opera collettiva sotto il segno di una costruzione visiva rimodulata  in forma  circolare che nasce essenzialmente dalla collaborazione attiva dei diversi autori per poter concretamente costruire l'opera. Il risultato finale è la creazione di una sorta di  “grande opera collettiva” di creatività che il curatore S. Bongiani definisce "Swarm Art", in cui il comportamento collettivo interagisce  in modo collaborativo producendo risposte funzionali al sistema comunicativo, come avviene concretamente nel web utilizzando le migliaia di relazioni ramificate nel Network, o come realmente succede nel  complesso intreccio di cellule relazionali attive  presenti nel sistema cerebrale umano che si integrano tra loro aggregandosi per poi trasformarsi provvisoriamente in un insieme inaspettato e assai complesso capace di ridarci la dimensione vera della relazione collettiva”. Del resto, noi non siamo altro che piccole parti  di un unico sistema relazionale  che può  condividere l’isolamento  oppure, estendersi come essenza amplificata in una infinita  e assai complessa comunicazione di idee.  
 137 artisti presenti a questa rassegna internazionale dedicata a Shozo Shimamoto:
Alberto Vitacchio - Italia I Albina Dealessi - Italia I Alfonso Lentini - Italia I Andrea Bonanno - Italia I Andrzej Dudek-Durer - Polonia I Angela Caporaso - Italia I Ania Singh - Polonia I  Anja Mattila Tolvanen - Finlandia I Anna Bayer - Germania I Anna Boschi - Italia I Anna Maria Matone - Italia I Annalisa Mitrano - Italia I Annegret Heinl - Germania I Antonella Gandini - Italia I Antonio Amato - Italia I Antonio Di Michele - Italia I Antonio Sassu - Italia I Aristide3108 - Francia I Benedetta  Iandolo - Italia I Bruno Cassaglia - Italia I Calogero Barba - Italia I Carla Bertola - Italia I Carmela Corsitto - Italia I C. Merhrl Bennett - USA I Cesare  e Noah Serafino - Italia I Cecilia Solamito - Italia I Cinzia Farina - Italia I Circulaire 132 - Canada I Claudio Gavina - Italia I Claudio Grandinetti - Italia I Clemente Padin - Uruguay I Coco Gordon - USA I Coco Muchmore - USA I Cosmo  Cinisomo - Italia I Crescenzio D'Ambrosio - Italia I Carl T. Chew - USA I Dino Aloi - Italia I Domenico Ferrara Foria - Italia I Dr Klaus Groh - Germania I Dr. Lutz WohIrab - Germania I Ed. Varney - Canada I Edward Michat Dudek - Polonia I Elke Grundmann - Germania I Emilio Morandi - Italia I Emily Joe - Italia I Erika Baggini - Italia I Ernesto Terlizzi - Italia I Ever Arts - Olanda I Felipe Lamadrid - Spagna I Finazzi Mimicha – Skinaz - Italia I Francesco Cornello - Italia I Francisco Escudero - Spagna I Franco Di Pede - Italia I Franco Panella - Italia I Gabi Minedi - Italia I Gianfranco Duro - Italia I Gianni Marussi - Italia I Gianni Romeo  - Italia I Giovanni Bonanno - Italia I Giovanni e Renata Stradada - Italia I Giovanni Leto - Italia I Grazyna Borovik - Polonia I Guido Capuano - Italia I Guroga - Venezuela I Guy Bleus - Belgio I GX Jupitter-Larsen - USA I Hans Braumuller - Germania I Henry Grahn Hermunen - Svezia I Hilgart,  - USA I Honoria Starbuck - USA I Horst Tress - Germania I Hugo Catolino - Svezia I Ilia Tufano - Italia I Irina Novikova - Bielorussia I Ivo Galassi - Italia I Janus - Germania I Jaume Rocamora - Spagna I Javier Seco - Spagna I John  M. Bennett - USA I John Held Jr - USA I Jorg Seifert -  Germania I Josè Vandenbroucke - Belgio I Joson Rodges - USA I Jurgen O. Olbrich - Germania I Karl-Frieddrich Hacker - Germania I Keiichi Nakamura - Giappone I Ko De Jonge - Olanda I Lamberto Caravita - Italia I Lancillotto Bellini - Italia I Laura Pintus - Italia I Luc Fierens - Belgio I Lucia Spagnuolo - Italia I Luigi Auriemma - Italia I Luigina  Iacuzzi - Italia I M. Josè Silva - Mizè - Portogallo I Manuel Xio Blanco - Spagna I Marcello Diotallevi - Italia I Maria Castillo -  Argentina I Marina Salmaso - Danimarca I Marisa Pezzoli - Italia I Mauro Molinari - Italia I Maya Lopez Muro - Italia I Miclelangelo Mayo - USA I Mike Dyar  Eart Art - USA I Mirta Caccaro - Italia I Moreno Menarin - Italia I Mr Sjoerd Paridaen - Belgio I Natale Cuciniello - Italia I Ornella Gaibin - Italia I Oronzo Liuzzi - Italia I Paola Toffolon - Italia I Paolo Gubinelli  - Italia I Paolo Seghizzi - Italia I Pier Roberto Bassi - Italia I Pina Della Rossa - Italia I Raffaele Boemio - Italia I Reid Wood - USA I Remy Penald, Limoges – Francia I Renuka Kesaramadu - India I Roberto Formigoni - Italia I Rolando Zucchini - Italia I Ruggero Maggi - Italia I Serse Luigetti - Italia I Shmuel, Brattleboro - USA I Sigismund Urban - Germania I Silvia Venuti - Italia I Sjoerd Paridaen - Belgio I Sugar Irmer - Germania I Susan Gold - Canada I T. E. Larsen - Norvegia I Toan  Vinh - Canada I Uwe Hofig - Germania I Valdor - Spagna I Victoria Encinas - Spagna I Vittore Baroni - Italia I William Mellott - Taiwan.
 Cenni Biografici di  Shozo Shimamoto
Nasce nel 1928 a Osaka (Giappone). Diviene un autorevole esponente del Gruppo Gutai, formato nel 1954 nella regione del Kansai, insieme ad altre figure note come Yoshihara Jiro, Kanayama Akira, Murakami Saburo, Sshiraga Kazuo: le attività del gruppo hanno anticipato i grandi cambiamenti dell'arte occidentale dei primi anni sessanta. Nel 1957 il gruppo Gutai ideò il "Gutai Stage Exhibition": per la prima volta nella storia fu utilizzato un palcoscenico come spazio artistico nel quale Shimamoto metteva assieme lo sparo dei colori con un cannone da lui appositamente inventato e un sottofondo sonoro. Shimamoto ebbe anche un interesse per i lavori audio che anticiparono i lavori Fluxus di John Cage. Alcuni di questi lavori appartengono alla collezione del Centro Pompidou di Parigi e al Museo di Città di Ashiya. Nel 1993 viene inviato alla Biennale di Venezia con il Gruppo Gutai. Nel 1994, durante l'esibizione "l'Arte giapponese dopo il 1945: il Grido Contro il Cielo" tenuta al Museo Guggenheim in New York, il curatore Alexandra Monroe scopre che i "buchi" di Shimamoto sono del 1950 (sulla polemica Shimamoto-Fontana cfr. il sito della Tate Gallery): da quel momento il mondo dell'arte negli Stati Uniti inizia a cambiare atteggiamento nei confronti di Shimamoto inserendo il suo nome in varie enciclopedie e manuali di storia dell'arte (appare a p. 1167 del libro di testo dell'università americana "La Storia dell'Arte", Strokstad, Marilyn; Harry Abrams, N.Y., 1995; nell'Enciclopedia Britannica e nella Larousse). Nel febbraio 1998, i lavori da 150 artisti che hanno caratterizzato l'arte mondiale del ventesimo secolo, sono esposti al Museo di Los Angeles di Arte Contemporanea (Moca) per tre mesi, proseguendo poi alla volta di Vienna, Barcellona e al Museo di Tokyo di Arte Contemporanea. Shimamoto è tra gli artisti invitati. Le sue opere erano posizionate accanto a quelle di Jackson Pollock e Lucio Fontana; sul lato opposto della stanza, c'era un'opera di John Cage. Nel 1999 partecipa alla 48a Biennale di Venezia con Yoko Ono.Nel 2003 partecipa alla 50a Biennale di Venezia nel progetto "Brain Academy Apartment". Opere di Shimamoto si trovano, tra le tante, nella collezione della Tate Gallery, del Centre Pompidou, della Galleria di arte moderna di Roma, oltre a essere presenti in quasi tutti i musei giapponesi.
