#Medicina di genere
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Medicina di genere (13): perchè serve vaccinare anche ragazzi e uomini per l'infezione da papillomavirus?
L’infezione da HPV ed il carico sanitario mondiale Il papillomavirus umano (HPV) è un’infezione a trasmissione sessuale (IST) comune tra donne e uomini a livello globale, con una prevalenza stimata del 9-13%, che colpisce circa 630 milioni di individui. Nel 2023, l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha segnalato circa 30 milioni di nuove infezioni da HPV acquisite. L’HPV rappresenta il…
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Sanità e Malattie Rare: Presentato alla Camera il Position Paper per i Pazienti con Amiloidosi. Roma
Sette Proposte per Migliorare Diagnosi, Cura e Supporto ai Pazienti Affetti da Amiloidosi in Italia
Sette Proposte per Migliorare Diagnosi, Cura e Supporto ai Pazienti Affetti da Amiloidosi in Italia Il Position Paper sull’Amiloidosi: Un Passo Avanti per la Salute dei Pazienti Il 7 novembre, presso la Sala Matteotti di Palazzo Theodoli-Bianchelli alla Camera dei Deputati, è stato presentato il Position Paper sull’Amiloidosi, un documento che riassume sette proposte cruciali per migliorare la…
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La più completa ed esaustiva risposta che ho letto in questo valzer di sapienze da tastiera:
Vanni Frajese, medico endocrinologo e professore presso l'Università "Forop Italico" di Roma:
"Intanto, l'"intersessuale" NON esiste:
è un termine giornalistico/culturale, ma a livello biologico è un termine che non viene accettato, perché non rappresenta niente.
Nella scienza c'è bisogno delle definizioni per definire le cose esattamente come sono.
Per poter dire se una persona sia un maschio o una femmina, c'è bisogno di oggettività. In tempo passato, bastava il fenotipo, cioè io ti guardo e so direttamente se sei un maschio o una femmina. Dopodiché, abbiamo scoperto che l'uomo ha i cromosomi XY, mentre la femmina XX, che poi mi dà le caratteristiche sessuali secondarie. Però, il sesso genetico/biologico, in alcuni rari casi non si trasforma nel sesso appropriato.
In particolare, questo riguarda fondamentalmente i maschi. Il testosterone normalmente viene prodotto e agisce quando hai il cariotipo XY, dando un fenotipo maschile (testicoli, peli, massa muscolare...). L'unica condizione, in cui si può avere una persona fenotipicamente femminile ma con i cromosomi XY, è quando si ha la resistenza completa agli androgeni: questo è l'unico caso (rarissimo), in cui c'è qualcuno a cui alla nascita gli viene attribuito il sesso femminile (perché l'aspetto fenotipico è della donna), ma in realtà cromosomicamente è un maschio. Quindi, una persona con questa problematica non andrebbe mai a fare boxe, perché l'androgeno "non gli funziona" e quindi ti stai confrontando con chi ha un vantaggio biologico rispetto a te.
Visto che ormai, all'interno dello sport e della medicina, è entrata l'ideologia che dice che non esiste il maschio o la femmina, ma facciamo tutti parte di un ampio spettro, bisognerà che il CIO, piuttosto che prendere quello che c'è scritto sul passaporto, in casi "sospetti" faccia un protocollo che permetta di certificare 3 cose:
1) Il componente cromosomico;
2) Il componente endocrino (quanto testosterone hai);
3) Il componente fisico.
Ad esempio, se una persona ha i livelli di testosterone alti ma non tantissimo (perché si abbassano anche farmacologicamente), ma XY e ha (o ha avuto) gli organi sessuali maschili, comunque BIOLOGICAMENTE è un maschio. Se poi la società (in genere quella occidentale) lo vuole qualificare come qualcosa di differente (perché lui ci si sente), non è un problema (sono liberi di farlo!), ma BIOLOGICAMENTE rimane un maschio: un maschio biologico può fare quello che vuole nella vita, ma NON DEVE COMPETERE con una femmina biologica, perché ha un vantaggio.
Se queste prove che certificano il sesso biologico degli atleti non vengono effettuate, un domani qualunque persona può decidere di registrarsi come donna, fare o non fare l'operazione (perché tanto sono fatti suoi e non lo verremo a sapere) e andare a competere con le donne, ma questo NON deve accadere, perché altrimenti l'idea stessa dello sport verrà distrutta.
Lasciate perdere gli attuali protagonisti, perché è inutile puntare il dito sulla singola persona, é l'idea che è molto più interessante. Nel caso di Imane Khelif, entriamo nel campo delle opinioni (non delle certezze): da quello che ho capito io, la genetica XY, i livelli di testosterone alti e quella struttura fisica, per me è un MASCHIO".
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Salve doc, ho un dubbio, non è che non mi fidi, però è un medico nuovo... sono andata dal medico di medicina generale e dopo avermi visitato mi ha detto che ho la bronchite (e tutti gli altri sintomi annessi) e mi ha dato augmentin, brufen e fluimucil in compresse effervescenti.
Al mio ragazzo, da un altro medico di base, sempre per la bronchite, gli è stato dato l'antibiotico e il cortisone.
Cosa cambia?
Ma antibiotico e antinfiammatorio si possono prendere insieme?
Bronchite significa, letteralmente, 'infiammazione dei bronchi'.
I bronchi sono i rami di quegli alberi a testa in giù che si trovano tra la trachea (il tronco dell'albero) e i bronchioli (i rametti più piccoli)...
