#cultura e impresa
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Milano e i grandi eventi internazionali: Fondazione AEM chiude l’anno con uno sguardo verso il futuro
Il gran finale di "Incontri con la Storia": Milano tra memoria e innovazione, verso Milano-Cortina 2026
Il gran finale di “Incontri con la Storia”: Milano tra memoria e innovazione, verso Milano-Cortina 2026 Con l’incontro intitolato “Lo specchio del mondo. Milano e i grandi eventi internazionali”, si è concluso il terzo ciclo di “Incontri con la Storia”, organizzato dalla Fondazione AEM – Gruppo A2A in occasione della XXIII Settimana della Cultura d’Impresa. Questo appuntamento, che ha esplorato…
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Siamo il secondo paese industriale europeo, subito dopo la Germania. Ma gli italiani non lo sanno.
In alcuni settori d’eccellenza (la meccatronica e la robotica, la chimica fine, la farmaceutica d’alta specialità, le componentistica auto, la cantieristica navale da diporto, etc.) abbiamo posizioni da primato internazionale, ma per gran parte della nostra opinione pubblica è innanzitutto il turismo ad assicurare la ricchezza dei territori.
Siamo tra i cinque maggiori paesi esportatori del mondo, proprio grazie all’industria e a quella meccanica in prima linea, ma i cittadini per il futuro confidano negli alberghi e nelle opportunità del commercio, nello shopping.
“Dissonanza cognitiva” è il nome di questo fenomeno, un’opinione che fa a pugni con la realtà di fatti e dati. Detta in altri termini, l’Italia non sa bene chi è e come si produce la sua ricchezza e dunque non ha una fondata idea di dove andare.
L’industria scivola ai margini dell’immaginario collettivo, occupa un ruolo periferico nella rappresentazione sociale dello sviluppo. (...)
Ecco il punto: l’Europa può continuare a restare ancorata ai suoi valori e alla sua cultura civile se mantiene una forza industriale di peso e respiro globale. (...) E se dunque investe sulle nuove tecnologie (infrastrutture, ricerca, processi di conoscenza e formazione) e sull’impiego ben strutturato e guidato dell’Intelligenza Artificiale (...).
Serve insistere sull’industria, insomma, (per) evitare il precipizio indicato alcune settimane fa dal “Financial Times”: perdere la sfida competitiva con Usa e Cina e ridursi a essere “il Grand Hotel dei ricchi e potenti del mondo”. Un luogo di storica eleganza. Ma privo di peso e potere. Incapace di decidere sul suo futuro. (...)
Viene da lontano, questo fenomeno di sottovalutazione del peso industriale. Da una diffusa cultura anti-impresa, ostile al mercato, alla fabbrica ma anche alla tecnologia e alla scienza (...). Da una disattenzione culturale verso i fenomeni del lavoro industriale, (...) da un’opinione pubblica incline ai luoghi comuni anti-industriali e segnata da un evidente deficit informativo. E da una tendenza, ben radicata in ambienti economici ed accademici, a insistere sul tramonto dell’industria alla fine del Novecento, per cedere il passo al “terziario avanzato” e alla finanza.
Dati e fatti, soprattutto dopo la Grande Crisi finanziaria del 2008, hanno smentito queste false costruzioni di un immaginario distorto e ridato invece importanza all’economia reale. E l’Italia è cresciuta, più e meglio di altre aree europee, negli anni post Covid, proprio grazie al suo “orgoglio industriale”, investendo, innovando, (...) facendone un asset di competitività e di qualità sui mercati.
Eccola, dunque, la realtà dell’Italia industriale ad alta tecnologia e sofisticata qualità (...), per evitare che la mancata conoscenza dell’Italia industriale alimenti quelle disattenzioni, quelle false percezioni della realtà che contribuirebbero ai rischi di declino economico e dunque sociale e civile del nostro Paese.
Se ne accorge finalmente anche l'informazione dei finti sapientoni (e fa autocritica pur senza dirlo): https://www.huffingtonpost.it/blog/2024/11/18/news/litalia_e_un_grande_paese_industriale_ma_gli_italiani_non_lo_sanno_e_preferiscono_pensare_al_turismo-17751079/
In realtà manco l'Huff Post dei sapientoni sa che in quanto a export stiamo gareggiando col Giappone e, tolta l'Olanda che non esporta quasi nulla di suo ma lucra sull'in-out di Rotterdam da e verso la Cermania, saremmo sul podio MONDIALE delle bilance commerciali attive. Grazie alle industrie citate ma non solo, grazie anche alle altre eccellenze italiane: MODA & LUSSO, FOOD&BEVERAGE.
Ovviamente l'articolo è stato qui depurato , solita profilassi antibatterica, da false devianze riguardo "svolte green necessarie", no non lo sono anzi rappresentano un freno a mano tirato, verso "grazie alle politiche europee di Draghi", no è un liquidatore fallimentare, e tutti quei "ci vuole più politica per guidare" da dirigisti socialisti: non servono affatto, tutto questo è successo proprio GRAZIE alla distrazione della politica dirigista pre e post covid.
Ah e manca anche l'indicazione fondamentale: ma quale Trump, ma basta con 'ste ridicole scuse - btw, se riaprisse il mercato russo facendo finire la guerra dei Biden, decolleremmo ancora di più e dei dazi ce ne fregieremmo alla grande..
Per evitare che il declino si accompagni al degrado sociale in atto per via dei migranti (la manodopera dequalificata e a basso costo fa calare i salari quindi i consumi, oltre a far soppravvivere aziende decotte e terziario arretrato), la spada di Damocle per l'industria italiana è evitare il crollo economico della Cermania, nostro primo mercato. Ma quale Draghi, è necessario la facciano immediatamente finita con tutto 'sto verde elettrico.