 Sandro Bongiani Arte Contemporanea
Memorial Shozo Shimamoto / Avere un’idea per capello
Decennial 2013-2023
A cura di Sandro Bongiani e Ruggero Maggi
- Sandro Bongiani Vrspace 
https://www.sandrobongianivrspace.it/
- Spazio Ophen Virtual Art Gallery
http://www.collezionebongianiartmuseum.it/
Da Sabato 25 febbraio a Domenica  30 aprile 2023
Opening Sabato 25 febbraio 2023  ore 18:00          
ORARI:  tutti i giorni dalle 00.00 alle 24.00
TELEFONO PER INFORMAZIONI: +39 3937380225
E-MAIL INFO: [email protected]
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danilacobain · 2 years ago
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Selvatica - 43. Lo conosco
Corinna stava ancora dormendo, metà del volto era affondato nel cuscino e i capelli ricadevano leggeri sulla spalla nuda. Il lenzuolo aderiva alle curve del suo corpo, una gamba distesa e l'altra piegata. Ante la osservò, placida e dolce, ma la sensazione che ci fosse qualcosa che non andava era fortissima. Durante la notte Corinna si era sentita poco bene, aveva avuto un incubo ed era addirittura scoppiata in lacrime, spaventata per qualcosa che evidentemente conosceva solo lei.
Per un attimo, quando l'aveva vista vomitare, aveva creduto che potesse essere incinta ed era stato attraversato da una strana emozione, qualcosa di molto vicino al panico. Ma gli occhi di lei avevano rivelato che c'era ben altro nella sua testa in quel momento. E come sempre Ante non poteva avervi accesso.
La lasciò dormire, scivolò fuori dal letto e si preparò per andare a fare allenamento.
Katarina gli aveva detto che doveva darle del tempo, ma come faceva a prendersene cura se non conosceva quello che avveniva dentro di lei? Aveva fatto del suo meglio per rassicurarla quella notte, però voleva capire, voleva sapere.
Era bastato un solo giorno in Italia per fare riaffiorare tutti i suoi dubbi e le sue paure. Aveva paura che questo suo modo di fare potesse allontanarli.
Con dita leggere le scostò i capelli dal volto, poggiando piano le labbra sulla guancia e inspirando un po' del suo profumo, poi uscì.
Nell'androne del palazzo, Ante salutò il portiere che stava seduto a leggere il giornale.
«Signor Rebić, ho quelle registrazioni che mi aveva chiesto. Le vuole vedere adesso?»
Ante diede un'occhiata all'orologio e annuì. Erano le registrazioni delle telecamere di sorveglianza dell'esterno, che gli avrebbero permesso di vedere cosa era successo alla sua auto.
Entrò nel gabbiotto e si appoggiò con una mano sulla scrivania dove c'era il monitor. Il portiere avviò il filmato. Si vedevano due uomini aggirarsi vicino all'auto con i cappucci in testa per far sì che i volti restassero in ombra, uno rimaneva in piedi a qualche metro di distanza mentre un altro si accovacciava vicino alle ruote. Non erano proprio giovani come si sarebbe aspettato e a giudicare dalla stazza poteva trattarsi di esponenti di qualche gruppo ultras.
«Puoi ingrandire su questo qui?» toccò lo schermo, indicando il ragazzo vicino alle ruote.
L'immagine era sgranata ma si vedevano chiaramente i tatuaggi sulle mani. Ante cominciò a sentire una sensazione di disagio.
«Riesci a fare un focus sul viso?»
Il portiere fermò il video proprio mentre il tizio voltava un attimo la faccia verso l'ingresso. Ante guardò l'immagine per qualche secondo poi chiuse gli occhi e sospirò.
«Lo conosce?» chiese il portiere.
Certo che lo conosceva, quel maledetto bastardo. «Puoi stamparmi questa foto?»
«Certamente.»
Ante tamburellò con le dita sulla scrivania, in attesa. Voleva prendere quella cazzo di foto e spiaccicarla in faccia a Corinna. Aveva detto di non avere nessun legame con Carmine, aveva detto che era l'ex fidanzato della sua amica, e allora come mai questi gli aveva bucato le ruote? Aveva avuto ragione lui fin dall'inizio. E se Corinna non voleva parlare lo avrebbe fatto qualcun altro.
Tirò fuori il portafogli e mise alcune banconote da cento euro sul tavolo, poi prese la foto e la ripiegò, infilandola nella tasca del giubbotto.
«Grazie.»
Il portiere guardò i soldi sul tavolo e poi Ante. «Signor Rebic ho fatto solo il mio lavoro, non è necessario...» ma lui era già uscito dal gabbiotto e stava aprendo la porta del portone. «Grazie!» gli gridò dietro il ragazzo.
Doveva assolutamente sapere dove poter trovare Carmine e c'era una sola persona che poteva avere quell'informazione: Andrej Dolokov. Era uno di quei tipi a cui la gente con i soldi si affidava per rimettere a posto i casini che combinava, una specie di investigatore privato che aveva occhi e orecchie dappertutto in città. Ante lo aveva conosciuto grazie ai suoi connazionali che giocavano in Italia e avevano dovuto far sparire alcune foto imbarazzanti che se fossero uscite avrebbero potuto mettere a rischio i loro matrimoni e minare la stabilità dello spogliatoio. Cercò il suo numero nella rubrica.
«Sì?»
«Ciao Andrej, sono Ante Rebic.»
«Amico! Come va?»
«Senti, possiamo vederci tra poco a Milanello? Mi serve un favore.»
«Come no. Arrivo subito.»
Ante si sentiva nervoso, agitato. Aveva paura di scoprire qualcosa che non gli sarebbe affatto piaciuto e si sentiva in collera con Corinna per avergli mentito in quel modo, anche dopo che lui glielo aveva chiesto per la seconda volta, a casa di lei, quando li aveva trovati da soli. Gli aveva detto che lo amava, però continuava a mentirgli.
Che razza di rapporto avevano lei e Carmine? Corinna era sempre emotivamente distrutta quando c'era lui in giro e se avesse scoperto che le faceva del male... Ante strinse forte il volante e poi vi tirò un pugno sopra.
Andrej aveva parcheggiato pochi metri prima dell'ingresso al centro sportivo, aveva la schiena poggiata alla macchina e fumava, scrutando oltre le siepi e i pini che recintavano Milanello. Ante scese dall'auto e lo raggiunse. Era un uomo sulla quarantina, i capelli erano tagliati cortissimi e gli occhi color ghiaccio riuscivano a intimorire chiunque, nonostante fosse piuttosto basso e magro. L'accento russo completava il quadro di un perfetto uomo di mafia. Lo salutò con un cenno del capo.
«Di che si tratta?» Il fumo uscì dalle narici in riccioletti bianchi, spazzati subito via dal vento.
Ante tirò fuori la foto e gliela porse. «Ho bisogno di sapere dove posso trovarlo.»
Andrej aprì il foglio ripiegato e guardò un attimo. Sollevò un sopracciglio. «Carmine?»
Il cuore di Ante mancò un battito. «Lo conosci?»
«Certo. Che problemi hai con lui? Te li risolvo io, senza bisogno che ti sporchi le mani.»
«No, devo parlarci io. Gira troppo intorno alla mia ragazza, lei dice di non avere nessun legame con lui ma mi ha squarciato le ruote della macchina quindi è chiaro che non è così.»
«Ti sei fidanzato con una puttana? Andiamo, amico...»
Ante sentì il sangue affluire al cervello. Aveva sentito bene? Batté le palpebre. «Come, scusa?»
Andrej fece l'ultimo tiro di sigaretta e gettò il mozzicone a terra. «Carmine si occupa delle ragazze di Antonio, un giro di mignotte di lusso, o escort, come si fanno chiamare adesso. Se la tua ragazza ha problemi con Carmine, probabilmente lavora per Antonio.»
Doveva essere impallidito all'improvviso, lo sentiva. Tutta la rabbia era defluita dal suo corpo e in quel momento si sentiva sospeso, congelato. Non provava niente, non capiva niente. Corinna era una escort?
No.
Eppure gli venne in mente la prima volta che l'aveva incontrata, quando quell'uomo l'aveva scambiata proprio per una escort. Ma l'aveva solo scambiata o l'aveva riconosciuta?
No.
Andrej gli ripassò il foglio di carta. «Vuoi che me ne occupi io?»
Ante era ancora lontano con la mente ma scosse la testa. «No. Fammi sapere dove posso trovarlo. Stasera.»
L'uomo lo fissò negli occhi, senza lasciar trasparire nulla di quello che pensava. «Ok.»
Rientrò in macchina e si lasciò andare sul sedile. Rimase immobile anche dopo che Andrej se ne fu andato. Non poteva crederci, però tutto tornava. Corinna gli aveva parlato dei suoi problemi economici dopo il suicidio del padre e forse lo aveva fatto solo per quel periodo, forse adesso se ne voleva tirare fuori e Carmine la teneva vincolata in qualche modo. Ecco perché non gliene aveva parlato, provava vergogna per quello che aveva fatto.
Il rumore di un clacson lo fece sussultare. Voltò la testa e vide Rade che si era affiancato alla sua auto. Abbassò il finestrino.
«Che fai qui fuori?»
Ante fissò l'amico per qualche secondo. «Rade, stasera ho bisogno di te. Mi devi accompagnare in un posto.»