Ok... più della metafora forse è meglio un disegno:
A grandi linee sono quelli (ho evitato ulteriori suddivisioni anatomiche).
Quando un patogeno riesce a colonizzare le vie respiratorie inferiori, allora si ha una bronchite BATTERICA o VIRALE (esistono altri tipi di bronchite ma non divaghiamo) e allora il medico può intervenire in molteplici modi, sulla base della serietà della bronchite - credimi, esistono anche bronchiti molto serie con asma, dispnea e ridotta ossigenazione - grazie all'auscultazione.
Se reputa che possa essere batterica, allora darà un'antibiotico adatto alle infezioni delle vie respiratorie basse (se è virale inutile dare l'antibiotico) e se nell'auscultazione ha rilevato sibili, fischi, rantoli, ronchi, soffi o gorgoglii allora deciderà se aggiungere un corticosteroide che avrà un doppio effetto benefico
Antinfiammatorio per eccellenza
Broncodilatatore
Se invece il medico non avrà sentito particolari rumori bronco-polmonari, allora si potrebbe limitare a un antinfiammatorio NON STEROIDEO (l'ibuprofene del Brufen ha decisamente molti meno effetti collaterali, chessò, del prednisone o del betametasone, classici corticosteroidi per le vie respiratorie) e magari aggiungerà pure dell'acetilcisteina (Fluimucil) che serve a rompere i legami proteici del muco bronchiale e renderlo più facilmente espettorabile.
Ogni medico valuta in scienza, coscienza e diligenza la migliore terapia, ricordando che di ogni patologia generica esistono varie forme e manifestazioni, a volte di facile risoluzione, a volte più impegnative.
P.S.
Antibiotico e antinfiammatorio si possono prendere assieme perché agiscono in modo differente a livello organico e, in genere, non interagiscono in modo negativo tra di loro.
Concludo con una foto off topic di Otto da cucciolo che aveva appena finito di demolire ogni cosa che avesse una consistenza meno robusta dell'acciaio.
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DALL’OPPRESSIONE TALEBANA A CALCIATRICE DEL MILAN
Una giovane donna Afghana di 36 anni dal gennaio 2024 è membro effettivo della squadra di calcio femminile del Milan nel campionato professionisti in serie A; ha imparato a giocare a pallone in un campo profughi e oggi è diventata una delle sportive più influenti del mondo.
Nadia Nadim, le sorelle e la madre abbandonano l’Afghanistan dopo che il padre, un generale dell’esercito afgano, viene assassinato dai talebani. Dopo aver attraversato il Pakistan giunge in Danimarca dove trova accoglienza e cresce in un campo per rifugiati. Nata in un Paese in cui alle donne non è permesso uscire di casa senza un uomo né praticare sport, Nadia si innamora del calcio e si allena molto fin che viene notata per le sue capacità e diventa attaccante nella lega professionista. Nella sua carriera ha giocato, tra le altre, nel Manchester City, nel Paris Saint Germain, oltre a far parte della Nazionale danese. Nel frattempo, si laurea in medicina e sogna di diventare chirurgo. L’UNESCO la sceglie come ‘campionessa per l’istruzione delle ragazze e delle donne’; diventa un modello contro le norme di genere e la discriminazione. Il suo ruolo è far conoscere i programmi che le Nazioni Unite promuovono per far rispettare il diritto delle donne a partecipare all’educazione fisica e allo sport a tutti i livelli.
“Mi è stato detto che le donne non giocano a calcio e che c’erano altre cose che mi aspettavano. Ho risposto che non era vero. Così ho iniziato a giocare a calcio” racconta.
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Fonte: AC Milan; Unesco; foto di Ray Terrill
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Kho
In Asia esiste un ortaggio chiamato melone amaro.
In vietnamita “amaro” si dice kho.
Kho significa anche sofferenza.
La sofferenza è amarezza.
La chiamiamo con il suo vero nome.
Se non siamo abituati a mangiare quel genere di melone, assaggiarlo potrebbe essere sgradevole.
La medicina cinese sostiene che il sapore amaro fa bene alla salute.
Quando mangiamo il melone amaro ci sentiamo freschi e leggeri, nonostante la sua amarezza.
Ci sono persone che vorrebbero ribattezzarlo “melone rinfrescante”.
Ma sebbene sia rinfrescante, è amaro.
Noi siamo contenti di mangiare il melone amaro, troviamo gradevole il suo sapore; è amaro ma è delizioso e ci fa bene.
— Thich Nhat Hanh
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Caro Babbo Natale,
Questa è la letterina di una femminista intersezionale incazzata. Una di quelle che se notano un'ingiustizia di qualsiasi tipo, invece di farsi i cazzi propri ci mettono bocca per difendere chi subisce. Questa femminista intersezionale incazzata ha dei desideri che potrebbero genericamente essere riassunti con "l'uguaglianza tra tutte le persone e la pace nel mondo", ma siccome è una rompicoglioni di prima categoria andrà ad articolare.
Vorrei che l'esistenza delle persone queer non fosse più considerata una deviazione dalla norma. Che non dovessimo dimostrare niente a nessunə. Che il Pride diventasse solo un momento di festa e non di lotta. Che lɜ miɜ compagnɜ non dovessero più nascondersi da chi ancora ci considera malatɜ o possedutɜ dal demonio.
Vorrei che ogni donna e soggettività socializzata come tale fosse libera di fare ciò che vuole, con chi vuole, quando vuole. Che non ci considerassero più "angeli del focolare" o "preziosi oggetti da proteggere". Che il nostro genere e la sua espressione non condizionino lo sguardo altrui e il trattamento riservatoci. Che la cultura dello stupro finisse una volta per tutte.