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La nuova battaglia identitaria della PDC Meloni e' dire basta alla cultura di sinistra che imperversa in questo Paese dal giorno successivo al 25-aprile-1945. Capisco che analizzare la storia culturale di questo Paese da parte di una diplomata liceale che poi ha trascorso la sua vita tutta interna a un gruppo politico puo' essere impresa titanica ma la storia culturale di questo Paese e' sotto gli occhi di tutti. Probabilmente gli anni '60 e '70 sono stati anni dove la sinistra ha avuto un predominio culturale ma non perche' il potere politico ha agevolato quella diffusione, semplicemente perche' i giovani di allora erano antifascisti, affamati di diritti sociali, di liberta', di futuro e credevano nel valore della cultura. Teatro, Musica, letteratura, cinema..non c'era ambito dove quel tipo di cultura non predominava.. Poi sono arrivati gli anni '80 e l'avvento delle radio e tv private. Da quel momento la cultura ha svezzato un paio di generazioni di qualunquisti, edonisti e reazionari. Piu' che una cultura, una sub-cultura ridanciana, sguaiata e populista. Sparita la riflessione, il sapere, l'approfondimento, l'impegno sociale.. Per 30anni la cultura di massa l'ha divulgata Berlusconi con le sue tv, relegando a nicchia quella parte riferibile alla sx. Si e' visto in politica e in tanti ambiti di questo Paese come sia andata la storia. Credo che gli attuali 40-50enni, conoscano piu' il gabibbo o Boldi, Zalone o Pio e Amedeo che Troisi o Nanni Moretti. Piu' i fratelli Vanzina che i fratelli Taviani. Viviamo in un Paese dove meta' popolazione e' analfabeta funzionale, gente che sgomita per seguire isole dei famosi, talent o festival della canzone nazionale. La scuola non ha piu' alcun valore e si brama solo diventare influencer di facebook o tik-tok. Insomma, da 30anni siamo dentro un pantano di sola sub-cultura povera e stracciona creata dalla dx di questo Paese, altro non c'e'. Ma certi governanti sanno di cosa parlano o pensano che spremendo le teste di milioni di Fratelli' o di Bombolo vien fuori un bicchiere colmo di dotti intellettuali che potranno andare per il mondo a spargere il seme di un nuovo Rinascimento italiano? @ilpianistasultetto
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The Beginnings of Ladino Literature
En "The Beginnings of Ladino Literature: Moses Almosino and His Readers," Olga Borovaya presenta a Moses Almosino (1518-1580) como un destacado escritor sefardí otomano, conocido tanto en Europa como en el Imperio Otomano. Aunque sus obras en hebreo fueron valoradas, su literatura en ladino obtuvo una prominencia notable. Almosino se hizo conocido en Europa en 1638 cuando Jacob Cansino adaptó su obra en escritura latina, titulada "Extremos y grandezas de Constantinopla", para el Conde-Duque de Olivares en Madrid. Este texto alcanzó una amplia difusión y fue referenciado por historiadores como Joseph von Hammer y Eliakim Carmoly. Además, Almosino escribió "Rejimyento de la vida" y "Tratado de los sueños", que se imprimieron en Salónica en 1564 y se reeditieron en Ámsterdam en el siglo XVIII. A pesar de su fama, su literatura en ladino ha sido menos estudiada debido a la percepción errónea de que estaba escrita en castellano.
Borovaya señala que, aunque la literatura ladina suele considerarse originaria del siglo XVIII, los sefardíes otomanos publicaron obras vernáculas desde el siglo XVI. La percepción de que el ladino alcanzó su forma final en el siglo XVIII ha llevado a una marginalización de textos anteriores como los de Almosino. Elena Romero e Iacob Hassán clasificaron estos textos como español, contribuyendo a su exclusión de la literatura sefardí. Borovaya propone que toda la literatura producida en el Imperio Otomano desde el siglo XVI hasta mediados del XX debe ser considerada parte de la literatura ladina y destaca la necesidad de una nueva periodización para reconocer los múltiples estilos funcionales del ladino.
En su estudio, Borovaya también menciona que su obra anterior, "Modern Ladino Culture" (2011), y otros estudios se enfocaron en el desarrollo de la cultura impresa sefardí moderna desde el siglo XIX. La literatura ladina del siglo XVIII ha sido analizada principalmente por Matthias Lehmann, pero Borovaya busca llenar el vacío existente sobre el siglo XVI, investigando las obras de Almosino. Ella explora cómo Almosino dirigió sus escritos a los exconversos que, tras emigrar al Imperio Otomano, necesitaban educación judía antes de aprender hebreo. Este contexto educativo impulsó a Almosino a escribir en ladino sobre temas de ciencia, filosofía y teología.
El prólogo del libro examina la controversia sobre si los judíos ibéricos tenían un lenguaje propio antes de su expulsión en 1492. Aunque algunos académicos creen que hablaban dialectos locales similares a los de los cristianos, Borovaya sugiere que usaban un sociolecto más que un lenguaje separado. Los judíos en la Iberia del siglo XV hablaban varios dialectos como aragonés, catalán, portugués y castellano, y su capacidad para mantener el hebreo se vio afectada por las conversiones y la violencia antijudía. Pese a ello, continuaron produciendo textos literarios en dialectos vernáculos, utilizando tanto el alfabeto hebreo como el latino.
Borovaya también analiza la conversión forzada de judíos durante y después de la Disputa de Tortosa (1413-1414) y cómo muchos conversos continuaron practicando el judaísmo en secreto. La coexistencia entre conversos y judíos fue una característica común, aunque la Inquisición buscó separarlos. El siglo XV fue testigo de un intenso intercambio cultural e intelectual entre judíos y cristianos, con ejemplos como la Biblia de Alba (1422-1430), encargada por Don Luis de Guzmán, que incluyó comentarios rabínicos y elementos judíos.
El estudio concluye con una mención de Shem Tob ben Isaac Ardutiel (ca. 1290-1369), un autor judío destacado que escribió en lenguas ibero-romances. Su poema didáctico "Proverbios morales" y su tratado hebreo "Debate Between the Pen and the Scissors" reflejan la ambivalencia hacia el uso de lenguas vernáculas frente al hebreo.
En resumen, Borovaya argumenta que, a pesar de que los judíos ibéricos no dejaron una gran cantidad de escritos vernáculos, su producción literaria y glosarios muestran su compromiso intelectual con la cultura dominante y que, al emigrar, llevaron consigo tanto el idioma vernáculo como un vasto bagaje cultural.