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readwatchrepeatblog01 · 10 days ago
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Annunci Manhwa/Manhua - Jundo (cartacei)
Nuovissimi e stupendissimi annunci da parte della casa editrice Jundo che porta in Italia la versione cartacea di ben quattro opere boys love!
Fidatevi, non siete pronti...
1. Salt Friend di Jing Jang
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Uscita prevista per il 12 febbraio 2025!
Opera già presente in digitale nell'app di Judo (lettura gratuita per tutto il mese di novembre!), adesso verrà pubblicata anche in versione cartacea!
Trama: II delinquente Tong Yang è stato sospeso per aver causato una rissa durante il suo primo giorno di scuola e, una volta riammesso in classe scopre che i suoi compagni hanno timore di lui e preferiscono evitarlo. Un giorno, lo studente modello Xiao Zhen, si imbatte in Tong Yang nascosto in uno stanzino mentre piange da solo. Tong Yang prova subito a nascondersi dietro la sua facciata da duro e va sulla difensiva, ma fine... le prende ancora una volta! Eppure, nonostante l'inizio tra i due, Xiao Zhen si offre di fargli da tutor nel doposcuola. Cosa succederà quando Tong Yang scoprirà che Xiao Zhen è il fratello maggiore del ragazzo con cui si era picchiato il primo giorno...?
2. Lost in the Cloud (stagione 2) di PASKIM
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L'uscita del cartaceo di questa seconda stagione è prevista per la primavera del 2025!
Trama: La gelosia di Cirrus nei confronti del tempo che Skylar e Chan-Il passano insieme ha raggiunto l'apice durante il Festival Scolastico. Ma una volta inaspettata, presenta a Cirrus l'opportunità di risolvere questo problema una volta per tutte. Torna, con la Season 2, uno dei BL più amati dal pubblico italiano!
3. Dear Door di Pluto
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L'uscita dell'opera è prevista per la primavera del 2025 e sarà senza censure!
Trama: Dopo la morte della sua amata fidanzata, l'agente di polizia Kyungjoon vuole solo essere lasciato in pace, prendersi cura delle sue piante e catturare criminali. Ma durante un'indagine su una misteriosa setta, le cose prendono una piega soprannaturale, e Kyungjoon si ritrova suo malgrado coinvolto in un mondo popolato da demoni, succubi e mostri. Il peggiore di tutti è un re demone che si fa chiamare 'Lord Cain'. Per sopravvivere, Cain ha bisogno di mana, che può essere recuperato solo attraverso una 'porta' nascosta nel corpo di Kyungjoon. Il problema è... come ha intenzione di aprire quella porta?
4. See you my king di Wen Yuan
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La versione digitale dell'opera è già presente nell'app di Judo e la pubblicazione dell'opera è prevista per la primavera del 2025!
Trama: Zhang Li, uno studente universitario, da che ne ha memoria, sogna la statua di un uomo a cui si sente molto legato, che per qualche motivo lui sa appartenere all’antica civiltà di Elbis. Mentre si trova a visitare proprio le rovine di questa civiltà mitica che molto tempo fa scomparve misteriosamente, risveglia accidentalmente la “statua di pietra” del guardiano di una tomba nel complesso archeologico, e viene catapultato indietro nel tempo, a quando Eldris era prospera e fiorente. Là scopre che l’uomo la cui statua sognava ogni notte, non è altri che un tiranno freddo e spietato. Ma come mai lo sognava ogni notte? Perché si sente così legato a lui…? E soprattutto… Perché vuole proteggerlo?
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sounds-right · 20 days ago
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6/11 Bagno di Suoni con Raffaello Cavaggioni a Gardacqua - Garda (VR)
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Mercoledì 6 novembre '24, dalle 20 alle 22,Gardacqua, centro benessere d'eccellenza a Garda (VR), prende vita un evento davvero particolare. E' un Bagno di Suoni a cura di Raffaello Cavaggioni, professionista della musica (ha suonato come batterista in diverse band di riferimento nel panorama italiano) che dal 2005 ha intrapreso un percorso di crescita e consapevolezza, dedicandosi ad approfondire tematiche a metà tra musica e meditazione. Sarà lui a guidare chi ha voglia di vivere un'esperienza unica, un viaggio tra musica e suoni che per chi lo desidera può essere preceduto da tre ore in SPA, dalle 17. Per un connubio perfetto di armonia e rigenerazione. 
Ma cos'è un Bagno di Suoni? 
E' un'esperienza di armonia e rinnovamento, in cui immergersi in un mondo di suoni avvolgenti e vibranti. E' un'esperienza semplice e accessibile a tutti, che trasforma il concetto di intrattenimento musicale in qualcosa di magico e rigenerante.  In questa esperienza il potere dei suoni armonici può aiutare a liberarsi dello stress e delle tensioni quotidiane. Oltre a godersi suoni e melodie avvolgenti, chi partecipa viene avvolto dalle vibrazioni profonde di campane e gong, che risuonano in ogni cellula del corpo, donando un autentico "massaggio" sonoro. Questa sinfonia di suoni crea un'armonia naturale e un senso di unità interiore, permettendo di ristabilire equilibrio e ritrovare pace e vitalità. Le persone che hanno vissuto questa esperienza parlano di una pausa magica, un momento in cui i pensieri e le preoccupazioni si dissolvono, lasciando spazio a un rinnovato benessere.
Studi infatti dimostrano che questo tipo di suoni e vibrazioni aiutano a stimolare il flusso vitale dell'organismo, donando una sensazione di energia e vitalità. Riequilibrano i chakra e l'intero campo energetico, favorendo un senso di armonia e benessere. Silenziano la mente, permettendo di accedere a chi partecipa all'intuito e alla saggezza interiore… 
Per vivere questa esperienza è necessaria soltanto una coperta, a tutto il resto pensano Gardacqua e Raffaello Cavaggioni. Il Bagno di Suoni a cura di Raffaello Cavaggioni a Gardacqua, sulla sponda veronese del lago, a Garda, in programma il 6 novembre '24, ha prezzi davvero accessibili. Chi vuol vivere soltanto il Bagno di Suoni dalle 20 alle 22 spende 20 euro. Chi vuol rilassarsi prima anche in SPA per ben 3 ore, dalle 17, spende 42 euro. Info e prenotazioni allo 045-6270563 ed al 3496741909. 
Gardacqua
Via Cirillo Salaorni, 10
37016 – Garda (VR), Italia
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tarditardi · 20 days ago
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6/11 Bagno di Suoni con Raffaello Cavaggioni a Gardacqua - Garda (VR)
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Mercoledì 6 novembre '24, dalle 20 alle 22,Gardacqua, centro benessere d'eccellenza a Garda (VR), prende vita un evento davvero particolare. E' un Bagno di Suoni a cura di Raffaello Cavaggioni, professionista della musica (ha suonato come batterista in diverse band di riferimento nel panorama italiano) che dal 2005 ha intrapreso un percorso di crescita e consapevolezza, dedicandosi ad approfondire tematiche a metà tra musica e meditazione. Sarà lui a guidare chi ha voglia di vivere un'esperienza unica, un viaggio tra musica e suoni che per chi lo desidera può essere preceduto da tre ore in SPA, dalle 17. Per un connubio perfetto di armonia e rigenerazione. 
Ma cos'è un Bagno di Suoni? 
E' un'esperienza di armonia e rinnovamento, in cui immergersi in un mondo di suoni avvolgenti e vibranti. E' un'esperienza semplice e accessibile a tutti, che trasforma il concetto di intrattenimento musicale in qualcosa di magico e rigenerante.  In questa esperienza il potere dei suoni armonici può aiutare a liberarsi dello stress e delle tensioni quotidiane. Oltre a godersi suoni e melodie avvolgenti, chi partecipa viene avvolto dalle vibrazioni profonde di campane e gong, che risuonano in ogni cellula del corpo, donando un autentico "massaggio" sonoro. Questa sinfonia di suoni crea un'armonia naturale e un senso di unità interiore, permettendo di ristabilire equilibrio e ritrovare pace e vitalità. Le persone che hanno vissuto questa esperienza parlano di una pausa magica, un momento in cui i pensieri e le preoccupazioni si dissolvono, lasciando spazio a un rinnovato benessere.
Studi infatti dimostrano che questo tipo di suoni e vibrazioni aiutano a stimolare il flusso vitale dell'organismo, donando una sensazione di energia e vitalità. Riequilibrano i chakra e l'intero campo energetico, favorendo un senso di armonia e benessere. Silenziano la mente, permettendo di accedere a chi partecipa all'intuito e alla saggezza interiore… 
Per vivere questa esperienza è necessaria soltanto una coperta, a tutto il resto pensano Gardacqua e Raffaello Cavaggioni. Il Bagno di Suoni a cura di Raffaello Cavaggioni a Gardacqua, sulla sponda veronese del lago, a Garda, in programma il 6 novembre '24, ha prezzi davvero accessibili. Chi vuol vivere soltanto il Bagno di Suoni dalle 20 alle 22 spende 20 euro. Chi vuol rilassarsi prima anche in SPA per ben 3 ore, dalle 17, spende 42 euro. Info e prenotazioni allo 045-6270563 ed al 3496741909. 