Vorrei che le persone grasse venissero considerate in quanto persone e non in quanto grasse. Che la Medicina si impegnasse per eliminare la concezione popolare che il peso corporeo sia necessariamente correlato allo stato di salute. Che i media rappresentassero ogni tipo di corpo e le aziende di abbigliamento tenessero conto della loro varietà. Che i mezzi di trasporto e le strutture artificiali in generale non fossero concepite solo per accogliere una limitata gamma di corpi.
Vorrei la fine del razzismo. Che una persona non dovesse più essere giudicata in base al colore della pelle o alla nazionalità. Che gli stereotipi sulla provenienza geografica diventassero obsoleti. Che riuscissimo a considerare in egual modo tutti i conflitti in atto, non soltanto quelli vicini a noi, e riuscissimo sempre a distinguere l'oppressorə dall'oppressə.
Vorrei che la disabilità non venisse considerata il tratto caratteristico di una persona. Che tutte le persone abili riuscissero ad avere uno sguardo non pietistico verso le persone disabili. Che non si utilizzasse più la pornografia del dolore nei media. Che le istituzioni si impegnassero affinché la vita di una persona disabile non debba essere per forza più difficile di quella di chi non lo è.
Vorrei che si riuscisse ad abbattere lo stigma sulla salute mentale. Che le patologie psichiatriche fossero considerate esattamente come tutte le altre. Che si investisse sulla formazione e l'offerta nel pubblico e che si istituisse la figura dellə psicologə di base, per tuttɜ.
Vorrei che si eliminasse l'enorme divario economico tra persone estremamente ricche e persone estremamente povere. Che per la politica parole come "patrimoniale", "progressività" e "salario minimo" non fossero tabù. Vorrei il reddito universale e che tuttɜ avessero diritto a campare dignitosamente.
Vorrei giustizia climatica.
Vorrei la fine della discriminazione di OGNI soggettività marginalizzata.
Vorrei l'abolizione, o quantomeno una riforma, delle forze dell'ordine e del sistema carcerario.
Vorrei la tutela di tutti gli animali non umani.
Vorrei la decriminalizzazione e la regolamentazione della maternità surrogata.
Vorrei che "sex work is work" fosse realtà e non più solo uno slogan.
Vorrei la Palestina libera.
Vorrei tante cose, ma più di tutto
Vorrei la fine del sistema ciseteropatriarcale bianco, abile e borghese.
E se non l'avrò da Babbo Natale, lotterò per ottenerla con le forze mie e dell3 miɜ compagnɜ.
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Alcuni articoli sul tema: prevenzione, longevità, vivere più a lungo, malattie…
15– Assunzione -prudente-, superati, generalmente, i 40 anni di età, di integratori articolari, effettuando anche il dosaggio ematico della vitamina D e ove risulti carente integrarla, in quanto il mantenimento della salute dell’apparato osteo-articolare è fondamentale per il benessere generale… Medicina – Consigli generali su come mantenere una buona salute e vivere -qualitativamente- più a lungo.
La prevenzione di qualunque malattia e, dunque, anche del cancro, non può prescindere dall’assumere una dieta, con il giusto apporto di liquidi, sana ed equilibrata, ricca di cibi dai variegati colori e che contengano nutrienti diversificati e numerosi antiossidanti; quest’ultimi, in particolare… Medicina – Non può esserci prevenzione delle malattie senza una dieta sana ed equilibrata che sia ricca di cibi dai variegati colori.
‘Prevenzione‘ non vuol dire solo eliminare ciò che nuoce -certo questo tipo di primaria prevenzione è da preferirsi sempre-, in quanto quando ciò non sia possibile (per i più svariati motivi) la prevenzione pur sempre vi è da farsi e deve precisamente consistere nell’obbiettivo di controbilanciare gli effetti negativi dello stato di tossicità… Medicina – Fumi? Ascolta allora…
Per bioequivalenza si intende che il medicinale generico (equivalente), con la stessa dose di principio attivo di quello originale, deve produrre, dopo la somministrazione, livelli -quantitativi- di concentrazione ematica (del principio attivo) sovrapponibili anche in relazione al tempo e alla velocità… Medicina – I farmaci generici, detti anche equivalenti, sono identici ai farmaci di ‘marca’? Facciamo chiarezza…
Passare il filo interdentale una volta al giorno e preferibilmente in occasione dell’ultimo spazzolamento in serata (ovvero prima di andare a letto). Per alcuni soggetti, dopo l’uso del filo interdentale, sarà anche utile, se non necessario, usare uno scovolino sempre in occasione dello spazzolamento serale (prima di andare a letto). Usare uno spazzolino elettrico (avendo cura di passare con precisione tutte le superfici dentali e i solchi gengivali)… Medicina – Impariamo a preservare denti e gengive.
Alla scomparsa dei sintomi, o perlomeno alla riduzione degli stessi, sarà necessario fare quanto segue: rimedio efficacissimo, e molto più utile (almeno nella fase successiva al trattamento dei ‘sintomi’) di molti trattamenti a lungo termine (i quali offrono, in molti casi, solo una temporanea scomparsa dei sintomi, ma non incidono molto sulle peculiari e frequenti recidive), è scoprire… Medicina – Balanite, postite e balanopostite. Diagnosi, cause e cura.