Bibliografía: Borovaya, Olga. The Beginnings of Ladino Literature: Moses Almosnino and His Readers. Indiana University Press, 2017.
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“ Le ondate antiscientiste dipendono, epoca per epoca, da scarse confidenza e dimestichezza con le scienze. È vero che si ha paura di ciò che non si capisce esattamente come abbiamo paura del buio, ma è vero altrettanto che esiste qualcosa chiamato scuola italiana. Il Piano nazionale informatica (Pni), voluto da Franca Falcucci, ministro dell’Istruzione, a metà degli anni Ottanta, era stato pensato per insegnare i rudimenti di programmazione a studenti e studentesse delle scuole superiori. Cosí è stato per molti, e per me. Mi sono diplomata nel 1996 al Liceo Scientifico Leon Battista Alberti di Minturno, indirizzo Pni, sapendo programmare in Pascal, e conoscendo rudimenti di Assembler. La riforma di Letizia Moratti, ministro dell’Istruzione, a circa vent’anni dal Piano nazionale informatica, propagandava – non trovo esatto nessun altro verbo – la scuola delle «tre I». Impresa, Inglese e Informatica (non ricordo in che ordine). In questa nuova idea di informatica, studenti e studentesse, cittadini e cittadine a venire, non erano piú chiamati a programmare ma a conseguire la Ecdl (European Computer Driving Licence), dunque a imparare l’utilizzo di un pacchetto applicativo. Imparare a essere utenti consapevoli. Utenti e non programmatori. La riforma Falcucci e quella Moratti sono antipodali rispetto all’idea di istruzione e, in fondo, anche a quella di cultura. Nella proposta Falcucci, la teoria e la prassi dell’informatica si compenetrano e si rafforzano. A scuola si impara cioè che teoria e prassi non hanno differente natura e, dal punto di vista culturale, il principio che passa è che alla cultura si partecipa. La cultura non è intoccabile, altra e irraggiungibile, la cultura è fatta da chi e con chi vi partecipa. La scienza stessa è cultura, e dobbiamo lavorare perché questa coscienza la abbiano tutti. Gli studi scientifici hanno sbocchi tecnologici, l’avanzamento tecnologico richiede studi scientifici, e si impara dunque, giorno per giorno, che la tecnologia non coincide con i dispositivi. L’indirizzo della riforma Moratti è diverso, l’effetto è quello dei signori viaggiatori divenuti gentili clienti negli annunci sonori sui treni. Il fine appare non tanto la comprensione e il contributo del singolo, ma il completamento di un percorso volto a ottenere un titolo, un marchio, un bollino (torniamo al discorso sulle merci). Partecipare o ricevere, pensare di poter contribuire o non pensarci affatto. Giocare o eseguire. Esercitarsi a capire o trovare la soluzione. Cercare la soluzione o avere ragione. Esseri umani considerati viventi o merci non viventi. Ha vinto la riforma Moratti. “
Chiara Valerio, La tecnologia è religione, Einaudi (Collana Vele, n° 208), marzo 2023; pp. 45-47.
#Chiara Valerio#saggistica#letture#leggere#citazioni#libri#La tecnologia è religione#progresso#scritti saggistici#cultura#programmazione#informatica#educazione#scuola#relazioni#antiscientismo#scienze#ricordi#meditazioni#mercificazione#Franca Falcucci#Letizia Moratti#crescere#istruzione#saggi#scuole superiori#intellettuali contemporanei#tecnica#giovani#pensiero critico
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Vía Filatelia, por el gusto de coleccionar
Efemérides Filatélicas.
Día Nacional del Cacao y el Chocolate. El 2 de septiembre ha sido designado como un día de celebración nacional, con el afán de propiciar el consumo de cacao mexicano, así como extender los conocimientos que se tiene sobre el mismo.
El cacao es uno de los cultivos representativos de nuestra cultura, ya que es originario de nuestro territorio y ha formado parte esencial de las costumbres, tradiciones e incluso estructuras sociales de nuestros pueblos originarios. Un claro ejemplo de ello es como la semilla del cacao fungía como moneda de cambio, pues era un elemento tan valioso que podía asumir esa connotación.
El cacao representaba parte de la cosmovisión de las culturas prehispánicas. De hecho, en la leyenda que narra cómo llegó el cacao a los hombres, se cuenta que Quetzalcóatl robó este preciado fruto del edén de los dioses para que los hombres tuvieran alimento y pudieran desarrollar la sabiduría, el estudio y la capacidad de hacer arte, cualidades que eran exclusivas de éstos.
México 1981.
Cacao. Theobroma cacao.
Flora de México.
Estampilla impresa por huecograbado en papel couché blanco fosforescente sin marca de agua.
Valor facial: $1.60
Perforación: 14
Medidas: 24 x 40 mm
Scott #1237
"Amigos de la Filatelia", Francisco Muñoz.