Gardacqua
Via Cirillo Salaorni, 10
37016 – Garda (VR), Italia
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m2024a · 4 months ago
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Aveva solo 19 anni la ragazza deceduta il mese scorso in Costa Rica a causa della mosca carnaria. È la prima vittima del parassita, ma la situazione potrebbe degenerare, e non soltanto in America Latina. La mosca killer potrebbe arrivare anche in Italia? Cos'è la Cochliomyia hominivorax Nonostante quella portata dalla mosca sia un'infezione che colpisce principalmente gli animali, lo scorso anno si sono verificati diversi casi anche negli uomini. La Cochliomyia hominivorax, ossia la mosca in questione, causa infezioni tramite delle larve: depone le uova all'interno delle ferite aperte, nelle mucose e nelle aree umide del corpo. Come identificare la mosca carnivora? Il primo dettaglio da osservare è il colore del corpo dell'insetto, sulle sfumature del blu e del verde, mentre gli occhi sono arancioni. Anche le dimensioni sono notevoli, il doppio di quelle di una mosca normale.   I sintomi Una volta schiuse le uova, le larve si diffondono nei tessuti circostanti causando una milasi, ossia una malattia parassitaria. Tra i sintomi a cui prestare attenzione: dolore, protuberanze sulla pelle, eritema cutaneo, prurito intenso e noduli. Le persone più a rischio di venire in contatto con la mosca, sono coloro che trascorrono molto tempo a contatto con gli animali e all'aria aperta. A differenza della mosca carnaria comune, la Cochliomyia hominivorax può digerire le parti interne di tessuto. Per tale ragione, anche se difficilmente provoca la morte, può comunque causare danni seri ad alcuni individui. Se presa in tempo, infatti, l'infezione si cura con i farmaci. La mosca killer in Italia In Italia ancora non vi sono notizie sulla presenza della Cochliomyia hominivorax, perché questo insetto vive in ambienti molto caldi. Ma sarà ancora così con il cambiamento climatico in corso?
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giancarlonicoli · 4 months ago
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1 lug 2024 18:56
“NELLA FASE DI FORMAZIONE DEL MIO GOVERNO SUBII PESANTI MINACCE PERSONALI” – LAMBERTO DINI RICORDA QUELLA TELEFONATA RICEVUTA PRIMA DI ANDARE A PALAZZO CHIGI, NEL GENNAIO 1995: “MI VENNE DETTO: ‘TI CONSIGLIO DI RITIRARTI’ MA ANDAI AVANTI” – GLI INCONTRI AL QUIRINALE CON OSCAR LUIGI SCALFARO: “QUANDO IL PRESIDENTE PARLAVA DI BERLUSCONI AVVERTIVO UNA FORTE OSTILITÀ NEI SUOI RIGUARDI. LO VEDEVA COME UN CORPO ESTRANEO AL SISTEMA POLITICO” – SCALFARO LO STOPPÒ SULLA GIUSTIZIA: “GLI SPIEGAI CHE C’ERA UN CSM DOMINATO DALLE CORRENTI POLITICHE E AFFRONTAI IL TEMA DELLA SEPARAZIONE DELLE CARRIERE. E MI RISPOSE…” -
Estratto dell’articolo di Francesco Verderami per il “Corriere della Sera”
«Io gli davo del lei e lui mi dava del tu». E per sedici mesi, dal 15 gennaio del 1995, andò avanti così tra Lamberto Dini e Oscar Luigi Scalfaro. Da quando cioè il ministro del Tesoro del primo governo Berlusconi divenne presidente del Consiglio. Se l’ex direttore generale di Bankitalia riapre oggi il diario di quei giorni non è per parlare del famoso «ribaltone», ma dei rapporti con l’allora capo dello Stato. Dei suoi colloqui riservati al Quirinale, avvenuti durante una stagione politica turbolenta, caratterizzata anche da atti di governo impegnativi.
«Grazie ai sindacati — rammenta Dini — varammo la riforma del sistema previdenziale: alzammo l’età pensionistica, cancellammo i privilegi dei dipendenti pubblici che potevano smettere di lavorare a 40 anni. I segretari di Cgil, Cisl e Uil, Sergio Cofferati, Sergio D’Antoni e Pietro Larizza dimostrarono un grande senso di responsabilità. […]
Quanto alla legge elettorale per le Regioni, a dare un contributo rilevante fu Pinuccio Tatarella, un politico che si muoveva in modo indipendente in Alleanza Nazionale e con il quale diventammo amici di famiglia. Quella legge è ancora in vigore».
Tutto avvenne sotto la regia del Quirinale.
«Vedevo il presidente Scalfaro ogni giovedì mattina, prima del Consiglio dei ministri del giorno dopo».
C’era confidenza tra voi?
«C’era grande cordialità, che proseguì anche al termine del mio mandato. Conservo con cura le sue lettere, nelle quali mi esprimeva gratitudine per quanto avevo fatto al governo. Scriveva che mi sarebbe stato sempre vicino. Non mutò il modo in cui ci parlavamo: io continuavo a dargli del lei, mentre lui si rivolgeva a me dandomi del tu».
Cordialità ma non confidenza, insomma.
«È così. Per questo su taluni argomenti ci fu sempre una certa prudenza da parte mia quando sedevo a palazzo Chigi».
In che senso?
«Per esempio, quando il presidente parlava di Silvio Berlusconi avvertivo una forte ostilità nei suoi riguardi. Non ne ho mai capito il motivo e siccome lui non me lo ha mai spiegato, non mi sono mai spinto a chiederglielo. Probabilmente era dettato dal fatto che Berlusconi veniva considerato come un’entità esterna al sistema politico. Ed era vissuto come un elemento imprevedibile».
Vuol dire che Scalfaro temeva questa sua imprevedibilità?
«Sì. Solo questo posso dire, non posso dire altro su questo. Inoltre, siccome era stato Berlusconi a fare il mio nome per succedergli a palazzo Chigi, Scalfaro aveva difficoltà a esternare appieno i suoi risentimenti nei confronti del leader di Forza Italia».
Berlusconi a sua volta era risentito con lei, quando lo sostituì a palazzo Chigi.
«Ma fu lui a telefonarmi per dirmi “Lamberto tocca a te”».
E se ne pentì.
«Berlusconi allora era soggetto a pressioni da parte dei suoi alleati: Gianfranco Fini voleva tornare subito alle urne perché convinto che il centrodestra avrebbe rivinto. Ma il presidente Scalfaro non accettava di rimandare il Paese al voto nove mesi dopo l’inizio della legislatura: fu lui a suggerire la creazione di un governo di transizione. E chiese a Berlusconi un’indicazione. Durante il confronto il leader di Forza Italia insistette perché il governo fosse composto solo da non parlamentari. Poi provò a fare marcia indietro, chiedendo che alcuni esponenti del suo governo partecipassero al nuovo. A partire dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta».
Lei non accettò.
«Scalfaro non lo avrebbe accettato anche se glielo avessi proposto. Il mio sarebbe stato un governo di soli tecnici».
Vi sentiste in quei giorni con Berlusconi?
«Certamente. E durante le nostre telefonate si diceva molto turbato dalle pressioni che riceveva anche dall’interno del suo partito. Tanto che nella fase di formazione del governo arrivai a subire pesanti minacce personali».
Minacce?
«Ricordo una telefonata dai toni intimidatori: “Ti consiglio di ritirarti”, mi venne detto. Ci si rende conto? Ci si rende conto?».
Chi le fece la telefonata?
«Ovviamente andai avanti».
Non vuole nemmeno dire quale fu la minaccia?
«... E andando avanti ricevetti invece il sostegno del segretario del Partito democratico della sinistra, Massimo D’Alema: “Procedi, noi ti sosterremo”».
E stilò la lista dei ministri.
«Scelsi personalità come l’economista Rainer Masera, il tributarista Augusto Fantozzi, il più grande esperto di energia Alberto Clo, il famoso direttore dei musei Vaticani Antonio Paolucci alla Cultura. Scalfaro volle darmi alcuni suggerimenti. In particolare insistette per Susanna Agnelli: “Sarebbe un buon ministro degli Esteri”, mi disse. E io accettai. Così, quando arrivai in Parlamento per chiedere la fiducia, mi rivolsi alla parte che mi aveva proposto come presidente del Consiglio, chiedendo il loro sostegno. Ma Berlusconi decise di astenersi».
E iniziò per lei una navigazione non facile.
«Ma non per questo mi abbattei. Anzi, oltre agli obiettivi di programma volevo fare qualcosa di importante anche sulla giustizia. Guardando ai modelli giudiziari dell’Occidente, in nessun Paese esisteva — come in Italia — un così stretto connubio tra procuratori e giudici. Perciò sollevai la questione con Scalfaro».
Gliene andò a parlare?
«Gli rappresentai che c’era un Consiglio superiore della magistratura dominato dalle correnti politiche e che c’era la necessità di riformarlo per renderlo più indipendente. E poi affrontai il tema della separazione delle carriere dei magistrati».