Per la conferma della diagnosi (la quale, in genere, avviene clinicamente) sono utili l’ecografia e/o la risonanza magnetica, anche se a volte può necessitarsi finanche una biopsia.��Il trattamento del morbo di Ledderhose può essere di tipo conservativo o di tipo chirurgico, e ciò in relazione alla sintomatologia accusata dal paziente e al grado di invasione raggiunto dalle lesioni… Medicina – Il morbo di Ledderhose.
Premesso che la terapia per il reflusso laringo-faringeo potrebbe risultare abbastanza lunga, il medico specialista diligente dovrà prescrivere, per del tempo, l’assunzione orale al mattino (almeno 20 minuti prima della colazione) e alla sera prima di andare a letto, di un gastroprotettore (ove non vi siano altri disturbi che rendano più complessa… Medicina – Reflusso laringo-faringeo. Diagnosi, cause e cura.
Per altri articoli sul tema clicca sulla pagina: ‘Medicina‘.
N.B. Stefano Ligorio, in ambito di tematiche mediche, è anche autore di un libro dal titolo: ‘La Strana Malattia (Come prevenire, diagnosticare e curare l’ansia e la depressione)’, ma anche di: ‘Il Cancro – Vademecum- (Guida Pratica alla Prevenzione e alla Cura del Tumore Maligno)’.
Stefano Ligorio
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🐝 🍯REAL FOOD.
Royal jelly, polyn, honey are foods offered by bees, which are processed inside the hives (natural bee nests).
Each hive is capable of hosting 50,000 bees, which are well organized and clearly divided
in different castes:
🐝worker bees, queen bees and drones (male bees that die immediately after fertilizing the queen).
🐝Only the queen can generate life in a hive, and she is killed when she is unable to lay new eggs.
🐝Worker bees and the queen bee have the same DNA, genotype, but have completely different appearance and characteristics.
It happens that the nutrients, the microRNAs, the exosomes of royal jelly, exert a positive modulation on the DNA which will make the difference between queen bees and worker bees.
🐝The action of the microRNA contained in the exosomes of royal jelly has also been studied on human stem cells, showing a positive action.
Stem cells are the parent cells of other cells.
In order not to die, the human body must renew itself every day through stem cells.
🐝🍯Honey, pollen and propolis contain exosomes derived from flowers in different doses.
The most current scientific research is offering an explanation to the popular traditions that have lived the food gifts of bees with great respect.
Nature: flowers, bees, humans united and interconnected in their biological life, however remain a wonderful mystery.
Doctor Pier Luigi Rossi.
University professor.
Specialist in Food Science.
Specialist in Preventive Medicine.
📚The treasure chest of nature
🐝 🍯IL CIBO REALE.
Pappa reale, poline, miele, sono alimenti offerte dalle api, che vengono elaborati all'interno degli alveari (nidi naturali delle api).
Ogni alveare è in grado di ospitare 50.000 api, che sono ben organizzate e nettamente suddivise
in differenti caste:
🐝api operaie, ape regina e fuchi,(le api maschi che muoiono subito dopo aver fecondato la regina).
🐝Solo la regina può generare la vita in un alveare, e viene uccisa quando non è in grado di deporre nuove uova.
🐝Le api operaie e l'ape regina hanno lo stesso DNA, genotipo, ma hanno aspetto e caratteristiche del tutto diverse.
Succede che i nutrienti i microRNA, gli esosomi della pappa reale, esercitano una modulazione positiva sul DNA che farà la differenza tra ape regina e api operaie.
🐝L'azione del microRNA contenuti negli esosomi della pappa reale, è stata studiata anche sulle cellule staminali umane evidenziato un'azione positiva. Le cellule staminali sono le cellule madri di altre cellule. Il corpo umano per non morire, si deve rinnovare ogni giorno proprio attraverso le cellule staminali.
🐝🍯Miele, polline e propoli, contengono in dosi diverse esosomi derivati dai fiori. La più attuale ricerca scientifica sta offrendo una spiegazione alle tradizioni popolari che hanno vissuto con grande rispetto i doni alimentari delle api.
La natura: fiori, api, umani uniti interconnessi nella loro vita biologica, restano comunque un meraviglioso mistero.
Dottor Pier Luigi Rossi.
Professore Universitario.
Specialista in Scienza Dell'alimentazione.
Specialista in Medicina Preventiva.
📚Lo scrigno della natura
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Medicina di genere (12). E' ufficiale: uominin e donne hanno diverse regolazioni delle vie del dolore
È un fatto medicamente ben consolidato che, rispetto alle loro controparti maschili, le pazienti di sesso femminile sono affette in modo sproporzionato da dolore cronico. Ciò si traduce nella prescrizione di routine alle donne di oppioidi più potenti a tassi di consumo più frequenti. Gli oppioidi sono composti “che danno una sensazione di benessere” che si legano ai recettori del piacere nel…
#analgesia#citochine#dolore cronico#endorfine#infiammazione#medicina di genere#morfina#naloxone#soglia del dolore
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XXVII Congresso CReI: Reumatologia e Salute Globale al Centro dell’Approccio One Health. Firenze
A Firenze dal 9 al 12 ottobre, il XXVII Congresso del Collegio Reumatologi Italiani affronta le malattie reumatologiche con un approccio multidisciplinare, innovazione tecnologica e focus sulla medicina di genere.