Gracias por acompañarnos en esta emocionante travesía a través del tiempo, del mundo y del correo. 🌍✈️📮📬
#Filatelia #HistoriaPostal #SellosAntiguos #Coleccionismo #PostalesVintage #Sellos #SellosPostales #Correos #TesorosDelPasado #AmantesDeLaFilatelia #FilateliaPorElGustoDeColeccionar #Sellos #Postales
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JAZZINSIEME FACTORY porta la musica nelle aziende del territorio
Il nuovo progetto di Blues In Villa APS porta la musica nelle aziende del territorio: Oesse, Rimorchi Bertoja e Kristalia si reinventano palcoscenici per unire cultura e impresa JAZZINSIEME FACTORY “CULTURA E IMPRESA SI INCONTRANO GRAZIE ALLA MUSICA“: è con questo claim che si presenta Jazzinsieme Factory, il nuovo progetto culturale lanciato dall’Associazione Culturale Blues In Villa APS di…
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Jazzinsieme Factory
“CULTURA E IMPRESA SI INCONTRANO GRAZIE ALLA MUSICA”: è con questo claim che si presenta Jazzinsieme Factory, il nuovo progetto culturale lanciato dall’Associazione Culturale Blues In Villa APS di Brugnera e giunto ora alla sua fase culminante nelle aziende che vi hanno preso parte: OESSE, Rimorchi Bertoja e Kristalia. L’ambiziosa idea di Jazzinsieme Factory è quella di portare la musica, anche…
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#ScadenzaPA - Aviso pubblico per selezione di soggetti interessati alla coprogettazione per la presentazione di una progettualità giusto Avviso pubblico pubblicato dall¿Anci avente per oggetto: ¿Presentazione di proposte progettuali rivolte all'orientamento della popolazione giovanile verso la cultura di impresa ¿Giovani e impresa - II EDIZIONE"
Con il presente Avviso pubblico, il Comune di Palermo intende avviare una procedura di coprogettazione finalizzata alla definizione e alla realizzazione di un progetto che miri a creare un Hub diffuso per l’imprenditorialità giovanile nei comuni di Palermo, Monreale e Belmonte Mezzagno. Il progetto sarà orientato alla promozione e al sostegno dell’imprenditorialità giovanile, sfruttando le…
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Título: Retrato de un joven con traje militar Artista/Autor: Bartholomeus van der Helst (holandés, 1613 - 1670) Fecha: 1650 Medio: Óleo sobre lienzo Dimensiones: Sin marco: 74,3 × 60,3 cm (29 1/4 × 23 3/4 in.) Con marco [Dimensiones exteriores]: 91,4 × 77,8 × 5,1 cm (36 × 30 5/8 × 2 in.) Lugar: Países Bajos (lugar de creación) Cultura: Holandesa Firma(s): Superior izquierda: "B. van der Helst/1650" Número de objeto: 70.PA.12 Línea de crédito: Donación de J. Paul Getty Marca(s): Reverso: parte superior central, etiqueta rectangular amarillenta con la imagen de una calle con un carruaje tirado por caballos, impreso en negro: “CURIOSITES / ENCADREMENTS / JOUETS D'ENFANTS / Invitation pour visit[?] Salons d'Exposition de Min. / ALP. GIROUX ET CIE / 13 Boulevard des Capucines et rue Neuve des Capucines, 24”; centro superior, sello circular morado o negro: “[?]RAD / PRAHA”; centro izquierda, etiqueta Getty rectangular amarillenta con borde rojo y esquinas biseladas, escrita en negro: “C11366 / [a lápiz, al revés:] G-66 / J. P/ Getty / Br J”; centro izquierda, etiqueta rectangular oscurecida con borde azul decorativo y bordes festoneados, escrita en negro: “No. 15 du Cabinet de M. le Comte / de Ferrari”; centro izquierda, etiqueta rectangular oscurecida con borde azul decorativo y esquinas biseladas, escrita en negro: “No. 15 / Van Dick”; Centro a la derecha, etiqueta rectangular blanca, impresa en negro: "The J. Paul Getty Museum / 17985 Pacific Coast Highway / Malibu / Bartholomeus Van Der Helst / Portrait of a Young Man in Uniform / (70.PA.12)" Colección: Getty Center
Con el aire decidido y seguro de un oficial acostumbrado a dar órdenes, este joven era típico de los almirantes ricos, héroes militares y miembros de la clase regente que patrocinaban a Bartholomeus van der Helst, el retratista más popular entre los ciudadanos más importantes de Ámsterdam. Lo buscaban por su manera elegante, casi glamurosa, inspirada en el arte de Anthony van Dyck, y por su escrupulosa atención a su costoso traje. Como era de esperar, Van der Helst dedicó una gran atención al adorno en relieve del traje de este sombrío soldado, representando brillantemente el brocado dorado y plateado y esparciendo reflejos por todo el cuadro. En su interés por los efectos realistas, el artista también prestó atención a los variados detalles de otras superficies, desde la suave piel de ante del guante del soldado hasta las borlas que colgaban de su rígido cuello. Información e imagen del sitio web del Museo Getty.
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Pijamas de primavera Taylor Swift 2024 para hombres y mujeres
¡Llamando a todos los Swifties! Ha llegado la primavera, pero eso no significa que tengas que dejar de lado tu amor por Taylor Swift. Esta temporada, disfruta de noches acogedoras con una nueva incorporación a tu guardarropa: ¡el pijama de primavera Taylor Swift 2024!
2024 Taylor Swift Spring 3D camisa impresa digital pantalones de manga larga inicio Taylor Swift traje de pijama para hombres y mujeres
Categoría de producto: Conjunto
Nombre de la tela: poliéster
Estilo: traje
Composición principal de la tela: (fibra de poliéster)
Grosor:medio
Grosor del tejido: Fino (121-140 g/metro cuadrado)
Tipo de cuello: solapa
Largo de manga: manga larga
Longitud: pantalones
Función: ocio, dormir, hogar, comodidad, se puede usar afuera
Estaciones adecuadas: verano, invierno, primavera, otoño, universal para todas las estaciones
Categoría de multitud aplicable: mujeres jóvenes
Escenas aplicables: exterior, hogar
Color: ZWHZ21155, ZWHZ20468, ETZWHZ21104, ETZWHZ21103, ETZWHZ21102, ETZWHZ21101, ETZWHZ21099, ETZWHZ16512, ETZWHZ12005 , ETBXBZWHZ12081
Tallas: XS, S, M, L, XL, XXL, 3XL, 4XL
Contenido del tejido principal: 80% (inclusive) -90% (exclusivo)
Estilo:estilo casual
Una celebración de la primavera:
Estos pijamas capturan la esencia de la primavera con una nueva versión del estilo icónico de Taylor Swift. Esto es lo que los hace perfectos para la temporada:
Telas livianas: ¡Deshazte de las pesadas franelas de invierno! Es probable que estos pijamas estén confeccionados con tejidos transpirables como el algodón o el modal, perfectos para mantenerse fresco en las noches más cálidas.
Diseños con temática primaveral: busque pijamas con diseños inspirados en la estética primaveral de Taylor. Quizás muestren estampados florales, colores pastel o letras de sus álbumes inspirados en la primavera.
Tecnología de impresión digital 3D: esta tecnología de vanguardia crea diseños vibrantes y llamativos, haciendo de su pijama una verdadera pieza de declaración.