E Scalfaro cosa le rispose?
«Mi disse: “Guarda, il tuo è un governo di programma e il tuo mandato non è molto lungo. Non sei in condizione di affrontare problemi di questa portata che richiedono tempo. Al momento quello a cui potremmo pensare è la separazione delle funzioni”. Capii che dovevo abbandonare il discorso, perché mi fu chiara la sua contrarietà. Tuttavia se posi il problema fu perché Scalfaro — come tutti i presidenti della Repubblica — era anche presidente del Csm. Era suo interesse che la giustizia funzionasse. Eppure su questo tema molto delicato siamo ancora al punto di partenza».
È un tema delicato ancora oggi, figuriamoci allora. In più lei dovette gestire anche il caso di Filippo Mancuso, il suo ministro della Giustizia che venne sfiduciato al Senato.
«Dovetti vivere anche quello. Mancuso aveva una visione molto particolare nella gestione del suo ufficio. Riteneva di avere poteri costituzionali che a mio avviso invece non aveva. Per le sue prese di posizione, compresa la volontà di mandare gli ispettori alla procura di Milano, si creò una grande ostilità con il Pds. Che presentò la mozione di sfiducia».
Parlò di quella mozione con il capo dello Stato per evitare che venisse votata?
«Verso Mancuso c’era un’ostilità molto forte anche da parte di Scalfaro. E non fui in condizione di difendere il ministro. Da quel momento si interruppero i rapporti con Mancuso. Finché dopo qualche anno volli riappacificarmi con lui. Ricordo che si commosse durante il nostro incontro».
Sedici mesi passano in fretta: stava avvicinandosi la fine del suo governo.
«E nel gennaio del 1996 ci fu una conversazione al Quirinale durante la quale il presidente mi chiese cosa volessi fare. Il mio governo, osteggiato dal centrodestra, era stato invece appoggiato dal Pds e perciò mi orientai verso le forze politiche che mi avevano sostenuto. Il suggerimento di Scalfaro, sebbene non esplicitato chiaramente, fu di aderire al Partito popolare Italiano [...]»
Berlusconi se la prese di più perché si alleò con Prodi o perché aveva varato la legge sulla par condicio televisiva?
«Lui diceva sempre “Lamberto è amico mio”. Ma per quelle norme trovò il modo di farmi arrivare i suoi lamenti».
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lamilanomagazine · 5 months ago
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Livorno, sequestrati dieci cani denutriti e costretti a vivere tra escrementi e rifiuti: denunciato il proprietario
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Livorno,  sequestrati dieci cani denutriti e costretti a vivere tra escrementi e rifiuti: denunciato il proprietario Dopo due mesi d'indagini, sono stati sequestrati dalle guardie zoofile dell'Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa), in collaborazione con i Carabinieri forestali, dieci cani detenuti in un contesto di estremo degrado igienico-sanitario nella zona industriale di Livorno all'esterno del capannone di una carrozzeria. Il proprietario dell'officina è stato denunciato per maltrattamento di animali e gestione illecita di rifiuti e rifiuti tossici e nocivi. I quattro zampe, cani da caccia e meticci scheletrici e feriti, erano costretti a vivere tra le loro deiezioni e rifiuti vari, comprese sostanze tossiche volatili: un ambiente mefitico dal quale non uscivano mai, neppure per una breve passeggiata. I cani sono ora ospiti del canile comunale di Livorno e possono essere presi in affidamento provvisorio, anche singolarmente, in attesa del termine della vicenda processuale. Chi volesse prendersene cura per dare loro tutte le attenzioni che non hanno avuto può telefonare al 3923414131 o scrivere a [email protected]. «Abbiamo trovato questi poveri cani denutriti, con ferite sul corpo non curate, come constatato anche medico veterinario intervenuto con noi», racconta il coordinatore delle guardie zoofile Oipa di Livorno e provincia, Giuliano Morelli. «Erano tutti sprovvisti di libretti sanitari e di vaccinazioni e, al momento dell'intervento, uno di essi stava portando all'interno della cuccia un ratto ucciso e in parte mangiato». L'Oipa invita a non ignorare casi di degrado e maltrattamento di cui si sia a conoscenza e a rivolgersi sempre alle sue guardie zoofile che, nel pieno rispetto della privacy, possono intervenire per tutelare gli animali. Per maggiori informazioni e per segnalare situazioni sospette o di maltrattamento a Livorno e provincia, telefonare al 3923414131, o scrivere a [email protected], o compilare il modulo online su https://www.guardiezoofile.info/livorno. Per le segnalazioni in tutta Italia: https://www.guardiezoofile.info/nucleiattivi  ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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chiarasolems · 6 months ago
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MondoSole è una Associazione e un Centro di cura, riabilitazione e reinserimento sociale per chi soffre di anoressia, bulimia, binge eating (DCA), fondata nel 2004 da ChiaraSole Ciavatta che ha alle spalle oltre tantissimi anni di queste stesse patologie, e dal dott. Matteo Mugnani.
MondoSole rappresenta l'integrazione del mondo clinico con quello esperienziale. Un centro nel quale provengono persone da tutta Italia che condividono un percorso di cura/crescita personale (e personalizzato), finalizzato alla comprensione del significato dei propri sintomi alla riorganizzazione della propria vita. Un centro aperto 12 mesi l'anno e che si prende cura dell'intero nucleo familiare attraverso attività di mediazione, consulenza, gruppi per genitori.
MondoSole si occupa, inoltre, di attività di sensibilizzazione e informazione. Il volontariato è un punto cardine da sempre dell'Associazione. MondoSole è molto attiva nella diffusione di una riflessione culturale sui valori dei ruoli familiari e dei messaggi riguardanti il cibo e il corpo.
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N.DI TELEFONO: +39 3280823574
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scenariopubblico · 9 months ago
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Estetica e coreografia dark di Marco Goecke
Quando mio padre diceva ai suoi colleghi di lavoro che suo figlio stava studiando per diventare coreografo, loro dicevano: "Ah, come Pina!".
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Marco Goecke è nato a Wuppertal (la città di Pina Bausch) nel 1972. Dopo aver completato la sua formazione in danza classica a Monaco si è diplomato nel 1995 al Conservatorio Reale dell'Aia. Da subito poi, ha iniziato a lavorare come danzatore all'Opera di Stato di Berlino e al Theater Hagen dove, nel 2000, ha creato la sua prima coreografia intitolata Loch.
A partire da quel momento Goecke ha creato diversi lavori per la Noverre-Society con ballerini del Balletto di Stoccarda e per il New York Choreographic Institute che lo ha invitato. La sua cifra stilistica è stata apprezzata da subito, infatti, ha ricevuto sin dagli esordi diverse commissioni che lo hanno portato a lavorare con numerose compagnie come Les Ballets de Monte Carlo, il Norwegian National Ballet, il Pacific Northwest Ballet di Seattle e il Berlin State Ballet. Nella stagione 2005/2006 Marco Goecke è stato nominato coreografo in residenza presso il Balletto di Stoccarda e la stagione successiva presso lo Scapino Ballet di Rotterdam. Dall'anno 2013/2014 è coreografo associato presso il rinomato Nederlands Dans Theater e dal 2019 al 2023 è stato Direttore dello Staatsballett Hannover dove oggi è coreografo associato oltre all'essere Artist in Residence della Gauthier Dance.
Nel 2015 è stato nominato coreografo dell’anno dalla rivista TANZ ed è dell'anno successivo lo spettacolo che lo ha reso conosciutissimo in Italia: Nijinski (ricevendo, peraltro, sempre nel 2016 il premio Danza&Danza come miglior coreografo). Creato per la Gauthier Dance il suo Nijinski, dopo essere stato portato in scena, nel 2021 entra nel repertorio del Balletto del Teatro Massimo di Palermo.
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Sempre nel 2016, esce per la Königshausen & Neumann di Würzburg, la monografia di Nadja Kadel, Dark Matter. Achtzehn ausgewählte Choreographien von Marco Goecke 2003-2015.
A Spoleto 66 lo scorso luglio, Goecke ha partecipato con l'omonimo trittico di coreografie particolarmente rappresentative della sua estetica.
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«Il motore del mio lavoro è l’angoscia, può diventare una fonte di speranza. Quello che cerco di fare con i movimenti veloci del mio vocabolario è rendere visibile e palpabile l’ansia per trasformarla in bellezza. Fuggire dal corpo, scappare dai propri limiti».
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Più volte la sua danza è stata definita dark, cupa. Proprio per l'urgenza di Goecke di attingere al sentire interiore e profondo le sue coreografie sono poesie visive mai didascaliche ma fortemente legate ad una precisa estetica. Esito sono coreografie forti come radici e - allo stesso tempo - delicate come petali. Il suo lavoro è, anche per questo, sempre basato sulla relazione con i danzatori e le danzatrici, con cui si approccia in modo non gerarchico. Insieme all'ensemble viene a crearsi, prova dopo prova, un forte legame scaturito dalla condivisione della ricerca. Quest'ultima, come già accennato, è sempre affacciata sul vissuto emotivo che viene poi tradotto nel linguaggio di Goecke. Il meccanismo che si instaura è, come ha affermato in un'intervista curata da Maggie Foyer per Danza&Danza (1) - «come un segreto».