A Firenze dal 9 al 12 ottobre, il XXVII Congresso del Collegio Reumatologi Italiani affronta le malattie reumatologiche con un approccio multidisciplinare, innovazione tecnologica e focus sulla medicina di genere. Dal 9 al 12 ottobre 2024, Firenze ospiterà il XXVII Congresso Nazionale del Collegio Reumatologi Italiani (CReI), con un focus sull’approccio One Health. Questo evento scientifico di…
#ambiente e malattie reumatologiche#Approccio Multidisciplinare#artrite psoriasica#artrite reumatoide#Cardiologia#COLLEGIO REUMATOLOGI ITALIANI#cura della persona#Daniela Marotto#Digital Team Solution Healthcare#escape room reumatologia#Fisioterapia#Giornata Mondiale del Malato Reumatico#innovazione tecnologica in sanità#inquinamento e salute#lupus#malattie reumatologiche#Medicina di genere#medicina personalizzata#onco-reumatologia#Oncologia#One Health#osteoartrosi#osteoartrosi e microbiota#patologie croniche#patologie legate all’inquinamento#patologie reumatiche#Psoriasi#reumatologia#salute globale#salute riproduttiva
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POVERE CREATURE!
In una Londra da "futuro anteriore" (probabilmente vittoriana), il dottor Godwin Baxter (Willem Dafoe), un Frankestein con ambizioni fantascientifiche restituisce la vita all'aspirante suicida Bella (una credibilissima Emma Stone) che da aspirante diventa poi effettivamente suicida nelle torbide acque del Tamigi; in realtà il suicidio riesce a metà, poiché questo Dottor Calligari alla rovescia, invece di farsi i fatti suoi, raccoglie il cadavere della sventurata che è pure incinta e la porta nel suo laboratorio dove, con una operazione in day-hospital, preleva il cervello del nascituro e lo inseirsce nella scatola cranica della giovane donna. Il risultato finale è un corpo di donna con il cervello di un neonato. Del resto anche Goldwin Baxter non dovrebbe aver avuto un'infanzia tranquilla, in considerazione del suo aspetto a dir poco inquietante. A sorvegliare i progressi della donna-bambina vien chiamato Max McCandles, giovane studente di medicina che la aiuterà a districarsi nel mondo, compreso quello dell'eros, tanto che il dottor Baxter decide di darla in moglie al giovane studente. "Bella" però si invaghisce di Duncan Wedderburn (Mark Ruffalo), un avvocato capitato per combinazione in casa Baxter. Con Wedderburn, Bella intraprende una sorta di "Grand Tour" del piacere e dei piaceri tra Lisbona, Alessandria d'Egitto e Parigi. Ma il viaggio insegna anche alla giovane cos'è la povertà e il bisogno, tanto che, quando a causa di una perdita al gioco Wedderburn finisce sul lastrico, Bella decide di prostituirsi in un bordello parigino, facendo così conoscenza con il cinismo degli uomini, ma anche con le necessità materiali. Tornata a casa Bella decide di sposare Max, ma al matrimonio si oppone Alfie Blessington, militare e militarista che fu il marito di Bella, prima del tragico quasi-suicidio. Sempre desiderosa di nuove esperienze Bella acconsente di vivere con l'uomo che presto si rivelerà un tirannico maschilista. Liberatasi di lui con una salutare pistolettata in un piede, Bella torna da Baxter, che nel frattempo è sul letto di morte, ma ancora abbastanza desideroso di sperimentazione, tanto da inserire il cervello di Blessington nella testolina di una deliziosa capretta. Raccontato così il film di Yorgos Lanthimos potrebbe sembrare una abominevole boiata, ma niente di più sbagliato poiché si tratta di un film visionario e neo-barocco di grandissima poesia, aggiungerei “sorprendentemente”, poiché bisogna ammettere che il plot narrativo, letto a tavolino, qualche ragionevolissimo dubbio lo può sollevare. “Poor Things!” si muove infatti in quell’ambito del cinema “fantasy” che è spesso un genere che, con una certa facilità, può scadere nella banalità. Lanthimos riesce nell’impresa di costruire una storia raccontata anche attraverso una ambientazione oltremodo affascinante e giocata tutta in una dialettica serrata tra scenografia (Zsuzsa Mihalek) e tecniche di ripresa inconsuete (come le lenti grandangolari della macchina da presa). Oltre a qualche irrinunciabile effetto speciale, ma usato con molta misura, sono assolutamente pregevoli le ricostruzioni delle città (Londra, Lisbona, Alessandria e Parigi), piranesiane ed eccessive, disneyane e langhiane. Non c’è infatti nel film solo la lezione di Robert Wiene, ma anche quella di Fritz Lang con qualche strizzata d’occhio allo Scorsese di “Hugo Cabret”. Il film veicola, con una stravagante originalità, anche un forte messaggio anti-patriarcale. Non nuovissima l’idea della sfasatura temporale dello sviluppo corpo-mente che ebbe già la sua apoteosi cinematografica nell’indimenticabile “L’Enfant sauvage” di Francois Truffaut. Sconsigliato ai deboli di stomaco, ma consigliatissimo alle menti immaginifiche.