Comodidad e Inclusividad:
Estos pijamas no sólo son elegantes; ¡También son cómodos! He aquí por qué son una excelente opción para todos:
Hombres y Mujeres: Estos pijamas están diseñados para todos, independientemente de su identidad de género. Busque estilos o colecciones unisex diseñadas específicamente tanto para hombres como para mujeres.
Ajuste relajado: ¡Las noches acogedoras requieren ropa cómoda! Es probable que estos pijamas tengan un ajuste relajado para brindar la máxima comodidad al descansar.
Un tesoro escondido del estilo Swiftie:
Entonces, ��dónde puedes encontrar estos increíbles pijamas de Taylor Swift? Aquí hay algunas opciones:
Tienda oficial: la tienda oficial de Taylor Swift puede tener una selección limitada de pijamas con temas de primavera.
Minoristas en línea: esté atento a los minoristas en línea que se especializan en productos de la cultura pop. Es posible que almacenen estos pijamas, especialmente en el momento de su lanzamiento.
Vendedores independientes: los sitios web como Etsy suelen tener una comunidad vibrante de vendedores independientes que crean productos únicos de Taylor Swift hechos por fans, incluidos pijamas.
Encontrar la pareja perfecta:
Antes de embarcarte en la búsqueda del pijama Swiftie, aquí tienes algunos consejos adicionales:
Material: Busque pijamas confeccionados con tejidos suaves y transpirables para una comodidad óptima.
Tallas: consulte la tabla de tallas antes de comprar, especialmente si compra a un vendedor independiente.
Diseño: elige un diseño que refleje tu estilo personal y tu época favorita de Taylor Swift.
Más allá del sueño: una pieza de declaración Swiftie
Estos pijamas son más que solo ropa de dormir. Son una forma de mostrar tu amor por Taylor Swift y expresar tu estilo único. Ya sea que estés pasando una noche de cine con otros Swifties o simplemente descansando en casa, estos pijamas llamarán la atención y generarán conversación.
¡Así que abraza la temporada de primavera y tu amor por Taylor Swift con este pijama cómodo y elegante! Son la forma perfecta de relajarte, celebrar tu afición y añadir un toque de estilo Swiftie a tu guardarropa de primavera.
El conjunto de pijama Taylor Swift ofrece a los fanáticos una manera elegante y cómoda de expresar su amor por su artista favorito. Combinando la estética característica de Taylor con telas acogedoras y opciones de diseño versátiles, este conjunto de pijama es la elección perfecta para descansar en
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HubFutures Serravalle Scrivia: al via il ciclo di incontri per giovani imprenditori
Dal 21 novembre, sette appuntamenti gratuiti in Biblioteca per consulenze specialistiche su business, comunicazione e innovazione.
Dal 21 novembre, sette appuntamenti gratuiti in Biblioteca per consulenze specialistiche su business, comunicazione e innovazione. Serravalle Scrivia, novembre 2024 – Parte il 21 novembre, presso la Biblioteca Comunale “R. Allegri” di Serravalle Scrivia, il ciclo di incontri del progetto HubFutures: Comuni e giovani al centro dell’innovazione. Un’iniziativa pensata per offrire supporto gratuito…
#Alessandria cultura e innovazione#Alessandria e innovazione#Alessandria today#ANCI Giovani e Impresa#arte e turismo Alessandria#biblioteca Serravalle Scrivia#business coaching#business mentoring Alessandria#business plan#calendario incontri HubFutures#consulenza gratuita imprenditori#consulenza imprenditoriale Alessandria#consulenza legale giovani#creazione d’impresa Alessandria#eventi giovani Alessandria#eventi innovazione 2024#formazione giovani imprenditori#formazione imprenditoriale#Giovani Imprenditori#Google News#HubFutures Serravalle Scrivia#imprenditoria giovanile Serravalle#incontri Biblioteca Comunale Serravalle#iniziative territoriali giovani#innovazione tecnologia Alessandria#italianewsmedia.com#mentorship Alessandria#networking giovani imprenditori#opportunità giovani Monferrato#Pier Carlo Lava
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#FeriasyFestivales #UnaSemanaContigo
📣 XIV CONGRESO DE LITERATURA INFANTIL Y JUVENIL: DE LOS PETROGLIFOS A LAS PANTALLAS” 🗣📇📖📕📚
💥 La oralidad ha sido una constante en la transmisión de relatos y conocimientos a lo largo de la historia. Desde la escritura manuscrita hasta la era digital actual, pasando por la invención del papel y la imprenta tipográfica y posteriormente digital, los formatos han cambiado y diversificado, permitiendo una mayor difusión y acceso a la ficción y no ficción. En Perú, esta diversidad se refleja en múltiples formas desde petroglifos, pinturas rupestres, quipus, quilcas, mates burilados hasta la aparición de las tecnologías digitales. Esto ha creado un ecosistema híbrido que plantea nuevos desafíos y oportunidades para la lectura, la escritura y la experiencia literaria de jóvenes e infantes.🎉
📝 El Congreso tiene como objetivo, a través de las charlas, los talleres y conferencias, identificar las transformaciones de la literatura infantil y juvenil presentes en la cultura oral, escrita y digital, así como dialogar en torno a las potencialidades y/o dificultades que han representado y representan las transformaciones tecnológicas en las prácticas de lectura y escritura de la infancia y la juventud. Además, busca conocer las posibilidades de las formas digitales de ficción y su aporte a la educación literaria. Así, se aborda la importancia de reconocer y valorar las distintas formas, formatos y géneros literarios para la infancia y la juventud en el contexto peruano. El evento está dirigido a docentes, profesionales del ecosistema del libro y la lectura, autores de literatura, creadores de videojuegos y público en general. 👪
💪 Apoyo: Embajada de Colombia y Centro Cultural de España.
📜 PROGRAMA:
📆 Miércoles 07 de Agosto
🕕 6:00pm. “Inauguración” a cargo de Juan Yangali y Cucha del Águila.
🕕 6:10pm. Conferencia: “El Oficio de la Impresión Tipográfica desde la pedagogía y la investigación sobre la Cultura Impresa. A partir de la adaptación de las técnicas Freinet” a cargo de Horacio Mella (Chile) y Diana Amaya.