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«Non c’è bisogno di comprendere la danza da cima a fondo, non si può capire tutto, sarebbe noioso. Meglio lasciare scivolare ciò che si vede a un livello più profondo».
Il repertorio di Marco Goecke approderà a Scenario Pubblico con il danzatore dello Staatsballett Hannover Rosario Guerra, dall'8 al 12 maggio 2024 nell'ambito del Catania Contemporanea/Fic Fest.
(1) Maggie Foyer, Marco Goecke, in «Danza & Danza» magazine bimestrale n.303 marzo-aprile 2022 anno XXXVII prima pubblicazione 25 febbraio 2022.
a cura di: Sofia Bordieri
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healthnewsreview · 9 months ago
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OptiHeart Capsule per l'ipertensione! Opinioni dei Clienti e Prezzo?Italia
OptiHeart Hypertension Capsule è un integratore rivoluzionario realizzato con precisione per supportare la salute del cuore e gestire efficacemente l’ipertensione. Formulato con una miscela di ingredienti clinicamente testati, OptiHeart rappresenta un faro di speranza per le persone che cercano un approccio naturale al benessere cardiovascolare
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Finalmente disponibile in l’Italia OptiHeart, l’integratore in capsule salutare per il cuore che sta guadagnando molta popolarità sui forum internet dedicati ai prodotti salutari per il cuore. Sembra essere un prodotto davvero innovativo, come attestano numerose valutazioni e commenti. La sua composizione naturale combatte l’eccessiva pressione sanguigna, che è la causa principale di molti problemi di salute, dall’interno.
Cos’è OptiHeart
OptiHeart esiste? Uno dei disturbi più diffusi ai nostri giorni è l’ipertensione. È un problema di salute molto subdolo che può avere risultati mortali in qualsiasi momento. È quindi di vitale importanza fermarlo o agire subito.
Molti dei farmaci da banco per l’ipertensione agiscono sui sintomi, rendendo necessaria una cura continua. OptiHeart, invece, rafforza i vasi sanguigni e ne aumenta naturalmente l’elasticità, agendo direttamente alla radice della malattia.
Le capsule agiscono rapidamente dopo l’assunzione, agendo in profondità nelle cellule dei vasi sanguigni per aiutare a prevenire il rischio di una crisi ipertensiva.
Caratteristiche principali:
Ingredienti naturali: OptiHeart comprende una miscela sinergica di ingredienti naturali rinomati per le loro proprietà salutari per il cuore. Ogni componente è accuratamente selezionato per la sua efficacia nel promuovere la salute cardiovascolare.
Regolazione della pressione sanguigna: progettato per assistere nella gestione dell’ipertensione, OptiHeart funziona per regolare i livelli di pressione sanguigna, aiutando gli utenti a mantenere una funzione cardiovascolare ottimale.
Supporto antiossidante: ricco di antiossidanti, OptiHeart aiuta a combattere lo stress ossidativo, riducendo così il rischio di malattie cardiovascolari e promuovendo il benessere generale.
Gestione del colesterolo: Supportando livelli di colesterolo sani, OptiHeart contribuisce a ridurre il rischio di formazione di placche arteriose, che è fondamentale per mantenere un flusso sanguigno chiaro e senza ostacoli.
Forza del muscolo cardiaco: OptiHeart contiene sostanze nutritive che nutrono e rafforzano il muscolo cardiaco, migliorandone l’efficienza e la resistenza ai fattori di stress.
Ingredienti:
Estratto di bacche di biancospino: noto per i suoi effetti vasodilatatori, l’estratto di bacche di biancospino aiuta ad allargare i vasi sanguigni, favorendo una migliore circolazione e abbassando la pressione sanguigna.
Estratto di aglio: l’aglio è celebre per la sua capacità di abbassare la pressione sanguigna e i livelli di colesterolo, riducendo il rischio di malattie cardiovascolari.
Coenzima Q10 (CoQ10): un antiossidante vitale, il CoQ10 supporta la produzione di energia cellulare e aiuta a mantenere un cuore sano.
Magnesio: essenziale per oltre 300 reazioni biochimiche nel corpo, il magnesio svolge un ruolo cruciale nel mantenere un battito cardiaco costante e nel sostenere la salute vascolare.
Estratto di foglie di olivo: ricco di oleuropeina, l’estratto di foglie di olivo contribuisce ad abbassare la pressione sanguigna e a ridurre l’infiammazione, a vantaggio della salute del cuore.
Benefici:
Promuove una pressione sanguigna sana: OptiHeart aiuta a regolare la pressione sanguigna, promuovendo la funzione cardiovascolare ottimale.
Supporta la gestione del colesterolo: aiutando a mantenere livelli di colesterolo sani, OptiHeart riduce il rischio di accumulo di placche arteriose.
Migliora la funzione del muscolo cardiaco: la miscela sinergica di nutrienti in OptiHeart nutre e rafforza il muscolo cardiaco, migliorandone l’efficienza e la resilienza.
Riduce lo stress ossidativo: ricco di antiossidanti, OptiHeart combatte lo stress ossidativo, proteggendo il cuore dai danni causati dai radicali liberi.
Istruzioni per l’uso:
Assumere due capsule di OptiHeart al giorno con acqua, preferibilmente durante i pasti o come indicato da un operatore sanitario.
Efficacia clinica:
Un’ampia ricerca clinica supporta l’efficacia di OptiHeart Hypertension Capsule nel promuovere la salute cardiovascolare. Gli studi hanno dimostrato l’impatto positivo dei suoi ingredienti chiave sulla regolazione della pressione sanguigna, sulla gestione del colesterolo e sulla funzione cardiaca generale. La combinazione sinergica di estratto di bacche di biancospino, estratto di aglio, coenzima Q10, magnesio ed estratto di foglie di olivo garantisce un supporto completo per le persone che cercano di mantenere una salute cardiaca ottimale.
Profilo di sicurezza:
OptiHeart Hypertension Capsule è prodotto in strutture all’avanguardia che aderiscono a rigorosi standard di qualità. Ogni lotto viene sottoposto a test rigorosi per garantire purezza, potenza e sicurezza. Privo di additivi e riempitivi nocivi, OptiHeart è adatto per un uso a lungo termine senza effetti avversi, rendendolo una scelta affidabile per le persone che cercano un approccio naturale al benessere cardiovascolare.
Soddisfazione del cliente:
Migliaia di clienti soddisfatti in tutto il mondo hanno sperimentato i vantaggi trasformativi della capsula per l’ipertensione OptiHeart. Le testimonianze attestano la sua efficacia nell’abbassare la pressione sanguigna, migliorare i livelli di colesterolo e migliorare la funzione cardiaca generale. Con un uso coerente, gli utenti riferiscono di sentirsi più energici, resilienti e fiduciosi nella propria salute cardiovascolare, riaffermando la posizione di OptiHeart come alleato fidato nel perseguimento di uno stile di vita sano per il cuore.
Approvazione degli esperti:
OptiHeart Hypertension Capsule ha ottenuto riconoscimenti da parte di professionisti sanitari ed esperti nel campo della cardiologia. Le approvazioni dei principali professionisti sottolineano la sua efficacia e sicurezza nel supportare la salute cardiovascolare. I medici raccomandano OptiHeart ai pazienti che cercano una soluzione naturale e supportata dalla scienza per gestire l’ipertensione e promuovere il benessere del cuore, consolidando ulteriormente la sua reputazione di integratore di alto livello nel campo delle cure cardiovascolari.
Conclusione:
OptiHeart Hypertension Capsule è più di un semplice integratore; è un faro di speranza per le persone che cercano di dare priorità alla salute del proprio cuore. Con i suoi ingredienti clinicamente testati, vantaggi completi, un profilo di sicurezza impeccabile e un’enorme soddisfazione del cliente, OptiHeart testimonia il potere della natura nel supportare il benessere cardiovascolare. Abbraccia OptiHeart e intraprendi un viaggio verso un cuore più sano e un futuro più luminoso.