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Ossigeno - 28
28. Parigi
Due settimane dopo la visita di Zlatan a Milano, tutti erano a conoscenza della sua nuova relazione con Sveva. Le foto di loro due che si baciavano appassionatamente sotto casa di lei avevano presto fatto il giro del mondo e qualcuno si chiedeva come mai Zlatan avesse lasciato la bellissima Megan Fox per una biondina qualsiasi. Zlatan era impegnato con la squadra e con le sue lezioni di francese con Annette; usciva poco e trascorreva la maggior parte del tempo libero a parlare a telefono con Sveva. In quei giorni aveva anche ricevuto una visita di Helena e i piccoli. Erano stati tre giorni bellissimi, aveva portato Maxi e Vincent in giro per Parigi e nei parchi divertimento. Helena invece gli aveva detto che lo trovava in splendida forma e che questa nuova aria da innamorato gli donava parecchio. Non vedeva l'ora di conoscere Sveva e Zlatan le aveva promesso che presto le avrebbe fatte incontrare. Però smaniava dalla voglia di rivedere la sua Sveva. La desiderava notte e giorno. Era nella sua stanza d'albergo con Annette quando lei telefonò. Congedò la sua insegnante di francese e si dedicò alla sua innamorata. «Ciao, principessa.» «Ciao Zlatan. Che fai?» «Ti pensavo.» «Ah, si? Non avevi lezione di francese?» «Sì... stavo appunto pensando che potresti insegnarmelo tu, il francese.» Sveva sorrise. «Potrei, sì. Vuoi che ti faccia qualche domanda per testare i tuoi progressi?»
«No! Ascolta, cosa fai questo week-end?» «Nulla.» «Perché non vieni qui, allora? Stasera?» «Stasera?» «Sveva, ho bisogno di vederti. Ho voglia di fare l'amore con te...» Sveva emise un gemito. «Ecco cosa farai: ti prepari, prendi il primo volo e vieni da me. Andiamo in albergo, facciamo l'amore e poi usciamo. Passeggiamo lungo gli Champs Elysèes, ceniamo sulla Tour Eiffel. Poi torniamo in albergo e facciamo un lungo bagno, ci rilassiamo, ci coccoliamo e facciamo di nuovo l'amore... Che ne dici?» «Potrei mai rifiutare una proposta del genere? Anche io ho voglia di vederti.» «Allora ti aspetto.» «Mais oui, mon amour.» Zlatan emise un verso soffocato. «Ripetilo.» «Cosa?» «Mon amour, lo hai detto in un modo così sensuale...» Sveva rise e Zlatan desiderò poterla stringere tra le braccia e baciarla proprio in quell'istante. «Je t'adore, mon amour.» «Sveva...» «Sì?» «Sbrigati. Ti voglio qui entro stasera.» Risero e si salutarono, poi Zlatan fece un giro di telefonate per preparare una sorpresa a Sveva.
Sveva si sedette sul divano e accese il portatile. Controllò i voli per Parigi e prenotò un posto sul primo. Fece una doccia, legò i capelli e indossò dei vestiti comodi per il viaggio, poi preparò una piccola valigia e chiamò Ignazio per avvisarlo della sua partenza. Non vedeva l'ora di raggiungere Zlatan. Anche lei desiderava tantissimo fare l'amore con lui. Desiderava la sua presenza, quando erano insieme si sentiva leggera e spensierata, amata e felice. Ingannò l'attesa leggendo una rivista di medicina e mangiando biscottini al burro. All'aeroporto c'era Zlatan ad aspettarla. Le diede un bacio sulle labbra e le prese la valigia. «Sei stanca?» era così felice che gli ridevano gli occhi. A Sveva le si riempì il cuore. «No.» «Quante volte sei stata a Parigi?» «Parecchie. La maggior parte delle volte per lavoro.» «Bene, perché ancora non conosco la città.» «Quindi mi hai fatta venire a Parigi per farti da guida turistica?» Zlatan rise. «Sveva, ma che ti salta in mente? Sai quanto me ne frega di Parigi. Soprattutto ora che ci sei tu...» le lanciò uno sguardo carico di desiderio. Sveva non resistette e lo attirò a sé per un bacio. Zlatan ricambiò e la strinse con un braccio. Era quasi ora di cena. Si diressero abbracciati verso l'auto di Zlatan, lui infilò la valigia nel portabagagli mentre Sveva si accomodava sul sedile del passeggero. Zlatan la raggiunse e accese il motore. Si girò a guardarla, lei sorrideva, bellissima, assolutamente perfetta. Gli faceva battere forte il cuore. Le poggiò una mano sulla gamba. «Sono così felice che tu sia qui...» Sveva poggiò una mano su quella di Zlatan e l'altra tra i suoi capelli. Si perse nei suoi occhi marroni, chiedendosi come avesse fatto ad innamorarsi perdutamente di lui così in fretta. Zlatan le sfiorò le labbra con le sue, poi le diede un lungo bacio lento. Si staccò, le sorrise e partì alla volta dell'hotel con il cuore colmo di gioia. In albergo, Zlatan le aprì la porta e la fece accomodare nel salottino della sua suite. «Meravigliosa» disse Sveva guardandosi intorno. «Ti trattano proprio bene, eh?» Lui le sorrise e si avvicinò per baciarla. «Dovresti venire più spesso a trovarmi.» La prese per mano e la portò nella lussuosa camera da letto con vista sulla Tour Eiffel. Sveva diede una rapida occhiata alla finestra, poi si concentrò su Zlatan che la stringeva e le baciava il collo. Lo baciò con altrettanto trasporto e si lasciò spogliare. Zlatan la spinse sul letto e cominciò ad accarezzarla dappertutto, mentre le sussurrava che era bellissima e che lo faceva impazzire. Rapidamente il fuoco della passione divampò tra loro e si ritrovarono l'uno