🕖 7:10pm. Presentación: “Imprenta Tipográfica de la Editorial Minerva” a cargo de Natalia Sapo y Kathia Guerra.
📆 Jueves 08 de Agosto
🕕 6:00pm. Conferencia: “Jugar importa. La Cultura Digital en la Educación Estética de la Infancia y la Adolescencia” a cargo de Lucas Ramada (España).
🕖 7:10pm. Mesa de Conversación: “Ficción Digital y Pedagogías Emergentes en el Mundo Infantil y Juvenil” a cargo de Lucas Ramada (España), Mateo Alayza y Rodrigo Vera, Moderadora: Sandi Muchari.
📆 Viernes 09 de Agosto
🕕 6:00pm. Conferencia: “Narración Oral. Ductilidad de un oficio ancestral y vigente” a cargo de Liz Quiroga (Colombia).
🕖 7:10pm. Mesa de Conversación: “Transformaciones y permanencias en la transmisión oral de la Literatura” a cargo de Liz Quiroga (Colombia), Elizabeth Lino, Cucha del Águila, Moderador: Paulo César Peña.
📆 Sábado 10 de Agosto
🕟 4:00pm. Narración Oral “Familiar” a cargo de Liz Quiroga (Colombia).
📌 ACTIVIDADES:
📆 Del 07 al 10 de Agosto
🏫 Casa de la Literatura (jr. Áncash 207, Estación Desamparados - Centro de Lima)
🚶♀️🚶♂️ Ingreso libre
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il 25 agosto alle 16:30 presso lo Spazio Europa a Bordighera presentazione di Fabiano Mossucca con il suo libro "Una vita d'oggi" in occasione del Bordighera Book Festival.
“ Erano passati quasi due mesi dall’arrivo di Nicola nel capoluogo di ponente, il periodo di ambientamento non fu semplicissimo per via della mentalità un po’ chiusa e riservata della città che difficilmente si apriva ad un estraneo, ma questo non lo turbò più di tanto, Nicola trovava molto somigliante Imperia con la sua Trieste, due città ai piedi del monte, le Alpi liguri che idealmente sostituivano il Carso triestino, l’avere una frontiera lontana pochi chilometri e soprattutto l’essere due città figlie del mare, quel mare azzurro e immenso che il ragazzo era solito osservare per liberarsi dai cattivi pensieri e da quel senso di malinconia che ogni tanto lo pervadeva, la brezza impregnata di salsedine aveva lo stesso odore se annusato dal Molo Audace o dal Molo Lungo di Oneglia, l’orizzonte si fondeva col cielo dando un senso di liberazione, di pace, ciò che il ragazzo voleva.”
Il romanzo giallo Una Vita… D’Oggi narra la storia di Nicola Lavrič, giovane ragazzo triestino dal passato familiare difficile che decide di lasciare la sua città natale per trasferirsi ad Imperia per lavorare presso la filiale di un importante istituto bancario.
La nuova vita di Nicola non è priva di difficoltà, il giovane si ritroverà infatti ad affrontare diverse complessità sia a livello lavorativo che affettivo.
La svolta inizierà dal momento in cui il giovane triestino conoscerà Giacomo, un cliente della sua filiale che, grazie all’ausilio della sua compagnia di amici aiuterà Nicola ad integrarsi nella città ponentina.
Durante la sera di San Giovanni patrono di Oneglia, Nicola incontra una ragazza bella e disinvolta della quale si innamora e con la quale passa la notte assieme, ben presto però scoprirà che quello sarà per lui un amore impossibile.
Non appena il ragazzo avrà iniziato ad integrarsi nella sua nuova città un messaggio lo sconvolgerà e lo obbligherà a rientrare a Trieste dove i fantasmi del suo passato inizieranno a tormentarlo.
Quale mistero si cela nella sua famiglia? Cosa lega il Ponente Ligure al Golfo di Trieste? Un romanzo a tinte gialle che saprà coinvolgervi fino all’epilogo.
Mi chiamo Fabiano Mossucca, sono nato a Bordighera il 01 gennaio 1989 e attualmente risiedo ad Arma di Taggia assieme a mia moglie e i miei figli.
Biografia dell’autore:
Lavoro come impiegato bancario e in passato per esigenze lavorative, ho vissuto in Francia, in Austria e in Germania.
Sono laureato in Scienze del Turismo, Impresa Cultura e Territorio presso l’Università degli Studi di Genova con una tesi sul Turismo Letterario a Trieste.
Fin dai tempi delle superiori ho coltivato una passione per la letteratura triestina e soprattutto per lo scrittore Italo Svevo dal quale ho tratto la mia passione per la scrittura.
Il romanzo Una Vita…D’Oggi, edito dalla casa editrice Silele Edizioni è il mio romanzo d’esordio.
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¿Heidegger entre las ruinas? El filósofo antisemita y su inquietante renacimiento actual
Por Matthew Sharpe
Traducción de Juan Gabriel Caro Rivera
La historia del filósofo alemán Martin Heidegger (1889-1976) y su recepción póstuma casi parece la trama de una novela de espionaje en un aeropuerto.
Heidegger alcanzó la fama mundial con su libro Ser y Tiempo (1927). Esta obra, que influencio a la filosofía existencialista, afirmaba que la cultura occidental había perdido el contacto con lo que él llamaba portentosamente el “sentido del Ser”. Nos hemos preocupado demasiado por las cosas materiales y por lo efímero dentro de las sociedades modernas, las cuales se mueven a una gran velocidad, que hemos olvidado el significado más amplio que tienen nuestras vidas.
En opinión de Heidegger, esto se debía al enfoque excesivamente racionalista que tenía para la filosofía occidental el problema de la existencia. En obras posteriores, Heidegger desarrollaría esta posición y mostraría un profundo escepticismo frente a la tecnología moderna. Según él, la tecnología encarna una forma de ver la realidad que despoja a todo de su valor intrínseco. En su lugar, tratamos todo (incluidos los seres humanos) como materias primas que se pueden controlar, comprar y vender.