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daimonclub · 10 months ago
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Ars Longa Vita Brevis
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Ars longa, vita brevis. Aforismi sulla medicina Ars longa vita brevis. Aforismi sulla salute, la malattia, i medici e la morte. Introduzione della prima versione del libro scritto nel 2001 da C.W. Brown Il medico che è pure filosofo, è simile agli Dei. Tutte le qualità del buon filosofo devono trovarsi anche nel medico: disinteresse, contegno dignitoso, modestia, cognizione delle cose utili e necessarie, serietà, giudizio sereno, purezza di vita, affrancamento dalla superstizione, divina superiorità dello spirito. Ippocrate I primari in genere guadagnano molto bene, ma da bravi professionisti non tutti si accontentano, infatti in Toscana nel 2001 cinque di loro sono stati arrestati per corruzione! Carl William Brown La malattia è il medico al quale prestiamo più attenzione; alla gentilezza, alla conoscenza, facciamo solo promesse; al dolore obbediamo. Marcel Proust Nessuno dei mortali trascorrerà mai la vita incolume del tutto da pene, paga sempre alla vita ciascuno il suo prezzo. Eschilo La salute non è tutto, ma senza salute tutto è niente. Arthur Schopenhauer Un medico coscienzioso deve morire con il malato se non possono guarire insieme. Eugène Ionesco Nel momento in cui ci si chiede il significato ed il valore della vita, si è malati. Sigmund Freud La salute supera tutti gli altri beni esterni, a tal punto, che davvero un mendicante sano è più felice di un re ammalato. Arthur Schopenhauer Anno 2001. Avete mai sentito un medico affermare di aver sbagliato? No! Allora leggete i dati forniti dal Tribunale per i diritti del malato che si basano su 30 mila schede e parlano del 18 per cento di sospetti errori diagnostici e terapeutici nell'area ortopedica, del 13 per cento per la chirurgia generale, l'11 per cento per l'ostetricia e la ginecologia ed il 10 per cento nell'area oncologica. Carl William Brown Quando penso ad una malattia, non è per trovarvi rimedio, ma, invece, per prevenirla. Louis Pasteur Il medico vede l’uomo in tutta la sua debolezza, l’avvocato in tutta la sua cattiveria, il teologo in tutta la sua stupidità. Arthur Schopenhauer Anche i medici prima di essere dei professionisti della salute, della malattia e della parcella sono degli uomini e si sa a volte gli uomini si comportano in maniera stupida. Carl William Brown Ci sono due grazie, di cui è priva la maggioranza degli uomini e di cui essi non apprezzano il valore: la salute e il tempo libero. Il Corano Tutti sono abbastanza forti da sopportare i mali altrui. La Rochefoucauld Mangia poco a pranzo e meno ancora a cena, che la salute di tutto il corpo si costruisce nel laboratorio dello stomaco. Miguel de Cervantes Bisognerebbe prendersi cura della salute come si prende cura del divertimento, allora non si sarebbe mai malati. François Gervais Nessuno dei mortali trascorrerà mai la vita incolume del tutto da pene, paga sempre alla vita ciascuno il suo prezzo. Eschilo L'uomo non muore per il fatto di essersi ammalato, ma gli capita di ammalarsi perché fondamentalmente deve morire. Umberto Galimberti La mattina quando vi alzate, fate un sorriso al vostro cuore, al vostro stomaco, ai vostri polmoni, al vostro fegato. Dopo tutto, molto dipende da loro. Thich Nath Hanh Se si riuscisse a dare a ciascuno la giusta dose di nutrimento ed esercizio fisico avremmo trovato la strada per la salute. Ippocrate Chi è in buona salute è ricco senza saperlo. Proverbio francese Un tempo ci si ammalava, se andava bene si vedeva un dottore, magari uno stregone e poi si moriva, oggi è tutto cambiato; ci si ammala, si vedono decine e decine di dottori, magari uno stregone e poi si muore più incazzati di prima. Carl William Brown Tratto dal libro Ars Longa Vita Brevis, aforismi sulla salute, la malattia, i medici e la morte. In attesa della nuova versione di questo libro, potete anche leggere il seguente articolo presente nel blog, ovvero Emergenze sanitarie in Italia. C'è anche una pagina Facebook dedicata a queste tematiche, dove potete trovare materiale interessante, è questa https://www.facebook.com/medicidibase The World of English offers you some very interesting quotes, aphorisms and thoughts on Medicine and doctors! Di medici ne ho conosciuti parecchi, visto che da sempre il mio corpo ha fatto i capricci! Non sono però mai riuscito a comunicare bene con loro, anche se la mia preparazione non è delle più scarse! Anzi! Ma non è questo il vero nocciolo della questione! Anni fa mi recai a pagamento da un famoso otorinolaringoiatra, un chirurgo abilissimo che mi chiese come mai avessi aspettato così a lungo a decidere di farmi operare, la mia lapidaria risposta fù, - ars longa, vita brevis - e così dopo alcuni mesi entrai nell' ospedale in cui un giovane allievo potè cimentarsi nell'arte che stava via via apprendendo! Sono passati ormai alcuni anni, il famoso chirurgo è morto di tumore già da tempo ed io non mi attarderò troppo a lungo dal raggiungerlo. Ecco, quì iniziamo ad avvicinarci già di più alla tematica fondamentale del mio lamento! Ascolta caro erede! Il mestiere del medico, la sua figura che nel momento in cui nasce si identifica e si mescola con quella dello stregone, del mago, del sacerdote rituale, del potente imperatore! Mi ricorda il mitico Paracelso, nato nel cuore della Svizzera in una località tenebrosa, il ponte del diavolo, Teufelsbrucke, che fu allo stesso tempo medico, naturalista e filosofo, uno studioso in grado di interpretare i segreti e i mali dell'uomo come una parte del tutto universale. Ma anche i famosi dottori, furbi e pasticcioni di Molière, capaci solo di svuotare il corpo in un modo o nell'altro, con salassi di sangue e grandi purghe! E poi ancora i grandi medici dell'ottocento, epoca in cui nascono le figure grandiose del "medico condotto" e del medico di famiglia" e dove il concetto della scienza al servizio dell'uomo imponeva al medico di immedesimarsi nel ruolo irrinunciabile di operatore sociale. In un Galateo del Medico apparso nel 1873 si legge infatti: "Il medico si aggira e vive in mezzo al popolo; è depositario di suoi dolori e di sue speranze e anche a non volerlo diviene democratico d'indole". Una professione da amare insomma! "Si sente spesso affermare che la medicina è una scienza. Così non è. La medicina non è una scienza, è una pratica basata su scienze che opera in un mondo di valori." E' in altri termini una tecnica, dotata di un proprio sapere che differisce dalle altre tecniche perché il suo oggetto è un soggetto: l'uomo. E soprattutto, non è solo scienza. Nell'arte della cura infatti la tecnologia è una grande risorsa, ma l'uomo deve restare il suo fine ultimo, o primo. Così si esprime Giorgio Cosmacini nel suo libro il Mestiere di medico riportando in primo piano anche quella che è la nostra idea, la professione del medico è un'arte e come tale non può essere troppo distante da tutte le altre arti, e poiché l'arte è vita, purtroppo alla fine si trova a doversela vedere anche con la morte, con il dolore, con le ingiustizie! Così ci vengono alla mente gli ambienti poco allegri di alcuni ospedali e di alcuni ambulatori, dove ormai si fa sempre più fatica a vedere l'arte della professione e la sua umanità, e si assiste invece al triondo della tecnica, della tecnologia, della farmacologia e del business. Sempre più spesso la persona umana viene alienata e diventa sempre più macchina essa stessa, destinata ad essere rottamata per far fronte alle sempre nuove e incombenti esigenze della produzione. Il tempo è sempre più avido, e le sempre più cose che sappiamo ci fanno amaramente rendere conto che quelle che invece ignoriamo sono sempre ancora di più, e così la nostra angoscia invece di diminuire aumenta di pari passo con l'aumentare degli esami specialistici! La mia tesi di laurea consisteva in uno studio sull'opera e sull'umorismo di un autore ungherese, George Mikes, che però aveva sempre scritto in inglese. Leggendo tutti i suoi libri e molti altri testi sulla comicità e sull'umorismo ho scoperto che il riso fa buon sangue, aiuta a curare oltre che il nostro spirito anche il nostro corpo e così, senza citare troppe fonti, aumenta le difese del nostro sistemza immunitario e ci aiuta a combattere meglio le malattie. Da ciò devo dedurre che dovrei iniziare a ridere ora e assolutamente non smettere mai se non per necessità, alcuni minuti dopo il fatale e tragico evento della mia morte. In pratica dovrei diventare più positivo! Il massimo dell'umorismo nero insomma. Tuttavia esce in questi giorni in videocassetta la storia vera del medico con la vocazione del clown che credeva nella risata come terapia. Robin Williams è il protagonista di Patch Adams, una commedia di grande successo e campione d'incassi negli Stati Uniti. Una cosa è certa, i medici che ho sempre visto nei nostri ospedali sono tutti molto seri e spesso sembrano anche tristi, per cui un po' di allegria, e di buon spirito non farà di certo male alla nostra sanità! Per fortuna non sono il solo a pensarlo, infatti ci sono già degli animatori che si aggirano per le nostre strutture, soprattutto negli ospedali dove sono ricoverati i bambini, cercando di alleviare le sofferenze di una condizione poco piacevole con una ventata di sano e divertente buon umore!