dentro l'altra. Zlatan intrecciò le mani con quelle di Sveva ai lati della sua testa e la guardò a lungo mentre si muoveva lentamente avanti e indietro. Era innamorato perso di quella donna, avrebbe tanto voluto che si trasferisse a Parigi con lui... Fecero l'amore a lungo e quando uscirono era ormai sera. Sveva era raggiante e lui più felice che mai. Passeggiarono tranquilli per le vie principali di Parigi, poi Zlatan, come promesso, la portò a cena sulla Tour Eiffel. Si sedettero in un angolino appartato, al posto di Sveva c'era un mazzolino di rose rosse e un pacchettino rosso con un fiocco beige. Zlatan prese le rose e gliele porse, dandole un bacio sulla guancia, poi la fece sedere e le indicò la scatolina rossa. «Aprila» le disse. Sveva ebbe un palpito al cuore. «Che cos'è?» gli chiese quando anche lui si fu accomodato di fronte a lei. Zlatan sorrise. «Tranquilla Sveva, non ti sto chiedendo di sposarmi. Sarebbe troppo presto. Anche se mi piacerebbe che tu ti trasferissi qui.» Sveva prese il pacchetto e lo aprì. Si sarebbe aspettata un bracciale o una collana, ma dentro c'era una chiave. Una semplice chiave di ottone. Guardò Zlatan, intuendo subito quali fossero le sue intenzioni. «Mi stai chiedendo di venire a vivere con te?» «Sì. La chiave è di un appartamento qui vicino. Non è grandissimo ma è molto carino e il quartiere è abbastanza tranquillo, o almeno così mi hanno detto. Sono andato a vederlo l'altro giorno e ho pensato subito che sarebbe stato perfetto per noi due.» Sveva si emozionò tantissimo sentendo quelle parole. Il pensiero che Zlatan fosse andato in giro a guardare case pensando a loro due le faceva venire voglia di gettargli le braccia al collo e di riempirlo di baci. «Zlatan... sì. Sì, voglio venire a vivere con te. Tuttavia non posso lasciare il mio lavoro...» «Bè ma potresti trasferirti in qualche ospedale a Parigi, no?» «Non è così semplice, e poi tu non starai a Parigi per sempre.» «No. Hai ragione. Però Sveva, io voglio averti accanto sempre. Quando non ci sei mi sembra di impazzire.» Sveva lo guardò negli occhi e gli strinse una mano. «Dammi un po' di tempo, quando sarò a New York ti prometto che cercherò una soluzione.» Zlatan sospirò. «Va bene. Nel frattempo che sei in ferie, però...» Le fece un sorrisetto ammiccante. «Nel frattempo ci godremo la tua lussuosa suite» rispose Sveva, con un sorriso a trentadue denti. «Non vedo l'ora di provare quella magnifica vasca idromassaggio che ho visto in bagno.» «La proverai prestissimo» le promise Zlatan. Un cameriere arrivò a versargli del vino e poco dopo ne giunse un altro con i piatti. La cena proseguì allegra. Zlatan le raccontò dei posti in cui era stato da quando era a Parigi, delle sue lezioni di francese con Annette, dicendole che trovava molto difficile la lingua francese e che non gli piaceva molto.
Dopo la cena, la coppia fece ritorno in albergo. Appena entrati, Sveva avvertì nell'aria un odore di candele accese e un aroma floreale rilassante. Prima che potesse dire qualcosa, Zlatan le poggiò le mani sugli occhi e le sussurrò all'orecchio: «Ho una sorpresa per te. Vieni» «Dove mi stai portando?» «Ora lo vedrai.» La condusse fino alla porta del bagno, poi lentamente tolse le mani dagli occhi di Sveva. Lei trattenne il fiato, si girò verso Zlatan. «Wow.» La stanza era piena di candele aromatiche accese e la vasca da bagno era stata riempita di acqua e petali di rose. Zlatan sorrise soddisfatto e iniziò a spogliarla lentamente. «Sarai sicuramente stanca dopo una giornata piena. Perciò ho pensato di prepararti questo.» «Zlatan... io ti adoro» Lui scoppiò a ridere. «Certo, lo dici solo perché davanti a te c'è una jacuzzi che ti aspetta.» «Non è vero!» protestò lei mentre a sua volta lo spogliava, «Ti adoravo anche prima, ma dopo oggi, di più.» «E io che credevo mi odiassi.» «Infatti ti odio. Ma solo perché sei perfetto.» Zlatan sorrise e le diede un bacio. «Sei incredibile, lo sai? E io sono innamorato di te.» Sveva lo strinse forte e lo baciò. Certo, avrebbe dovuto dirgli che anche lei era innamorata di lui, ma non le uscirono le parole. Zlatan l'aiutò ad entrare nella vasca e si accomodò dietro di lei. Rimasero a coccolarsi un bel po’, fecero l'amore, fecero progetti per il futuro. Più tardi, quella notte, nel letto, Sveva gli promise che sarebbe rimasta qualche giorno in più. Realizzò che sarebbe stata pronta anche a lasciare il suo lavoro a New York per far si che le cose tra loro funzionassero. Capì che per lui sarebbe stata pronta a rinunciare a tutto, perché Zlatan era tutto ciò di cui aveva bisogno e tutto ciò che desiderava.
Care amiche, purtroppo questo è l’ultimo capitolo di questa FF. Nel periodo in cui la stavo scrivendo, Zlatan si era trasferito a Parigi e io ci ero rimasta talmente male da perdere completamente l’ispirazione e la voglia di scrivere. Lui era stata la mia prima musa ed ero molto depressa per la sua partenza. Solo dopo il suo ritorno, tre anni fa, ho ripreso in mano questa FF, ho modificato alcune parti e ho dato a Sveva e Zlatan il lieto fine che meritavano. La storia è diventata un libro dal titolo “Così dannatamente bello”.