Heidegger se afili�� al partido nazi de Adolf Hitler el 1 de mayo de 1933. En los meses siguientes pronunció una serie de encendidos discursos públicos a favor del régimen nazi. En sus conferencias y seminarios Heidegger vinculó su pensamiento y su objetivo de “superar” toda la filosofía occidental anterior con los intentos de los nazis de remodelar Alemania y el orden europeo.
Tras la guerra, se le prohibió a Heidegger seguir enseñando debido a la desnazificación. Su activismo filosófico durante el reinado de Hitler, consideraron los Aliados, había sido un insignificante “error de su parte”. Pero Heidegger nunca se disculpó por su papel en la legitimación de la toma del poder por los nazis.
Durante mucho tiempo se creyó que Heidegger había guardado silencio sobre el Holocausto, algo que ahora sabemos que no es cierto. En las cuatro décadas posteriores a la “hora cero” del nazismo en 1945, sus obras aparecieron en muchos idiomas. Sin embargo, lo hicieron con sus pasajes más políticos convenientemente redactados. Casi todas las obras de Heidegger de la época nazi no se publicaron sino hasta la década de 1980 en Alemania y otros países.
Teniendo en cuenta esto, el pensamiento de Heidegger resurgió debido a que extrañamente inspiró a la “teoría francesa” durante la década de 1960 y 1970. Mientras muchos intelectuales buscaban alternativas a la tradición marxista desacreditada por los crímenes de Stalin, las críticas posteriores de Heidegger a la filosofía occidental por haber despojado al mundo de su significado inspiraron a muchos escritores liberales de izquierda, ecológicos e incluso postcolonialistas.
Heidegger, antiguo miembro del Partido Nacional Socialista, se convirtió en precursor del posmodernismo, una corriente intelectual denostada en algunos medios por su supuesto e intransigente izquierdismo.
La trama se complica
No fue hasta años después de la muerte del filósofo, a partir de 1983, que los discursos pro-nazis de Heidegger reaparecieron en una edición impresa. A lo largo de las décadas siguientes emergieron sus conferencias, seminarios y correspondencia de la época nazi y, finalmente, en el año del 2014 aparecieron los infames Cuadernos negros, los cuales por fin fueron puestos a disposición de los estudiosos del tema. En estos Cuadernos se hizo pública la profundidad del antisemitismo de Heidegger y su relación con sus críticas a la supuesta pérdida de sentido (o “nihilismo”) provocada por el predominio de la tecnología en el mundo moderno.
Cuando empezaron a aparecer las primeras obras críticas sobre el nazismo de Heidegger, a mediados de la década de 1980, este último se había convertido en uno de los intelectuales más célebres del mundo. Muchos académicos de izquierdas y revistas especializadas habían construido su reputación sobre la obra de Heidegger.
Pero lo habían hecho aceptando el restar importancia a las simpatías de Heidegger por la extrema derecha e ignorando inconscientemente la supresión por parte de él de muchas de sus obras y opiniones más inquietantes después de la guerra.
A medida que fueron apareciendo los detalles y las dimensiones del nazismo de Heidegger, algunos heideggerianos expresaron su incredulidad, restando importancia a los hechos históricos y negando su significado filosófico. Algunos, como el destacado heideggeriano Thomas Sheehan, han atacado a los críticos con insinuaciones de “fraude”, en lugar de rebatirles por hacer afirmaciones académicas discutibles en un debate importante y complejo que ahora está en curso.
Heidegger entre las ruinas
El nuevo libro del historiador de las ideas Richard Wolin, Heidegger in Ruins: Between Philosophy and Ideology (Heidegger entre las ruinas: entre filosofía e ideología) es uno de los primeros libros en inglés dedicados a reevaluar el legado de Heidegger desde la publicación de los Cuadernos negros.
El libro es muy denso en su contenido histórico y filosófico y sin duda será impugnado por algunos heideggerianos por no contener mucho que sea “nuevo” (una justificación estándar para ignorar las afirmaciones de los críticos). Lo que es nuevo es, en primer lugar, que Wolin reúne sistemáticamente en un solo lugar muchas de las pruebas más recientes y más antiguas sobre el nazismo de Heidegger.
El capítulo inicial del libro, por ejemplo, detalla el largo historial de engaños editoriales, desafiando las normas académicas básicas, que supusieron que muchos de los pasajes más oscuros de Heidegger fueran simplemente eliminados de sus textos publicados entre 1945 y la década de 1980 e incluso en obras más recientemente.
Un ejemplo especialmente notable que Wolin examina fue el increíble consejo de Heidegger a sus estudiantes en 1939 de que “valdría la pena indagar en la predisposición de la judería mundial a la criminalidad planetaria”. En 2014, Peter Trawny, el editor de la serie de conferencias en las que Heidegger hizo esta afirmación, reveló que había sido presionado por los albaceas literarios de Heidegger para suprimir este comentario antisemita al publicar las conferencias en 1998. Como comenta Wolin: “uno quisiera saber urgentemente por qué motivos editoriales Trawny consintió esto, así como por qué esperó 16 años antes de revelar finalmente la verdad”.
Los capítulos siguientes de Wolin examinan las ideas de Heidegger sobre temas nazis clave: la raza (Rasse), el trabajo (Arbeit) y “la tierra (Erde) y el suelo (Boden)”. Estos capítulos muestran hasta qué punto el pensamiento del célebre filósofo estaba moldeado por el entorno antidemocrático alemán de su época.
Wolin quita el velo de “grandeza” que ha aislado a Heidegger de la crítica histórica. Una vez se levanta ese velo, vemos claramente cómo muchas de las célebres posturas de Heidegger – incluida su fascinación por los griegos presocráticos y el poeta alemán Hölderlin – no fueron producto de un genio solitario y apolítico.
El libro revela el compromiso de Heidegger en lo que el novelista Thomas Mann denominó el “oscurantismo revolucionario” del nazismo. Este oscurantismo procedía de las ideas völkisch del romanticismo alemán que se remontaban a más de un siglo antes de 1933. Los autores völkisch, en su mayoría no leídos fuera de Alemania, expresaban una profunda inquietud ante la modernización y reivindicaban con orgullo la singularidad alemana. También solían albergar profundos prejuicios antisemitas.