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Citazioni, massime, aforismi sui medici Quando il male fa la sua comparsa qualsiasi persona si tramuta in un paziente e si trasforma improvvisamente in un povero bambino, diventa più debole, più indifeso e comincia ad aver paura. A questo punto non è raro vedere nel proprio medico, una figura materna, o paterna e sviluppare nei suoi confronti tutte le aspettative e le speranze di chi ha un estremo bisogno di aiuto. Il più delle volte questo fenomeno è attenutato perché magari le patologie sono curabili e pochi incontri con il nostro salvatore ci liberano da tutte le nostre fobie, ma quando la malattia è incurabile, beh, lì il discorso cambia, e si fa molto più complesso. In questa situazione il medico talvolta non può fare più di tanto, e non importa se sia un medico di famiglia, uno specialista, un grande professore universitario e direttore di un efficiente dipartimento clinico o un giovane medico senza frontiere che opera in uno dei più disagiati luoghi della terra! A questo punto la tecnica non serve più a molto, e l'unica cosa che rimane a fronteggiare la drammatica situazione è la nostra umanità, magari aiutata da qualche fiala di morfina o da qualche altro efficace e indispensabile rimedio. L'ospedale del futuro, dicono, non può permettersi di dedicarsi solo alla cura dei malati. Un ospedale moderno deve saper curare i malati, ma deve anche prendersi cura dei sani e, in particolare, deve convincersi che la cura dei malati e la ricerca sono due aspetti strettamente collegati alla terapia e alla prevenzione. Già la prevenzione, la cultura, la scuola, l'informazione e la pratica delle cose! Talvolta i soldi della ricerca quando ci sono si perdono nei rivoli melmosi della burocrazia o delle clientele e qualche abile imprenditore della medicina o della politica ogni tanto si suicida perché non regge il peso delle sue malefatte e di tutte le buone cose che avrebbe potuto fare per il suo prossimo e che invece per il suo stupido ed ottuso egoismo non ha fatto. E di nuovo ci giunge così l'idea della morte e con lei anche le tristi immagini della povertà, dell'ingiustizia, della sconfitta, del non sapere e della nostra ignoranza. Nel frattempo tuttavia la genetica avanza, la ricerca avanza, la tecnologia avanza, ma ahimè anche le malattie però si danno da fare e per non parlare del sud del mondo citerò solo la Russia, dove la diffusione dell'Hiv ha fatto si che i sieropositivi e i malati passassero dai 130.000 del dicembre 1999 ai 300.000 della fine del 2000. Un tasso di crescita che ha pochi eguali nel mondo e che farà si che a questo ritmo, entro due o tre anni, i casi potrebbero toccare il milione di unità. Certo rispetto alla strage del continente sub-sahariano che ospita il 70% dei 34 milioni di malati nel mondo, queste cifre sembrano ridicole, ma bisogna tuttavia considerare che i dati ufficiali, secondo molte organizzazioni non governative, andrebbero moltiplicati per dieci! E ogni tanto, durante questo lavoro, anzi direi spesso, mi venivano in mente le parole di Ippocrate, e le simpatiche figure di qualche dottore o di qualche dottoressa; devo inoltre aggiungere che in una situazione di tormento reale questa forma di conforto virtuale mi ha anche dato una certa melanconica forza che mi ha assistito nella realizzazione di questa raccolta e di questa introduzione. "La vita è breve, l'arte è lunga, l'occasione è fugace, l'esperienza è fallace, il giudizio è difficile. Bisogna che non solo il medico sia pronto a fare da sé le cose che debbono essere fatte, ma anche il malato, gli astanti, le cose esterne". Già, "Dai tempi di Ippocrate infatti, l'aforisma è stato il veicolo letterario della classe medica... L'aforisma rimane l'indiscusso contributo del medico alla letteratura". Questa è la frase di Howard Fabing che precede l'introduzione di Massimo Baldini al libro di Ippocrate Aforismi e Giuramento ed è da questa frase che partirò. Di tutte le opere di Ippocrate, gli Aforismi hanno goduto di maggior fortuna e sono in assoluto l'opera medica che ha avuto più edizioni e più commenti. "Fino al principio dell'Ottocento, ha scritto Vegetti, gli aforismi erano considerati la Bibbia del Medico", e quindi anche se oggigiorno le cose sono notevolmente cambiate penso che non sia poi così fuori luogo dar vita ad una raccolta letteraria di aforismi che non pretenda ovviamente di condensare delle verità mediche o scientifiche, ma che in ogni caso cerchi comunque di stimolare il dialogo, la riflessione e la comunicazione tra tutti gli uomini, sani e malati, medici e pazienti! Certo, è fuor di dubbio che tutti gli operatori della sanità oggigiorno ritengono di svolgere una professione tecnico scientifica ormai completamente separata da quella filosofia naturalistica che pose le basi per il suo futuro sviluppo e non si sognano nemmeno lontanamente di assimilarsi a dei filosofi che, consapevoli delle nuove teorie del caos, si pongono con umiltà a scrutare la complessa stupidità della nostra realtà. Ed è proprio anche per questo che sto scrivendo questo libro, alla ricerca di equità, giustizia, solidarietà, rispetto, riflessione ed un po' di divertimento! Certo i filosofi non fanno i soldi e i medici? Alcuni anni fa il movimento studenti distribuì un questionario nelle facoltà di medicina! Tra le altre vi era una domanda secca: "Perché hai scelto di fare Medicina?". La risposta più frequente fu: "per far soldi". E il medico dicevo, il medico cerca di far soldi e in molti casi forse ci riesce! Ma a me questo interessa poco, io voglio che il medico si senta di nuovo anche un antico filosofo e non perda quindi il piacere di comunicare e di spiegare la sua arte a tutti in modo tale che si possa raggiungere un "compromesso" tra l'avanguardia della ricerca medica e l'umanizzazione del rapporto medico-paziente, ottenendo così la formazione ottimale del "complete physician" ed un maggior rispetto del diritto alla salute di tutti gli esseri umani. Ho sempre letto molto, e ci tengo a restare informato, ma questo non mi ha salvato, e nemmeno tutta la scienza e la tecnica dell'umanità alla fine potrà impedire il tragi-comico evolversi degli eventi. Per questo ho trovato conforto in un paio di libri scritti da un medico, un certo Paolo Cornaglia Ferraris, un "medicus medicorum" come leggo sulla copertina del libro che illustra i simpatici disegni di un lupo in camice bianco, e di una pecora con un pigiama a righe verdino. Ecco, in questa mia introduzione ora voglio fare un omaggio al buon senso e all'onestà, e perciò riporterò alcuni brevi passaggi tratti da questi due testi, cogliendo anche l'occasione per salutarne l'autore.
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Dignità di morire in Italia "Chi persegue interessi che nulla hanno a che fare con quelli dei malati e con quelli di una professione dignitosa e nobilissima, capisca finalmente che il nostro lavoro di assistenza e di ricerca medica non è fatto per sottoscrivere compromessi di basso profilo. E' un grave danno che i malati si riducano a essere numeri in pigiama e accettino ricatti nel silenzio. Il mio invito anche a loro è quello di parlare, di partecipare, di scrivere. Scopo del libro è sempre stato quello di dar voce alla maggioranza silenziosa, perché i camici e i pigiami non si trovino più su fronti contrapposti." Queste frasi sono tratte dalla premessa alla seconda edizione di Camici e Pigiami, le colpe dei medici nel disastro della sanità italiana, dell'autore sopracitato e guarda caso combaciano proprio con l'intento della mia raccolta, che cercherà tra le altre cose di essere non solo divertente o irriverente, ma anche e soprattutto artistica ed umana. Anch'io da tempo insegno, ma non all'università, sono solo un professore di scuola superiore, e visto che anch'io tra i miei colleghi di più alto rango, si fa per dire, ho riscontrato un certo senso di superiorità, e una scarsa predisposizione al dialogo e alla diffusione delle opere altrui, vorrei citare ancora alcune frasi di Cornaglia-Ferraris. "Se provate a cercare un professore ordinario nelle ore di lavoro all'interno della cinta universitaria, potreste restare delusi. La presenza fisica di costoro, infatti è opzionale per tutti i docenti di prima fascia. E' una situazione analoga a quella pomeridiana per i magistrati nei vari tribunali….In una grande città padana il direttore dell'Istituto di Pediatria nel 1997 si è presentato in sede solo 92 volte, passando la restante parte dell'anno tra commissioni ministeriali, congressi sponsorizzati dalle varie ditte farmaceutiche e alimentari, nelle più amene zone del mondo. Nello stesso policlinico, il suo corrispondente primario ospedaliero ha dovuto invece assicurare alla Asl 37,5 ore settimanali di lavoro controllato dal timbro del cartellino-orologio... Nessuno bada più a tale assenteismo, ormai più che sfacciato. Come il docente padano, infatti, si comportano la maggioranza degli accademici "potenti" e non solo a medicina. La cattedra di prima fascia è diventata da decenni non lo strumento per insegnare, ma quello per fare gli affari propri, finalmente senza che nessuno possa avere niente da ridire. E' il premio di una carriera fatta di umiliazioni, servilismi, sotterfugi, alleanze e tradimenti. Tutto, fuorché una struttura dedicata all'insegnamento e alla formazione dei giovani studenti in medicina." (Op. cit. pag. 34-35) Già, forse quel medico di fama con cui volevo scambiare due parole non ha potuto proprio visitarmi perché aveva un gran da fare. Read the full article
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