Però per voi ho le FF che ho scritto su Ante Rebic e Olivier Giroud. Le pubblicherò presto.
Grazie di avermi seguito in questo viaggio. Vi voglio bene.
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La Repubblica, V: come ti governo il gregge
(forse hanno fatto bene ad ammazzare Socrate)
Il libro V de La Repubblica, con tutta l'innocenza di cui sono capaci gli antichi, ci dà l'esempio di quel che deve essere il governo dei migliori, quello governato dagli "esperti" che si pone come obiettivo il bene comune. È Socrate, l'uomo più giusto di tutti, che parla:
«Per questo motivo», risposi: «è probabile che i nostri governanti debbano ricorrere frequentemente alla menzogna e all’inganno per il bene dei sudditi. E abbiamo affermato che tutto ciò è utile come una medicina».
«In base a quanto si è convenuto», risposi, «i maschi migliori devono unirsi il più spesso possibile alle femmine migliori, e al contrario i maschi peggiori alle femmine peggiori; e i figli degli uni vanno allevati, quelli degli altri no, se il gregge dev’essere quanto mai eccellente. Ma nessuno, fuor che i governanti, deve sapere che avviene tutto questo, se il gregge dei guardiani vorrà essere il più possibile immune dalla discordia».
«Giustissimo», disse.
«Bisogna dunque istituire alcune feste e cerimonie sacre nelle quali riuniremo gli sposi e le spose, e i nostri poeti devono comporre degli inni adatti alle nozze che vengono celebrate; sul loro numero lasceremo decidere ai governanti, che si porranno l’obiettivo primario di mantenere invariata la popolazione, di modo che, tenendo conto di guerre, malattie e altri eventi del genere, la nostra città non diventi, nei limiti del possibile, né troppo grande né troppo piccola».
«Giusto», disse.
«Allora credo che si debbano organizzare dei sorteggi mirati, per far sì che in ogni accoppiamento la persona mediocre incolpi la sorte, non i governanti».
«Ma certo», assentì.
«E ai giovani valorosi in guerra o in altri campi bisogna assegnare, oltre a onori e altre ricompense, una più ampia facoltà di giacere con le donne, così che abbiano nello stesso tempo il pretesto per generare il maggior numero possibile di figli».
«Giusto».
Ricapitolando: si rende necessario mentire ai governati, ovviamente per il loro bene. Dell'inganno devono essere a conoscenza solo i governanti, altrimenti i governati si possono agitare. Si organizzino spettacoli pubblici con intrattenitori prezzolati affinché i governati vengano abbindolati a dovere. L'inganno deve essere così ben architettato che l'ingannato deve pensare che sia stata solo una questione di sfortuna.
Tu vai a ipotizzare chissà quali oscurissime trame quando è già tutto messo nero su bianco in pagine che nessuno si prende più la briga di leggere. Prendano nota i governi dei migliori (e sì, hanno fatto bene ad ammazzare Socrate).
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"Il genere non è un semplice derivato del sesso anatomico o biologico, ma piuttosto una costruzione socioculturale, una rappresentazione o, meglio ancora, un effetto dell'intreccio delle rappresentazioni discorsive e visive che emanano dai diversi dispositivi istituzionali: la famiglia, la religione, il sistema educativo, i mezzi di comunicazione, la medicina o la legislazione; e altrettanto deriva da fonti meno evidenti, come il linguaggio, l'arte, la letteratura, il cinema e la teoria. Tuttavia, la natura discorsiva del genere non esclude che ci siano reali implicazioni, o effetti concreti, sia sociali che soggettivi, nella vita materiale delle persone. Al contrario, la realtà del genere è precisamente negli effetti della sua rappresentazione; il genere è realizzato, diventa "reale" quando quella rappresentazione è un'autorappresentazione, è assunta singolarmente come una propria forma di identità sociale e soggettiva."
Teresa de Lauretis, Gender Identities and Bad Habits (2008)
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Ciao, spero di non essere invadente.. io ho molti dei problemi che hai appena postato, riguardo la medicina. Peso in aumento, ciclo irregolare, perdita di capelli, irsutismo, dolori vari, ecc.. mi hanno diagnosticato il problema dandogli un nome. Se al momento non l'hanno ancora fatto a te, cambia medici, lo dico con tutto il cuore. Metformina e pillola la prescrivono la maggior parte di loro ma non sono la soluzione, sono solo un metodo che il più delle volte nasconde i momentaneamente i sintomi e fa credere in un miglioramento. E non ti curare troppo degli altri, parenti, amici, colleghi e compagnia. Chi non vive, non può sapere nè avere la minima idea di ciò che la persona sta affrontando. Non mollare, non scoraggiarti, ci vuole tanta pazienza, anche di fronte all'incompetenza. Non lasciarti andare solo per aver trovato delle figure professionali che non ne sanno abbastanza. Informati, continua a cercare. Nel frattempo ti abbraccio, non se ne parla mai troppo di questo genere di problemi. Non sei sola. 💙
Fammi indovinare, ti prego! È Sindrome dell'ovaio policistico?!
Sto cambiando medici, visitando specialisti, facendo esami su esami. Questa situazione va avanti da anni. I due fenomeni più forti nell'ultimo periodo e nel 2014 in corrispondenza con il mio esame di maturità (che per questo ho dovuto posticipare).
Grazie per il supporto ♥️ Io non demordo. Io sento che c'è qualcosa che non va. (E ho fatto anche la mia terapia psichiatrica e psicologica che testimonia che non sto inventando nulla).
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