Los discursos y conferencias de Heidegger en la época nazi muestran a una figura atrapada en el entusiasmo de la propaganda y las iniciativas del régimen totalitario.
Reflexiona en clases de filosofía sobre la “alegría del trabajo” (Arbeitsfreudigkeit), ofreciendo lo que Wolin denomina un “embellecimiento discursivo” de los programas nazis de “la fuerza a través de la alegría”. En un seminario importante, Heidegger filosofa sobre el supuesto derecho de los alemanes “a abrirse paso hacia mayores extensiones”, dando apoyo filosófico a la expansión planeada por Hitler hacia el este y a la destrucción militar del orden internacional creado por el Tratado de Versalles.
El libro de Wolin muestra cómo Heidegger estaba lejos de resistirse en modo alguno al nazismo. Más bien, estaba inmerso en una lucha por influir dentro del régimen, pretendiendo ser capaz de enseñar a otros la “verdad interior y la grandeza” del “movimiento” nazi. Heidegger quería ser el filósofo cuyas ideas pudieran “guiar a los líderes”.
El corazón de las tinieblas
Los capítulos centrales de Wolin también ofrecen un clarividente examen crítico de cómo los Cuadernos negros revelan que Heidegger era profundamente antisemita en formas directamente relacionadas con su hostilidad filosófica a la modernidad.
Heidegger censuró a la "judería mundial" por ejercer un "aumento temporal de poder" en el mundo moderno. Su "racionalidad vacía y su capacidad de cálculo", una característica supuestamente racial, encajaban especialmente bien con el pueblo judío para beneficiarse de la adopción de la tecnología y las ideas cosmopolitas y universalistas por parte de las sociedades modernas.
Las formas de "razón mundial" asociadas a las ideas que ahora llamamos derechos humanos, preocupaba al filósofo, estaban "desarraigando" a todos los pueblos de las "fuerzas... arraigadas en el suelo (Boden) y la sangre (Blut)" de los pueblos con patrias particulares, encabezados por los alemanes.
Debemos ser claros. Heidegger no descartó en absoluto lo que los nazis llamaron la "cuestión judía (Judenfrage)" como un prejuicio bárbaro muy por debajo de la dignidad de la filosofía. Su objetivo era replantear esta "cuestión" a la luz de sus preocupaciones filosóficas sobre el supuesto "desarraigo" de todas las cosas de su significado por parte del Occidente moderno, a través de la tecnología.
Así pues, el análisis de Wolin sigue la estela de un número creciente de comentaristas que se han enfrentado, de forma muy inquietante, a la forma en que Heidegger adoptó racionalizaciones filosóficas para la propia Shoah como un acto de "autodestrucción (Selbstvernichtung) judía". (Los lectores interesados pueden encontrar estas afirmaciones discutidas aquí).
Después de mayo de 1945, el filósofo afirmó desafiantemente que los crímenes nazis eran "mil veces" menos graves que la "desconsideración" de las potencias occidentales. Mientras sus admiradores izquierdistas agonizaban sin saber por qué el gran pensador no expresaba remordimientos, ahora sabemos que Heidegger impugnaba en sus Cuadernos a la "judería mundial" por orquestar una "industria de la venganza" contra Alemania, a través de su supuesto control conspirativo del "periodismo mundial".
Una vez más, merece la pena hablar con la mayor claridad posible. Los continuos intentos de presentar a Heidegger como un pensador pro-"judío" deben tener en cuenta estas y muchas otras posiciones oscuramente antisemitas e incluso revisionistas. Por grande que supuestamente fuera el pensamiento de Heidegger, ello no le impidió adoptar el peor de los odios esencializados contra poblaciones enteras.
El segundo renacimiento de Heidegger
La publicación de los trabajos póstumos de Heidegger reflejaba su clara voluntad de sacar por fin a la luz toda la verdad sobre sus convicciones políticas.
Y, de forma alarmante, la publicación de sus materiales de la época nazi ha coincidido con el resurgimiento de Heidegger como inspiración de extrema derecha para los radicales etnonacionalistas. En Rusia, Alemania, Austria, Francia y Estados Unidos, figuras como Aleksandr Dugin, Martin Sellner, Steve Bannon y Richard Spencer reconocen con entusiasmo la influencia que este filósofo ha tenido sobre ellos.
En mayo de 2013, el ultraderechista francés Domenique Verner se suicidó públicamente en la catedral de Notre Dame, en protesta por la supuesta “gran sustitución” de los europeos blancos por parte de los inmigrantes. Antiguo admirador del filósofo alemán, el manifiesto autojustificativo de Verner se titulaba: “Los manifestantes del 26 de mayo y Heidegger”.
Este renacimiento póstumo de la extrema derecha es el tema del capítulo culminante de Heidegger entre las ruinas. También hace que el título de Wolin sea preocupantemente discutible. Heidegger está entre las ruinas como fuente de inspiración para cualquier pensamiento progresista, para todos excepto para unos pocos cada vez menos interesados en ello. En otros círculos, está renaciendo, más cerca de cómo se pensaba a sí mismo.
¿Y entonces?
Entonces, ¿cómo debemos enseñar a Heidegger hoy, dada su enorme influencia histórica y el renacimiento de la extrema derecha? ¿Cómo puede la filosofía, ese “amor a la sabiduría”, ser coherente con la inhumanidad más abominable, en alguien a menudo alabado como “el más grande pensador del siglo XX”?
Seguramente no es poner un listón prohibitivo (los heideggerianos acusan erróneamente a los críticos de querer “cancelarlo”, cosa que nadie propone) sostener que enseñar o “pensar con” Heidegger ahora, sin comprometerse seriamente con su autoevaluación como “nazi espiritual” y antisemita “metafísico”, es irresponsable.
Heidegger entre las ruinas muestra que la enseñanza de un Heidegger separado de su propio contexto histórico ha conducido a una comprensión parcial e ingenuamente engañosa de su pensamiento.
La incapacidad de tantas personas, durante tanto tiempo, para ver las raíces filosóficas del nazismo de Heidegger, sugiere la continua necesidad de una mejor educación en las sociedades democráticas – en diversas disciplinas – sobre la historia y las ideas de la extrema derecha.
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